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Non ascoltarmi: sentimi
Viviamo i tempi dell’imprevedibilità, del disorientamento, della confusione e tutto ci conduce ad uno sfinimento psicologico, privo di una qualsiasi forma di rielaborazione. In questo contesto Juan Carlos De Villar continua indomabilmente a comporre “mazzi di parole”, che non sono parole e basta, perché inducono a comprensioni senza alcun bisogno di spiegazioni. Il lettore, come l’autore, interiorizzandoli può sentire sgorgare in sé qualcosa di inconsapevole e mai espresso. Un’opportunità per misurarsi con quell’unica esperienza esistenziale che rende una profonda relazione affettiva sorgente continua di vita per vivere. -
La Tavola di Este
È nota l’importanza che rivestivano i fiumi per gli antichi Veneti, nella vita quotidiana, nell’economia, nella religione, nella difesa da nemici invasori. L’acqua era una presenza prioritaria nel loro mondo. E per via d’acqua si spostavano. Oltre a ciò, il testo inciso su questo reperto bronzeo risalente al V sec. a.C. fa ipotizzare un uso del fiume come strumento di giustizia, ma non legato alla pena di morte applicata da altri popoli antichi. Infatti né cronache, né documenti, né reperti archeologici attestano il costume della pena capitale presso i Paleoveneti. Anzi, il fiume emerge dal testo come un’opportunità, per l’imputato, di dimostrare la propria innocenza. Altro dato culturale interessante che si ricava dalla Tavola di Este, la più lunga iscrizione paleoveneta finora reperita, è che anche i Paleoveneti scrivevano testi narrativi. -
L'età dell'esistenza. parole, musica e benzodiazepine
Le righe che seguono sono il risultato di circa tre anni di scrittura a cavallo tra il 2020 e il 2023. Un viatico per sopravvivere. La risposta mediocre ad una depressione. Il tentativo fallito di non frequentare un terapeuta. Scrivo da sempre. Tra le altre cose, senza avere nessun titolo adeguato a farlo. Ho sempre cestinato tutto ciò che ho scritto con una precisione chirurgica. Per vergogna probabilmente. E timore della sua stessa esistenza. Come avesse senso solamente nel momento della sua genesi. Una perfetta rappresentazione del presente. Inutile se rivista nel tempo. Dolorosa nella forma cartacea la quale, per sua natura, è destinata a darne durevolezza e purtroppo possibilità di ri-lettura. -
Dormouse. Primi incontri
In un luogo immaginario, un po’ indietro nel tempo, esiste un piccolo paese di nome Silverville. Se si sale sulla collina si arriva in località Rivercoast, dove si è appena trasferita Janis, proseguendo invece verso le scogliere si incontra la piana di Acqua Silente in cui si trovano la Casa dal Tetto di Prato del signor Creed e una simpatica comunità di animali, tra i quali il nostro ghiro: Dormouse. Tra case di campagna, tane e nidi, stufe a legna, orti e giardini, si svolge una quotidianità scandita dal ritmo delle stagioni in cui sentimenti e perplessità, entusiasmi e sfide, coinvolgono i personaggi del racconto, che si tratti di animali o esseri umani. Con il tempo si fanno nuovi incontri, alcuni di passaggio, altri che si trasformeranno in amicizie o forse in qualcosa di più. -
Transformare le pratiche nelle organizzazioni di lavoro
Questo libro parla di inclusione. Lo fa esplorando, con taglio critical, le organizzazioni di lavoro e di pensiero. Questo libro si lascia interrogare dai diritti delle persone transgender, che supportano studiosi e manager a riconoscere e apprendere alcune dinamiche che caratterizzano il mondo del lavoro. Questo libro insegna che stigmatizzare penalizza le organizzazioni, nucleo dei processi di creazione di valore: economico e sociale. Questo libro spiega che erigere barriere può condannare le organizzazioni e la società all'ingiustizia, al torpore inerziale di abiti di pensiero incrostati. All'incapacità di essere fautori, autori e consapevoli attori di un cambiamento possibile, che consente a tutti - nessuno escluso - di fiorire nella propria soggettività. Perché transformare è quotidiana militanza interdisciplinare. Quella che nasce dall'urgenza del dialogo: tra saperi astratti e quelli specialistico-professionali, tra pensiero e azione. Perché transformare vuol dire investigare il meticciato, incrociando gli sguardi sull'esperienza delle identità e nelle identità. Suscitando, in sé e nell'altro, prospettive altrimenti inedite. Se ne consiglia la lettura a chi voglia bilanciare i vantaggi del ""modello"""" con quelli dello """"slancio"""": il secondo non esclude il naufragio; il primo ammette la gabbia. Discernere tra l'uno e l'altro impone rigore, criterio, giudizio, riconoscimento delle differenze: allo scopo di includere, perché l'inclusione è pratica quotidiana. Se ne (s)consiglia la lettura a chiunque non si sia mai, almeno un pochino, almeno una volta, sentito davvero diverso a se stesso. Prefazione di Gaetano Manfredi."" -
Scienza e filosofia
Con un'appendice sulla nozione di verità. -
Città adriatiche tra memoria e transizione
Questo volume nasce da due giornate di studio dedicate alle ""Città adriatiche tra memoria e transizione"""", tenutesi a Pescara nei giorni 13-14 maggio 2009 e organizzate dalla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università degli Studi """"G. D'Annunzio""""."" -
Le lettere del beato Giovanni Colombini da Siena. Vol. 1
Edizione completa a cura di Dino Fantozzi. Un ardente spirito d'amore scorre per tutte le lettere che il Giovanni Colombini da Siena (1304-1367) indirizzava ai suoi compagni, specialmente alle monache di S.Bonda presso Siena. -
La gloria del nulla
La collana ""Cultura dell'anima"""" fu ideata da Giovanni Papini e pubblicata da Rocco Carabba dal 1909 al 1938, per un totale di 163 titoli. Dal 2008 la casa editrice Carabba ha deciso di ripubblicare, in ristampa anastatica, nella sua interezza la collana """"Cultura dell'anima"""" in un arco di tempo di cinque anni, con l'uscita di circa trenta volumi annuali. Traduzione, prefazione e note di G. V. Callegari. Jean Lahor, come si compiacque nominarsi con pseudonimo orientale, Henry Cazalis, fu anzitutto un poeta. Un poeta-filosofo vissuto a Parigi (1840-1909). Il suo pensiero è un antidoto alla miseria spirituale."" -
Misopogone o contro la barba
La collana ""Cultura dell'anima"""" fu ideata da Giovanni Papini e pubblicata da Rocco Carabba dal 1909 al 1938, per un totale di 163 titoli. Dal 2008 la casa editrice Carabba ha deciso di ripubblicare, in ristampa anastatica, nella sua interezza la collana """"Cultura dell'anima"""" in un arco di tempo di cinque anni, con l'uscita di circa trenta volumi annuali. Versione, introduzione e note di Raffaello Prati. Giuliano portava la barba, cosa per cui veniva sbeffeggiato dalla comunità cristiana di Antiochia: Giuliano ironizza su se stesso, descrivendosi come uno sporcaccione sudicio e intransigente cui la barba impedisce anche di lavarsi. In realtà la sua polemica è rivolta contro la comunità cristiana di Antiochia nei confronti della quale Giuliano riconosce di aver commesso un grave errore: quello di aver affidato a loro, ingrati crapuloni, il governo della città!"" -
Cenere e cielo
Un alternarsi di narrazione e poesia, una tramatura a volte fitta e crudele, a volte tenue e in filigrana, volutamente priva di scene e di azione: quattro donne, spogliate della loro femminilità e identità, sopravvissute ai campi di concentramento, ripercorrono le tappe più drammatiche di una vicenda insieme personale e collettiva, dando corpo e sostanza, attraverso le parole, al loro tormentato essere, alla loro vita per sempre sfregiata. -
Abruzzo musica. Innovazione, tradizione, esperienze
L'Abruzzo possiede un retroterra musicologico ricco di evidenze documentarie, nelle quali il versante della musica d'arte si interseca con quello delle tradizioni popolari. Senza ambire all'elencazione esaustiva delle variabili e degli stili, il presente lavoro illustra metodi e ricadute di un'azione progettuale strategica che pone in valore l'energia esperienziale della musica nei processi di percezione del territorio e del suo corredo culturale. -
Corpi, soglie e frontiere
Il corpo – oggetto semiotico e soglia ineludibile tra lo spazio del soggetto e la rete delle significazioni sociali – è esso stesso la “frontiera” che i saggi raccolti in questo volume si propongono in vario modo di investire. Corpi come frontiere, delimitanti un’alterità che può rivelarsi insidiosa e perturbante, e come soglie, superfici investite dal gioco delle proiezioni e delle rifrazioni interculturali. Il volume raccoglie interventi di anglistica, francesistica e italianistica e trova la sua unità in un’idea di letteratura non vincolata dalle frontiere nazionali, ma immersa in un processo, un’osmosi che mescola tempi e spazi, categorie culturali e linguaggi: una letteratura-mondo. -
San Clemente a Casauria nel XVIII secolo. Dalla commenda al patrimonio regio
Dalla commenda al patrimonio regio. Questo volume è un tentativo di lettura, rigoroso e di ampio respiro, della storia casauriense, in una fase di profonda decadenza dell'abbazia di San Clemente a Casauria, inquadrata nelle dinamiche culturali, sociali, religiose e politiche del XVIII secolo, nello spazio regionale abruzzese e del Regno di Napoli. -
Che cosa è la mente sana? (rist. anast. 1936). Ediz. in facsimile
Indovinello massimo che potrebbe valere poco o niente. Introduzione e note di Giuseppe Tarozzi. Ristampa anastatica dell'edizione Carabba del 1936. -
Timoleonte. Tra storia e propaganda
Personaggio decisamente controverso, Timoleonte nella moderna storiografia ha goduto di un’ampia fortuna fondamentalmente legata alla straordinaria fioritura della ricerca archeologica avviata nella Sicilia dell’immediato dopoguerra. Negli anni la diffusa visione entusiastica è stata ridimensionata grazie ad una revisione dei dati archeologici e ad una rilettura critica delle fonti letterarie che hanno consentito una ricostruzione delle dinamiche storiche più obiettiva. -
Tra tempo ed eternità. Il platonismo essenziale in Arthur Schopenhauer
“Il divino Platone e lo stupefacente Kant”, con queste parole, è noto, Schopenhauer apriva la sua prima opera pubblicata come dissertazione di tesi dottorale: ""La quadruplice radice del principio di ragion sufficiente"""". Ed è evidente, a partire da questa affermazione perentoria che si ripeterà anche nel suo capolavoro indiscusso, che il legame storiografico tra Schopenhauer e il platonismo è più che evidente. Tuttavia, il taglio interpretativo che si è dato a questo studio non è tanto quello di offrire una comparazione storiografica tra le dottrine di Platone e di Schopenhauer, quanto piuttosto di cercare di scavare più a fondo, in direzione di una coappartenenza essenziale dei due autori in una radicalità dell’interrogare filosofico che oltrepassa il loro “detto”, in direzione di ciò che lo trascende."" -
Via Cascina, 20. L'Aquila: trenta ore di sisma
6 aprile 2009: via Cascina, 20 è la residenza di Umberto Dante. Lo è ancora oggi, lontana da ogni “inizio dei lavori”, senza acqua e luce. ""Via Cascina, 20"""" è un testo vero, registrazione fitta e convulsa, candida, capace di confessare situazioni come l’amicizia-sintonia tra padre e figlio, gli incontri amicali, gli squarci di vita amorosa. Tuttavia, uno storico come Dante, precipitato nel disastro, utilizza questi “capillari” per arrivare a una più complessiva conoscenza: la convivenza di diacronia e sincronia. Abbiamo la diacronia del succedersi del rinvenimento dei crolli e dei morti, del volontariato locale sostituito dalle organizzazioni pubbliche. Abbiamo la sincronia dell’evento collettivo, l’incepparsi simultaneo, la miriade di vite e di prospettive che formano la città e che si interrompono tutte insieme: il professore guarda la sede straziata del rettorato e dispera sul futuro; l’editore ha la sensazione di un disfacimento totale; il medico fantasma sperso nel moltiplicarsi dei morti; i politici spiccano per la loro latitanza e sembrano aspettare i microfoni televisivi."" -
«Una ragnatela d’argento». I fili del racconto di Anna Maria Ortese
In una lettera del 1990 Anna Maria Ortese usò la metafora della «ragnatela d’argento» per descrivere la sua narrativa, che si rivela intricata perché continua ad avvolgersi su se stessa. La scrittrice, come una novella Aracne, ha continuato a rivedere e a interpolare i suoi testi. Il presente studio di Nunzia D’Antuono s’insinua tra i fili, scegliendo uno dei tanti percorsi possibili, facendosi guidare da alcuni luoghi simbolici (città, isola, stanza) e personaggi (folletti, monacielli, bambini e animali), attorno ai quali ruota l’intero mondo immaginario della scrittrice, che ha, forse ossessivamente, fatto ricorso a simboli costanti, come quelli del silenzio, del vento e dell’Ovest. L’obiettivo critico, che delinea solo alcuni dei luoghi, dei personaggi e dei simboli, suggerisce un ampliamento futuro della prospettiva e disegna anche una costellazione di autori di riferimento che vanno da Victor Hugo e Marcel Proust a Jorge Manrique, da Virginia Woolf a Ingeborg Bachmann, passando per Vernon Lee e Katherine Mansfield. -
Per altre dimore. Visione e avventura nel viaggio di Dante
L’itinerario per i luoghi dell’oltremondo («per altre dimore») è svolto all’insegna della visione e dell’avventura, le parole-chiave che fanno della Commedia la coscienza della sorte umana, ricordando agli uomini come la vita sia assidua meditazione della morte, infinita malinconia di beni sperati e smarriti, prova di passione e di pentimento, di violenze e di rinunce. Per altre dimore, apprezzato al suo primo apparire da critici e da storici di scuola francese come Christian Bec e Jacques Le Goff, è un approccio al poema dantesco svolto secondo l’ottica dell’immaginario, della mentalità e della sensibilità medievale. Una riconferma che il testo letterario diventa campo di ricerca, specchio di civiltà e, soprattutto, magazzino di sentimenti umani. In esso si riflettono i codici culturali dell’età, offrendo peraltro il modo di continuare a leggere Dante con Dante sperimentando nuovi percorsi esegetici. Al centro dell’attenzione è la tecnica di rappresentazione, in special modo considerando la particolare visione (degli occhi e della mente) che Dante ha degli scenari ultraterreni. L’uso e il significato della prossemica, dei colori e dei suoni o, talvolta, di una più articolata grammatica dei sensi, nonché il rilievo dato al costume e alla vita quotidiana (il fantastico, la caccia, la mercatura, il senso del tempo e della morte, il corpo e i gesti, i rapporti con le arti visive e musicali, ecc.) confortano da diverso angolo visivo nuove interpretazioni. Resta il fatto che è fondamentale il concetto di un viaggio concepito come ricerca della libertà teologica, affascinante avventura anagogica, riscatto delle cose terrene sul piano del divino.