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Idrosofia. Filosofia, teologia e poetica dell'acqua. Con Segnalibro
Come l'autore scrive, il ""tema dell'acqua mi zampillava nel cervello da molti anni"""". Avrebbe voluto, egli, sviluppare l'argomento da un punto di vista filosofico, teologico e poetico. La sua prefazione, scritta nel febbraio 2005, due mesi prima della sua morte, sembra renderlo consapevole che non avrebbe potuto né concludere, né vedere alla luce, ciò ch'egli chiamava """"l'ultima mia fatica"""". L'amore per l'acqua risale ai suoi studi sull'origine della filosofia ch'egli vedeva svilupparsi nelle grandi civiltà fluviali dell'Egitto e della Mesopotamia, là dove a destar meraviglia non era solo il sole con la sua nascita ed il suo tramonto, ma soprattutto il grande fiume che donava fertilità ai campi e vita agli uomini. Negri, ricordava un mito scritto in accadico della prima metà del secondo millennio a.C., che raccontava come all'inizio vi era stato il caos delle acque dolci (Apsu), delle acque salate e del mare (Ti 'amat), e delle acque, forse, in forma di nubi e di nebbia (Mummu)..."" -
Europa. Sfide e prospettive
Il volume raccoglie e ripropone gli atti dell’incontro “Europa, sfide e prospettive dei prossimi anni” svoltosi a Genova nel novembre 2019 e promosso dall’Arcidiocesi della città nell’ambito di un programma di formazione politica che da anni si propone di affrontare, coinvolgendo anche i giovani, argomenti di Dottrina Sociale della Chiesa. Come spiegato nell’introduzione del sacerdote Massimiliano Moretti, «L’Unione Europea è spesso percepita come un organismo distante dalle persone e l’impressione è che non sia stata capace nel corso del tempo di attivare politiche economiche e sociali tali da far percepire ai cittadini che ne fanno parte di essere il corpo di un’unica comunità; oggi sul terreno globale sono presenti grandi sfide sia dal punto di vista economico e finanziario, sia dal punto di vista antropologico. Ogni sfida può diventare però, se ben gestita, anche una grande opportunità di crescita e di sviluppo e questo volume vuole appunto proporre numerosi spunti di riflessione e stimoli per tutti i cittadini». -
Questo piatto di grano. La colonizzazione dell'Agro Pontino. Nomi, volti, origini delle famiglie che si insediarono
Frutto della ricerca su migliaia di documenti e testimonianze, la storia della colonizzazione dell'Agro Pontino negli anni '30 e '40 del Novecento ne esce per molti aspetti diversa dalla narrazione tradizionale. Le lamentele, le proteste delle famiglie coloniche, che, in luogo delle promesse di vita migliore, trovarono in Pontino la miseria di sempre, nonostante gli immani sacrifici per trarre raccolti da terreni che si dimostrarono, troppo spesso, scarsamente produttivi. Viene contestata inoltre l'idea di una colonizzazione conclusa brillantemente nel 1939 con l'assegnazione di tutti i poderi realizzati, quando invece, ancora nel '42-'43, si disponevano nuovi arrivi e nuove assegnazioni, in continua sostituzione di coloni disdettati o costretti dalle malattie al rimpatrio. Nel narrare le fasi, le modalità, le scelte della colonizzazione, il focus resta puntato sulle conseguenze che le decisioni ebbero sulle famiglie coloniche, le vere protagoniste di quella vicenda. Ad esse quest'opera vuol rendere giustizia, preservandone i nomi, i volti, le origini e le vicende dall'oblio in cui, non di rado, il procedere senza soste della Storia relega le storie silenziose degli umili. -
Il segreto delle sette dame
Padre Ignazio, il priore dell'abbazia di Saint Denis, convoca il suo amico professore di storia medievale, Giacomo Brucker, a Parigi per scoprire se ci fu un incontro tra un cavaliere e il primo maestro dei templari in un monastero vicino Roma. In realtà l'incarico nasconde altri due obiettivi più difficili: il primo è quello di recuperare un documento antico nel quale potrebbe essere indicato il segreto del potere dei templari, l'altro obiettivo è quello di rintracciare la sua ex fidanzata, Alessia, nipote di padre Ignazio, del cui rapimento Brucker non sa nulla e ne viene a conoscenza solo quando giunge a Roma. La donna è stata rapita da un gruppo di mercenari, al soldo di una élite di finanzieri senza scrupoli, i quali vogliono conoscere il contenuto del documento segreto dei templari e sul quale Alessia stava lavorando grazie ad una tela che le era stata donata come lascito da una amica suora. Nelle ricerche il professore sarà affiancato da una giovane investigatrice, Nives, sua fiamma estiva che mesi prima per un gioco di equivoci, causò la separazione tra Giacomo e Alessia. Brucker verrà nuovamente attratto dalla donna ancora più intensamente di prima. -
Angelo da battaglia
Rafael è un giovane ragazzo che viene portato via dagli assistenti sociali. Dopo aver cambiato diverse famiglie, finisce in una casa famiglia. Dopo essere stato vittima di diversi abusi (fisici da parte del padre, e sessuali da parte del personale di una casa famiglia a cui viene affidato) entra in una gang di strada. Ancora minorenne, Rafael prima tenta il suicidio, e finisce in carcere. A cambiare il destino di Rafael sarà l’amicizia con Davide (che diventerà il narratore di parte della storia) un ragazzo cieco di buona famiglia, che riacquista la vista. Presto però Rafael si rende conto di provare molto più di una semplice amicizia nei confronti di Davide. I genitori di Davide non approvano però il loro rapporto e costringono il figlio a trasferirsi in Sardegna. Il destino, però, li farà rincontrare (e separare) molto presto, finché la famiglia di Davide non decide di trasferirsi a Milano mentre Davide scappa a Roma da Rafael. A fare da cornice al loro amore ci sono continui scontri tra bande, rapimenti, e sparatorie. La storia offre il punto di vista anche di alcuni personali minori che diventano i narratori in determinati capitoli. -
Hate me
Tre adolescenti fragili e complicati alle prese con loro stessi, che cercano di trovare il giusto posto nel mondo, circondati da persone che non sempre riescono a comprenderli. Colonna sonora delle loro vite è il rock, dai latrati di Kurt Cobain alla voce vellutata di Nick Drake, dall’emozione vibrante di Jeff Buckley alle urla orgasmiche di Ian Gillan. Un romanzo fatto di tormento e dolcezza, di rabbia e alienazione, ma soprattutto di fame d’amore. Una fiera celebrazione dell’Antifigo e un omaggio sincero e devoto alla Musica. -
Corto Maltese dietro le quinte. Ediz. a colori
Corto Maltese è ormai un'icona celebrata in tutto il mondo. Tantissimi sono i fan italiani, i collezionisti dei disegni di Hugo Pratt, tanti gli estimatori e gli interpreti della sua opera elevata dai critici al rango di alta letteratura. ""Corto Maltese dietro le quinte"""": Prima di un disegno a matita o a feltrello, prima di un acquerello, prima di una china o di un pennello, prima che Corto Maltese prenda vita come segno grafico unico e inimitabile, che cosa passa per la mente di un genio come Hugo Pratt, narratore e scrittore prima che autore di letteratura disegnata? Passa una storia da raccontare, affabulando, divertendosi prima ancora di pensare a divertire, operando sintesi fulminee tra decine di migliaia di pagine stampate, precipitando in tre battute racconti orali, memorie di viaggio ed esperienze di vita, qualche miliardo di metri di pellicola e qualche altro miliardo di note. Oltre a una mandria di bufali per pranzo. """"Corto Maltese dietro le quinte"""" prova a dar conto di tutto questo immenso materiale preparatorio, senza pretese di completezza ma col rigore di un filologo che ha avuto la fortuna di assistere almeno in parte al processo creativo da cui nasce Corto Maltese. È un libro di fonti, voluto fermamente da Pratt stesso, perché venisse finalmente riconosciuto il suo lavoro di scrittore: “I libri, per utilizzarli, bisogna leggerli, non farci sopra delle chiacchiere.”"" -
Milano. Più di 100 consigli indipendenti, originali e senza sponsor
C'è chi la definisce una start up innovativa, chi la definisce un giovane progetto editoriale, chi la definisce una guida 2.0, chi sente la mancanza di un'APP, chi la trova perfetta perché ha le ""informazioni che servono"""" e va direttamente al sodo. Noi abbiamo voluto semplicemente realizzare una guida che non c'era, frutto del nostro amore per Milano. Perché tanti altri come noi si innamorino di lei. Per chi ha ancora sogni nel cassetto. Per chi ama perdersi tra le vie di una città. Per chi si ribella non perché è un eroe: perché è vivo. Per chi ama mangiare possibilmente a km 0. Per chi usa l'omeopatia prima di arrendersi all'antibiotico. Per chi ha letto almeno una volta un libro che gli ha cambiato la vita e l'ha regalato ad altri. Per chi viaggia da sempre e per chi non l'ha mai fatto. Per chi la bottiglia di rosso la unisce al buon cibo. Per chi ama la sharing economy. Per chi non usa bottiglie e cannucce di plastica. Per chi ha pensato di non farcela e ce l'ha fatta. Per chi conosce l'importanza dei dettagli. Per chi alla pubblicità preferisce il passaparola. Per chi sì, ok, lo yoga fa bene, ma non mi stressare. Per chi sa che l'unica risposta è la pace. Per chi un mondo migliore lo fa ogni giorno. Per chi ci prova, sbaglia e ci riprova."" -
Ehi Maestra! schede per Kamishibook. Ediz. italiana e inglese
La protagonista del libro è una maestra di cuore e di pancia, attenta ad ogni sfumatura emotiva, al passaggio di competenze sociali, al benessere e alle unicità dei bambini. È una maestra di pace che comincia nel cuore di quando si è bambini. L’accoglienza, la condivisione, l’amore per la Terra e chi ci abita, parte da quando si ha l’altezza di una rosa e il cuore grande come la luna. Così si costruisce un nuovo futuro. Audiolibro, burattini da ritagliare, videocorso su come si legge, utilizzano i burattini e inventano fiabe. Un regalo utile per una maestra unica. Ecco uno stralcio del libro: “Ehi maestra il mio bambino sa scrivere i numeri e le letterine?” “Non so, ma sa condividere i giochi, con bambini e bambine.” “Sa disegnare le cose per benino?” “Non so, ma sa abbracciare, quando è triste, un bambino.” “Venite a scuola o potenti della terra e non ci sarà mai più la guerra! Il cibo del mondo si condividerà fino a che la fame sparirà. Imparerai a rimettere a posto, dove hai fatto danni la natura rifiorirebbe nel giro di pochi anni…” -
Ehi Maestra! con Kamishibai. Ediz. italiana e inglese
Il kamishibook, ispirato dal kamishibai giapponese, è stato creato per raccontare storie ai bambini ed essere utilizzato come teatrino. E di polipropilene: leggero, maneggevole, sanificabile e riciclabile. Ha un accessorio che lo trasforma in teatro delle ombre. La protagonista del libro è una maestra di cuore e di pancia, attenta ad ogni sfumatura emotiva, al passaggio di competenze sociali, al benessere e alle unicità dei bambini. È una maestra di pace che comincia nel cuore di quando si è bambini. L’accoglienza, la condivisione, l’amore per la Terra e chi ci abita, parte da quando si ha l’altezza di una rosa e il cuore grande come la luna. Così si costruisce un nuovo futuro. Audiolibro, burattini da ritagliare, videocorso su come si legge, utilizzano i burattini e inventano fiabe. Un regalo utile per una maestra unica. Ecco uno stralcio del libro: “Ehi maestra il mio bambino sa scrivere i numeri e le letterine?” “Non so, ma sa condividere i giochi, con bambini e bambine.” “Venite a scuola o potenti della terra e non ci sarà mai più la guerra! Il cibo del mondo si condividerà fino a che la fame sparirà..."" Età di lettura: da 4 anni."" -
Micromacro: Crime City - True Detective. Gioco da tavolo
Il nuovo capitolo della serie MicroMacro! Un design elegante ed originale mai applicato ad un gioco da tavolo. Adatto sia per una serata tra amici che per migliorare il lavoro di squadra. -
Berlino. Storia di una metropoli
Alessandra Richie traccia una brillante storia di Berlino, un ritratto appassionante della sua gente e delle sue vicende politiche dalla fondazione nel XII secolo ai giorni nostri. Dal fervore rivoluzionario che ne ha animato il primo brulicante insediamento alla trionfante magnificenza imperiale; dal frenetico modernismo dell'età della Repubblica di Weimar alla brutalità nazista fino al gioioso momento della caduta del muro, Berlino ha vissuto sulle proprie strade e nei propri palazzi tutti i grandi eventi della storia europea. -
Un inquieto batter d'ali. Vita di Heinrich von Kleist
Drammaturgo, prosatore e poeta tra i massimi della letteratura tedesca, von Kleist rivelò la sua grandezza soprattutto in tre drammi (""Pentesilea"""", """"Caterina di Heilbronn"""" e """"Il principe di Homburg""""). Alla produzione drammatica affiancò una cospicua serie di racconti. Di Kleist restano più di duecento lettere, e parallela alle lettere doveva essere la sua """"Storia della mia anima"""", mai mostrata a nessuno, mai finita e forse data alle fiamme alla vigilia del suicidio. Questa biografia restituisce, in una narrazione serrata, tragica, lirica, un personaggio estremo, sempre alla ricerca, come i suoi protagonisti, di una verità che sfugge e di una """"impossibile"""" via che porti alla felicità ."" -
Tutte le poesie
II Meridiano presenta tutte le raccolte poetiche della Spaziani. Dopo la raccolta d'esordio, ""Le acque del sabato"""" (1954), caratterizzata da una spiccata tensione lirico autobiografica e dalle suggestioni delle avanguardie europee, in """"Luna lombarda"""" (1959), """"Il gong"""" (1962), """"Utilità della memoria"""" (1966), """"L'occhio del ciclone"""" (1970) nel dettato poetico della Spaziani si stagliano passioni costanti; le cose concrete, i volti e i paesaggi del mondo, la gioia dei sensi e dei sentimenti, degli amori e dei disamori si fondono in un impasto caldo e affabile con le tessere della sua prolifica memoria letteraria - che attinge sia alla letteratura classica che a quella moderna, alla grande poesia europea (Montale su tutti), al teatro francese dal Rinascimento al Novecento. Le ultime raccolte - da """"Geometria del disordine"""" (1981, Premio Viareggio) a """"La stella del libero arbitrio"""" (1986) alle recenti """"Poesie della mano sinistra"""" - testimoniano il passaggio a una scrittura via via più diaristica, """"impura"""" e aforistica, il lato insomma più sapienziale e ironico della sua ispirazione."" -
Panza e prisenza
«Ti saluto, Sasà, ma questa sera ti aspetto per cena.» «E che ti porto, Marò?» «Niente, Sasà, panza e prisenza.»Tre poliziotti, sette ricette di piatti prelibati, un'estate: si aggiungano due indagini delicate, profumate cene in terrazza, un pizzico d'ironia e passione quanto basta. Un canto d'amore per la Sicilia servito come un giallo. -
Le metamorfosi. Testo latino a fronte
Nell'incipit delle Metamorfosi Ovidio dichiara con lucida concisione l'argomento del poema: «L'animo mi spinge a cantare le forme mutate in nuovi corpi...» Subito dopo, nel corso dello stesso v. 2, si saggia lo spettro semantico di mutare. Invocando l'ispirazione divina sui suoi progetti (coeptis) il poeta insinua, con un rapido slittamento metalinguistico («avete mutato anche quelli»), che di origine divina sia anche il mutamento della propria attività e della propria carriera poetica. Sarà bene ricordarsi di questo lampo polisemico, quando nel libro XV si approssima il termine del carmen perpetuum, che dai primordi del caos giunge fino all'impero di Augusto, e proprio la categoria del mutamento è collocata al centro del discorso di Pitagora, che ne fa il puntello di due forti posizioni ideologiche, tra loro collegate: la metempsicosi, o rinascita dell'anima dopo la morte novis domibus (XV, 159), cioè in un nuovo corpo, proprio come recitava l'incipit, e il vegetarianismo, misura prudenziale contro il rischio che il nuovo corpo sia quello di un animale. Ma nel potente respiro di un linguaggio indebitato con Lucrezio, ancorché divergente per molti contenuti, il principio che omnia mutantur (XV, 165) si allarga alla struttura globale dell'universo: nel tempo, inarrestabile come un fiume, cuncta novantur (XV, 185), a cominciare dall'alternanza tra notte e giorno e tra sole e luna e dalla successione delle stagioni, per poi proseguire con le epoche della vita umana, nel suo processo di sviluppo e successivo declino. (...) Non sembra ragionevole dubitare che il discorso di Pitagora costituisca nel suo insieme l'attribuzione di un senso unitario all'insieme delle metamorfosi della persona in animale, vegetale o minerale, che sono oggetto del discorso poetico, inquadrandole nel genere prossimo del mutamento; quello che manca è invece il riferimento alla differenza specifica, consistente nel fatto che, mentre il sistema descritto da Pitagora è governato da un ritmo fisiologico (o a questo assimilabile), che consente di trarre conseguenze certe da premesse dotate di valore complessivo, la trasformazione che i personaggi di Ovidio subiscono rappresenta una rottura, un evento inatteso e saliente rispetto a vicende di vita ordinaria, che viene spesso veicolato dal ricorrere della parola mirum, «che suscita meraviglia». Ciò potrebbe far pensare al profilo del poema come un insieme di situazioni polarizzate fra un linguaggio neutro, connettivo, interlocutorio o al massimo preparatorio, e un'esplosione di senso, o forse di nonsenso, un profilo piatto intercalato da punte che si ripresentano a intervalli non regolari. Quello che abbiamo di fronte nell'affascinante lettura è qualcosa di molto diverso, che fa onore alla definizione di carmen perpetuum: un'unità insieme fusa e fluida che fa appena avvertire le giunture episodiche, che scavalca con macro-enjambement la stessa partizione in libri, che esplora il gusto inesauribile del narrare in tutte le sue pieghe, comprese quelle ritagliate nelle scatole cinesi del racconto nel racconto. Credo che questo risultato discenda soprattutto dalla riduzione, o traduzione, della metamorfosi da alterità assoluta a un rapporto di mutua comprensibilità e comunicazione col quotidiano (dall'Introduzione di Guido Paduan). Testo latino a fronte. -
Storia universale delle rovine. Dalle origini all'età dei Lumi
Come non esistono uomini senza memoria, così non ci sono società senza rovine. Questo libro si propone di chiarire il rapporto indissolubile che le diverse culture hanno intrattenuto con le rovine, nell’intreccio fra il desiderio di lasciare tracce grandiose, il culto del passato e la trasmissione della memoria. Passando da una civiltà all’altra – dagli Egizi ai Cinesi, dai Greci ai Romani, dal Rinascimento all’Illuminismo – Alain Schnapp si affida tanto alle fonti archeologiche quanto alla letteratura. Splendidamente illustrata, questa “Storia universale delle rovine” è l’opera di una vita. «Il lettore potrà avventurarsi in questo libro sapiente e magnifico assecondando le proprie curiosità, i ricordi o il desiderio di conoscenza, come se visitasse un sito archeologico o una pinacoteca... invitato a confrontarsi con la paradossale presenza di ciò che è scomparso» (Roger Chartier, «Le Monde»). L'antico Egitto affidò la memoria dei suoi sovrani a giganteschi monumenti e imponenti iscrizioni. Altre società preferirono stringere un patto con il tempo, come i popoli della Mesopotamia che, consapevoli della vulnerabilità dei loro palazzi di mattoni di fango, seppellivano nelle fondamenta le iscrizioni commemorative. I Cinesi dell'antichità e del Medioevo impressero la memoria dei re e dei personaggi illustri in iscrizioni su pietra e bronzo, le cui matrici erano custodite da scrupolosi antiquari. Altri ancora, come i Giapponesi del santuario di Ise, distruggevano per poi ricostruirle identiche, in un ciclo infinito, le loro architetture di legno e paglia. Altrove, in Scandinavia e nel mondo celtico, come in quello arabo-musulmano, sono i poeti o i bardi i responsabili del mantenimento della memoria. Greci e Romani consideravano le rovine un male necessario che bisognava imparare a interpretare per comprenderle. Il mondo medievale occidentale affronterà l'antico patrimonio con un'ammirazione venata di repulsione. Il Rinascimento intraprese invece un ritorno all'antichità diverso, considerandola un modello da imitare ma anche da superare. Infine, l'Illuminismo costruì una coscienza universale delle rovine che si è imposta come «culto moderno dei monumenti»: un dialogo con le vestigia del passato che vuole essere universale e che questo libro testimonia con straordinaria dovizia. -
Diario di Gusen
Questo libro, forse l'unico diario uscito da un lager nazista, è un monito per non abbassare la guardia contro chi vuole cancellare la verità calpestando i diritti e la dignità dell'uomo. «Chissà che cosa proveranno i giovani di oggi – si chiede Corrado Stajano nell’Introduzione – nel leggere il Diario di Gusen di Aldo Carpi…, e chissà che cosa proverebbe Carpi se fosse vivo nel sapere che cosa è successo e che cosa sta succedendo nel mondo». La storia può ripetersi tragicamente. Ma il valore di questo diario va ben oltre quello del semplice documento. Innanzitutto perché fa percepire in presa diretta come si può vivere in un luogo in cui è dato solo morire, e poi perché racconta l’impari lotta di chi s’impegna con tutte le forze a conservarsi «uomo», salvando la propria intelligenza e i propri valori in un microcosmo in cui pure la solidarietà è considerata un crimine. Le parole di Carpi, il suo voler guardare sempre oltre l’orrore, l’abbandono, la paura e la morte rimangono una lezione di umanità e di coraggio insieme con la sua intensa attività di pittore, così come dimostrano i suoi disegni qui riprodotti e che fanno parte integrante del testo. Con uno scritto di Mario De Micheli. -
Una storia della filosofia. Vol. 1: Per una genealogia del pensiero postmetafisico.
Fede e sapere. In mezzo scorre tutta la nostra storia. All'inizio c'è il mito. Poi accade una rivoluzione: con la nascita delle grandi religioni e della filosofia greca, per la prima volta diviene possibile concepire il mondo, con le sue sofferenze e le sue ingiustizie, come qualcosa di trasformabile. È qui l'origine del pensiero postmetafisico. Ed è da qui che il racconto della sua genealogia deve cominciare. Nella sua lunga storia la filosofia si è appropriata dei contenuti essenziali delle tradizioni religiose fino ad approdare all'idea di ragion pratica. Il pensiero laico che è venuto dopo Kant e Hegel deve a questa osmosi l'idea della libertà razionale, insieme a tutti i concetti fondamentali della filosofia pratica che si accompagnano a questa idea di libertà e che ci riguardano da vicino, ancora oggi. La storia della filosofia narrata da Jürgen Habermas è un corpo a corpo che dura millenni. È il grande romanzo intellettuale dell'Occidente, ma non racconta un destino: la filosofia, se contemplata lungo l'arco temporale di tutta la sua esistenza, è una successione irregolare di processi di apprendimento che nascono in modo contingente da problemi imprevedibili. La genealogia del pensiero postmetafisico esplora tali contingenze, una dopo l'altra, e ricostruisce la strada lunghissima che giunge fino a noi. Questa indagine su ciò che muove il pensiero rivela una necessità tutta umana: la necessità di un'idea comprensiva di ragione. È il momento per la filosofia di guardare se stessa. Una storia della filosofia, scrive Habermas, oggi deve rispondere a questa domanda: ""Che cosa significa l'espansione della conoscenza scientifica del mondo per noi - come esseri umani, come abitanti di questo tempo e come individui?""""."" -
Walter Benjamin. Pensare per immagini, inventare gesti
Benjamin il fuggitivo, l’esiliato, l’outsider. È da fuggitivo che l’intellettuale tedesco scrive come nessuno ha ancora scritto. È da outsider, incapace di trovare un posto nella cultura della sua epoca, che è costretto a creare il proprio percorso. Un percorso frammentario, indisciplinato, anarchico, che dà vita a forme nuove di pensiero, che si offre come rifugio intellettuale a tutti coloro che coltivano una visione inattuale del mondo. Frammentata è anche l’anomala collezione di oggetti, temi, domande che coabitano dentro il grande cantiere dei Passages di Parigi, a cui Benjamin lavora fin dal 1927 ma che lascerà incompiuto alla sua morte. In quest’opera, all’apparenza sulla Parigi simbolo del capitalismo ottocentesco, tornano le grandi figure, i motivi teorici, gli intrecci speculativi di tutto il cosmo concettuale del filosofo. Perché il passage – il corridoio di vetri e specchi che attraversa palazzi e in cui si susseguono in sequenza negozi eleganti – “è una città, anzi un mondo in miniatura”, in cui si raccolgono le tracce che con il tempo si sono depositate nelle cose, nei luoghi, nelle immagini. Frutto di un pensiero rigoroso ma intensamente poetico, i Passages sono un’opera mai definitiva, sempre capace di nuova vita. Per questo rileggerla permette di trovare nel pensiero di Walter Benjamin combinazioni inedite. Nuove strade si aprono ed è possibile ripercorrere quanto già scritto come qualcosa che non è stato ancora letto e, forse, neppure scritto fino alla fine, una volta per tutte. Percorrendo gli spazi letterali e simbolici della metropoli, Benjamin rintraccia i motivi segreti della grande costruzione culturale europea. Perché il pensiero nasce dall’incontro con le cose: dai volti, dai nomi, dalle figure attraverso cui la modernità disegna i suoi percorsi enigmatici.