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Ope ingenii. Esperienze di critica testuale
Sono qui selezionate e classificate alcune esperienze di critica testuale. Analizzate a fondo e 'messe sotto pressione', esse costituiscono un ideale museo di emendamenti grazie ai quali alcuni importanti testi greci e latini sono stati nel tempo depurati da corruttele e criptocorruttele. Al lettore è proposto un campionario di intelligenza critica dove si fanno ammirare i più istruttivi interventi di alcuni filologi classici, antichi e moderni. Un museo da ammirare, dunque, ma anche una palestra in cui si fa scuola di filologia. La procedura è quella empirica, secondo cui si impara a fare vedendo fare. Da un esempio, anzi da una serie di correzioni magistrali, si può estrarre un metodo. E alla fine metodo apparirà essere proprio la via già una volta percorsa. -
I discorsi di Nicolò Machiavelli sopra la prima deca di Tito Livio (1584)
Negli anni Ottanta del Cinquecento a Londra vengono pubblicate alcune delle opere più significative di Machiavelli con la falsa indicazione ""In Palermo, Appresso gli heredi d'Antoniello degli Antonielli"""". È la testimonianza più precisa della forte presenza della cultura italiana nell'Inghilterra rinascimentale e anche della notevole conoscenza della lingua italiana da parte della élite inglese, a cominciare dalla Regina Elisabetta. In occasione delle celebrazioni machiavelliane del 2013 le Edizioni della Normale, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, hanno deciso di ripubblicare l'anastatica dei Discorsi editi da John Wolfe nel 1584, mettendo a disposizione degli studiosi uno strumento prezioso per comprendere aspetti importanti delle relazioni culturali e politiche tra Italia e Inghilterra nel Rinascimento."" -
Forme del legno. Intagli e tarsie fra Gotico e Rinascimento. Ediz. illustrata
Il volume, ampiamente illustrato a colori, deriva da un incontro di studio organizzato in Normale, con l'intento di accostare due momenti cruciali nelle arti del legno: la tarsia prospettica, che Chastel mise al centro dell'arte del Quattrocento, e l'intaglio, che trovò grande sviluppo fra l'età tardo-gotica e il Cinquecento classicista, con profonde articolazioni regionali. I saggi riguardano alcuni protagonisti di quelle vicende (il senese Antonio Barili; i fiorentini Giuliano da Maiano, Baccio d'Agnolo, Battista del Tasso; l'itinerante Giovanni da Verona; il bergamasco Capoferri, collaboratore di Lorenzo Lotto); singoli 'monumenti' (a Orvieto, Loreto, Staffarda, San Romano a Lucca); situazioni territoriali di particolare rilievo (da Mantova a Parma, dall'Umbria all'arco alpino occidentale). -
Universals in ancient philosophy
The problem of universals is one of the crucial problems of contemporary philosophy in such areas as ontology, philosophy of language and epistemology. Are there general entities? Or is the world only populated by individuals, and universals are just concepts? What role does generality play in science? What is the relationship between general terms and the world? It is not always acknowledged that such questions have been at the centre of philosophical investigation since antiquity and that ancient philosophers have come up with a range of interesting and stimulating answers. This volume reconstructs the debate on universals in ancient thought, covering a period of about a thousand years, from the Sophists to the late Neoplatonists. Besides offering contributions on Plato, Aristotle, Hellenistic philosophers and Neoplatonism, the volume also deals with some lesser known aspects of Greek thought such as ancient medicine and mathematics. -
Machiavelli, Guicciardini, le idee religiose del Cinquecento
Delio Cantimori, uno dei più importanti studiosi di storia del XX secolo, dedicò negli ultimi anni della sua vita particolare attenzione a Niccolò Machiavelli offrendone una interpretazione assai originale che ha profondamente influenzato gli studi successivi. In modo particolare Cantimori, nelle sue pagine, insiste sull'importanza della religione nella riflessione del Segretario fiorentino, sottolineando la sua funzione quale vincolo originario di una civiltà e, di conseguenza, il limite di quelle interpretazioni che la riducono a puro instrumentum regni. In occasione del V centenario del ""Principe"""", le Edizioni della Normale hanno deciso di ristampare queste pagine insieme a quelle, coeve, su Guicciardini e la vita religiosa del Cinquecento. Il volume è accompagnato da una postfazione di Adriano Prosperi che illumina il significato di questi scritti nell'itinerario intellettuale e storiografico di Delio Cantimori."" -
Valentino Gentile e il dissenso religioso nel Cinquecento. Dalla Riforma italiana al radicalismo europeo
Nel Cinquecento si impongono nuove concezioni delle libertà e nuovi modi di concepire il mondo indipendenti dalla divinità. Sono concezioni, e pratiche, che hanno avuto un'incidenza decisiva nel lungo e contrastato percorso che porta alla Rivoluzione scientifica, all'Illuminismo e alle rivoluzioni politiche del Sei-Settecento. In questa storia ha avuto una funzione decisiva il movimento degli eretici italiani del Cinquecento al quale Delio Cantimori nel 1939 dedicò il suo fondamentale lavoro. Rifacendosi a questa lezione, che ha ormai il valore di un classico, il volume esamina il radicalismo religioso in Italia e ne segue la circolazione europea, concentrando l'obiettivo su uno dei protagonisti più interessanti ma meno noti: Valentino Gentile. -
Leibniz e la crittografia
Come è noto, Leibniz fu un ‘genio universale’, capace di interessarsi di argomenti diversissimi lasciando su ciascuno di essi un’orma assai profonda. Tra l’altro si interessò di un tema poi diventato centrale, specie nel mondo contemporaneo, come la crittografia scrivendo su di essa pagine che ancora oggi appaiono, oltre che suggestive, estremamente interessanti. Nicholas Rescher, uno dei principali studiosi di Leibniz, ha dedicato a questo argomento un testo importante che per la prima volta ricostruisce la macchina cifratrice progettata da Leibniz. Il volume, accompagnato da una premessa di Massimo Mugnai, arricchisce ulteriormente l’immagine di un autore che, come tutti i classici, continua a parlare anche al nostro tempo -
Sommario di istorica
Johann G. Droysen, uno dei maggiori storici tedeschi del XIX secolo, ha accompagnato al suo lavoro una profonda riflessione sui metodi e i principi della storia di cui un frutto importante è questo Sommario di istorica. Esso fu presentato per la prima volta alla cultura italiana da Delio Cantimori che lo tradusse facendone oggetto di due memorabili seminari tenuti alla Scuola Normale Superiore di Pisa negli anni 1940-41 e 1941-42. Questo testo eccezionale viene ora riproposto a cura di Giovanni Bonacina che, oltre a rivedere la classica traduzione di Cantimori, vi premette una illuminante introduzione. -
Togliatti e Gramsci. Raffronti
Togliatti e Gramsci sono stati due dei principali protagonisti della storia del Partito comunista italiano e in generale della politica e della cultura italiana del XX secolo. Dopo un lungo periodo nel quale i loro rapporti, ad opera anzitutto di Togliatti, sono stati presentati in termini essenzialmente agiografici, oggi cominciano ad apparire evidenti le differenze e anche i conflitti che li animarono in anni di fuoco e di battaglia e che trovano ormai un riscontro preciso, oltre che nelle lettere di Gramsci, nei documenti che si stanno rinvenendo negli archivi sia italiani che russi. Giuseppe Vacca, impegnato da anni in questo tipo di ricerche, riesamina questo bruciante argomento con nuovi documenti e considerazioni critiche originali. Il volume comprende anche la conferenza tenuta da Palmiro Togliatti alla Scuola Normale Superiore di Pisa il 10 marzo 1946. -
La filosofia di Marx
Uno dei momenti fondamentali della fortuna di Marx in Italia è senza alcun dubbio questa opera giovanile di Giovanni Gentile, La filosofia di Marx, pubblicata per la prima volta nel 1899 e apprezzata anche, come lo stesso Gentile si compiacque di notare, da Lenin. Si tratta di un testo decisivo sia perché contiene in nuce alcune delle cellule originarie di tutta la filosofia gentiliana, sia per la vastissima incidenza che ha avuto sulla cultura filosofica italiana e in modo speciale sul nostro marxismo, da Rodolfo Mondolfo ad Antonio Gramsci. Il testo viene ripresentato con la premessa di un giovane studioso, Jonathan Salina. -
Tarsie
"Tarsie"""" uscì in un anno difficile, il 1942. Fu il primo vero saggio di Francesco Arcangeli (1915-1974), protagonista della critica e della storiografia artistica in Italia. Scritto in poche settimane, questo breve libro resta un punto decisivo della sua maturazione. La scelta del tema risaliva però ad Emilio Cecchi, che lo mise fra i primi numeri dei suoi """"Quaderni d'arte"""", anche se furono Anna Banti e Roberto Longhi ad indirizzarlo verso il ventisettenne bolognese. Assieme all'insegnamento di Longhi, si rivelano in Tarsie le forti radici letterarie di Arcangeli: base buona anche per l'intesa epistolare con Cecchi. Dalle lettere scambiate allora, che sono al centro della Postfazione, affiora un'attenzione particolare per la 'forma' del libro, il senso della 'collana', l'efficacia critica delle fotografie. Oltre ad aprire squarci importanti sulla storia dell'editoria d'arte e sul suo pubblico, queste lettere ci danno inaspettate anticipazioni delle scelte di Arcangeli negli anni successivi." -
Il Principe dallo scrittoio alla stampa
Il volume ricostruisce la storia del ""Principe"""" dalle prime fasi della sua stesura all'editio princeps romana del gennaio 1532. Una storia con molti protagonisti: Machiavelli, che compone e rielabora il trattato fra 1513 e 1515, cercando poi, con l'aiuto di amici e protettori influenti, di promuoverne la circolazione; i copisti e i revisori che, soprattutto dopo la sua morte, limano e correggono il testo, mitigandone asprezze formali e concettuali; i primi lettori, che a Firenze e nel resto d'Italia cominciano a utilizzare l'opera e a citarla nei loro scritti. Una storia che consente di ripercorrere sia la vicenda personale di Machiavelli post res perditas, nei suoi tentativi di avvicinarsi ai Medici e di essere da loro """"adoperato"""" sia il travaglio politico che condusse Firenze, dopo il 1512, dalla repubblica al principato, in coincidenza con la pubblicazione del Principe e delle altre opere maggiori."" -
Umanesimo e filologia
Lucia Cesarini Martinelli è stata una delle più autorevoli studiose di filologia umanistica della seconda metà del Novecento. Allieva di Alessandro Perosa, ha studiato con testi ed edizioni esemplari i più significativi autori del Rinascimento, da Valla a Poliziano ad Alberti, lasciando in questo campo di studi un’orma indelebile. Le Edizioni della Normale e l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, di cui Lucia Cesarini fu consigliere, intendono ricordarla e onorarne la memoria pubblicando i saggi più significativi della sua lunga attività. -
Il Thesmophorion di Entella. Scavi in Contrada Petraro
L'edizione dello scavo del santuario di Contrada Petraro, un thesmophorion situato immediatamente al di fuori del perimetro urbano dell'antica Entella, contribuisce in maniera significativa alla conoscenza dell'ideologia religiosa delle popolazioni anelleniche dell'isola. Nella Sicilia occidentale non esisteva infatti, finora, nessuna traccia consistente della diffusione del culto di Demetra tra le popolazioni locali: una Demetra non solo dispensatrice di grano e fertilità ma anche di leggi e regole alla base del vivere civile. Il contesto entellino, interessante per la ricchezza delle sue offerte e la continuità di una lunga prassi rituale, documenta per la prima volta la diffusione di un culto tesmoforico in piena area elima, confermando la complessità culturale di questa parte di Sicilia - terra di incontri e mediazioni tra Elimi, Sicani, Greci e Fenici. -
Alle origini della storia globale
La storia globale si è ormai imposta come una pratica diffusa a livello internazionale, ma continua a essere scambiata da alcuni per un ritorno alla vecchia storia universale, mentre è accusata da altri di essere una moda del momento, influenzata dall’attuale temperie culturale della globalizzazione. In questo volume Sanjay Subrahmanyam rintraccia le origini della storia globale nella profonda trasformazione subita dalla storia universale durante il Cinquecento in una varietà di contesti culturali e linguistici attraverso un mondo segnato da esplorazioni e imperi. Vi si restituisce così il senso della polifonia del passato che caratterizza un modello di analisi e scrittura distinto da un confronto con le fonti d’archivio che sfida i tradizionali confini della conoscenza storica. -
Da Chartres a Firenze. Etica, politica e profezia fra XII e XV secolo
Da Chartres a Firenze, dalla più celebre delle scuole cattedrali del XII secolo al più importante centro dell'Umanesimo e del Rinascimento, il volume si propone di illustrare e mettere a fuoco la varietà e la ricchezza degli studia humanitatis sottolineandone la valenza etica, politica e religiosa e l'attenzione allo studio dell'uomo come cittadino e dello stato come organizzazione civile per il conseguimento del bene comune. Particolare rilievo è dato in queste pagine alla riflessione etico-politica di Giovanni di Salisbury e ad alcuni aspetti della ricezione dell'aristotelismo a partire dal XIII secolo. E in una nuova prospettiva vengono considerati il confronto tra potere spirituale e potere temporale e i rapporti tra realtà politiche 'universali', nazionali e cittadine, da un lato, e cultura universitaria e crisi religiosa, dall'altro. -
Tra politica e religione
I saggi raccolti in questo volume, in larga parte dedicati alla vita religiosa italiana del Cinquecento e ai suoi molteplici fermenti eterodossi, proseguono un filone di ricerca volto a studiare le immagini come documenti storici, prescindendo da valutazioni sul loro valore estetico e sul loro significato nell’evoluzione del gusto figurativo. Essi si muovono dunque ai margini della storia dell’arte, cercando di inserire dipinti e sculture nei loro contesti politici e religiosi per meglio capirne i contenuti iconografici e i messaggi iconologici. -
Scholia in luvenalem recentioria. Satt. 7-16
Con questo volume si conclude l'editio princeps delle due redazioni scoliastiche risalenti alla lectura Iuuenalis di Remi d'Auxerre e della sua scuola, rielaborazione e ampliamento di una redazione precedente assemblata da Heiric su materiali di origine tardoantica. Molto atteso non solo dai classicisti ma anche dagli studiosi del mondo carolingio, il lavoro tiene conto delle nuove linee di ricerca che si sono aperte dopo l'uscita del primo volume, ed è caratterizzato da rigore filologico, equilibrio e cura del dettaglio. Il testo critico è accompagnato da un imponente apparato di mezzo che consente di valutare sia i presupposti culturali che hanno favorito la formazione di questa esegesi, sia il notevole impatto che essa ha esercitato sulla lessicografia medievale. Un'appendice con gli scoli alle Vitae, gli addenda e quattro indici completi chiudono un'edizione che segna un notevole progresso nella tecnica ecdotica dei testi scoliastici e getta nuova luce sull'esegesi carolingia dei testi classici. -
Sraffa e Wittgenstein a Cambridge
Ludwig Wittgenstein è uno dei maggiori filosofi del XX secolo e Piero Sraffa ha rivoluzionato con le sue scoperte la teoria economica. Figure per molti aspetti eccezionali, si conobbero bene a Cambridge, dove furono colleghi e anche amici. Fu un rapporto fecondo, se è vero che Sraffa con le sue domande e i suoi problemi riuscì a svolgere, direttamente o in modo indiretto, una funzione importante nello sviluppo delle teorie linguistiche di Wittgenstein, come la critica ha cominciato a dimostrare in modo persuasivo. Con una serie di contributi di economisti e di filosofi, questo libro getta luce su una delle esperienze più affascinanti della storia intellettuale del Novecento. -
Arsenio Frugoni Arnaldo da Brescia, Giovanni Miccoli Fra Dolcino
Nel Novecento Arsenio Frugoni e Giovanni Miccoli sono stati due dei maggiori conoscitori del Medioevo su cui hanno pubblicato lavori che oggi si presentano con la fermezza e il tono dei classici. Fra essi spiccano questi studi su due grandi figure di riformatori religiosi, entrambi in opposizione frontale alla Chiesa ufficiale e alle sue gerarchie, ma anche ai poteri 'laici' per le vaste implicazioni sociali delle loro dottrine. Stanno qui i semi di posizioni destinate a una larga fortuna nel mondo moderno e anche contemporaneo, fino ad appassionare pensatori socialisti come Antonio Labriola che a fra Dolcino dedicò pagine memorabili. Questo volume si propone di mostrare come fra Medioevo e mondo moderno si siano variamente intrecciati, talvolta in modo tragico e anche a prezzo della vita, progetti di riforma religiosa e aspirazioni al rinnovamento politico e sociale.