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La cultura empirica della scuola. Esperienza, memoria, archeologia
Il testo dà voce, immagine e testimonianza ad uno fra i silenzi più ostinati dell'educazione; un silenzio che ha condizionato lo studio della scuola, la ricostruzione storica, la riflessività pedagogica. Una sorta di strana omertà circonda, infatti la cultura empirica della scuola, quella cultura che nasce dall'esperienza pratica come storia effettuale dell'educazione concreta. Si è parlato invece e a lungo di quella formazione che avremmo pensato e auspicato secondo una logica razionalista e un intendimento desiderante di emancipazione. A partire da una fenomenologia etnografica, l'autore riscopre il valore formativo e la semantica della memoria personale e collettiva della scuola, e ci invita ad accompagnarlo in un'affascinante operazione di archeologia, alla ricerca del senso profondo - e talvolta nascosto - dei discorsi sulla scuola e delle sue prassi taciute. -
Educazione e narrazione critica della modernità in Walter Benjamin
Questo libro ha due direzioni, due intenzioni. In primo luogo, quella di ricordare Walter Benjamin nell'anniversario del 75° anno dalla morte che avvenne a Port Bou - a quel tempo, piccolo villaggio di frontiera fra la Catalogna e la Francia - nel 1940. È necessario che le nuove generazioni forse non così nuove - conoscano, o, nel migliore dei casi, ricordino, il grosso contributo che l'autore portò alla cultura occidentale. La nostra seconda intenzione è di far conoscere una parte della sua opera che, a nostro avviso, non ha goduto della dovuta considerazione. Per questo motivo, abbiamo cercato di sistematizzare, nelle pagine che seguono, tutta la sua opera pedagogica, cosa che riteniamo non sia mai stata fatta compiutamente. Perciò qui proponiamo uno studio analitico ed ermeneutico di questo ambito - quasi dimenticato - del suo lavoro.Il testo è dedicato a tutti coloro che a vario titolo di occupano di educazione: docenti, studenti e ricercatori, ma anche a quanti non rinunciano ad interrogarsi sul presente. -
L' educazione nei miti e nei riti delle comunità indigene del nord dell'Ecuador
Il saggio dell'etnostorico Galo Ramón Valarezo rappresenta, fra molte altre cose, l'eccellente esempio di una metodologia della ricerca etnografica applicata ai contesti formativi. L'autore indaga sulle fonti senza trascurare alcun indizio, sempre alla ricerca di un contenuto simbolico che, a sua volta, rimandi ad altri indizi, ad altre fonti. Il dettaglio che, nell'ottica della ricerca quantitativa spesso cade sotto la soglia di attenzione, qui, posto sotto la lente di ingrandimento dell'investigazione etnografica, riverbera elementi simbolici che, a loro volta, possono costituire un principio narrativo oppure inserirsi, confermandola o negandola, entro una consolidata traccia interpretativa. Seguono pagine di appassionata narrazione nella quale si intrecciano motivi educativi, politici ed economici di stringente attualità mentre, all'orizzonte, si affaccia lo spettro inquietante di un mondo che schiaccia le differenze e uccide le culture. In questo contesto di significati si colloca il bel saggio introduttivo di Richard Salazar Medina, che illustra con sapienza letteraria il senso profondo della festa andina. -
Teorie della conoscenza pedagogica
L'analisi del concetto di «conoscenza» in pedagogia appare spesso contraddittoria. Infatti, mentre si cerca di presentare tutte le forme di conoscenza pedagogica come scientifiche a pieno titolo, la razionalità scientifica e il valore epistemologico delle discipline scientifiche ""dure"""" vengono aspramente criticati. Questa impostazione, riconducibile in parte all'influenza dello storicismo tedesco, e in parte a un milieu culturale che attribuisce solo alla conoscenza scientifica riconoscimenti e finanziamenti, sembra patire però di un più lontano pregiudizio, ossia l'idea secondo la quale ciò che non è episteme, ossia conoscenza scientifica, sia doxa, ossia semplice opinione e pertanto senza valore conoscitivo e accademico. Nel presente testo si sosterrà la tesi che in pedagogia si conseguono sì conoscenze scientifiche ma che non tutta la conoscenza elaborata o conseguita in pedagogia può essere equiparata alla conoscenza scientifica, intesa in termini positivistici, ossia come conoscenza delle leggi del mondo esterno."" -
Il patrimonio dell'intercultura tra metodo e strumenti. Il dialogo tra globale e locale
La società che oggi ci troviamo a vivere respira e, sempre più, si conforma ad una globalizzazione che troppo spesso rischia di assomigliare ad un goffo tentativo di uniformazione valoriale e culturale. Su uno sfondo epistemologico, di carattere ermeneutico, con approcci relativi alle metodologie e tecnologie della comunicazione e dell'educazione, con un approccio che in diversi contributi ha fatto uso significativo degli strumenti della ricerca etnografica, questo libro fa un primo quadro di riferimento di quello che oggi appare essere l'articolato ambito che si definisce intercultura. L'analisi compiuta sull'intercultura interroga sul fronte pedagogico per riflettere se è un ambito di indagine o è l'orizzonte entro il quale muoversi. Questo lavoro nel suo complesso non ha evidenziato preponderante una delle due ipotesi ma la necessità che l'intercultura sia la trama sia dei rapporti interpersonali che delle azioni educative è sicuramente una dimensione da indagare con cura. -
Le seduzioni del potere. Medici, Este e Savoia nel '500
Medici, Este e Savoia - così come molte altre famiglie principesche - utilizzarono la pittura per dare lustro alle imprese militari e per nobilitare l'origine della dinastia. I Savoia, forti della discendenza diretta dagli imperatori sassoni, erano soliti farsi rappresentare come principi dell'Impero al servizio della religione cattolica, sempre pronti a schierarsi con la Spagna nella difesa dei nuovi dettami della Controriforma. Le numerose opere raffiguranti Cosimo I si inseriscono invece in un più ampio progetto di esaltazione della figura del sovrano. Firenze, infatti, era ovunque disseminata di emblemi inneggianti al successore dell'omonimo pater patriae, al restauratore dello Stato, al continuatore dei fasti laurenziani, al nuovo Ercole e al nuovo Noè-Giano fondatore della capitale medicea, secondo progetti pensati da Giorgio Vasari, Vincenzio Borghini e dallo stesso Cosimo. Culmine dell'esaltazione dell'opera cosimiana fu il grande programma iconografico pensato dal Borghini e realizzato da Vasari nel salone dei Cinquecento, volto a celebrare le glorie medicee in quel luogo che ricordava il Governo largo di savonaroliana memoria. -
Il cancro e le vie dell'infiammazione. Progetto Kuma-Therapy
Sin dai tempi antichi il cancro figura come la malattia per antonomasia, ovvero come la patologia con cui la medicina si confronta da più tempo. Non rappresenta un'unica malattia, ma più di cento affezioni diverse. Ognuna di esse prende origine da tessuti differenti e si presenta con caratteristiche evolutive peculiari che conferiscono spesso imprevedibilità d'insorgenza e spiccata resistenza all'approccio terapeutico radicale. I recenti progressi della biologia hanno migliorato enormemente la conoscenza delle dinamiche biochimiche di base finalizzate alla crescita neoplastica. Questo ha permesso di individuare nel processo infiammatorio cronico, così come nelle vie metaboliche che lo sostengono e in precise tipologie cellulari flogistiche di accompagnamento, una condizione predisponente e necessaria al completo sviluppo del tumore. Partendo da tale presupposto, Andrea Valieri e Angelo Scalvini, ""ricercatori"""" per passione, hanno tracciato un ampio quadro d'assieme di patologia generale dei tumori, riuscendo nel contempo a individuare una possibile applicazione oncologica adiuvante di un cocktail di molecole già in uso per la cura di patologie diverse dal cancro."" -
Scuola ed emozioni. Un nuovo approccio formativo
Le sfide più ardue producono spesso risultati significativi in ogni campo del sapere. In questo caso è la ricerca Agustín Escolano Benito che lascia una traccia importante nel cammino di studio e definizione del concetto di ""educazione emozionale"""". L'operazione culturale intrapresa è svolta nell'ottica di una sistematizzazione, non semplice, dalla dimensione emozionale che si trova nella scuola come """"spazio metaforico del mondo della vita""""; in particolare la ricerca si colloca all'interno di un filone di studi multidisciplinari sulle emozioni e sui sentimenti. A chi si occupa di educazione viene lanciata la sfida e il compito di indagare la scuola stessa quale complessa istituzione, """"ecosistema"""" in cui quotidianamente le emozioni, generando climi affettivi specifici. In questa complessa ed affascinante ricerca occupano un posto rilevante come strumenti i libri di testo e i quaderni scolastici, in quanto produttori di """"educazione emozionale"""". Ma non solo ai testi scritti, che svolgono la funzione di riprodurre e """"intrappolare"""" i sentimenti e le emozioni degli educandi, viene posta attenzione ma anche alla memoria."" -
Principi e metodologie della ricerca qualitativa in pedagogia
Risultato del lavoro di un gruppo di ricerca internazionale, ""Principi e metodologie della ricerca qualitativa in pedagogia"""" esplora il valore delle metodologie qualitative in pedagogia con gli obiettivi di offrirne un'analisi scevra da estremismi o idiosincrasie ideologiche, e di renderne apprezzabili le caratteristiche di unicità. Infatti, capaci di trattare dati non numerici, quali simboli, testi e immagini, o valide per intessere interrelazioni feconde dal punto di vista emancipativo, trovano collocazione sia in paradigmi realisti che non realisti e sono in grado di favorire la rilevazione della dimensione progettuale umana e l'interrelazione con essa."" -
Didattica universitaria e tecnologie digitali. Il caso dell'Università di Ferrara
Insegnare e apprendere con le tecnologie è il tema di questo libro che si colloca all'interno dell'attività di ricerca avviata all'Università di Ferrara, a partire dalla fine degli anni Novanta, dal Centro di tecnologie per la comunicazione, l'innovazione e la didattica a distanza (Se@). A distanza di alcuni decenni dalle prime esperienze di formazione a distanza e in una scenario tecnologico e culturale completamente diverso, si sta assistendo alla metabolizzazione dei principi di quel tipo di didattica ""non convenzionale"""" all'interno dei corsi di laurea in presenza. Tutto ciò se accompagnato da un'attenta riflessione metodologica e da attività di ricerca può costituire un elemento fondamentale per il miglioramento dell'attività didattica e dei processi di apprendimento. Prefazione di Giorgio Zauli. Postfazione di Livio Zerbini."" -
giocando s'impara. Per una pedagogia del gioco
È attraverso il gioco che i bambini sviluppano una serie di importanti capacità, imparano a relazionarsi e a confrontarsi in modo appropriato con gli altri, alimentano il pensiero astratto e soprattutto imparano a raggiungere obiettivi e a risolvere problemi. La decisione di affrontare una ricerca di tale portata, attraverso il lavoro svolto da un gruppo di ricerca internazionale, ha permesso la stesura del testo ""Giocando s'impara. Per una pedagogia del gioco"""" per teorizzare una nuova grammatica pedagogica. I risultati degli studi internazionali riconoscono, come attraverso il gioco non solo si favoriscono coinvolgimento, motivazione e concentrazione ma si sviluppano anche forme di apprendimento e autoapprendimento, pertanto la progettazione didattica della scuola, fin dai primi anni di frequenza, non può non tenerne conto. Il fine, non in atto ma in potenza, era quello di tracciare l'espressione di una nuova pedagogia che avvalora l'influenza importante dell'emozione, della scoperta, del coinvolgimento, come direttrici che conducono alla ricerca e alla formazione del sapere e delle sue tante possibili ricadute positive sulla vita quotidiana, in ambito scolastico..."" -
Fabulario arcobaleno. L'educazione interculturale con i più piccoli
Questo testo è dedicato all'educazione interculturale con i più piccoli, come recita il sottotitolo. Lo scopo è quello di offrire una comunicazione narrativa fra prima infanzia e culture. La proposta formativa che si rivolge agli insegnanti della scuola dell'infanzia è dedicata a tutti i bambini, non solo a quelli che vengono da tradizioni differenti perchè l'integrazione è sempre reciproca oppure è colonialismo. La prima parte, di carattere teorico, cerca di mettere a fuoco i congegni formativi ed epistemici della Pedagogia narrativa quale spazio di incontro e integrazione, ed è anche dedicata agli insegnanti della scuola della prima infanzia, ma anche ai genitori, ai nonni, a quanti vogliono entrare nel mondo del bambino con le chiavi della differenza. La seconda parte è invece di carattere prassico. Sono storie che vengono da luoghi e tempi differenti. Storie che dovrebbero essere lette, interpretate, recitate, reinventate perchè solo la mediazione può fare dello sgurdo bambino una finestra sulle differenze. -
L' oratorio di San Genesio a Stienta. Lavori post-sisma 2012
Non vi è nulla di più calzante che soffermarsi su alcuni passaggi del testo di Roberto Peregalli, ""I luoghi e la polvere. Sulla bellezza dell'imperfezione"""", per riuscire a far calare il lettore nel contesto storico, edificatorio e paesaggistico a far calare il lettore nel contesto storico, edificatorio e paesaggistico dell'Oratorio della Madonna di San Genesio. L'edificio è conosciuto e ricordato più come """"luogo"""" di devozione e di pellegrinaggio Mariano che per le vicissitudini edificatorie che, dalla sua costruzione, lo hanno portato fino ai giorni nostri. Intrecci di storie e volontà umane, non oggetto di questa pubblicazione, inscindibili dalla stessa anima e dalla memoria che si respirano camminando nel silenzio del parco circostante, interrotto solamente dallo scricchiolio dei rami e dalle foglie secche calpestate."" -
Antropologia della formazione nella società tecnologica
La prospettiva antropologica della formazione apre la riflessività pedagogica all'analisi del contemporaneo. Scrive a questo proposito Umberto Margiotta: ""Muoversi dal presupposto di utilizzare una trasversalità epistemologica per pensare una """"pedagogia dell'integrale antropologico"""" in termini di conoscenza delle interpenetrazioni tra variabili cognitive, relazionali, affettive-emotive, corporee, esistenziali; [...] ecco, riflettere su tutto questo significa saper segmentare il corpo dell'osservabile educativo e formativo in tutte le sue componenti più strutturali, sia sul piano dell'elaborazione pedagogica (dopo averne chiarito i bisogni e la stratigrafia storiografica), sia sul piano della predisposizione e messa a punto di strategie"""" Oggi il divario fra i saperi che connotano le generazioni si è fatta via via più largo, con evidenti problemi di comunicazione e di solitudine per entrambe le parti. Per questo è necessario studiare l'antropologia della formazione tecnologica."" -
Teoria e metodologia della ricerca educativa
Esiste una relazione proficua tra metodologia e tecnica, tanto che in ogni tecnica è possibile rilevare elementi metodologici, che da secoli si trasformano in forme di didattica. Un chiara esemplificazione di questa affermazione sono le botteghe artigianali del Medioevo. Si pone l'attenzione alle modalità con si acquisiscono le tecniche: un apprendimento che nasce dall'esperienza e si traduce in tradizione, oppure l'applicazione di ""conoscenze scientifiche"""", nel rispetto delle epoche storiche nel loro evolversi in termini di lavoro, produzione, impiego di strumenti. È opportuno e necessario che l'intellettuale si faccia carico di un dovere educativo, per suggerire l'impiego aperto e democratico dei mezzi di comunicazione e questo lavoro vuole andare in questa direzione con onestà e senso etico. Riflettere sulla massificazione prodotta dall'informale sulle pratiche educative deve condurre a ripristinare il vantaggio della conoscenza autentica e critica."" -
Epistemologia umanistica. Per la formazione
La strada della nostra riflessione si orienta seguendo le impronte non facilmente rilevabili di una epistemologia umanistica della quale avvertiamo l'esigenza in un mondo dominato dalla tecnocrazia. Non s'intende - sarebbe una pretesa assurda - cambiare il compito dell'epistemologia, che rimane quello di riflettere sulla coerenza dei procedimenti scientifici e delle forme di conoscenza che li caratterizzano. La nostra scelta intende muoversi, piuttosto nella direzione di una umanizzazione della ricerca epistemologica: non ci basta l'indagine sulle forme del sapere scientifico, le loro variazioni e la loro storia, vogliamo verificare se al centro di tutto ciò permane l'essere umano come valore. Per noi non esiste sapere scientifico che possa eludere l'uomo come destinatario della propria ricerca; in altre parole non possiamo accettare l'idea di una scienza priva di etica e che nel suo procedere, quindi, non abbia alcun interesse per il bene comune. La sua presunta neutralità ci sembra, a tutti gli effetti, il contrario del bene. -
Appunti di economia dell'energia
Gli orientamenti della cosiddetta ""transazione energetica"""" verso uno sviluppo sostenibile sono, ormai, all'ordine del giorno di qualsivoglia discussione e dibattito in ambito politico, imprenditoriale, sociale e accademico. Per poter essere efficaci e saper progettare una propria posizione, una propria strategia, si ritiene essenziale avere cognizione di causa degli aspetti tecnico-economici che caratterizzano l'affermazione dell'Economia dell'Energia, declinata nell'analisi tecnica delle fonti primarie d'energia e degli strumenti che ne consentono la comprensione, la misura e la valutazione. Questo libro, dalle chiare finalità divulgative, non poteva, quindi, non iniziare con tre capitoli estremamente tecnici: il primo focalizzato sullo strumentario necessario a chiunque voglia o abbia in animo di discutere seriamente di Energia e d'impatto ambientale dei processi di trasformazione dell'energia che, in fin dei conti, vuol dire, scientificamente, parlare della vita umana."" -
Il punto di vista degli insegnanti: etica e politica della scuola
Il concetto di educazione è indubbiamente centrale per poter comprendere e riflettere in modo completo e significativo sullo sviluppo delle persone. L'educazione è senza dubbio una attività, influenzata nei diversi periodi storici dalle varie culture, volta allo sviluppo e alla formazione di conoscenze e facoltà mentali, sociali e comportamentali in un individuo. Non si può affrontare in maniera compiuta l'educazione senza interagire con i concetti di etica e di politica che influenzano e sono influenzate dalla formazione degli individui. Il lavoro degli insegnanti è un punto di vista previlegiato per evidenziare e analizzare le diverse problematiche che interessano l'educazione con una visione etico-politica; il ruolo degli insegnanti è stato, probabilmente, uno degli argomenti più discussi negli studi di storia, politica e sociologia dell'educazione negli ultimi decenni. Prestare attenzione alle posizioni che gli educatori occupano, come si situano anche quando si vivono situazioni di tensione e situazioni complesse e provvisorie e come queste abilitano certe posizioni degli studenti, permetterà di continuare ad approfondire la necessaria democratizzazione dei legami pedagogici. -
Storia dei media, politica e contemporaneità
Partendo dall'avvento della stampa di massa nel corso dell'Ottocento e approdando all'odierna rivoluzione dei social media, il volume esamina il rapporto storicamente stabilitosi tra sfera della politica e mezzi di comunicazione di massa. Oltre alla storia dell'evoluzione tecnologica, così rilevante nel determinare il successo e il declino dei differenti media, il volume cerca di cogliere il riflesso di tale trasformazione all'interno della società e della politica contemporanea. Per fare questo è apparso particolarmente utile il ricorso a una serie di casi storici, in grado di rendere meglio comprensibile l'importanza della comunicazione ai fini della raccolta del consenso politico. Dall'affare Dreyfus al dibattito televisivo tra Nixon e Kennedy, dal manifesto di Lord Kitchener all'uso dei metadati fatto da Cambridge Analytica. Da questo punto di vista sarà ugualmente importante distinguere nettamente tra il concetto di propaganda e quello di comunicazione politica, non solo per la capacità che questi hanno di definire l'esperienza storica dei regimi totalitari rispetto a quella delle democrazie elettive, ma anche per la necessità di offrire punti di riferimento -
Dialogo verticale. Fortuna e paradossi del linguaggio interculturale nell'educazione
Il dialogo è una forza imprescindibile per educare alla cittadinanza nelle società del multiculturalismo globale. Attraverso una lente foucaultiana, questo libro ne indaga le risorse, la fortuna e le pressioni contemporanee, prendendo in esame alcune testimonianza importanti all'interno della ricerca e della politica interculturale italiana. Le norme nazionale esprimono fiducia sulla possibilità di affermazione del dialogo rappresentato come un'opera che realizza la ""salvezza"""" della cittadinanza cosmopolita. Tuttavia, accanto a questo discorso, il linguaggio educativo contemporaneo è sempre più impregnato da principi utilitaristici: il valore dello sviluppo del capitale umano, in sintonia con l'agenda OCSE; lo """"svantaggio"""" degli alunni stranieri e l'apprendimento della lingua italiana per colmare il deficit; le competenze, intese secondo gli indirizzi economici nazionali e internazionali.""