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Una vita al limite
Finalmente in Italia l’autobiografia di Graham Hill (1929-1975) una delle figure più leggendarie della storia della Formula1. Successore di Stirling Moss e di Jim Clark, ha vinto il Mondiale di Formula1 nel 1962 e nel 1968; nel 1966 ha vinto al primo tentativo la 500 miglia di Indianapolis. Nel 1972, con la vittoria a Le Mans, conquisterà la Triple Crown, la Tripla Corona, avendo vinto in carriera il Gran Premio di Monte Carlo (cinque volte), la 500 miglia di Indianapolis e la 24Ore di Le Mans. Impressionante la sua carriera; partecipò a ogni genere di gara, dalla Formula1 e Formula2, al Rally di Monte Carlo, persino alla Targa Florio e a ogni genere di corsa GT. Divenne anche esperto pilota di aerei, passione che lo portò alla morte il 29 novembre 1975 in un tragico incidente sul suo amato aereo Piper Aztec. -
Il buio del declino, Muhammad Ali. Gli ultimi anni di una leggenda
Muhammad Ali, già Cassius Clay, a tutt'oggi è considerato il più grande personaggio nella storia mondiale dello sport. GOAT. The Greatest of All Time. Il più grande di tutti i tempi. Muhammad Ali, del quale in questo 2022 ricorre l'ottantesimo anniversario dalla nascita, è un boxeur dalla storia leggendaria e complessa, fino a oggi ampiamente raccontata, ma con una sorta di zona buia, un tabù scomodo e inaccessibile: l'ultima parte della sua vita. Quella degli anni del declino e delle ultime sconfitte. Questo libro vuole accendere un faro, là dove fino a oggi nessuno aveva avuto il coraggio di avventurarsi e aveva osato andare, forse nel timore di sminuire, o rendere vulnerabile il campionissimo. Questa dolorosa, ultima parte della sua vita di atleta e personaggio unico, insegna a tutti noi a non arrendersi mai. Colpito ma inaffondabile e, proprio per questo, maledettamente interessante. -
Il contenzioso nel conto corrente bancario: anatocismo, usura, prescrizione delle rimesse solutorie
Il libro, aggiornato con le ultime interpretazioni giurisprudenziali, vuole essere uno strumento di ausilio per l'individuazione dell'anatocismo e usura nei conti correnti bancari. L'autore, con esempi pratici e formule matematiche, spiega quali sono i procedimenti per avvalorare le richieste nella fase di contenzioso bancario. -
La responsabilità civile e penale del professionista nella crisi d'impresa e le attività del curatore nell'accertamento dei reati fallimentari. Aggiornato alla legge 21 ottobre 2021 n.147 (in G.U...
Con Giurisprudenza Tratti essenziali dei reati fallimentari e del falso in comunicazioni sociali. -
Mery, principessa albina. Racconto di un sogno africano
"La notte prometteva e le stelle sparivano poco a poco.Il villaggio di Keur Seung si identificava in Méry. Una notte allo stesso tempo limpida e sacra per la forza scatenata della principessa."""" """"Méry, principessa albina"""" è il racconto di quella notte durante la quale emergono i ricordi di una cultura in cui l'educazione dei ragazzi si basava sul racconto di fiabe e leggende da parte degli anziani, memoria storica collettiva. La saggezza dell'anziano si tramanda ai giovani nella Casa dell'Uomo durante la cerimonia del passaggio all'età adulta e prende corpo in Méry, albina di nascita e vento fertilizzatore della sua terra. Con coraggio e determinazione infallibile, la principessa albina interpella la coscienza africana e si interroga circa il futuro del suo popolo." -
Il canto del djali. Voce del saggio, parole di un cantore
"Come sguardi neri viventi che rischiarano i cieli"""". La Parola nella poesia di Cheikh Tidiane Gaye. La Parola costituisce uno dei concetti qui onnipresenti e fra i più complessi e fecondi della filosofia africana. Accedere al suo senso più profondo equivale a crescere nella saggezza e a penetrarne, con l'iniziazione della vita, il mistero. La Parola è, infatti, sì il sapere trasmesso con la voce, le epopee viventi del passato ancestrale, rese sempre attuali attraverso le capacità oratorie dei griots, ma è anche un'idea di unione sacrale, di suggello fra i vivi e i morti, fra il passato e il futuro, fra il qui e l'altrove, fra gli anziani e i nuovi nati: è il soffio, che lega, unisce, tiene insieme l'intero e che non si spiega. Percorrere le pagine della raccolta poetica di Cheikh T. Gaye significa allora immergersi, una volta di più dopo Senghor, nelle costanti di un'Africa finalmente felix: un'Africa del passato, quella in cui il """"coltello selvaggio"""" non aveva ancora """"strappato la prestigiosa comunione"""" dell'uomo con l'essere (""""Il poeta e lo spirito"""")." -
Molti nomi ha l'esilio
Molti sono i modi in cui possiamo declinare la parola ""esilio"""". Esilio è essere costretti ad abbandonare la propria terra, la propria casa, i luoghi cari e gli affetti, le tradizioni, la lingua; esilio è il confino, la perdita delle libertà personali; esilio è la lontananza da un luogo amato e rimpianto, la perdita di una persona cara, la sua assenza, la separazione; la rinuncia a qualcosa a cui si teneva, a uno stato di grazia, che si è dovuto abbandonare, a una parte di noi che non ci appartiene più; esilio è il distacco, l'allontanamento da una società, da un mondo nel quale non ci si riconosce più. Esilio è tagliare con la propria storia, con il proprio passato. Esilio è guardarsi dentro, scoprire la propria fragilità e, a volte, trasformarla in forza. Dodici poeti, diversi per età, formazione, origine, percorso lavorativo e letterario, declinano i molti nomi della parola """"esilio"""" secondo la propria sensibilità ed esperienza."" -
Ode nascente-Ode naissante
Nel panorama di questa nuova scrittura di lingua italiana Cheikh Tidiane Gaye costituisce una presenza significativa per l'originalità della sua voce e per l'urgenza della vocazione espressiva e più precisamente poetica. Egli rivela chiaramente i bisogni comunicativi della sua generazione e i desideri che caratterizzano l'intera migrazione; però, a differenza di altri suoi colleghi, non si pone come ""scrittore migrante"""". Se evoca una """"lingua che sigilla l'unione, lingua alla conquista della culla mediterranea"""", l'emigrazione è per lui un incidente come altri dell'esperienza esistenziale, e mai si sofferma a descrivere o evocare le asprezze e le fatiche di tale cammino, né le inaspettate crudezze che riserva la caduta nell'alterità, sorpresa amara di tutte le emigrazioni di oggi ma anche di ieri. Gaye intende affermarsi nella lingua e attraverso la parola, esprimendo un universalismo etico ed estetico di marca senghoriana (legato cioè alla visione del grande poeta senegalese della Negritudine Léopold Sédar Senghor) e allo stesso tempo, assorbendo nella sua parlata italiana e nel suo immaginario poetico il portato della cultura africana di nascita."" -
Le mura della vita
Un libro, una vita... la poesia di Vincenzo Pirola racconta i passaggi della sua esistenza. Un velo di malinconia copre le sue poesie senza però perdere mai una fiduciosa prospettiva e, nelle mura della sua vita, l'autore ricerca sé stesso, per riscoprirsi, per capire e carpire i suoi desideri. Si intravvede tra le righe la sua identità di medico: si percepisce nella corporeità delle descrizioni e nella sensazione/sensualità fisica degli affetti, che si fanno quasi biologici. Vincenzo Piròla ha saputo sognare e rendere il suo sogno una realtà. La sua poesia è un viaggio verso l'amore vero, reale che non muore. La fine dei sogni, che tace, che giace in questa pace, tra pochi lumi accesi a ricordo. -
Mena
Questa silloge di Ada Crippa ci presenta un itinerario di rievocazioni memoriali che si sostanziano di pensiero, per cui potremmo ascrivere questi componimenti a quella ""poesia onesta"""", indicata programmaticamente da Umberto Saba per definire una poesia che mostra una rigorosa corrispondenza del poeta alla propria visione del mondo e della vita anche nella sua dimensione diacronica, innervata da quel forte senso della responsabilità che deve investire e sostenere la parola poetica.Ada Crippa è un poeta che risponde di ciò che scrive: a chi? Alla suacoscienza civile di fronte ai suoi lettori. Il che fa sì che il suo dire poetico si immerga nel flusso vitale dell'esistenzasua e del suo mondo e con le parole della poesia attui quello scavo interiore capace di definire ciò che necessariamente appartiene all'uomo nell'hic et nunc del suo vivere."" -
Diario di un razzista
Un diario fittizio per una situazione purtroppo realistica. Questo libro ricostruisce sotto forma di narrazione autobiografica la vicenda di tanti adolescenti che vengono catturati dalle ideologie razziste, neofasciste e neonaziste. Attraverso le pagine di diario del sedicenne O.R. è possibile studiare le tante e scaltre strategie (dalla musica, allo sport, alla violenza vera e propria) attraverso i quali i maestri dell'odio lavorano sui ragazzi. E soprattutto è possibile trovare contromisure pedagogiche che sono urgenti e non più rimandabili. -
Prigioniero in Cornovaglia
"Prigioniero in Cornovaglia suggerisce che non si può parlare soltanto di trasmissione della memoria, tema necessariamente all'ordine del giorno in una società confusa e presentista come quella attuale. Occorre considerare anche l'esistenza di una sorta di memoria indiretta, rappresentata dalla costruzione di una narrazione familiare, sociale e nazionale del fascismo e della guerra, ma anche di altri retaggi, spesso inconsapevoli, sempre pesanti, faticosi, persistenti.Non è un manuale di storia ma con perspicacia l'autrice parla di storie e ci ricorda molti avvenimenti dolorosi. Un'impresa assai complessa e difficile. Katia Sassoni si è avventurata in questo campo, aprendo ampie e proficue occasioni di ripensamento e di riflessione sugli ancora lunghi effetti della tragedia che ha segnato il secolo scorso"""". (Luca Alessandrini)" -
L' altro
L'idea dell'altro si può immaginare come una serie di cerchi concentrici, al centro di cui sta il soggetto, ovvero ciascuno di noi che vive le sue relazioni multiple, sincroniche e diacroniche, e che nel nostro caso è anche poeta per cui si impegna a esprimere le sue sensazioni relazionali al meglio dell'efficacia comunicativa. Ci sono le relazioni strette, quelle d'amore, di affetti familiari e parentali, di amicizia, e poi i cerchi si allargano agli incontri fortuiti, alle relazioni di lavoro e di vicinato, casuali, ma che possono evolvere in rapporti stabili, talvolta in positivo, fino all'amicizia stretta, talaltra in negativo, con astio, rancore, competizione, invidia... Al di là del rapporto reale c'è la percezione mentale dell'altro nell'ampliarsi del nostro pensiero a tutto il mondo, dove gli altri sono altri popoli, altre culture, altre tradizioni e mentalità, altri stili di vita, altre condizioni socio-economiche... A questo punto il pensare e l'ipotizzare relazioni si fa ""ideologico"""", determinato, cioè, da """"idee"""", da concetti acquisiti a cui si aderisce, per assumere forme di accettazione o di rifiuto..."" -
PerMeMilano. Come viviamo i luoghi della città: somiglianze e differenze nelle diverse culture
Come si sviluppa il territorio milanese nella rappresentazione dei suoi abitanti? Quali luoghi innescano processi di attaccamento emotivo e di identificazione, e quali generano sentimenti di insicurezza e rifiuto? Come si declinano le differenze culturali nella lettura dello spazio urbano? Queste le domande alle quali hanno cercato di rispondere collettivamente un gruppo che frequenta un corso di italiano presso l'Associazione ""La Tenda"""" nel quartiere della Bovisa e gli studenti del Laboratorio di Psicologia Ambientale dell'Università degli Studi di Milano. Il materiale da loro prodotto e qui raccolto documenta un percorso di ricerca-azione che ha visto i partecipanti impegnarsi nell'approfondire la dimensione emotiva degli spazi urbani di Milano, attraverso l'interazione con lo spazio cartografico, l'esplorazione di persona di luoghi di prossimità e la loro rappresentazione tramite disegni e fotografie."" -
Indizi dalle periferie
Questa è la prima raccolta poetica di Rossana Oriele Bacchella, che ci ricorda che la poesia può essere veicolo di valori sociali, un modo per esorcizzare e metabolizzare paure intime e collettive del nostro tempo, averne meno timore e aprirsi al mondo. -
Ceneri scarlatte
Su quest'opera, fin dalla copertina, aleggia l'immagine della fenice. Una creatura arcana, fantastica e insieme simbolica, quasi sacra. Mito o poesia? Dalle pire incandescenti dei greci ai bestiari medievali; dal martirio d'amore, tipico del mondo cortese, ad allegoria della resurrezione cristiana: passando per un ciclo infinito di morti e rinascite, si consuma la sua condanna a sopravvivere per sempre. Perché è sopravvivenza, non immortalità, il suo continuo arrovellarsi attraverso forme, temi, immagini sempre nuove e tuttavia identiche a se stesse. La fenice ""postuma"""" di """"Ceneri scarlatte"""", come la letteratura, viene dopo la fine, la sua stessa fine."" -
Una gondola rossa
Una raccolta fatta di incisioni più che di poesie. Disegnano parole intorno a umane sensazioni e ""fragili illusioni accartocciate"""" (per citare l'autrice). Un invito a vivere la vita e le sue pagine sgualcite. A non rinviare e a non creare rimpianti perché, come polvere, condiscono d'amaro il giorno."" -
Incontro labile
"Anche nell'oramai vasta letteratura migrante italiana, è rara tanta linearità di ritmo e linguaggio, ora che è possibile al di là delle mode e dei facili entusiasmi fermare riferimenti certi perfino in questo campo. La poesia di Palazzolo attraversa esperienze e luoghi, tempi e paesaggi diversi, ma pur nella complessità delle tematiche non viene mai meno alla sua essenziale sobrietà espressiva. Ricchezza sì e anche purezza della parola, unico auspicio in cui veramente vivere. Ricchezza di linguaggio e toni persistono, pur in nuovi ambiente e idioma, nell'italiano rifugio e imbroglio, futuro e sperimentazione, scelto al posto dello spagnolo natìo, dolore e tradimento, nostalgia infinita. Il discorso poetico di Palazzolo si svolge rigoroso ed etico, ma senza mai perdere accorato slancio di passione, testimone dello sfarsi di amicizie, corpi e idee. Ricchezza sì e anche purezza della parola, unico auspicio in cui veramente vivere."""" (Silvana Mongioj)" -
Un paio di scarpette rosse. Non si può morire per amore. Ediz. per la scuola
Nelle relazioni fra gli uomini virtù primaria è il perdono, che appartiene a chi ha coraggio. E le donne hanno coraggio: da vendere. E perdonano, anche le violenze più terribili. Questa è la chiave di lettura della raccolta, in cui quindici donne narrano di rapporti malati, di percosse, di stupri, di femminicidi senza odio o desiderio di vendetta. E quello che ascoltiamo è un coro compatto, senza alcuna dissonanza, dove la nota che più di frequente ricorre è la parola amore (30 ricorrenze) seguita dalla parola vita (27). All'odio che muove il carnefice si risponde con l'amore; alla morte con la vita. Le donne sanno fare questo. Le donne sono questo. Questo libro che racchiude sedici voci femminili è un grido per dire no alla violenza contro le donne. -
Piume di ghiaccio. Dell'amore e di altri accidenti
«Chi è felice vive/Rincorre i colori con il fiato del cielo/ parla parole piene e rotonde./Chi è felice non ha ricordi/chi è felice non ha passato"". Il presente è solo ciò che importa, tutto il resto rischia sempre di portare infelicità, perché ogni momento della vita presenta anche aspetti contrastanti che quando diventano ricordo, conducono dissapore e infelicità. La tecnica della poesia di Monica Buffagni si avvale molto spesso di ossimori, per lo più linguistici, ma a volte anche concettuali. In """"Io che sono neve"""" abbiamo il """"terra bruciata di neve"""", ove bruciato e neve sono agli antipodi. Lo stesso titolo della raccolta è un ossimoro logico più che linguistico. Anche l'anafora è spesso presente come necessità di rimarcare qualche oggetto, qualche aspetto della realtà. Nelle poesie dove ricorre la luna questo dato è dominante. La poesia di Monica Buffagni va letta per la sua schiettezza nel manifestare l'inappartenenza a una realtà scontata, realtà che è resa positiva attraverso uno scavo interiore che non si accontenta di quello che appare.» (Raffaele Taddeo)""