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Titoli omessi o rimossi di un perplesso
Raccolta di poesie. -
Il cammino di Viola
Andrea è un ragazzo di trent'anni che fa l'aiuto fotografo presso un importante studio fotografico di Milano e nello stesso tempo scrive. Un giorno incontra nello studio fotografico una modella, Ludovica, e ne è fortemente attratto. Con la scusa di recapitarle il book fotografico, si fa dare il suo indirizzo e comincia a seguirla. Scopre così che si frequenta con un uomo più anziano che ha molto in comune con Guido, il personaggio del suo libro. Là scatta qualcosa. Capisce che dentro la storia dei due potrebbe esserci il romanzo che sta scrivendo. Il cammino di Viola è la storia di un uomo che passa le sue giornate a cercare di capire cosa resta di sé, e il romanzo, forse, potrebbe essergli d'aiuto per svoltare. La Milano da bere, il mantra neo-liberai che il successo (o il fallimento) sia sempre una scelta, gli amici, una modella tanto idealizzata da trasformarla nella protagonista della sua storia, lo accompagnano. Confuso tra realtà e finzione, incapace di liberarsi dalle sue storie, pur riuscendo a pubblicare il romanzo, Andrea cade dentro un buco oscuro. Poi, un improvviso slancio lo porterà a vivere una vera esperienza che, anche attraverso il cammino di Compostela, gli farà trovare la propria identità. -
Salmo rubro
«e fu apertura di catrami / e linfe ribollenti / e sassi sgomenti nel frantume / e acqua superati i cieli / e fiamme devote alla smisuratezza / e rossi sgominatori di ricordanze / e guaine cancellatrici di doloranze / e neri di ossidante rarità / e rossi di ninfale virilità / e neri in parentesi di attività / e rossi ricostitutivi di filiale sacertà.» -
L'erranza
«L'erranza di Anita Piscazzi costringe al raccoglimento e a una sorta di superamento delle rassicurazioni del realismo narrativo. E una poesia che si spinge o che ritorna nella sua parte più immateriale, impalpabile, metafisica, miste-rica. L'io che qui si manifesta, ""seppure esule"""", è certamente unitario — e quindi il principio di realtà è in qualche misura riconoscibile —, ma il canto delicato di queste poesie spinge il sentire, i sentimenti e le percezioni in luoghi indefinibili e affascinanti, perché """"l'occhio mio non vede che l'eterno"""". Il cammino di questa poetessa avviene ai confini più estremi del silenzio (""""nel silenzio esondo, resto, affondo""""), del superamento delle concezioni più consuete dello Spazio e del Tempo, della visione di universi lontani e di abissi interiori — laddove, cioè, s'ode """"l'eco della non esistenza"""". È un misticismo sorvegliato, sobrio, umile, e tuttavia sapiente, di fattura raffinata; un rigoroso e ostinato """"trasumanare senza fine"""", perché per Anita Piscazzi la poesia non è sentimento immediato e sfogo confessionale, ma calibrato ed elegante cammino — quasi un'estatica danza crepuscolare — nei segni dei misteriosi varchi e passaggi metafisici della vita, da guardare con occhi diversi per acciuffare ogni volta, in questo dire teso e docile, """"lo spirito immateriale"""" (""""sono tesa agli influssi dello spirito"""")...» (dalla prefazione di Andrea Di Consoli)"" -
Fernweh
«""Fernweh"""" è l'opera prima di Eugenio Griffoni, se si esclude la precedente raccolta autopubblicata a fine 2020 dall'emblematico titolo Fuori dalla tana in cui """"improvviso e mutevole"""" con coraggio e determinazione si consegnava al mondo. Un'opera, questa, densa e corposa in cui emerge nitido e lampante il sacro fuoco che, prescindendo da ogni disanima, pervade l'autore» (dalla prefazione di Giorgia Monti)."" -
Arcani sentieri
Inusuale abbinare nello stesso libro prosa e poesia, quanto non molto usuale è abbinare due autori. Ma a queste poche e preziose pagine il doppio miracolo riesce: le poesie di Enrica Loggi e le prose di Antonella Roncarolo sembrano darsi il braccio come amiche in passeggiata, curiose e un po' sognanti, confidandosi, parlottando, raccontandosi (e raccontandoci) di boschi vivi e magici, di natura, alberi, animali, sguardi e stagioni, leggende e fantasie. Della vita, che tutto permea di sé. E, va da sé, degli uomini, che questa vita ora amano e assecondano, ora maledicono e infangano. -
Il tocco dell'ignoto
«La raccolta ""Il tocco dell'ignoto"""" è segno della maturità poetica di Stefano Iori. La sua poesia incontra le cose e gli esseri del mondo ordinario in maniera più immediata e piena di quanto non permetta l'esercizio del pensiero concettuale. La fantasia dell'autore può correre così verso l'aurora della parola, fino alla trascendenza che affiora in ogni singolo componimento con vigore sottile. Il flusso poetico segue una linea salmodica e procede per coppie di parole-concetti: silenzio/voce, vuoto/pieno, dentro/fuori, corpo/pensiero. La dualità innesca il crescendo di domande e risposte che porta Iori a volare oltre i confini della ragione comune per dialogare con l'ignoto, dimostrando che la realtà è diminutio della realtà poetica. Il testo è animato da un moto alternato: ai versi si intrecciano brevi prose nutrite dalla sapienza ebraica e opportunamente innervate da citazioni filosofico-letterarie. Tale formula fa sì che poesia e saggistica vengano a combinarsi in una narrazione di seducente vitalità.» (Flavio Ermini)"" -
Filottete ovvero i vuoti ancora da sfamare
Il poemetto narra, a partire dalla vicenda dello sfortunato eroe greco, tutte le storie in cui l'essere umano rivela la sua tragica solitudine; ma non si arrende e, seppur a fatica, sprigiona forza e coraggio. Protagonista come in un romanzo sono anche i personaggi mitici come Priamo, Palamede, Ifigenia, Calipso, portatori di sentimenti eterni e universali, che vivono il tempo disperante dell'abbandono e del dolore, prima del momento fatale della morte. -
Cronache dalle rovine
«ha piovuto il sentiero è sparito / spariti gli uomini il bosco / tornato più prossimo a Dio / se muoio qui di introspezione / verranno a prendermi i cinghiali / eccoli in branco ingrugnire / sotto cieli rovinati dai caccia americani / sotto cieli disumani / sono a un passo / oltre le eriche ritorte / affamate / li ho chiamati / se muoio qui di silenzio o di senso / verranno a prendermi gli uccelli a brevi voli / un canto funebre per echi e lontananze / omelia di foglie accese dai venti / c'è più pace fra i selvaggi / più speranza di pietà / in mezzo ai monti.» -
Primavera. Ediz. illustrata
Catalogo pubblicato in occasione della mostra Primavera di Michele Ambroni, galleria Bluklein, Cesena, 25 marzo-29 aprile 2023. -
Scuola di scrittura (confinamenti)
«In questa poesia non succederà niente perché è già successo tutto altrove. / E anche se c'è la cosiddetta urgenza di dire in effetti qui non succederà niente perché è già successo tutto altrove. / E anche quello (quella) che si para di fronte e fissa qualcosa (qualcuno) e forse vorrebbe dire (gridare bisbigliare) poi non dirà griderà bisbiglierà niente perché è già successo tutto altrove.» -
Fioriture
«È tempo / piegati alla parola / che custodisce / l'arcano del tuo esilio / e — come un marinaio — / spiega la vela / e librati sul mare.» -
Tutto compreso
Sprazzi di esistenze in tempi e luoghi diversi animano questi racconti di Germana Duca, lascito — anche linguistico — di piccoli o grandi eventi legati alla sua biografia. Per come sono scritti e per la loro esemplarità, essi arrivano dritti al cuore. Chi legge si può riconoscere in ciascuna vicenda e nell'insieme dell'opera - simile per natura, un giro di giostra fra ""nomi scagliati ra, verso l'infinito"""" e continui mutamenti. A renderli accettabili la fiducia nella bellezza della vita. Quell'onda che, come ogni amore e ogni narrazione, non si sa da dove venga, ma sempre dona speranza. Il realismo magico di molte pagine, popolate di alberi, animali, persone, contribuisce a connettere fatti e fantasia, visibile e invisibile, sogno e coscienza."" -
In principio era la paura
«Che l'emergenza non finisca / Che i cinema siano vuoti / Che le strade non siano attraversate / Se l'amore vuoi rendere all'amore / E stanotte il tuo piacere al mio piacere / Unire, confondere e brunire / L'anello d'oro del tuo regno. / Scambiato, versato / Di giorno al giorno in queste notti, / Contagiati, dispersi, costretti Dal fianco al fianco / A sommarci, aderirci, divorarci.» -
Della nostalgia
Protagonista di questo poemetto in cinque canti è il sentimento umano certamente più avversato dalla modernità. Figlio di Razionalismo e di Scientismo, il mondo moderno non può che opporsi all'atteggiamento di chi ""ha gli occhi rivolti all'indietro"""" (alla storia del proprio io o a quella delle umane civiltà) con un misto di rimpianto ed urgenza di riappropriazione. Il dolore per non esser più ciò che si è stati —tema caro alla letteratura universale dall'Odissea in poi — sembra dover sempre esser depurato dai dubbi sulle """"magnifiche sorti e progressive"""" che tanto occupano l'uomo contemporaneo. Come se il tipo nostalgico dovesse preliminarmente scusarsi per non riuscire a pensare tutto il bene possibile del presente e (a maggior ragione) degli eventuali futuri in agguato. Tanto che frasi fatte come """"vive di nostalgie"""" o """"guarda solo al passato"""" si applicano, oggi, agli infelici o agli incapaci di costruirsi un destino di speranza. Campo di lotta di Nostalgia è qui il corpo-mente di un umano che — dalla fanciullezza alla vecchiaia — avverte, patisce, vive e muore occupato da questo prepotente, pericoloso ed impudico sentire. Dal nòstos dell'infante (che potrebbe esser solo, follemente, il suo riassorbimento nell'utero materno) a quello dell'adolescente che già avverte la propria infanzia come perduta età dell'oro, dal sentimento del giovane che non può più esser tutto e il contrario-di-tutto alla tristezza dell'uomo maturo per cui i giochi della vita sono ormai definiti sino alla follia dell'anziano che ravvisa in nostalgia le ultime occasioni di opporsi al destino imminente, il libretto di Gorret esalta il """"furor"""" nostalgico e insieme celebra la tragicità di ogni esistenza."" -
Potrai dire che mi conoscevi
Il libro esplora il tormentato panorama dei rapporti padre-figlio, i rischi del contatto e l'impossibilità di vivere senza. Il giovane squattrinato Jamie Gardner vive giornate trasandate a San Francisco nell'era del boom di Internet, senza progredire mai nella sua carriera di produttore radiofonico e circondato da amici tali e quali a lui, amanti del divertimento a ogni costo. Questo almeno fino a quando non riceve la telefonata che ha sempre temuto: Teddy, il padre che non l'ha mai accettato, è morto e per il figliol prodigo è tempo di tornare a casa, alle grigie distese di asfalto, case e capannoni del New Jersey e alla famiglia fredda e anaffettiva da cui era fuggito anni prima. Quello che imparerà durante la sua permanenza cambierà per sempre la sua vita. Intrappolato tra il senso di colpa che vuole cancellare e il dolore che non riesce a manifestare, Jamie trova consolazione in una scatola di foto e ricordi del padre trovata in soffitta, con un'etichetta ""1960"""", e piena di immagini e lettere di un amico del padre, Dean Foster, partito un giorno in cerca di successo. Per Jamie sarà l'inizio di una nuova ricerca, tra i carteggi emozionanti e dolorosi del genitore, l'apparizione di scrittori e artisti straordinari della Beat Generation e una rischiosa ricerca di se stesso attraverso la riscoperta della storia del padre."" -
La nostra guerra
Nel 1942 l'Italia fascista, fino a quel momento neutrale, si schiera con gli Alleati nel conflitto contro il Terzo Reich. In questo scenario storico, vertiginoso ma raccontato con impressionante realismo, il dodicenne Lorenzo Pellegrini passa dalla rassicurante vita borghese - comprensiva di studi ginnasiali, adunate balilla e vacanze a Riccione - alla dura esperienza della vita da sfollato. Nel Borgo che accoglie la sua famiglia, autentico spicchio dell'Italia più verace e conformista, Lorenzo si lascia l'infanzia alle spalle: è testimone della distanza che si crea fra i suoi genitori allorché la madre comincia a lavorare, partecipa come avanguardista alla vita della Nazione in guerra, e combatte in prima persona le battaglie fra ragazzini sullo sfondo di quelle, affascinanti e terribili, degli adulti. Passare indenne attraverso i bombardamenti e le esperienze iniziatiche della prima adolescenza sarà la sua più grande vittoria. ""La nostra guerra"""" ha il registro agrodolce dei classici della cinematografia nostrana, da """"Tutti a casa"""" a """"Il Federale"""", coniugato a una verve narrativa in grado di produrre il primo kolossal sulla (fanta)storia d'Italia. Dopo """"L'inattesa piega degli eventi"""", è il secondo capitolo della saga che Enrico Brizzi ambienta nell'Italia del XX secolo. Un'Italia immaginaria, beninteso, ma fra una risata e un sospiro capita spesso di domandarsi se questa stralunata Nazione in camicia nera non rispecchi tratti, fascinazioni e difetti inemendabili del nostro Paese."" -
Maqeda
Palermo. Filippo, un ragazzo avventato e ambizioso, inizia la sua ""educazione sentimentale"""" alla mafia il giorno in cui si ritrova a fare da angelo custode a una tossicodipendente. Il dopo è un susseguirsi di ruoli. Diventa fotografo di cronaca nera, poi imprenditore senza scrupoli, poi braccio destro di uno zio ammanigliato con i boss. E finisce pure in carcere come complice di un omicidio. Non un omicidio qualunque, ma l'assassinio del vicequestore Ninni Cassarà, quel poliziotto eroico e testardo massacrato negli anni '80 dai corleonesi di Totò Riina in guerra con lo Stato. Ed è li, nei bracci dell'Ucciardone, che Filippo assapora prima il rispetto degli altri detenuti e poi il delirio di sentirsi finalmente parte di un olimpo potente e scellerato. Quello della mafia che comanda, che uccide, che atterrisce e che promette senza mai mantenere. Una tragedia degli inganni."" -
Quando un coccodrillo mangia il sole
Peter Godwin, scrittore di successo, è in Zululand per un importante incarico quando la madre lo convoca d'urgenza in Zimbabwe, suo paese natale. Il padre è seriamente malato e la donna teme che stia per morire. Godwin ritrova la sua terra, un tempo florido stato post-coloniale, travolta da una crisi senza fine, un vortice di violenza e odio razziale istigati da un dittatore in guerra contro il suo stesso paese. Il padre guarisce ma, negli anni successivi, Godwin continua a viaggiare tra Manhattan e il caos folle dello Zimbabwe, in cui l'inflazione corre così forte che il denaro circolante non basta più, in cui la carestia comincia a essere un'ipotesi probabile e da cui i suoi genitori, emigrati dall'Inghilterra post-bellica, rifiutano di fuggire nonostante il pericolo. È a quel punto che Godwin scopre un segreto di famiglia custodito per cinquant'anni e destinato a cambiare tutta la sua vita, tutto quello che ha sempre pensato di sé e di suo padre. ""Quando un coccodrillo mangia il sole"""" è il detto che alcune tribù dello Zimbabwe utilizzano per spiegare l'eclisse di sole, un coccodrillo celeste che in pochi istanti divora e consuma la stella della vita e del calore per dimostrare il suo disprezzo per gli uomini."" -
I nostri occhi sporchi di terra
1945. La guerra è finita, ma nelle città e in montagna si spara ancora. Qualcuno parla di ""resa dei conti"""", di """"sangue dei vinti""""; per altri sono gli ultimi colpi di coda di un orrore che viene da lontano. 1994. Marianna ha ventisette anni ed è appena rientrata a Roma da un lungo viaggio di lavoro intorno al mondo. Un ritorno che è come un brutto risveglio: suo padre, Davide, è scomparso nel Po, a Torino. Pochi giorni prima era stato pubblicamente accusato di avere ucciso un uomo nel giugno del '45. Davide era un partigiano, la vittima un repubblichino, ma per chi lo incolpa si è trattato di una vendetta personale, di un assassinio a sangue freddo. Marianna non sa quasi nulla del padre, e da tempo non aveva più alcun rapporto con lui: così rimane quasi stupita di se stessa quando sente, improvviso, il dovere di fare luce sull'episodio. Attraverso il racconto della sua indagine nel passato, e la ricostruzione della vita di Davide - la guerra partigiana, le scelte controcorrente, le delusioni, e soprattutto la relazione tanto segreta quanto profonda con una celebre attrice - """"I nostri occhi sporchi di terra"""" ripercorre con il ritmo di un giallo molte delle vicende, luminose e buie, che hanno scandito gli ultimi cinquant'anni del nostro Paese, restituendoci una formidabile storia d'amore e di passione civile.""