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L'attrito della memoria. Colonialismo, guerra e decolonizzazione nel Portogallo contemporaneo
Il 25 aprile 1974 la vecchia dittatura portoghese dell’Estado Novo veniva abbattuta dai militari dei gradi intermedi, aprendo la strada a una rivoluzione che avrebbe segnato geneticamente la democrazia portoghese. Al tempo stesso, la lotta armata dei popoli colonizzati, che si protraeva dai primi anni ’60, dava avvio alle indipendenze africane e metteva fine al lungo ciclo imperiale. Questo libro riflette sulla memoria del colonialismo e della guerra coloniale nel Portogallo contemporaneo. Nella prima parte si analizzano i processi di costruzione del colonialismo come progetto politico e come immaginario operativo. Nella seconda parte, invece, si prendono in esame le amnesie selettive e i paradigmi mnemonici che storicamente hanno coperto l’evocazione della guerra coloniale. Evidenziando lo spazio di rilievo che la mitologia coloniale ha nel paese lusitano, si procede a una riflessione che individua i cambiamenti in corso all’interno di tale immaginario e le sfide che oggi si pongono di fronte ai meccanismi di decolonizzazione e di problematizzazione della storia. -
Territori in lotta. Capitalismo globale e giustizia ambientale nell'era della crisi climatica
Ondate di calore, siccità, desertificazione del suolo, aumento delle morti per inquinamento atmosferico. Queste sono solo alcune delle conseguenze della crisi ecologica e climatica a cui assistiamo quotidianamente. Questi fenomeni, tuttavia, non sono improvvisi, ma derivano da precise politiche ambientali e da modelli di gestione dei territori che sono stati perseguiti ignorando gli allarmi e le proteste delle comunità locali. Territori in lotta nasce dal desiderio di interrogare in modo più ampio le dinamiche dei conflitti territoriali per riflettere sulla relazione tra crisi eco-climatica, democrazia e capitalismo a partire dal territorio, oggetto e presupposto dei nuovi processi globali di accumulazione e, al contempo, terreno di conflitto sociale da cui osservare le forme di resistenza che si danno dentro e contro questo modello neoliberista. -
Mantenere insieme. Strategie del sistema nella Francia post-strutturalista
Scomodare il concetto di sistema oggi è affar di cattivo gusto. Dalle grandi cosmologie al potere di centralizzazione dello Stato-nazione, dalla forma partito al presunto consenso universale in ambito scientifico, peccare ancora di titanismo moderno significa mancare il reale. Eppure, la stessa esigenza di concretezza che ha individuato nel molteplice e nel discontinuo la cifra della contemporaneità condivide aspetti non secondari con quella tensione verso il tenere insieme che ha animato i momenti più alti della modernità filosofica. L’interrogazione sull’apparente rifiuto del sistema nel post-strutturalismo si complica, andando oltre la tesi, ormai consolidata, di una semplice dismissione. Dalla ricostruzione storica delle fortune del sistema emerge allora una radicale riconfigurazione dell’”io tengo insieme”, di origine greca e di fortuna tedesca. Ecco perché una questione che sembrava chiusa da tempo, quella del sistema, riemerge nel dibattito filosofico, politico e tecnologico. -
Il labour di Corbyn. Democrazia e partecipazione
Questo volume intende analizzare le ragioni dell’ascesa della sinistra guidata da Jeremy Corbyn all’interno del Labour Party e il relativo progetto di trasformazione del partito, con un focus sui tentativi di democratizzazione e sulle forme di partecipazione avanzate. La prima parte del testo va alla radice di questo inaspettato successo, discutendo i fattori esterni e interni che hanno contribuito all’esito. La seconda, invece, osserva i processi di riforma del partito e soprattutto delle modalità di coinvolgimento: dalle campagne elettorali ai nuovi strumenti digitali adottati; dalla costituzione di Momentum, la peculiare organizzazione intrapartitica dei corbyniani, ai discorsi e alle pratiche che hanno ispirato le iniziative degli attivisti della sinistra. Del resto, il rinnovamento della forma partito è un aspetto cardine del progetto Corbyn, dal momento che l’ascesa di questa sinistra affonda le sue radici nella svolta partecipativa e libertaria impressa da Tony Benn alla New Left negli anni ’70: non più una sinistra “bread and butter”, ma una forma di socialismo attenta alla partecipazione diretta e all’individuo. -
Giovani e immaginari. Rappresentazioni e pratiche
Bamboccioni o vittime di un mercato del lavoro che li sfrutta? “Generazione selfie” o “generazione Covid”? Obiettivo del volume è ricostruire le principali rappresentazioni prodotte intorno al mondo giovanile nella loro complessità e contraddittorietà. Queste costituiscono una chiave fondamentale per capire non solo le vite dei giovani nelle loro pratiche quotidiane, ma anche – in modo più ampio – il cambiamento sociale, di cui i giovani sono ormai una metafora consolidata all’interno degli studi di settore, nazionali e internazionali. Il dibattito pubblico che a diversi livelli si interseca con queste rappresentazioni, a volte alimentandole e altre volte ponendosi in diretta opposizione, fornisce una chiave di lettura trasversale che riesce a illuminare le contraddizioni della società contemporanea, mettendo in evidenza i tentativi di agency dei giovani e i meccanismi che spingono questo vulnus di matrice creativa verso spazi marginali. I dati empirici, presentati a scopo esemplificativo e per stimolare ulteriore discussione, fungono da supporto all’elaborazione di una panoramica concettuale necessaria a chiunque voglia comprendere il mondo di oggi. -
Nostalgia rurale. Antropologia visiva di un immaginario contemporaneo
L’immaginario rurale contemporaneo sembra spesso escludere le forme di accelerazione e alienazione della società moderna, come se il capitalismo e la globalizzazione non riguardassero anche i paesi. Dentro la grande cornice del neoruralismo spesso scompaiono le frizioni, le disuguaglianze sociali e di classe, le asimmetrie, i rapporti conflittuali tra umani e non umani. Lavorare sull’immaginario e sulle pratiche rurali significa invece cercare di far emergere queste frizioni, così da restituire una densità etnografica capace di scardinare il senso comune. Cosa vuol dire oggi vivere in un paese di poche centinaia di persone? Chi sono i suoi abitanti? Quali relazioni si vengono a creare tra di loro? La ricerca di Pietro Meloni muove da un piccolo centro toscano di origini medievali per portare alla luce le tensioni e le inquietudini che attraversano oggi i mondi locali di fronte al mondo globale. -
Fra due. Etica ed estetica dell'improvvisazione congiunta
La letteratura sull’improvvisazione si divide in due filoni, quello volto a definire l’improvvisazione e quello che si concentra sulle abilità necessarie per improvvisare meglio. Un terzo, cruciale aspetto di natura morale resta invece del tutto trascurato: il nostro coinvolgimento nei confronti del prossimo e l’atteggiamento con cui affrontiamo le attività cooperative. Questo libro è il primo lavoro che si concentra sull’improvvisazione da un punto di vista etico. Prendendo le mosse dal tango argentino e avvalendosi delle riflessioni filosofiche di Ludwig Wittgenstein, Davide Sparti considera infatti gli attori impegnati in forme di creatività congiunte – quali i ballerini di tango o i musicisti di jazz – come agenti morali. Cosa succede quando due persone improvvisano insieme? Cosa accade, durante l’improvvisazione, a chi improvvisa? L’aspetto etico rappresenta il piano soggiacente che la pratica dell’improvvisazione presuppone senza necessariamente rilevare, il suo punto cieco. Esaminando gli atteggiamenti assunti da chi è coinvolto in pratiche creative umane, Sparti riporta quindi la morale al suo punto di partenza: due individui esposti l’uno all’altro, indotti a confrontarsi con la necessità di riconoscere/eludere ciò che l’incontro esprime circa l’altro. -
Dispositivi estetici. Teorie e linguaggi delle forme dal Settecento all'età contemporanea
Il volume affronta alcuni temi e problemi dell’estetica legati alle pratiche e ai linguaggi delle forme espressive e comunicative. Le questioni relative alla critica e all’interpretazione dei contenuti rappresentati e dei valori espressi – o mantenuti impliciti – da immagini, manufatti e opere sono analizzate in relazione anche ai contesti intellettuali e sociali entro cui essi vengono prodotti e consumati. In prospettiva analitica e critica, vengono qui considerate alcune delle specifiche modalità che regolano la creazione e la fruizione delle forme. L’umorismo, la sorpresa, la finzione sono solo alcuni dei dispositivi estetici che il volume indaga e approfondisce, spesso risalendo in chiave storiografica al loro primo determinarsi e seguendone lo sviluppo fino alla relazione con l’attuale contesto storico e sociale, oltre che con ambiti eterogenei della cultura moderna e contemporanea. -
Il malinteso della bellezza. Per un'antropologia del corpo
Epilazioni laser, trattamenti antiage, ambiziose nail art sono una piccola parte delle tecniche del corpo che le estetiste erogano ogni giorno alla “tribù del salone di bellezza”. Fra sieri e lozioni, quello che si erge è un quartier generale di appagamento dei bisogni estetici, per cui mettere le mani addosso al corpo (pensato in pezzi illimitatamente trasformabili) significa farlo corrispondere all’identità di chi lo abita, ricondurne le fattezze a ciò che sarà chiamato a significare per gli altri e fabbricarne immaginari in cui il miglioramento non solo è senza fine, ma è una crociata contro la finitudine umana. Le habitué del beauty center si concepiscono come vite prigioniere di corpi-Tupperware, esistenze i cui limiti sono mancanze imputabili a quel “fratello siamese, né me né separabile da me”. Così, indissolubilmente legate alla pelle di cui sono fatte, professano la religione del “sentirsi bene con sé stesse”, senza avere la piena consapevolezza di cosa tutto questo significa. Prefazione di Vera Gheno. -
La via italiana alle relazioni internazionali. La lezione di Enrico Mattei
Chiunque si cimenti nello studio di Enrico Mattei finisce sempre per scontrarsi col fatto che, nonostante sia desumibile dalle sue azioni in modo estremamente chiaro, il suo pensiero manca di profondità analitica a causa dell’assenza di materiale documentale e di una sufficiente quantità di fonti. L’intuizione del presente volume è quella di far fronte a tale esigenza estrapolando il pensiero matteiano dallo studio della linea editoriale seguita dal suo quotidiano. Dopo aver recuperato, non senza fatiche, tutte le edizioni de “Il Giorno” dalla sua fondazione nel 1956 fino alla morte di Mattei nel 1962, attraverso l’analisi di un gran numero di articoli su fondamentali vicende di politica interna, estera ed economica, il team di ricercatori guidato da Luca Pinasco ha ricostruito in modo organico quello che è stato il pensiero geo-politico di maggior successo nella storia italiana. Ne è emerso un vero e proprio “libretto delle istruzioni” capace di delineare l’essenza del nostro interesse nazionale nelle relazioni internazionali. -
L'arte del non-dominio nell'era dello sfaldamento globale
Per secoli, l'umanità ha affinato l'arte di imitare la Natura per poterla dominare. Ora, con la minaccia del cambiamento climatico globale all'orizzonte, Michael Taussig si chiede quale funzione possa esercitare all'interno di questa trasformazione una facoltà mimetica nuovamente rinvigorita. Il volume non è solo una riflessione sulla nostra condizione, ma anche uno sforzo teorico che rende conto degli impulsi che hanno nutrito la nostra ambizione senza remore al dominio sulla Natura. Attraverso meditazioni immersive su Benjamin, Lawrence, Emerson, Bataille e Proust, Taussig si misura con la possibilità del collasso e con lenostre responsabilità, cercando di distoglierci dalla manipolazione della Natura e di riorientarci verso metafore e fonti di ispirazione differenti così da sviluppare una nuova posizione etica nei confronti del mondo. Il suo obiettivo è quello di disfare il senso di controllo del lettore per dar luogo a ciò che chiama ""padronanza della non-padronanza""""."" -
Guerra e rivoluzione. Elogio dei socialismi imperfetti
Il marxismo non è una disciplina accademica ma uno strumento della lotta di classe utile a trovare il modo più efficace per colpire il nemico. Perché possa tornare a svolgere tale funzione occorre, tuttavia, liberarlo da dogmi e teorie obsolete. Il lavoro di Carlo Formenti si propone di contribuire all’impresa. Nel primo volume si è descritto il tramonto della narrazione globalista, associato alla crisi di egemonia degli Stati Uniti e alla delegittimazione dell’ideologia neoliberale. Questo secondo volume celebra invece i meriti dei “socialismi imperfetti” nati dalle rivoluzioni asiatiche e latino-americane: per quanto piene di limiti e contraddizioni, tali rivoluzioni si sono rese protagoniste di una svolta strategica nella lotta antimperialista. L’autore abbozza anche un bilancio del fallimento sovietico, sottraendolo nel contempo alla damnatio memoriae da parte dell’ideologia occidentale; infine, ragiona sulla possibilità di rilanciare un progetto rivoluzionario in un Occidente devastato da decenni di guerra di classe dall’alto. -
Materie oscure. Dark matters. Sulla sorveglianza della nerezza
In ""Materie oscure. Dark matters"""" Simone Browne traccia una genealogia delle tecnologie e delle pratiche di sorveglianza contemporanee, mostrando come queste derivino da una lunga storia di discriminazioni razziali perpetuate dagli oppressori bianchi per controllare la vita e il corpo delle persone nere schiavizzate. Le fonti prese in esame sono molteplici: dal progetto della nave negriera Brookes al Panopticon di Jeremy Bentham, fino alla biometria e ai bias algoritmici delle piattaforme digitali. L’analisi che ne risulta mette in relazione gli studi sulla sorveglianza con i documenti presenti negli archivi della tratta atlantica degli schiavi, strutturandosi grazie alle voci critiche del femminismo nero, della sociologia e dei Cultural Studies. La sorveglianza è una pratica discorsiva e materiale - sostiene Browne - che reifica i margini, i confini e i corpi lungo le linee della razza. La sorveglianza della nerezza è stata e continua a essere una norma sociale e politica da contrastare."" -
La Spoon River dei braccianti
Ioan Puscasu viveva a trenta chilometri da Torino ed è morto in una serra incandescente, dove lavorava in nero senza limiti di orario e per pochi soldi. Come in un film dell’orrore, quando i padroni hanno visto il cadavere, lo hanno spogliato, lavato e rivestito per evitare sanzioni. Ioan è soltanto uno degli eroi dimenticati di un’immaginaria Antologia di Spoon River dei campi italiani. Decine di braccianti, uomini e donne, italiani e stranieri, accomunati da una morte atroce sullo sfondo del lavoro agricolo: chi bruciato vivo nei ghetti, chi ricacciato nell’emarginazione dal rifiuto della richiesta di documenti, chi vittima del razzismo istituzionale e chi ammazzato nei più violenti luoghi del Paese dove prevale ancora una mentalità mafiosa. I drammi e le ingiustizie raccontati in queste pagine non conoscono latitudine e nazionalità, perché le morti nelle campagne hanno spesso radici ben più profonde. Sono storie che rivelano in filigrana la società italiana: il razzismo diffuso, l’economia tribale di imprenditori improvvisati e onnipotenti. Sono storie che meritano di essere ricordate affinché tutto questo non si ripeta. -
La lotta per il tempo. Temporalità contestate nell'esperienza dei richiedenti asilo in Italia
Il volume esplora le sfaccettate temporalità di vita dei richiedenti asilo nel sistema di accoglienza italiano. A partire da una ricerca su diverse esperienze abitative di persone che richiedono protezione internazionale, gli autori mettono in luce le incongruenze tra tempi biografici, sociali e istituzionali nel quotidiano di tali individui. Il ritmo con cui scorre il tempo, la scansione temporale dell’attesa e i raccordi tra tempi vissuti, narrati e immaginati non sono né naturali né predeterminati. Nei prolungati iter burocratici, nonché nelle frizioni tra temporalità biografiche, aspirazioni future e tempi dell’accoglienza, i richiedenti asilo continuano tenacemente a creare uno spazio-tempo quotidiano che contrasta con la precarietà temporale ed esistenziale che spesso pervade la loro esperienza in Italia. Controllare il tempo, dentro un presente di incertezza e marginalità, rappresenta dunque la vera posta in gioco nel confronto tra persone in fuga e società ricevente. -
Inchiesta sulle reti di senso. Bruno Latour nella svolta semiotica
Alle fondamenta dell'""insolita forma di antropologia filosofica” elaborata da Bruno Latour si ritrova una prospettiva costante di indagine segnata dal confronto acceso tra scienze umane e sociali e dalla capacità di impiegare con rigore e lucida determinazione nozioni e prospettive che il senso comune considererebbe inconciliabili. Nell’avventura scientifica di uno dei maggiori intellettuali della nostra epoca, la semiotica ha giocato un ruolo decisivo che, tuttavia, ancora oggi appare poco riconosciuto, in primo luogo nell’ambito delle stesse scienze sociali. Una sorta di rimozione, tanto più sospetta se si considerano le diverse occasioni in cui Latour ha riconosciuto l’importanza dello studio della significazione nella messa a punto del proprio percorso di ricerca. Questo libro nasce dunque con l’obiettivo di colmare un vuoto accademico, non solo dimostrando la rilevanza della semiotica per Latour, ma anche evidenziando, per la prima volta, la presenza e la produttività di un movimento inverso, quello di un “Latour per la semiotica”; un’occasione di confronto e ispirazione per fare avanzare la riflessione sul modo in cui il senso si articola e si manifesta in una contemporaneità sempre più marcata dalla molteplicità delle relazioni tra attori umani e non umani."" -
È una questione di design. Il senso degli oggetti nella cultura
Il volume ragiona sulle conseguenze sociali e culturali che il design, con le sue innovazioni, non solo determina, ma impone. In questa prospettiva, il design è inteso come una modalità di relazione, fondamentalmente culturale, tra uomo e mondo che ha sempre e in ogni caso qualcosa di interessante da dire. Nel momento in cui propone nuovi oggetti e nuove pratiche d’uso, infatti, il design introduce evoluzioni, ma allo stesso tempo apre dilemmi e avvia processi di attribuzione di senso, in una dinamica complessa che ha a che fare non solo con la cultura materiale, ma anche con la sociologia, l’antropologia, le pratiche culturali e di significazione. Il ragionamento critico di Loredana La Fortuna è portato avanti attraverso gli strumenti della socio-semiotica e della prospettiva culturalista con l’obiettivo primo di rimarcare il ruolo del design nella cultura contemporanea e di individuare e suggerire quale possa essere la relazione tra design ed emancipazione sociale, design e cultura visuale, design e moda e, ancora, design e cibo. -
Con il reddito di cittadinanza. Un'etnografia critica
Il volume si propone come un’etnografia critica incentrata sulla voce dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza in un’area marginale del nostro paese. Tramite il loro vissuto, si intende comprendere e far comprendere la condizione simbolica, materiale ed esistenziale in cui quei soggetti vivono tutti i giorni, ma anche la loro esperienza rispetto ai processi di una politica pubblica tra le più discusse degli ultimi tempi. Il contesto prescelto è quello della città di Taranto, nel Mezzogiorno d’Italia, dove le criticità ambientali si intrecciano con quelle sociali, oltre che con le possibilità di costruire “una vita senza welfare”. -
Il mutamento delle subculture. Dai teddy boy alla scena trap
Dai teddy boy del Secondo dopoguerra ai punk della fine degli anni ’70, passando per rocker e modder, le sottoculture giovanili hanno affascinato generazioni di ragazzi e intimorito generazioni di adulti, quasi mai in grado di comprenderle e analizzarle fino in fondo. Questo fino alla loro scomparsa, complice la progressiva espansione della cultura hip-hop, partita dalla New York degli anni ’70 e culminata col fenomeno trap. Parlare di “sottocultura” trap, infatti, appare semanticamente errato: di sotterraneo e nascosto c’è poco o nulla, gli artisti trap svettano nelle classifiche globali e il tardo-capitalismo fagocita tutto ciò che può essere reso vendibile. Francesco Caroli prova ad analizzare il fenomeno con un approccio sociologico, cercando di indagarne le significazioni per i giovani e studiandone gli aspetti dissacranti rispetto ai valori della società tradizionale, con l’obiettivo di categorizzare il genere musicale secondo le nuove forme di aggregazione sociale. -
Il virtuale. La rivoluzione digitale e l'umano
ll saggio di Lévy è una presentazione chiara di quel che significa oggi rapportarsi alla realtà virtuale, ma soprattutto è il primo manuale di “filosofia del virtuale” che delinea i possibili universi in cui domani ci troveremo a vivere. Per Lévy, il virtuale è tutto fuorché un movimento contrario alla realtà: il mondo in cui viviamo ne è intessuto e composto. Virtuali, infatti, non sono soltanto le informazioni contenute nei nostri computer o aleggianti nella rete, ma le attività stesse con cui noi “apparecchiamo” (da secoli) il nostro rapporto con la realtà. È l’attività di cui l’uomo è capace che risulta intrinsecamente virtuale, portatrice di alternative possibili, di mondi ancora non conosciuti, di strade nuove e di ripensamenti, che fanno sì che l’Homo Sapiens non si arrenda mai a ciò che ha di fronte, ma sappia intraprendere viaggi sempre nuovi. Lungi dall’essere una scoperta recente, il virtuale è una parte importante della nostra natura, che oggi si trova estrinsecata e messa a nudo nella sua radicalità. Il saggio di Lévy intende andare oltre la scelta binaria tra “demonizzare” la rivoluzione digitale e accettarla acriticamente: il virtuale ci appartiene da sempre e, come tale, la sua natura è neutra. È il modo in cui lo attualizziamo a dover essere discusso, e Lévy ci dona tutti gli strumenti per farlo.