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I buchi neri. Ai confini dello spazio e del tempo
"I buchi neri sono un'apertura verso qualcosa che sta al di là del nostro mondo abituale in diversi sensi. Un buco nero è un'estrema deformazione dello spazio e del tempo. Il suo contorno è un luogo, detto orizzonte degli eventi, dove un attimo si dilata in eternità e dove la luce resta sospesa immobile. Al di là dell'orizzonte c'è una regione senza ritorno, dove il tempo converge verso un punto ben preciso nello spazio. In questo punto centrale c'è un'infinita concentrazione di energia e le equazioni della fisica cessano di valere. E al di là di questo punto? Le simmetrie matematiche si aprono verso altri universi, o forse altri luoghi nello spazio e nel tempo. Questi corpi celesti tanto stravaganti sono entrati a far parte del nostro quotidiano grazie alla recente rilevazione delle onde gravitazionali, tenuissimi segnali che ci giungono da immani catastrofi cosmiche verificatesi alcuni miliardi di anni fa, a miliardi di anni luce da noi: il collasso e la fusione di coppie di buchi neri. Questo libro ripercorre le tappe dei processi di pensiero e di osservazione che ci hanno portato dapprima a immaginare la realtà dei buchi neri - e infine a incontrarla. E anche una rievocazione del mio personale coinvolgimento nella prima identificazione di un buco nero all'inizio degli anni '70 all'Università della California. È, infine, un assaggio della sfida che i buchi neri rappresentano per la nostra ordinaria illusione di sapere chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, cosa succede intorno a noi..."""" (Shantena Augusto Sabbadini)" -
Vite da cani. Le storie più belle
Da Turgenev a Pirandello, da Maupassant a Jack London, da Edith Wharton a Kipling, molti grandi scrittori hanno celebrato l'animale domestico che da più tempo vive insieme all'uomo. Intelligenti, curiosi, coraggiosi, fedeli, romantici, ma anche permalosi e pasticcioni, i cani sono protagonisti (o comprimari) di pagine memorabili sia per gli appassionati di letteratura sia per i cinofili. I racconti di questa antologia appartengono ai generi più diversi: il comico, il fantastico, il surreale, il gotico, il sentimentale, il fiabesco, l'horror... E provocano in chi legge una gamma di emozioni sorprendentemente vasta. Ma una cosa è certa: i cani di cui parlano non deludono mai e, alla fine, hanno sempre la meglio su ogni avversità. -
Parole in libertà. Infanzia, gioco e linguaggi poetico-narrativi
Il volume approfondisce il tema del gioco linguistico e delle potenzialità ludico-creative della parola nella letteratura per l'infanzia: dalla presentazione diacronica di materiale letterario e poetico significativo, alla riflessione critica sugli esiti fecondi della creatività linguistica volta alla formazione del giovane lettore. Il focus della ricerca si incentra su alcuni autori, in particolare Carroll di ""Alice"""" e Swift di """"Gulliver"""", ma anche su specifici filoni letterari (il nonsense anglosassone, i mondi rovesciati ed utopici di impronta popolare) e la più recente ed innovativa produzione a partire dagli anni Sessanta in Italia. Specificatamente l'apporto di Rodari, in questa direzione, si fa """"stemma"""" di una rinnovata espressione letteraria rivolta all'infanzia. Il suo contributo poetico e pedagogico per certi aspetti si accomuna all'esperienza creativa di Alfonso Gatto e di Toti Scialoja, di Roberto Piumini e Bianca Pitzorno, tra gli altri. La ricerca, rivolta agli studiosi di letteratura per l'infanzia, ai docenti e agli operatori nell'ambito della formazione, si propone di evidenziare il valore di una narrativa """"aperta al possibile"""", che scardina gli schemi codificati."" -
Persona. Adnotationes in lemma
Con la caduta, nella seconda metà del Novecento, di alcune filosofie dedite all'enfatizzazione teorica della classe o all'esasperazione individualistica del soggetto (o, al contrario, della sua inesorabile e un po' esausta decostruzione), ha ripreso vigore un'attenzione non spuria per la dimensione poco friabile della persona. Di qui un rinnovato interesse per il personalismo filosofico e pedagogico, ma anche l'illusione, probabilmente fatua, di poter tranquillamente rinnovare il sempre rasserenante heri dicebamus, come se i decenni trascorsi non avessero scavato e modificato in profondità anche la semantica della persona. Non ci si inoltra qui, però, nelle molte modulazioni (oggi molto appetite) delle interpretazioni personalistiche. Molto più semplicemente si getta uno sguardo retrospettivo, per ora, sul lemma persona, un lemma antico e sempre proteiforme, facile da fraintendere e facile da manipolare. Perciò non sembra inopportuna una breve ricostruzione storico-critica. Da Boezio alla Scolastica, da Valla a Serveto, da Hobbes a Mounier. -
Verso una scienza dell'educazione. Vol. 2
In un'ipotetica storia dell'idea di ""scienza dell'educazione"""" nella cultura italiana del Novecento non sarebbe corretto trascurare la demopedia del medico e psicologo """"della folla"""" calabrese Pasquale Rossi (Cosenza, 12 febbraio 1867 - Tessano, Cosenza, 23 settembre 1905)."" -
Ada Gobetti e l'educazione al vivere democratico. Gli anni Cinquanta di Ada Prospero Marchesini
Dal 1953, a cinque anni dalla promulgazione della Costituzione, Ada Prospero Marchesini Gobetti ha modo di sviluppare la sua Weltanschauung, democratica e laica, attraverso la sua attività di pubblicista e di responsabile di rubriche su ""L'Unità"""" e """"Paese Sera"""". I suoi numerosi articoli, che coprono molti generi, sono rivolti a illustrare il nuovo e diverso rapporto che il vivere democratico propone sia alle giovani generazioni che, in particolare, agli adulti, uomini e donne, i più disorientati e smarriti nel presente mutato. La scuola, con il rapporto alunni-insegnanti improntato sul rispetto reciproco; la famiglia, con la relazione di coppia, dialettica e non autoritaria, sono le tematiche emergenti dalla scelta dei suoi articoli educativi."" -
Sempre la solita minestra
Leone decise che era arrivato il momento di partire. Chiunque in paese sapeva che il suo sogno era fare l'esploratore, tranne una vecchia zia un po' sorda che pensava che lui volesse fare il dottore, e non c'era stato verso di spiegarle l'equivoco. Eppure, quando lo videro vestito con l'armamentario da viaggio, scarponi, zaino e tutto il resto, rimasero tutti un po' stupiti. L'opinione generale, ogni volta che l'argomento era capitato, era stata che col tempo avrebbe cambiato idea. Invece, Leone aveva continuato a leggere storie sul mondo e sulle sue meraviglie e a sognare ad occhi aperti. Età di lettura: da 7 anni. -
Su Schopenhauer. Marginalità filosofico-pedagogiche
In tempi di razionalità debilitata, di emozioni da educare, di visioni del mondo irrimediabilmente lontane dalle lusinghe del progresso da realizzare ad ogni costo, non è del tutto peregrino gettare uno sguardo veloce su chi delle peripezie della ragione è stato cantore forse inarrivabile. Peripezie sostanzialmente declinate come regresso costretto, come disavventura storica non revocabile, come frattura non sanabile. Da questa costatazione quasi banale è nata la curiosità di rileggere qualche pagina di Schopenhauer, autore spesso descritto come il cantore principe dell'irrazionalismo, ma a lungo corteggiato da una letteratura filosofica idealista e marxista che ha visto in lui il portatore di un paradigma fortemente interpretante. Schopenhauer è stato infatti per molti neo-moderni il maestro di ermeneutica, un maestro che li ha aiutati a comprendere il dissolversi di un mondo che si credeva e voleva solido, razionale, redento. Ma in lui non c'è redenzione, e rara redenzione si profila anche nel decostruzionismo di molti illuminati cantori delle nuove sorti progressive. Proprio quelle stesse sorti nude e dimesse che sembrano profilarsi per la pedagogia, prigioniera di volontarismi, esortazioni e ripetizioni tecnicistiche. La naturalità innatista schopenhaueriana potrebbe forse rappresentare, in materia, un farmaco da risveglio salutare. -
Indurare l'animus. Spunti paidetici da Seneca educatore
In un ambiente agitato dalla continua lotta per il potere, dove infieriva la repressione di Nerone e il suicidio era dato o per ordine o per timore di violenza, Seneca comprende che l'uomo non deve cercare di vivere a lungo, ma di vivere bene, giacché ""il vivere a lungo dipende dal destino, il vivere bene dipende dall'animo"""" (epist. 93, 2). Attualissimo nella volontà di conciliare il nuovo modo di pensare la vita con la pratica quotidiana, Seneca comprende che l'indurimento dell'animus, fortificazione di non facile conquista, è l'atto primo per essere padroni di se stessi. Nel presente studio, diverse sono le suggestioni paidetiche derivanti da Seneca educatore, e segnatamente dalle lettere all'amico Lucilio: la singolarità dell'esistenza, la necessità di una scelta libera, la solitudine dell'uomo nella società, il vivere per se stessi e per gli altri, la convivenza, elementi necessari per indurare I'animus, essenziali per un'educazione che non trasmetta conoscense e concetti precostituiti ma libera da condizionamenti e false valutazioni."" -
Il bambino e l'animale. Fondamenti per una pedagogia zooantropologica
Conoscere gli animali: spesso si parla dell'importanza di educare i bambini a un corretto rapporto con gli animali e a ragione perché la nostra società ha perduto quel contatto diretto con la natura e con le altre specie che, viceversa, caratterizzava la cultura rurale. I bambini di oggi conoscono Peppa pig non il maiale, Pongo non il cane, Bugs Bunny non il coniglio, Silvestro non il gatto e via dicendo. Urge quindi riconsiderare la relazione tra il bambino e gli animali come una componente insostituibile per favorire dei percorsi esperienziali e dei processi di apprendimento che siano in linea e coerenti con il suo vissuto. Per questo è fondamentale portare nelle scuole dei progetti didattici che abbiano come obiettivo lo sviluppo di conoscenze reali e concrete sugli animali. L'essere umano è sempre stato in rapporto con le altre specie e da questo rapporto ha costruito i suoi predicati più importanti. Abbandonare questa fonte è l'errore più grossolano che la pedagogia può fare. -
Sapere pedagogico e legittimazione educativa
Si ripropongono qui pagine di cultura pedagogica già apparse in anni lontani, sul finire del travagliato Novecento. Secolo travagliato con pedagogie travagliate ma vive, dinamiche accompagnatrici della formazione storico-politica di classi ascendenti e con il desiderio espresso di miglioramento delle proprie condizioni iniziali. Questo il passaggio necessario, in quegli anni, per una mobilità sociale ascendente e per la conquista di un posto consono a sé nella società mutante. Un compito che la scuola e l'Università hanno assolto con molta dignità. Poi sono arrivate le accelerazioni, i mutamenti di paradigma, le soluzioni salvifiche, l'efficienza strumentale, la centralità del successo economico... e la marginalizzazione della ""scuola per il cittadino"""". La scuola e la pedagogia sono state chiamate a """"professionalizzare"""", a guardare con occhio più che attento al mondo del lavoro, al tasso possibile di """"impiegabilità"""". Ma l'uomo dove si formava? Dove trovava gli spazi per la cura di sé, per la formazione di un'anima non utilitaristica e non utilizzabile da altri? E i maestri, di cosa erano maestri? Continuavano a formare spiriti critici o ammaestrati esecutori di piani governativi o super-governativi?"" -
Athìnganos-Zingari. Arte e baratto
Lo scopo di questo volume è quello di approfondire la conoscenza della storia e della cultura romanì. Per farlo, l'autore analizza tre segmenti cruciali: la storia, l'arte e l'economia. Temi scarsamente trattati in precedenza ma tuttavia fondamentali nella ricostruzione di un'identità spesso relegata ad ambiti esclusivamente sociologici. Unica nel suo genere, l'etnia zingara è trasversale antropologicamente a molte civiltà con le quali è venuta in contatto e con le quali ha convissuto e interagito per molti secoli. Tracce di questi processi sincretici sono rinvenibili tutt'oggi nei rituali, nelle lingue e nell'arte di molti paesi. ""Gente del mondo"""" il cui cammino si insinua tra le pieghe della storia in senso esteso, a volte con ruoli da protagonista. Affonda le proprie radici nella terra di tanti popoli traendo linfa dalla medesima """"madre"""", così da preservare se stessa e assomigliando a tutti."" -
Educazione alla cittadinanza e bisogni educativi speciali. Un incontro necessario
L'ipotesi di fondo della presente opera è quella secondo cui tra l'educazione alla cittadinanza e l'inclusione scolastica e sociale delle persone con BES non solo non sussiste una linea di demarcazione (pur considerata labile e inconsistente), bensì, superando ogni concezione settoriale, si viene a determinare un vero e proprio processo osmotico. Muovendo dai pronunciamenti delle organizzazioni internazionali (ONU, OCSE, UNESCO) e dei soggetti politico-istituzionali europei, fino ad arrivare alla normativa di primo e secondo grado emanata per lo specifico nel nostro Paese, si è potuto attivare un percorso improntato alla metodologia della ricerca-azione che da un lato ha permesso di dimostrare la fondatezza dell'ipotesi originaria e dall'altro di esperire processi e strumenti operativi da intendere come prototipi esplicativi efficaci qualora si intendano concretizzare le migliori condizioni per garantire agli alunni con BES il soddisfacimento dei diritti di cittadinanza in ambienti la cui cultura di fondo deve necessariamente essere inclusiva e democratica. -
Quando la scuola ritiene di preparare alla vita. Sviluppare competenze o insegnare diversi saperi?
Le democrazie mettono la scuola sul banco degli imputati. Legittimata in passato dalla sua storia e da un progetto politico che non si discuteva affatto, le viene intimato oggi di spiegarsi. A che cosa forma? Cosa ci si deve aspettare da essa? Chi può deciderne? E come, in seguito, essa può attuarne il progetto? Si è d'accordo, volentieri, che si tratta di «preparare alla vita» e di trasmettere «i fondamenti della cittadinanza». Ma cosa sono questi? E, supponendo che si possano definire in maniera unanime, la scuola ha gli strumenti necessari per insegnarli? Quali trasformazioni ciò implicherebbe nell'organizzazione degli insegnamenti, nelle scelte delle discipline e dei programmi, e nella formazione degli insegnanti? Philippe Perrenoud, specialista delle questioni d'insegnamento e d'apprendimento, esperto internazionale in materia di curriculum, sociologo dallo sguardo acuto, ma sensibile agli interrogativi pedagogici, osa porre questi problemi. Egli passa in rassegna, in quest'opera, i problemi fondamentali - e troppo spesso ignorati - della nostra Scuola. Perché questo fascino contemporaneo per le competenze? Cosa si mette esattamente dietro questo termine? Tutte le discipline possono insegnarsi attraverso le competenze? Come rendere compatibili il rispetto delle discipline tradizionali e la domanda sociale d'una Scuola che prepari veramente alla vita, in tutte le sue dimensioni? In mezzo a turbolenze sociali e istituzionali attuali, Philippe Perrenoud sostiene un metodo ragionevole di definizioni delle nostre priorità educative e scolastiche. Affinché le democrazie si riapproprino della Scuola. -
Progettare, programmare e valutare l'attività formativa
Mantenendo pressoché immutata l'architettura e la scansione tematica delle edizioni precedenti, nonché la sua finalità precipua di guida metodologica alla programmazione per obiettivi - introdotta da una discussione critica adeguatamente approfondita delle questioni-chiave che ne costituiscono il sostrato teoretico-problematico -, questa terza edizione di ""Progettare, programmare e valutare l'attività formativa"""" è stata completamente aggiornata nel complesso dei riferimenti al quadro normativo, alla letteratura scientifica, al processo di evoluzione storica del nostro sistema scolastico-formativo e agli sviluppi maturati nell'ultimo decennio nell'elaborazione di modelli teorico-metodologici e di tecniche e strumentari operativi utili alla programmazione."" -
Test di valutazione precoce della competenza matematica. Uno strumento per l'infanzia e la primaria. Con gadget. Con 45 Carte
L'apprendimento di abilità specifiche e di competenze a scuola è da anni obiettivo prioritario della ricerca educativa. L'elevato tasso di fallimento e i bassi punteggi nei test nazionali e internazionali (INVALSI, OCSE-PISA), con particolare criticità per la competenza matematica, sono oggi considerati in Italia un'emergenza educativa nazionale. Diversi studi convergono sull'idea che la competenza ""matematica precoce"""" può essere un indicatore importante in una prospettiva di prevenzione della disaffezione e difficoltà negli apprendimenti. Risulta pertanto necessario disporre di strumenti che consentano la valutazione dei livelli di sviluppo della competenza matematica, e, per chiarire immediatamente la finalità educativa di tali valutazioni, non a fini diagnostici, ma per impostare mirate e più idonee progettazioni didattiche. È proprio in questo orizzonte e in questa traiettoria che si pone il lavoro di ricerca proposto nel volume: adattare alla popolazione italiana uno specifico test realizzato dall'Università di Utrecht, l'Early Numeracy Test-rivisto (ENT-r) per offrire a maestri, insegnanti e operatori del settore uno strumento per individuare possibili problemi nell'apprendimento matematico all'inizio della scolarizzazione. Il gruppo di lavoro che ha realizzato il progetto di traduzione, adattamento e validazione del test ha visto la partecipazione di due università (Sapienza di Roma e Università di Trieste), ed è nato sulla scia di un dottorato di ricerca in Psicologia sociale, dello sviluppo e della ricerca educativa."" -
Le nuove schiavitù. Il diritto di dimenticare, il dovere di ricordare
Il fascino degli incontri con i bambini dell'Africa sub-sahariana è il tema principale trattato nel presente volume, oltre al quale, emerge una descrizione inerente il triste e drammatico fenomeno della schiavitù. Seppur non esistono più le catene nei polsi e nelle caviglie delle persone, esistono quelle invisibili, ancora più pericolose. Come quelle dei bambini soldato, nel nostro caso, quelle degli ex bambini soldato. Le strette di mano, gli sguardi, i sorrisi, le lacrime nascoste, rappresentano il senso concreto di una vita impegnata a cogliere i segreti e le storie di migliaia di persone indifese. Per decenni a ""caccia di umanità"""", l'autore ha percorso i sentieri della solidarietà, tentando di compren- dere i significati della storia di un mondo indifferente che non ha saputo suddividere in egual misura, ricchezze e sofferenze. Tra mille silenzi e voci appaiono le """"vite di scarto""""."" -
Formazione professionale, didattica accademica. Concetti, intersezioni, applicazioni
Lavoro, adulti, università. Grandi sfide per l'educazione e la pedagogia. Si cerca qui, in primis, di sistemare le definizioni concettuali di quel versante del mercato del lavoro che è la formazione professionale, mettendo in luce le proprietà fondamentali della nozione principale di cui si occupa: la qualifica professionale. Una serie di schemi concettuali, chiarificano il funzionamento di questi ambiti delle società umane e offrono spunti per un'analisi delle politiche formative che tengono conto di dati e informazioni statistiche ed euristiche esistenti ma non si fermano a essi: l'intento è anzi di favorire l'avvio di indagini empiriche su basi ipotetiche più solide e la costruzione di set di dati in grado di integrare quelli oggi disponibili. In secondo luogo, si affronta un'intersezione tra le più importanti e feconde: quella tra formazione professionale e vita adulta. Si tratterà soprattutto di definire differenzialmente l'educazione degli adulti come campo di studio, e di intendere a quali fenomeni e a quali pratiche concrete esso si rivolga e possa contribuire. Rifiutando quell'identificazione tra studi di educazione degli adulti e metodologia didattica delle attività formative rivolte ad adulti, che prevale nella letteratura sul tema. Si prova a ripartire ab imis, identificando i fenomeni e, tramite la loro definizione, si mostra l'estensione e la problematicità di un campo di studi che interroga la frontiera aperta dell'umano in questo crinale tra intelligenze meccanizzate e collettive e fragili individualità. Infine, si tenta un'applicazione di quanto elaborato al caso della didattica accademica. Campo interessante quant'altro mai per i pedagogisti, messi alla prova più dura: mostrare coerenza tra quanto professano e quanto realizzano. La sfida è di applicare dottrine e teorie sull'insegnamento, sulla formazione e sull'educazione, a quanto si fa e si realizza concretamente nell'attività quotidiana con gli studenti. Senza compromessi che attenuino la forza teoretica e metodologica dei concetti, e senza velleitarismi che ne metterebbero a rischio la preparazione agli studi, al lavoro, alla vita. Assumendo infine, come punto d'attacco concreto e come terreno di proposta, il tirocinio, vero banco di prova per i corsi di studio pedagogici. -
Pseudo Boezio De disciplina scholarium
Usato durante il Medioevo come testo guida per l'insegnamento a giovani studenti, il ""De disciplina scholarium"""" fu composto probabilmente tra gli anni '30 e '40 del XII secolo e falsamente attribuito a Boezio. Il testo, senza tentare una soluzione definitiva dell'eterno problema dell'educazione, offre una testimonianza viva di un costume, di una prassi, ma soprattutto di un modo virile e lineare di considerare i valori, l'uomo, la complessità del rapporto educativo, la problematicità della compresenza di scientia e virtus. Edda Ducci curò il testo nel 1967 e lo presentò con il titolo """"Un saggio di pedagogia medievale. Il De disciplina scholarium dello Pseudo Boezio"""". Grazie ad una lunga introduzione e alla traduzione, ella ha il merito di aver posto nella giusta luce il problema della pedagogia medievale senza forzature né anacronismi, basandosi sul solido terreno dei testi e della documentazione. Il tema che guida lo spirito della traduttrice può enuclearsi intorno al concetto di disciplina-paideia, oltre che sul risalto del carattere fortemente umano, e spesso anche umanistico, del """"De disciplina scholarium"""". Ritornare oggi alla lettura di questo testo significa chiedersi come comunicare il vero e il bene. Ma anche, e soprattutto, in che misura il soggetto """"debba modificarsi"""" per rendersi disponibile all'acquisizione del vero e del bene."" -
Lo sviluppo delle competenze. Aspetti educativi e metodologico-didattici
Il presente lavoro intende offrire spunti di riflessione sugli aspetti educativi che guidano gli alunni nell'acquisizione di competenze in campo formativo e spendibili nell'articolato contesto sociale. L'itinerario metodologico-didattico traccia le strategie della didattica, mentre le istituzioni educative sono chiamate a favorire lo studente nell'acquisizione delle competenze utili alla sua formazione, orientando i giovani nella complessità della realtà e consentendo loro di innestare in un unicum i diversi campi del sapere, appartenenti a discipline apparentemente non comunicanti tra loro.