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Mãe de Laura. Una grande madre
È una storia vera, realmente accaduta alla mia famiglia. La protagonista è mia madre: una donna di 72 anni che affronta un viaggio estenuante e faticoso che la conduce in un villaggio della foresta amazzonica., per ritrovare sua figlia mia sorella in fin di vita. Per farlo, una volta raggiunta l'Amazzonia, compie un viaggio di due giorni in canoa, tra vegetazione e acqua, dove accade di tutto. Mia madre sfida gli ostacoli, incontra gente che l'aiuta, scopre scenari entusiasmanti e nello stesso tempo raccapriccianti: ogni attimo è scandito dal timore di arrivare troppo tardi. Quando finalmente giunge nel cuore della foresta e riabbraccia la figlia, si ferma nel villaggio, si adatta a una vita tanto lontana dalla sua e si integra con la natura e la comunità. Si accosta ai rituali sacri e beve il ""Santo Daime"""", una bevanda miracolosa ottenuta da alcune piante specifiche. Il romanzo si conclude con il viaggio di ritorno. È una storia dove i sentimenti si intrecciano con avventure ed esperienze nuove dalle quali mia madre riesce a cogliere aspetti positivi e insegnamenti preziosi avvolti dall'amore viscerale per la figlia malata. Mia madre è ancora in vita e ha 86 anni."" -
Il costruttore di sogni
"...ci sono cose al mondo che è difficile risolvere ragionandoci sopra, cose che solo i poeti sanno come trattare"""" afferma Hadyn, il suonatore di violino, uno dei personaggi fantastici creati da Paolo Altamura. Un filosofo visionario è una calamità. Un poeta visionario una benedizione. Ogni sua invenzione è una scommessa sull'assoluto. E mentre la parola del filosofo mette ordine nella confusione del reale, quella del poeta mette scompiglio nell'immaginario al fine di generare il caos. Così,a noi tutti, prigionieri di un mondo fatto di percorsi segnati, dove il reale è quasi tutto catalogato, confenzionato sottovuoto spinto e pronto per essere consumato come un alimento precotto, e il possibile relegato a forza sullo sfondo e ai margini delle nostre comuni esistenze, l'autore indica una via di fuga, quella dei sogni, da assumere come un antidoto al veleno della conformità e dell'omologazione." -
Quasi nessuna idea sull'amore
Loro, certi uomini, sempre pronti a correre dalla mamma, a nutrirsi del proprio egoismo, a parlare la lingua del patriarcato; lei, donna amorosa, con la capacità di spogliarsi in un attimo delle sovrastrutture che la Storia le ha cucito addosso e di calarsi nel ruolo primordiale della femmina-madre-amante. Nessuna meraviglia se, dal loro incontro, i primi emergono ammaccati e la seconda delusa: che vale saper parlare il linguaggio originario dell'amore se l'interlocutore ne ha dimenticato i fonemi e le regole sintattiche? Ma la donna amorosa, come in un romanzo di formazione, non smette mai di cercare un più profondo sapere e di desiderare un uomo selvaggio e mite, finalmente in grado d'intonare con lei l'antica canzone della specie. -
Un caffè dagli occhi verdi
Stefania è una ragazza come tante. Lavora, esce con gli amici, parla con se stessa, aspetta l'amore. Reinventa la sua vita come un film, sulla scenografia di una Milano un po' meno grigia di come la si immagina normalmente. E come nei migliori film, l'amore può avere molteplici forme, e per Stefania prende quella di Camilla, la barista dai lunghi capelli e dagli occhi verdi che la traghetta finalmente dal mondo dei suoi sogni al mondo reale. Un libro che parla dei racconti fra donne, o meglio non solo: aiuta a comprendere la bellezza di una relazione che ancora, purtroppo, molti insistono a situare fuori dalla normalità. -
Aliseo che cammina controvento
Ogni società ha sviluppato la propria cultura del bello affiancata ad un pari criterio per il brutto, e spesso la bruttezza è collegata alla malattia o all'infermità. Aristotele ricorda che un uomo non può essere coraggioso. Ciò nonostante nella mitologia greca e mesoamericana gli dei raccapriccianti e deformi rappresentavano per i nativi consistenti valori positivi. Aliseo Gambalunga, affetto da tetraparesi spastica, lavora senza eccessivo entusiasmo in un ufficio commerciale. Il suo compito principale è stampare fotocopie, ma il ragazzo ha un sogno proibito: vorrebbe essere ballerino alla Scala di Milano. Dice di sé ""... sono umano, troppo umano..."""". Il suo collega, Adone Celeste, non vive volentieri la mansione di tutor che gli è stata affdata dalla direzione. Adone è fisicamente normodotato, ma la vita professionale e sentimentale gli riservano amarezza e depressione. Chi tra loro è il vero handicappato?"" -
Le frontiere invisibili
Le frontiere invisibili sono le linee di confine che un'intera generazione ha dovuto superare, costretta dai tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale. E lo ha fatto indossando ora le ruvide vesti del soldato, ora quelle stracciate del prigioniero di guerra e del reduce, ora quelle del renitente che, grazie ad esse e a numerosi altri espedienti, ha mascherato, per puro spirito di sopravvivenza, la propria condizione di clandestino. In particolare, le frontiere invisibili di cui si parla nel libro sono quelle svizzere, quelle, cioè, di un territorio neutrale, meta di tutti coloro che, in varia misura, lo scelsero come patria e rifugio durante il conflitto, in attesa di tornare a casa. Le vicende narrate dimostrano però che, alla fine, i protagonisti soldati, reduci, renitenti e fuggiaschi a vario titolo - hanno comunque dovuto combattere una guerra, anche nel tentativo di eluderla, e son tutti vittime di un passivo bilancio che la Storia stenta, ancor oggi, ad azzerare. -
Il perimetro del sole
Nella torrida estate del 2003, un caso fortuito pone il giovane Libero di fronte a importanti interrogativi sulla propria identità. Sarà l'incontro con alcune persone, trasformate dalle prove subite, ad aprirgli la via del ritrovarsi facendogli scoprire la profondità del tempo e mostrandogli concrete possibilità di riscatto e di recupero del senso dell'esistenza. Tra i vari temi umani, etici e sociali, spicca in questo romanzo di formazione quello relativo alla ricerca dell'identità personale e sociale rimasta oscurata dal silenzio delle generazioni precedenti. -
Locarno mon amour. Un festival del cinema a misura d'uomo
Un festival del cinema a misura d'uomo"" è il sottotitolo di questo libro nel quale i due autori, uno usando la penna e l'altro la macchina fotografica, raccontano una giornata nella bella cittadina svizzera, durante la manifestazione cinematografica che vi si svolge da sessant'anni. I registi, gli attori, gli invitati illustri, che si muovono fra la gente, che si possono incontrare per strada o trovarseli seduti accanto, al ristorante o al bar. E poi le cerimonie, l'inaugurazione, i premi, la chiusura, tutti momenti in cui, oltre al buon cinema, si possono vivere esperienze di grande interesse culturale. Su tutto, Piazza Grande, immenso, emozionante cinema all'aperto dove, scrivono gli autori nella premessa, sarebbe bello che i lettori del libro che non hanno ancora vissuto questa esperienza, in una delle prossime edizioni del Festival venissero a viverla."" -
Fuga da @
Precario, contratti a progetto, ristrutturazioni aziendali: sono termini ormai entrati nel linguaggio quotidiano che ognuno di noi ha sentito in questi ultimi tempi e che, per chi li ha sperimentati sulla propria pelle, assumono una connotazione tragica. Gabriele, quarantenne con contratto a tempo indeterminato, una moglie dolcissima e la voglia di far aumentare la famiglia, si ritrova nella giungla del nuovo millennio con tutti i drammi connessi alle problematiche e alle leggi che regolano il mondo del lavoro. Conosce quindi il limbo delle società di outplacement, l'angoscia del tempo che passa e che lo lambisce, il buio di un futuro che non riesce a vedere; e mentre annaspa in questo nodo di complesse situazioni, la sua mente ritorna alla pace e alla solarità di un soggiorno in Israele, in un kibbutz pieno di giovani come lui, intenti a vivere un'esperienza di vita veramente diversa. Alla luce di questi ricordi che gli riscaldano il cuore e gli illuminano la mente, e con la consapevolezza delle sue radici ebraiche, Gabriele trova dentro di sé la forza di reagire, per non lasciarsi andare, e finalmente rintraccia la sua strada, il suo percorso. -
Ostaggio
Nel breve arco di poche ore, in una mattina di aprile, un uomo normale viene precipitato dalla casualità di eventi che lo travolgono in una condizione di drammatica limitazione del suo spazio, del suo tempo, del suo progetto e del suo futuro. Federico, il protagonista, si scopre, all'improvviso, ostaggio di un destino di morte inappellabile, della disperazione di un uomo in fuga, della sua storia personale e politica, che lo obbliga a confrontarsi con chi lo tiene prigioniero. Una metafora in chiave gialla della condizione umana di precarietà. -
Ecce Taboni
La vicenda in qualche modo ""locale"""" dell'architetto Taboni, che all'inizio potrebbe far pensare a un rigurgito di provincialismo bozzettistico, lascia invece il passo a una tragicommedia umana di dimensione assoluta, capace di inquadrare la nostra società ottusa e opportunista quando non malavitosa in maniera impeccabile. Nel dirimere le questioni narrate, l'autore lancia un occhio a Camilleri e, insieme, alla grande tradizione dei narratori siciliani che lo hanno preceduto."" -
Ho sognato l'estate in montagna
Il protagonista raduna qui le sue memorie resistenziali, rievocando le vicende dei sette mesi che, seguendo l'esempio del fratello, trascorse da partigiano in montagna. -
Giallomilanese 2008
Il volume raccoglie i sedici racconti finalisti e le cinque menzioni speciali della quarta edizione del concorso Giallomilanese. -
Lunario di provincia
Due racconti, di cui uno fortemente connotato dall'uso del dialetto milanese, che danno al lettore uno spaccato di vita di una cittadina - come recita anche il titolo - di provincia. -
Io non aspetto
"Io non aspetto"""" è la storia di un romanzo scritto da due professori di liceo, avviliti e soffocati dalle spire della burocrazia scolastica, che scoprono di avere davanti a sé due possibili alternative: liberarsi da quella specie di boa constrictor che toglie loro il fiato e cambiare totalmente vita, o sublimare l'impulso alla fuga nella scrittura. Così, visto che non è più il tempo dei colpi di testa, decidono di scrivere a quattro mani una storia che finisce per essere il loro rifugio nel quale, come cospiratori, si nascondono in ogni occasione possibile, principalmente durante i momenti di noia mortale dei collegi-docenti, per vivere avventure immaginarie, fantasie erotiche, excursus nella trasgressione estrema. Ne esce un romanzo nel romanzo, dal cui titolo si desume l'invito alla non-attesa, al carpe diem, ovvero la necessità esistenziale di vivere esperienze non ordinarie, di cogliere l'attimo, di bruciare il tempo e la notte." -
Faust o l'inconverso
"Qui la narrazione viene carpita sistematicamente da un soggetto dell'enunciazione che si dispone a testualizzare una dizione dominante, autoriflessiva , come capita al poetico puro. Così, il testo spinto alla circolarità, viene costretto ad arretrare sempre al principio, secondo un """"immer wieder"""", a un incipit a pieni polmoni, dove la parola-verbo entra in azione."""" (dalla Nota di Tomaso Kemeny)." -
Mi dia un'idea di 18 cm ovvero, la pubblicità come non-scienza
Un pubblicitario di successo (un leone d'oro e uno di Bronzo a Cannes), oggi fuori dai giochi, racconta la propria esperienza lavorativa con la speranza che, una volta tanto, l'esperienza altrui serva a chi ancora se la deve fare. -
I fiaschi
Fiasco è sinonimo d'insuccesso, di fallimento, ma può essere anche l'unico amico che ti resta nei momenti di resa incondizionata a un mondo che sembra non prevedere alcuna forma di rinascita e di riscatto. In questa raccolta di poesie, una voce disincantata, che lascia dietro di sé un retrogusto amarognolo e inesorabilmente maudit, cerca di ritrarre dall'interno una massa di giovani vacillanti, alle prese con un tortuoso percorso a ostacoli verso un senso (e un lavoro) e la riformattazione della propria esistenza. In una panoramica che parte dal sé e dalla provincia, e che coinvolge amici e città distanti, i versi si muovono tra rabbia e disillusione, vitalità e amarezza, immergendosi nel quotidiano con un'attitudine narrativa e inabissandosi spesso in angosce, redente da un piglio ironico e dal sostegno dei vizi contemporanei. -
Racconti del giorno e della notte
La maggior parte dei racconti qui presentati narrano eventi realmente accaduti nell'arco dei secondi cinquant'anni del secolo scorso; i restanti sono di pura fantasia. Dei primi appare, sotto il titolo, la data di riferimento. La raccolta è divisa in due parti: la prima comprende i ""racconti del giorno"""", quelli che tutti possono leggere, anche i ragazzi. La seconda, quelli """"della notte"""", storie tenebrose, crude, a volte estreme. Questo fa sì che l'intera raccolta sia destinata a un pubblico adulto."" -
Bianciardi, ottocento come novecento. Dalla letteratura al dibattito civile
"Il fatto che una riflessione dedicata a Bianciardi garibaldino emerga nell'habitat antirisorgimentale che distingue i nostri anni difficili riesce ad assicurare paradossalmente all'impegno dello scrittore quel carattere polemico e contro corrente che distingue i suoi gesti in vita, trasformando l'evento antico in dimensione continuativa. Poiché la lucida profezia di futuro di Bianciardi cade ancora in taglio come funzionale, è necessario ammettere che il destino letterario dello scrittore si configuri nel segno di una contestazione perpetua. Si può stare certi che questo richiamo postumo alla figura dell'intellettuale, votato per statuto a dire no a un presente inameno, non sarebbe certo dispiaciuto all'autore della Vita agra."""" (Dalla premessa di Arnaldo Bruni)"