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Business e creatività. Con DVD
Business e Creatività è il video seminario in cui Hubert Jaoui ci mostra che cos'è la creatività, come acquisirla, svilupparla ed utilizzarla innanzitutto in ambito professionale, per sfruttare tutte le idee, anche quelle più folli, e trasformarle in successi per il nostro business.In secondo luogo ci spiega come applicare uno stile creativo anche al resto della nostra vita, per portare una ventata di novità in quelle relazioni o in quelle attività che ultimamente ci sembrano mancare di un po' di pepe o che magari non ci entusiasmano più come una volta.La creatività è una dote sempre più richiesta sia nella vita professionale che in quella privata. E, contrariamente a quanto molti pensano, può essere imparata, applicata e implementata da tutti.Con pochi facili esercizi imparerai a familiarizzare con questa innata abilità per sfruttarla al meglio. -
Rimedi e cosmetici naturali fai da te. DVD
Per imparare a prendersi cura di sé con gli ingredienti che offre la natura, il primo videocorso dedicato al ""fai da te"""" nel magico mondo delle piante officinali. In questo viaggio di scoperta delle erbe mediche, due guide esperte rivelano i segreti dell'antica tradizione erboristica insegnando come riconoscere velocemente le erbe buone e utili alla salute per poi trasformarle, in comoda autonomia, in rimedi naturali per il corpo e la mente. Dalla storia di una pianta al suo ciclo vitale legato alle stagioni, dalle sue proprietà essenziali al suo utilizzo pratico nella vita di tutti i giorni, i due esperti descrivono le caratteristiche di diverse piante amiche mostrando come preparare infusi, acque aromatiche, oli essenziali, tinture madri, oleoliti, creme, pomate. Ricette semplice e dettagliate da portare con sé nel cuore della propria casa e della propria vita."" -
La scienza dei miracoli. DVD
"Ci sono due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l'altro come se tutto lo fosse. Chi non riesce più a provare stupore e meraviglia è già come morto e i suoi occhi sono incapaci di vedere"""" (Albert Einstein). Esperti internazionali e ricercatori di altissimo livello si confrontano in un acceso dibattito sulle nuove convergenze tra Scienza e Spiritualità, spiegando, in modo semplice e divulgativo, i linguaggi invisibili dell'Anima da una prospettiva prettamente scientifica. Che cosa sono i miracoli? Perché e come avvengono? Può la scienza ammetterne l'esistenza? La scelta riduzionista di voler rinchiudere il reale nelle categorie del misurabile e le banalità meccaniche dello scientismo sono i principali avversari della scienza contemporanea, la quale deve necessariamente coltivare il valore del mistero e la facoltà di meravigliarsi davanti alla creazione. Se miracolo, infatti, deriva etimologicamente da meraviglia, il senso del miracoloso deve costituire la necessaria premessa della moderna ricerca scientifica." -
Il sale sulla ferita
Nella Berlino ancora divisa dal muro, due compaesani sardi, di Fraus, s'incontrano per caso dopo vent'anni, scatenando i ricordi, in particolare della vita e della morte del fratello di uno dei due, un camionista emigrato come tanti altri isolani, in quegli anni. L'altro compaesano è uno studioso della vita contadina, che in seguito a questo incontro si propone di ricostruire i tempi e i modi della scomparsa di Benito Palmas, avvenuta nel periodo dell'occupazione delle terre tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Il narratore viene così a scoprire, dopo più di vent'anni dagli eventi, cose nuove e inaspettate di Benito e dei tempi in cui è morto, fino a capire che anche lui è implicato a suo modo in quella tragedia, molto più di quanto avrebbe mai potuto pensare. Quella morte riapre una ferita su cui il ricordo è come sale che brucia, sale sulla ferita del passato che ritorna, almeno per chi vuole e può ricordare. -
La Sardegna al tempo degli Asburgo. Secoli XVI-XVII
L'ascesa al trono d'Aragona di Ferdinando il Cattolico segna una svolta epocale nella storia del regno di Sardegna, già dal 300 legato indissolubilmente alla Corona d'Aragona. Con le riforme fernandine - che avviano il regno alla modernità e preludono al suo inserimento politico-istituzionale nella Monarchia plurale della Casa d'Austria - si apre il lungo e documentato racconto de La Sardegna al tempo degli Asburgo. Nel 500 l'isola, ormai fa parte di un vasto sistema di regni, segue i destini controversi della politica di Carlo V. Il successivo governo del Re Prudente Filippo II, sostenuto dalla Chiesa cattolica e da congregazioni religiose quali la Compagnia di Gesù, porta a sensibili progressi istituzionali, sociali e culturali. Dopo il 500 però, la Sardegna - così come gli altri regni mediterranei - deve fare i conti coi problemi legati alla crisi del 600 e alle guerre che la Spagna combatte su più fronti. Il progressivo declino economico e politico, dovuto a una spesa pubblica insostenibile per le finanze regie, alla crisi dell'agricoltura, al manifestarsi di carestie e pestilenze, sfocia in un malessere che inaugura una stagione di ribellismo signorile, congiure e banditismo. -
Salvatore Satta. L'impegno civile di una vita
Il libro raccoglie gli Atti degli incontri di studio per il 40° anniversario della morte di Salvatore Satta (1975-2015). Tre incontri che, iniziati nel 2015, hanno visto il richiamo annuale per il 2016 e 2017, affrontando rispettivamente l'aspetto giuridico, quello letterario e quello di un argomento specifico, ""la morte della patria"""", del De profundis. Lo scopo, in continuità con i Convegni precedenti promossi dal Comune di Nuoro, è stato quello di approfondire la particolare attualità delle tematiche trattate dal Giuristascrittore, di recuperarne i momenti inesplorati della vita e dibattere quelli adombrati da discusse e discutibili ambiguità. Insigni studiosi e prestigiosi testimoni hanno scavato nella miniera inesauribile della sua opera, rivelandoci il patrimonio del suo impegno civile, alla cui fonte preziosa possiamo fortunatamente attingere, drammaticamente convocati come siamo dagli impegni inediti e gravosi di un tempo turbolento e minaccioso come il nostro."" -
Sequestri di persona in Italia. L'archivio dei crimini (1973-2006)
Con Sequestri di persona in Italia: l'archivio dei crimini (1973-2006), Luigi Casalunga prosegue il lavoro di ricerca e catalogazione iniziato con il volume Anonima Sequestri Sarda (2008). Ora il quadro offerto oltrepassa i confini dell'Isola e si allarga all'intero territorio nazionale. La pianificazione che sta dietro i rapimenti a scopo di estorsione, la quantità di denaro che intorno a questi si muove, la frequenza con cui da un certo momento in poi sono stati attuati, parlano di una vera e propria «industria del sequestro». Impressionanti le cifre: gli oltre 400 sequestri compiuti nella penisola a partire dagli anni Settanta si sommano ai 184 avvenuti in Sardegna dal 1960 in poi, un'industria con fatturati di parecchi miliardi di vecchie lire. Questi e molti altri dati trovano giusto rilievo nelle tre parti in cui si organizza il volume. Una breve analisi delle cause e misure adottate per combattere il fenomeno e i reati a questo connessi, precede due sezioni dove, in scrupolose schede, si riportano i casi singoli, divisi per regione e presentati in ordine cronologico: dai tantissimi purtroppo dimenticati ai più noti per risonanza mediatica (Soffiantini, De Megni, Casella). -
Le torri di Atlantide
Esiste una Sardegna che in un tempo lontano ha conosciuto le glorie di una civiltà straordinaria? Un popolo di eroi, guerrieri, intrepidi navigatori che dominavano il Mediterraneo? C'è chi crede, oggi in Sardegna, che finalmente un'altra storia sia possibile, diversa da come la storiografia ufficiale ha sempre raccontato, e che la si debba cercare tra le ""pietre"""", tra quegli ancestrali monumenti che chiamiamo nuraghi, tombe di giganti, pozzi sacri... Cosa c'è di vero in tutto ciò? Oltre la diretta verifica, questo libro argomenta come la necessità di dare fondamento storico a un sentimento identitario e il rifiuto di un presente sentito deficitario, in molte occasioni, hanno reso i Sardi facile preda di falsari e visionari, tra dilettantismi archeologici, malintesi sentimenti d'amor patrio e bassi interessi individuali: dallo scandalo del falso ottocentesco delle """"Carte d'Arborea"""" fino all'ultima delle mille e più Atlantidi che la fantasia umana ha saputo produrre. Un libro critico, una lettura antropologica di un fenomeno che da qualche tempo scuote il dibattito culturale, e capace di delineare un campo di interazione sociale dai contorni fortemente conflittuali."" -
Ogni animale muore nella tana
Come un motore in avaria, il mondo degli uomini si è fermato di colpo, dopo l'ultimo sussulto di una folle corsa ai consumi. Fra i rottami del disastro si muove il protagonista di questa storia, ai margini di una Nuoro spettrale dove sopravvivono pochi esercizi commerciali e intere famiglie stazionano davanti all'assistenza sociale in attesa di un pasto. Il giovane uomo vive perlustrando i paraggi della sua abitazione di campagna in cerca di qualcosa che lo aiuti ad andare avanti, con l'indolenza di chi non concepisce un futuro, tormentato da un passato che ritorna col fantasma rancoroso del padre e che il ricordo di una madre mite non può dissipare. Fra un'incursione nell'enorme e caotico mercato alle porte della città e una discesa nella voragine della discarica a cielo aperto, l'uomo s'imbatte in un luna-park abbandonato in cui si aggira una enigmatica ragazzina, silenziosa e dallo sguardo magnetico. Tra i due si instaurerà un rapporto di dipendenza che sfocerà in possessione morbosa. Convinto che la ragazza intenda scappare, l'uomo comincerà a tenerla segregata nella casa, vivendo nella fobia che il branco di cani che battono i dintorni sia al servizio della sua fuga. -
L' identità sarda del XXI secolo tra globale, locale e postcoloniale
Uno strumento utile per nuove letture critiche della questione identitaria nella Sardegna di questo inizio di secolo: realtà emblematica del rapporto tra globale e locale e di una condizione postcoloniale che va oltre i confini della specifica area regionale. Introduzione Contarini, Marras, Pias Appartenenze Angioni. - Prospettive identitarie in Sardegna: fra lingua e letteratura Virdis - Una ignota compagnia di Giulio Angioni: aperture letterarie e identitarie all'insegna della Creolizzazione glissantiana Marras - La sardità postcoloniale di Sergio Atzeni: contro una concezione purista ed essenzialista delle nozioni di popolo e nazione Onnis - Dalla resistenza anticoloniale alla condizione postcoloniale. La Sardegna di Sergio Atzeni Sulis - Questioni d'identità nel reportage dalla Sardegna: Michela Murgia, Flavio Soriga, Sergio Atzeni Congiu - Fra tropismo identitario e identità postmoderna. La sardità ""leggera"""" di Flavio Soriga Pias - Francesco Abate, ragazzo di città' e voce dell'identità cagliaritana Nieddu - Posizionalità del nuovo cinema sardo Wagner - Multilinguismo nello Stato-Nazione: Lingua e Identità Sarda all'interno dello Stato Italiano (1992-2010) Wells."" -
L' armonia impossibile. Antioco Zucca filosofo e poeta dell'infinito
Da Musil a Borges, la grande letteratura del Novecento è stata attraversata dalla malattia dell'infinito, dallo struggimento per una universalità irraggiungibile. La stessa filosofia ha certificato quella impossibilità indicando mille altri percorsi. Pochissimi hanno però avuto l'ingenuo acume di abbandonare le strade più frequentate e di saggiare i sentieri solitari che potessero condurre a quella Armonia tanto agognata. Antioco Zucca (Villaurbana 1870-1960) è stato fra quei pochissimi. Animato da vivaci interessi culturali, interlocutore di intellettuali di grande richiamo fra i quali ben tre premi Nobel, collaboratore d'importanti riviste internazionali, Zucca fu poeta, polemista, saggista e giornalista. Convinto con Spinoza che ""l'amore per l'eterno e l'infinito ricolma l'animo di pura letizia, rendendolo immune da ogni tristezza"""", il pensatore sardo compose un mosaico filosofico-letterario attentamente concepito nell'arco dell'intera sua vita. Lo studio di Sergio Sotgiu sottrae Zucca al cono d'ombra in cui è stato a lungo abbandonato e ne restituisce un'immagine fresca e nuova, in cui vengono illuminati umori e affinità, da Leopardi ad Ardigò, da Bruno a Borges."" -
Fra le due sponde
La raccolta completa delle poesie di un esponente della ""letteratura de-centrata"""" italiana e della """"scrittura migrante"""". Versi fra la Sardegna, la Germania e l'Europa, parole-segni di una vita votata alla letteratura e alla poesia. """"Parole sussurate all.orecchio di un confessore laico, il lettore, che non osa fare domande ma ascolta in silenzio le parole del poeta. Che altro può essere la poesia lirica se non una ininterrotta confessione? Ma può succedere che il lettore-confessore sia intimidito dalle parole della poesia, e paradossalmente sia lui a sperare nell.assoluzione. Dunque confessione del poeta al lettore, ma anche confessione del poeta a se stesso, unico privilegiato lettore-confessore. Questo doppio statuto non rivela tutti i segreti (un poeta senza segreti non è un poeta) e può essere una ragione in più del fascino alto e strano della lirica di Salvatore A. Sanna. La poesia si può leggere con timidezza, rispetto o deferenza letteraria, ma quando chi la legge si sente coinvolto in aree che sfuggono alla sua competenza non ha altra risorsa che aprire senza rimosrsi qualche spiraglio alla propria indole e lasciarsi andare a un confortevole gioco di predilezioni personali."""" Luigi Malerba"" -
Il giorno qualunque. Una solitudine
"Poeta della conoscenza metafisica potrebbe esser definito Vindice Satta, forse un poeta di quella linea montaliana propria di chi subisce gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ma la poesia di Vindice Satta, più che un, montaliano, distante ragionare, è un'adesione coerente al dato sentimentale. Che non si fa mai però onda di piena. Non è, la sua, poesia dell'ineffabile, ma semmai poesia del limite. Un poetare cui è chiara l'insufficienza della parola: un pensiero nel varco dei momenti. Evidente è il debito che la scrittura poetica di Vindice Satta contrae con la poetica di Giuseppe Ungaretti: un procedere per frammenti; con versi brevi che spezzano la linea sintattica per scissione di dettatura interiore. Ma da Ungaretti Vindice pure diverge per concezione d'esistenza. Riguardo alla quale potremmo, forse, avvicinarlo a Montale. Perché Vindice è assai poeta del paradosso, del dubbio, e della perplessità più che della ungarettiana necessità di fede. Un poeta dalla forte soggettività fu Vindice Satta, ripiegato in sé, ma non arreso: e proprio perché, per parafrasare le sue stesse parole, egli ha avuto il coraggio di arrendersi.""""" -
Dal brusio delle voci al coagulo micronarratico
"Sono nell'isola di Aranmor, seduto accanto a un fuoco di torba, e ascolto il mormorio in gaelico che sale da un piccolo pub sotto la mia stanza."""" (John Millington Synge, """"The Aran Islands""""). Come in altre descrizioni appropriate come questa, gli osservatori più acuti hanno colto la narrazione nelle sue fasi embrionali e poi nascenti, cui possono seguire i primi coaguli micronarrativi, sfocianti alle volte in racconti altamente strutturati. Questo procedimento di crescente complessità è il caleidoscopico prodotto """"immateriale"""", tra i più sofisticati, dell'Homo narrans, il quale si manifesta sia come collettività sia come individuo, sfruttando una delle possibilità performanti già contenute nella grammatica del linguaggio umano: la narratività. In questo saggio viene sviluppata e documentata questa linea di ragionamento il cui punto di arrivo è anzitutto il racconto breve e brevissimo (parabola, short story, flash fiction, miniconto...)." -
Le canzoni di Pisurzi
Pisurzi, nato nel 1707 a Bantine (minuscolo villaggio della Sardegna centrale, oggi frazione di Pattada), è il primo vero poeta popolare di lingua sarda logudorese. A più di trecento anni dalla nascita dell'autore, le sue cantones ('canzoni') vengono finalmente restituite in questa edizione critica: restaurate attraverso l'esame della tradizione a stampa e sulla scorta di manoscritti nuovamente scoperti, dai quali anche riaffiorano ben dieci inediti. Con l'ampliamento e il radicale rinnovamento qualitativo dell'opera di Pisurzi (fino a oggi bloccata su nove cantones pubblicate nella seconda metà dell'Ottocento, per giunta in versioni difettose), il volume offre: un capitolo biografico (che fa luce su zone oscure o controverse della vita del poeta), l'illustrazione delle fonti e dei procedimenti seguiti nella ricostruzione dei testi (corredati di apparati critici puntuali), il commento, la traduzione in italiano, l'analisi linguistica e metrica, la discussione delle questioni attributive. Un'indagine rigorosa, condotta con gli strumenti della più agguerrita filologia, realizzata in un'edizione che - scrive Paolo Cherchi nella Prefazione - «bisogna salutare come un vero monumento». -
Memorie di vita militare. Da soldato a partigiano (andartes) in Grecia (1938-1945)
Antonico Stefano Lorenzo Motzo (Bolotana, 1917-2015), noto come Nicheddu Motzo, è stato per circa trent'anni, dai primi anni '50 del Novecento al 1978, impiegato presso la Facoltà di Mineralogia dell'Università di Cagliari. Il resto della vita l'ha trascorso al paese natale, occupandosi dell'azienda agricola familiare. Richiamato alle armi nel '38, ha partecipato al secondo conflitto mondiale sul fronte occidentale e, a partire dal '41, in Albania e in Grecia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 rifiutò di consegnare le armi ai tedeschi e si unì all'Esercito di Liberazione della Grecia, militandovi tra il settembre '43 e il novembre '44. Partecipò a numerose azioni belliche della Resistenza greca e per tale attività ottenne la qualifica di ""Partigiano combattente"""" e l'onorificenza della Medaglia d'Argento al Valor Militare. La vicenda è narrata da Motzo nel 1954 nelle Memorie di guerra che, gelosamente custodite dall'autore, vedono ora la luce per la prima volta, rendendo una testimonianza di grande interesse storico e aggiungendo un tassello nuovo e sorprendente al mosaico, ancora oggi poco conosciuto, della presenza di militari italiani nella Resistenza dei Paesi balcanici."" -
Una vita due volte vissuta. Giulio Angioni scrittore e antropologo
Questo volume, nato dalla collaborazione fra il Centre de Recherches Italiennes (CRIX) dell'Université Paris Nanterre e del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali dell'Università degli Studi di Cagliari, raccoglie i contributi che diversi studiosi dei due atenei hanno voluto offrire in omaggio e in memoria di Giulio Angioni (1939 - 2017), docente di Antropologia culturale all'Università di Cagliari. Tali contributi propongono sia analisi dettagliate e originali dell'opera di Giulio Angioni, nella sua duplice veste di scrittore e antropologo, sia approfondimenti relativi alle peculiarità della sua produzione letteraria e saggistica. -
Ho visto tutto
Premio Hemingway per la letteratura nel 2003, ""Ho visto tutto"""" fotografa con disarmante nitidezza la scandalosa dolcezza dell'adolescenza. C'è Jaceck che, in un antico villaggio della Polonia, sogna di arricchirsi preparando animaletti colorati con l'argilla. A Dresda, a bordo di un autobus, c'è il tredicenne Axel: pestato e abusato da due bulli, mentre tutti i passeggeri, per codardia, assistono in silenzio al suo martirio. A Mosca c'è Dimitrij un bambino prodigio cui è concesso soltanto di suonare il pianoforte, mentre a Kiruna, vicino al circolo polare artico, un ragazzino, rimasto orfano di padre, sfida sua madre perché non sopporta che faccia entrare in casa altri uomini. C'è poi Julie: che si innamora di suo fratello e, a Berlino, ci sono le """"Camere Oscure"""", un sotterraneo infame dove l'innocenza si perde nella perversione del proibito."" -
Eroina
Nada Senes è la prima vicecommissaria nera italiana. Dopo i trascorsi nei NOCS e un incidente in elicottero in cui ha perso la sua squadra, viene prosciolta da ogni responsabilità e assegnata alla questura di Nùoro, la città della Sardegna interna dove aveva vissuto alcuni anni d'infanzia. È la prima settimana del nuovo incarico di Nada, nel novembre 2019, quando viene trovato in campagna un cadavere non identificabile di un nero, due minorenni muoiono per overdose e un orso fugge dallo zoo privato di un ex sequestratore che gestisce il traffico di cocaina. Nada con la sua nuova squadra avvia le indagini per la identificazione del cadavere e le cose si complicheranno per l'entrata in scena di un gruppo di spacciatori nigeriani che controllano il mercato dell'eroina nel Nord Sardegna. Fra boss dello spaccio o aspiranti tali, prostitute-schiave, investigatori corrotti, pubblici ministeri che dalla vicecommissaria Senes si attendono un riscatto da lei invece respinto, Nada dovrà fare i conti con una vicenda ingarbugliata che la metterà ogni giorno di più di fronte ai fantasmi della propria esistenza e rinnoverà i traumi causati da una società incapace di comprendere la diversità. -
La matta bestialità. Temperalapis
Pubblicato nel 2002, ""La matta bestialità"""" spiazza piacevolmente i lettori di Todde che nemmeno un anno prima hanno fatto conoscenza con l’esordio de Lo stato delle anime: l’inizio della serie di noir storici aventi per protagonista l’imbalsamatore-detective cagliaritano Efisio Marini. La matta bestialità è invece il primogenito di un’altra famiglia di romanzi dell’autore, più rarefatti per ambientazione storica e geografica, inclini a un noir metafisico eppure molto materici, corporei. Il secondo romanzo di Todde – più volte ristampato e tradotto in Francia e Spagna – narra del meteorologo Ugolino Stramini, inventore di una climatologia sociale tutta sua, dove il tempo comanda le azioni umane. E al clima, oltre che a pulsioni «bestiali», è legata la serie di delitti che sconvolgeranno la sua vita, travolta da un turbine criminoso. Il viaggio verso l’essenza del male – che passa per la scoperta di un inedito canto del poema di Dante sul peccato della «matta bestialitade» – traccia infine anche il percorso purificatore di liberazione dalle leggi del corpo. Nel 2013 Todde aveva messo mano a una continuazione de La matta bestialità, con un lavoro che si protrae fino agli ultimi mesi di vita dello scrittore. Quel lavoro regala le oltre 80 pagine di Temperalapis, la storia incompiuta che vede il ritorno di Ugolino all’immaterialità: l’estrema prova del moderno surrealismo di Todde, chiusa sullo scenario di un nubifragio di sangue, con una pagina di spaventosa bellezza. Prefazione di Goffredo Fofi.""