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L'acqua e la spugna. Troppa moneta: i guasti di oggi, il controllo di domani
La crisi è anche colpa della politica monetaria delle banche centrali: è una cosa che si è detta, ma su cui non ci si è soffermati abbastanza. Questo libro lo fa, in modo documentato e con un linguaggio accessibile anche ai non tecnici. È stata creata troppa moneta, si è formato troppo credito e del sovrabbondante credito si è fatto cattivo uso, con la conseguenza che la qualità dei prestiti e dei titoli si è deteriorata, fino a ""scoppiare"""". Il libro si snoda attraverso semplici scansioni temporali: c'è un """"ieri"""" che analizza le radici di quanto è successo, raccontando liberamente alcuni avvenimenti della storia monetaria internazionale degli ultimi decenni; c'è un """"oggi"""" su come ad oggi la situazione è stata gestita dalle banche centrali e dai governi; c'è un """"domani"""", perché il ciclone non si ripeta. In tutte e tre le sezioni c'è accordo solo parziale con l'ortodossia e le idee più diffuse. È proprio l'""""ortodossia monetaria"""" che va ripensata, preservandone i punti di forza. Tra questi, va riaffermato, ma anche riconsiderato, l'obiettivo primario della politica monetaria: la stabilità dei prezzi."" -
La competizione collaborativa. Ricostruire il capitale sociale ed economico
Ridisegnare la competizione a partire dalla collaborazione: ci vuole un nuovo modello per recuperare il tempo perduto. Il mondo occidentale si è cullato nell'idea che l'abbondanza di beni non finisse mai, fino a quando si è dovuto bruscamente risvegliare di fronte ai problemi posti dalla crisi, che hanno messo in discussione i suoi modelli di vita e di società. Le analisi ex post sono state quasi tutte di carattere economico-finanziario: quasi nessun macroeconomista si è posto il problema di quanto i fondamentali dell'economia possano dipendere dai fondamentali della natura umana. Per contro è stato forte il richiamo sociale e religioso all'esigenza di maggiore eticità nei comportamenti e alla necessità di introdurre regole più stringenti e orientate a recuperare comportamenti moralmente più rigorosi. È importante ripensare l'economia per favorire processi di crescita più rispettosi dell'equità nella redistribuzione della ricchezza, in un contesto globale dove la crescente interdipendenza richiede politiche condivise, più orientate a una collaborazione costruttiva che a una competizione distruttiva. Prefazione di Elio Borgonovi. -
La Turchia bussa alla porta. Viaggio nel paese sospeso tra Europa e Asia
Anche per via della lingua - sconosciuta a pressoché tutti gli italiani (non si dice alternativamente ""parlo arabo?"""" o """"parlo turco?"""") - la Turchia resta nel nostro immaginario collettivo un paese in gran parte sconosciuto, affidato a luoghi comuni fuorvianti. Chi meglio di Carlo Marsili, ambasciatore in Turchia dal 2004 al 2010, ha le carte in regola per farci scoprire questo paese e le sue contraddizioni? Dalle minoranze etniche alla condizione femminile; dalle contraddizioni dell'islamismo moderato alla questione armena; dalla stratificazione sociale alla classe politica e ai partiti; ai mezzi di comunicazione e alla lotta per la libertà di stampa, al ruolo dell'esercito e alla politica interna ed estera; sino ai capitoli finali, dedicati a come i turchi vedono gli europei, allo sviluppo economico, e alla presenza italiana: ricco di aneddoti ed episodi vissuti in prima persona, il libro dà finalmente un quadro realistico e privo di pregiudizi della Turchia d'oggi. E ci spiega anche perché un'Unione Europea senza la Turchia sarebbe inevitabilmente destinata a un ruolo di secondo rango rispetto non solo a Stati Uniti e Cina, ma anche a India, Brasile e altre potenze emergenti."" -
L' Occidente allo specchio. Modelli di società a confronto
La prima seria analisi e interpretazione delle caratteristiche della società europea e americana, per diversità e similitudini: famiglia, economia, istituzioni politiche, disuguaglianza, welfare, cultura, religione, forma della città. Il libro delinea un quadro della modernità occidentale nuovo e significativo: un affresco ricco e avvincente per temi affrontati e documentazione fornita. USA e UE sono spesso considerati esempi di sviluppo economico e di modernizzazione politica e culturale antitetici: i primi innovatori, la seconda tradizionalista. Ma sono in realtà due varianti della stessa civiltà. L'approccio è assolutamente innovativo; sia perché assume che i paesi dell'UE stiano sempre più formando una singola società, con tendenze convergenti e caratteristiche comuni; sia perché conclude che nonostante le diverse priorità nazionali e prospettive di politica estera, UE e USA sono obbligati non solo a competere, ma anche a cooperare. -
Non ci resta che crescere. Riforme: chi vince, chi perde, come farle
Perché in Italia, da oltre un decennio, si fa un gran parlare di riforme finendo per fare poco nulla? La risposta è apparentemente semplice: i potenziali vincitori non hanno voce presso partiti e parti sociali, mentre i potenziali sconfitti sanno bene come far pesare la loro influenza. Eppure, mai come in questa fase storica, i costi delle mancate riforme si fanno avvertire. L'Italia è un paese a rischio di ""dolce declino"""", che ha smesso di crescere per la sua incapacità di adattare un modello di sviluppo e d'intervento pubblico nell'economia. Dal welfare al fisco, dalle liberalizzazioni alla scuola, alcuni esperti prendono di petto, con rigore e passione civile, quattro domande. Che cosa si può fare subito (e a costo zero) per rimettere in moto l'economia italiana? Che cosa nell'arco di due legislature? Quali interessi si oppongono alle riforme e come arginarli (o compensarli)? Quali interessi avrebbero tutto da guadagnare e come mobilitarli? tempi sono maturi perché ci si ponga l'obiettivo di passare dalle parole ai fatti, scommettendo sul consenso di quanti pagano i costi del mancato dinamismo, a partire da interessi diffusi, giovani, donne e neoborghesia del capitale umano."" -
Città italiane in cerca di qualità. Dove e perché si vive meglio
La qualità della vita nelle città italiane è un tema che negli ultimi decenni ha suscitato l'interesse di una molteplicità di attori sociali, in primo luogo dei cittadini e delle autorità. Basti pensare che, tra il 1990 e il 2005, sono emigrati dal Mezzogiorno in città del Centro-Nord quasi due milioni di persone con l'intento di assicurarsi migliori opportunità professionali e una più elevata qualità della vita. Oltre alle opportunità di lavoro, l'opinione pubblica manifesta una crescente attenzione verso le questioni ambientali. Oggi, da un approccio unidimensionale, secondo cui il benessere di un individuo, di una città o di un paese viene valutato in base a un indicatore monetario (tradizionalmente una misura di reddito) si è passati a un approccio multidimensionale, secondo cui viene analizzata una molteplicitàdi fattori come dimostrano, per esempio, le classifiche elaborate dal Sole 24 Ore e da Italia Oggi. Questo libro utilizza una serie di indicatori e una nuova prospettiva, ottenendo così risultati in parte diversi. -
Il riscatto. L'Italia e l'industria internazionale
Un top manager e un giornalista diventato uomo d'impresa si confrontano per offrire un contributo di riflessione e proposte per una ripresa dell'Italia attraverso un programma di nuova industrializzazione. E proprio vero che l'Italia non attrae gli investimenti internazionali? Vogliamo solo continuare a lamentarci? In realtà c'è anche un'Italia positiva. Siamo il secondo paese manifatturiero d'Europa, dopo la Germania, con una rete di imprese soprattutto medie e medio-grandi competitive, eccellenze non solo nella moda, nel design e nell'alimentare, ma anche nell'industria delle macchine utensili, nella meccanica di precisione, nella chimica. Storie di successo dell'Italia multinazionale all'estero: Fiat-Chrysler, Pirelli, Luxottica; e vicende esemplari di multinazionali estere in Italia: che cosa fanno, perché restano nonostante tutto, perché non ne arrivano di nuove? Sono tanti gli ostacoli, per chi voglia investire in Italia: burocrazia, corruzione, lentezza della giustizia, carenti infrastrutture e scarsa ricerca. Ma abbiamo anche molte potenzialità non ancora sfruttate. E la crisi può essere un'occasione positiva per riscattarci. -
Il premier diviso. Italia tra presidenzialismo e parlamentarismo
Anche senza riforme organiche della Costituzione, l'Italia sembra essersi avvicinata alle modalità operative e agli assetti di potere tipici dei regimi presidenziali. La maggiore legittimità che deriva dall'introduzione di un'elezione quasi diretta del premier, l'instaurazione di una logica di competizione bipolare, il rafforzamento organizzativo delle strutture della presidenza del Consiglio sono alcuni degli aspetti interpretabili in questa chiave. Ma come è cambiata l'effettiva attività di governo nella cosiddetta Seconda Repubblica? Questo libro intende investigare la presidenzializzazione del sistema politico italiano e le sue apparenti contraddizioni. Nonostante le aspettative di maggiore autorevolezza e forza istituzionale, il premier infatti appare diviso: sospeso fra il rafforzamento degli strumenti di azione indipendente e il difficile controllo della sua stessa maggioranza in parlamento. -
Le radici del federalismo. Viaggio nella storia ideologica del fenomeno Lega
Il ""fenomeno"""" Lega Nord è stato sinora oggetto prevalentemente di cronaca o di analisi sociologica. Considerato il magmatico quadro politico-ideologico, è il momento di approfondimenti sul piano della storia e della teoria. Scavando in profondità si scopre infatti che - sin dalle origini del Movimento - esiste un paesaggio di padri nobili che in pochi conoscono: Bruno Salvadori, Emile Ghanoux, Denis de Rougemont e Guy Héraud - oltre a Carlo Cattaneo e a Gianfranco Miglio. Il libro ne ricostruisce la storia ideologica, individuando il filo rosso che tiene insieme queste personalità, e spiega in quale misura hanno inciso sul progetto politico leghista."" -
Caccia all'oro. Vecchie e nuove monete per il futuro
Chi ha investito in oro all'inizio del nuovo millennio ha moltiplicato il suo capitale molto più che mettendo i suoi soldi nei più ovvi impieghi alternativi in dollari. Non può sorprendere che sia ripartita, e da tempo, la caccia all'oro. In questi ultimi anni è sembrato un modo efficace per proteggere la ricchezza, mentre l'euro e il dollaro perdevano valore e credibilità agli occhi di molti. Tanto che quelli che gli autori definiscono fondamentalisti dell'oro propongono di tornare ad agganciare a esso le monete. Ma questa sarebbe una soluzione o invece pura follia come sostengono molti economisti, secondo i quali si ritroverà un equilibrio nel sistema attuale? Gli autori considerano sbagliate entrambe le ipotesi. Prefazione di Francesco Daveri. -
Brasile senza maschere. Politica, economia e società fuori dai luoghi comuni
Mentre il Brasile si muove a tappe forzate dalla periferia al centro dello scenario internazionale, sotto il profilo politico, economico e culturale l'immagine del Paese soffre ancora di vecchi stereotipi e retaggi del passato, che non fanno giustizia a una realtà che ha saputo creare un proprio modello di sviluppo e rivendica ormai un posto di primo piano nell'arena globale. Un'economia stabile, solide istituzioni democratiche, un mercato interno in grande espansione, una forza lavoro giovane e qualificata: le caratteristiche del Brasile di oggi sembrano scongiurare ritorni a un passato recente, fatto di turbolenze monetarie, governi autoritari e disuguaglianze inaccettabili. L'emergere di una nuova classe media ne ha in pochi anni rivoluzionato il profilo sociale, le sue imprese conquistano nuovi mercati, la sua società multietnica, multireligiosa e multiculturale appare più attrezzata di quelle europee a sperimentare modelli di convivenza complessa e a cogliere le opportunità della globalizzazione. Paese di grandi contraddizioni, non ancora risolte - la disoccupazione di forza lavoro non qualificata, mentre mancano lavoratori specializzati; la grande disuguaglianza dei redditi; l'alto tasso di violenza - il Brasile ha tuttavia risorse e ambizione per imporsi come superpotenza planetaria. Prefazione di Alberto Martinelli. -
Chiedo asilo. Essere rifugiato in Italia
Con la trasformazione dello scenario geopolitico avvenuto all'inizio degli anni Novanta, da paese di emigranti l'Italia è diventata una nazione di immigrazione. Tuttavia non tutti gli immigrati hanno le stesse motivazioni per l'abbandono del loro paese d'origine: chi è spinto da ragioni economiche o familiari e chi invece è costretto ad andarsene a causa di persecuzioni politiche. Queste due tipologie di immigrati ricadono però sotto legislazioni diverse. Mentre il primo deve attenersi alle leggi vigenti nello Stato d'accoglienza, il secondo - dietro richiesta d'asilo - può invece appellarsi a convenzioni internazionali. Negli ultimi anni, tuttavia, con respingimenti indiscriminati alle frontiere marittime non si è fatta alcuna distinzione nei cosiddetti ""flussi misti"""" - fra migranti economici e migranti forzati. L'Italia è stata per questo condannata dal Consiglio d'Europa. Tenendo conto della legislazione italiana sull'immigrazione e del recente reato di clandestinità nel più ampio contesto internazionale, il libro ha l'intento di presentare in modo semplice e conciso le questioni salienti che caratterizzano oggi la condizione del richiedente asilo in Italia e più in generale lo status del rifugiato politico nell'età globale."" -
Reti di indignazione e speranza. Movimenti sociali nell'era di internet
Un'esplorazione delle nuove forme dei movimenti sociali e di protesta: dalle rivolte del mondo arabo al movimento degli indignados in Spagna e a Occupy Wall Street negli Stati Uniti. Mentre questi e altri simili movimenti differiscono per molti aspetti importanti, c'è una cosa che hanno in comune: sono tutti inestricabilmente legati alla creazione di reti di comunicazione autonome, supportate da Internet e da trasmissioni wireless. In questo libro Manuel Castells - il maggior studioso della società in rete - esamina le radici sociali, culturali e politiche dei nuovi movimenti; ne studia le forme innovative di auto-organizzazione; valuta criticamente il particolare e decisivo ruolo che la tecnologia ha giocato nelle dinamiche dei movimenti; suggerisce e indaga le ragioni del sostegno che essi hanno trovato in larghi strati della società e sonda la loro capacità di provocare cambiamenti politici attraverso l'influenza esercitata sul modo di pensare delle persone. -
È tutta un'altra storia. Ritornare all'uomo e all'economia reale
La tesi di fondo dell'autore è che occorra un nuovo paradigma di pensiero e azione: la società è fondamento dell'economia e non viceversa, come invece la cultura prevalente tende ad affermare da ormai quarant'anni. L'erosione del capitale sociale porta con sé quella del capitale economico, mentre per uscire dalla crisi bisogna far leva sul primo. La finanziarizzazione dell'economia ha spostato l'attenzione sui mercati finanziari a discapito dell'economia reale: le regole nei due campi sono però profondamente diverse. Un liberismo senza etica fa vincere il più forte e crea una società di disuguali. Negli Stati Uniti, dove il modello dominante è l'oligarchia, ci si è sempre più allontanati dalla cultura europea, legata alla sussidiarietà. Non è un caso che la società americana sia vicina al collasso. Bisogna riportare l'uomo al ruolo di soggetto e non di oggetto, e riscoprire che il vero motore della storia è la sua natura emozionale. -
Finale di partita. Tramonto di una repubblica
Anche quando sono dotate di una buona e sana Costituzione, come è quella italiana, le democrazie hanno bisogno di uomini e donne, partiti e cittadini, governanti e rappresentanti capaci di farle funzionare; altrimenti, la loro salute finisce per essere inevitabilmente intaccata cosicché quelle democrazie diventano preda di demagoghi e populisti. Si trovano esposte ai venti gelidi dell'antipolitica. Intristiscono e tramontano. Nell'ultimo biennio sono venuti al pettine tutti i nodi irrisolti della democrazia repubblicana il cui rinnovamento è stato impedito da gruppi di potere, vecchi e nuovi, e da partiti immobilisti. Il mancato ricambio periodico degli esponenti della classe politica, la più importante risorsa delle democrazie dell'alternanza, ha prodotto guasti per l'economia, per la società, per il sistema politico. Con brevi, ma densi e irriverenti capitoli, l'autore illumina il tramonto della Repubblica italiana. -
C'eravamo tanto amati. Italia, Europa e poi?
Europa sì, Europa no, più Europa, meno Europa, l'Europa è morta: quasi quotidianamente, soprattutto con l'accentuarsi della crisi, i commenti si sprecano. Mentre si affrontano importanti scadenze, il 2013 viene dichiarato Anno europeo dei cittadini e si celebra il ventennale dell'entrata in vigore del Trattato di Maastricht. Il libro è una sorta di ""diario di bordo"""" per capire e farsi un'opinione che non sia solo di pancia: il viaggio comincia proprio con le gioie e i dolori legati al Trattato di Maastricht. Si percorrono poi i successi e i fallimenti, fino alla crisi arrivata dagli Stati Uniti, che ripropone il tema di una governance economica perduta (o mai trovata). L'evaporazione del consenso popolare e la sfiducia dei mercati costringono in qualche modo a riaprire il cantiere Europa, ma gli architetti sono incerti sulla ristrutturazione da fare, sulle ditte da coinvolgere, sui tempi di consegna e anche sui futuri inquilini. Eppure non bisogna fermarsi: gli autori delineano come è possibile procedere. Prefazione di Romano Prodi."" -
Quale diritto per l'economia
L'analisi economica del diritto non si interessa tanto a ciò che è il diritto, quanto alle conseguenze economiche prodotte dai diversi processi di regolazione giuridica o da diverse regole. Essa si focalizza sulle relazioni tra il diritto e l'allocazione delle risorse e dei diritti nella società, ponendosi quindi il problema cruciale del contemperamento dei diritti, dell'efficienza economica, della distribuzione di vantaggi e svantaggi, della risoluzione dei conflitti. Thierry Kirat affronta, in un volume semplice, chiaro e sintetico, le questioni cruciali dell'economia del diritto e i suoi indirizzi divisi tra la soluzione del mercato puro, la soluzione della regolazione pubblica (legislativa o amministrativa) e la soluzione giudiziaria (affidata alle corti), soppesandone costi e benefici. Prefazione di Guido Alpa. -
Navigazione a vista. Flessibilità e relazioni industriali
Con il nuovo secolo il mondo del lavoro è cambiato profondamente. Al punto che, per chi osserva le relazioni di lavoro, l'aggettivo nuovo è all'ordine del giorno. Occorre allora ridisegnarne completamente la mappa, partendo dal problema della crescente flessibilità, e chiederci dove stiamo andando, quali rotte seguire. Ancor più in Italia dove la flessibilità ha avuto un peso particolare sia per la struttura produttiva, caratterizzata dalla piccola impresa, sia per quella contrattuale, con i tanti contratti ""non standard"""" che sembrano articolare più le diseguaglianze che la flessibilità vera e propria. Si tratta di definire gli spazi di una flessibilità flessibile e quindi di costruire un sistema contrattuale e strategie di rappresentanza più inclusivi, in grado di offrire forme di tutela che facciano fronte al lavoro discontinuo che caratterizza oggi la nostra società. Con un saggio di Aris Accornero."" -
Per amore o per forza. I destini incrociati di banche e imprese
Le banche si trovano di fronte a un bivio: salvare se stesse o salvare il paese e le aziende? Quale modello di servizio è oggi praticabile? Con quale tipo di azionisti? Le risposte coinvolgono in maniera forte accademici, manager, legislatori ma soprattutto mettono in luce come il destino delle banche sia indissolubilmente legato a quello delle imprese, chiamate anch'esse a scelte complesse e difficili sotto il profilo della strategia e della proprietà, statale o familiare che sia. Sullo sfondo, il ruolo dello Stato: non più come erogatore di risorse, ma come fattore di produzione di buone regole e buone soluzioni che possano facilitare quello scambio di risorse finanziarie fra banche e imprese, cruciale per l'intero sistema paese. I destini sono quindi indissolubilmente incrociati. Al centro della riflessione dell'autore il ruolo e la responsabilità che il sistema finanziario ha nei confronti del sistema industriale e del paese più in generale. Ciò non solo alla luce dell'esigenza di un nuovo sviluppo ma anche di fronte alla prossima scadenza che sancisce il passaggio da un sistema bancario vigilato a livello domestico a uno realmente integrato a livello europeo, sotto il controllo della BCE. -
Veli d'Arabia. Il Regno saudita tra stereotipi e realtà
L'immagine tipica che si ha dell'Arabia Saudita è quella di una persona in vestito tradizionale di fronte ad uno zampillo di petrolio che scaturisce dalla sabbia: un paese ricco, ma profondamente arretrato e privo di organi parlamentari elettivi, la cui carta costituzionale è rappresentata dalla Sharia e con un sistema giudiziario basato anch'esso sulla legge islamica. Ma se si vuole comprendere un grande paese dalle mille sfaccettature si deve avere una conoscenza più approfondita della sua storia, dei suoi costumi e della sua società, superando luoghi comuni e ignoranza. L'Arabia Saudita deve oggi affrontare sfide di straordinaria complessità, fra cui le richieste provenienti dal mondo femminile. In un paese dove oltre ventimila imprese sono di diretta proprietà di donne, arretrati meccanismi di controllo maschili non favoriscono un'efficiente conduzione degli affari e sono un ostacolo dannoso per tutta la società. Le nuove generazioni sfidano a loro volta gli assetti costituiti, compresi quelli religiosi, mettendo in discussione temi un tempo considerati tabù.