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Cattolicesimi nell'Europa post-secolare. Uno sguardo comparato
Se è vero che il cattolicesimo è uno solo, esso si è sempre distinto per la sua capacità di entrare in un rapporto simbiotico specifico con i popoli e le nazioni che storicamente lo hanno abbracciato, in primis quelle europee. Ma che ne è dei cattolicesimi nazionali nell'Europa post-secolare, dove la profezia della morte di Dio sembra ormai realizzata e ci si confronta con le conseguenze, attese e inattese, di questo stato di cose? Il libro fornisce una disamina descrittiva e comparata, con un taglio sociologico-quantitativo, della sua presenza sia nei Paesi (Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna) che hanno in esso la propria matrice teologica, sia in quelli (Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Svizzera) nei quali il cattolicesimo, seppure minoritario o alla pari con il protestantesimo, ha sempre costituito un fattore decisivo del panorama religioso e socio-culturale. Ne emerge il paradosso per cui la confessione religiosa maggiormente insidiata dalle forze storiche e dalle sintesi culturali della secolarizzazione, quella cattolica appunto, pur tra gravi criticità, si rivela tuttavia la meglio attrezzata a fronteggiare la sfida dell'epoca post-secolare: trasformare il tramonto dei valori eterni nell'inizio di una loro nuova alba. -
Italia e Stati Uniti nella grande guerra. Uno sguardo multidisciplinare
Esperienza di trauma globale e spartiacque tra epoche immensamente distanti, la Prima guerra mondiale è ""grande"""", per estensione, per durata, per quantità di vittime civili e militari. Da decenni se ne occupano gli studiosi di varie discipline, dagli storici ai critici letterari, dai sociologi ai politologi. In questo volume sono raccolti sette contributi di rispettivi docenti dell'Università di Perugia, che fanno della Grande Guerra l'oggetto della loro ricerca. Con una prospettiva transnazionale che prende in considerazione l'Italia e gli Stati Uniti, due paesi le cui sorti furono legate non nell'immediato ma in modo sicuramente duraturo, i saggi spaziano dal teatro e lo spettacolo alle missioni diplomatiche italiane negli USA, dal viaggio del presidente Woodrow Wilson in Italia alle tecnologie di guerra, e analizzano anche questioni di diritto e di pedagogia."" -
Culture della valutazione. Vol. 3: IULM. Università e «public engagement».
Dopo aver affrontato i temi della ricerca e della didattica, l'attenzione si sposta sull'ultimo tassello della mission universitaria, la terza missione, di cui si vogliono delineare le caratteristiche e il significato per l'università in generale e per la realtà IULM in particolare. Terza missione, dunque. Impegno sociale dell'università. Sì, ma di che parliamo? Un grande calderone retorico o una strada ricca di fermenti attraverso la quale l'università italiana vive il suo tempo in sintonia con quello della società, di cui è espressione e di cui vuole essere supporto? E il nostro ateneo, come rappresenta se stesso nell'impegno di terza missione? Riesce a trasferire - e come - saperi estesi e profondi in un contesto come quello milanese e lombardo, proiettato verso orizzonti globali ma attento alle aspirazioni locali? E infine, che ruolo ricopre l'ateneo nella riqualificazione del territorio e quali sono le sfide da cogliere per lo sviluppo delle collettività insediate, la costruzione di identità inclusive? -
Thomas Middleton, un protagonista del teatro giacomiano. Il canone ritrovato
Thomas Middleton è, per consenso unanime degli studiosi, uno tra i massimi drammaturghi del suo periodo: per T. S. Eliot, è «second only to Shakespeare»; a dire di alcuni contemporanei, a tratti addirittura superiore al Bardo; gli specialisti lo definiscono «our other Shakespeare». Dopo alcuni importanti studi di qualche decennio fa, questa monografia è la prima in Italia dedicata all'opera di Thomas Middleton. L'attenzione è rivolta soprattutto alle ""Nuove Tragedie"""" attribuitegli negli ultimi decenni: dalla """"Revenger's Tragedy"""" a """"The Bloody Banquet"""", dalla """"Yorkshire"""" alla """"Lady's Tragedy"""", ovvero alcuni grandi drammi del periodo (ascritti nei secoli a Shakespeare o ad altri drammaturghi) che sono ora solidamente inseriti nel suo canone. Per presentare l'autore al pubblico italiano, il volume, pur concentrandosi sulle """"Nuove Tragedie"""", prende in analisi tutta la sua opera, dalle """"city comedies"""" (per cui è stato noto nei secoli) fino alle tragedie riconosciutegli da sempre, """"Women Beware Women"""" e """"The Changeling"""", e al """"succès de scandale"""" """"A Game at Chess"""", la satira politica che ha chiuso la sua carriera di drammaturgo nel 1624, tre anni prima della morte."" -
L'enigma della memoria. Il romanzo anglofono da V. S. Naipaul a Taiye Selasi
Il volume propone un percorso di studio e di analisi del romanzo postcoloniale contemporaneo in lingua inglese, che prende avvio da V. S. Naipaul e, attraverso M. G. Vassanji e Abdulrazak Gurnah, approda a Taiye Selasi. Nelle opere di questi scrittori, la sovrapposizione e la stratificazione dei piani spaziali e temporali costituiscono le impalcature su cui è strutturata la narrazione, che procede attraverso itinerari tortuosi e frammentati, e segue il ritmo discontinuo dei ricordi, intrecciando prospettive personali e nazionali. Storia e geografia si intersecano in maniera volutamente disorganica, entro una ricercata dimensione intertestuale, mentre l'elemento unificante è la trama, interrotta e complicata, della memoria dell'esilio, (in)stabile punto di raccordo in un mondo fluttuante, unico antidoto alla dislocazione e alla disintegrazione dell'identità. -
Le voci del saggista: Charles Lamb fra modernità e tradizione
Non certo annoverabile tra gli autori più noti del Romanticismo inglese, Charles Lamb (1775-1834) è tuttavia figura letteraria di spicco, il cui recupero risulta fondamentale per una piena comprensione del XIX secolo. Il volume rilegge l'opera saggistica di Lamb evidenziandone, da un lato, il legame con la tradizione inglese e sottolineando, dall'altro, il delicato processo di trasfigurazione della voce d'autore che Lamb, attraverso la creazione di un eteronimo di nome Elia, mise in atto a partire dal 1820 sulle colonne del ""London Magazine"""", ottenendo un enorme successo di pubblico. Dopo una contestualizzazione di tipo storico, volta a isolare i molti volti assunti dalla forma saggio in Inghilterra dalle origini al Romanticismo, l'analisi si concentra sul caso specifico di Lamb, studiando il modo in cui il suo esperimento letterario riesce perfettamente a integrare la duplicazione della voce d'autore - che è anche mitosi identitaria proiettata verso un paradigma estetico moderno - con la forma saggistica."" -
Milano, città d'acqua e di ferro. Una metropoli europea fra XVI e XIX secolo
Il volume presenta ricerche storiche incentrate su Milano durante l'Età moderna, una città proiettata su uno spazio regionale ed europeo mediante un complesso di strade e canali, vie percorse da mercanti, viaggiatori e soldati. Nel Cinquecento l'Italia centro-settentrionale era l'area più urbanizzata d'Europa e Milano, divenuta fulcro del sistema strategico spagnolo, vide crescere ulteriormente la sua funzione di ponte fra Mediterraneo e territori Oltralpe. Dopo la crisi del Seicento si ridisegnarono gli equilibri fra gli Stati europei e con essi le gerarchie urbane. Il rilancio della città si avvalse nel xviii secolo del vasto riordinamento amministrativo, di grandi opere pubbliche e di progetti di sostegno all'economia e ai commerci in un quadro italiano politicamente sempre più complesso. I saggi qui raccolti offrono diverse chiavi di lettura connesse a temi e problemi esplorati dalla storiografia: confini, frontiere, vie di comunicazione, la gestione delle acque, le integrazioni delle élites mercantili e le loro residenze, la parabola del fenomeno urbano italiano, le riforme promosse alla fine dell'Antico Regime. È un lavoro a più voci di specialisti di diverse discipline che lavorano presso l'Università degli Studi di Milano (Alessandra Dattero, Silvia Bobbi, Marina Cavallera, Blythe Alice Raviola, Giovanna Tonelli), il Politecnico di Milano (Marica Forni), l'Università degli Studi di Pavia (Davide Maffi, Maria Gloria Tumminelli), la Goethe Universität di Francoforte sul Meno (Magnus Ressel) e Grünberg (Andrea Pühringer). -
Il debito simbolico. Una storia sociale della disabilità in Italia tra Otto e Novecento
Proprio perché riguarda il corpo, la disabilità ci pone da sempre quesiti decisivi. Lo statuto di inferiorità assegnato agli individui con tali caratteristiche è la risposta. Le biografie di un eroe del Risorgimento, di un letterato e di ignoti individui, il potere sociale e culturale della religione, i silenzi sugli infortuni nel sistema di fabbrica e le insufficienti forme di riparazione, la costruzione della figura dell'infermo da parte di un quotidiano e della letteratura italiana sono il banco di «trasformazione della storia in natura» (Bourdieu). Il debito simbolico è il modo stesso con cui, tutti, pensiamo e consideriamo gli individui dal corpo menomato, è il fardello con cui deve fare i conti il loro percorso sociale. Esaminare la lunga eredità che la storia ci ha lasciato è il primo passo per costruire modalità capaci di arginare processi di inferiorizzazione, ritenuti ""naturali"""". In alternativa, non si può che assistere, e contribuire, al perpetuarsi di rapporti che, per quanto misconosciuti, restano di forza e di dominio."" -
Il convivio linguistico. Riflessioni sul ruolo dell'italiano nel mondo contemporaneo
Nel mondo globale e postglobale il contatto fra le lingue coinvolge i rapporti tra le società, le economie, le culture. Nella competizione fra le identità che il mondo globale ha generato l'italiano ha un ruolo prima di tutto come ""lingua di cultura"""". Tale nozione è rivisitata da Riccardo Campa che, ripercorrendo non solo la riflessione novecentesca sull'idea di lingua, rifiuta il suo uso strumentale mirato a una visione elitaria, e recupera invece la sua capacità di proporre valori di senso al mondo globale innanzitutto esaminando i presupposti filosofici e storicopolitici."" -
Ritratti del Novecento. Bottai, Spirito, Pellizzi, Soffici e un autoritratto
Le figure di quattro intellettuali ""critici"""" del ventennio sono delineate in questo libro sullo sfondo di ricordi di prima mano. Protagonisti della cultura fascista, complici ma anche vittime del regime, essi furono coinvolti nella sua nemesi politico-ideologica fino all'autocritica e all'espiazione, personalmente vissuta da Bottai nella Legione straniera; da Spirito nella scepsi più radicale; da Pellizzi nella conversione alla sociologia; da Soffici nei suoi diari e in una poetica dell'arte fine a se stessa. Altri ritratti di persone, altri eventi e casi seguono nella narrazione dei capitoli conclusivi, che testimonia sul filo dei ricordi il ritorno alla ragione negli anni del Dopoguerra e il tramonto delle ideologie del Novecento."" -
Nella mente dell'astronauta. Psicologia delle missioni spaziali
Qual è l’impatto psicologico di una missione spaziale? Le condizioni di “assenza” di gravità influenzano la cognizione e le emozioni di un astronauta? Come cambia il cervello durante un’esplorazione spaziale? Il libro risponde a queste domande attraverso l’analisi degli studi di psicologia delle missioni spaziali, presentando i principali contributi teorici e di ricerca esaminati secondo la prospettiva della psicologia generale e fornendo un primo inquadramento di un ambito estremamente ampio e multidisciplinare. -
Opere complete. Vol. 3: Frammenti postumi 1869-1874.
Questo volume comprende i frammenti postumi del periodo che va dall’estate 1872 alla fine del 1874 – fase decisiva nello sviluppo del pensiero nietzscheano, segnata da rotture e bruschi mutamenti di direzione. Dopo l’impetuoso getto della Nascita della tragedia, Nietzsche prepara un secondo grande libro sul mondo greco, questa volta sulla «filosofia nell’epoca tragica». I frammenti postumi rivelano come alle linee della ricostruzione storica si mescoli fin dall’inizio un’indagine radicale sul ruolo dell’individuo conoscente rispetto alla civiltà nonché sulla genesi e i limiti della conoscenza stessa. Specialmente i frammenti del gruppo 19, fra i più rivelatori di tutti i postumi nietzscheani, mostrano la ricchezza del suo pensiero di questi mesi e insieme testimoniano di quali ampie letture scientifiche, filosofiche e linguistiche si nutrisse. L’impossibilità di portar a termine quest’opera è la grande rinuncia dello scrittore filosofico Nietzsche. Di grande importanza, inoltre, sono gli appunti che riguardano i temi delle Considerazioni inattuali, e in particolare quelli centrati sulla figura di Wagner, che permettono finalmente di capire attraverso quali sottili passaggi Nietzsche sia giunto dal «wagnerismo» all’«antiwagnerismo». -
Tre delitti rituali
Durante la sua vita Jouhandeau fu uno scandalo perenne, paragonabile sul versante religioso, ad André Gide. Ma nel suo caso le ragioni dello scandalo erano più profonde. Teologo capzioso e cattolico praticante, Jouhandeau fu anche un celebratore dell'abiezione e di una sorta di metafisica perversione. Indagatore degli angoli più riposti della psiche, non poteva non sentirsi attirato dalla cronaca nera e dai suoi casi più aberranti. Così divenne anche cronista di questi ""tre delitti rituali"""", che fecero scalpore nella Francia del dopoguerra e trovarono in lui un predestinato esegeta."" -
Acque morte
Il dottor Saunders è un medico drogato, radiato dall'Albo, a suo agio solo nella ""futilità"""". E' lui a guidare a piccoli tocchi, fingendo di assistervi impassibile, una vicenda d'amore, di fuga e di morte. E' lui che ci fa attraversare il romanzo, avvolgendoci nel fumo del suo stesso oppio, finché fatti e moventi fino ad un attimo prima oscuri, non diventano improvvisamente """"chiari come i disegni geometrici del quaderno di un bimbo""""."" -
Pedagogia e complessità. Attraversando Morin
Seguendo la logica della complessità, il volume argomenta alcuni nuclei problematici della produzione moriniana in direzione di una possibile riflessione sulle categorie dell'educazione e della formazione. In tal senso, sono approfondite specifiche direttive della ricerca moreniana senza avere intenzioni ""filologiche"""" ma, piuttosto, ricercando vie di originale elaborazione di alcuni dei suoi numerosi contributi, delle sue originali connessioni pluri-inter-tras disciplinari con e intorno alle quali si sono """"addensate"""" considerazioni arricchite dell’apporto di altri autori, quali Bateson, Dewey, Bruner, Bertin ecc. Un lavoro sempre necessariamente """"introduttivo"""", che si nutre di plurali suggestioni e che, a sua volta, cerca di essere esso stesso suggestivo per un'idea di pedagogia complessa. Tutto ciò accogliendo e preservando quella caratteristica peculiare della pedagogia, in quanto scienza di confine che tiene insieme teoria e prassi, normale e rivoluzionario, locale e globale, singolare e collettivo. Una scienza del margine e, dunque, una scienza permanentemente in crisi, che accetta le sfide della complessità sostenuta dall'entusiasmo dell'utopia, intesa come idea regolativa per un cambiamento sempre possibile."" -
Giuseppe Verdi. Otello
Una lettura del capolavoro verdiano attraverso la complessa stratificazione del melodramma: dagli aspetti metrico-prosodici a quelli armonico-formali, dal rapporto con Shakespeare alle scelte drammaturgiche di Boito. Dopo un'introduzione metodologica e tematica, l'analisi atto per atto e scena e per scena cerca di individuare la crisi del concetto di tragico nella modernità a partire da una delle opere più rivelatrici ed esemplari. -
Il sorriso dello stregatto. Figurazioni di genere e intercultura
"Il sorriso dello Stregato"""" incrocia due temi tra il teorico e il narrativo: il rapporto fra figura e azione nella cultura delle donne, e la declinazione dell'affetto nella letteratura e nell'arte - da espressione dell'essere a passione e sentimento. I saggi discutono di transizioni nelle guerre, nelle migrazioni, nelle inquietudini di scrittrici e artiste di ieri e di oggi, interrogando in vario modo i codici e il potere. Rappresentano figure, figurazioni, mappe cognitive radicate nell'indagine della soggettività e del corpo femminile; evidenziano passaggi, dislocazioni, transiti fra culture e linguaggi, percorsi urbani e confini-recinti, affetti tristi e/o negativi. Madeleine de Scudéry, una nonna caraibica, le Futuriste, Käthe Kollwitz e Hanna Höch, Gina Pane, Cindy Sherman, Shirin Neshat e Marjane Satrapi, si incrociano con scrittrici migranti come Kaha Mohamed Aden, Igiaba Scego, Dionne Brand, Kamila Shamsie, Suad Amiry, rifugiati e non-persone nella Porta Sud della Fortezza Europa. Tra di loro e con loro si svolge il discorso sull'affetto, in un viaggio neurale attraverso l'intreccio corpo-mente che porta a ripensare affetto e tecnologia insieme. E infine una domanda: con tanta ricchezza passata e presente, che ne è del talento delle donne?" -
Il «trittico 1976» di Francis Bacon. Con «Note sulla semiotica della pittura»
Un intero libro per parlare di una sola opera pittorica: di che stupirsi? Perché la monografia è canonica solo per romanzi o film, e non per i quadri? Certo non bastano gli 86 milioni di dollari spesi pochi anni fa per acquistarlo a spiegare il ruolo cruciale del ""Trittico 1976"""" nell'opera di Francis Bacon. Un numero inusuale di elementi figurativi, una costruzione tanto sghemba quanto ostentatamente organizzata, una rete di rinvii ad altri quadri del catalogo baconiano, una nube di possibili allusioni letterarie: questo ed altro ancora è il trittico preso ad oggetto da un'analisi che vuole offrirsi anche come un'esemplificazione metodologica per uno studio di corpus. Emerge come nucleo tematico principale la """"maledizione del corpo"""", che Bacon percepisce come millenaria. Essa ha come interlocutori ideali Eschilo ed Eliot, ma le tangenze poetiche non sono che lo sfondo per enunciare un inedito riscatto della carnalità, senza sublimazioni nel mito o nella poesia. Gli scontri ermeneutici con l'opera baconiana, e con il corpus a cui viene ricondotta, finiscono per interrogare costantemente i fondamenti teorici dell'analisi; di qui il fatto che sono state stilate una serie organizzata di note a margine, giunte infine a comporre un autonomo testo d'accompagnamento, che è poi una riflessione globale sulla semiotica della pittura."" -
The saying of it. Conversations on literature and ideas with 13 contemporary english-language poets
Understanding what brings forth poetry, especially that of some of the more important contemporary poets, is no easy matter. Critics have investigated many of the technical aspects, as well as literary themes, forms and styles, but the voices of the writers themselves, the poets, and what they might explain about the work, are a different consideration. In this book, authors discuss their careers, their expectations, their evolution as writers of poetry. Among those included are: Nobel Prize winners Derek Walcott and Wole Soyinka; the first ‘makar’ of contemporary Scotland, Edwin Morgan; award-winning Chris Wallace-Crabbe from Australia; Booker Prize winner Margaret Atwood; 2012-2015 Poet Laureate of Toronto George Elliott Clarke; and Charles Tomlinson from England. This collection of interviews is, in part, a record of Marco Fazzini’s life, friendships and memories of hours spent with these writers and intellectuals. All of them are people from whom readers of more than one generation can learn how to do research, write and understand what we try to define as the ‘poetic’ as it evolves in countries worldwide. Marco Fazzini has published articles and books on post-colonial literatures and has translated some of the major modern English-language poets, including Douglas Livingstone, Norman MacCaig, Hugh MacDiarmid, Douglas Dunn, Charles Tomlinson, Philip Larkin, Edwin Morgan and Geoffrey Hill. His poetry collections are: Nel vortice (1999); XX poesie (2007); Driftings and Wrecks (2010); 24 poems (2014); and Riding the Storm (2016). He teaches English and post-colonial literatures at the University of Ca’ Foscari (Venice) and is curator of the poetry festival “Poetry Vicenza”. -
Un fantasy tutto italiano. Le declinazioni del fantastico nella letteratura italiana per l’infanzia dall’unità al XXI secolo
La letteratura italiana per ragazzi ha una lunga e originale tradizione del ‘fantastico’. Con l’eccezione di ""Pinocchio"""" di Carlo Collodi, però, è rimasta quasi del tutto sconosciuta fuori dell’Italia. Perché il fantastico italiano per ragazzi è rimasto un segreto così ben custodito? Quanto ‘internazionale’ è il termine children’s fantasy, e in che misura il suo sviluppo è stato influenzato da fattori locali? """"Making the Italians"""", già uscito in versione inglese nel 2012, offre un dettagliato e appassionante excursus storico e critico-letterario della produzione letteraria per l’infanzia in Italia dal 1870 fino a oggi, allo scopo di ricostruire e legittimare l’esistenza di una lunga e considerevole tradizione nazionale di un ‘genere fantasy’, che presenta caratteristiche proprie e del tutto originali. Questo volume contribuisce a colmare il gap esistente tra due tradizioni critiche, quella anglosassone e quella italiana, riportandole sul terreno comune dell’analisi di un preciso settore della letteratura per l’infanzia a cui fino a ora non era mai stata assegnata una fisionomia unitaria e organica, e che invece parrebbe trovare una propria specifica identità proprio sotto l’etichetta di un ‘genere fantasy italiano’.""