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Il mago di Oz
Folgorato fin da bambino dalla visione del film ""Il mago di Oz"""" del 1939, tratto dal romanzo di L. Frank Baum, Salman Rushdie analizza sequenza per sequenza la pellicola di Victor Fleming, facendo emergere allegorie e dettagli di una storia in cui «l'inadeguatezza degli adulti» porta i giovanissimi protagonisti a «crescere da soli». Nella seconda parte del volume, il grande scrittore indiano si cimenta inoltre in un breve racconto ispirato alle scarpette rosse di Dorothy, un chiaro omaggio a una storia come quella del Mago di Oz che ha rappresentato per Rushdie la sua prima influenza letteraria."" -
Alla ricerca della felicità. La commedia hollywoodiana del rimatrimonio
Gli anni tra il 1934 e il 1949 sono un periodo chiave per comprendere l'epoca d'oro del cinema hollywoodiano, gli anni Cinquanta. Partendo da sette film (Lady Eva, Accadde una notte, Susanna, Scandalo a Filadelfia, La signora del venerdì, La costola di Adamo, L’orribile verità), Stanley Cavell ci conduce a un’analisi che va oltre il mero studio degli elementi cinematografici, spingendosi fino all’osservazione sociologica e alla speculazione filosofica, per costruire un audace ritratto del rapporto tra America e cinema. Postfazione di Giacomo Manzoli. -
L'attore e il volto. Scritti su cinema e teatro
Il volume raccoglie una selezione di saggi Leif Zern, tra i più importanti critici europei. Mescolando ricordi autobiografici, recensioni a spettacoli teatrali, piccoli ritratti del mondo del cinema, analisi teoriche sull’arte attoriale, emerge una prospettiva critica in cui il «sentire» diviene la forma totale che investe sia la performance interpretativa dell’attore, che il pubblico, identificato non solo come mero fruitore passivo, ma partecipe attivo della messinscena. Da Ingmar Bergman a Lars Norén, fino ad autentici pilastri della tradizione scenica come Louis Jouvet, lo sguardo di Zern si sofferma sulla recitazione l’immedesimazione dell’attore, in un percorso dove «le emozioni non sono innate ma conquistate con un processo di appropriazione». -
Il corpo in testa. Il viaggio artistico di Animali Celesti teatro d'arte civile nelle periferie sociali del disagio e delle marginalità
«Che cos’è questo libro? Difficile catalogarlo. Verrebbe quasi da definirlo per 'via negativa', con una sequela di negazioni, nel tentativo di arrivare a una approssimazione accettabile. Non è un romanzo, non è un racconto, non è un saggio, non è un manuale, non è una testimonianza, non è un pamphlet, non è un diario intimo. Eppure è tutte queste cose assieme. E se è sorprendente questa faticosa categorizzazione, va detto che rispecchia appieno la personalità e lo stile di un artista come Alessandro Garzella». (Andrea Porcheddu) -
Effetto Magnani. Sguardi sull'attrice e sulla diva
Musa neorealista, diva e antidiva popolare, icona internazionale, Anna Magnani ha raccontato, con le sue tante 'maschere' e con l'unicità del suo stile, le trasformazioni del nostro paese, dalle macerie del dopoguerra fino agli anni Settanta. Autorialità, segni di performance, corpo, presenza politica, star persona, storia culturale sono gli ambiti in cui i complessi contorni dell'attrice sono esplorati nel costante dialogo tra intermedialità (teatro, cinema, televisione) e dimensione divistica. Il libro cattura le specificità recitative di Magnani, il modo di 'abitare', condizionare e riempire lo spazio della scena e del set, analizzando la sua figura di star e la forza della sua presenza nell'immaginario popolare. Effetto Magnani è la storia di quest'impatto potente sui linguaggi e sugli immaginari, scritta da un gruppo di studiose e studiosi italiani e stranieri che, attraverso diverse prospettive d'indagine, hanno annodato i fili della sua vicenda artistica. -
L'esperimento
Una donna, tra le pareti del suo studio di psicologia, in attesa dell’arrivo di un cliente, riflette sulla propria vita e i recenti cambiamenti che l'hanno sconvolta: il lavoro, la fine del matrimonio, la maternità mai desiderata. Lungo un racconto dal ritmo incalzante, quasi più vicino a un inesorabile flusso di coscienza che a un semplice monologo teatrale, la protagonista rielabora la propria esistenza, cercando di riannodare i fili che la legano alla realtà, in un crescendo in cui momenti fortemente drammatici si alternano a frammenti di esilarante comicità. -
Murnau
Attraverso testimonianze, ricordi di colleghi sul set e analisi tecniche dei film, Lotte Eisner ricostruisce la vita e le opere di F. W. Murnau, uno dei giganti del cinema mondiale della prima metà del Novecento. Il volume, spaziando dal minuzioso esame del lavoro creativo dell’autore di capolavori dell'espressionismo tedesco quali Nosferatu (1922) e L'ultima risata (1924), alla rievocazione della tribolata vita del regista, fino alla non sempre benevola accoglienza della critica alle sue opere, è da considerarsi un autentico classico della saggistica cinematografica. -
Teatro della miniera. Dieci anni di amore e rivolta a Ravi
Il volume delinea, attraverso gli spettacoli, il racconto dell'attività decennale della Compagnia Katzenmacher guidata da Alfonso Santagata a Gavorrano, un piccolo paese del grossetano e in particolare nella miniera di Ravi: una terra montuosa ma accogliente, ferita nel corpo e nella storia da un passato di estrazioni metallifere. Un paese di ex-minatori, teatro di scioperi titanici, che da una parte ha seppellito nel proprio ventre decine e decine di lavoratori, e dall'altra ha accolto, come una madre, emigranti da tutta Italia. La Compagnia Katzenmacher vi arriva nel 2010 e si inserisce immediatamente in quel tessuto sociale: avvia laboratori per coinvolgere gli appassionati del posto e seminari su tematiche locali. Vengono inoltre prodotti numerosi spettacoli dove la poetica e i temi portanti del lavoro di Alfonso Santagata (la tragedia e i sentimenti, il silenzio e il mistero) si sposano con il presente e il passato, la realtà e la memoria della miniera. -
Peer Gynt. Drammaturgie parallele
Peer Gynt di Ibsen (1867) è un’opera-mondo dal grandioso respiro poetico, un labirinto attraverso cui «andare e venire nel fiume della storia», una sorta di gigantesco laboratorio teatrale a cielo aperto che si può attraversare all’infinito e in forme innumerevoli. Peer Gynt, drammaturgie parallele dà conto di un avventuroso percorso a più voci intrapreso nel tentativo di immaginare una messinscena di questo capolavoro, che Luca Micheletti e Federica Fracassi hanno deciso di condividere drammaturgicamente e scenicamente. Un nutrito quaderno di materiali eterogenei: studi, appunti e copioni, ma anche un viaggio reale nei luoghi originali dove Ibsen ha immaginato le avventure del suo antieroe, diari privati, reportage, reinvenzioni letterarie; e, ancora, progetti di scene e costumi per le diverse versioni esplorate, documenti fotografici, mostre, lezioni, laboratori. Il volume presenta inoltre il copione dello spettacolo Peer Gynt Suite, prodotto dal Teatro Franco Parenti di Milano, prima testimonianza scenica delle numerose strade percorse. -
Jauría. Una fiction documentaria
Utilizzando frammenti delle trascrizioni del processo a 'La Manada' – caso giudiziario che scosse l'opinione pubblica spagnola e internazionale riguardante una violenza sessuale di gruppo compiuta da cinque uomini nei confronti di una ragazza appena diciottenne a Pamplona nel 2016 – Jordi Casanovas costruisce una drammaturgia dal ritmo incalzante. Tra dialoghi serrati e testimonianze dei protagonisti, realtà e finzione si mescolano in un quadro capace di «provocare nel lettore l’effetto asfissiante vissuto dalla vittima» e di farlo riflettere sull'amara deriva di uno scenario in cui è la «normalizzazione della violenza» il linguaggio che regola il rapporto tra uomo e donna. Jauría ha vinto nel 2020 il Premio MAX come Miglior spettacolo. -
Le memorie di Ivan Karamazov
Per la terza volta nella sua carriera, Umberto Orsini affronta l'ultimo - e probabilmente più grande – romanzo di Fëdor Dostoevskij: I fratelli Karamazov. Nel monologo scritto a quattro mani con il regista Luca Micheletti, l'attore si confronta con la complessità di Ivan Karamazov, libero pensatore che teorizza l'amoralità del mondo e spinge all'omicidio, forse consapevolmente, l'assassino del padre. Colpevole e innocente insieme, Ivan torna a parlare, come una creatura smarrita che sente di non aver esaurito il proprio compito, e cerca di chiarire un'ultima volta le esatte dinamiche dei delitti e dei castighi, in un vero e proprio thriller psicologico e morale, un inedito viaggio nell'umana coscienza, una straziata e commovente confessione a tu per tu con se stesso e con i propri fantasmi. -
I teatri di Artaud. Crudeltà, corpo-mente
La parabola artistica di Artaud (1896-1948) segna indiscutibilmente la storia e l'evoluzione del teatro del Novecento. «Attore inaffidabile e regista più ricco di idee che della capacità di realizzarle», Artaud è riuscito a incarnare nella propria persona estremi e paradossi, perpetrando un'esperienza teatrale a tutto tondo, mosso dal convincimento per cui l'arte, e il teatro in particolare, non sia mera imitazione della natura, ma un «mezzo per rifare la vita». Il volume approfondisce la visione artistica del grande autore francese, analizzandone tutte le principali declinazioni in ambito teatrale (dal rapporto con l'Oriente al particolare confronto con il teatro di Stanislavskij), e costituisce non solo un esauriente ritratto dell'artista, ma anche un fondamentale studio del teatro del Novecento. -
Immagine del disastro. Cinema, shock e tabù
Il cinema catastrofico ha un'estetica? Pare questa la domanda posta da Enzo Ungari lungo le pagine del suo ironico e del tutto antiaccademico studio sul cinema del disastro e le sue forme: tra cataclismi, rovine in fiamme, creature deformi e bestie mutanti, l’autore riesce a tracciare un filo conduttore che va da DeMille a Walt Disney, passando per Browning, Welles e Antonioni, fino a raggiungere tanti altri 'mostri' della regia del Novecento, per costruire un viaggio nel cinema per immagini (oltre 300 quelle presenti nel volume) assolutamente unico. -
Nomadi sui sentieri della creatività. Nel percorso del Teatro Intermediario
Autentico nomade del teatro, Kassim Bayatly ha saputo tramite la sua attività artistica e seminariale mettere in rapporto due mondi, quello del Medio Oriente con quello europeo, spesso distanti, ma in realtà contraddistinti da tratti comuni. In queste pagine l’artista iracheno, con il pretesto di narrare la sua storia, racconta in realtà un costante tentativo di integrazione culturale, in cui il performer assume «un ruolo intermediario, mediante le sue azioni rigeneratrici (narrazione, danza e canto) per costruire un ponte in cui si incontrano (e si compenetrano) l’immaginazione attiva, la memoria e l’immagine delle figure teatrali, per stimolare l’attenzione dell’essere-uomo-spettattore e rievocare la sua immaginazione attiva celata». -
Il cinema diversamente
Analizzando i fantasmi della quotidianità occidentale del secondo Novecento, la disillusione politica, la paura della morte, la degradazione del tempo, e rapportandoli alle 'visioni' del grande schermo, Dominique Noguez cerca di «mostrare il cinema nella sua totalità, nelle sue illuminazioni positive e negative». Le opere di Godard, Pasolini, Robbe-Grillet, Bergman, Rohmer e di tanti altri grandi cineasti vengono così esaminate lungo pagine dense di humour e di ironia postmoderna, secondo una prospettiva per la quale il cinema diviene la chiave di lettura e «l'immagine che le società occidentali danno di se stesse». -
Teoria del cinema. La redenzione della realtà fisica
Lungo le pagine di Teoria del cinema Sigfried Kracauer sviluppa un'analisi fondamentale del rapporto tra cinema e fotografia, allargando il suo spazio di riflessione non solo agli elementi tecnici propri della settima arte, ma anche ad aspetti inerenti alla sociologia e alla filosofia estetica. In questa appassionata dissertazione che tocca tutti gli snodi fondamentali della storia del cinema dai fratelli Lumière fino ai fenomeni cinematografici hollywoodiani degli anni Cinquanta, emerge la prospettiva dell'autore, secondo cui il cinema deve rimanere fedele alla realtà fisica, e dove i film siano capaci di penetrare «il mondo che abbiamo dinanzi agli occhi». Prefazione di Miriam Bratu Hansen. -
Woody Allen su Woody Allen
Incalzato dalle domande di Stig Björkman, fra i più prestigiosi critici cinematografici europei, Woody Allen ripercorre le tappe principali di una fulgida carriera registica. Un'analisi che approfondisce non soltanto il lavoro sul set e il dietro le quinte di tanti capolavori tra cui Manhattan, Io e Annie, Crimini e misfatti e Match point ma che riesce a far emergere anche altri aspetti più o meno nascosti al grande pubblico (la passione per il Jazz e per il cinema di Bergman), fondamentali per comprendere il processo creativo di Woody Allen, un artista autentico «che pretende molto da se stesso e che rifiuta di scendere a compromessi per quanto riguarda la sua arte e le sue idee». -
Fritz Lang
Regista simbolo insieme a F. W. Murnau dell'espressionismo tedesco, Fritz Lang dopo il suo capolavoro Metropolis del 1926, seppe trasporre le innovazioni e l'estetica del cinema di Weimar all'interno del gusto patinato hollywoodiano, senza tralasciare tuttavia una forte «carica di indignazione sociale» (come dimostrano i successi americani Furia del 1936, con Spencer Tracy e Sono innocente del 1937, con Henry Fonda). Attraverso testimonianze e appunti del regista, l'approfondita analisi di Lotte Eisner incentrata sulla minuziosa decostruzione di ogni film di Lang, riesce a far emergere la grandezza di un autore che ha segnato la storia del cinema della prima metà del Novecento. -
La vita è cinema. Tutti gli scritti 1926-71
In questa raccolta di scritti e articoli apparsi su numerose riviste culturali viene ricostruito l'autentico credo artistico di Jean Renoir: dalla penna del grande regista francese si delineano ricordi e spesso esilaranti schizzi, non solo riguardo a propri capolavori come La grande illusione o La regola del gioco e sul mondo cinematografico francese e internazionale, ma anche sulla sua visione politica, incentrata sull’adesione al Fronte Popolare. Ne emerge il ritratto di un autore totalmente dedito e devoto al cinema, che agisce secondo un'ottica in cui l'universo, non solo artistico, è «uno solo» e dove «nessuna delle sue componenti risulta inanimata e priva di vita, rivelandosi popolato di volti, cose, idee». -
Pensieri dal set
Autobiografia artistica e, al contempo, approfondito testo teorico, il volume ripercorre la carriera del cineasta giapponese Koreeda Hirokazu. Rievocando ricordi ed episodi inediti avvenuti durante la lavorazione dei suoi film – pagine rivelatrici non solo della sua prospettiva artistica, ma anche della visione della società nipponica, spesso tema centrale delle sue pellicole – Koreeda ricostruisce il proprio viaggio nel mondo del cinema, un percorso partito dai primi documentari e approdato a importanti successi internazionali (Father and Son, premio della giuria al Festival di Cannes del 2013).