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La sfida educativa
"Ci vuole l'educazione e ci vogliono maestri capaci di insegnare. Ma è difficile avere l'una e gli altri se non c'è un patrimonio di valori e di saperi, diciamo pure una tradizione, ritenuta degna di essere tramandata"""". Il rapporto curato dal Comitato per il progetto culturale della CEI vuole sollecitare una riflessione sullo stato dell'educazione e, più in generale, sulla realtà esistenziale e socioculturale dell'uomo d'oggi, alla luce dell'antropologia e dell'esperienza cristiane. L'obiettivo è quello di promuovere una consapevolezza che possa dar luogo, nel nostro Paese, a una sorta di alleanza per l'educazione in grado di coinvolgere tutti i soggetti interessati al problema, dalla famiglia alla scuola, al mondo del lavoro, a quello dei media. Prefazione di Camillo Ruini." -
Bella e perduta. L'Italia del Risorgimento
Dal 1796 al 1870 vi è stato un tempo della nostra storia nel quale molti italiani non hanno avuto paura della libertà, l'hanno cercata e hanno dato la vita per realizzare il sogno della nazione divenuta patria. È stato il tempo del Risorgimento quando la libertà significava verità. Anzitutto sentirsi partecipi di una Italia comune, non dell'Italia dei sette Stati, ostili tra loro e strettamente sorvegliati da potenze straniere. La conquista della libertà ""italiana"""" è stata la rivendicazione dell'unità culturale, storica, ideale di un popolo per secoli interdetto e separato, l'affermazione della sua indipendenza politica, la fine delle molte subalternità alla Chiesa del potere temporale, l'ingresso nell'Europa moderna delle Costituzioni, dei diritti dell'uomo e del cittadino, del senso della giustizia e del valore dell'eguaglianza ereditati dalla rivoluzione francese. Un'Italia dolente, notturna, divisa, risvegliata alla libertà. Le armi, le parole di un popolo che scopre se stesso dopo secoli di servitù. Giovani che hanno combattuto per l'unità e l'indipendenza della nazione. Questo è stato il Risorgimento. E questo resta l'orizzonte storico insormontabile della nostra identità nazionale e del nostro Stato democratico."" -
Organizzare l'altruismo. Globalizzazione e welfare
Gli assetti economici e sociali stanno subendo metamorfosi profonde: dalla globalizzazione dei mercati e dei costumi ai rivolgimenti tecnologici, alle disuguaglianze crescenti in termini di ricchezza e potere fra persone e fra paesi. Il tessuto della convivenza civile mostra segni evidenti di lacerazione, quasi di dissolvimento, che disorientano e impauriscono i singoli e indeboliscono i legami sociali. Questi fenomeni, proprio perché incidono in profondità sui rapporti interpersonali, si riflettono nelle dinamiche della vita sociale e della vita pubblica, e sono all'origine della crisi della socialità e della stessa democrazia. Tiziano Treu e Mauro Ceruti condividono l'idea che tale scenario non sia predeterminato e incorreggibile ma sia possibile agire per sviluppare le capacità personali e il benessere collettivo: si tratta di ricercare nuovi rapporti fra stato, mercato e società, in un'economia sociale di mercato; nuovi orientamenti e nuove strutture del welfare, per adeguarlo alle attuali condizioni della vita umana; una nuova condivisane di responsabilità tra comunità sociale e istituzioni, secondo il principio di sussidiarietà. -
Storia dell'America latina contemporanea
Per America Latina si intende un concetto storico, non geografico. È quell'area del continente americano dove dal XVI secolo s'è impiantata la civiltà iberica. La gran parte di cubani e cileni, di argentini ed ecuadoregni, parla la stessa lingua e prega lo stesso Dio, ma vive ambienti totalmente difformi. Questo volume propone la storia dei diversi paesi dell'America Latina - dall'Argentina al Messico, dal Brasile a Cuba, passando per le Ande, l'Istmo centroamericano e le altre regioni - mediante l'analisi di diverse tematiche, dall'economia alla cultura, dalla politica alla religione e agli affari esteri, senza privilegiare né escludere nessun caso e abbracciando l'intera epoca compresa fra le Indipendenze di inizio Ottocento e oggi. La chiave di lettura offerta da Loris Zanatta trae spunto in forma specifica dall'intreccio di storia politica, storia religiosa e storia delle ideologie. Quell'intreccio sembra essere infatti la via più efficace per accedere alla storia latinoamencana della quale va cercato il filo comune, badando a ciò che l'unisce e a quel che la divide, a quel che ne fa una storia e non tante e diverse storie che nulla tiene insieme. Dall'organicismo coloniale al moderno populismo, dai fallimenti del liberalismo ottocentesco ai limiti di quello contemporaneo, dal caudillismo all'autoritarismo, il volume ricostruisce la storia dell'America Latina come terra di grandi trasformazioni che mostrano i numerosi tratti affini alla storia dell'Europa latina. -
L' ora d'italiano. Scuola e materie umanistiche
Quel che accade a scuola non riguarda unicamente gli studenti e i professori. La padronanza dell'italiano mette in gioco non solo l'ortografia e la sintassi ma anche la capacità di capire ciò che si legge e di articolare un discorso efficace, fino ad arrivare all'abitudine e al gusto della lettura. Forse dalla crisi in atto si possono trarre spunti per ripensare l'insegnamento e renderlo al passo con i tempi. Da uno degli esperti incaricati della revisione dei programmi scolastici, riflessioni e proposte concrete fondate su una lunga esperienza didattica. -
Leadership e potere. Hard, soft, smart power
Un leader è chi aiuta un gruppo a formulare e a raggiungere obiettivi condivisi. Talvolta il vero leader non è chi ricopre una posizione ufficiale. Ricoprire formalmente una posizione di leadership è come detenere una licenza di pesca: non garantisce che si porti a casa il pesce. La leadership è ciò che si fa, non solo ciò che si è. ""Il potere è la capacità di influenzare gli altri per ottenere i risultati desiderati; ma c'è differenza tra voler esercitare potere sugli altri e volerlo esercitare con altri. I leader del mondo contemporaneo devono saper coniugare varie abilità di soft power con le abilità machiavelliche di hard power. Potrebbe essere proprio questo il messaggio della vecchia massima di Lao Tzu: Il governante più alto è quello della cui esistenza i sudditi si accorgono appena""""."" -
Domare gli dei. Religione e democrazia in tre continenti
"Spinoza, che non era un uomo religioso, credeva che la religione andasse bene, ma solo a condizioni rigorose. La fede doveva indurre le persone a un comportamento amorevole e pacifico, non doveva mai immischiarsi nell'indagine razionale e doveva sempre sottostare al controllo dei governanti dello Stato laico. Non sono sicuro di concordare sull'ultimo punto, ma i primi due sono ineccepibili."""" Il nuovo millennio si è aperto con un ritorno aggressivo della religione sulla scena pubblica, più in Europa che altrove. Basti pensare alle forti ingerenze del Vaticano sui temi della bioetica o ai movimenti fondamentalisti arabi che hanno seguito anche nel vecchio continente, Ian Buruma, saggista e giornalista di fama internazionale, si interroga sul rapporto fra religione e democrazia e sul modo in cui le società multiculturali e i regimi politici - in Europa, in America, in Asia - sono stati condizionati, nel bene e nel male, da tensioni fra autorità laiche e religiose. Per concludere che la verità rivelata può influenzare le opinioni di un individuo, nel bene e nel male, ma non le si dovrebbe concedere alcuna autorità politica. """"Confucio, il buon vecchio saggio cinese, non aveva mai udito parlare di democrazia, ma quando il suo discepolo gli chiese come servire gli spiriti e gli dei rispose: lasciamo gli spiriti da parte, finché non conosceremo il modo migliore per servire gli uomini""""." -
Numeri per parlare. Da «quattro chiacchere» a «grazie mille»
I numeri sono fondamentali per la nostra quotidianità per tanti e diversi motivi: contare, dare prezzi alle cose, misurare quantità e grandezze; organizzare il tempo in minuti, ore, anni, secoli; esprimere valutazioni nelle interrogazioni scolastiche o negli esami universitari; dare un ordine riconoscibile in caso di code. Insomma, viviamo in un mondo di numeri, che usiamo in modi e con finalità diverse. Ma oltre a un modo preciso per descrivere una quantità, o a fare calcoli in aritmetica o previsioni e bilanci in economia, i numeri servono anche ad altro, a indicare una quantità indeterminata o approssimata. Eppure, a dispetto di questa imprecisione, riusciamo a capirci, e, in certi casi, è proprio quell'imprecisione che serve per trasmettere altri significati, sfumature, o usi particolari. Non a caso, quando ""tuo marito dice che arriva tra 'due minuti'"""" tu capisci perfettamente che dovrai aspettarlo anche dieci, forse quindici minuti. Così come capiamo che quando Manzoni ha scritto """"i miei 25 lettori"""" non pensava proprio a venticinque ma a molti, molti di più. E non battiamo ciglio, quando qualcuno in maniera paradossale ci dice: """"sono d'accordo al mille per cento"""" per sottolineare la propria adesione assoluta, esagerata. In due parole: Carla Bazzanella indaga su numerosi esempi di parole e di usi linguistici con i numerali da zero a un miliardo nelle conversazioni tra amici, nei proverbi, nella pubblicità e nelle varie forme discorsive."" -
Democrazie senza democrazia
Oggi viviamo più che mai in un'era di sacralizzazione della democrazia. Ma, mentre celebra i suoi trionfi, la democrazia è soggetta a così forti motivi di deterioramento da indurre a domandarsi se, sotto l'apparenza, non si celi una realtà che ne contraddice i principi e i presupposti istituzionali e sociali. Fatto è che le istituzioni degli Stati nazionali e la tradizionale divisione dei poteri non sono più in grado, come mostrato dagli eventi che hanno provocato la grande crisi economica del 2008, di regolare e controllare le decisioni dei centri di potere ""irresponsabili"""" che presiedono alla produzione e all'allocazione delle risorse materiali, influiscono in maniera determinante sulla politica degli Stati, plasmano l'opinione pubblica, condizionano pesantemente i processi elettorali. Dopo aver indicato i tratti costitutivi delle varie forme di democrazia, l'autore si sofferma in particolare su tre tipi di regimi: il regime liberale non democratico, il regime liberaldemocratico fondato sui partiti di massa e radicato negli Stati dotati di piena sovranità sul loro territorio e a """"economia nazionale"""", il regime liberaldemocratico nell'era dell'economia globalizzata, dell'indebolimento dei partiti, dell'avvento del cittadino """"video-dipendente"""", dello svuotamento progressivo della sovranità degli Stati."" -
Forza senza legittimità. Il vicolo cieco dei partiti
Che cosa è un partito e a cosa serve, oggi? In tutto l'Occidente soffiano venti di protesta e disaffezione nei suoi confronti. ""Il cahiers de doléances"""" è molto lungo. I partiti non interpretano più le opinioni dei cittadini, pensano solo ai loro interessi, sono corrotti inefficienti e incapaci, sono ferri vecchi ereditati da un passato lontano, morto e sepolto, creano solo disordine e divisione. Non sono accuse nuove. Risuonano più o meno dalla loro nascita. I partiti hanno sempre creato una sorta di ansia sociale. Perché dividevano il corpo sociale, creavano passioni spesso incontenibili e portavano a conflitti rovinosi. Insomma, i partiti erano e sono tuttora considerati all'origine di tutti i mali. Eppure non c'è scampo: senza partiti non c'è democrazia. Se vogliamo un sistema pluralista e democratico dobbiamo """"tenerci"""" dei partiti. Questo libro sostiene che i partiti non solo rimangono strumenti ineludibili per l'organizzazione del consenso e la scelta dei rappresentanti, ma sono oggi più """"forti"""" di un tempo. Sono in ritirata sul territorio dove hanno perso quasi ovunque iscritti e chiuso sedi; al contempo, però, hanno accentrato e verticalizzato le loro risorse nelle strutture centrali nazionali e nelle assemblee rappresentative. Oggi dispongono, nei quartieri generali e nei gruppi parlamentari e consiliari, di una quantità di personale, strutture e finanziamenti molto superiore al passato..."" -
Il Tai e l'arte di girovagare in motocicletta. Friuli on the road
"Il Friuli è una terra di grandi contraddizioni, beve vino rigorosamente Doc ma mangia da McDonald's, esporta in Russia e Giappone ma parla spesso friulano - al punto da avere la propria Vichipedie furlane -, è un continuo alternarsi di tormento ed estasi: l'idillio di piccoli borghi contadini e la tragedia di una campagna ormai industrializzata con la monocoltura a tappeto del mais e della vite; paesaggi degni del Tiepolo e cementificazione crescente. Perché il Friuli contadino e folcloristico non esiste più. O, meglio, esiste ma molto ridimensionato"""". Con la moto di Flavio Santi, alla scoperta dei più bei tramonti d'Italia, di una terra ex poverissima, del tai come unità di misura della vita, della mitologia del """"bon e onest lavoradór"""" di fronte alla modernità più spietata: una saudade in salsa cren, una scanzonata malinconia." -
La rivolta. Bronte 1860
"Triste missione per noi venuti a combattere per la libertà!"""". Parla Nino Bixio, il più intransigente comandante di Garibaldi. Ha appena assistito all'esecuzione dei cinque uomini considerati colpevoli dell'efferata rivolta di Bronte: nei primi giorni dell'agosto 1860, migliaia di contadini, bande di uomini e di donne, avevano saccheggiato, distrutto, rubato. In mezzo al fumo degli incendi, i proprietari terrieri e i loro funzionari trascinati fuori dalle loro case, torturati, uccisi, gettati nel fuoco. Bixio proclama lo stato d'assedio e ordina un generale disarmo. Il suo compito è di fare in modo che i processi a carico degli insorti comincino velocemente, ricorrendo ai decreti che consentivano ai tribunali militari di applicare procedure sommarie per reati contro l'ordine pubblico. Alla rivolta feroce si risponde con una repressione brutale. Ma Garibaldi non era un liberatore? Allora, perché i plotoni di esecuzione? Perché sono proprio i garibaldini a opporsi alle speranze contadine di ottenere terra e migliore qualità di vita? La rivolta di Bronte dura non più di sei giorni ma la sua fama è sopravvissuta a lungo. Le è stato attribuito un grande valore simbolico. Eppure ancora non la si conosce veramente. """"Se consideriamo quanto profondamente Bronte sia collegata ai miti e ai contromiti di Giuseppe Garibaldi e dell'ammiraglio Nelson, al Risorgimento italiano, alla questione meridionale e all'Impero britannico, stupisce che la sua storia non sia stata oggetto di analisi più approfondite.""""" -
Rabbini
Che ruolo hanno i rabbini nella vita istituzionale delle odierne comunità ebraiche? E che funzioni hanno ricoperto nel passato, nella diaspora europea, e ancora più indietro nel tempo all'epoca del Tempio di Gerusalemme? Chi li nomina? Quali funzioni vengono loro attribuite dalle comunità ebraiche? Per rispondere a queste domande, che già si poneva in modo esplicito e provocatorio Napoleone nel 1806 e che ritornano con una certa frequenza ancora oggi, Gadi Luzzatto Voghera disegna le caratteristiche di una classe di dotti che nei secoli ha saputo sintetizzare competenze giuridiche, pensiero filosofico, sapere scientifico, inventiva letteraria, ricerca storica, per approdare, in epoca di emancipazione, a occuparsi con maggior continuità di culto, educazione, rappresentanza e custodia della tradizione. Questioni complesse che ritornano spesso e che presuppongono l'idea non proponibile di una storia omogenea e immobile della civiltà ebraica, ma piuttosto la necessità di comprendere a fondo le dinamiche che hanno portato alla nascita e poi alle successive trasformazioni del rabbinato, attraverso un percorso storico affascinante eppure non lineare, imprescindibile secondo Luzzatto Voghera per capire la millenaria vicenda della storia ebraica e di una delle grandi religioni monoteiste. -
Se fossi fuoco, arderei Firenze
"Si sorprende di scorgere la punta di un timpano di Santa Croce che si conficca nel cielo nero, abbassa gli occhi come a riparare lo sguardo nella pace di un lembo di piazza e intanto pensa che davvero Firenze è infinita, e si potrebbe andare avanti e girarla in lungo e in largo per giorni, con la certezza che di Sante Croci ce ne sono almeno cento (e di punti da cui sbirciarla, mille) e chissà quante vie dei Pepi ancora da scoprire, una babele di marmo e torri dalla testa mozza."""" E dopo Santa Croce c'è San Miniato, il Cimitero degli Inglesi e il Forte Belvedere, borgo Pinti, piazza del Carmine, Santa Maria Novella, il centro e l'Oltrarno, la periferia e i giardini ermetici. È fra questi luoghi che si snoda la vita di tanti personaggi. Ognuno, a modo suo, vive Firenze: città elegante, raffinata, ma anche un po' punk e new wave, città di antichi nobili e nobildonne, città d'arte e città-vetrina. In queste pagine, si accavallano storie, episodi, aneddoti su chi vuole andarsene e chi ha deciso di rimanere a Firenze, su chi prova a smuoverne le acque e chi si accontenta di galleggiare. Fra studenti, artisti veri o presunti, delinquenti e signori, stranieri e fiorentini doc, Vanni Santoni scrive una guida-romanzo di una delle città più belle d'Italia." -
Cosa resta dell'Occidente
"La tentazione di parlare di post-Occidente è forte, ma in questo saggio lo eviteremo. Non possiamo infatti congedarci dall'Occidente perché lo portiamo dentro di noi, anche nelle narrazioni del suo tramonto o declino che da oltre cent'anni alimentano una redditizia letteratura. Dobbiamo piuttosto capire che cosa è diventata per noi quella che chiamavano """"l'essenza dell'Occidente"""" identificata nella razionalità. Che cosa rimane di questa razionalità? Forse che la crisi del sistema economico-finanziario occidentale e globale in corso, che produce mutazioni culturali e politiche ancora incalcolabili nelle loro conseguenze e falsifica la sua (presunta) razionalità economica, coinvolge il concetto stesso di razionalità occidentale? Che ne è della sua pretesa di rappresentare un modello universale per tutte le culture? Dobbiamo chiederci se razionalità, razionalismo, razionalizzazione sono concetti che ancora qualificano quello che nel linguaggio tradizionale era il fondamento dell'Occidente"""". A partire da questi interrogativi Gian Enrico Rusconi affronta problemi e autori che hanno ragionato e ragionano sul sistema dei valori occidentali. Tematiche che riguardano non soltanto l'idea di democrazia e di secolarismo, la dimensione storica, la modernizzazione e il confronto delle civiltà ma anche l'analisi della guerra e il rapporto uomo-natura a confronto con le nuove tecnologie." -
Vaghezza. Confini, cumuli e paradossi
Il libro è diviso in quattro capitoli. Nel primo capitolo sono illustrati il fenomeno della vaghezza e i suoi rompicapo e sono formulate quattro domande centrali per capire la natura e la logica della vaghezza. Le risposte che le teorie della vaghezza danno a queste quattro domande consentono di esprimere un giudizio sulla loro adeguatezza. Nel capitoli successivi vengono esaminate in maniera essenziale le teorie della vaghezza più importanti in base a una griglia concettuale che consente di suddividerle in tre grandi famiglie. La griglia elaborata è un utile strumento per individuare le comunanze e le differenze tra le teorie in modo da avere una visione sinottica del dibattito sulla vaghezza. -
Elogio del moralismo
Contro malaffare e illegalità servono regole severe e istituzioni decise ad applicarle. Ma serve soprattutto una diffusa e costante intransigenza morale, un'azione convinta di cittadini che non abbiano il timore d'essere definiti moralisti, che ricordino in ogni momento che la vita pubblica esige rigore e correttezza. -
Settembre musica 1978-1997
In occasione dei vent'anni di una delle più fortunate rassegne annuali internazionali di musica esce questo volume che, in sostanza diventa la storia di due decenni di musica, ma anche un dizionario del ""chi è"""" del concertismo internazionale. Tutti i singoli programmi sono infatti stati raccolti insieme e arricchiti da saggi, interviste, dialoghi con i protagonisti: artisti, esperti, organizzatori e responsabili politici."" -
Il museo Poldi Pezzoli a Milano. Guida per i visitatori
Il Museo, che raccoglie le opere d'arte donate dal collezionista Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879) ""per uso e beneficio pubblico"""", è una delle più rilevanti istituzioni artistiche italiane. Questa guida fornisce tutte le notizie essenziali sul museo e sulle opere ed ha il pregio di accompagnare il visitatore in un percorso ragionato, non soltanto da una sala all'altra, ma da un nucleo di oggetti a un altro, alla riscoperta di quelle che furono le passioni artistiche di Gian Giacomo Poldi Pezzoli."" -
Milan city of museum, museum of the city
Tutte le raccolte d'arte e le collezioni scientifiche della città raccolte in un'unica guida: il Museo Archeologico, i Musei del Castello Sforzesco, la Galleria d'Arte Moderna, il Padiglione d'Arte Contemporanea, il Museo studio Francesco Messina, la Casa museo Boschi Di Stefano, il Palazzo Reale, la Rotonda di via Besana, il Palazzo della Ragione, il Museo di Milano, il Museo del Risorgimento, il Museo Navale, l'Acquario e la Stazione Idrobiologica, il Museo di Storia Naturale, il Planetario. Sintetiche schede, accompagnate da mappe e fotografie, descrivono un impressionante patrimonio culturale, il proliferare di una rete capillare di strutture museali che accompagnano la crescita della città e la polivalenza funzionale delle sue strutture.