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PROmemoria Bari. Il sistema delle arti: focus multidisciplinari 1970-2021
Il volume si apre invece ad un ventaglio di collaborazioni che approfondiscono altri aspetti della storia artistica barese, allargando lo sguardo sul sistema culturale cittadino tra gli anni Settanta e gli sviluppi attuali. Ben diciassette interventi si confrontano con le vicende culturali nella città, analizzandole da più punti di vista, con diversi stili e sensibilità e un taglio ora saggistico, ora più di racconto di esperienza sul campo. -
Montebelluna. Progetti per nuove centralità
Nel volume viene approfondito il tema della rigenerazione urbana attraverso lo studio di alcune aree cruciali del territorio del comune di Montebelluna. Sono in esso presentate le esperienze di indagine e di progetto che gli studenti degli insegnamenti centrali di composizione architettonica e urbana hanno sviluppato nell’ambito del corso di laurea in ingegneria edile – architettura durante l’anno accademico 2021-2022. Il tema della rigenerazione urbana si inquadra nella più generale visione di uno sviluppo sostenibile in conformità agli orientamenti più attuali. -
Ferruccio Ferrazzi. Gli arazzi delle corporazioni dal progetto al capolavoro
A conclusione dell’intervento di restauro conservativo dei sette arazzi di Ferruccio Ferrazzi, opere artistiche tra le più interessanti presenti nel palazzo sede del Ministero dello sviluppo economico ed appositamente commissionate per abbellire il Salone del Consiglio delle Corporazioni, si è ritenuto necessario curare questo volume. La vicenda che lega l’incarico commissionato a Ferrazzi, la complessa progettazione degli arazzi e le numerose opere preparatorie ci restituiscono una personalità che merita ulteriori spunti di riflessione e soprattutto una più ampia divulgazione. -
Lungo la Via Severiana. Archeologia e storia a Castel Fusano
Nel 1932 la Pineta di Castel Fusano, di proprietà dei principi Chigi, fu acquisita dal governatorato di Roma, con lo scopo di aprire al pubblico un contesto naturalistico pressoché intatto e allo stesso tempo di valorizzarne le importanti testimonianze archeologiche. Il nuovo parco fu inaugurato il 21 aprile 1933. Nello stesso anno si avviarono lo scavo e il restauro di una villa romana, tradizionalmente attribuita a Plinio Il Giovane, e di una piccola basilica paleocristiana conservata nei pressi, oltre al ripristino del lastricato dell’antica Via Litoranea, nota come Via Severiana. -
Michelangelo architetto. I disegni di Casa Buonarroti
Sebbene Michelangelo venga ricordato nella cultura popolare soprattutto per i capolavori pittorici della Sistina, egli si riteneva solamente uno scultore. Ma il Michelangelo architetto non è stato meno eccellente del pittore e dello scultore. Questa mostra offre uno sguardo antologico sul Buonarroti meno noto, eppure cosí incisivo nella storia dell'arte. Cosí come nelle altre arti, anche nell'architettura Michelangelo aveva un solo obiettivo, che lo portò ad accettare gli incarichi pubblici più impegnativi: primeggiare. Anche per questo diversi dei suoi progetti, forse proprio quelli più straordinari, tra i quali la Basilica di San Giovanni dei Fiorentini e la Libreria “secreta” della Laurenziana, non sono stati mai messi in opera. Anche le mura di Firenze rimangono tra i suoi progetti incompiuti. Quando si tratta di Michelangelo, però, nulla può essere sprecato, e oggi possiamo ammirare la fortificazione di San Miniato a Firenze, che è opera del sammarinese Giovan Battista Belluzzi, ma sulla base delle mura temporanee di Michelangelo. Il confronto tra i progetti michelangioleschi (qui esposti) e l'opera di Belluzzi non poteva quindi che portarci proprio a San Marino (essa stessa una fortezza) per realizzare questa mostra, curata da Alessandro Cecchi e che si avvale del prezioso contributo di Leo Marino Morganti. -
Le arti e gli artisti nella rete della diplomazia pontificia
Il volume definisce un arco cronologico tra due pontificati. Da Pio II Piccolomini (1458-1464), con l’affermazione dell’autorità papale nel conferire maggiore stabilità al sistema della diplomazia pontificia, coincidendo con l’avvio delle numerose sperimentazioni artistiche che avrebbero portato agli esiti più maturi del rinascimento. A valle è quello di Leone XIII (1878-1903), con la riconsiderazione del ruolo del papato sul piano internazionale a seguito del processo di unificazione nazionale italiana e la conseguente perdita della sovranità temporale, fatto che provocò ricadute rilevanti anche nel rapporto tra la chiesa e le arti. -
Palazzo Chigi in Ariccia nel contesto del complesso berniniano e dell'antico feudo chigiano
Il Palazzo Ducale di Ariccia costituisce un complesso architettonico unitario e armonico, la cui conformazione attuale è il risultato della radicale trasformazione del Vecchio Castello Savelli, promossa dai Chigi dopo l’acquisto del feudo nel 1661. La dimora è una vera “capsula del tempo” per la miracolosa conservazione dell’arredamento storico, incrementato dopo la vendita del Palazzo Chigi di Roma allo stato (1917) con ulteriori importanti arredi e manufatti d’arte. -
108 perle tra gli origami di un'esistenza
La protagonista è una donna che si trova a coniugare emozioni semplici con le logiche mentali di una razionalità costante che, inevitabilmente, la vede artefice e vittima nell’antitesi della sua crescita umana e della sua formazione professionale. Non viene identificata con un nome proprio volutamente a simboleggiare che può ben corrispondere a chiunque, piuttosto che semplicemente a qualcuna nello specifico, ma gliene viene assegnato uno, quello della musa Euterpe, quando incontra un artista di strada che, prima per gioco e poi per raggiungere un fine orientato, riesce a sovvertire le certezze che fondano la sua moralità, proiettandola in un vissuto di sofferta confusione. -
Italia nostra (2022). Vol. 512: I nostri eroi del quotidiano. Mag-dic 2022
Il premio XXI Edizione Premio Umberto Zanotti Bianco Un'edizione speciale per Desideria Pasolini dall'Onda Teresa Liguori La storia di Italia Nostra è in Zanotti Bianco, i Fondatori e lo Statuto Liliana Gissara Un'edizione molto toccante Elvezio Serena lectio magistralis In ricordo di Desideria Pasolini dall'Onda Margherita Eichberg. I premiati L'impegno di Marina Mazzei Saverio Russo L'insegnamento di mio padre, Paolo Moreno Andrea Moreno Un impegno comune Mirell a Malvasi Riflessioni sul Sud, tra terra e mare Mauro Francesco Minervino Cosa significa lavorare in un Archivio Fortunata Chindemi La mia rabbia per far riscoprire le nostre ricchezze Porzia Fidanza La tutela dei beni ambientali è un dovere Antonella Logiurato. Soci meritevoli i ""Soci meritevoli"""" 2022"" -
Industrial archaeology. Heritage and project-Archeologia industriale. Patrimonio e progetto
Il libro esplora temi relativi alla tutela e valorizzazione del patrimonio industriale attraverso la conservazione, il restauro o il riuso adattivo di edifici e siti significativi. A tale proposito, vengono analizzati diversi progetti architettonici e urbani che mirano sia al recupero della memoria storica e collettiva, sia a favorire lo sviluppo di nuovi tipi di attività sociali, culturali, ed economiche utili a migliorare la qualità della vita delle persone e la sostenibilità ambientale, oltre che ad avviare importanti processi di rigenerazione di intere aree urbane ed extraurbane, confermando cosí il ruolo strategico di questi interventi. -
Il Pastura. Un'antologia di restauri. Dalla cappella Ponziani di Santa Cecilia in Trastevere alla cappella Vitelleschi nel Duomo di Tarquinia
Nel mese di settembre 2020 veniva presentato nel Duomo di Tarquinia l’impegnativo restauro degli affreschi del Pastura nella Cappella Vitelleschi ora nel coro della chiesa. In questo volume vengono resi noti i dati degli studi e delle indagini diagnostiche relativi. Per una serie di positive circostanze l’attività di tutela della soprintendenza è riuscita in questi ultimi anni a dedicarsi a più opere del Pastura nella provincia di Viterbo. -
San Venanzio a Camerino. «Firmitas e venustas» nella ricostruzione di Luigi Poletti (1836-1875)
Questo libro tratta la vicenda costruttiva della basilica di San Venanzio a Camerino, un monumento densamente stratificato sito nell'entroterra dello Stato Pontificio: territorio ad elevata pericolosità sismica caratterizzato da continue riscritture del proprio patrimonio, e dunque scenario di un dibattito purtroppo sempre attuale sul destino dell'esistente e sul ruolo del restauro. Tra le tante riscritture che la fabbrica di San Venanzio ha subito c'è quella, decisiva per l'entità dei lavori e per l'autorità dei committenti e progettisti, successiva al terremoto del 1799 e alla scelta di ricostruirla in stile neoclassico chiamando a supporto architetti del calibro di Benedetto Piernicoli e Luigi Poletti. L'aggiunta di un portico in facciata, già presente nel progetto di Piernicoli del 1802, è una transazione tra passato e presente cui Poletti darà esito nel tentativo di rivedere la fabbrica secondo il gusto dell'epoca e al contempo conservarne il frammento ritenuto più rappresentativo della facies originaria e maggiormente collegabile con la venerazione del Santo eponimo. Secondo una modalità assai ricorrente nella revisione ottocentesca delle fabbriche medievali, dallo stesso Poletti sperimentata con successo in più occasioni, il pronao neoclassico è di fatto una sorta di diaframma monumentale dell'antico prospetto, conservato a guisa di reliquia che sembra anticipare e promettere quelle del martire conservate nella cripta. Estremi spaziali, la facciata e la cripta, tra i quali non c'è però spazio nella fabbrica per altre transazioni, posto che l'esigenza di guadagnarne principi di firmitas e venustas nuovi, dunque adeguati ai tempi, ai gusti e alle circostanze ne comportano la quasi completa ricostruzione a danno soprattutto delle aggiunte barocche, ma ad alimento, paradossalmente, di un palinsesto architettonico che il libro ripropone alla luce di nuove conoscenze e certezze sui valori del patrimonio e le sue istanze di tutela. -
L'Aquila dopo il sisma del 2009. La città e il terremoto
Nel rapporto tra città e terremoto, L’Aquila rappresenta un termine di paragone di rilievo sia rispetto alle vicende post-sismiche del secolo scorso sia verso il panorama delineato dal recente sciame sismico del centro Italia. Dalla narrazione delle circostanze legate alle ricostruzioni di Messina e Reggio Calabria, Marsica, Belíce, Friuli, Irpinia, Marche-Umbria, Molise ed Emilia, la rinascita del capoluogo abruzzese emerge come congruente alle istanze del restauro e si distingue per la marginalità di interventi di totale sostituzione o sostanziale alterazione dell’esistente -
Matilde Festa Piacentini. Opere da una collezione privata. Studi e diagnostica
La Collana «Didattica e Ricerca – Quaderni della Scuola di Conservazione e Restauro» è un'iniziativa editoriale che affronta temi specifici del settore. Il primo numero della Ricerca è dedicato alla pittrice Matilde Festa Piacentini (Roma 1890-1957), la cui vicenda, umana e professionale, fornisce un importante spunto di riflessione sulla condizione della donna artista nel secolo scorso. L'occasione è nata nel 2014, con l'arrivo al laboratorio della Scuola di Conservazione e Restauro dell'Università di Urbino Carlo Bo di un nucleo di 15 sue opere autografe, provenienti da una collezione privata. I dipinti sono stati oggetto di restauro, accompagnato e supportato da tecniche di rilievo e diagnostica per i Beni culturali. A ciò si è affiancata la sperimentazione di un sistema digitale di documentazione delle opere, per la loro conservazione. Parallelamente la ricerca storico artistica ha portato a scoprire un'artista di grande fascino e talento, vivace interprete della prima metà del Novecento, ingiustamente dimenticata dalla storia sia per ragioni politiche che, e forse principalmente, per misoginia. Il volume dà conto della biografia e dell'opera di Matilde Festa Piacentini, qui ricostruite per la prima volta da Francesca Bottacin con l'ausilio di un ricco corredo documentario e iconografico. Segue, a cura di Gaia Biondini, il catalogo dei dipinti di collezione privata, in gran parte inediti. Un significativo approfondimento viene poi dagli studi diagnostici effettuati da Paolo A.M. Triolo e dal saggio di Laura Baratin sulla documentazione digitale. -
L'inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Tteblinka
«Con gli ebrei - lo voglio dire chiaro e tondo - dobbiamo farla finita in qualche modo. (...) Io parto dall'aspettativa che loro spariscano. Devono sparire. (...) Miei signori, devo pregarvi di armarci contro considerazioni di pietà. Dobbiamo sterminare gli ebrei ovunque si trovino e ovunque sia possibile in qualche modo» Discorso del Governatore Generale Hans Frank a Cracovia Seduta del governo, 16 dicembre 1941. «Dove mi trovo? All'inferno, un inferno popolato di diavoli. Aspettiamo la morte che può arrivare in ogni momento, nel migliore dei casi fra qualche giorno. E come premio per qualche giorno di sopravvivenza dobbiamo sporcarci le mani aiutando quei banditi nel loro lavoro. No, non possiamo farlo!» Chil Rajchman, Sopravvissuto al campo della morte di Treblinka. -
Foujita. Un artista e le sue vite
Un personaggio incomparabile si aggira per le strade di Parigi, l'eccentricità dei suoi abiti e la trasgressività dei suoi comportamenti attirano immediatamente l'attenzione. Ma l'aspetto bizzarro non deve trarre in inganno. Tsuguharu Foujita (1886-1968) è uno dei più apprezzati e ricercati pittori degli anni '20. L'atteggiamento anticonformista, istrionico e seduttivo non esaurisce il carattere eclettico della sua identità, composita e singolare come la sua personalissima sintesi creativa tra Oriente e Occidente. Grinta, determinazione, tenacia, estro creativo, volontà di affermazione, studio appassionato sono la chiave del suo successo artistico che si espande dall'Europa all'America. Ma chi era davvero Foujita? Il narcisista o l'empatico, l'ascetico o l'edonista, il religioso o il laico? Questo testo, saldamente ancorato ai dati biografici, indaga le varie personalità di un artista dall'io potente, dotato di uno sguardo pittorico profondo e rivoluzionario, che di volta in volta richiama alla nostra mente la maieutica di Socrate, la filosofia orientale, le teorie psicanalitiche. Una vita in bilico tra eccessi e originalità, ma con un unico ideale: raggiungere la bellezza che sola può condurre alla verità. -
Eduard Winklhofer. Cosa oltre noi abitava questa casa. Ediz. italiana e tedesca
Con il titolo ""Cosa oltre noi abitava questa casa"""" estratto a memoria dai versi di Marina Ivanovna Cvetaeva, Eduard Winklhofer ha costruito a Cassino uno dei capitoli più efficaci della sua poetica narrazione visiva. Le opere d'arte che Winklhofer ha composto polifonicamente in uno spazio reso epico recano indizi sulle più acute urgenze che si ergono davanti al nostro pensiero. Se il frangente temporale in cui l'opera di Winklhofer si manifesta è quello delle ore più drammatiche e cariche di presagi inquietanti, sensibilmente il suo lavoro non lo elude ma lo attraversa consapevolmente, fornendo emblematiche immagini capaci di suscitare scosse contro l'indifferenza. I segni e le forme depositate da Winklhofer dischiudono uno spazio qualificato a superare ogni assenza di passione. Viene spontaneo immaginare che ciò avvenga nell'animo di Winklhofer in cui risuona indimenticato il verso di Hölderlin «...dichterisch wohnet der Mensch...» (poeticamente abita l'uomo)."" -
Roma mia bella. Te vojo bene. Poesie romanesche e...
«Ho dato alle stampe er mi' ottavo libro de poesie romanesche e so' morto soddisfatto pecche' in verità me so' liberato da un peso, scrive un libro de poesie nun è semplice, pecche' nun è un argomento sortanto, ma è 'na storia pe' ogni poesia, che ti affascina, che te da' er piacer della ricerca, ma te stanca. Quanno scrivi te ricordi dei familiari, degli amichi, degli amori che se ne so' annati, allora sei contento, ma anche addolorato, po' penzi che questa è la vita, che accussi' deve anna', e te tranquillizzi. Me vojo augura' che le poesie piacciono agli amichi, che li fa' diverti', che alla fine ponno di', ma quest'omo ando' le pija ste storie, mamma mia che fantasia.» -
L'idea incisa. La «Strage degli Innocenti» di Raffaello nella matrice di Marcantonio Raimondi dei Musei Civici di Pavia. Storia e restauro
I Musei Civici di Pavia conservano da circa due secoli la matrice in rame incisa a bulino da Marcantonio Raimondi raffigurante la Strage degli innocenti, un manufatto preziosissimo e poco noto. Si tratta di un'invenzione di Raffaello, che, nel secondo decennio del Cinquecento, aveva messo a sistema un'idea geniale già sperimentata da artisti come Albrecht Dürer e Andrea Mantegna, ovvero far incidere e così trasmettere tramite la stampa, in molteplici esemplari, le proprie ‘idee' o ‘invenzioni'. A pochi decenni di distanza, Giorgio Vasari nelle ""Vite"""" celebrava la rivoluzionaria portata di quella intuizione, portando ad esempio, tra le altre, proprio questa raffigurazione, che dovette riscuotere fin da subito un grande successo editoriale se venne addirittura diffusa in due versioni, distinte tra loro per la presenza di un alberello, detto, nel linguaggio specialistico, ‘felcetta', visibile nella lastra pavese, assente nell'altra. Le due lastre subirono numerose tirature, come testimoniano le impressioni impoverite e quasi ‘fantasma' che si conservano oggi in molte collezioni. All'inizio dell'Ottocento della matrice ‘senza felcetta' si persero le tracce, mentre l'altra entrò nella collezione del marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro nel 1820, per poi passare successivamente a far parte dei Musei Civici di Pavia. Lì rimase custodita e protetta - anche se sappiamo che il marchese ne dovette tirare qualche impressione e, a giudicare dal foro praticato in alto al centro, ipotizziamo che la lastra fu probabilmente anche esposta."" -
Zero avanti Cristo
Zero avanti Cristo. E dopo Cristo? Ecco, per passare all'attualità, nel 2019 una vita avventurosa, che si rivela sotto il segno dell'anomia e dell'incomunicabilità: uomini e donne in agitazione cercano sollievo nella bohème, sia essa festosa o più spesso penitenziale e disfattista. Amici, amanti, musica, poesia, Roma, Parigi, lavoro, infortuni, alcool, droghe, tutto, nel bene nel male, nutre un potente ma cieco desiderio di ritrovata normalità. Fatta di che cosa? Tra digiuni e orge, dolori ed ebbrezze, angosce e incantesimi, il bilancio della giornata si chiude immancabilmente in passivo. Ciò non toglie, eccezionalmente, una riserva intatta di innocenza, ridotta a quel barlume insopprimibile di dignità, che spinge verso un isolamento, dove tutto può succedere: anche lo scatto verso una religiosità feconda, evenemenziale, alla quale si addice il racconto arioso di una conversione senza infingimenti pietistici e senza forzature apologetiche. A raccontarla il movimento sotterraneo del miracolo desta l'eco più duratura nell'inviolabile silenzio di un Battistero, accorpato ad una Basilica romana, dove il battesimo ricevuto dall'artista francese imprime più marcato e solenne il sigillo dell'«ordine eterno di Dio».