Sfoglia il Catalogo ibs034
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 1201-1220 di 10000 Articoli:
-
Il libro o la vita (manuale di disintossicazione)
Che cosa è che lega Guy Debord ed Umberto Eco, Amos Oz e Massimo Troisi, Nanni Moretti e Giuseppe Pontiggia, Giorgio Manganelli e Marguerite Yourcenar, Virginia Woolf e Cesare Zavattini, tanto per citare solo alcuni nomi, fra i tanti, evocati nelle pagine, colte ed impertinenti, di questo Il libro o la vita (manuale di disintossicazione)? Facile, no? I succitati intellettuali sono tutti sacerdoti di una religione che, a dispetto delle tante crisi attraversate e della sua indiscutibile pericolosità, resiste eterna ed immutabile: la fede sacra del Libro, il culto immarcescibile della Letteratura. In questo libro, Linnio Accorroni, attraverso l'effervescente ping-pong dialettico, serrato e caustico, elegante e prosaico, fra due irresistibili interlocutori, sciorina non solo le supreme virtù del sacro dogma del Libro, ma anche i suoi inconfessabili vizi, le sue perverse aporie, la sua sostanziale inutilità. Uno difende le sorti magnifiche e progressive della lettura e della letteratura. L'altro, lettore cinico e disincantato, dimostra che il libro fa male e che la Letteratura, oltre che inutile, è cosa dannosa e guasta. Perdonabile è colui che, come dice Rimbaud, perde la propria vita «per delicatezza», ma folle è perderla a causa dei libri. Nel finale, si spalanca qualche salvifica ipotesi di sopravvivenza. Si può forse quindi scampare al libro, al mondo, alla vita, a noi stessi, insomma. -
Cani sciolti
È da poco finito il primo decennio degli anni Duemila quando Anna e Riccardo si incontrano. Entrambi frequentano l'università e portano con sé il peso di una complessa realtà familiare e di esperienze difficili. Riccardo racconta in prima persona, e fin dal principio comunica l'incertezza del ricordo e della memoria: la storia d'amore con Anna rappresenta non solo una tappa importante della sua educazione sentimentale, ma il momento cruciale della sua formazione di uomo che si compie nel momento di frattura della loro relazione malsana, il culmine dei disagi vissuti e provati nella loro infanzia. Il racconto è materia incandescente, instabile, che richiede uno sforzo quasi fisico nella narrazione. La velocità travolgente e gli effetti ansiogeni e deleteri della rivoluzione digitale, del farsi e disfarsi dei rapporti, delle notti passate a bere e dell'insicurezza per un domani sempre più oscuro filtra in una lingua che si scompone proporzionalmente al perdersi di lucidità e razionalità. Cani sciolti racconta in presa diretta una generazione inascoltata, che si è formata nella costante privazione della speranza in un futuro prospero. -
Tutte le cose che chiudono gli occhi
All'improvviso scende un grande silenzio/ e un ordine pallido/ si dispone nella casa. I pasti serali hanno la disciplina delle cose fredde/ dei corpi tenuti a distanza. Nessuno/ guarda la sedia vuota al suo fianco. Lì c'è un luogo in cui la luce arriva piano/ il punto che ci guarda/ e va taciuto. Prefazione di Serofilli Valeria, -
Disadorna
«Oggi il tempo è questo battito d'ali / un velo sospeso, l'abito blu / che indossava mia nonna / così raccolta e composta / nel suo corpo senza dimora / l'ignota bellezza dell'abbandono. / Mentre io che volo solo un giorno / prego in questo tempio disadorno / nutro il fuoco fra le mani / la scintilla che si accende al risveglio.» -
Cammino al centro delle tue ferite
«Il vento ha piegato i rami degli alberi / come il bruciore alla spalla / ai tendini / ha sfibrato i contorni dei muscoli. / Mi trovo qui, / in questa zona del paese / vicino alla collina. / L'altrove contiene l'aria. / Foglie danzano cullate dal respiro, / anime. / Sul davanzale il gatto / bussa alla finestra / attirato da cose buone. / Il locale cucina / profuma di minestra. / Delizia, addirittura poesia / mia inerte idiozia.» -
Indice sommario di sbiadimento
È questo poco sole/ nostro vero ricovero / o fresca croce d'oblio / l'obliquo uscio dalla / nebbia latebra: la vita / ch'era diventata seria / al principio dell'azzurro/ dove s'assiepa il gelo / parla stanca e scompare. -
Il bambino d'oro
Un uomo di circa cinquant'anni viene travolto da eventi che lo catapultano nel suo passato in cui i riti puberali condivisi con Bea riemergono prepotentemente suscitando vere e proprie ossessioni maniacali. Affetto da masturbazione compulsiva entra in terapia per riuscire a controllare la sua complessa emotività legata alla sessualità poliforme e al senso di inadeguatezza che ha messo in crisi il matrimonio e la sua vita. La psicoterapeuta gli propone una strana e originale terapia per guarire... -
Tu canto celeste
«Io scrivo e mi piego per non ucciderti, / scavo nel mio petto, chiamo altro amore, / pianto mazzi di frecce in mezzo al cuore.» «Tu raccogli i semi sparsi d'estate / rendi baci da pensieri distratti / accetti un'invasione senza resa; / principe di vita tu mi hai dato fogli / di scrittura per cantare il candore / della nostra storia, l'intaglio / celeste della tua incisione.» Postfazione di Fiorella Baldinotti. -
Il pianeta Sciascia
Un pianeta complesso quello di Leonardo Sciascia, abitato da personaggi controversi e governato da leggi incontrollabili. Ma la sua orbita ruota attorno all'unica forza in grado di farlo muovere: quella della verità. Verità che diventa quasi ossessione per lo scrittore, un obiettivo da raggiungere a ogni costo, nonostante tutto. Sciascia, in un contesto storico i cui avvenimenti pesano enormemente sulle spalle di una società che si sente impotente e disorientata, crede fermamente che l'unica missione dell' intellettuale dell'epoca sia quella di, dati alla mano, riportare fatti, denunciare soprusi, svelare retroscena di eventi che i più tentano invece di insabbiare. Conscio di chi sono i suoi amici e, soprattutto, i suoi nemici, si fa portavoce di una giustizia che aveva perso molto, col tempo, del suo significato originario. -
Volarsi dentro
«Ho incontrato Bill nel 1965 a Chicago tramite un amico, che mi aveva parlato di questo straordinario giovane poeta che faceva i turni di notte in ospedale svuotando gli orinali. Una domenica pomeriggio mi accompagnò nella pensione dove viveva Bill per farmelo incontrare. Abbiamo bussato a lungo prima che ci aprisse per farci entrare in una stanza piena di libri, bottiglie di Pepsi vuote e un enorme poster di Monica Vitti appeso sopra al letto. Ci ha offerto una Pepsi e siamo stati per ore a parlare di poesia.» (dall'introduzione di Charles Simic) «Questa antologia vorrebbe mostrare come l'anticonformismo di Bill Knott non sia mai una compiaciuta e trasandata allergia punk ai marchi poetici: traendo nutrimento da un'ironia obliqua e talvolta surreale — complici le eccentriche combinazioni linguistiche e una particolare elasticità della sintassi — la scrittura poetica di Knott costruisce, attraverso la catarsi e il ragionamento spietato e autocritico, una metafisica del dubbio che cerca disperatamente di sublimare lo stato di precarietà e frustrazione dal quale inevitabilmente pare avere origine ogni intuizione poetica.» (dalla postfazione di Bernardo Pacini) -
Matilde
Si è aperta una voragine sotto di noi/ catapultati in un mondo al rovescio/ dove gli opposti si scambiano di posto/ mi tormento/ mi hai lasciato sola o ti ho persa io? Postfazione di Valentino Ronchi -
La disciplina della nebbia
«Benché abbiano imparato / gli occhi miei / a piangere ogni morte / così come il cuore / a benedirne l'approdo / sento in me chiunque / abbia vissuto / e vive.» Prefazione di Antonella Sbuelz. -
Capricci e altri capricci. Da Goya a Tiepolo. Ediz. illustrata
Giuseppe Rizzuto, napoletano di nascita, ha lasciato la città partenopea dopo la laurea in Germanistica conseguita nel 1974, trasferendosi in Germania a insegnare come lettore d'Italiano presso le università di Bonn e Colonia. Tornato in Italia per concorso vinto, ha insegnato Tedesco a Portogruaro presso 1'I.T.C.S. ""G. Luzzatto"""". Grazie a una seconda laurea in Filosofia conseguita presso l'Università Ca' Foscari di Venezia ha potuto completare il suo percorso professionale su una cattedra di Storia e Filosofia presso il liceo """"XXV Aprile"""" di Portogruaro. La poesia è stata dagli acerbi e ingenui tempi liceali, per molti e molti anni, soprattutto una fedele e discreta compagna di uno sviluppo biografico ricco di incontri e passioni, e solo con il primo libro pubblicato nell'ottobre 2020 Rembrandt, L'Antico Testamento e Spinoza (Visystem) ha fatto un deciso passo verso la luce pubblica. Capricci ed altri capricci. Da Goya a Tiepolo s'inserisce in questo più recente solco di ricerca e di espressione."" -
Piano terra. Poesie 2017-2022
«Le poesie di Signoracci sorprendono per il contrasto fra l'aspetto formale, che è colloquiale, quotidiano, e il contenuto profondo del senso morale.» (Dalla postfazione di Giampiero Neri). -
Minutaglie
Minutaglie sì, ma minutaglie indispensabili questi racconti cesellati e un po' dolenti di Luigi Poggioli. Piccoli quadri, schizzi, abbozzi di persone, luoghi e ricordi che, messi assieme, uno via l'altro, fatti scorrere, realizzano una piccola magia: mettono in scena una vita. -
Spazialità. Scavi dell'avvocato Spaziale
«Ci piace, in lei, l'assenza di pregiudiziali percepibile in ognuno dei testi in versi e in prosa, che poi, più o meno esplicitamente, raccontano tutti la principale dote dell'inquieto Spaziale: misurarsi – attraverso scavi che fa in proprio e ai quali si sottopone, a volte consapevole e incurante, altre ignaro e incurante – coi baratri delle domande fondative e con le conseguenze dell'aggirarsi smarrito lungo i capziosi labirinti della sua professione, che è l'avvocatura, sì, dietro la quale si dissimula, con nonchalance allegorica, la vita». (dalla postfazione di Fabio Ciriachi) -
Lo spirito del tempo
Scritto sul finire degli anni Novanta, Lo spirito del tempo è il secondo libro di Antonio Pacchiarotti a essere pubblicato e fa parte di una trilogia in cui il protagonista è sempre uno scrittore. Qui è un giovane di nome Edoardo: sarà quella di promettente critico enogastronomico la sua strada? Di certo importa che il lettore avverta la necessità di quella sorta di gioco esistenziale che le pagine man mano compongono. -
Palazzo Briganti Bellini. Il museo di se stesso. Ediz. illustrata
Palazzo Briganti Bellini sito a Osimo è oggi proprietà dei Barberini. Costruito in mattoni a faccia vista e arricchito da elementi barocchi che ne esaltano le geometrie, è un monumento di storia, tradizione e architettura della città e delle Marche. Negli ultimi anni, una delle fonti principali di conservazione del patrimonio artistico e architettonico è il ""Reuso"""" del bene, cioè il Restauro e l'Uso della preesistenza per destinazioni compatibili che coinvolgano la cittadinanza senza mortificare l'impianto originario. L'autrice presenta l'analisi storico-critica sul palazzo e una proposta di intervento che promuova il Palazzo come museo di se stesso e istituto culturale per la sua importanza storica e documentaria e che valorizzi, tramite la fruizione del bene, la cultura e tradizione agricola del monumento e della città."" -
Vista parco
«È sorprendente come le parole a volte leghino quel che è stato al momento presente, a quel che saremo, come ci stiano accanto in attesa di essere scritte da occhi differenti in grado di scomporre e ricomporre quel dialogo incessante e muto tra l'individuo e le cose. Ecco, è questo il mestiere di Manuel Lantignotti, essere differente: la sua lingua fatta di strappi e carezze ci restituisce la complessità di questo mondo/di chi vi abita andando dritta al punto e oltre, gettando le fondamenta per nuovi ponti di senso, discostandosi in maniera netta e consapevole dalle tendenze poetiche del panorama italiano di questi tempi. Questo suo accentare la vita è spinto da una corrente di risacca che si è formata attraverso l'assimilazione di ciò che è stato detto prima di oggi e dalla ferma volontà di non genuflettersi in alcun modo all'altare dell'immediatezza: di testo in testo la si può osservare questa forza che si muove in direzione contraria, trasportando il lettore lontano da qualsivoglia porto sicuro dove poter percepire e non comprendere mai. E un dettato intimo con riflessi di universalità quello di Lantignotti, un ardito ed eccitante ménage à trois dove soggetto, oggetto e affettività necessitano di una continua compenetrazione reciproca per definirsi pienamente; un lavoro tanto misurato quanto potente che ci consegna una voce impastata di tradizione e contemporaneità, uno sguardo rivolto all'impossibile, un urlo di poesia in piena faccia.» (Gabriele Borgna) -
Riserva di caccia
«Ora lui si nasconde in officina a bere il vino che ordina in damigiane dal Monferrato. La sua casa conserva un'impronta di unto e le ultime gocce dell'insegna benzina. L'occasione era stata la strada, la linea nera pennellata in quota: ma è la nipote ad aver conservato quel nero, invero solo sulle unghie e intorno agli occhi, prima di uscire la sera. Se ascolto percepisco lo svuotamento: mi sembra di sentire il rivolo, il suono che fa la parola sogno mentre scende nell'imbuto.»