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Il naufrago zen. Pensieri, parole, poesie ed altre amenità del genere
"La vita è poesia. L'allegria è poesia, l'amore è poesia, la disperazione è poesia. La morte è poesia. Ci sfiora, ci circonda, ci avvolge, ci chiama. Non sempre rispondiamo, non sempre ce ne accorgiamo. Non sempre la sentiamo. Non sempre la leggiamo. Snobbandola con un senso di superiorità verso chi la scrive ma che è in verità un senso di paura. Paura di scoprire che qualche altro è riuscito a mettere, grazie ad una penna, quei pensieri che tutti noi abbiamo, che ci tengono compagnia e che ci fanno coraggio. Ma che non tutti riusciamo a rendere vivi. Restano nascosti, nascosti nell'ingarbugliato labirinto del nostro cuore. Poi, quasi per caso, per una richiesta non aspettata, ti trovi per le mani queste pagine di Riccardo Capua. Cominci a leggere con uno scetticismo dettato da un'impiegabile presunzione e pagina dopo pagina, verso dopo verso, resti incantato. Devi leggere il più in fretta possibile e rileggere ancora come si fa con una romanza di un'opera di Puccini, talmente bella da non soddisfarti mai. Da non stancarti mai. Ecco, le pagine di Riccardo Capua sono così. Emozioni e sentimenti che non sono solo quelli dell'autore ma che appartengono a tutti quelli che avranno la fortuna di leggerle."""" (Fabio Tracuzzi)" -
Il tubo Innocenti. Protagonista invisibile della Scuola italiana di ingegneria
Questo libro racconta la storia di quello che familiarmente si chiama il ""tubo Innocenti"""": più precisamente, di quel giunto di acciaio inventato da Ferdinando Innocenti nel 1934, che ha consentito la costruzione di gran parte dei capolavori dell'ingegneria italiana del Novecento. Partendo dall'inizio e ripercorrendo la vita di Ferdinando e delle sue imprese, il racconto attraversa le fasi principali della storia dell'ingegneria strutturale italiana: dalle prime imprevedibili applicazioni del ponteggio Innocenti durante le restrizioni autarchiche, passando per gli interventi di ingegneria """"di pronto soccorso"""" durante la guerra, fino alle sperimentazioni più rilevanti nella ricostruzione e nelle grandi opere del miracolo economico. Complice dei successi del cemento armato, grazie anche ai perfezionamenti suggeriti da Pier Luigi Nervi e Riccardo Morandi, la centina Innocenti diventa la bellissima primadonna del cantiere artigianale ed è protagonista - provvisoria e quindi ormai invisibile - dell'affermazione della Scuola italiana di Ingegneria. Coinvolta anch'essa nel declino degli anni settanta, lascia il posto a sistemi costruttivi industrializzati, rimanendo però uno dei prodotti più tipici del design Made in Italy."" -
Il verso della primavera
"Un motivo sentito per caso dal testo strampalato fa capire che se piove non volano farfalle.""""" -
Claudia Peill. Ediz. italiana e inglese
Catalogo di 166 opere dell'artista, tutte illustrate interamente a colori. rnrnClaudia Peill nasce a Genova nel 1963, ma già nella prima infanzia si trasferisce a Roma dove, dopo la maturità classica, si diploma all'Accademia di Belle Arti. Dopo anni di ricerca e alcune mostre collettive, tra cui Rotte Mediterranee ad Algeri e Avantiere ad Aachen, si tiene nel 1993 la sua prima mostra personale, Quattro Tempi, alla Galleria Stefania Miscetti a Roma. rnNegli anni successivi si segnalano due mostre: Convergenze: Verna-Peill all'Istituto Europeo di Design, nel 1996, e Strappi alla Galleria Arco di Rab, nel 1998. L'artista affronta da subito la reciprocità tra pittura e fotografia, introducendo l'impiego della resina, al posto della paraffina utilizzata nelle prime opere, e anche l'uso esclusivo del bianco e nero. rnNel 1998 la mostra personale Il senso del tempo al Photographic Center Peri di Turku in Finlandia, anticipa molte altre esperienze di spessore all'estero. rnTra il 1999 e il 2000 consegue una importante borsa di studio presso l'Höherweg Studio di Düsseldorf. L'esperienza nella città tedesca sarà molto formativa per la sua attività artistica e professionale. rnNel 2001 nella mostra Skin Forms Map la Peill reintroduce con vigore l'uso del colore. La mostra, dal Museo Laboratorio di Arte Contemporanea di Roma, passa alla Galleria Civica Uusikuva a Kotka, in Finlandia. Nello stesso anno partecipa alla mostra Transgression, nella storica Künstlerhaus di Vienna. rnNel 2002 è di nuovo in Germania, presso l'Istituto Italiano di Cultura di Colonia, con Claudia Peill, messa in onda, e ancora, nel 2003, un ritorno a Düsseldorf con la personale alla Galerie Andreas Brüning a cui segue Waves all'Italian Cultural Institute of London. rnNel 2004 Caduta Libera viene presentata presso la Galleria Pack di Milano e successivamente presso la Galleria Martano a Torino. rnNel novembre 2006 l'attenzione per la classicità si evidenzia nella personale La città delle ombre bianche, Schifano-Peill alla Galleria Anna D'Ascanio a Roma, con opere realizzate dagli scatti fotografici dell'artista nel sito Leptis Magna in Libia, e nella primavera 2012 la mostra Sguardi condivisi alla Galleria Mara Coccia, a Roma. In questa personale l'artista abbandona l'uso della resina e delle cornici in ferro per utilizzare la pittura acrilica su tela, ma ancora una volta al centro dell'opera c'è l'efficace combinazione di due media cosí diversi come pittura e fotografia, e l'ambiguità tra astrazione e figurazione. rnNel 2013 ha luogo la doppia personale Peill- Koivisto, Intersezioni /Intersection presso il Museo Hendrik Christian Andersen a Roma. Nel 2015 espone presso La Galleria Nazionale a Roma, nella mostra Azioni Antiche. rnNel 2016 realizza un lavoro site-specif, Reise, presso il Museo Casa di Goethe a Roma per la mostra Mit Goethe in Italien, che viene esposta per un lungo periodo presso l'Ambasciata Italiana a Berlino. rnNel marzo 2017 presenta il lavoro più recente presso la Galleria Anna Marra Contemporanea a Roma nella mostra personale In ogni dove. rnOltre alle numerose mostre l'artista ha realizzato diverse opere pubbliche. -
Domenico Jacovacci. Collezionista e maestro delle strade nella Roma berniniana. Ediz. illustrata
Negli anni trionfali del barocco romano il cavaliere di Calatrava Domenico Jacovacci fu un personaggio poliedrico e affascinante: un nobile arrogante e spregiudicato, un cortigiano e un funzionario potente, un uomo con molti interessi. Autore di testi storici fondamentali per lo studio delle famiglie nobili romane, Maestro delle strade di Alessandro VII, il papa che più ha dato forma alla Roma barocca, fu “amicissimo” di Gian Lorenzo Bernini e suo committente, ma soprattutto fu raffinato ed esigente collezionista di opere appositamente ordinate ai migliori pittori e scultori del tempo. La sua figura e la sua collezione sono riportate in luce tramite un ampio e complesso scavo documentario che ha ben delineato l'importanza dell'uomo e della sua creazione, sul background di uno dei periodi aurei dell'arte romana. -
Lucia Rotundo. Frammenti di una storia. Catalogo della mostra (Pianetto di Galeata, 30 aprile-5 giugno 2017). Ediz. illustrata
“[...] è così accaduto che i frammenti della Rotundo abbiano cominciato a mostrarci anche la loro struttura organica, le loro possibili forme di combinazione o di contaminazione con altri elementi ed altre materie e da ultimo la loro flessibilità e disponibilità a trasformarsi in metafore o simboli di eventi più complessi resi comunque possibili proprio dalle loro qualità di base. Ritroviamo così le lastre da cui eravamo partiti rinominate come ""cristalli"""" e sovrapposte a racchiudere piccoli manufatti secondo modalità che richiamano non il reperto naturalistico ma il ricordo di famiglia, o ancora trasformate in contenitori cilindrici aperti verso l'alto simili alle offerte votive tipiche della religiosità contadina e molto altro ancora sempre e comunque nella logica della crescita e della trasformazione che partendo dalle tecniche del quotidiano, allude ad una partecipazione corale ma silenziosa all'affermarsi non tanto di questo o quello stile storico quanto di uno stile di vita tenace, volitivo forse anche per certi versi rinunciatario, ma mai volgare o prevaricatorio. [...]” (Paolo Balmas)"" -
Come presentarsi agli altri. Ovvero si richiede bella presenza
Questo libro offre uno strumento che ritengo di indubbia utilità per tutti nelle frequenti occasioni di incontro con gli altri. Poiché viviamo in un ambiente sociale allargato, in famiglia, a scuola, all'università, negli ambienti di lavoro, è noto quanto sia spesso problematico instaurare un positivo rapporto con persone sconosciute e quanto sia faticoso mantenere una relazione (sentimentale o di lavoro) con persone che crediamo di conoscere, ma delle quali ignoriamo molti lati oscuri. Per lo studente che deve affrontare un esame impegnativo o per l'aspirante attrice alle prese con un provino che può decidere del suo futuro la preventiva conoscenza delle caratteristiche del segno zodiacale di chi dovrà esaminarli e giudicarli si rivela spesso molto utile e talvolta addirittura decisiva per ottenere un esito positivo delle prove cui si è sottoposti: è cosí anche per chi cerca lavoro, chi desidera brillare in società o anche semplicemente per chi affronta una impegnativa seduta di condominio. -
I fori dopo i fori. La vita quotidiana nell'area dei Fori Imperiali dopo l'antichità. Ediz. illustrata
Il più grande ""cantiere moderno dell'antichità"""". L'area in cui sorgevano i Fori Imperiali, cuore antico della città di Roma e complesso architettonico unico al mondo per vastità e continuità urbanistica, è stata oggetto di un'attività di scavo, studio e ricerca straordinariamente intensa nel corso del tempo. In particolare, gli scavi archeologici realizzati negli ultimi venticinque anni hanno portato alla luce un tesoro prezioso. Il rinvenimento di un'eccezionale varietà di reperti, in alcuni casi unici, ha permesso, infatti, di ampliare le conoscenze sulle vicende del sito nel periodo medievale e moderno. Un contesto storico sicuramente meno noto (e meno rappresentato) al grande pubblico rispetto a quello classico, ma altamente esemplare della continuità insediativa urbana.rnUn'interessante e quanto mai diversificata selezione di questi reperti - tra cui ceramiche, sculture, monete, oggetti devozionali e di uso quotidiano -, tra le migliaia recuperati e per la maggior parte esposti per la prima volta, racconteranno questi significativi periodi storici all'interno della mostra.rnCome in un viaggio a ritroso nel tempo, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce ricchi depositi stratigrafici che si sono accumulati nel corso dei secoli al di sopra dei maestosi resti dei Fori. Qui, già prima del fatidico Anno Mille, erano sorti diversi nuclei di abitato e alcune piccole chiese. Il paesaggio urbano cambiò nuovamente alla fine del XVI secolo, quando nella zona furono avviate operazioni di bonifica dei terreni seguite dalla nascita di un tessuto urbano ordinato: il Quartiere Alessandrino, chiamato così dal soprannome del cardinal Michele Bonelli, che ne promosse la realizzazione. Negli Anni Trenta del secolo scorso il Quartiere, con le sue abitazioni e le sue chiese, fu raso al suolo per l'apertura di via dei Fori Imperiali e la """"liberazione"""" delle strutture di epoca classica.rnFurono così cancellati, d'un colpo, secoli di storia, di vita, di arte."" -
L' altra città. Un percorso partecipativo e interattivo nella realtà carceraria italiana. Ediz. illustrata
"«Un'emozione viverla, e un'emozione raccontarla». È molto coinvolto Achille Bonito Oliva nell'introdurre la rassegna da lui curata nella casa circondariale """"Carmelo Magli"""" di Taranto, per il progetto inedito """"L'altra città"""". S'intitola """"Il carcere? Che opera d'arte!"""", e più che una mostra è """"un processo interattivo e partecipativo"""" che mette in relazione la società civile con la realtà carceraria. È la tappa finale di un lavoro durato mesi con Giovanni Lamarca, comandante della polizia penitenziaria, in cui una ventina di detenute sono state impegnate in laboratori di arte e scrittura creativa tenuti da Giulio De Mitri, col supporto teorico di Roberto Lacarbonara, Paola Lacatena e la partecipazione di alcuni agenti. Il risultato è un percorso plurisensoriale che accoglie il visitatore in diverse tappe»."""" (Antonella Marino, """"Celle d'artista"""", intervista ad Achille Bonito Oliva in """"la Repubblica"""" del 12/04/2017)" -
Maria Camilla Pallavicini. Opere-Works 2017-1962. Ediz. a colori
"Apparizioni, eventi cosmici tra il reale e l'immaginario, paesaggi dell'anima che li insegue. Come se tu cercassi e ti avventassi con furore, oscillante e inquieta tra visioni dall'infinitamente lontano all'infinitamente vicino, su qualcosa che cambia, fugge ad ogni definizione, è in sé, insieme, presenza e mutevolezza. Piccoli segni, code veloci di comete, trame fitte di gesti, forme cangianti, l'infinitamente lontano. Grandi segni, cellule del cosmo, tessuto del mondo, l'interno, l'infinitamente vicino. Tra le due visioni, come nel mezzo di un enorme moto pendolare, i quadri materia- colore nei quali l'infinitamente lontano coincide e si annulla nell'infinitamente vicino: stati di energia, l'origine, la possibilità di ogni ordine o disordine."""" (Guido Strazza, maggio 1986)" -
Ritratti d'artista. Incursioni semiserie nell'arte contemporanea
Se l'arte contemporanea, problematica e pervasiva, è diventata sempre più fenomeno di massa, destinato a una platea sempre più vasta, dall'altra ha assunto una connotazione elitaria, esoterica, teosofica, dove il critico, dominus incontrastato, si è riscoperto sommo sacerdote e depositario dei suoi misteri. I ""Ritratti d'artista"""" di Mario Corinthios, un'incursione anarchica e inconsueta nel mondo dell'arte contemporanea, passano in rassegna maestri storici come Afro, Kounellis, Ontani, Pistoletto, ma anche maestri e artisti emergenti meno conosciuti. La scrittura dell'autore, piena di accostamenti spiazzanti e di neologismi, parodia di un certo linguaggio aulico e di una certa critica astrusa e autoreferenziale, cela tuttavia anche uno sguardo disincantato, dissacratorio e pasoliniano sulla società che gravita attorno al mondo dell'arte."" -
La sinfonia di Emery. Il bambino che parlava attraverso la musica
Chi è Emery? Emery è, come tutti noi, un prigioniero. La sua prigione è l'indifferenza del mondo, l'incapacità, tutta contemporanea, di non riuscire a percepire il dolore altrui. Emery è un bambino che parla a quegli adulti, le cui orecchie sono colmate dalla cera dell'odio. Emery è un bambino che riesce a diventare libero grazie alla musica, che fa volare la sua anima via dalla prigione e porta il suo amore in alto dove il chiasso dell'odio non arriva, dove rimangono le orecchie dell'anima, mai sorde e mai compromesse. La musica porta l'amore dove si sente tutto ciò che vale la pena sentire. Dove si sente il battito del cuore colmo d'amore di un bambino. Dove si sentono i gemiti degli amanti che fanno l'amore dietro al sipario del silenzio. -
La bellezza scolpita. Franca Florio nel ritratto di Piero Canonica. Storie e restauro. Ediz. a colori
La Fondazione Paola Droghetti ha dedicato il XX volume della sua collana INTERVENTI d'Arte sull'Arte alla storia e al restauro dell'opera Donna Franca Florio di Pietro Canonica custodita nel museo dell'artista. rnFranca Florio, donna di grande fascino, considerata la “Regina di Palermo”, celebre negli ambienti dell'alta società italiana per l'indiscussa bellezza ed eleganza, fu un personaggio rappresentativo di un'epoca. Collaborò insieme al marito Ignazio e al cognato Vincenzo, ideatore nel 1906 della celebre corsa automobilistica “Targa Florio”, alla sprovincializzazione di Palermo e al suo inserimento tra le più vivaci città europee nei primi anni del Novecento. rnL'interesse per questa meravigliosa scultura in marmo nasce innanzitutto da una particolare attenzione della Fondazione per il piccolo ma straordinario Museo Pietro Canonica in Villa Borghese. Si tratta di un'affascinante e preziosa casa-museo, ove si respira una speciale atmosfera collocata tra fine ottocento e prima metà del novecento. Le sale espositive, insieme allo studio dell'artista e alle stanze dell'appartamento privato, restituiscono in modo completo non solo la notevole qualità dello scultore ma anche la sua umana complessità, il suo gusto e la sua poliedrica personalità. rnIl ritratto di Donna Franca Florio, che è tra i più noti capolavori dell'artista, necessitava di una accurata e delicata operazione di pulitura e per questo motivo la Fondazione si è impegnata a finanziare il restauro conservativo dell'opera. rnLa scultura è tornata ora al suo originario splendore. Un'operazione impegnativa che è avvenuta sotto gli occhi del pubblico, creando cosí un ulteriore interesse al complesso lavoro del restauratore. Il cantiere è stato infatti aperto nella stessa area espositiva del museo e questo ha consentito ai visitatori non solo di ammirare l'opera ma anche di seguire i lavori di restauro nelle sue diverse fasi. -
Il bosco e l'asfalto. Appunti per un esame di coscienza (prima che sia troppo tardi). Con alcune opere di Giovanni Ferrarotti. Ediz. a colori
Questo libro è un atto di ringraziamento al nostro passato prossimo, al mondo di ieri, quando le voci umane e quelle degli animali, dai richiami della vita rustica allo starnazzare di oche e anatre, al nitrire dei cavalli, al frinire delle cicale e al muggito delle mucche, non erano ancora superate, per non dire cancellate, dai fragori delle macchine e dagli strepiti velenosi dei tubi di scappamento. Nulla in questa testimonianza, tuttavia, di stucchevolmente nostalgico. Solo un richiamo a un mondo che ha ancora qualcosa di importante da offrire all'odierna società del web, elettronicamente provveduta, lanciata verso i suoi obiettivi, ma anche tanto veloce da dimenticare lo scopo del viaggio lungo la via. -
La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra. Catalogo della mostra (Roma, 2 giugno-26 novembre 2017). Ediz. a colori
"Organizzare mostre d'arte per condividere con il pubblico la bellezza di opere dell'ingegno costituisce, sempre, motivo di grande soddisfazione. Quando poi accade che queste opere, ritenute ormai scomparse, naufragate per sempre nel mare dell'oblio, si stagliano nuovamente all'orizzonte, in tutta la loro bellezza, alla soddisfazione si aggiunge la gioia. Perché evoca, molto da vicino, quel ritrovamento di un tempo perduto, di proustiana memoria, da cui ricominciare a costruire una storia a partire proprio da dove si era interrotta. Una analessi che ripercorre quel pezzo mancante di tempo per ritrovare la continuità di una narrazione che ogni opera, ogni dipinto, ogni scultura porta con sé. E scoprire, magari, in quelle stesse opere, elementi nuovi, particolari inediti che aggiungono, al racconto storico, ricchezza ulteriore. La mostra organizzata ai Musei Capitolini di """"bellezze ritrovate"""", di cui questo catalogo è testimone attento, è articolata in tre sezioni per distinguere la causa che ne aveva determinato la scomparsa dal panorama pubblico: opere salvate dalle zone terremotate, opere danneggiate dalle guerre, opere recuperate dai furti. Scenari diversi per un unico attore, l'uomo, che nel mondo dell'arte agisce. Nel bene e nel male. E fra questi, è a coloro che nel bene, e per il bene dell'arte si adoperano, mettendo tutto l'impegno e la dedizione per la ricomposizione e ricostruzione del nostro patrimonio culturale, che va tutta la nostra gratitudine. Nel caso specifico di questa mostra, al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale."""" (Dalla Prefazione di Claudio Parisi, preside sovrintendente capitolino ai beni culturali). Prefazione di Giuseppe Lepore." -
Carlo Gatti re del ghiaccio. Un pronipote affascinato e riconoscente
"Quando ero bambino mi faceva grande soggezione l'imponente busto marmoreo, lì, nella nicchia al termine del lungo corridoio nella nostra casa a Tabiano: lunga barba, volto austero, ma profondamente umano. Assisteva immobile ai giochi infantili di noi tre fratelli Giacomo, Gian Carlo e Rosandra. Papà e mamma ci raccontavano che quel busto raffigurava Carlo Gatti, il padre di nonna Rosa, che aveva fatto fortuna a Londra con i ristoranti, i gelati ed il ghiaccio. Più avanti negli anni, sempre un fugace sguardo passandogli rapido davanti, ma con maggior conoscenza di causa: il bisnonno era stato il 'Grande Patriarca' che conquistò la capitale di un impero partendo dalla sperduta val Blenio in Canton Ticino, Patria della sua e della mia famiglia. Anche oggi, ormai ai limiti della vita, guardo nel passare quel volto austero, proprio a fianco della luminosa immagine del filosofo Francesco Acri, bisnonno della mia indimenticata Gabriella. In occasione dei duecento anni dalla nascita ho deciso di ricordare Carlo con un libro a lui dedicato. Un ricordo che ha necessariamente utilizzato come base il faticoso e meritevole lavoro di quanti hanno già scritto, dalla Kinross al Peduzzi, da Peter Barber a Fernando Ferrari, alla stessa Cuneo, ma che desidera rivisitare e personalizzare i fatti già conosciuti, integrandoli con lettere di Carlo alla figlia Rosa e al futuro genero Giacomo, insieme ad altri numerosi documenti conservati amorevolmente da mio padre nei polverosi archivi di famiglia."""" (L'autore)" -
Inizi del Rinascimento. Architettura e città a Roma da Rosselli a Raffaello 1483-1520
Una nuova storia degli inizi del rinascimento romano è suggerita dagli studi raccolti nel volume, approfondita e ampliata nel numero degli artefici e delle tradizioni artistiche. Il contributo fondamentale del rinascimento lombardo a Roma, milanese e bresciano, viene proposto con un nuovo profilo critico ideale e declinato nelle inedite biografie di autori come Graziadeo Prata, Perino da Caravaggio e Alberto Solari, esponenti importanti e operosi di una tradizione artistica prevalente a Roma almeno fino al pontificato di Giulio II. L'autore rintraccia identità e differenze della tradizione toscana e illumina l'opera nascosta di Piero Rosselli, sodale di Bramante in San Pietro, e quella del grande Andrea Sansovino, del quale vengono documentate le numerose opere architettoniche, compresa quella del cortile della Sapienza di Roma realizzato per il giubileo del 1500. Il volume propone nuove originali ricerche come ""Riciclo archeologico e ritorno all'antico"""" suggerendo una ulteriore declinazione dell'idea rinascimentale, come proveniva dalla città nuova che si andava costruendo sul suolo archeologico di Roma, un grande fenomeno urbano consapevole, fatto di tutela e riuso ponderato, di operatori, collezionisti, mercanti, artisti, ma anche di leggi e regole importanti, tentate, cercate e rispettate, lontano dall'ingenuità e dalla barbarie che i tempi successivi gli hanno attributo. In """"Ombra di Vasari"""" sono riepilogate le incertezze, le omissioni e i veri e propri errori delle vite di Vasari sugli architetti del tempo, che hanno contribuito a oscurare grandi artisti e intere tradizioni culturali, in particolare Peruzzi, Sansovino e Rosselli, segnando in modo importante il lavoro critico successivo. Nel """"Maestro assente"""" per la prima volta viene discussa la paternità della villa Farnesina di Agostino Chigi, anche alla luce di nuove acquisizioni documentarie, e riepilogata la scena dei possibili autori e dei valori artistici e architettonici degli inizi del Cinquecento, inizi plurali e vivaci, ricchi di identità e significati."" -
Mitomania. Storie ritrovate di uomini ed eroi. Atti della giornata di studi (Taranto, 11 aprile 2019)
"La Giornata di Studi è nata dallo scopo di arricchire la programmazione culturale della mostra MitoMania. Storie ritrovate di uomini ed eroi con un dibattito scientifico - aperto al pubblico tra i maggiori studiosi dei temi legati all'esposizione e allo stesso tempo dalla necessità di generare una forte sensibilizzazione sulla dispersione del patrimonio archeologico della Puglia nei suoi molteplici aspetti tematici (archeologico, legislativo, collezionistico e antiquario), con particolare riferimento alla produzione ceramica apula. Alla base vi è stata l'esigenza di un confronto scientifico che potesse creare un forte coinvolgimento dei cittadini stessi sui danni del crimine perpetrato contro il patrimonio culturale, sul valore dell'educazione a tale patrimonio come bene comune, sulla necessità della sua conoscenza per garantire una tutela efficace, infine sull'importanza dell'educazione alla cultura della legalità e della riappropriazione dell'identità, della memoria collettiva e della coscienza umana rappresentate nella storia e nel mito."""" (Eva Degl'Innocenti Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Taranto - MArTA)" -
Impariamo a vivere impariamo a invecchiare
La senescenza non può essere considerata esclusivamente come un complesso di perdite, potendo comportare un arricchimento spirituale e una possibilità di crescita sul piano dell'esperienza, della conoscenza di se stessi e del mondo. Viviamo in un'epoca nella quale i progressi sociali e soprattutto quelli della medicina hanno causato una delle più grandi rivoluzioni dell'umanità: il raddoppio dell'età media di vita rispetto ai primi anni del secolo scorso. Una buona vecchiaia è il frutto del patrimonio genetico, ma anche del modo come viviamo. Abbiamo pertanto la possibilità di influenzare la nostra vita con un comportamento adeguato comprendente un'idonea attività fisica, una giusta alimentazione, il mantenimento di notevoli interessi, i buoni rapporti interpersonali ed una grande fiducia nella vita stessa. L'elisir di lunga vita non è stato trovato, né si può sperare nella scoperta di farmaci miracolosi in grado di sconfiggere ogni malattia e di annullare tutte le conseguenze negative dell'età, ma è possibile anche nelle età avanzate utilizzare tutte le possibilità terapeutiche più innovative e in particolare ogni mezzo in grado di incrementare la capacità di rimanere autonomi ed efficienti. Lo svolgimento di ogni breve capitolo è preceduto da frasi o aforismi di grandi protagonisti della storia, in modo che su quello stesso argomento sia possibile conoscere il loro parere. -
Opus. Quaderno di storia architettura restauro disegno. Ediz. italiana e inglese (2019). Vol. 3
Contributi di: Eleni Anna Chlepa, Elisa Debenedetti, Nicola Panzini, Vitangelo Ardito, Noelia Cervero Sánchez, Stefano D'Avino, C. Verazzo, S. Cecamore, P. Tunzi, L. Serafini, C. Varagnoli.