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Magia ed esoterismo nel secolo più lungo. Credo quia absurdum
Durante l'agitato periodo compreso tra la Presa della Bastiglia e l'inizio della Prima Guerra Mondiale, che tra cambiamenti e contraddizioni aprì le porte al Mondo contemporaneo, si sviluppò una particolare atmosfera culturale nella quale trovarono spazio nuovi modelli di rappresentazioni magiche. Attraverso un viaggio tra il mesmerismo, lo spiritismo e l'occultismo, l'Autore lascia emergere la presenza di una forma di pensiero che, coniugando un antico e consolidato linguaggio di simbolismi e rituali magici con una concezione cosmologica di tipo esoterico, cercò quelle risposte ai grandi Misteri dell'Universo che né?la scienza né?la religione erano in grado di dare. Una sorta di renovationel segno della Tradizione perenne che arrivò a dare vita ad una vera e propria forma di controcultura, la quale finì con il coinvolgere personaggi come lo scrittore Victor Hugo o lo scienziato Charles Richet, premio Nobel per medicina. Un fenomeno che per quanto oscuro ed irrazionale ha rappresentatoun momento importante nella storia della civiltà?occidentale. Analizzato con il distacco di un rigore scientifico, vengono presi in considerazione i suoi rapporti con lareligione, con la scienza, con la teosofia e con la massoneria spiritualista, sua importante compagna di viaggio. Una interessante e piacevole lettura, facilitata dalla presenza dinumerose annotazioni. -
Ipotesi di sintesi dell'intelligenza
“Ipotesi di sintesi dell'intelligenza” è un'antologia di pensieri e osservazioni sul problema dell'intelligenza artificiale raccolti dall'autore nei suoi ultimi anni di studi. La struttura dell'opera è organica e simile a quella di un saggio. Tra i temi toccati: intelligenza artificiale generale, rappresentazione della conoscenza, test di Turing moderni e, ovviamente, apprendimento automatico delle macchine. Un libro che offre a lettori e lettrici diverse suggestioni per guidarli nell'esplorazione di questo appassionante e dirompente campo del sapere. -
Marche. Con mappa
Le Marche, terra di mare, pianure, colline e monti rappresentano una sorta di Italia in miniatura. E non solo dal punto di vista della morfologia del territorio, ma anche da quello dello spirito e della cultura. Arte e architettura, gastronomia ed enologia, modernità e tradizione storica raggiungono qui picchi paragonabili a quelli che in genere si associano ad aree ben più blasonate come il Chianti o il Triveneto. Una regione che offre falesie a strapiombo sul mare, ma anche lunghe spiagge sabbiose; cime innevate che raggiungono i duemila metri, ma anche paesaggi caratterizzati da verdi colline di sapore toscano, ammantate di boschi, prati, vigneti e uliveti; antiche vie romane punteggiate di chiese, conventi e castelli medioevali avvolti da leggende e vivaci centri moderni all'avanguardia nella produzione di pasta, carta, strumenti musicali, tessuti, calzature e mobili di design. E poi ancora città dall'architettura e dall'atmosfera affascinanti come Urbino, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco anche per via della sua natura di complesso urbano meglio conservato del Rinascimento italiano. E nomi illustri, come quelli di Raffaello, Rossini o Leopardi, anima del patrimonio artistico italiano in senso trasversale. Le Marche: una regione plurale anche nel nome, perché tanto accoglie delle caratteristiche che rendono unico il nostro Bel Paese. -
Trieste. Con mappa
Trieste affascina i visitatori non solo con le testimonianze delle epoche più o meno lontane di cui è stata protagonista, ma anche con le bellezze naturali che la caratterizzano. Di grande interesse le sue rovine romane, la sua cattedrale e il suo castello risalenti al Medioevo. E ancora, i suoi sontuosi palazzi, i suoi eleganti edifici in stile Jugendstil, i suoi nostalgici vicoletti nel centro storico e il suo splendido lungomare. I 15 highlight indicati dall’autrice Annette Krus-Bonazza vi permetteranno di immergervi nella realtà di Trieste e dei suoi abitanti e di scoprire lo charme della grandiosa Piazza dell’Unità, la vita ebraica di ieri e di oggi che riaffiora nel quartiere di Riborgo, il fascino viennese del Borgo Teresiano, le tracce dell’antichità e del Medioevo sul Colle di San Giusto, le caffetterie storiche disseminate per la città e le gradevoli spiagge balneabili. Le pagine di questa guida vi condurranno negli alberghi più accoglienti, nei ristoranti con il miglior rapporto qualità-prezzo, nei negozi frequentati dai triestini e nei locali più alla moda. Grazie alle mappe presenti nel volume e alla mappa staccabile allegata, troverete tutti i luoghi di interesse in un attimo. -
Alto Adige. Con mappa
Montagne e vallate. Questa ""terra di montagna"""" può essere osservata da due punti di vista complementari. Il primo è la prospettiva dal basso, quella delle ampie vallate e delle distese pianeggianti intorno alle conche dell'Adige, dell'Isarco e della Rienza. Qui pulsa l'attuale cuore produttivo della provincia, hanno sede le industrie e le grandi imprese agricole, vive la maggior parte della popolazione e scorrono le principali vie di comunicazione. Da qui le montagne hanno tutta l'aria di un paesaggio di sfondo, quasi una barriera. L'altro punto di vista è quello dall'alto: dalle cime dei monti. Da qui la prospettiva cambia completamente. Se dalle vallate risulta quasi impossibile rendersi conto dell'ampiezza del territorio in quota, ciò che dal basso appare come una barriera si rivela in molti casi un altopiano abitato e coltivato da secoli. Per questo la prospettiva ideale per apprezzare questo territorio, in tutta la sua bellezza e vastità, è sicuramente quella dall'alto. L'Alto Adige offre tantissimo ai suoi ospiti: paesaggi meravigliosi, infrastrutture turistiche organizzate e funzionali, montagne famosissime, una cultura tradizionale vivace, gente ospitale e una cucina raffinata e sostanziosa che concilia quanto di meglio hanno da offrire i monti e le vallate."" -
Helsinki. Con mappa
In quanto “figlia del Baltico”, Helsinki deve non solo la propria storia, ma anche la propria gioia di vivere al rapporto simbiotico fra terra e mare, come può confermare al meglio una panoramica dall’alto: la capitale della Finlandia è l’unica a poter vantare una simile quantità di baie, isole, isolotti, porti e spiagge. Da ogni punto del centro cittadino lo sguardo riesce a raggiungere il mare e a volte sembra di veder entrare i giganteschi traghetti provenienti da Stoccolma o Tallin fin nelle stradine più anguste. Essendo sorta grazie al commercio marittimo e cresciuta e progredita con le attività legate al mare, ancora oggi Helsinki è votata al Baltico. Poiché è stata fondata in tempi relativamente moderni, Helsinki non può certo offrire la stessa varietà architettonica di altre metropoli europee: anche cercando in lungo e in largo, qui è impossibile trovare una chiesa romanica o una rocca medievale. Anche del Rinascimento, l’epoca alla quale risale la sua fondazione da parte degli Svedesi, non è rimasto niente. Le costruzioni attualmente presenti, infatti, sono il risultato della ricostruzione seguita al disastroso incendio del 1808/09. Ciò nonostante, Helsinki non è una città noiosa, ma in grado di offrire tanti volti diversi. -
Sicilia
La Sicilia è uno scrigno di tesori: Selinunte e Segesta sono talmente imponenti nella struttura e perfette nella loro forma da far pensare che gli antichi dei dimorino ancora oggi nei loro templi e, da qui, continuino a vegliare sull’isola intera. Non meno straordinarie sono le sontuose ville costruite dai Romani, come la Villa del Casale nei pressi di Piazza Armerina, ma anche la Cappella Palatina a Palermo e le cattedrali di Monreale e Cefalù, decorate dai Normanni con straordinari cicli musivi. Per non parlare delle chiese che ornano le cittadine sulla costa sud-orientale, distrutte dal terremoto e ricostruite in stile barocco che, insieme ai palazzi, ricordano i tempi del Gattopardo. Città o paesini famosi in tutto il mondo come la splendida Siracusa o i gioielli del barocco come Noto, Modica e Ragusa. Anche l’Etna, che dall’alto dei suoi 3350 m rappresenta il vulcano attivo più alto d’Europa, si staglia contro il cielo siciliano con un profilo dalla bellezza mozzafiato, che spesso regala immagini capaci di suscitare al contempo meraviglia e soggezione. Tra le sue colate dalle forme bizzarre cresce rigogliosa la vegetazione, così come sulle catene delle Madonie e dei Nebrodi, ricoperte da boschi ricchi di specie vegetali. E poi ancora ci sono i tesori naturali, come la Riserva Naturale dello Zingaro sulla costa occidentale dell’isola, le lagune nei pressi di Tindari, il paradiso ornitologico di Vendicari o le gole calcaree dei Monti Iblei. Impossibile, poi, tacere la grandezza del patrimonio culturale dell’isola, che si esprime in tradizioni secolari come quella dei pupi siciliani o delle ceramiche di Santo Stefano di Camastra. Un’isola generosa, insomma, che non delude mai. -
Puglia
Dal punto di vista turistico, la Puglia appare come un concentrato di virtù: 300 giorni di sole all’anno, una costa varia e lunga 800 km, chiese sontuose, un’ospitalità calorosa, una tradizione culinaria che non teme rivali e un’eredità storica di tutto rispetto. Eppure la regione è stata scoperta dai turisti stranieri solo negli anni ’90. Fino a quel momento la Puglia è stata per lo più una meta del turismo nazionale perché gli italiani hanno saputo apprezzarne fin da subito i pregi, primi fra tutti il sole e il mare. Ma la tavolozza di colori offerti dalla Puglia è ben più varia. La pianura del Tavoliere e il paesaggio collinare delle Murge con i campi di cereali, i vigneti e le diverse colture arboree hanno il loro fascino in ogni stagione. Quando le nuvole attraversano il cielo fluttuano sopra la campagna disegnando le loro ombre sui prati e i sui campi, il vasto paesaggio pugliese si arricchisce di note sempre differenti. Tipica della regione è anche la bianca pietra calcarea delle coste che riflette la luce del sole e in estate sprigiona una luminosità abbagliante. Il mare con le sue tonalità di blu crea così uno splendido contrasto. È infatti soprattutto la vasta gamma dei colori marini ad ammaliare i visitatori delle isole Tremiti. Anche la costa del Gargano tra Peschici e Mattinata è di una bellezza seducente. Qui, sulla riva del mare, si incontrano i trabucchi, bizzarre costruzioni in legno per la pesca, che gli spruzzi di salsedine hanno fatto diventare quasi bianche quanto le rocce circostanti. Anche la costa del Salento con le baie bianche e blu è un vero paradiso. Nell’entroterra sono invece il verde degli alberi, il rosso della terra e il bianco della pietra calcarea a creare magnifici contrasti. -
Creta
Chi desidera il sole, un mare cristallino, sport acquatici, mete culturali, gite in bicicletta o amene passeggiate, come anche chi ama la natura incontaminata, non rimarrà certo deluso dalle molteplici attrattive che offre quest’isola. Circondata dalle acque più pulite del Mediterraneo, Creta vanta spiagge di sabbia fine e placide insenature. Centri storici come quello di Chaniá o di Réthimno sono l’ideale per girovagare in serenità e fare acquisti, mentre i palazzi di Cnosso, Festo, Mália e Káto Zákros ci riportano indietro all’esordio della civiltà. Secondo la mitologia greca, Creta è l’isola di Zeus e le sue origini sono ancora oggi avvolte nella leggenda e nel mistero: 5000 anni fa i Minoici diedero vita infatti alla prima civiltà progredita d’Europa, di cui ci hanno lasciato sorprendenti testimonianze, come il palazzo di Cnosso. Chi vuole scoprire il vero volto dell’isola deve però abbandonare i luoghi più turistici. Nei tranquilli villaggi abbarbicati sui monti, raggiungibili in pullman o con un’auto a noleggio dopo innumerevoli tornanti, la vita prosegue il suo corso nello stesso modo da secoli. Gli uomini rimangono per ore e ore seduti nei kafeneia davanti a un caffè, i contadini raggiungono i campi anche a cavallo di asini e muli, e tutti sono sempre pronti a scambiare quattro chiacchiere con i passanti. Le antiche vie di comunicazione tra i villaggi sono lastricate di pietra locale e tenute in buono stato per generazioni, e continuano ad allietare chi desidera assaporare il gusto del vagabondaggio. Nell’entroterra affascinano anche i romantici uliveti, gli aspri scenari montani e le profonde gole. Godetevi una piacevole vacanza nella culla della civiltà occidentale. -
Azzorre
Le Azzorre sono frequentate soprattutto dai viaggiatori individuali e restano una meta lontana dai grandi circuiti turistici. Questo arcipelago in mezzo all’Atlantico è il paradiso dei naturalisti e degli escursionisti, ma ha molto da offrire anche sul piano culturale, oltre che su quello balneare. La stagione turistica coincide soprattutto con l’estate, periodo della fioritura delle ortensie. Grazie all’effetto equilibratore della Corrente del Golfo, non fa mai troppo caldo e le notti sono sempre piacevolmente fresche, anche se persino il celebre anticiclone ogni tanto cede il posto a qualche temporale. Il comfort e la sicurezza sono a livello europeo ed è possibile organizzare soggiorni all’insegna dello sport o del relax. Briciole di Atlantide? Alle Azzorre si racconta volentieri la leggenda del misterioso continente di Atlantide, sprofondato dopo numerose e violentissime esplosioni, lasciando in eredità le nove isole. Tuttavia, gli scienziati moderni ritengono che l’arcipelago sia il risultato di esplosioni vulcaniche avvenute nel fondale marino e negano che qui sia mai esistito un continente. Lo stesso toponimo “Azzorre” è frutto di un equivoco. Deriva infatti da açor, che in portoghese significa “astore”: gli esploratori riferirono di avere avvistato numerosi stormi di astori intorno ai monti delle isole; in realtà, non si trattava di astori, che qui non ci sono, ma di poiane. In ogni caso, le Azzorre sono davvero isolate e distanti da tutto, proprio come si immagina che fosse Atlantide. Guardando i crateri immersi nella nebbia, costellati di misteriosi laghi scintillanti, circondati da nodose piante di alloro e ginepri ricurvi, le leggende sembrano realtà. -
Zappa. Il fumetto
Il caleidoscopico universo (a fumetti) di Frank Zappa: un diario enciclopedico, un racconto, dodici testimonianze in bianco e nero di musicisti e amici quali Edgar Varése, Steve Allen, Ray Collins, Jimmy Carl Blake, Ruth Underwood, Howard Kaylan, Mark Vollman, Ritchie Blakemore, Guido Harari, Kent Nagano, Massimo Bassoli, Tanino Liberatore, Fabio Treves, Matt Groening. Con l'aggiunta di tavole a colori, e quattordici illustrazioni di altrettanti artisti del fumetto di tutto il mondo. -
Anni senza perdono
Siamo nella Russia degli anni Trenta, in pieno stalinismo; in un tempo in cui bisogna pensare allo zucchero e al petrolio, alle cimici nelle stanze, alle code nelle farmacie già svuotate, quando la miseria agisce nel cuore umano come una ferita segreta e la possibilità di guarire è legata al successo della restaurazione economica, che pur si auspica e si condivide. Ma l'individuo è solo mentre le grandi idee invadono le strade. Un equilibrio difficile, una coerenza messa a dura prova; con un linguaggio che non si abbandona mai, se non all'amaro realismo. Victor Serge denuncia anticipando analisi politiche più attuali, i costi esistenziali di una trasformazione, i conflitti interiori di un popolo coinvolto in una grande ristrutturazione. -
Hand in cap. Delitti all'ippodromo
Il romanzo si ispira a un fatto di cronaca: il rapimento del Presidente della Società Corse, avvenuto nei pressi dell'ippodromo di San Siro. Ambientato negli anni Settanta in una Milano dove agivano le bande di Vallanzasca e Turatello, La vicenda parte dalle indagini che vengono subito indirizzate verso gli ambienti della malavita locale. Sei mesi dopo viene recuperato dal lago di Iseo il cadavere. Al recupero della salma assiste anche il marchese Luigi del Roero, commissario agli Handicap all'ippodromo e amico fraterno del presidente. Con il supporto di un amico giornalista, il commissario segue il dipanarsi delle indagini ufficiali, incanalate verso una soluzione di comodo, che egli tenta di contrastare conducendo una personale indagine parallela approdando a un risultato tanto logico quanto sconcertante. Nella realtà dei fatti, i responsabili della morte del Presidente della società delle corse non sono mai stati individuati. -
Racconti dell'io
I racconti inclusi in questa raccolta suscitarono alla loro uscita infinite polemiche per la cruenta e inusitata rappresentazione di eccessi e perversioni umane, spesso sovrapponendo i piani del sogno e della realtà, precorrendo in un certo senso la psicanalisi. I lettori erano propensi a cercarvi esperienze e drammi della sua vita privata: la sua fragilità mentale, l’epoca stessa, con tutti i problemi sociali e politici, favorivano certamente l’atmosfera e i personaggi inquietanti dei racconti, centrati proprio sull’analisi delle deformazioni e deviazioni mentali dell’uomo nei rituali della quotidianità. Le visioni allucinatorie qui descritti non sono forse altro che una via d’uscita anelata dai personaggi che si affidano ai segni e alle immagini magiche pur di rendere l’irreale reale e l’insopportabile sopportabile. -
Tra sogno e realtà
Questa Graphic novel propone 7 racconti i cui personaggi attraversano la propria vita combattendo contro le pulsioni del proprio Es nel tentativo di dominarlo. Tra questi protagonisti, saranno proprio coloro che riusciranno a trovare una mediazione tra le forze del Super Io e le intemperanze asociali dell'Inconscio. Ma alla fine sarà proprio la scelta giusta? Nadia Rizzo dà vita a personaggi sinceri, capaci di accettare la propria natura anche quando li fa precipitare nell'abisso. Magistralmente illustrati dagli acquerelli di Valentina Villa, i racconti di questa raccolta non lasceranno indenne il lettore. -
Coni d'ombra
Sette istantanee caratterizzate da protagonisti di sesso, età, origine ed estrazione lontani fra loro, compongono questa raccolta di racconti.rnI personaggi che popolano queste storie sembrano schiavi di ombre che si aggirano chiedendo unicamente di essere ascoltate. Ma è proprio la sordità verso tutto ciò che non è facilmente etichettabile, a impedire ai protagonisti di Coni d'ombra, di trovare una propria dimensione nel mondo.rnTuttavia non è il pessimismo a permeare le pagine di questa raccolta, al contrario l'autrice sembra suggerire che la comprensione e l'accettazione del linguaggio inconscio, fornisca una chiave per abbracciare l'interezza della personalità umana, intessuta appunto di luce e ombra. -
Che mi dici di Stefano Rosso? Fenomenologia di un cantautore rimosso
"Che mi dici di Stefano Rosso? nasce dal desiderio di colmare una lacuna storica. Nasce con l’intento di compensare la rimozione collettiva cui è stato – ed è – oggetto uno dei cantautori più originali della scena italiana anni Settanta (e a seguire). Nessuna pretesa quindi di esaustività, nessuna smania agiografica. Nessun tentativo di pronunciare l’ultima parola. Ché le vite si vivono e non si raccontano. Mi piace pensare a questo che tenete tra le mani, come a un libro capace di spiegarsi da solo. Un libro che si sottrae al narcisismo autoriale, e a un certo punto persino si defila; lasciando spazio alle parole che Rosso ha detto-scritto-rilasciato; alle parole dei tanti che in un modo o nell’altro, di Rosso hanno incrociato la strada."""" (Mario Bonanno)" -
Brava!
Questo libro vuole rendere omaggio a venti artiste che hanno fatto la storia della musica leggera. Nilla Pizzi è stata la prima, Mina ha modernizzato la canzone, Milva e Iva Zanicchi avevano le due voci più dotate in natura. Rita Pavone ha portato il beat in Italia, Gigliola Cinquetti ha ripreso l’eleganza della tradizione, Ornella Vanoni ha introdotto lo stile, Orietta Berti l’intonazione di un diapason. Nada ha portato la ribellione, Patty Pravo l’erotismo, Gabriella Ferri la matrice folk, Marcella la carnalità meridionale, Mia Martini l’introspezione. Loredana Bertè e Gianna Nannini sono state le donne rock della musica italiana, Anna Oxa ha sedotto, Fiorella Mannoia ha valorizzato l’impegno, quella di Laura Pausini è stata l’ultima voce “grande”, Giorgia ha dato colorature blues alla canzone, Elisa l’ha internazionalizzata. -
Quale sinistra?
La danno per scomparsa. Le sigle della sinistra radicale sono ridotte a minuscoli gruppi politici, divisi tra loro da pregiudiziali ideologiche, quando non consunti dall'autoreferenzialità. Colpita in primo luogo dalla crisi dei circoli e dei tradizionali canali di militanza di partito, la sinistra radicale soffre ormai da un decennio a questa parte di una frattura fra il proprio linguaggio e il senso comune. I due autori provano a comprendere i motivi delle difficoltà della sinistra italiana. La marginalità della sinistra è da attribuire, in parte, a una crisi generale della sfera pubblica. Il rovesciamento del ruolo della politica nell'esistenza degli individui ha cambiato anche il linguaggio e le modalità degli antagonismi sociali, che la sinistra non riesce più a intercettare. Si tratta di ricostruire il senso della propria presenza nella società. Da qui l'esigenza di ripartire da un nuovo tipo di relazione fra sociale e politico, che tenga conto anche dall'attuale processo di integrazione europea. Nello scenario di oggi, restituire senso alla parola sinistra significa oggi restituire senso alla parola politica e alla parola democrazia. Prefazione di Matteo Pucciarelli. -
La fionda (2021). Vol. 1: Nulla sarà più come prima? Gli scenari della post-emergenza: Italia, Europa, Mondo.
L'emergenza sanitaria legata al Covid-19 rappresenta un fattore di accelerazione di tendenze e processi già in atto da tempo. E questo vale soprattutto per la sfera politico-istituzionale, per quella economica e per quella politico-internazionale. Quali saranno gli sviluppi della crisi di funzionalità e legittimità delle nostre democrazie? In che modo si andrà riarticolando la dialettica Stato-mercato? Si guarderà ad una forma di keynesismo di tipo nuovo? Assisteremo al rilancio del progetto di integrazione europea o a una sua inesorabile agonia? Infine, a livello internazionale, andrà consolidandosi un assetto multipolare, si aprirà un nuovo ciclo egemonico o, al contrario, si troveranno forme nuove di governance globale condivisa? Interventi di Pino Arlacchi, Gaetano Azzariti, Richard Bellamy, Alessandro Bonetti, Alberto Bradanini, Paolo Desogus, Giulio Di Donato, Monica Di Sisto, Pierluigi Fagan, Valeria Finocchiaro, Carlo Galli, Álvaro García Linera, Vladimiro Giacché, Federico Lauri, Andrea Muratore, Damiano Palano, Laura Pennacchi, Alessandra Pioggia, Mimmo Porcaro, Geminello Preterossi, Alessandro Somma, Wolfgang Streeck, Umberto Vincenti, Alessandro Volpi, Sirio Zolea.