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Acqua nell'arte e arte dell'acqua. Fontane e nasoni di Roma
Guardando alle origini della città di Roma si può affermare che questa nasce dall'acqua e grazie a questo elemento indispensabile cresce e si sviluppa fino a diventare una metropoli senza paragoni nel mondo antico, capitale di un Impero immenso. La presenza del fiume Tevere, nel punto dove è più agevole l'attraversamento tra le anse collinari, ha motivato la scelta del luogo di fondazione della città. Lo stesso fiume garantirà il suo sviluppo economico e sarà, fino a due secoli fa, la principale fonte di di acqua potabile per i cittadini. I Romani avevano compreso il grande valore dell'acqua e soprattutto che essa era un bene inestimabile, prezioso e fonte di vita. La realizzazione degli acquedotti fu prioritaria per lo sviluppo della città e ancora oggi rappresenta la testimonianza della grandezza di Roma e del suo avanzato grado tecnologico ed ingegneristico. Infatti, solo grazie ad un loro ottimale utilizzo fu possibile la conseguente espansione urbana e lo sviluppo della civiltà, facendo diventare Roma capitale del mondo e città dell'acqua. Fin dall'antichità Roma era infatti conosciuta come Regina Aquarum e le fontane, oltre a essere luoghi di divertimento e abbellimento, rappresentavano una vera e propria mostra dell'eccezionale disponibilità d'acqua, che accresceva ancora di più la magnificenza e la potenza della città. Dionigi d'Alicarnasso scriveva nel I secolo a.C., ai tempi di Augusto: ""Mi sembra che la grandezza dell'Impero Romano si riveli mirabilmente in tre cose, gli acquedotti, le strade, le fognature"""". La storia dell'acqua trasportata attraverso le condotte ha inizio nel 312 a.C. quando, grazie a Appio Claudio Cieco, giunse a Roma alle falde dell'Aventino la prima acqua attraverso un condotto artificiale lungo più di 16 chilometri. Un vero e proprio fiume di acqua arrivava a Roma in Età Imperiale con i suoi 11 acquedotti la cui gestione era allora nelle mani dei """"curatores aquarum"""". Ancora oggi Roma è ricca di fontane e fontanelle. Alcune sono semplici vaschette, altre sono grandi fontane. Questi magnifici monumenti, costruiti nel corso dei secoli, celebrano il trionfo dell'acqua. In tutta la città se ne contano più di 1.500. La maggior parte si trova nel centro storico, alcune fontane sono nascoste nei cortili dei palazzi e nei giardini delle ville. Roma è famosa anche per i suoi """"Nasoni"""", le caratteristiche fontanelle in ghisa, oltre 2.500 diffuse in tutta la città. Una mostra quindi per celebrare Roma attraverso il più nobile dei quattro elementi ma nello stesso tempo per rendere note ad un vasto pubblico le molteplici iniziative di Acea per la gestione del sistema idrico."" -
Giancarlo Limoni. La memoria della neve
"Giancarlo Limoni, La memoria della neve"""" è la mostra che inaugura la nuova sede di ARATRO, Galleria Gino Marotta-Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell'Università degli Studi del Molise, a Campobasso, che riapre, dopo la pandemia, in un grande spazio espositivo. L'antologica, curata da Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, ripercorre alcuni tratti salienti degli ultimi venticinque anni di lavoro di Giancarlo Limoni (Roma, 1947), protagonista della Nuova Scuola Romana degli anni Ottanta e della pittura italiana contemporanea. La memoria della neve raccoglie opere di grandissimo formato, con un nucleo speciale dedicato alla serie dei Quadri bianchi, dove il pittore lega le sue immagini del giardino alle aperture verso il paesaggio, in una combinazione generata dal bianco di una neve irreale e da un'armonia di colori velati e vibranti, germinazioni di piante e di fiori che crescono e premono sotto la coltre lattescente. Giancarlo Limoni, tuttavia, partendo dalla sua ricerca personale e poetica, ha dato vita a quadri segnati anche da una visione innovativa e profetica del nostro presente e di quello che potrebbe essere il nostro futuro, minacciato dalla catastrofe ecologica che grava su terre dove non nevica più, dove i ghiacciai si sciolgono e dove l'acqua scaturita dalle nevi sembra sempre più rara e preziosa. Il catalogo comprende i testi del Rettore dell'Università degli Studi del Molise Luca Brunese; della Delegata al Polo Museale di Ateneo Paola Fortini; di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio (direttore e curatore di ARATRO) e di Fabio Sargentini, il grande gallerista de L'Attico di Roma che collabora con Limoni da quasi quarant'anni. Il volume contiene anche cinque poesie di Roberto Deidier e Sonia Gentili, docenti ordinari di letteratura italiana alle Università di Palermo e Roma Sapienza, che hanno fatto dialogare i loro versi con la pittura di Giancarlo Limoni." -
Colonna Traiana. Atlante fotografico-Trajan's column. A photographic atlas. Ediz. illustrata
La Colonna Traiana, inaugurata il 12 maggio del 113 d.C. allo scopo di celebrare le campagne militari di Traiano in Dacia (101-106), per la complessità delle scene e lo straordinario valore artistico dei bassorilievi che raccontano quegli avvenimenti lungo un fregio spiraliforme di circa 200 metri, rappresenta uno dei monumenti più significativi dell'arte di età romana imperiale, oltre a costituire, da secoli, un ""segno"""" iconico, in grado di polarizzare l'attenzione dei cittadini romani e dei turisti che frequentano l'area archeologica centrale di Roma. La Colonna, anche dopo la rovina degli altri edifici del Foro traianeo, rimase intatta e la sua funzione simbolica non si è interrotta nel tempo, tanto che nel 1162 fu emanato un editto da parte del Senato Romano che ne vietava il danneggiamento, pena la morte, mentre, tra gli avvenimenti più significativi che hanno riguardato il monumento, una menzione particolare spetta a Papa Sisto V per aver fatto collocare, nel 1587, sulla sua sommità la statua in bronzo di San Pietro e costruire un muro di recinzione per proteggerne il basamento. Tra gli interventi di restauro susseguitisi nel corso dei secoli, particolarmente importante è stato quello realizzato negli anni Ottanta del secolo scorso, documentato da un meticoloso lavoro di ricognizione fotografica, confluito nei fondi fotografici dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, che, con grande merito, ne ha curato ora l'edizione in questo Atlante fotografico della Colonna Traiana. E il volume si presenta di straordinaria importanza per il Parco archeologico del Colosseo quale fondamentale strumento di lavoro per orientare le attività di tutela e valorizzazione della Colonna Traiana (di cui è responsabile), in quanto raccoglie dati particolarmente significativi sullo stato di conservazione del monumento nel corso di questi ultimi quarant'anni e rappresenta una base di confronto con le risultanze di un'ulteriore campagna di documentazione video e fotografica, realizzata dallo stesso Parco archeologico nel 2020 ed eseguita con l'ausilio di droni e Laser scanner 3D. In un'ottica più complessiva, si deve all'ICCD aver realizzato, attraverso questo Atlante fotografico, uno strumento prezioso per promuovere la conoscenza e rinnovare l'attenzione sulla Colonna Traiana, la cui fortuna resta inalterata senza soluzione di continuità sino all'età contemporanea ed è testimoniata dai numerosi monumenti celebrativi ispirati da questo straordinario capolavoro dell'arte antica."" -
I sette vizi capitali
I sette vizi capitali rappresentati da sette opere, ciascuna ben connotata e distinta per forma, colore e materiale - dall'ovale in marmo per la superbia al triangolo in ceramica per l'invidia, solo per citarne alcuni - si pongono quindi in contrasto con i ""bianchi sogni di un altro mondo"""" di Hendrik Christian Andersen che, sebbene non espressamente, ha perseguito un ideale d'arte e vita improntato alla glorificazione della virtù, come fanno bene comprendere alcuni evocativi passaggi del Diario di Olivia che ne esalta la dedizione e lo sforzo per il raggiungimento di uno scopo più alto e spirituale. Le idee di Hendrik Andersen erano condivise dall'amata cognata Olivia Cushing, sua guida spirituale, ispirata dalla lettura dei saggi di Ralph Aldo Emerson, uno dei più influenti esponenti del movimento trascendentalista americano del XIX secolo, che nei suoi primi scritti sottolineò l'importanza di una vita buona e giusta ispirata dal rispetto per gli altri e dal perseguimento di finalità etiche. Nel programma iconografico della città ideale di Hendrik Andersen, questi concetti si traducono nella ricerca dell'equilibrio delle forme e nell'armonioso dialogo fra le sculture che l'artista ha messo al centro del suo progetto urbanistico."" -
Bollettino dei Musei comunali di Roma. Nuova serie (2022). Vol. 36
Francesco Paolo Arata Note su una possibile testa di flamen dal Comitium Maria Barbara Guerrieri Borsoi Ripristinare ed esplorare. Una pianta ottocentesca del monastero della SS. Annunziata e del Tempio di Marte Ultore di Luigi Canina e i restauri del 1839-1843 Fabio Betti Gli archivi fotografici storici come sussidio per lo studio della scultura altomedievale Simonetta Tozzi Solenni e pubbliche manifestazioni di gioia. Apparati per la Chinea a Pio VI in tre disegni di Giuseppe Palazzi Maria Elisa Tittoni Fama e oblio: busti di Joseph-Benoît Suvée, direttore dell'Accademia di Francia a Villa Medici (1803-1807) Alessio Cerchi Una riscoperta al Museo Napoleonico di Roma: il Ritratto di Ippolita del Bufalo di Bernardino Nocchi Angelica Zucconi Monsignor Luigi del Gallo di Roccagiovine e il suo archivio Giulia Gorgone Monsignor Luigi del Gallo di Roccagiovine ""conservatore"""" della memoria familiare. Testimonianze al Museo Napoleonico Lucia Pirzio Biroli Stefanelli Cammei Girometti alle Esposizioni Internazionali di Firenze, Dublino e Parigi: Giuseppe o Pietro? Cristina Delvecchio Quando Cesare Pascarella si mascherava da giullare Cinzia Virno Renato Brozzi, un artista """"animalier"""" nella Galleria d'Arte Moderna di Roma Conferenze Massimo de Vico Fallani I giardini dipinti da Carlo Montani, documenti d'arte e di storia. Brevi note critiche Mostre Maurizio Ficari Roma medievale. Il volto perduto della città. Museo di Roma Roberta Perfetti, Silvia Telmon Appunti di cultura """"romanistica"""". Urbano Barberini e Antonio Muñoz Claudio Crescentini Pasolini pittore. Una mostra alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Attività degli """"Amici dei Musei di Roma"""" 2022 Organi sociali 2021-2024 Soci 2022 Musei e Monumenti di Roma Capitale."" -
Paesaggi di pietra e di verzura. Omaggio a Vincenzo Cazzato
Paesaggi di pietra e di verzura è un'avventura letteraria che riunisce in sé anime diverse (architetti, paesaggisti, archeologi, letterati, storici dell'arte, conservatori) legate da un unico filo conduttore: la profonda stima nei confronti di Vincenzo Cazzato. Nel configurare un omaggio allo studioso, il volume è divenuto un'occasione di raccoglimento di oltre 50 esperti di rango internazionale che, con i loro saggi, hanno dato forma a quella sinestesia racchiusa nel titolo stesso del libro e che ricalca i temi principali attorno ai quali ruotano le varie sezioni del volume. La pietra è l'immagine dello spessore di uno studioso che, negli ultimi 40 anni, ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico con uno sguardo particolare al Salento, regione in cui la pietra si trasforma da ostacolo in materiale da costruzione, amalgamandosi con la natura. La verzura è un rimando all'occhio sensibile di un architetto che ha saputo descrivere il valore sacrale del giardino in pagine bellissime che sono tutt'oggi un punto di riferimento nella comunità accademica internazionale. Il paesaggio, infine, è un trait d'union, un orizzonte di ricerca di grande attualità e di incontenibile fascino che mette insieme, armonicamente, pietra e verzura. -
Franco Purini. La ricerca dello spazio
"Da molto tempo ritengo che lo spazio sia di due tipi, lo spazio assoluto e lo spazio fenomenico. Il primo si identifica nel vuoto circondato da un involucro; il secondo in un certo numero di spazi contenuti in uno spazio più grande. Il primo evoca il sublime, nel suo risultare da un'iconica unità tettonica; il secondo allude al pittoresco, vale a dire a un contraddittorio ma positivo disordine ordinato."""" (Franco Purini)" -
Roma Design Experience 2023. Ediz. illustrata
ISIA Roma Design, Istituto Statale di Alta Formazione del MUR (Ministero dell'Università e della Ricerca), fondato a Roma da Giulio Carlo Argan nel 1973, nasce dalla necessità di formare professionisti nel solco della grande tradizione europea, intellettuale e pedagogica, esemplificata nel Bauhaus e nella Hochschule für Gestaltung di Ulm, da cui eredita e sviluppa un impianto metodologico di eccellenza innestato sulla grande tradizione italiana di creatività e innovazione del prodotto; unica università europea a ricevere due Compassi d'Oro e nove Targhe Giovani ADI, una Medaglia e una Targa del Presidente della Repubblica, un francobollo delle Poste Italiane, insieme a numerosi altri premi di grande prestigio nazionale e internazionale. ISIA Roma individua nella progettazione il momento essenziale della dialettica e dell'interazione fra individuo e società, domanda e sostenibilità, espressione e riflessione, intendendo il Design quale configurazione d'eccellenza di ogni genere di produzione strumentale e d'ingegno. Forte di una attività quasi cinquantennale, strutturalmente fondata su ricerca e sperimentazione, può contare oggi su un patrimonio culturale e un'esperienza scientifica e didattica pressoché unica in Italia, in grado di fornire allo studente i mezzi adeguati per individuare i profondi cambiamenti socioeconomici e tecnologici in essere e tradurli in atti di creazione, qualificando il designer sia come portatore di rinnovata cultura materiale, sia come interprete dell'immaterialità della nostra epoca. -
L'enigma della corona. Carlo III di Borbone e i diamanti Farnese
Una Regina-madre ambiziosa. Un Re-figlio illuminato. Una Corona di straordinario valore. Una misteriosa sparizione durante la fuga di Ferdinando IV a Palermo. Il ruolo di Horatio Nelson ed Emma Hamilton. Un famoso gioiello può nascondere un insospettabile giallo. Una storia vera che supera ogni fantasia. In più, un viaggio fra Tesori Reali all'indomani dell'incoronazione di un altro Re Carlo III. -
Abitare la terra-Dwelling on earth. Quaderni. Supplemento alla Rivista di geoarchitettura. Vol. 9
Supplemento al n. 59 della Rivista Abitare la Terra diretta da Paolo Portoghesi. -
Il pensiero filosofico nell'epoca di Internet. La cultura umanistica al tempo della globalizzazione
Il rapporto tra l'epoca della globalizzazione e l'umanesimo europeo. Dall'umanesimo greco alle sfide più radicali della filosofia contemporanea. Da una parte Delfi, le Guerre persiane, Alessandro Magno, la filosofia greca, il pensiero moderno e contemporaneo; dall'altra un mondo globale in cui a dominare sono il mercato e lo sviluppo tecnologico, in cui il progresso viaggia veloce come la luce. Al centro di questo libro vi è, dunque, una sfida alle esigenze culturali dell'attualità, ossia una inclinazione, per usare il linguaggio del giovane Nietzsche, verso ciò che è ""inattuale"""": la parola umanesimo possiede, al giorno d'oggi, ancora un senso? Un significato profondo, autentico, reale? Al di là, dunque, della frettolosa consultazione di internet o delle reminiscenze scolastiche di cui tutti siamo in possesso. La risposta che tentiamo è affermativa. Ma ad una condizione: perché continui ad essere progetto per una società e un mondo futuri, bisogna che gli uomini tornino ad essere soggetti culturali attivi. Solo così la cultura umanistica potrà tornare a rivendicare un ruolo da protagonista."" -
La Basilica dei Santi Medici di Alberobello. Il completamento della Cupola
«Da qui la riflessione su un atto che vuole essere, insieme, d'architettura e di scienza, di dialogo fra passato e futuro, di religione ed anche politico, mirato al rilancio della città pugliese, non riducibile a luogo dei soli trulli. Inoltre, come attesta già lo stesso indice dell'opera, l'approccio di studio è ineccepibile e rigoroso, avendo contemplato la valutazione delle richieste della committenza, un'indagine preliminare sulla storia urbanistica e la forma della città, sulle origini e lo sviluppo del monumento, poi un accurato rilievo, la ricerca dei documenti d'archivio, il vaglio delle diverse ipotesi di completamento, l'esecuzione di un modello materiale e lo studio delle implicazioni relative alla realtà virtuale e aumentata, l'uso della stessa realtà virtuale per la visualizzazione dei dissesti statici e quindi per lo studio del quadro fessurativo, delle conseguenti indispensabili verifiche statiche e di vulnerabilità sismica, tenendo conto delle discontinuità ed eterogeneità come condizioni proprie delle costruzioni stratificate, infine degli aspetti tecnologici e di cantierizzazione. Dai documenti d'archivio si comprende che il progetto dell'architetto ottocentesco Antonio Curri è stato più volte modificato, ad esempio nella definizione dei pilastri fra transetto e navata, trasformati in un muro continuo, oppure nelle quattro cappelle fiancheggianti la cupola, pensate anch'esse fornite di cupole minori, uguali e simmetriche ma ora diverse e incompiute. Dunque non si tratterà mai di un ritorno retrospettivo all'originaria situazione o concezione (quindi d'un ""ripristino"""") ma di un'esecuzione prolungata nel tempo, come avveniva per le antiche cattedrali del Medioevo (secondo quanto ci fa comprendere Marvin Tratchenberg nel suo Building in Time, 2010) su uno schema di progetto iniziale più o meno rispettato o reinterpretato. Come s'è detto, si può parlare di una """"esecuzione differita""""? Forse, ma con una sostanziale e positiva differenza: che non si vuol riprendere una """"tradizione"""" interrotta e morta (in tal caso non più vera tradizione ma piuttosto """"riesumazione"""", perché la tradizione, per definizione ed anche etimologicamente, è passaggio vitale di mano in mano: da padre a figlio, da maestro ad allievo ecc.) come quando si propone di progettare e costruire un'architettura sulla base di un disegno di quattro-cinque secoli or sono e come, in certo modo, si è fatto nell'Ottocento, ad esempio nel caso di Palazzo Marino a Milano, ma in un contesto culturale del tutto diverso, con uno strano passaggio di consegne direttamente da Galeazzo Alessi (XVI sec.) a Luca Beltrami (fine XIX sec.). Erano altri tempi, caratterizzati da una sensibilità storica molto differente da quella attuale. Qui si tratta di continuare la """"scrittura"""" di un testo, ormai a più voci, in piena continuità, costruttiva ma anche di memoria, psicologica e sociale, considerato il pieno consenso, accanto a quello dei cittadini, delle autorità amministrative locali.» (Giovanni Carbonara)"" -
La fanciulla nata con Roma. Il restauro della tomba 359 da Castel di Decima. Studi e restauro
Il XXIX volume della collana Interventi d'Arte sull'Arte è dedicato agli studi e al restauro della tomba 359 (VIII sec. a.C.) della necropoli di Castel di Decima e dell'intero corredo di sepoltura in essa contenuto, conservata presso il Museo Nazionale Romano, alle Terme di Diocleziano. La Fondazione Paola Droghetti onlus ha sostenuto attivamente il progetto di restauro della tomba fin dalla sua ideazione, finanziandolo con una borsa di studio annuale per giovani laureati presso la Scuola di Alta Formazione dell'Istituto Centrale per il Restauro. Questo volume è frutto di ricerche approfondite e di un lavoro di squadra dedicato e costituisce un contributo significativo per la comprensione dell'antica società pre-romana. Esso è anche accessibile a un più vasto pubblico, grazie a un linguaggio chiaro e a illustrazioni dettagliate, arricchito da una documentazione completa delle operazioni di restauro. Grazie alle competenze tecniche e alle varie sinergie che si sono unite, il corredo di sepoltura è stato sottoposto a un innovativo restauro conservativo di notevole complessità che ne ha restituito la bellezza originale conservandone l'integrità e quindi, grazie anche alla completa realizzazione di questo progetto, la tomba 359 avrà un posto d'onore nelle collezioni del Museo, permettendo a visitatori e studiosi la fruizione migliore. -
Imago Iustitiae. Capolavori attraverso i secoli
Catalogo della mostra aperta a Venezia presso il Museo Correr dal 10 Giugno al 3 Settembre 2023. Il progetto espositivo traccia un itinerario veramente 'introspettivo', dove il visitatore è accompagnato attraverso sei distinte sezioni; un percorso che attraversa il tempo, dall'antichità (straordinari i reperti archeologici), fino all'arte contemporanea (le opere di tre grandi artisti di questo nostro tempo). Il soggetto principale e assoluto è lo stesso concetto di Giustizia, nei suoi mutamenti semantici e allegorici, nonché in tanti esempi della storia, del mito, delle Sacre Scritture; tutto tradotto in opere d'arte, eloquentemente reso dagli artisti - i privilegiati interpreti sia della soggettività che del sentire comunitario - nelle diverse declinazioni legate a ciascuna epoca, sino ad oggi. Il messaggio finale, profondissimo apologo di questa esposizione, è che non c'è Giustizia senza umanità, e non c'è umanità senza Giustizia. Quell'ordine superiore, quel tendere costante alla parte migliore, quello stabilire il 'giusto' al di sopra della parti mediante un complesso processo di conoscenza e valutazione, contro le colpe e le cadute in cui fatalmente può incorrere l'uomo, da tanti e tanti secoli è per noi evocato e sollecitato soprattutto dall'immagine di una donna bellissima e coronata, reggente bilancia e spada, che tutto vede, anche se a volte bendata e che, seduta in trono, ci impone i principi fondanti del vivere civile; lei inflessibile, incorruttibile, 'giusta', donna che proprio in quanto tale è tuttavia assoluta quintessenza di umanità. -
Osvaldo Peruzzi. Splendore geometrico futurista
Osvaldo Peruzzi è stato artista non secondario del Futurismo negli anni Trenta e fino alla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti nel 1944. Personalità originale, fu protagonista dell'evoluzione aeropittorica codificata dal manifesto del 1931. Laureatosi al Politecnico di Milano, maturò in quel clima di modernità il suo linguaggio partendo da suggestioni meccanicistiche e simboliste mutuate da Bruno Munari, documentato da un gruppo di disegni sulle cartoline spedite a un collega di studi, presto evolutesi dal rapporto con i futuristi incontrati alla galleria Pesaro della capitale lombarda dove conobbe Marinetti e aderì al Futurismo. Rientrato a Livorno, dove diresse la vetreria di famiglia, partecipò alle iniziative del movimento in Italia e all'estero, tra cui le mostre sindacali, le Biennali di Venezia e le Quadriennali di Roma. Le sue tele, ricche di colori e forme vivaci, si integrano entro forme geometriche razionali, sovrapponendosi e intersecandosi, rigorosamente ispirate alla sintesi compositiva indicata nei manifesti marinettiane con stesure cromatiche nette. Nei suoi dipinti troviamo suggestioni legate al volo, ma anche alla musica, in particolare al Jazz, al cinema, alla ritrattistica, e ai paesaggi, rurali e urbani. Nel 1941 scrisse la sua dichiarazione di poetica col manifesto ""Plastica della essenza individuale"""" introdotto poi da un testo di Marinetti che commentò così il linguaggio dell'artista: """"Le forze dello spazio del mare dell'elettricità e del magnetismo terrestre hanno suggerito e guidato le ondulazioni gli spigoli e le rette delle opere di Peruzzi"""". Fatto prigioniero a Hammamet nel 1943, fu internato nel Missouri a Weingarten camp dove continuò a dipingere e riuscì anche ad allestire mostre. Liberato nel 1945, tornò a Livorno, riprese l'attività della vetreria e definì un nuovo stile pittorico che evita autocitazioni, ma è fondato ancora sulle geometrie dall'acceso cromatismo in un'ottica di """"Nuova figurazione dello splendore geometrico""""."" -
Abitare il pubblico. Un atlante dell'edilizia residenziale pubblica a Bari
Il quartiere di Japigia a Bari ha una storia affascinante che merita un'approfondita analisi. Dal punto di vista storico. Il quartiere nato negli anni '30, come nuova zona residenziale, successivamente ha subito una significativa espansione urbana grazie alla costruzione di alloggi popolari. Oggi, Japigia, si caratterizza per una notevole diversità sociale ed economica, con una popolazione che spazia dalla classe media alle fasce più deboli. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi nella riqualificazione degli alloggi esistenti e nella costruzione di nuove abitazioni a basso costo ma sono ancora presenti importanti sfide abitative da affrontare. Il libro analizza separatamente cinque settori di edilizia popolare del quartiere, di esclusiva proprietà pubblica, seguendone la successione realizzativa. Ognuna di queste aree presenta, al suo interno, tecniche costruttive, soluzioni architettoniche e tipologiche assolutamente coerenti. Lo studio parte, quindi, dalla necessità impellente di catalogare e presentare in modo sistematico la totalità degli interventi sviluppatisi nel corso del tempo nel quartiere Japigia per fornire a studiosi, ricercatori, progettisti una bussola capace prefigurare le ragioni di queste forme abitative e le loro numerose potenzialità adattative. Il tutto in ragione di un nuovo possibile orientamento delle future scelte di recupero e trasformazione di tale patrimonio in chiave urbana e architettonica. -
Guidonia dal Centro Studi alla company town. Ediz. italiana e inglese
Nei primi anni Trenta del Novecento la Regia Aeronautica avvia la realizzazione di un avveniristico Centro Studi ed Esperienze presso l'Aeroporto di Montecelio. L'intervento non si limita a rispondere alle necessità di ricerca, ma altresì a contribuire alla produzione della flotta aerea per il paese. Perciò comprende anche uno Stabilimento di Costruzioni Aeronautiche e un nuovo abitato a ridosso del centro, una company town a servizio della Regia Aeronautica. In poco tempo, nel 1934, sull'onda del successo di propaganda delle città di fondazione pontine, si decide di fare dell'abitato un'ennesima città nuova del regime, la futura Guidonia, affidandone realizzazione e gestione all'Istituto Case Popolari. Con il caotico sviluppo edilizio manifestatosi dalla fine degli anni Cinquanta si assiste al veloce snaturamento del rapporto con il compendio aeronautico e al tradimento del disegno urbano e civile della città. Negli ultimi decenni si nota però una nuova affezione dei cittadini alle qualità dell'ormai storica città di Guidonia che spinge gli autori a consegnare alle stampe una ricerca condotta nel corso di vent'anni col fine di porre in luce i valori culturali e materiali di un inestimabile patrimonio architettonico e industriale del Novecento. -
Antonio Fiore. Universo Ufagrà. Catalogo della mostra (Roma, 9-30 settembre 2023)
Catalogo della mostra aperta a Roma presso la Galleria Vittoria dal 9 al 30 settembre 2023. Antonio Fiore, nato a Segni nel 1938, è considerato dalla critica specialistica l'erede dei futuristi dell'ultima generazione. Non si considera però un epigono del movimento marinettiano, bensì un continuatore dello spirito futurista, lo stesso che gli trasmisero direttamente alcuni protagonisti dell'ultimo Futurismo con i quali ebbe rapporti intensi e fecondi. Fu infatti Sante Monachesi nel 1978 ad indirizzarlo verso la ricerca post futurista facendolo aderire al Movimento AGRÀ che aveva fondato nel 1962, battezzandolo futuristicamente UFAGRÀ (Universo Fiore AGRÀ). Conobbe anche Francesco Cangiullo, famoso poeta parolibero futurista, che gli trasmise suggestioni per i contenuti delle opere della prima stagione. Con Elica e Luce Balla, le figlie del Maestro del Futurismo, il pittore di Segni e la sua famiglia hanno vissuto una lunga, cordiale e feconda amicizia tessuta anche fra i ricordi entusiasmanti della vicenda futurista del padre. Infine, ha avuto rapporti con Mino Delle Site e Osvaldo Peruzzi, futuristi dell'ultima generazione e, soprattutto, con Enzo Benedetto, futurista anche lui che con la Dichiarazione Futurismo Oggi del 1967 sancì la continuità ideale del Futurismo. A Fiore Benedetto lasciò idealmente il testimone della continuità dell'ideale marinettiano. Tali contatti con i futuristi sono documentati per la prima volta dalle pagine inedite di memorie scritte molti anni fa dalla moglie dell'artista, Maria Pia e riportati per la prima volta nel testo di Massimo Duranti, in occasione della grande antologica di Fiore al CERP, Centro Espositivo Rocca Paolina di Perugia. La cosmopittura del pittore segnino viene in tale occasione ridefinita come un preciso linguaggio evolutivo di un'idea che esplora spazi siderei non conosciuti, dove l'artista immagina colori e forme fiammeggianti che fluttuano magmaticamente nel vuoto. Questa monografia contiene tutta la produzione di Antonio Fiore, comprese: cronologia ragionata, bibliografia e antologia critica, aggiornate al 2023. Include inoltre un apparato fotografico documentario dell'attività dell'artista dal 1978 ad oggi. -
L'area sacra di largo Argentina e la Torre del Papito. Testo inglese a fronte
L'area sacra di largo Argentina e la torre del Papito tornano a essere accessibili al pubblico dopo gli interventi di valorizzazione eseguiti dalla Sovrintendenza Capitolina. Nuovi percorsi di visita e aree espositive, allestite in spazi recuperati grazie ai recenti restauri, illustrano la bimillenaria storia del sito che si sviluppa dall'età repubblicana a quella moderna. -
62° Premio Faenza. Biennale Internazionale della ceramica d'arte contemporanea-International Biennial of Contemporary Ceramic Art. Ediz. illustrata
Catalogo della mostra aperta a Faenza presso il MIC Museo Internazionale delle Ceramiche dal 1 luglio al 29 ottobre 2023 / Catalogue of Exhibition open in Faenza at MIC Museo Internazionale delle Ceramiche from July 1st to October 29th 2023 Il Premio Faenza rappresenta per il mondo della ceramica d'arte un punto di riferimento, una storia che parte da lontano, dal 1938, per giungere fino ad oggi, ancora vitale e atteso da tutti. La sessantaduesima edizione torna ""in presenza"""" con entusiasmo ed emozione per curatori, organizzatori, ma soprattutto per gli artisti. Le loro opere raccontano di trasformazioni, ricerche, tradizioni talvolta lontanissime nello spazio e nel tempo. Son certo che anche la mostra e il catalogo di questa edizione saranno caratterizzanti per l'arte ceramica del nostro tempo e permetteranno contaminazioni artistiche, sempre fondamentali per la creatività della ceramica, anche artigianale e di design; in particolare in un momento in cui la nostra città è colpita da un evento drammatico come l'alluvione di maggio, che ha azzerato il lavoro di tanti laboratori ceramici. Il MIC è da sempre in dialogo con le attività produttive faentine e sempre le sosterrà con la stessa energia.""