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Leonardo Savioli. Ipotesi di spazio: dalla «casa abitata» al «frammento di città». Ediz. illustrata
Considerato da Argan per la ""modernità addirittura d'avanguardia connessa alle essenze storiche"""" e nonostante gli ulteriori riconoscimenti da parte di Portoghesi e di Zevi nell'ambito della storiografia architettonica, Leonardo Savioli resta ancora in gran parte in ombra. Allievo di Michelucci e maestro di Natalini, primo premio alla Biennale di San Paolo del Brasile (1953), con una giuria composta da Rogers, Le Corbusier e Sert, e primo premio al concorso a Cannes (1971), giudicato da Bakema e Kahn, Savioli rappresenta, all'interno del quadro storico, poliedrico e complesso, che va dalla ricostruzione postbellica all'inizio degli anni ottanta, un architetto di respiro internazionale. Il volume propone un'attenta rilettura critica della sua opera, condotta sugli oltre cento progetti del fondo conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze, nel doppio ambito, fortemente intrecciato, dell'edilizia residenziale e del contesto urbano. Dalla scomposizione neoplastica degli elementi all'autonomia delle cellule spaziali, attraverso il montaggio brutalista di """"pezzi"""" prefabbricati, al fine di favorire l'autonomo intervento compositivo dell'utente, la ricerca di Savioli interseca movimenti e tendenze dell'architettura del Novecento, proponendo quel tema della centralità dello spazio """"vissuto"""" dall'uomo tornato oggi, nella società globalizzata, di flagrante attualità."" -
Chiese, templi, moschee: luoghi di culto o musei? Ediz. italiana e inglese
Come possono i luoghi di culto accogliere le visite non a fini religiosi? Questo è il tema del convegno internazionale, tenuto presso l'Istituto Lorenzo de' Medici e il grande Refettorio di Santa Croce il 26 e 27 aprile 2012 che ha riunito autorità religiose di fedi diverse e figure del mondo museale per discutere problematiche generali ed anche avviare un dialogo profondo e stabile sotto il nuovo Forum sui musei e la religione. -
Gherardo Bosio. Opera completa 1927-1941. Ediz. illustrata
Gherardo Bosio (1903-1941) si colloca in maniera decisa all'interno della cultura architettonica degli anni Trenta grazie a progetti realizzati sia in Italia che all'estero. Dopo un iniziale periodo formativo a Roma, è uno dei primi laureati alla Scuola Fiorentina di Architettura e membro del primo Gruppo Toscano Architetti. Unitamente alla didattica come docente di Composizione Architettonica dell'ateneo fiorentino, Bosio unisce una costante attività di collaborazione con le maggiori riviste del tempo ed una proficua ed intensa attività lavorativa. La partecipazione alla V Triennale milanese del 1933, che segue quella alla Mostra di Architettura Razionale del 1932, lo consacra alla ribalta nazionale. La realizzazione della Casa del Golf Club di Firenze invece, grazie a pubblicazioni sulle maggiori riviste straniere, amplifica la sua fama nel panorama internazionale. Nel 1936 Bosio è uno dei primi tecnici a partire per l'Africa Orientale Italiana, per la quale progetta le maggiori città con principi compositivi d'avanguardia e grazie alle quali diviene uno dei maggiori esperti di urbanistica coloniale. Grazie a queste esperienze nel 1939 viene chiamato a dirigere l'Ufficio Centrale per l'Edilizia e l'Urbanistica Albanese a Tirana, dove ha modo di realizzare i principali edifici per la città e di coordinare i maggiori piani regolatori per i centri urbani della nazione. -
Essenza del cibo ed essenza del gusto anche quando... è senza
Volume di ricette pratiche, originali e dietetiche per una cuci alternativa, adatta a tutti coloro che devono o vogliono rinunciare a qualche ingrediente della cucina tradizionale ma senz'altro non al gusto... -
Guido Andloviz. Forme e decori per la ceramica. I disegni dall'archivio «ritrovato» della Società Ceramica Italiana di Laveno (1923-1961). Ediz. illustrata
Protagonista indiscusso della ceramica industriale italiana tra le due guerre e oltre, fu chiamato nel 1923 a rinnovare la produzione della Società Ceramica Italiana di Laveno, sul Lago Maggiore. Sofferente per un eccessivo ritardo stilistico, la terraglia lavenese era diventata suo malgrado esempio di quelle ""resurrezioni artificiose di un gusto oltrepassato"""" aspramente criticate in occasione della prima Biennale delle Arti Decorative di Monza. Bastarono, tuttavia, soli due anni perché, ai serviti decorati con bordure e vignette all'uso della terraglia inglese, fosse affiancata una nuovissima linea di manufatti, la cui progettazione fu affidata appunto ad Andloviz. In effetti, fu proprio grazie alla sua sensibilità d'artista, capace di cogliere, nel vivace panorama di cultura mitteleuropea cui apparteneva, le più feconde suggestioni, che riuscì a tradurre in nuove forme e nuovi decori una tradizione che era giusto non rinnegare. Dal 1925 in poi, la S.C.I. di Laveno partecipò a tutte le Biennali monzesi ed alle Triennali di Milano, sempre meglio definendo il suo carattere d'industria d'arte all'avanguardia, sia nell'estetica del prodotto che nelle tecnologie impiegate. Unico artefice di questo rinnovamento repentino ed efficace fu proprio Guido Andloviz, così come Gio Ponti, attivo per la Richard-Ginori, lo fu per la porcellana della Manifattura di Doccia e per la terraglia di San Cristoforo. Tuttavia, mentre Gio Ponti ha avuto un'immensa fortuna critica, Andloviz, uomo di proverbiale riservatezza, è rimasto un po' ai margini di una storia della ceramica che dovrebbe annoverarlo tra i padri indiscussi del design italiano. Il recente, fortuito ritrovamento di parte dell'archivio dello studio artistico di Andloviz ha però finalmente permesso di approfondire e riscrivere questa lunga vicenda progettuale in parte già dimenticata."" -
Vittorio Granchi. Lezioni di restauro
Il volume contiene le Lezioni di restauro che Vittorio Granchi (Firenze 20 ottobre 1908-30 novembre 1992), uno dei protagonisti più noti e stimati della scuola fiorentina del restauro, tenne per decenni presso il Gabinetto Restauri della Soprintendenza alle Gallerie di Firenze su incarico di Ugo Procacci e di Umberto Baldini. Le lezioni si articolano in una Prima parte e in una Seconda parte. La prima riguarda in special modo i dipinti su tavola, campo in cui Vittorio fu profondo conoscitore e specialista e ove ebbe modo di compiere con passione, dedizione e grandi capacità interventi memorabili come quello sul Crocifisso di Cimabue, in particolare dopo i gravissimi danni subiti in seguito all'alluvione del 1966. Nella seconda si descrive il restauro dei dipinti a olio su tavola e su tela attraverso molteplici esempi di interventi da lui effettuati su opere di grandi maestri. Il ciclo delle Lezioni di restauro di Vittorio Granchi si configura, nel suo insieme, come un documento storico che ci consente di avere una visione complessiva, una sorta di ""trattato"""", sulle conoscenze e l'operatività della Scuola fiorentina del restauro alla metà del Novecento, ponendosi altresì, nella sua struttura generale, come il contributo didattico più articolato ed esteso giunto fino a noi, concepito da uno dei suoi più autorevoli esponenti. Significativamente il ciclo delle Lezioni è dato alle stampe a 3o anni dalla sua scomparsa."" -
Vanitas mundi. Gioielli, oggetti, arredi e dipinti. Una danza macabra fra ironia, glamour, gotico e kitsch. Ediz. illustrata
"Non è facile sorprendere oggi. Giovanni Raspini ci riesce: è un artista gotico"""". Con queste parole Philippe Daverio introduce l'argentiere e designer toscano Giovanni Raspini, fondatore dell'omonimo brand di gioielli e oggettistica per la casa. Cosa sono oggi le Vanitas, forse un tema macabro, polveroso, spettrale? Neanche per sogno, visto che per l'argentiere toscano il """"memento mori"""" diventa motivo per celebrare la vita, per cantare gli anni felici e spensierati proprio attraverso la metafora artistica e naturale della morte. Così il ghigno del teschio diventa un sorriso ironico e le ombre diventano luce. Un teschio riletto in chiave Pop, in chiave Rock, all'insegna del glamour neogotico contemporaneo. Ecco collane fatte di serpi, orecchini scheletrici, sedie con gli scorpioni, mini-vanitas composite, specchi allegorici e candelabri coi pipistrelli. Simboli dell'eternità come le tartarughe, i vermi e le conchiglie accostati a sentinelle dell'effimero quali i fiori secchi, le ragnatele o le farfalle. Gioielli, oggetti, arredi, dipinti: queste e molte altre suggestioni presenti in questa pubblicazione a corredo della grande mostra che Giovanni Raspini ha inaugurato a Palazzo Visconti in Milano, tappa iniziale di un importante tour europeo. Farsi attraversare dallo stupore dell'esistenza, ovvero Vanitas Mundi (Una danza macabra fra ironia, glamour, gotico e kitsch). Il catologo della mostra offre un bouquet di ispirazioni che partono da elementi simbolici, scaramantici, apotropaici e surreali per giungere puntuali a quello che è il piatto forte di Giovanni Raspini: il modellato plastico, la scultura in cera che diventa argento o bronzo, con decori e inserimenti in pietra, corallo, cera, legno o resina. Molti, naturalmente, i riferimenti alle wunderkammer, ai Naturalia et Mirabilia, alle nature morte fiamminghe e alle scenografie barocche. E non potrebbe essere diverso. """"Vanità delle vanità, tutto è vanità"""", recita l'Ecclesiaste. """"Cerchiamo la meraviglia, la bellezza e la vita"""", risponde Giovanni Raspini. Sic transit Vanitas Mundi." -
Scuola d'arte a Siena. Duecento anni di istruzione artistica 1816-2016
La scuola d'arte e Siena, un felice connubio che dura da ben duecento anni e che ha contribuito ad arricchire la città rendendola unica e conosciuta in tutto il mondo. Il volume nasce dall'idea di guidare i lettori non soltanto alla riscoperta delle sue vicende storiche e delle sue storie artistiche che al suo interno si sono avvicendate, ma anche alla scoperta di artisti meno noti ma non per questo meno significativi. Prefazione di Sandra Fontani. Introduzione di Pala Giovanni. Testi di Andrea Conti, Leonardo Scelfo, Valentina Manganaro, Marta Batazzi, Anna Maria Romana Pellegrini, Giorgio Montenovo, Monica Giannetti. -
Incipit. Rete di esposizioni tra Accademia e territorio. Ediz. a colori
Il catalogo raccoglie la documentazione delle attività svolte nell'ambito del progetto Incipit: un'iniziativa volta a valorizzare la produzione artistica degli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Lecce e a stabilire connessioni con chi si occupa sul territorio di divulgazione e promozione di attività culturali. Il progetto è consistito in una rassegna di esposizioni allestite presso sei gallerie salentine, tra maggio e ottobre 2017. I galleristi sono stati invitati a interagire con i giovani talenti che studiano nelle Scuole di Pittura, Scultura, Scenografia, Decorazione e Grafica e a selezionare le opere da esporre nelle loro gallerie. L'intenzionale assenza di un tema su cui lavorare ha favorito la presentazione, da parte degli allievi, di molteplici soluzioni creative, tutte però accomunate dall'essere espressione di un percorso di formazione e ricerca artistica fondato su solide basi di competenza tecnica. I testi che precedono le sezioni dedicate alle opere sono l'esito di un confronto critico tra i docenti coinvolti e i galleristi. Da tale confronto scaturiscono temi importanti, che rivelano l'esigenza di ulteriore dibattito in virtù della loro ricaduta culturale e sociale, come, ad esempio, il problema della comprensione dei nuovi linguaggi artistici da parte di un pubblico ampio; il ruolo delle Istituzioni pubbliche nel sostegno della formazione e nel processo di sensibilizzazione dei non addetti ai lavori all'arte contemporanea; il ruolo della curatela nella promozione di opere d'arte di qualità; il peso imprescindibile del binomio 'tradizione e innovazione' in un percorso di formazione artistica al passo con i tempi. Incipit diventerà un appuntamento annuale, che mirerà tanto all'incremento dell'offerta formativa dell'Accademia, quanto all'ampliamento di una rete di relazioni tra Istituzione e comunità, attraverso un processo virtuoso di valorizzazione e divulgazione dell'arte contemporanea. -
Prints, drawings, and the museum. Gabinetti disegni e stampe in Italy, 1861-1909. Ediz. illustrata
Che i musei esibissero stampe e disegni, e solo per un periodo di tempo limitato per ragioni di conservazione, non era un fatto ovvio nell’Italia del Diciannovesimo secolo. Le teorie riguardo depositi appropriati e pratiche di tutela cambiarono fondamentalmente tra il 1861 e il 1909 con la fondazione dei gabinetti disegni e stampe. Due fattori guidarono questa trasformazione. Come prima cosa, l’accresciuto valore estetico e intellettuale attribuito a disegni e stampe alimentò l’autonomia delle collezioni di grafica all’interno del loro contesto istituzionale. Secondo, il riconoscimento del danno causato da un’esposizione prolungata alla luce portò ad abbandonare le mostre permanenti, a scopo di conservazione. Facendo ricorso a materiale d’archivio per lo più inedito, questo libro ripercorre la fondazione dei gabinetti disegni e stampe ponendo l’attenzione a nove musei statali in Italia (Bologna, Firenze, Milano, Modena, Napoli, Parma, Roma, Torino e Venezia). Le loro collezioni vengono analizzate in rapporto ai più ampi mutamenti nella valutazione di stampe e disegni e all’evoluzione della missione dei musei d’arte. Inoltre, il libro indaga il ruolo degli storici dell’arte Paul James Kristeller, Adolfo Venturi e Corrado Ricci, le forze motrici dietro alla trasformazione delle pratiche di curatela della grafica. -
Galileo Chini in Siam. Un incontro tra Oriente e Occidente: la Commissione per gli affreschi dell'artista italiano Galileo Chini nella Sala del Trono Ananta Samakhom per il re Chulalongkorn del Siam
All’inizio del XX secolo il desiderio del re siamese Chulalogkorn di modernizzare il suo regno culminò con l’incarico all’artista fiorentino Galileo Chini di decorare la Sala del Trono Ananta Samakhom a Bangkok nel periodo che va dal 1911 al 1913. Affreschi eclettici in Stile Liberty italiano, finora largamente trascurati, che sanciscono l’incontro tra Oriente e Occidente e in particolare tra l’ambiente culturale e artistico fiorentino da cui è nata l’arte di Galileo Chini e la colonia italiana a Bangkok. In questo periodo gli influssi dell’arte orientale ebbero un profondo effetto anche sulla cultura fiorentina. Le influenze interculturali di Chini, che impiegavano elementi decorativi sia dell’arte orientale che di quella europea, interpretarono e reinventarono la nozione di modernità per la monarchia siamese. Così, la Sala del Trono Ananta Samakhom con il suo interno ha sfumato i confini tra arti e mestieri, decorazione e belle arti, tra Oriente e Occidente. Il significato artistico e culturale del lavoro di Chini nella Sala del Trono Ananta Samakhom si sviluppa in uno stile ibrido che arriva a identificare il periodo in Siam. -
Guida al Museo Archeologico di Gonfienti. Dall'età del Bronzo all'insediamento etrusco e romano. Ediz. illustrata
Alla confluenza tra il torrente Marinella e il Bisenzio, nella parte Est di Prato, è situato il borgo medievale duecentesco di Gonfienti (lat. confluentes = confluenza dei due fiumi) dove è stata ritrovata nel 1997 una città etrusca di grandi dimensioni, che costituiva il baricentro dell’importante via di comunicazione tra l’Etruria centrale e l’Etruria padana. Risalente alla fine del VII secolo a.C, è riconosciuta come una delle principali città etrusche dell’epoca arcaica. Qui è stata trovata una Domus di straordinarie dimensioni (circa 1460 mq), la più grande domus etrusca conosciuta sinora, al cui interno sono venuti alla luce preziosi reperti: le antefisse in terracotta di produzione locale che ornavano il tetto della Domus, buccheri di pregevole fattura, ceramica attica e il più importante reperto sino ad ora scoperto “la coppa, o kylix di Douris” famoso artista greco di quel periodo, della cui opera abbiamo attestati pochissimi reperti. Questa Guida descrive i ritrovamenti fatti durante gli scavi, scoperte che vanno dall’Età del Bronzo all’insediamento Etrusco e Romano, di cui sono conservati reperti e documenti nel nuovo Museo archeologico di Gonfienti, allestito nei locali della Rocca Strozzi, nel centro storico di Campi Bisenzio. -
Gonfienti. L'insediamento etrusco e romano. I materiali
Questo volume presenta un accurato studio scientifico dedicato ai materiali rinvenuti negli ultimi venti anni nell'area archeologica di Gonfienti. Alla confluenza tra il torrente Marinella e il Bisenzio, nella parte Est di Prato, è situato il borgo medievale duecentesco di Gonfienti (lat. confluentes = confluenza dei due fiumi) dove è stata ritrovata nel 1997 una città etrusca di grandi dimensioni, che costituiva il baricentro dell'importante via di comunicazione tra l'Etruria centrale e l'Etruria padana. Risalente alla fine del VII secolo a.C, è riconosciuta come una delle principali città etrusche dell'epoca arcaica. Qui è stata trovata una Domus di straordinarie dimensioni (circa 1460 mq), la più grande domus etrusca conosciuta sinora, al cui interno sono venuti alla luce preziosi reperti: le antefisse in terracotta di produzione locale che ornavano il tetto della Domus, buccheri di pregevole fattura, ceramica attica e il più importante reperto sino ad ora scoperto ""la coppa, o kylix di Douris"""" famoso artista greco di quel periodo, della cui opera abbiamo attestati pochissimi reperti. I numerosi reperti recuperati in occasione dei recenti scavi hanno offerto un'importante occasione per conoscere come, e eventualmente dove, questi venivano realizzati. È stato così avviato uno studio archeometrico dei più importanti ritrovamenti finalizzato ad ottenere informazioni sulle caratteristiche composizionali e tecnologiche dei relativi manufatti. Il volume presenta le analisi svolte sui materiali metallici (terrecotte architettoniche, contenitori in bucchero, ceramica depurate e di impasto) e metallici (fibule, ansa ad anello, aes rude) ottenute con tecniche analitiche diverse, scelte in relazione alle problematiche tecnologiche e conservative dei diversi manufatti esaminati."" -
Ambientazione e «gusto modernissimo». Musei a Torino tra le due guerre
Negli anni tra le due guerre lo scenario artistico e culturale di Torino è un vivace laboratorio per la produzione figurativa e per il dibattito critico, dove si avvicendano le figure di Lionello Venturi, Riccardo Gualino, committente e mecenate di Felice Casorati e del gruppo dei Sei e Guglielmo Pacchioni, direttore della Galleria Sabauda al centro del dibattito internazionale avviato dalla Conferenza di Madrid del 1934. Il volume ripercorre le vicende dei musei torinesi dall'immediato dopoguerra alla fine degli anni Trenta, fino alle imponenti esperienze museografiche di Vittorio Viale. indagandone le tangenze con i percorsi della storiografia artistica. -
Pietro Giacomo Palmieri. Ediz. illustrata
«Artista bolognese virtuoso e intellettuale in contatto con ambienti sofisticati su scala europea, Pietro Giacomo Palmieri (Bologna 1737-Torino 1804) fu tra i primi a realizzare disegni finiti, indipendenti, non destinati alla riproduzione incisa né funzionali alla preparazione di opere di altro genere. Raggiunse una raffinata sintesi tra imitatio e inventio che, intrecciando suggestioni e modelli iconografici desunti da epoche e scuole differenti, ammiccava ai gusti dei collezionisti, creando tuttavia un’opera originale, dallo stile riconoscibile e di sapore internazionale, il cui appeal fu tanto più avvertito dai contemporanei grazie a un modo di condurre la penna, che pare volto, anche attraverso il gioco straniante di scambio tra le tecniche, ad affermare il ruolo del disegno quale genere artistico autonomo» (dalla Premessa di Chiara Travisonni). «La monografia di Chiara Travisonni, oltre essere un contributo critico dedicato a un artista poco noto al grande pubblico (sebbene assai conosciuto tra gli specialisti), rappresenta bensì un vero e proprio risarcimento nei confronti di Pietro Giacomo Palmieri: essa è infatti la prima monografia critica e al tempo stesso catalogo completo di tutta la sua produzione fino a oggi conosciuta (disegni, stampe e dipinti) mediante l’ausilio e lo studio dei documenti, delle fonti, dell’analisi della critica moderna e delle aste antiche e moderne (per scelta menzionate sino al 1990 circa poiché successivamente i motori di ricerca online coprono piuttosto bene i record)» (dalla Prefazione di Luca Fiorentino) -
Michelangelo e i Medici. Attraverso le carte dell'archivio Buonarroti. Catalogo della mostra (Firenze, 20 novembre 2019-9 marzo 2020). Ediz. a colori
Catalogo della prima mostra che prende le mosse dal patrimonio e dalle ricerche della Fondazione Casa Buonarroti. La mostra si inserisce in una linea metodologica che, attigendo dalle risorse interne del lascito michelangiolesco di opere d'arte, disegno, documenti d'archivio, arricchito nel tempo da altri apporti, ne valorizza aspetti specifici gettando nuova luce su personaggi, periodi storici o circostanze attinenti a Michelangelo e alla famiglia Buonarroti. -
Michelangelo e la «maniera di figure piccole »
Primo volume di una nuova collana della casa editrice in collaborazione con la Fondazione Casa Buonarroti. In quest'opera, curata da Marcella Marongiu, le ""opere in piccolo"""" per la prima volta sono protagoniste degli studi e della narrativa, attraverso una scrupolosa ricognizione degli argomenti che configurano questo singolare aspetto della 'fortuna' dell'arte michelangiolesca. Nei densi saggi qui raccolti, il nucleo principale delle opere piccole trova un'opportuna e innovativa sistemazione, con precisazioni e osservazioni inedite che entrano così nel patrimonio delle convinzioni maturate e delle conoscenze condivise."" -
Architettura tra le due guerre. La casa del mutilato di Ancona. Ediz. illustrata
Il volume descrive la Casa del Mutilato di Ancona, edificio di considerevole valore storico ed artistico. Costituisce una testimonianza tangibile e preziosa di un momento tragico della nostra storia, un momento che non va dimenticato. -
Talismano. Le città sacre e la fede segreta
Un viaggio atraverso i meandri più oscuri e misteriosi della storia, sulle tracce archeologiche di una religione segreta che ha modellato i destini dell'umanità. Da Eliopoli a Luxor, da Alessandria d'Egitto a Firenze, da Roma a Londra, in un incalzare di avvenimenti che giungono alla situazione creatasi dopo l'11 settembre. Fra sacerdoti egizi e astronomi, fra gnostici cristiani e saggi ermetici, arabi ed ebrei, gli autori guidano alla scoperta di una Nuova Città del Sole, che esiste nelle planimetrie delle maggiori capitali d'Occidente. -
Ogni giorno un po' più cattive
Una ""guida pratica"""" con suggerimenti ad esempi per trasferire nella vita di tutti i giorni i concetti appresi: i segreti per mettere in atto, con piccoli passi, talvolta impercettibili, talvolta eclatanti, ma sempre sicuri, i necessari cambiamenti affinché nessuna donna debba più mostrarsi come in realtà non è. Una guida che intende prendere per mano le """"brave ragazze"""" e accompagnarle sul cammino per diventare """"cattive"""" e spronare quelle che cattive lo sono già a diventarlo un po' di più.""