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La leggenda di Ak
A Villaggio, sulla piccola isola di un lontano arcipelago, il pescatore Tosh detto Roccia e sua moglie Saa di Buoncuore desiderano da tanti anni l'arrivo di un figlio. Una notte Saa sogna un tragico naufragio a cui fa seguito l'effettiva scomparsa di Tosh, ma anche l'inspiegabile ritrovamento di un bel bimbo senza ombelico. Saa lo alleva come suo figlio, senza però mai perdere la speranza di ritrovare suo marito. Il bambino viene chiamato Ak, che nella lingua locale significa: colui che viene dall'acqua. Ak è un bel bimbo curioso, dalle bizzarre amicizie e con qualche stravagante capacità, ma è muto, muto come un pesce e a Villaggio viene perciò soprannominato Mezzopesce. Età di lettura: da 7 anni. -
La compagnia del racconto
I ragazzi della Seconda media dell'Istituto Canossa si sono lanciati nell'avventura della narrazione, creando storie e affrontando la fatica di scriverle in maniera il più possibile ordinata e corretta. Non si sono ""improvvisati"""" scrittori, come si potrebbe superficialmente dire: perché nulla di ciò che han fatto, a prescindere dal livello qualitativo raggiunto, è frutto di improvvisazione. C'è al contrario un lavoro, fatto insieme in classe e individualmente a casa. Perché le buone idee maturano e prendono forma nella costanza e nella fedeltà del lavoro quotidiano. età di lettura: da 11 anni."" -
Storie di principesse e regni incantati. Ediz. a colori
C'era una volta... queste sono le parole magiche che consentono di entrare in un mondo fantastico con la fantasia... una parola meravigliosa che esprime il mondo che è dentro ognuno di noi. L'immaginazione è diventata narrazione, la narrazione è diventata disegno e in questo ""gioco"""" i bambini sono diventati così autori delle loro storie ed hanno realizzato questo libro. Età di lettura: da 6 anni."" -
Milano-Davos 1942-1944. Diario di un dirigente industriale progressista
«È già qualche tempo che ho intenzione di scrivere episodi di questi momenti turbinosi: ma è solo da quando l'Italia sente a fondo la guerra che questa intenzione si è fatta più chiara e decisa». «Così mio padre inizia il suo diario, che è quello di un uomo da sempre appassionatamente interessato agli eventi cruciali di politica interna e internazionale. Si tratta, come è evidente anche dallo stile, spesso colloquiale, di un vero e proprio quaderno quotidiano, redatto velocemente - almeno prima della malattia - di sera. Il principale motivo di interesse per noi è proprio questo: cogliere dal vivo, quasi in diretta, il clima della guerra come è stato sentito in Italia. Risaltano, così, la palese inadeguatezza del regime fascista e neofascista rispetto alla gravità della situazione, e il caos assoluto dei primi venti giorni dopo l'armistizio, nei quali apparivano smarriti non solo i giovani ma anche gli organizzatissimi tedeschi che stavano occupando il Paese. Questo diario, per me, serve a far conoscere le idee di una persona di valore, sfortunata e onesta, e a prolungarne il ricordo». (Gianluca Devoto). Presentazione di Giulio Sapelli. -
Ore disperate
Tutto sembra tranquillo alla periferia di Indianapolis, quando Eleanor Hilliar sente suonare alla porta di casa: non sa che la sua vita sta per trasformarsi un orribile incubo... I fratelli Glenn e Hank Griffin con il loro complice Rob in fuga dal carcere federale di Terre Haute, prendono in ostaggio l'intera famiglia Hilliard: quelle che seguono sono ore disperate, scandite da un crescendo di tensione e di colpi di scena, e dalla rabbiosa contrapposizione tra un onesto padre di famiglia e una banda di balordi senza futuro. Il romanzo ha visto una trasposizione teatrale di grande successo, interpretata a Broadway da Paul Newman prima del suo esordio cinematografico. Nel 1956 William Wyler ne trasse un celebre film con Fredric March e Humphrey Bogart, e nel 1990 seguì un remake diretto da Michael Cimino e interpretato da Anthony Hopkins e Mickey Rourke. -
La scelta di Lilian
Una storia come tante perché ancora una volta è una storia di violenza sulle donne, di una bambina violentata nell'ambiente domestico, il che condizionerà a lungo la sua vita, ma la protagonista non è una come tante. La sua sensibilità, la sua intelligenza, la sua caparbia volontà di sciogliere l'enigma della sua vita, ne fanno un'eroina degna delle storie che non si dimenticano. Un romanzo ispirato a una storia vera, accaduta in Toscana nel secolo scorso e che, nonostante questo, è oggi ancora di grande attualità. Da un piccolo paese umbro, dove la vicenda ha inizio, la protagonista si sposta a Firenze dove inizia, con un certo successo, l'attività di parrucchiera. Questo sembra dare una certa stabilità alla sua vita ma il mistero sulle sue origini continuerà a perseguitarla finché, dopo alterne vicende, riuscirà a venirne a capo. Niente può essere più come prima e Lilian è posta di fronte alla scelta più difficile della sua vita, attraverso la quale, però, emergerà finalmente una nuova donna, consapevole di sé e padrona del suo destino. -
Spyros. Il marinaio italiano
È un giorno d'inverno. Giuseppe, dopo una lunga vita vissuta tra gioie, dolori, entusiasmo, tenacia e tante avventure, ha appena esalato il suo ultimo respiro. La morte lo ha preso, ma inizia a percepirsi più vivo che mai e incomincia a ripercorrere a ritroso un viaggio nelle memorie del proprio passato. Partendo dall'infanzia, i suoi ricordi si snodano tra gli anni '20 e '30 nel colorito rione del Capo, storico quartiere di Palermo. Le sue rievocazioni continuano in Grecia poiché, a seguito dello scoppio del Secondo conflitto mondiale, Giuseppe riceve la chiamata alle armi. Divenuto un marinaio della Regia Marina Italiana, apprende una nuova lingua e si integra per quattro lunghi anni nella piccola comunità di Navarino, in Grecia, i cui abitanti gli danno il soprannome Spyros e dove lascerà un pezzo del suo cuore e della sua giovinezza. Giuseppe narra il suo ritorno in una Palermo da ricostruire insieme alla sua stessa vita, un cammino di sofferenza, ma anche e soprattutto di riscatto e di speranza tracciando con serenità, fin dalla prima pagina, un intenso percorso di riflessione che terrà il lettore con il fiato sospeso fino alla fine. -
Era il 1964. La collezione d'arte della Rai del Friuli Venezia Giulia per il nuovo palazzo. Catalogo della mostra (Trieste, 12 marzo-13 aprile 2008)
Che la RAI possieda una importante collezione d'arte contemporanea - ottocento pezzi tra dipinti e sculture, con alcuni capolavori assoluti - è abbastanza noto agli addetti ai lavori, ma certamente pochi sanno che anche la RAI del Friuli Venezia Giulia ospita una bella raccolta di opere di artisti regionali formatasi quasi mezzo secolo fa. La collezione comprende opere di Music, Zigaina, Spacal, Perizi, Pittino, Ciussi, Celiberti, Mascherini, Leonor Fini. -
Ricreatori. Un gioco lungo cent'anni. Trieste 1908-2008
I ragazzi italiani si sono formati negli oratori, quelli triestini nei ricreatori. Per togliere i bambini dalla strada, all'inizio del XX secolo quando l'inurbamento di Trieste era in massima espansione, furono create delle strutture parascolastiche uniche nel loro genere. I ricreatori sono un'istituzione che non ha equivalente nel resto d'Italia, in quanto volutamente laica e volta a promuovere uno stile educativo basato principalmente sul gioco. Questo volume ripercorre la storia dei ricreatori attraverso una raccolta di inedite immagini d'archivio corredate da quattro saggi storici che analizzano l'unicità di questa realtà dal punto di vista del contesto sociale, dell'integrazione culturale, oggi sempre più necessaria, e dei metodi educativi utilizzati. Oltre al passato - descritto anche dalle numerose testimonianze dirette - il libro vuol far conoscere anche l'oggi dei ricreatori attraverso schede monografiche dedicate a ciascuna delle tredici strutture triestine. -
99 + 1 risposte
«Tra la professione di medico, gli studi di estetica e i miei quadri sono sempre stato un eclettico e questo non è stato ben visto. Probabilmente perché sfuggire alla classificazioni è in un certo senso perturbante.» «Essere eclettici spesso significa essere considerati superficiali.» Le osservazioni taglienti e precise di Gillo Dorfles, che nell'accurata intervista di Lorenzo Michelli racconta la propria vita attraverso l'arte e l'arte attraverso la propria vita, sono quelle di una persona tutt'altro che superficiale. E per usare le parole di Lorenzo Michelli, «nelle sue considerazioni si percepisce un senso di leggerezza e assieme di profondità di sguardo» indubbiamente eccezionale. Le donne, la musica e il teatro, lo sport e la politica, il rapporto con la famiglia Svevo, l'ammirazione per la tecnologia, l'attrazione/repulsione nei confronti del kitsch, la sensazione di vivere su un confine e l'amore per le lingue straniere, sono argomenti che vengono trattati con uguale interesse e raccontati con sincerità e accuratezza. 99+1 domande e risposte, stringate e assieme profonde, corredate da segni d'arte, un alfabeto. Nel volume 99+1 risposte Gillo Dorfles, nell'occasione del suo centesimo compleanno, affida alla pagina scritta le proprie riflessioni sulla cultura, la musica, il design, la moda, percorrendo con grazia e obiettività i ricordi e proiettandosi nel futuro attraverso il ""secolo breve""""."" -
Mare inquieto
Estate del 1991: un viaggio per mare lungo la costa Jugoslava nei giorni in cui il paese veniva frantumato dai colpi dei diversi nazionalisti. Helena Klakocar in questa graphic novel, premiata al Festival di Angoulême in Francia nel 2000, trasforma la sua esperienza personale di viaggio fisico e reale in un involontario gran tour in cui i temi della lontananza, della perdita della patria, dell'identità, dell'incontro con il diverso da noi diventano temi universali. Un tratto veloce e lieve, in bianco e nero, che spesso ci accompagna in una dimensione onirica o immaginifica per parlare di temi tutt'altro che leggeri e quanto mai attuali in questa ""graphic novel di formazione"""" accompagnata da un testo di Predrag Matvejevic; che ci racconta i suggestivi gemiti dell'entroterra Adriatico dove vent'anni fa ebbero luogo i tragici eventi della guerra in Jugoslavia."" -
Don Giorgio Apollonio
Giorgio Apollonio nasce a Trieste quando è appena conclusa la grande guerra e diventa prete quando l'Italia è tornata, da oltre un anno, ad ""impugnare le armi"""". Lo stesso vescovo che lo ha consacrato sacerdote lo vuole come suo segretario (e autista) nel travagliato periodo dell'occupazione tedesca della Venezia Giulia, che vede il vescovo Santin - e il suo clero - fronteggiare le violenze nazi-fasciste. Nel secondo dopoguerra due gli aspetti rilevanti del suo impegno religioso e civile: la formazione degli adolescenti triestini """"allevati"""" nell'Oratorio Santa Rita e, quindi, la guida della comunità cristiana di Muggia, nella convivenza con le """"amministrazioni rosse"""" della patria natale di Vittorio Vidali, il mitico """"Comandante Carlos"""" della guerra civile spagnola. Il sacerdote triestino è presentato: dal sacerdote muggesano Roberto Rosa, che ha voluto raccogliere e pubblicare le memorie di quello che è stato il suo pastore e di cui ha inteso anche ricordare, con la riproposizione di alcune sue omelie, gli insegnamenti e le riflessioni di chi considera """"amico e pastore""""; dall'ex rettore dell'Università di Trieste, Giacomo Borruso, che appartiene alla larga schiera degli """"oratoriali"""", allora adolescenti, per i quali Giorgio Apollonio ha fondato il complesso di Santa Rita; dall'ex sindaco di Muggia Roberto Dipiazza, succeduto a quei primi cittadini che con il parroco don Giorgio hanno riproposto, in chiave istro-giuliana, la saga guareschiana di Don Camillo e Peppone."" -
Jole Silvani. La soubrette amata da Angelo Cecchelin, Paolo Poli e Federico Fellini
«Jole Silvani aveva in sé la saggezza e la chiaroveggenza dell'arte popolare, di chi vede tutto il male, ma se ne ride». (Giorgio Pressburger) «Mi ha trasmesso la naturalezza che lei aveva con il palcoscenico, come fosse casa sua». (Paolo Rossi) «Una africanona, una specie di stregona, di sciamana, una bellissima donnona, formosa, potente, con le narici dilatate e con degli occhioni che sembravano pece liquida». (Federico Fellini) Sono giudizi su Jole Silvani (nome d'arte dell'attrice Niobe Quaiatti, nata a Trieste il 9 dicembre 1910). Jole Silvani è stata probabilmente l'ultima grande soubrette dell'avanspettacolo italiano. Con la compagnia ""La Triestinissima"""" di Angelo Cecchelin ha fatto conoscere a tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, a partire dal 1929 e per quasi trent'anni, commedie e canzoni nello stesso dialetto che si erano divertiti ad usare anche Joyce e Saba. Una soubrette di talento che Paolo Poli vorrà accanto a sé per 13 anni nei suoi spettacoli. Così come la vorrà per i suoi film Federico Fellini, che dopo lo """"Sceicco bianco"""" la richiamerà per la """"Città delle donne"""". Jole Silvani lavorerà anche con Bertolucci, Bolognini e la Wertmüller e nella """"grande prosa"""" con compagnie di giro e con i teatri stabili di Torino, Roma e Trieste. Il volume, dalla ricca iconografia, ripercorre anche le vicende umane dell'attrice triestina con le testimonianze di colleghe, colleghi e registi che hanno lavorato con lei: da Lina Wertmüller a Luigi Squarzina, da Paolo Villaggio a Paolo Rossi."" -
Unica. Voci e colori di un paesaggio. Ediz. multilingue
Diciassette personaggi e diciassette fotografi testimoniano le caratteristiche e particolarità di un territorio stretto tra il Carso e il mare come quello della provincia di Trieste, la più piccola provincia d'Italia. Margherita Hack, Veit Heinichen, Margherita Granbassi, Claudio Magris, Fiorella Kostoris, Boris Pahor, Nicoletta Costa, Ottavio Missoni, Andrea Segrè sono alcuni dei protagonisti di questo volume intervistati da Raffaele Oriani. Passato, presente, futuro; ambiente, cultura, terrirorio; turismo, tradizioni, innovazioni; ricerca, traffici, scambi: vari sono gli argomenti trattati in questi dialoghi e accompagnati da un corpus di oltre 120 straordinarie immagini fotografiche firmate da: Ugo Borsatti, Massimo Cettin, Marco Covi, Gabriele Crozzoli, Claudio Ernè, Sergio Ferrari, Nika Furlani, Neva Gasparo, Fabrizio Giraldi, Giuliano Koren, Davorin Krizmanicic, Andrea Lasorte, Mario Magajna, Giovanni Montenero, Roberto Pastrovicchio, Marino Sterle, Tullio Stravisi. Con un testo di Giorgio Pressburger. -
Chère maman. Scritti di bambini dell'aristocrazia asburgica 1857-1884
Con il trascorrere del tempo dei bambini restano poche tracce materiali, vestitini, giocattoli, fotografie. La loro storia è raccontata da adulti o rientra nella storia più ampia che ricostruisce il loro nascere, vivere e morire nel contesto della società dell.epoca. I bambini, protagonisti di questo libro, sono dei privilegiati poiché appartennero ad una antica famiglia aristocratica fedele suddita dell.Austria, quella dei Thurn, i della Torre, il cui castello di Duino domina il golfo di Trieste. Nell.Ottocento signora di Duino fu Teresa Thurn, sposata Hohenlohe. Oltre ad essere una donna erudita e amante delle arti, fu anche madre affettuosa di due maschi e tre femmine, Friederich, Egon, Marie, Carola e Gegina. Di questi bambini si sono conservate le letterine che essi le indirizzarono per il suo compleanno e onomastico. Scritte in gran parte in francese, lingua della cultura e della mondanità, e in tedesco, lingua della famiglia, esse ricostruiscono i rapporti affettivi ed educativi volti ad imprimere in essi l.appartenenza all.ambiente dell.aristocrazia. -
Il segreto di Svevo
Il libro di Fulvio Anzellotti (1928-2001) - nato un mese prima della morte di Ettore Schmitz, alias Italo Svevo - alterna la storia alla cronaca, l'aneddotto al documento, ed è l'omaggio dell'autore al prozio Italo Svevo, all'uomo e allo scrittore, alla famiglia e alla Trieste dell'epoca. Il grande interesse del libro sta proprio nel fatto di mostrarci Svevo come lo vedeva la famiglia Veneziani, dopo che l'affascinante Livia decise un giorno del 1895 di sposare Italo Svevo, modesto impiegato di banca, che suonava il violino e possedeva anche l'ambizione di scrivere. Ma non contento di regalarci questo inedito ""gruppo di famiglia in un interno"""", Anzellotti ricerca le origini delle due famiglie, gli Schmitz e i Veneziani, legge documenti, curiosa tra lettere private, consulta rapporti economici fino a scoprire e a rivelarci il """"segreto"""" di Svevo."" -
Stelio Crise. Relazioni e corrispondenze
Scrittore, critico, organizzatore culturale, Stelio Crise (1915-1991), è stato prima di tutto un bibliotecario che ha fatto coincidere la propria vita con la passione per i libri. Un intellettuale in dissolvenza che suggerisce e agisce dietro le quinte indicando percorsi anticonformisti per la cultura. In contatto con Saba, Stuparich, Giotti, Pittoni, Marin, Crise diventa nel tempo punto di riferimento del milieu culturale giuliano per il quale favorisce programmi culturali anche attraverso i suoi contatti col mondo dell'editoria italiana. Particolarmente fruttuoso è il rapporto più che trentennale con Vanni Scheiwiller che, grazie a Crise, pubblicherà per la collana all'Insegna del pesce d'oro un numero così alto di scrittori triestini da essere scambiato talvolta come ""editore triestino"""". Il libro """"Stelio Crise. Relazioni e corrispondenze"""", che fa seguito ad una mostra documentaria, vuole restituire la complessità di questo protagonista della vita culturale attraverso le tante lettere inedite che testimoniano la capacità di Crise di entrare in relazione profonda con le maggiori personalità della cultura. Grazie al lavoro di ricerca in molti archivi, italiani e stranieri, è stata ricostruita una parte della rete di legami che fanno di Crise il regista della cultura locale meno provinciale fino a diventare il riferimento triestino di Ungaretti, Bacchelli, Pampaloni, Sereni, Pasolini, Dos Passos e tanti altri intellettuali."" -
Ho sposato Alida Valli. Da Trieste a New York: le molte vite di Oscar de Mejo
Che cosa può aver significato di più, nella vita del protagonista di questo libro? L'essere stato, negli anni Trenta del '900, un musicista di gran talento, pianista e compositore, tra i precursori del jazz made in Italy? L'essere diventato, molti anni dopo, in America, un pittore di chiara fama e di alte quotazioni? O non piuttosto l'avere sposato, nel 1944, la ""fidanzata d'Italia"""", l'attrice cinematografica che più di ogni altra fece sognare il pubblico negli anni terminali del fascismo: Alida Valli? Roberto Curci ricostruisce le vicende del """"primo marito di Alida Valli"""", nonché padre dei suoi due figli: Oscar de Mejo (1911-1992). Da Trieste a New York (via Hollywood), de Mejo ha vissuto molte vite, e altre ancora, precedenti, ha immaginato di aver vissuto. Attraverso le pagine di questa ricostruzione biografica, una docu-fiction che inserisce e miscela in una libera cornice narrativa date e dati incontestabili di un'esistenza decisamente complessa, ne esce un personaggio multiforme e sorprendente."" -
Tito, amor mijo
Il libro è un percorso di iniziazione di un adolescente alla periferia di Trieste, alla periferia dell'Italia, su un confine ancora fresco e non ancora rimarginato. -
Maddalena ha gli occhi viola
"Un'unica vendetta, la verità"""": anche questa è una motivazione per raccontare. Miriam - Maddalena dagli occhi viola - ha una lunga vita, ricca di esperienze drammatiche e felici, di cui vuole dare testimonianza, lei """"una bambina felice a Trieste, una piccola donna a Tyachiv nella casa dei nonni nel cuore dell'Europa, un numero nel campo di concentramento di Auschwitz, una donna alla conquista del nuovo mondo in Canada, una moglie, una mamma"""". Rosanna Turcinovich Giuricin si fa interprete della narrazione di Miriam, la rende ancor più straordinaria, muovendo ad incastro i tasselli della storia fortunata dell'amica ebrea, costruendo un intreccio di accadimenti che rapiscono il lettore, lo spingono, curioso, a leggere tutto d'un fiato la lunga intervista. Se la protagonista è Miriam, l'autrice diviene la sua mediatrice, che con abilità, ci fa condividere le emozioni, la paura, l'angoscia, ma anche gli sguardi sereni su luoghi, paesaggi, interni, che hanno visto dipanarsi il filo rosso della vita. Il racconto va a ritroso: parte da Toronto, la città canadese in cui Miriam ha messo terra ferma, provata da ogni sofferenza, segnata da un destino ineluttabile, eppur determinata a vivere."