Sfoglia il Catalogo ibs035
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7421-7440 di 10000 Articoli:
-
Locarno on-Locarno off. History and stories of the Film Festival
Nelle sue 75 edizioni, il Locarno Film Festival ha contribuito a scrivere la storia della settima arte: «nave corsara» tra le rassegne cinematografiche, ha scoperto nuove voci ed esplorato territori poco battuti dell'audiovisivo. Questo libro ne racconta la storia e i sorprendenti retroscena con un saggio e 75 aneddoti nei quali la realtà sconfina nel mito. Ci vollero solo tre mesi, nel 1946, per organizzare la prima edizione del Locarno Film Festival; nata un po' rocambolescamente, la manifestazione intercetta però da subito le opere di grandi cineasti (Clair, Rossellini, Ėjzenštejn…), preparandosi, negli anni successivi, a segnare la storia del cinema mondiale. Presto si profila infatti come «nave corsara» che cavalca le acque della settima arte con scelte audaci: dà spazio agli esordienti, presenta cinematografie marginali, porta la sperimentazione in prima serata, infrange i confini tra “alto” e “basso” in anni in cui apparivano invalicabili (come con la retrospettiva su Totò del 1975). Pubblicato in occasione della 75a edizione, Locarno on/Locarno off ripercorre la storia del Festival e i suoi retroscena «off», svelati in 75 aneddoti tra mito e realtà: da Fassbinder che ruba un paravento a Benigni che telefona a 8000 persone, da Marlene Dietrich muta per contratto a Spike Lee e Wim Wenders ammutoliti dalla paura di Piazza Grande, fino ad Agnès Varda che la conquista con la «danza del pardo». Il racconto è accompagnato da rare fotografie d'archivio e da un'intervista al presidente del Festival Marco Solari. -
Infanzie calzanti per piccoli e grandi. Istruzioni per l'uso dai 3 anni all'adolescenza
Che cosa vuol dire per un bambino la nascita di un fratello o di una sorella? Quanto è importante il rendimento scolastico alle elementari? Come gestire i litigi tra fratelli o la turbolenza di un adolescente? In che modo aiutare i figli ad affrontare una separazione e vivere felicemente in famiglie ricomposte? Affidandosi alla sua trentennale esperienza e cedendo spesso la parola ai diretti interessati, Andreas Wechsler racconta con tono insieme ludico e rigoroso lo sviluppo del bambino e del ragazzo dai 3 anni fino all’adolescenza. E lo fa con una passione e un coinvolgimento tali che leggendo queste pagine ogni genitore non potrà che sentirsi capito, sostenuto e valorizzato nel suo difficile e fondamentale ruolo. «Quello che più mi sta a cuore», scrive Wechsler, «è la relazione tra genitori e figli, con i suoi sani conflitti e soprattutto con le sue meravigliose sorprese». Lì sta la chiave per la felicità di entrambi. -
Memoria e trasformazione. Scritti e conversazioni su architettura e territorio
La scrittura ha sempre accompagnato la ricerca architettonica di Flora Ruchat-Roncati. Nei suoi taccuini si trovano, a sorpresa, più annotazioni che schizzi, come se l’esercizio della parola fosse un puntello ineludibile al suo progettare, una tappa in cui precisare il pensiero per giungere al nitore del gesto architettonico. Di questo esercizio viene qui dato conto riunendo per la prima volta testi e conversazioni in cui Ruchat-Roncati parla del suo mestiere («l’architettura – dice – è un servizio»), discute le proprie opere e quelle di amici e maestri, riflette sull’atto del progettare e sull’insegnamento, da lei praticato al Politecnico di Zurigo, dove dal 1985 è stata (prima donna a conseguire il titolo) professoressa ordinaria di progettazione. Curata da Nicola Navone, la raccolta, arricchita da disegni inediti tratti dai taccuini, offre una prospettiva nuova sull’opera e il pensiero di una protagonista dell’architettura svizzera del Novecento. -
Un incontro a Pechino
È il 1963. Incoraggiato dal suo professore di cinese, il giovane Jean François parte da Parigi con la Transiberiana alla volta di Pechino. Siamo in piena Guerra Fredda, la Cina è impermeabile al mondo esterno e di fatto è già una dittatura comunista, sebbene non sia ancora iniziata la Rivoluzione culturale di Mao Tse-Tung. Alla gente del posto non è consentito interagire con gli stranieri, pena l'arresto o l'espulsione. Malgrado ciò, grazie alla piccola rete delle ambasciate, l'autore conosce Wen, una giovane dottoressa cinese di cui si innamora. I due si incontrano furtivamente, con la costante paura di venire scoperti. Quando, contro il volere della famiglia di Wen, decidono di sposarsi, non immaginano le difficoltà a cui dovranno far fronte per ottenere l'autorizzazione del Partito. Un romanzo autobiografico che ha la delicatezza e il nitore dell'arte della calligrafia cinese. -
Infanzia e bestiario
In questo libro ci sono una bambina e un cane: la loro complicità, le loro esplorazioni del mondo complesso e indecifrabile degli adulti. Ci sono una giovane donna e poi una donna non più giovane e i suoi cani: la stessa complicità e le stesse esplorazioni, in un mondo non meno complesso e indecifrabile. E ci sono gli animali: tassi, tartarughe, cavalli, serpenti, falchi pellegrini appaiono per farsi a volte portavoce di un ambiente minacciato, a volte messaggeri del vasto regno dell’infanzia. rnCamminando in equilibrio tra racconto autobiografico e reportage narrativo, tra favola e cronaca, Claudia Quadri ci invita a seguirla nei luoghi che l’hanno vista crescere e a sondarne le trasformazioni: l’albergo di famiglia sul golfo di Lugano, che risorge magnifico nel ricordo; la Forca di San Martino, da lugubre scogliera a sedime di un dancing; il monte San Salvatore, dove si mescolano vecchi castagni, ciliegi selvatici e palme invasive. Registrando le trasformazioni del paesaggio e della sua fauna (umani compresi), l’autrice ci parla di un mondo definitivamente messo a confronto coi propri limiti. E anche lei, guardandosi alle spalle, si rivede lasciare il regno illimitato dell’infanzia, dove tutto sembrava possibile, per andare a tracciare, esplorazione dopo esplorazione, il proprio cammino, cane al fianco. -
L'arte di produrre effetto senza causa
Júnior, 43 anni mal dormiti, è disteso sul divano nel modesto appartamento del padre, dove si è rifugiato a seguito di una grottesca e umiliante rivelazione che lo ha costretto a lasciare moglie, figlio e lavoro, quando suona il citofono: un pacchetto per lui. È il primo di una serie di invii senza mittente con all’interno oscuri riferimenti a William Burroughs, l’autore de Il pasto nudo che nel 1951, sotto l’effetto di alcol e droghe, uccise accidentalmente la moglie riproponendo con una rivoltella il famoso tiro a segno di Guglielmo Tell. Già infragilito dalle recenti vicissitudini, Júnior viene attratto fatalmente dalla biografia di questo scrittore «maledetto», che lo fa precipitare nella paranoia e l’afasia. Ad assistere al suo progressivo decadimento ci sono Sênior, il vigoroso padre che combatte la tristezza con pillole pro-erettive, e Bruna, candida studentessa in subaffitto, i quali tentano di contenere il delirio di Júnior con una terapia a base di aspirine, frasi di circostanza e uova strapazzate. Aleggia sullo sfondo il fantasma del fratello Pedro, rinchiuso in carcere e convinto di aver smarrito la testa nel santuario di Aparecida. -
Archivio storico ticinese. Vol. 139: Seconda serie. Giugno 2006.
La nuova serie dell'Archivio Storico Ticinese prende avvio nel segno della continuità e del cambiamento: continuità nel riferimento all'eredità dell'opera del suo fondatore e direttore Virgilio Gilardoni; cambiamento nel modo di gestire questa pubblicazione, che non sarà più la rivista di un solo studioso, segnata esclusivamente dalla sua personalità e dalle sue scelte, bensì il risultato del lavoro, dello scambio e del confronto tra un gruppo di studiosi di discipline diverse, operanti nel Ticino e in università della Svizzera e dell'Italia. La rivista si definisce per il suo carattere regionale ma non si richiude entro i confini politici ticinesi: vuol essere un'occasione d'incontro e di scambio e di promozione della ricerca. -
Archivio storico ticinese. Vol. 170
La nuova serie dell'Archivio Storico Ticinese prende avvio nel segno della continuità e del cambiamento: continuità nel riferimento all'eredità dell'opera del suo fondatore e direttore Virgilio Gilardoni; cambiamento nel modo di gestire questa pubblicazione, che non sarà più la rivista di un solo studioso, segnata esclusivamente dalla sua personalità e dalle sue scelte, bensì il risultato del lavoro, dello scambio e del confronto tra un gruppo di studiosi di discipline diverse, operanti nel Ticino e in università della Svizzera e dell'Italia. La rivista si definisce per il suo carattere regionale ma non si richiude entro i confini politici ticinesi: vuol essere un'occasione d'incontro e di scambio e di promozione della ricerca. -
Archivio storico ticinese. Vol. 171
Ricerche: Marina Maffezzini, La quotidianità militante della gioventù ticinese tra le due guerre: tra concorrenza e mimetismo; Evelina Scaglia, Tracce di un «transfert» pedagogico-culturale italo-svizzero nelle relazioni fra Ernesto Pelloni e Giuseppe Lombardo Radice. Interventi: Orlando Nosetti, La crescita della spesa pubblica comunale. Un'analisi delle finanze di Brissago dal 1822 al 1891; Riccardo Bergossi, Il ritorno all'ordine. Morfologia urbana e immagine architettonica a Lugano dopo la Belle Epoque; Fabrizio Mena, L'insegnamento dell'architettura al Liceo cantonale di Lugano. Approfondimenti: Claudio Ferrata, Il confine italo-svizzero in epoca globale. Una riflessione; Stefano Bolla, Pagine che parlano a sculture che celebrano. -
Archivio storico ticinese. Vol. 172
La nuova serie dell'Archivio Storico Ticinese prende avvio nel segno della continuità e del cambiamento: continuità nel riferimento all'eredità dell'opera del suo fondatore e direttore Virgilio Gilardoni; cambiamento nel modo di gestire questa pubblicazione, che non sarà più la rivista di un solo studioso, segnata esclusivamente dalla sua personalità e dalle sue scelte, bensì il risultato del lavoro, dello scambio e del confronto tra un gruppo di studiosi di discipline diverse, operanti nel Ticino e in università della Svizzera e dell'Italia. La rivista si definisce per il suo carattere regionale ma non si richiude entro i confini politici ticinesi: vuol essere un'occasione d'incontro e di scambio e di promozione della ricerca. -
Archivio storico ticinese. Vol. 173
La nuova serie dell'Archivio Storico Ticinese prende avvio nel segno della continuità e del cambiamento: continuità nel riferimento all'eredità dell'opera del suo fondatore e direttore Virgilio Gilardoni; cambiamento nel modo di gestire questa pubblicazione, che non sarà più la rivista di un solo studioso, segnata esclusivamente dalla sua personalità e dalle sue scelte, bensì il risultato del lavoro, dello scambio e del confronto tra un gruppo di studiosi di discipline diverse, operanti nel Ticino e in università della Svizzera e dell'Italia. La rivista si definisce per il suo carattere regionale ma non si richiude entro i confini politici ticinesi: vuol essere un'occasione d'incontro e di scambio e di promozione della ricerca. -
La vita, i tempi e le opere di Antonio Scialoja
Ristampa anastatica dell'edizione Roma 1879, realizzata in occasione del Convegno “Antonio Scialoja e la politica economica del Risorgimento” svoltosi a Napoli, in Palazzo Serra di Cassano, 22-23 febbraio 2007. -
Ontologia relazionale. Saggi sull'idealismo tedesco. Figure, attraversamenti, incursioni
Dove si trova l'incondizionato? Nel tentativo di rispondere a questa domanda può essere letta l'ispirazione di fondo di ciò che siamo soliti definire ""Idealismo tedesco"""": la ricerca dell'incondizionato e del come esso possa essere condizione della totalità. Nelle costellazioni di pensiero che caratterizzarono la filosofia classica tedesca si apre la possibilità di un'ontologia metodologicamente sollevata dalla condizionatezza dei suoi oggetti, attraverso il costituirsi di una scienza sistematica. È qui che, tra le diverse soluzioni filosofiche e articolazioni del pensiero di Fichte, Schelling e Hegel, si scorge la possibilità di nuove prospettive interpretative, esplorate nel presente volume sotto il nome di """"ontologia relazionale""""."" -
Ontologia relazionale. Saggi sull'idealismo tedesco. Figure, attraversamenti, incursioni
Dove si trova l'incondizionato? Nel tentativo di rispondere a questa domanda può essere letta l'ispirazione di fondo di ciò che siamo soliti definire ""Idealismo tedesco"""": la ricerca dell'incondizionato e del come esso possa essere condizione della totalità. Nelle costellazioni di pensiero che caratterizzarono la filosofia classica tedesca si apre la possibilità di un'ontologia metodologicamente sollevata dalla condizionatezza dei suoi oggetti, attraverso il costituirsi di una scienza sistematica. È qui che, tra le diverse soluzioni filosofiche e articolazioni del pensiero di Fichte, Schelling e Hegel, si scorge la possibilità di nuove prospettive interpretative, esplorate nel presente volume sotto il nome di """"ontologia relazionale"""". Prefazione di Marco Ivaldo."" -
Il diritto di guerra e di pace. Vol. 1
De iure belli ac pacis (prima edizione nel 1625, ultima nel 1646) è il capolavoro di Ugo Grozio, che ne ha tratto fama immensa e duratura. La vastità e la complessità del libro ne hanno a lungo rimandato la traduzione italiana completa: questa che vede la luce - a cura di Carlo Galli e Antonio Del Vecchio, e con il concorso di un team di studiosi, autori delle traduzioni e delle ricche introduzioni - è la prima edizione integrale nella nostra lingua. Grozio – che fu definito “la coscienza giuridica d’Europa” – dispiega qui tutto il suo prodigioso sapere multilinguistico e multiculturale. Attingendo all’antichità greca, romana, ebraica, alla tradizione cristiana dai Padri della Chiesa fino alla Seconda Scolastica, attraversando il medioevo germanico, confrontandosi con Gentili e Bodin, convocando diritto, filosofia, storiografia, politica, teologia, Grozio ricostruisce, in migliaia di esempi, i tratti fondamentali del diritto naturale e del diritto delle genti. -
Il diritto di guerra e di pace. Vol. 2
De iure belli ac pacis (prima edizione nel 1625, ultima nel 1646) è il capolavoro di Ugo Grozio, che ne ha tratto fama immensa e duratura. La vastità e la complessità del libro ne hanno a lungo rimandato la traduzione italiana completa: questa che vede la luce - a cura di Carlo Galli e Antonio Del Vecchio, e con il concorso di un team di studiosi, autori delle traduzioni e delle ricche introduzioni - è la prima edizione integrale nella nostra lingua. Grozio – che fu definito “la coscienza giuridica d’Europa” – dispiega qui tutto il suo prodigioso sapere multilinguistico e multiculturale. Attingendo all’antichità greca, romana, ebraica, alla tradizione cristiana dai Padri della Chiesa fino alla Seconda Scolastica, attraversando il medioevo germanico, confrontandosi con Gentili e Bodin, convocando diritto, filosofia, storiografia, politica, teologia, Grozio ricostruisce, in migliaia di esempi, i tratti fondamentali del diritto naturale e del diritto delle genti. -
Il diritto di guerra e di pace. Vol. 3
De iure belli ac pacis (prima edizione nel 1625, ultima nel 1646) è il capolavoro di Ugo Grozio, che ne ha tratto fama immensa e duratura. La vastità e la complessità del libro ne hanno a lungo rimandato la traduzione italiana completa: questa che vede la luce - a cura di Carlo Galli e Antonio Del Vecchio, e con il concorso di un team di studiosi, autori delle traduzioni e delle ricche introduzioni - è la prima edizione integrale nella nostra lingua. Grozio – che fu definito “la coscienza giuridica d’Europa” – dispiega qui tutto il suo prodigioso sapere multilinguistico e multiculturale. Attingendo all’antichità greca, romana, ebraica, alla tradizione cristiana dai Padri della Chiesa fino alla Seconda Scolastica, attraversando il medioevo germanico, confrontandosi con Gentili e Bodin, convocando diritto, filosofia, storiografia, politica, teologia, Grozio ricostruisce, in migliaia di esempi, i tratti fondamentali del diritto naturale e del diritto delle genti. -
Critica del capire
La Critica del capire vuole essere una chiarificazione, radicale e spregiudicata, dei concetti e dei principi della conoscenza e della realtà, che non propone a sua volta una nuova costruzione speculativa di tipo metafisico, cioè necessitante e totalizzante. In questo senso, l’opera del 1942 è una delle testimonianze più significative non solo della crisi dell’idealismo italiano, ma più in generale della delegittimazione che il pensiero europeo novecentesco ha operato nei confronti delle “grandi narrazioni” metafisiche. L’indagine prende in esame i più classici temi della filosofia teoretica: l’identità, la differenza e il giudizio, la libertà, l’opposizione e le sue forme, e, infine, lo stesso procedimento speculativo o filosofico. L’atteggiamento con cui Scaravelli discute tali questioni, confrontandosi con i più grandi filosofi del passato e del presente, è autenticamente critico, perché ne accetta l’impostazione, ne esamina i fondamenti e ne mostra infine l’intima incoerenza, senza perciò venir meno alla fiducia nella razionalità dell’impresa filosofica. -
Riflessioni sugli oggetti apprensibili, sui costumi e sulle cognizioni umane per rapporto alle lingue (Prima edizione 1775)
Il volume propone una nuova edizione delle Riflessioni sugli oggetti apprensibili, sui costumi e sulle cognizioni umane per rapporto alle lingue, pubblicate da Giammaria Ortes nel 1775, qui ripresentate in una versione aggiornata nei criteri tipografici e redazionali, e corredate da un apparato di note esplicative, nonché depurate dai diversi errori di stampa presenti nella prima edizione. Si tratta di un’opera ancora troppo poco conosciuta anche dagli specialisti e che invece risulta essere una delle più significative della filosofia linguistica italiana settecentesca. Nell’introduzione viene ricostruito il pensiero linguistico di Ortes, mettendone in evidenza i motivi più rilevanti e i legami che lo collegano più in generale con la sua riflessione politica e filosofica. Il testo è inoltre seguito da un’appendice che contiene una scelta di passi tratti da alcune altre opere di Ortes, centrati sulla natura e sulle funzioni del linguaggio, a dimostrazione di quanto questo tema abbia un posto di rilievo nell’intera sua opera. -
Anatomia del Barocco
Vengono raccolti in questo volume due saggi convergenti di Guido Morpurgo-Tagliabue (1907-1997). Il primo (Aristotelismo e Barocco) è la riedizione di uno studio pubblicato negli anni ’50 che costituisce una pietra miliare dell’interpretazione novecentesca del Barocco. In esso – libero dai pregiudizi illuministici, romantici, ed infine crociani, che hanno caratterizzato in passato la valutazione del Barocco – il Barocco, attraverso una lettura sistematica dei testi d’epoca, viene rivalutato in positivo quale tentativo d’originale risposta alla crisi dell’Umanesimo e del Rinascimento. La “mentalità barocca” viene così ricostruita scientificamente come in laboratorio, e osservata nei suoi concetti portanti (il concettismo, l’edonismo pedagogico, l’acutezza, ecc.), nelle sue tipiche realizzazioni (le forme d’arte e d’intrattenimento, il costume, i rapporti sociali, ecc.), nelle sue principali zone d’irradiazione (Italia, Spagna, Francia, Inghilterra). La riproposizione di questo studio fondamentale – oggi introvabile e che anche in passato ebbe circolazione limitata agli specialisti – è arricchita da un saggio attuale estremamente polemico (Il Barocco e noi: Perché non siamo e come siamo barocchi), nel quale l’Autore, intervenendo nella voga odierna di considerare l’epoca contemporanea come un’età neobarocca, e prendendo le distanze da essa, sviluppa una critica lucida e succosissima delle manifestazioni emergenti nella contemporaneità. La presente affascinante introduzione all’universo della cultura barocca accompagna la pubblicazione, in questa stessa collana, della prima edizione italiana dell’opera che costituisce una delle massime espressioni del Barocco: L’Acutezza e l’Arte dell’Ingegno di Baltasar Gracián.