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Predicazione e inquisizione nell'Italia del Cinquecento. Ippolito Chizzola tra eresia e controversia antiprotestante
Questo volume analizza e ricostruisce un processo inquisitoriale interamente centrato sulla predicazione di uno dei protagonisti della scena religiosa di metà Cinquecento, il canonico regolare lateranense Ippolito Chizzola. Si tratta di un processo del tutto inedito, che consente per la prima volta di mettere a fuoco i meccanismi sempre più raffinati attraverso i quali i predicatori eterodossi cercavano di veicolare, più o meno velatamente, contenuti non del tutto in linea con l'ortodossia romana, e di soffermarsi sulle modalità, inizialmente disorganiche e improvvisate, poi sempre più precise e incisive, con cui gli organi repressivi romani tentarono di porre un argine a una marea via via dilagante. Il caso del canonico bresciano è uno dei pochi in cui risulta possibile documentare l'intera traiettoria seguita da un predicatore sospetto, condannato all'abiura per eresia, il quale riesce, nel giro di pochi anni, a riconquistare il centro della scena religiosa e politica del tempo indossando le vesti del servitore di Roma, dell'informatore segreto di Cosimo I de' Medici nella città papale e dell'ispirato controversista antiprotestante. Il libro offre un esempio della forza di attrazione esercitata dalla nascente ideologia controriformista, fornendo un contributo significativo alla storiografia sull'Inquisizione. -
Altiero Spinelli, il federalismo europeo e la Resistenza
È esistita una ""resistenza europea""""? Il volume, che trae spunto dal centenario della nascita di Altiero Spinelli, intende illuminare i rapporti intercorsi tra federalismo europeo e resistenza, chiarendo come nell'esperienza resistenziale si possano rintracciare le origini del processo di unificazione europea e un nuovo aspetto identitario del continente. Nella resistenza confluirono uomini e donne provenienti da famiglie culturali, religiose e politiche assai diverse e appartenenti a diversi Paesi europei. Erano e restavano francesi, italiani, tedeschi, belgi, ma l'esperienza della guerra li aveva portati a combattere fianco a fianco nella lotta contro l'oppressione nazifascista al di sopra dei confini nazionali, non solo per coordinare l'azione militare, ma anche per studiare i modi di """"costruire"""" la pace e fondare su nuove basi il futuro del continente. La pluralità delle ricerche, cui hanno partecipato numerosi studiosi europei, restituisce un quadro d'insieme organico, ricco d'ideali e teso al cambiamento, in cui unità, pace e statualità si fondono in un solo progetto teso all'avvenire. Inevitabili i rimandi alle necessità dell'oggi."" -
Conservare la retta volontà. L'atto morale nelle dottrine di Filippo il Cancelliere e Ugo di Saint-Cher (1225-1235)
La riflessione sulla natura della libertà e del libero arbitrio è un tassello fondamentale nel percorso storico di ""scoperta"""" della soggettività. Agli inizi del XIII secolo il profondo mutamento del quadro politico, economico e religioso europeo sposta su questi temi l'attenzione degli uomini di cultura. In particolare tra i teologi si fa strada il problema del rapporto fra i contenuti della """"sacra pagina"""" e della dottrina della Chiesa e una realtà segnata da un profondo dinamismo testimoniato dalla nascita di università e ordini mendicanti. In particolare lo """"studium"""" parigino, fra il 1225 e il 1235, è teatro di una discussione sull'atto morale che ambisce ad assorbire i contenuti dell'etica aristotelica e della tradizione patristica greca in un quadro dottrinale che risale ad Anselmo d'Aosta e Abelardo e alla loro rilettura di Agostino e dei Padri delia Chiesa. Attraverso le due maggiori opere teologiche composte in questo arco temporale, la """"Summa de bono"""" di Filippo il Cancelliere e il """"Super quatuor libros Sententiarum"""" del domenicano Ugo di Saint-Cher, è possibile ripercorrere le tappe di questo tentativo di costruire una visione unitaria il cui risultato è quel nuovo lessico morale poi adottato da autori come Alberto Magno, Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso d'Aquino."" -
Storia del Concilio Vaticano II. Vol. 3: Il Concilo adulto. Il secondo periodo e la seconda intersessione (Settembre 1963-settembre 1964).
Il 29 settembre 1963, con l'inizio del secondo periodo di congregazioni generali, si apre il concilio di Paolo VI, figlio e padre del concilio nel medesimo tempo. Dopo la morte di Giovanni XXIII, il Vaticano Il si trova a ""ricominciare"""". Per l'impulso del collegio dei moderatori, voluti al vertice del concilio dal nuovo papa, l'assise conciliare affronta temi cruciali quali la teologia della chiesa, la liturgia, l'ufficio pastorale dei vescovi, l'ecumenismo. La conclusione del secondo periodo (4 dicembre 1963) vede arrivare i primi frutti dei lunghi dibattiti con l'approvazione definitiva dei testi sul rinnovamento liturgico e sui mass media, ma anche il pellegrinaggio di Paolo VI a Gerusalemme. La seconda intersessione 1963-1964 è caratterizzata dall'incertezza sull'ulteriore durata del concilio e dallo sviluppo dei grandi nodi teologici. L'avvio della riforma liturgica marca una peculiarità del Vaticano II: un vero anticipo di post-concilio. Sulla base di un'ampia e importante base documentaria, questo terzo volume offre una ricostruzione analitica e scientificamente articolata dell'evento conciliare in tutta la sua ricchezza."" -
Democracy and subsidiarity in the EU. National Parliaments, regions and civil society in the decision-making process
Il volume affronta i tanti nodi della democrazia nell'Unione europea dalla prospettiva del principio di sussidiarietà, affermato già nel Trattato di Maastricht, ma fin qui ridottosi a poca cosa, anche a causa della ritrosia dei giudici europei a farsene garanti. Con il Trattato di Lisbona si è poi previsto un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali (e di quelli regionali), chiamandoli tra l'altro a segnalare (con appositi ""cartellini"""", giallo o arancione a seconda dei casi) il mancato rispetto del principio di sussidiarietà ed eventualmente ad attivare, tramite i rispettivi governi, la Corte di giustizia dell'Unione europea. I giudizi su questa nuova procedura, e sul nuovo """"attivismo europeo"""" che essa ha comportato, tendono a divergere in base alla visione dell'integrazione europea, ma anche della concezione di democrazia e del punto di equilibrio tra tecnica e politica, tra giudici e legislatori. I contributi contenuti nel volume, ripercorrendo con analisi critiche i caratteri dei processi decisionali dell'Unione europea e il ruolo che in essi spetta ai diversi attori (inclusi quelli della società civile, mediante le lobby e gli strumenti di democrazia diretta), consentono al lettore di formarsi un'opinione più chiara sulle molte peculiarità della democrazia europea e sulle sue prospettive."" -
L' Europa e il Mediterraneo. Profili giuridici e economici
Il volume affronta il rapporto tra l'Unione europea e i paesi del Nord Africa dal punto di vista sia giuridico che economico: l'evoluzione di questo rapporto, che ha mostrato un crescente dinamismo, sta suscitando l'interesse di analisti e operatori, per le ricadute che ha e ancora può avere sulle relazioni politiche e commerciali tra i paesi dell'Europa (in particolare l'Italia) e quelli della sponda sud del Mediterraneo. Il diritto dell'Unione europea e gli accordi di associazione mirano a favorire lo sviluppo economico e sociale dell'area mediterranea, agevolando scambi commerciali e investimenti infrastrutturali; a questi aspetti si sono associate finalità di crescita sociale e di rispetto dei diritti fondamentali, dinamiche però che sono state rallentate, in qualche modo, dalla ""primavera araba"""". Tuttavia, la spinta all'armonizzazione della regolazione, con accordi connotati da una certa indipendenza degli attori, sta agevolando l'integrazione delle reti, con riflessi positivi su investimenti, occupazione, flussi migratori ecc. Per quanto riguarda il nostro paese, legami commerciali più stretti con i paesi del Nord Africa, nonché la specializzazione nell'esportazione di beni di investimento, ci hanno messo nelle condizioni di poter beneficiare dell'eventuale rilancio economico dell'area."" -
Quintino Sella ministro delle finanze. Le politiche per lo sviluppo e i costi dell'unità d'Italia
Stretto nella morsa del debito degli Stati preunitari, delle spese di guerra e del complesso riassetto amministrativo, il giovane Stato italiano dovette affrontare anni di sacrifici e di politiche impopolari per evitare un fallimento dalle conseguenze imprevedibili. Quintino Sella, per tre volte ministro delle Finanze, fu tra i protagonisti di quella stagione. Figura poliedrica di statista, imprenditore, scienziato, alpinista, è stato considerato il campione dell'ortodossia finanziaria liberista, ma anche definito un ""keynesiano ante litteram"""" da Beniamino Andreatta. Pur costretto ad operare in condizioni di emergenza, tentò di sviluppare i fattori che riteneva necessari per la modernizzazione del paese, industria, istruzione e cultura scientifica innanzitutto. Il volume ne tratteggia la biografia, ricostruendo i passaggi decisivi della sua lotta per il risanamento e della sua strategia per lo sviluppo, per molti aspetti vicina alle più recenti teorie della crescita."" -
Dei diritti e delle garanzie. Conversazione con Mauro Barberis
Segnata da un ventennio di conflitti tra politica e magistratura, la questione giustizia continua ad essere al centro del dibattito pubblico italiano. Populismo e giustizialismo hanno finito per promuovere un atteggiamento sprezzante l'uno nei confronti delle regole l'altro della politica, che erode le basi della legalità. In questa conversazione con Mauro Barberis, Luigi Ferrajoli, illustre teorico del garantismo penale e sociale, avanza alcune proposte di riforma originali del sistema giuridico e politico, destinate a far discutere: dall'organizzazione della giustizia alla riforma dei partiti, dal rapporto tra economia e politica al reddito di cittadinanza, dai beni comuni alla e-democracy. -
Missione impossibile. La riconquista cattolica della sfera pubblica
Circola da tempo un pensiero post-secolare che invoca il ritorno della religione nella sfera pubblica, con l'auspicio che faccia da collante etico-politico per democrazie ormai sfibrate. Ma in una società di fatto monoreligiosa come quella italiana l'attivismo politico del cattolicesimo comporta un rischio serio per l'autonomia della legge civile, come ha mostrato la vicenda del crocefisso nelle scuole pubbliche. D'altra parte l'operazione si presenta rischiosa anche per la Chiesa stessa. Il ""progetto culturale"""" con cui il Cardinal Ruini, presidente della Cei per oltre quindici anni, si proponeva di rilanciare il ruolo pubblico dei cattolici era rivolto a un mondo che non esiste più dagli anni Cinquanta. Da allora sono profondamente cambiati gli interessi e le preoccupazioni dei fedeli, le forme del credere e gli stili di aggregazione. La centralità della coscienza individuale e un reale pluralismo interno hanno preso il posto di gerarchie e liturgie tradizionali. Tentare di tradurre in politica la forza di queste esperienze religiose è dannoso e velleitario per chi ha a cuore il futuro della fede."" -
Nuova Germania, antichi timori. Stati Uniti, Ostpolitik e sicurezza europea
A quarant'anni dal suo completamento, la Ostpolitik del cancelliere Willy Brandt continua a rappresentare un esempio di accettazione del tragico passato collettivo tedesco e di riconciliazione con il presente di un Paese diviso. Tuttavia, essa fu anche un laboratorio progettuale orientato alla ridefinizione della futura sicurezza europea e alla promozione di un nuovo ordine di pace per il continente. Dato il suo carattere di accentuata autonomia, la Ostpolitik comportò fasi di dissidio e competizione con la distensione promossa dal presidente statunitense Richard Nixon, incentrata sul dialogo esclusivo con l'Unione Sovietica. Tali processi furono fortemente condizionati dal riaffiorare a Washington di timori e sospetti in merito alla rinnovata intraprendenza della politica estera condotta dalle autorità federali tedesche, a un quarto di secolo dalla fine della Seconda guerra mondiale. Grazie alle fonti d'archivio oggi disponibili, il volume ricostruisce le dinamiche attraverso cui i due processi si influenzarono reciprocamente e posero le basi per la riformulazione della Guerra fredda in Europa, conferendole alcuni caratteri che essa avrebbe conservato fino al definitivo smantellamento della ""cortina di ferro"""" e alla riunificazione della Germania."" -
Lo Spirito e il concilio. Basilea 1432. Legittimazione pneumatologica del conciliarismo
Il concilio di Basilea (1431-1449) è noto per lo scontro con il papato e per l'elezione dell'ultimo antipapa della storia occidentale. Questo volume mostra come l'arroccamento attuato dal concilio in opposizione a Eugenio IV costituisca il risultato di dottrine ed esperienze precedenti, dall'elaborazione ecclesiologica costruita tra Pisa e Costanza fino all'utilizzo di tali posizioni al concilio di Siena. A Basilea il pericolo hussita convince l'Europa a sostenere il sinodo. Dal 1432 l'idea di una Chiesa visibile e gerarchica, infallibile perché guidata da Cristo attraverso lo Spirito Santo e identificata con il sinodo, costituisce l'argomento contro lo scioglimento papale. Ma la stessa idea è usata di fronte all'ecclesiologia spiritualista degli hussiti. L'assemblea dichiara la propria autonomia, dandosi un'articolazione e una procedura complesse, destinate alla stabilità, ma innescando una concorrenza ecclesiologica e istituzionale con il papato che si irrigidirà via via. L'analisi del cerimoniale, concentrato sulla pneumatologia quale bandiera del concilio, illustra questo irrobustimento, destinato all'ipertrofia e alla lacerazione. Ciò non diminuisce la rilevanza di un avvenimento di tale durata e intensità accaduto nel cuore dell'Europa, ove confluiscono tutte le questioni non solo ecclesiastiche, ma anche politiche e culturali che agitano un'epoca di trasformazione, con echi e conseguenze avvertibili a lungo. -
Economia e istituzioni dei paesi del Mediterraneo
In bilico tra unità e diversità, il Mediterraneo è luogo di confine tra culture, civiltà e differenti sistemi economici, politici, e sociali; ma è anche luogo di comunicazione e di profonda integrazione. Questo volume offre una discussione sistematica su economia e istituzioni dei paesi mediterranei, condotta dai maggiori esperti italiani, che si concentrano in particolar modo sulle relazioni tra area arabo-musulmana e area europea, e in specifico sui rapporti tra i paesi della sponda sud-orientale (PSEM) e i paesi europei. Il taglio è consapevolmente interdisciplinare, nella convinzione che, per la comprensione di uno spazio mobile come il Mediterraneo, non siano utili i soli saperi specialistici. Il volume analizza nel dettaglio i divari strutturali tra le due rive del bacino mediterraneo e gli aspetti istituzionali, con una particolare attenzione alla cooperazione euro-mediterranea, ed esamina alcune problematiche settoriali che giocano un ruolo strategico nelle traiettorie di crescita delle economie mediterranee, come l'ambiente, l'agricoltura, l'energia, le migrazioni internazionali, il credito e i servizi finanziari. -
Separati ma fratelli. Gli osservatori non cattolici al Vaticano II (1962-1965)
Il volume ricostruisce la partecipazione di osservatori non cattolici al Concilio Vaticano II, aspetto assolutamente inedito della storia religiosa moderna. E lo fa partendo dall'enorme mole di documentazione inedita emersa durante le ricerche dell'autore per la redazione della ""Storia del Concilio Vaticano II"""" diretta da Giuseppe Alberigo e curata da Alberto Melloni. Si tratta in gran parte dei rapporti che gli osservatori (luterani, riformati, anglicani, ortodossi e di altre piccole chiese cristiane) mandavano periodicamente ai responsabili della propria chiesa: in questi scritti emerge il punto di vista critico di questi osservatori nei confronti dei lavori conciliari ma soprattutto la dinamica del loro coinvolgimento nell'azione comune. Seguendo questo percorso si arriva a comprendere come siano divenuti in qualche modo membri a tutti gli effetti del Vaticano II e protagonisti di quel """"concilio segreto"""" che rappresenta il nucleo spirituale e di comunione dell'esperienza sinodale."" -
Il metodo del Machiavelli
Machiavelli non fu soltanto il fondatore primo dell'""arte dello stato"""", fu anche artefice di un metodo adeguato a fare della politica propriamente una """"scienza"""". Gli studi raccolti in questo volume intendono offrire un contributo mirato principalmente a tale tema. Tramite un'attenta indagine testuale viene delineato l'orizzonte di scelte filosofiche entro cui Machiavelli viene progressivamente concependo un metodo che può definirsi """"naturalistico-storico"""" nella trattazione dei casi della politica. Un dato di grande rilievo a tal proposito risulta dai molteplici richiami paradigmatici che Machiavelli deriva dalla sua reinterpretazione dei metodi d'indagine e dei criteri d'argomentazione propri della cultura medica del suo tempo, con risalto di alcuni spunti della tradizione """"ippocratica"""", vivamente recepita dalla cultura """"umanistica"""". Ne sortisce il profilo metodologico rivoluzionario di una nuova scienza """"naturalistica"""" della politica, imperniata su peculiari procedure di costruzione di una casistica storica. In questa prospettiva l'uomo politico deve essere educato con le risorse della storia per divenire, in chiave pragmatica, un """"medico dello stato"""", con un impegno morale radicalmente nuovo."" -
La gestione del patrimonio culturale. Una prospettiva internazionale
Se l'internazionalizzazione delle comunità professionali (archeologi, curatori, restauratori, urbanisti) promuove fenomeni di omogeneizzazione, le tradizioni amministrative che influenzano la gestione dei Beni culturali nei diversi paesi pongono elementi di specificità difficilmente superabili, che valgono a spiegare, ad esempio, le differenze nei processi di trasformazione che hanno investito negli ultimi vent'anni Machu Picchu, l'Esercito di Terrecotta o Pompei. Comprendere queste situazioni, e le caratteristiche particolari della pubblica amministrazione di un determinato paese, diventa allora premessa indispensabile per raggiungere una maggiore efficacia nella modernizzazione e riorganizzazione della gestione dei Beni culturali. -
Attraverso la Lega. La costruzione del consenso sul territorio e le trasformazioni della società italiana
Nonostante il declino politico evidenziato dai recenti risultati elettorali e la radicale trasformazione del partito/movimento, la Lega Nord continua a suscitare interesse come oggetto di studio: il suo forte radicamento territoriale e il rapporto stretto tra ceto politico, eletti e base militante la rendono indicatore di altre dinamiche politiche e sociali utili a comprendere l'attuale fase di transizione e analizzare alcune trasformazioni della società contemporanea e la crescente disaffezione per le stituzioni democratiche. Il volume assume il territorio come chiave di lettura privilegiata, concentrandosi principalmente su due aree storicamente caratterizzate da un tessuto sociale di forte connotazione ideologica e politica: il Veneto, tradizionalmente legato alla subcultura bianca, e l'Emilia-Romagna, tradizionalmente legata alla subcultura rossa che ha visto negli ultimi anni un forte trend di crescita del consenso leghista. -
I servizi di pubblica utilità tra Stato, mercato, regolatore e consumatore
Il dibattito su ruolo e funzione dello Stato nella gestione dei servizi di pubblica utilità è oggi di grande interesse. Nel contesto economico i servizi di pubblica utilità - telecomunicazioni, trasporti, risorse idriche, energia, rifiuti - costituiscono quasi un ""unicum"""". Benché per le loro caratteristiche questi servizi dovrebbero essere per natura stessa dei monopoli, essi sono stati spesso privatizzati e aperti alla concorrenza. Nell'ottica del contenimento e ottimizzazione della spesa e di garantire la pubblica utilità dei servizi forniti, sono state così create alcune Autorità di regolazione e vigilanza volte ad evitare posizioni di privilegio del singolo operatore. Sono stati quindi posti in atto interventi che potrebbero apparire contraddittori: da una parte la verifica della garanzia dello svolgimento dei servizi in un regime sostanzialmente monopolista, dall'altra la promozione di un regime concorrenziale nei suoi effetti di beneficio per i cittadini-utenti. Innovazioni tecnologiche (e i ritardi nell'adottarle), normative, decisioni politiche e modelli economici sono i cardini entro cui si promuovono i servizi di pubblica utilità in Italia. Il volume dapprima inquadra storicamente i vari settori e ne descrive lo stato attuale, poi collega le caratteristiche tecniche, i modelli organizzativi che ne derivano e il loro rapporto con le Autorità, in un'ottica di possibile evoluzione strategica."" -
La cultura che conta. Misurare oggetti e pratiche culturali
Quali problemi si incontrano nella misurazione, vale a dire nella traduzione in ""fredde cifre"""", di ciò che per molti è, o dovrebbe essere, il regno della soggettività, del puro piacere, della bellezza, del gusto, dell'intelligenza, della valutazione, del giudizio? Il volume risponde a questo interrogativo attraverso nove studi su altrettante sfere della vita culturale in Italia: religione, scienza, moda, cinema, letteratura, arti figurative, musica (sia pop che """"seria""""), radio e televisione. Si mostra in questo volume come sia possibile produrre conoscenze preziose sulla vita culturale degli italiani con una scelta accurata e un uso consapevole dei tanti dati disponibili, ufficiali e non."" -
Partiti, istituzioni, democrazie
Davvero dovremmo riformare un bicameralismo che qualcuno, impropriamente, si ostina a definire perfetto? Spetta al parlamento oppure al governo e alla sua maggioranza, fare le leggi? Chi ha detto che i partiti non controllano più la politica e sono in via di sparizione? Le primarie sono uno strumento di partecipazione democratica oppure un pasticcio manipolato da dirigenti di partito e gruppi di interesse? Esistono democrazie parlamentari nelle quali il capo del governo viene eletto dai cittadini e non può essere sostituito senza nuove elezioni? Nelle quali fa il bello e il cattivo tempo, nomina e sostituisce i ministri, scioglie a piacere il parlamento? Le leggi elettorali sono solo meccanismi per tradurre i voti in seggi oppure lo strumento essenziale con cui gli elettori scelgono i loro candidati e poi li premiano o li puniscono? Le approfondite analisi comparate qui proposte forniscono una risposta articolata a tali interrogativi, esaltando per questa via il contributo fondamentale che la scienza politica può dare ai processi di riforma istituzionale. -
Un' apologia della dialettica
Negli ultimi decenni la dialettica ha perso prestigio, non tanto e non solo a causa di un generale svuotamento di significato dell'ideologia che la sorregge, ma soprattutto per la mancanza di una teoria che la proponga in un abito concettuale chiaro, nuovo e rigoroso. Questo libro è un plaidoyer che, con una intelaiatura teorica sensibile alle attuali discussioni e controversie filosofiche, si prefigge di liberare la dialettica dalla stratificazione delle dottrine e di riabilitarla nel suo significato più elementare e nella sua accezione più antica. Come e perché si genera la dialettica fra due proposizioni? Come deve essere fatto il mondo per poter ospitare la dialettica tra proposizioni? Basandosi su una teoria che consente di spiegare l'origine remota delle ragioni della disputa, l'autore si propone di rispondere a queste domande.