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Marco Petreschi
Marco Petreschi (1944), professore ordinario di Composizione Architettonica. Nel 2001 ha fondato il primo corso di laurea in Italia in Architettura degli Interni presso la Facoltà di Architettura. Visiting professor in varie università europee, americane e asiatiche. La sua attività di ricerca teorica e applicata si esplica attraverso pubblicazioni e progetti nazionali e internazionali di importanti opere pubbliche quali il restauro e l'ampliamento della Banca Centrale di Albania e dell'Hotel Dajti a Tirana, il Polo culturale di Pomezia, l'allestimento per il Grande Giubileo a Tor Vergata e il Centro Direzionale del Ministero della Difesa, la Chiesa di San Tommaso e quella di Santa Teresa di Calcutta a Roma. Una serie dei suoi disegni sono depositati presso il Gabinetto della Grafica della Biblioteca Apostolica Vaticana, mentre alcuni dei suoi progetti sono stati acquisiti dal MAXXI. -
La coltura promiscua ad alberate. Conversazioni su un paesaggio
“Lo studio dei paesaggi rurali italiani deve affrontare anzitutto il problema della coltura promiscua ad alberate, che caratterizza una delle più belle campagne che esistano al mondo, e certamente una delle più originali e complesse” (H. Desplanques, 1959). L’antica alberata rappresenta oggi non solo un paesaggio agrario storico residuale, ma una testimonianza viva di una pratica agricola tradizionale ricca di significati e funzioni. In certe campagne ancora le alberate segnano la trama su cui si intessono le tessere a coltura specializzata, costituiscono corridoi di biodiversità e in genere di servizi eco-sistemici. Il libro propone una raccolta di brevi saggi emersi dal seminario “La coltura promiscua ad alberate” organizzato nell’ambito del dottorato di ricerca in Paesaggio e Ambiente di Sapienza, Università di Roma, che vogliono portare l’attenzione su un sistema di paesaggio tradizionale tanto circoscritto, quanto vulnerabile. I contributi raccolti nel volume propongono una lettura altamente interdisciplinare che restituisce la complessità sistemica di questo peculiare paesaggio. -
L'Illa Diagonal di Moneo e Solà-Morales. Un isolato urbano a Barcellona
L’Illa Diagonal a Barcellona, per chi conosce l’intera opera di Rafael Moneo e Manuel de Solà-Morales, è certamente frutto di una grande sinergia, esito di un’amicizia personale che, iniziata per interesse e curiosità reciproca, si è consolidata grazie ad alcune esperienze didattiche e professionali. Un’intesa che emerge chiaramente dai documenti d’archivio sul progetto, in cui vengono definite idee, trovate strategie di confronto con la proprietà o l’amministrazione pubblica, costruite occasioni di studio e lavoro nel continente europeo o in quello americano. Questo volume continua ad attribuire un ruolo primario all’edificio affacciato all’Avenida Diagonal, ma concentra la descrizione sul progetto dell’isolato, sugli spazzi collettivi, sui modi di declinarsi dell’architettura in rapporto a essi, nella convinzione che il principale interesse di questo progetto risieda nella sua dimensione urbana, nella sua capacità di gestire la trasformazione di un pezzo strategico di città. -
Gli Iblei nella casa. Sei case di Messina e Infantino in Sicilia
Il libro è dedicato alle case realizzate da Bruno Messina e Francesco Infantino nell'ambito del paesaggio ibleo della provincia di Siracusa. L'antropizzazione millenaria di questa porzione di Sicilia vive un momento di intenso sviluppo a partire dall'Ottocento quando, completata l'abolizione del latifondo, si innesca un fenomeno di capillare insediamento delle campagne a scopo agricolo. Negli ultimi decenni, in seguito al generalizzato abbandono produttivo di questi luoghi, si determina una nuova spinta insediativa in cui l'architettura della casa assume un ruolo di primo piano. All'interno di tale scenario, la ricerca progettuale dei due architetti siciliani cerca di invertire una tendenza speculativa che ha già compromesso vaste aree e importanti manufatti di questo territorio. Il loro lavoro porta alla luce e mette in pratica un modello insediativo sostenibile, attuale e, allo stesso tempo, rispettoso della tradizione. -
Territori interni. Dilatazioni e interferenze nel periurbano
Il quadro di generale declino dei territori interni del Gargano, acuito dagli effetti di processi di lunga durata (contrazione demografica e abbandono dello stock edilizio) e di visioni territoriali incapaci di cogliere i differenziali di contesto e di ri-orientare l'azione sulla base delle tendenze in atto, si dà come condizione per riflettere su nuove prospettive per questi contesti con l'obiettivo di stimolare una maggiore consapevolezza su trasformazioni mal governate, incisive sulla qualità del paesaggio e sull'assetto socio-economico, e riflettere così su scenari futuri orientati verso una diversa crescita a partire dalle risorse e dai materiali disponibili sul territorio. -
Ecologie rurali. Pratiche e forme della coesistenza
La ruralità è una condizione al tempo stesso delimitata e sconfinata, attiva e ricettiva, prodotta e produttiva, pacificata e conflittuale. Rendere esplicita la consistenza politica e ontologica del rurale, significa ridefinire i modi attraverso i quali, come architetti e urbanisti, ci confrontiamo con questa particolare dimensione operativa. Il rurale è un luogo spesso concepito come spazio da addomesticare, da proteggere, da sfruttare o da far fruttare: uno spazio subalterno. È tempo allora di politicizzare il nostro pensiero sul rurale, di decoloniarne il senso e il progetto, mettendo in discussione i tanti immaginari e approcci teorici, quasi sempre semplificanti, cioè ossificanti, attraverso cui oggi è pensato. Ciò che si cerca è una tensione cognitiva volta ad individuare e porre in relazione una complessa e spesso opaca varietà di ecologie sociali e spaziali al di fuori di qualsiasi operazione. Decolonizzare il pensiero rurale, significa farlo vibrare costantemente, dal momento che in campagna, più che altrove, il potere è ortopedico. -
Opera in quattro parti. Letture del Campus di Pesaro
Il Campus di Pesaro, forse il più didattico dei progetti di Carlo Aymonino, è qui l'oggetto di un esercizio sperimentale basato sulla scomposizione analitica dell'opera e sulla sua trasfigurazione, in un'ottica operativa, finalizzata alla realizzazione di un piccolo artefatto da esibire in una mostra. Obiettivo latente del seminario è quello di tornare a considerare il progetto (collettivo) come spazio di ricerca teorica, ma anche come grande momento formativo, dove il progettista/studioso si confronta con la logica relazionale dello spazio del e per l'apprendimento. -
Transforming public spaces
Il volume raccoglie un percorso professionale e di ricerca sul tema dello spazio pubblico. Tema di indagine sono soprattutto le piazze e i luoghi della collettività in cui l'autore, attraverso un'esperienza di sperimentazioni pluri trentennale, definisce un proprio personale approccio al progetto di Architettura. Il Municipio, la sede Universitaria, l'Aeroporto, il viale, le piazze sono interpretati progettualmente ponendo particolare attenzione al contesto, alla matericità del costruire, alla ""sostenibilità"""", ai fruitori, ai temi di indagine. I progetti che si susseguono si manifestano insieme nella loro appartenenza al contemporaneo e nel superamento dello stesso. Rifuggono alle mode. Sono, esplicitamente, Architetture Civili."" -
Archè. Architettura contemporanea e archeologia in Calabria
Giuseppe Arcidiacono raccoglie, in questo volume, scritti e progetti per la Calabria meridionale, elaborati nell'ambito dell'Ateneo reggino, quali occasioni di nuove narrazioni e di conoscenza del territorio: perché - come scriveva Corrado Alvaro - «i Calabresi vogliono essere parlati». A questo fine, Arcidiacono indaga le azioni del progetto contemporaneo rivolto a restituire alla Calabria quel posto che le spetta nel panorama nazionale e internazionale, tracciando una meta che parte anzitutto da un ritorno all'origine: un progetto culturale per una nuova Magna Grecia, capace di promuovere e rifondare studi ed azioni sui siti archeologici che ne segnano l'archè, il principio originario e l'originale essenza di luogo mediterraneo. -
Pensieri e progetti dal Rione Sanità. Nove anni di terza missione del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Napoli Federico II
Questo libro racconta il lavoro condiviso tra un folto gruppo di studenti, dottorandi e docenti del DiARC (Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi Federico II di Napoli) coordinati dall'autore, le diverse cooperative sociali che ne hanno trasformato in meno di due decenni il destino, oggi radunate sotto il manto di Fondazione di Comunità San Gennaro, e tante persone comuni di questo rione incredibile dove l'umanesimo, per non morire, si sta trasformando in umanità, come sperava un uomo mai dimenticato da questa terra: padre Rassello. Con un ricco apparato di fotografie di cantiere - ma anche di pregio come quelle scattate da due giovani architette-fotografe come Sara Arnese e Roberta Barberino - e di disegni fatti per costruire, si mostrano le diverse istallazioni, spazi urbani, interni di diversa natura, giardini e molto altro, costruiti in quasi dieci anni di lavoro esaltante, per chi vi ha preso parte. E se il lettore avrà la pazienza, come speriamo, di passeggiare dentro questi luoghi, e nel Rione Sanità in generale, scoprirà come anche queste piccole opere, qui documentate, abbiano contribuito a dare forma a quel cambiamento radicale che questa comunità ha realizzato a partire dall'adozione delle Catacombe di San Gennaro nel 2008. Sulla spinta morale di padre Giuseppe Rassello e sotto la guida visionaria e controcorrente di padre Antonio Loffredo, che ne ha colto il bandolo facendolo fruttificare in un ventennio che difficilmente le persone qui dimenticheranno, anche la forma costruita dell'architettura, dell'allestimento e del design raccontano storie di trasformazioni fisiche di luoghi piccoli e meno piccoli, ma specialmente di incontri tra persone. Esperienze intense, pur se minime, che se incoraggiate ulteriormente porteranno ancora più lontano: e allora sì che potremo affermare che ""l'umanesimo si è trasformato in umanità"""" anche grazie all'architettura pensata e realizzata dai figli di questa città."" -
Senshome. Architettura e sensibilità atipiche
Il libro presenta gli esiti di una ricerca internazionale finanziata dall’Unione Europea, sull’abitare delle persone con diagnosi di autismo, proponendo alla riflessione della progettazione architettonica un tema finora affrontato prevalentemente da altri ambiti del sapere e del progetto. Accogliendo non solo i presunti deficit ma anche le competenze e capacità di creazione di significato e narrazioni delle persone nello spettro autistico, la relazione tra architettura, autismo e neurodivergenze in generale, si rivela l’occasione per espandere punti di vista e possibilità dell’architettura più che limitarli, trascendendo convinzioni e convenzioni prevalenti. -
*giannilatino
Gianni Latino nato a Siracusa nel 1976. Progettista grafico, insegnante e autore. È uno dei nomi più affermati nel panorama del graphic design italiano. Dal 2000 si occupa di progettazione grafica per enti pubblici e privati, progettazione di libri e cura di mostre. -
Diario delle Periferie 2020 2021. G124, Renzo Piano al Senato
Missione arborea e micro-cantieri, il quartiere Crocetta a Modena, lo Zen e Medaglie d'Oro a Palermo e a Padova il quartiere Guizza. Sono questi i nuovi terreni di sperimentazione per i giovani progettisti selezionati quest'anno per lavorare al programma del G124, il gruppo di lavoro impegnato sulle periferie, creato da Renzo Piano da quando nel 2013 è stato nominato senatore a vita. Parte attiva anche quest'anno sono le Università, con il coinvolgimento degli Atenei di Bologna, Padova e Palermo, ciascuno dei quali, attraverso un bando pubblico, ha selezionato quattro neolaureati le cui borse di studio, come nelle passate esperienze del G124, sono interamente finanziate da Piano con il suo stipendio da senatore. Quest'anno i micro-cantieri andranno di pari passo con il tema della riforestazione urbana. -
Riabitare i paesi. Strategie operative per la valorizzazione e la resilienza delle aree interne
La questione delle aree interne va oggi affrontata superando la tradizionale dicotomia tra sistemi territoriali forti (urbani e metropolitani) e deboli (rurali e montani) e riconoscendo il ruolo cruciale dei territori interni nel favorire la transizione verso modelli di sviluppo capaci di stabilire relazioni riparative tra sistemi naturali e sistemi antropici. Solo in tal modo sarà possibile delineare politiche integrate mirate ad affrontare unitariamente le complesse interdipendenze che connettono aree interne e sistemi urbani all'interno di più ampi ambiti territoriali. -
Casa Rebus
L'immaginario della casa corrisponde a uno standard fortemente radicato e difficile da scalfire; se le nostre abitudini, comportamenti, attività sono in continua e vertiginosa trasformazione, le nostre case no. Casa Rebus osserva la composizione classica degli ambienti domestici e immagina nuovi scenari dell'abitare. Partendo dai limiti che ci siamo imposti nella definizione degli ambienti della casa comune, il percorso prende avvio dalle prime riflessioni sull'alloggio minimo e si muove liberamente tra suggestioni d'autore e nuove soluzioni nel tentativo di tratteggiare il profilo di una casa comune contemporanea libera da vincoli rigidi. Tra le quattro mura domestiche, gli autori propongono una serie di esercizi di scomposizione e ricomposizione spaziale, a dimostrazione delle innumerevoli e variabili configurazioni della casa che abitiamo. -
Luigi Vietti e Venezia (1946-61). Modernismi e tradizioni
Attraverso le numerose occasioni progettuali veneziane, Luigi Vietti riflette su come dare concretezza ad un possibile dialogo con le tradizioni artigianali e artistiche locali e, al contempo, su come contribuire al rinnovamento del volto della Serenissima. Nel cuore di Venezia o alle sue porte, per un incarico privato o pubblico, con una nuova costruzione o riutilizzando il patrimonio edilizio esistente, egli si confronta con il fragile tessuto della città, offrendone una personale e inedita interpretazione. -
La musica contemporanea e il suo spazio
Riferendosi ad un vuoto progettuale di almeno 50 anni (con genesi nella dialettica tra Adorno e Benjamin degli anni Trenta, fino alla musica concettuale di John Cage di metà Novecento e agli esiti ultimi di Philip Glass), Andrea Branzi riconferma in questo saggio la propria posizione di sovvertitore delle logiche concettuali e spaziali del progetto: come fenomeno ""inatteso"""", la Musica contemporanea genera nuovi prototipi urbani, compositivi, cognitivi inaspettati. L'inatteso, nello specifico, non è solo la musica come generativa di un nuovo layer urbano, ma è una terza via di pensiero sullo spazio in toto. Spazio che viene disassato dalle logiche compositive visive e oggettuali tipiche della modernità, matrice di una prassi monodirezionata, verso una dimensione più aperta, orizzontale, sensoriale: una nuova esperienza intellettuale e di immaginazione."" -
Primavallitudine. Il sentimento di città nelle borgate ufficiali di Roma
L'autore parte dall'ipotesi che, per restituire senso e, dunque, valore urbano alle metropoli, occorra ripartire da una scala diversa: dai territori. Tornare dal virtuale al reale. Dal globale al locale. Dal grande al piccolo. Riportando il discorso d'insieme ai tanti discorsi particolari che lo costituiscono è di nuovo possibile leggere il presente nei piani attraverso i quali si rappresenta: filosofico, politico, economico, culturale. Ciò che non è più rintracciabile nel quadro generale, eccessivamente complesso, impersonale, caotico e sovradeterminato, è di nuovo visibile ad una scala diversa. Nei territori della città, specialmente se ritenuti a torto marginali o periferici, l'urbanità, data per persa su scala metropolitana, torna in qualche caso ad essere reclamata e in molti casi praticata. Così come la lamentazione cieca del pensiero intellettuale contemporaneo, che accompagna impotente e in qualche caso persino compiaciuto il feretro del presente a partire dalla perdita progressiva di senso nelle metropoli, ridiventa discorso, azione politica trasformativa, pratica politica rielaborata mediando ispirazione e contenuti dalle pratiche sociali territoriali. La forza spaventosa e apparentemente incontrovertibile del modello di sviluppo neoliberista non appare, in questa prospettiva, così ineffabile. Le contraddizioni prodotte dalla globalizzazione (Sassen, 2004), aprono il campo a zone temporaneamente autonome (Bey, 1991). A dimensioni dalle quali poter ripartire prospettando possibili, embrionali, uscite dal modello. Bagliori di luce per nuovi paradigmi teorici, che tornino a prospettare un nuovo mondo possibile. -
Architettura. Saggio su storia, avanguardie e critica della ragion tecnica
Architettura è mestiere o spazio di autonomia del pensiero critico? E se è arte, come si configura il suo processo creativo e ""produttivo""""? In quella contraddizione le avanguardie storiche hanno dibattuto per affermarsi, spesso costruendo ideologie che la critica ha svelato, soprattutto quella degli anni settanta dello IUAV, poi ripresa da I. de Solà-Morales, dai gruppi americani di """"Oppositions"""" e di """"Any"""". Il saggio ripercorre le principali fasi di quel dibattito - che l'autore considera ormai esaurito - e auspica un ritorno alle origini dell'atto creativo che l'Architettura comunque rappresenta, anche in assenza di quelle """"avanguardie"""" che gli architetti hanno da sempre (avuto) nel loro DNA."" -
Architettura italiana contemporanea. 5 interviste + 1
Le interviste a 5 gruppi di progettisti – C+S Architects, ElasticoFarm, Studio MoDus Architects, UFO, Labics – operanti nel panorama dell’architettura italiana contemporanea e l’intervista a Gianni Pettena, storico esponente dell’architettura radicale, fatte da un gruppo di dottorandi di ricerca nell’ambito di un seminario dottorale, restituiscono un’interessante fotografia delle principali tendenze nel nostro paese. L’attitudine del progetto del nuovo al continuo confronto con le preesistenze storiche e ambientali, l’impegno sociale oltre il semplice professionismo, il rapporto tra ricerca progettuale e cultura materiale, tra l’architettura e le altre discipline come l’arte, l’attenzione per la scelta dei materiali e la cura del dettaglio emergono come tratti riconoscibili, costituendo occasione di riflessione su linee di ricerca, temi, linguaggi dell’architettura in Italia.