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Gino Valle e le scuole
Quattro+Una scuole sono raccontate - descritte - in questo Quaderno, tappe della storia professionale di un maestro dell'architettura, realizzazioni/testimonianza di una visione legata alla qualità dell'abitare per bambini e insegnanti, attente ai luoghi in cui sono inserite. Sono scuole costruite in un lasso di tempo ampio, molto distanti tra loro in dimensione e localizzazione, che disegnano un ""processo continuo"""" non lineare e tutto personale così come per le altre architetture da lui costruite. Le diverse opere - l'asilo a Fielis, la scuola elementare a Sutrio, la scuola per bambini dai sei ai tredici anni a Berlino, il nido e la scuola dell'infanzia a San Pietro in Casale, più le trentatré scuole elementari e medie Valdadige - vengono messe a confronto, di volta in volta, con le posizioni verso l'architettura di Gino Valle, con approcci pedagogici, con aspetti normativi. Questo Quaderno di appunti non esaurisce la storia di queste architetture scolastiche, cerca piuttosto di far emergere l'attenzione che, da parte dell'architetto, è stata rivolta al tema per trattarlo come materiale utile per successivi progetti."" -
Cinque progetti pandemici. Punto, linea, superficie, sequenza, spazio
Cercando di sviscerare paradossalmente le caratteristiche proprie del meme e della sua disciplina, la memetica, Alvar Aaltissimo presenta cinque progetti del 2020 che hanno affrontato i temi pandemici, rivelandone genesi e riferimenti. Tale lettura fatta a posteriori, reinterpreta la triade ""Punto linea e superficie"""" di Kandinsky e la traduce in concetti spaziali in ordine di scala, con l'aggiunta dei paradigmi """"Sequenza"""" e """"Spazio"""". Il risultato è il titolo-acronimo """"PLSSS"""" che si legge """"Please"""" con un accento prolungato sulla prima vocale e con le braccia aperte e il naso all'insù, come a dire: «Questi progetti non sono seri, anzi direi inutili e dannosi». A introdurre questa raccolta, una panoramica su alcune esperienze progettuali analoghe del passato, raccontate nel saggio di Marco Biraghi e, a conclusione, l'avvicinamento intrepido tra Architettura, Arte e Meme di Maria Chiara Virgili."" -
Kitsch in architettura
Il kitsch è un’invenzione della modernità, di quella borghesia che nel diciannovesimo secolo impone una nuova arte, romantica e sentimentale, come tale sempre a rischio di cattivo gusto. All’arte pompier e all’eclettismo si opporrà l’avanguardia che con l’astrattismo troverà lo strumento per combattere il kitsch. Ma il kitsch con l’avvento della società di massa si imporrà sempre di più, impossessandosi spudoratamente delle scoperte dell’avanguardia. Oggi due kitsch convivono insieme: quello ormai diventato classico e un kitsch nuovo, a bassa intensità, insinuante e pervasivo, capace di travestirsi persino da buon gusto. -
Spazio ontologico. Le forme della dialettica interno/esterno
Prima dell'introduzione del concetto di spazio per l'architetto era impossibile considerare l'architettura e trattare la materia in termini di sostanza come spazio interno. L'oggetto di indagine di questa ricerca è proprio la natura dello spazio che viene perlustrata e sondata nelle sue diverse manifestazioni. Idea alla base della disciplina architettonica, che la definisce nella sua specificità e unicità. In particolar modo si vuole perlustrare quel limite che separa lo spazio interno da quello esterno e quali sarebbero le caratteristiche che differenziano l'uno dall'altro. Se esistono… Se, quindi, lo spazio è strettamente correlato alla propria delimitazione, va evidentemente chiarito che tipo di spazio quest'ultima definisce. Se, soprattutto, il limite che separa, ne divide uno interno ad uno, altro, esterno e, se questi sono, ed in che modo, oggetto della progettazione architettonica. -
MAACC. Modulo Abitativo Autosufficiente per Cicloviaggiatori e Camminatori. Un'esperienza di autocostruzione didattica del Politecnico di Torino. Ediz. italiana e inglese
Questo libro mette in scena una storia che racconta l’ideazione, lo sviluppo e la realizzazione di un’architettura: il Modulo Abitativo Autosufficiente per Cicloviaggiatori e Camminatori (MAACC), autocostruito dal Team studentesco Recyclo del Politecnico di Torino presso la sede del Parco delle Lame del Sesia di Albano Vercellese. Il MAACC rappresenta un approfondimento multidisciplinare sul tema ancora poco esplorato delle architetture dedicate al turismo basato sulla pratica della mobilità attiva. La storia si svolge come una pièce teatrale. Sette “scene”, separate da sei “intervalli”, costituiti da saggi che esplorano alcune delle questioni generali che questa esperienza ha messo in luce, scandiscono un racconto che si avvale anche di alcuni “quadri” contenenti i contributi dei diversi “attori” esterni alla scuola. Il racconto illustra un modo di fare didattica che mette al centro l’autonomia, la responsabilità e la passione degli studenti: i veri protagonisti di questa storia. -
Navigare l'incertezza. Riflessioni sull'approccio place-based a partire esperienza del modello Riace
Il libro si concentra sull’esperienza del cosiddetto “modello Riace”, la pratica di accoglienza istituzionale che dal 1998 al 2018 rese celebre il piccolo paese della Calabria ionica. Il testo ripercorre la storia del modello presentandola come il tentativo di mettere in atto un’inedita strategia di sviluppo locale, capace di trovare nell’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo la chiave di volta per la rinascita di un piccolo Comune delle aree interne del Meridione. Alla luce di questa prospettiva, il testo tenta di evidenziare le potenzialità e i limiti del modello di accoglienza, sia in relazione all’evoluzione delle norme nazionali sull’immigrazione, sia rispetto alle modalità di implementazione del cosiddetto approccio place-based delle politiche pubbliche. L’obiettivo del libro è dare un contributo al dibattito – che coinvolge accademici, professionisti e mondo istituzionale – sulla direzione delle strategie di sviluppo locale nelle aree fragili, con un particolare occhio di riguardo agli aspetti di processo che caratterizzano tali strategie. -
Durand incontra Balestrini a Venezia
Perché se non riusciamo più a distinguere la nostra voce da quella degli autori prediletti, allora è giusto prendere forbici e colla e procedere per via meccanica, trasformare la distruzione in Metodo. -
The affective city. Il contesto emotivo di due siti deindustrializzati a Torino. Officine Grandi Motori e ThyssenKrupp
Nell'ambito degli studi sullo spazio urbano, è possibile configurare un percorso di analisi capace di affrontare da una prospettiva affettiva le complesse relazioni che intercorrono fra gli abitanti/utenti e i processi di costruzione, nonché di identificazione e condivisione di una realtà quotidianamente esperita e vissuta? Processi affettivi e rappresentazioni spaziali costituiscono, secondo gli autori, un campo tensivo necessario da indagare, perché dipendente da una continua interazione fra i codici spaziali, architettonici-ambientali-urbani, e i codici interiorizzati dall'individuo, che, connessi a un insieme di fattori soggettivi e intersoggettivi, culturali e sociali, riguardano il riconoscimento di luoghi od oggetti e la valutazione, l'apprezzamento e la soddisfazione (o meno) a essi relativa. Attraverso la compresenza di metodi diversi, il presente volume ripercorre vicende, intenzionalità e affezioni di due siti industriali dismessi della Torino post-fordista, che presentano nella loro attuale fase di ""sospensione"""" caratteri esemplari per una riflessione critica e teorica più ampia. Si tratta delle Officine Grandi Motori e della ThyssenKrupp, che non solo costituiscono momenti emblematici nella costruzione della 'capitale' dell'industria italiana, ma concentrano sul loro futuro aspettative-progettualità-tensioni-memorie-drammi che ben rappresentano uno spaccato vivo della città."" -
Towards a sustainable post pandemic society
Con testi di: Mauro Baracco, Michela Bassanelli, Davide Fassi, Stefano Guidarini, Francesca La Rocca, Chiara Lionello, Donatella Pagliacci, Pierluigi Salvadeo. -
Le piccole scuole dei piccoli comuni. Un atlante veneto
Dai paesi di montagna, alle frazioni sparse nelle campagne, ai piccoli centri urbani della ""periferia diffusa"""" in pianura, fino alle isole della laguna nord. È la geografia delle piccole scuole in Veneto, presenza capillare e con forte aderenza al territorio, un patrimonio di architetture spesso considerato """"ordinario"""" e ai margini dell'attuale dibattito sull'edilizia scolastica. Composto da consistenti quantità in termini numerici, si declina in architetture di modeste dimensioni e spesso prive di qualità, tuttavia presenze significative per la comunità. Benché continuamente esposte a rischio chiusura a causa dello spopolamento, sono infatti garanzia di iniziative attraverso le quali esse possono promuovere la cura dei luoghi, oltre che dei loro stessi spazi. Ricostruirne la geografia è parte di una strategia non solo ricognitiva ma anche operativa, funzionale alla definizione di un progetto di riqualificazione che ne registri la qualità intrinseca e le reali possibilità di adeguamento degli spazi rispetto alle nuove dinamiche dell'apprendimento e nell'ottica di una loro trasformazione in """"architetture della comunità"""". La lettura analitico-descrittiva degli aspetti dimensionali, spaziali e di relazione con il contesto, condotta su un significativo numero di casi studio e ricomposta in un atlante tematico, in parte esposto nel quaderno, ne ha messo a fuoco condizioni e potenzialità per sperimentazioni architettoniche e d'uso."" -
Atlante dei borghi solitari. Abruzzo. Un viaggio in sessantacinque tappe alla scoperta dei più piccoli tra i piccoli comuni abruzzesi
L'Atlante dei borghi solitari d'Abruzzo è l'esito di un progetto di ricerca che ha come obiettivo la rappresentazione del fenomeno dello spopolamento dei comuni abruzzesi con meno di 500 abitanti. Attraverso un percorso che comprende una mappatura architettonica, urbana e territoriale, infografiche, testi, e fotografie, l'atlante si pone come punto di partenza per processi di conoscenza, atto imprescindibile per poter immaginare e progettare qualsiasi futura trasformazione economica, ambientale e sociale. Lo studio si compie attraverso azioni di disegno e ri-disegno di queste micro-città fornendo una serie di materiali e strumenti grafici che aiutano il lettore a comprendere e apprezzare l'unicità di questi luoghi spesso trascurati. Questo libro ha, pertanto, l'obiettivo di accogliere molteplici punti di vista e innescare percorsi di confronto e consapevolezza riguardo a un problema che va ben oltre i limiti del contesto abruzzese e si estende a gran parte delle aree interne italiane. -
Mare crisium. Operazioni progettuali 2012-2022
Ripercorrere la propria parabola progettuale rappresenta quanto di più vicino ad un processo psicanalitico possa esistere e, come tale, è operazione tutt'altro che semplice, né tantomeno è sempre possibile definire le ragioni dietro i momenti di svolta e di trasformazione. Da una parte ci sono i temi di ricerca, tensioni ideali verso le quali ogni architetto è condotto, dall'altra le possibilità reali di tradurre il pensiero in materia e che, in termini di occasioni, possono cambiare radicalmente le prospettive di una generazione rispetto ad un'altra. Il Mare Crisium identifica - al di là dell'affascinante coordinata esogeologica - il mare delle crisi inteso come infinita dimensione di dubbio e di possibilità. Nel cambio di prospettiva che sembra delinearsi al termine di questi primi venti anni del terzo millennio, crisi e scelta non vanno considerate come elementi antitetici, bensì come due sfumature che definiscono lo stesso problema. Un celebre aforisma, spesso citato da J.F. Kennedy, recita: ""Scritta in cinese la parola crisi è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo, l'altro l'opportunità"""". Il significato di quest'ultimo (w?ij?) è stato tuttavia riveduto nel tempo: esso non indica tanto l'""""opportunità"""", quanto piuttosto il """"momento cruciale"""", quello in cui, in altri termini, comincia a cambiare qualcosa."" -
Rigenerare le comunità urbane. Atlante europeo e linee guida per le città italiane
"Le Linee guida che definiscono il modello del Community Regeneration Masterplan costituiscono la sintesi operativa del lavoro di ricerca svolto grazie all'analisi e al confronto con le 30 città europee selezionate dai più importanti ranking e rating internazionali. La loro finalità è quella di mettere a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni italiane un documento di sintesi, che consenta loro di definire obiettivi e modalità di sviluppo di un processo di Rigenerazione Urbana strategica nell'ampiezza massima delle sue potenzialità. Lo sforzo qui documentato si articola sulle 5 dimensioni della sostenibilità e si sofferma sulle questioni più puntualmente praticabili da parte degli Enti locali, lavorando su due livelli collegati: quello della precisazione delle logiche di intervento attraverso il chiarimento degli obiettivi e delle strategie e quello degli strumenti specifici che consentono una possibile concretizzazione immediatamente attuabile"""". Dario Costi e Francesco Manfredi." -
Architettura e trasgressione
Andare oltre, oltrepassare i limiti, stravolgere l'ordine, violare la norma, penetrare uno spazio, superare il tempo, invadere un luogo, sconfinare la realtà, sono tutte azioni riconducibili alla trasgressione ma anche all'architettura, contrariamente a quanto si possa pensare. La definizione del concetto di limite e il suo carattere dinamico è alla base di ogni successiva riflessione sull'idea stessa di trasgressione che cambia col cambiare del limite a cui è riferibile. Lo studio, inevitabilmente parziale, della complessa fenomenologia della trasgressione in architettura è lo scopo delle riflessioni con cui ci si interroga: in che termini le relazioni con i limiti determinano l'architettura? Esiste una illimitatezza della pratica architettonica e di conseguenza della trasgressione? -
Mario Pagliaro. L'esercizio del progetto
Carico di accezioni differenti, amalgama di significati nei molteplici riferimenti all'attività creativa di qualunque genere, il mestiere del fare design - e il progetto in generale - viene istintivamente associato all'idea di una invenzione irripetibile, all'esaltazione per una forma unica, al concetto di creazione intesa come tabula rasa. La produzione di Mario Pagliaro smentisce quest'accezione di-vulgata della parola, ormai tanto radicata da diventare quasi sinonimo di stranezza, stravaganza. I suoi arredi si caratterizzano piuttosto per la non eccezionalità, per la sostanziale ripetizione di un atteggiamento finalizzato alla comprensione del materiale, delle sue potenzialità in rapporto alla tecnica costruttiva, in un esercizio che si compone di verifiche costanti, nel raggiungimento di una radicalità espressiva oltre che funzionale e produttiva. Un approccio al progetto fatto di disciplina, di prove ripetute e vincoli stringenti. Il fine non è raggiungere l'obiettivo, ma allenarsi regolarmente affinché sia possibile avvicinarsi. -
Storia di un uomo che nella vita ha fatto zero
Nel bel mezzo del secolo scorso nasco acquario, a Villa delle Rose, subito amato dai miei genitori Olga e Pino (che ricambio fin da piccolo con tutto il mio cuore), accolto dalla mia sorella Maura e atteso dal nonno Carlo Quattrocchio quale auspicato continuatore dell’azienda da lui fondata. Una foto dell’epoca mi ritrae nudo, adagiato a pancia in giù su un cuscino, sul tavolo tondo del giardino. Molti anni più tardi questa foto sarà l’immagine guida di una campagna pubblicitaria apparsa su alcuni fra i più importanti media internazionali accompagnata dallo slogan: «This man in his life has done Zero». -
Supermostra '22. Osservatorio dell'architettura italiana. Ediz. italiana e inglese
Cosa sta covando sotto la cenere, in un periodo come questo che non è certamente caratterizzato da accelerazione delle ricerche, anzi spesso da un bisogno di fare i conti con una realtà che, rispetto per esempio ai velocissimi anni novanta, mostra atteggiamenti molto più prudenti e riflessivi? Ad un osservatore distratto può sembrare che oggi tutto sia fermo, ma, come ci dimostrano le cronache del passato, è in questi momenti che fa capolino il cambiamento. Supermostra è un osservatorio che ha per scopo di verificare quanto di interessante avviene, nel campo dell'architettura, nelle diverse aree regionali della penisola. Con i progetti di AMAA, AMAART, Archisbang, Associates Architecture, Atelier LRA, Balance Architettura, Bergmeisterwolf, Corsaro Architetti, deltastudio, Francesca Perani Enterprise, Ghisellini Architetti, Giulia de Appolonia, ILS+A, Marasmastudio, MAME, MMA+, Ö Michela Ekström, O+, Roccatelier Associati, silviabrocchinistudio, studio wok, studiorossi + secco. -
Scritti scelti. 1965-2015
Per Giorgio Grassi la riflessione teorica e l'attività progettuale, pur legate da vincoli di stretta dipendenza e di reciproca influenza, possiedono entrambe un'autonomia propria e un elevato grado di generalità. Destinati a studenti e giovani architetti - come Grassi stesso ha più volte sottolineato - i suoi scritti affrontano diversi temi di architettura, mantenendosi sempre rigorosamente all'interno della disciplina. Dai primi saggi, dedicati ad alcuni aspetti dell'architettura moderna e ad alcuni dei suoi protagonisti, le riflessioni di Grassi si spostano verso una visione più ampia ponendo al centro la questione del rapporto che l'architettura intrattiene con se stessa e con la sua storia, fino alla constatazione della sua forse inesorabile fine. Il rapporto dell'architettura con la sua storicità costituisce uno dei cardini del pensiero di Grassi e sarà via via sviluppato fino a diventare un punto fermo, imprescindibile e inconfondibile, della sua elaborazione teorica. Da qui deriveranno poi gli altri elementi distintivi che struttureranno gli scritti e motiveranno i progetti - inutile ricordare che i suoi progetti, in parte qui illustrati, presentano tutti le stesse inconfondibili stimmate dei suoi scritti, la loro autenticità, chiarezza e profondità. Questo libro raccoglie gli scritti teorici elaborati nell'arco di cinquant'anni da una delle personalità più impegnate e coerenti dell'architettura contemporanea. Introduzione di Luca Ortelli. -
VKhUTEMAS 100. Spazio, Progetto, Insegnamento. Space, Project, Teaching. Ediz. bilingue
A 100 anni dalla fondazione della Scuola del VKhUTEMAS a Mosca, il suo programma didattico e di ricerca nelle discipline progettuali rimane ancora uno dei capisaldi del pensiero contemporaneo nell'arte, nel design, nell'architettura e nell'urbanistica. Il seminario ""VKhUTEMAS 100. Spazio, progetto, insegnamento"""" della Scuola di Dottorato dello IUAV, in collaborazione con le istituzioni moscovite che hanno ereditato il lascito intellettuale del VKhUTEMAS - ha sviluppato diverse linee di ricerca: un ciclo di lezioni sulle molte identità disciplinari della Scuola e il loro intreccio in una comune visione progettuale e formativa; un seminario progettuale di ricerca sulla forma e il tipo di un'istituzione specifica, che restituisca la presenza del VKhUTEMAS nella città di Mosca, allora crocevia di idee di progresso civile, artistico e insediativo per l'umanità; un """"edificio web"""" di documentazione della sua produzione di idee e progetti e delle sue intersezioni con le altre tradizioni delle avanguardie del Novecento. Nell'arco di circa due anni di incontri tra alcune scuole di dottorato di grande tradizione - Venezia, Roma, Napoli e Bari - si è sviluppato un dibattito fondato sul confronto tra ipotesi progettuali sulla forma di quello che abbiamo voluto denominare MIVKh - il Museo dell'Idea del VKhUTEMAS - per il progetto del mondo contemporaneo."" -
I modelli abitativi di Backström e Reinius tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Un'alternativa al funzionalismo scandinavo. Ediz. italiana e inglese
Sven Backström e Leif Reinius dopo la laurea in architettura al KTH di Stoccolma nel 1929 e un lungo periodo di viaggi, dal 1936 danno il via a un sodalizio professionale che li vedrà impegnati in particolare nel settore del social housing. Fin dai loro primi progetti e dai loro testi critici, è chiara l'intenzione di superare i vincoli del linguaggio funzionalista contaminandolo con riferimenti diversi a partire da tematiche proprie dell'architettura organica. Le punkthus di Danviksklippan e le stjärnhuas del quartiere di Gröndal a Stoccolma o il Baronbackarna a Örebro diventano presto dei riferimenti iconici in molti paesi europei impegnati nella ricostruzione dopo le devastazioni causate dalla seconda guerra mondiale. A sua volta l'opera dei due architetti svedesi trae spunto da molteplici riferimenti internazionali tra cui anche l'Italia che è sicuramente il paese in cui più si discute sull'operato non solo di Backström e Reinius ma del diverso approccio svedese alla costruzione della città contemporanea.