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Verso la federazione europea? Tappe e svolte di un lungo cammino
Il volume riunisce una serie di saggi composti nell'arco di un trentennio, che hanno come elemento comune la valutazione degli aspetti costituzionali del processo di unificazione europea. Dalla prima elezione del Parlamento europeo a suffragio universale nel 1979 sino al presente, l'evoluzione istituzionale dell'Unione europea è seguita e valutata segnando le trasformazioni delle strutture e delle regole via via introdotte per la messa in opera del mercato unico e per la creazione dell'euro: un processo legato anche alla progressiva loro estensione ai nuovi paesi entrati nell'Unione. L'esame critico dei trattati - da Maastricht ad Amsterdam a Nizza, dal progetto di Trattato costituzionale a Lisbona e oltre, sino al presente - si accompagna alla valutazione degli ostacoli ideologici e politici che tuttora frenano il processo verso una vera unione federale, dotata di un governo limitato ma efficace e democraticamente legittimato. La gravità della crisi economica e sociale in atto da oltre sei anni e non ancora risolta impone ormai all'Europa di affrontare alcune scelte fondamentali di natura politica, economica e istituzionale. In tale prospettiva il Parlamento europeo può svolgere un ruolo cruciale. -
La Cina di Mao, l'Italia e l'Europa negli anni della guerra fredda
La Cina è oggi il secondo partner commerciale dell'Unione europea dopo gli Stati Uniti. Ma quando sono cominciate le relazioni tra Europa e Repubblica popolare cinese? Se ufficialmente la data d'inizio è il 1975, questo volume, intrecciando ricerche e approcci metodologici diversi, dimostra come sin dagli anni Cinquanta la Cina comunista di Mao Zedong fosse legata da interessi economici, culturali e politici ai principali Stati europei. Aggirando i veti americani, iniziative private di operatori economici, missioni culturali, delegazioni politiche provenienti non solo dall'Italia, ma anche dalla Francia, dalla Gran Bretagna e dalla Germania, intessevano relazioni con Pechino, talvolta senza il consenso governativo, ponendo così le basi e le premesse per i successivi rapporti e i futuri scambi. Il caso italiano, qui analizzato sotto vari aspetti, mostra la varietà e l'intensità delle pressioni di ambienti intellettuali, impegnati a diffondere un'immagine della Cina diversa da quella ufficiale, e di settori imprenditoriali, intenzionati a favorire l'apertura di relazioni bilaterali con Pechino. -
Il progetto Philanthropication thru privatization. Come creare patrimoni filantropici per il bene comune
Con la diminuzione delle risorse e delle possibilità di spesa dei governi e con l'aumento di problemi di degrado sociale e ambientale, è sempre più urgente indirizzare nuove risorse per contrastare le sfide che minacciano il pianeta. Una soluzione è l'utilizzo di tutti o parte dei proventi delle privatizzazioni, realizzate in vari paesi del mondo, per creare fondazioni filantropiche, un processo che Lester Salamon ha chiamato Philanthropication thru Privatization, o PtP. Rendendo permanenti questi finanziamenti a istituzioni private che hanno lo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, in particolare di quelli colpiti dagli stessi processi di privatizzazione, la PtP permette di ridurre le opposizioni che spesso si sollevano di fronte alle ipotesi di privatizzazione e di ottenere un risultato ""win-win"""" per cittadini, governi e investitori. Questo volume intende dimostrare che la PtP non è un'idea astratta, ma è già realtà in molti paesi: il libro si sofferma in particolare sulle fondazioni italiane di origine bancaria, risultato significativo di questo processo, e a seguire su altre esperienze, quali, ad esempio, la tedesca Volkswagen Stiftung, la King Badouin Foundation in Belgio, il network di """"community trusts"""" in Nuova Zelanda. Basandosi su una ricerca svolta a livello mondiale e su 22 casi di studio, in queste pagine Salamon suggerisce una promettente strategia per far confluire nuove risorse nella soluzione dei problemi che assediano il mondo di oggi."" -
Esportare la libertà religiosa. Il modello americano nell'arena globale
Con l'adozione nel 1998 dell'lnternational Religious Freedom Act gli Stati Uniti hanno posto al centro della loro politica estera la protezione e la promozione del diritto di libertà religiosa. Le istituzioni e le politiche che sono seguite hanno permesso agli Stati Uniti di ergersi a modello di iniziativa per la tutela della libertà religiosa nell'arena globale. Lungi dal rimanere un esperimento isolato, l'iniziativa statunitense ha influenzato l'Unione Europea, il Canada, il Regno Unito e l'Italia. Il volume analizza il modello normativo-istituzionale americano e passa in rassegna i sistemi che ad esso si sono ispirati. Ne risulta una libertà religiosa indebolita nella sua concezione universale ed unitaria e minacciata da specifici interessi politici e nazionali. -
Il governo
Il libro offre una visione articolata e completa del governo in quanto istituzione cruciale del sistema politico italiano, analizzandone strutture e funzioni in chiave evolutiva e alla luce della ricerca politologica più aggiornata. Dopo uno sguardo storico, gli autori si concentrano sui processi politici di formazione e dissoluzione dei governi, sulla composizione, sul grado di collegialità e sui processi decisionali, nonché sulle strutture e gli apparati interni. Oggetto di analisi è anche il rendimento dell'esecutivo, con particolare riferimento all'attività legislativa. -
L' Aquila nel regno. I rapporti politici fra città e monarchia nel Mezzogiorno tardomedievale
Fra le città del regno di Napoli, l'Aquila aveva una fisionomia peculiare ma al contempo rappresentativa della dialettica politica fra i centri urbani e la corte. Questo volume affronta il tema dei rapporti città-monarchia, proponendo una lettura articolata e originale del ruolo dell'Aquila nel regno tardo-medievale. La ricerca si sofferma sulle istituzioni cittadine, mostrando il sistema di governo e le pratiche politiche messe in atto dall'élite locale; sulla società urbana, evidenziando le forze protagoniste della scena politica; sul potere personale del conte di Montorio Pietro Lalle Camponeschi, uno dei personaggi più originali della storia aquilana. Alla disamina degli ambiti di carattere ""collettivo"""", in cui si svolgeva il rapporto (fedeltà, fisco, giustizia), si accompagna l'analisi delle modalità effettive della sua realizzazione (rapporti personali interni ed esterni al regno, circolazione del personale politico, conflitti circostanziati), nonché il ruolo che ebbe il territorio cittadino. Questo volume fa emergere l'immagine di una città pienamente integrata nel sistema-regno, capace di sfruttare la sua forza politica per portare ai massimi livelli la negoziazione della propria sudditanza. Negoziazione che, pur nell'asimmetria fra i soggetti che la praticavano, emerge come fattore determinante del rapporto città-monarchia."" -
Antonio. Il monaco che visse nel deserto
Predicatore, taumaturgo, campione di vita monacale, protettore contro l'ergotismo (il ""fuoco di sant'Antonio""""), per oltre mille e cinquecento anni Antonio ha incarnato molti ruoli, anche contraddittori, che ne hanno definito l'immagine nella storia. Nella cultura popolare è ricordato come fondatore del monachesimo cristiano e primo degli abati, ma anche come colui che seppe resistere alle tentazioni del demonio. Il libro racconta la storia del santo vissuto nel III secolo, dall'infanzia nel Medio Egitto all'eremitaggio nel deserto, fino alla morte alla veneranda età di 105 anni, e ricostruisce la fortuna successiva del suo modello di ascetismo, capace di ispirare anche - si pensi a Bosch, Flaubert, Dali - la letteratura e l'arte."" -
Eredità del sensibile. La proposizione speculativa nella «Fenomenologia dello spirito» di Hegel
Nel contesto della continuativa attenzione che Hegel dedica alla funzione e al ruolo del linguaggio, la questione della ""proposizione speculativa"""", cioè la riflessione sulla problematica comunione di soggetto e predicato, presenta un profilo singolare. Da una parte perché, fatta salva la Prefazione alla """"Fenomenologia dello spirito"""", da cui il volume prende le mosse, la locuzione sembra sparire dal corpus hegeliano. Dall'altra perché si tratta di un luogo che sollecita degli interrogativi più che proporre soluzioni definitive. Come può, infatti, la presentazione filosofica, che tende alla trasparenza, esprimersi adeguatamente nello spessore rappresentativo della parola, che oscilla sempre tra il sensibile e l'universale? Questo studio, ricostruendo le fonti filosofiche e teologiche del tema, nonché sviluppando le problematiche sottese a quella domanda, tenta di mostrare come il tema della proposizione speculativa costituisca un centrale banco di prova. Proprio confrontandosi con le tare dell'aspetto sensibile della rappresentazione, infatti, il pensiero può conseguire una profonda esperienza di sé. Pensare l'aspetto rappresentativo della parola, allora, non significherà disporsi ad aggirarne i limiti, bensì riconoscere il bisogno che il concetto e la rappresentazione hanno l'uno dell'altra. L'atteggiamento speculativo, invocato dalla proposizione, sarà pertanto il luogo di una significativa alleanza tra l'aspetto estetico e la sua restituzione discorsiva."" -
Volontari e attività volontarie in Italia. Antecedenti, impatti, esplorazioni
Oltre sei milioni e mezzo di persone in Italia fanno volontariato in modo organizzato o individuale. Ma le attività volontarie sono utili soltanto a chi ne fruisce o anche a chi le svolge? Oltre la retorica, in quale misura il volontariato contribuisce effettivamente a renderci un paese migliore? Questo volume, esito della sinergia tra accademia, sistema statistico nazionale e mondo del volontariato, prende in esame gli impatti sociali, psicologici, politici ed economici del volontariato organizzato e individuale, nonché i fattori sociali e istituzionali che facilitano l'attivazione. L'indagine, dal taglio interdisciplinare, vede coinvolti alcuni dei più autorevoli studiosi italiani e applica per la prima volta su larga scala lo standard internazionale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) allo studio delle attività di volontariato nel nostro paese. Ne emerge uno scenario composito, che arricchisce il dibattito scientifico e offre spunti di riflessione agli addetti ai lavori. «Fare volontariato» contribuisce al benessere psicologico, favorisce la partecipazione politica, genera fiducia e sembra avere anche un valore professionalizzante. D'altra parte, per quanto le attività volontarie siano una possibilità per tutti, la differenziata disponibilità di risorse economiche e culturali pesa in modo significativo sulla probabilità di essere attivi. -
Alla grande guerra in automobile. Diari e fotografie (1915-1916)
È stato un italiano davvero fuori dal comune, Guido Chigi Saracini. Nato in una famiglia nobile senese, colto e appassionato di musica, al momento dell'ingresso dell'Italia nella Prima guerra mondiale decide di partire volontario automobilista per la Croce Rossa, mettendo a disposizione sé stesso, la propria automobile e il proprio autista. Eppure non è fra i richiamati, non è interventista, è anzi visceralmente contrario alla guerra. Parte per senso del dovere, per amor di patria, perché crede che appartenere a un'elite significhi dare il buon esempio e assumersi fino in fondo le proprie responsabilità. Comincia così la strana guerra del conte Guido. Nel diario che inizia a redigere nel maggio del 1915 non troviamo descrizioni di trincee fangose né di notti all'addiaccio, ma delle retrovie, che attraversa in lungo e in largo accompagnando gli ufficiali nei trasferimenti da e per il fronte. E poi riflessioni sugli orrori della guerra, sulla disorganizzazione dell'esercito, sul paesaggio, sulla malinconia di casa di un uomo abitudinario che detesta viaggiare. Nel 1916, dopo lo scioglimento del corpo volontari della Croce Rossa, la sua relativa tranquillità subirà uno scossone: trasferito nella zona di Udine, guiderà un'ambulanza per il trasporto dei feriti, appositamente allestita nella sua auto. Il diario si interrompe bruscamente nell'estate del 1916, quando una broncopolmonite lo costringe a rientrare. -
«Qui sono come a casa mia». L'umanizzazione delle cure e l'esperienza della malattia nei contesti sanitari
In questi ultimi anni il tema dell'umanizzazione e della personalizzazione delle cure ha assunto un ruolo di primo piano. Partendo da una ricerca condotta con malati cardiopatici e oncologici, di cui si sono studiati i percorsi di malattia e le ""carriere"""" nell'incontro con i servizi per la diagnosi, il trattamento e la cura della patologia, questo volume vuole contribuire a fare luce sul """"lavoro sociale"""" prestato da ciascuno dei soggetti partecipi di tali percorsi - pazienti, medici, personale infermieristico e sanitario, """"caregivers"""", familiari - per agevolare la difficile integrazione tra gli aspetti specificamente sanitari e gli aspetti umani presenti in ogni percorso di malattia. La prospettiva dei pazienti viene fatta dialogare con quella del personale che li ha avuti in cura, mettendo in luce, grazie alle testimonianze raccolte, la natura di lavoro sociale condiviso dell'intero percorso. Obiettivo della ricerca è quello di offrire spunti utili alla programmazione di politiche sanitarie e di organizzazione delle cure che tengano conto dell'importanza di una gestione condivisa dell'incertezza e della fragilità causata dalle patologie gravi."" -
Sindaci e manager nel capitalismo municipale. Saggi sui vestiti nuovi dell'imperatore
Le quattro principali aziende multiutility del Centro Nord d'Italia, HERA, IREN, A2A e ACEA, rappresentano casi emblematici della trasformazione da aziende municipalizzate a campioni regionali nei diversi servizi pubblici locali, dalla distribuzione di acqua, elettricità e gas alla raccolta dei rifiuti. Con le privatizzazioni e le (tentate) liberalizzazioni, le nuove forme societarie e i nuovi strumenti regolativi nei diversi settori hanno sostanzialmente modificato l'ambiente nel quale le società multiutility operano. È poi cambiato il ruolo che nella governance di queste aziende, oggi quotate, giocano il comune e il management, lasciando aperti interrogativi circa l'autonomia delle aziende dalla politica locale e l'influenza di stato e regioni sul loro sviluppo industriale e, più in generale, su questi settori di policy. -
Giuseppe Dossetti e le officine bolognesi
Questo volume costituisce una testimonianza autobiografica, arricchita e circostanziata da documenti personali, sul magistero di Giuseppe Dossetti e sulla cerchia di studiosi che con lui animarono il Centro di documentazione, fondato nel 1952 a Bologna. Nel ripercorrere il ruolo che essi ebbero nel Concilio Vaticano II, Paolo Prodi illustra anche l'evoluzione che il Centro (poi Istituto per le scienze religiose) subì nel corso degli anni. La storia di una esperienza di impegno cattolico che ha lasciato un segno rilevante nella politica italiana, nella Chiesa, negli studi. -
Milano e territori contermini. L'ordinamento amministrativo 1750-1923
Dalla riforma teresiana delle comunità (1750) al progetto fascista della ""grande Milano"""" (1923) i rapporti intercorsi fra la città murata, dapprima fiscalmente protetta, e i territori contermini, """"vittime"""" predestinate della sua espansione, tuttavia capaci di opporre la resistenza di proprie identità e istituzioni, disegnano una storia amministrativa che, entro spazi determinati, è appunto storia di amministrazione, politiche finanziarie e interessi economico-sociali in conflitto. Nel lungo periodo finirà col prevalere l'azione accentratrice dello Stato (asburgico, napoleonico, di nuovo asburgico, italiano unitario), magari condotta sotto il segno dell'egualitarismo. Si tratterà sempre, però, di un'azione intermittente e contradditoria, che, da un lato, non riconoscerà e persino cancellerà le comunità via via assorbite e, dall'altro, non restituirà un territorio della """"metropoli"""" razionalizzato nelle dimensioni e, anche nelle prestazioni dei servizi pubblici, articolato in funzione paritaria. Così, ad esempio, il Comune """"anulare"""" dei Corpi Santi, che, istituito nel 1781, annesso alla capitale nel 1808, ripristinato nel 1816, infine viene incorporato nel 1873 senza lasciare traccia di sé."" -
Oltre il coinvolgimento. L'attivazione del cittadino nelle nuove configurazioni di benessere
Da quando il termine attivazione viene utilizzato per comprendere il comportamento del singolo cittadino o delle associazioni dei cittadini in ambito sanitario? Quali implicazioni teoriche e pratiche si connettono a un ruolo di maggiore partecipazione, responsabilità e scelta da parte dei pazienti? In quali aree si può individuare un maggior coinvolgimento dei malati o dei loro rappresentanti? Per rispondere a queste domande il volume muove dalla ricostruzione del dibattito sul ""ruolo del malato"""" che si sviluppa all'interno delle scienze sociali nel secondo Novecento e che, attraverso fasi e scuole di pensiero differenti, approda oggi ad una discussione che coinvolge una pluralità di discipline e di attori del mondo sanitario. A questa prima parte, di carattere più teorico, fa riscontro una seconda parte in cui, attraverso esempi concreti, si analizzano alcune dimensioni pratiche dell'attivazione. Il volume si conclude con la proposta di una lettura più articolata delle categorie di partecipazione, responsabilità e scelta con l'ottica di individuare nuove strade di interpretazione di un fenomeno che sembra caratterizzare sempre più le attuali configurazioni di benessere."" -
Vittorio Merloni. Un imprenditore olivettiano
"Dobbiamo riconoscere che con questa Scuola, questo Stato e questa Fabbrica non saremo in grado di vincere la sfida degli anni Ottanta"""", affermava Vittorio Merloni nel discorso pronunciato nel maggio 1980, in occasione del suo insediamento alla presidenza di Confindustria. Nonostante da allora siano trascorsi quasi quarant'anni, la sua analisi si rivela di assoluta attualità. Due in particolare sono le questioni irrisolte: l'incapacità della scuola di fornire ai giovani una seria cultura professionale e, quindi, le risorse umane necessarie alle imprese per innovare e per crescere; la competitività dell'economia italiana e la connessa questione delle dimensioni delle imprese. Le attuali difficoltà del sistema economico italiano hanno dunque origini e cause strutturali antiche e, come sottolinea Romano Prodi nell'intervento che chiude il volume, """"sotto molti aspetti l'Italia ha camminato in direzione inversa da quella indicata da Merloni nel suo discorso di insediamento"""". Forse proprio per questo motivo i problemi dell'Italia di oggi sono molto simili a quelli messi in evidenza allora." -
Diritto privato. Una conversazione
Nell'attuale diritto privato, oltre alla «costituzionalizzazione» e alla europeizzazione, si sono affacciati nuovi settori, come il biodiritto o il diritto dei mercati regolamentati, mentre istituti tradizionali hanno subito una rivisitazione profonda e nuovi metodi si sono aggiunti all'indispensabile bagaglio culturale del privatista. Gli autori ripercorrono i momenti fondamentali di tale trasformazione dialogando con Pietro Rescigno, autorevole maestro e protagonista di tutte le moderne stagioni del diritto civile italiano. -
La politica estera dell'Italia. Cinquant'anni dell'Istituto Affari internazionali
Negli ultimi anni il quadro delle relazioni internazionali ha subito un grave peggioramento, dovuto sia all'aumento delle tensioni fra stati sia all'operare di forze al di fuori del sistema geopolitico tradizionale. A sua volta la posizione dell'Italia si è fatta più difficile sia per la prossimità geografica delle crisi sia per l'indebolirsi dei due principali sistemi nei quali si situa - quello europeo, a rischio di disgregazione, e quello atlantico, a guida americana meno forte. Al di là dell'azione di governo, le risposte della politica interna ad entrambe le sfide sono caratterizzate da nuove ambiguità. Il volume propone una riflessione sulla politica estera e sulla collocazione internazionale del Paese, attenta al suo evolvere storico, ma anche consapevole delle nuove realtà e propositiva rispetto a vari scenari futuri. L'analisi investe i campi della sicurezza, dell'economia e delle istituzioni nazionali, europee e globali, attingendo al lavoro svolto in cinquant'anni dall'Istituto Affari Internazionali, che fu fondato nel 1965 da Altiero Spinelli con il sostegno dell'Associazione il Mulino. -
Welfare aziendale e conciliazione. Proposte e esperienze dal mondo cooperativo
L'attenzione per il welfare aziendale è in forte aumento in Italia. In particolare, la conciliazione fra i tempi di lavoro e i tempi per il privato è uno degli ambiti di intervento su cui ci si sta maggiormente concentrando: occorre individuare soluzioni che permettano di conciliare rispetto alla cura non solo dei figli minorenni, ma anche degli anziani. All'interno del processo di crescita del welfare aziendale, il mondo della cooperazione italiana sta giocando un ruolo importante sotto due punti di vista. Da un lato, le imprese cooperative in questi anni si sono caratterizzate per la crescente attenzione a pratiche di welfare aziendale per i propri soci e lavoratori. Dall'altro, il welfare aziendale rappresenta anche, per parte del mondo della cooperazione, un'opportunità di ampliare le attività e gli interlocutori a cui offrire servizi: in una fase di contrazione dei bilanci delle amministrazioni locali, sviluppare progetti assieme e per conto del mondo delle imprese rappresenta un'importante occasione. Prendendo le mosse da una ricerca promossa dalla Commissione Pari opportunità di Legacoop, basata sia su ricerche di studiosi e policy makers che da tempo si occupano di conciliazione e mercato del lavoro, sia sui risultati di un gruppo di lavoro composto da cooperative che hanno discusso assieme come migliorare il proprio sistema di intervento, il volume offre una visione d'insieme del ruolo della cooperazione nel campo della conciliazione e del welfare aziendale. -
Ricercare altrove. Fuga dei cervelli, circolazione dei talenti, opportunità
Nell'affrontare il fenomeno della «fuga dei cervelli», il libro restituisce, attraverso esperienze raccolte con interviste e questionari, la complessità delle traiettorie biografiche, scientifiche e professionali di ingegneri, fisici, matematici italiani espatriati in Europa. I risultati di questa ricerca interrogano non solo il mondo scientifico ma il sistema paese. Gli scienziati italiani all'estero, in larga parte convinti che non ritorneranno, non si considerano cervelli in fuga e vorrebbero rappresentare una risorsa per il loro paese, ma ritengono che l'Italia non riesca a vederli come tali. Una soluzione possibile è quella di partire dal formidabile giacimento di conoscenze che essi rappresentano per promuovere un network virtuoso, centrato sulla collaborazione, lo scambio e la valorizzazione delle rispettive attività di ricerca. Per cogliere questa opportunità di sviluppo, servono solo fiducia e riconoscimento reciproco.