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Giglio. 32
Toscana, 2015. Il piccolo borgo di Errio è una comunità tranquilla, dove si conoscono tutti. La vita scorre normalmente, giorno dopo giorno, fino al momento in cui la monotonia viene spezzata da un evento terribile: Leo Balsi, un contadino di cinquant'anni, viene assassinato in maniera raccapricciante. Quando la polizia giunge sul ruolo del delitto, ciò che trova è riconducibile ad un vero e proprio rituale. Oltre alle varie sevizie inflitte al cadavere, è stato lasciato un messaggio firmato ""Giglio. 32"""". Gli indizi non sono sufficienti neanche per formulare qualche ipotesi o per sospettare di qualcuno. Leo, però, sarà soltanto il primo di una serie di orrendi delitti che porteranno l'intero paese a sprofondare nel terrore. La firma è sempre la stessa, così come il modus operandi. I delitti sembrano riconducibili ad una sorta di fanatismo religioso, ma il colpevole si mostrerà una mente acuta e colta, mentre la sua scia di sangue diventerà sempre più lunga."" -
Gi e la magia. Nelle terre dell'infinito
La piccola Gi, intraprendente e vagabonda, insieme a un improbabile e coloratissimo gruppo di amici, ci porta in viaggio per le Terre dell'Infinito. Curiosa e testarda, coinvolge tutti in situazioni pericolose quanto divertenti, fino a quando Luce scompare. Gi scoprirà, allora, che quel mondo non è come le è sempre apparso, è fatto di Magia. Intraprenderà un viaggio a ritroso nella storia di Luce, visiterà luoghi sconosciuti, incontrerà personaggi assurdi e strampalati e troverà nuovi amici. Cosa riusciranno a combinare un burbero Gufo, una Lucciola petulante e un tenero e insicuro Bruco di fronte ad uno Stregone ansioso, alle instancabili e confusionarie Barba e Dola e ad un Cacciatore con la passione per i peperoncini? Gi affronterà ansie e paure dei compagni, che le resteranno accanto durante tutto il viaggio, aiutando lei e Luce ad affrontare la malvagia Strega Zini. Con coraggio, amore e intraprendenza, accompagnerà i bambini in un viaggio fantastico in queste terre magiche. La storia, pregna di magia, genuinità e spensieratezza, tratta il tema dell'amicizia e dell'altruismo, della lealtà e del discernimento fra bene e male, dosando elementi fantastici e bizzarri, mostrando come si possa sorridere di ogni fragilità e paura che precede il cambiamento e guidando il lettore in un'avventura divertente, che fa crescere senza appesantire. -
Partirò per il viaggio ai fiordi norvegesi?
Un ricordo di sé e del proprio coraggio nell'affrontare la sfida più terribile. Anna Pelizzari ha scritto questo libro negli ultimi mesi della sua malattia, un cancro che nonostante tutti gli interventi medici e le chemio l'ha vista alla fine soccombere. Ma questo scritto in forma di diario, giorno per giorno, dedicato alla propria famiglia e agli amici più stretti, non racconta solo l'esperienza sempre più debilitante e tortuosa della malattia, tra ospedali, visite, e ansia per i risultati, ma anche la forza di andare avanti, di godere delle cose semplici e belle nel periodo peggiore della propria esistenza. Un desiderio, quello della pubblicazione di questo libro, che Anna Pelizzari è riuscita infine a realizzare... -
Un uomo solo al comando. Piccola guida per rispettare l'ordine emanato da una sentenza
Sì! Dopo lunghi anni di attesa giustizia è fatta. Con roboanti e tronfie frasi essa scende in prima linea. Non più Tocchi e Toghe, non più sorde aule, non più rassicuranti messaggi come ""La legge è uguale per tutti"""" ma due avvocati uno trionfante per aver vinto, l'altro livoroso in quanto ha perso. Molto spesso non si tratta di una decisione giusta ma deve essere eseguita. I nostri padri latini affermavano: Summum ius, summa iniuria. È una locuzione latina il cui significato letterale è """"somma giustizia, somma ingiustizia"""", oppure """"il massimo del diritto, il massimo dell'ingiustizia"""". Cicerone (De officiis, I, 10, 33) la cita come espressione proverbiale. Una espressione analoga si trova infatti già in Terenzio (Heautontimorumenos, IV, 5): Ius summum saepe summa est malitia """"somma giustizia equivale spesso a somma malizia"""". Affermazione che io ho sempre condiviso in quanto a prescindere dal caso concreto, che può essere stato giustamente valutato, il fatto che la decisione arrivi dopo un numero di anni eccessivo, produce """"ingiustizia"""" e sicuramente anche la """"malizia"""" ha contribuito alla dilatazione dei tempi."" -
Dal cortile
"Nei miei anni di attività politica, ho maturato la convinzione che questo modello sia il migliore possibile, fintanto che riesce a rimanere in un perfetto equilibrio fra passato, presente e futuro; nel momento in cui l'attenzione ad uno di questi tre elementi dovesse prevalere sugli altri, questa perfetta arte (come io considero la politica) smette di essere tale. Se la classe dirigente dà troppa attenzione al passato, ecco che si scade nella visione nostalgica, conservatrice di un tempo che non può tornare; se l'attenzione al presente diventa centrale, il rischio di cadere nelle trappole opportunistiche e clientelari diventa troppo forte, quasi impossibile da schivare; se ci affidiamo troppo alle visioni del futuro, rischiamo di chiuderci in un'utopia, bellissima e sognante, ma fumosa, e probabilmente mai realizzabile. La piccola comunità, il territorio circoscritto, rappresentano forse la fucina più efficace per forgiare questo perfetto equilibrio, poiché il cortile, come amo definirlo, tende sempre a far valere i processi che nascono dalle sue peculiarità, a dar loro importanza e metterli al centro: contribuisce sempre a individuare nuove tendenze positive, o a invertire quelle negative; operazioni che, in una fase tanto delicata e importante per la democrazia, caratterizzata da enormi cambiamenti e spostamenti di asse di valori, si rivelano fondamentali per la riscoperta della centralità della politica nello sviluppo sociale.""""" -
Le righe storte
Giovanni Lombardo, di origini siciliane, nasce a Tunisi il 29 novembre 1958. Figlio di una coppia di immigrati italiani che dalla Tunisia è costretta a tornare in Italia, trascorre una giovinezza burrascosa nel piccolo centro di Aprilia (Latina). Giovanni conosce la delinquenza e la violenza di un paese di provincia negli anni Settanta. Dopo un'esperienza in carcere e un doloroso lutto, intraprende un lungo e complesso percorso di Fede che lo porta a cambiare totalmente vita. Finirà per tirare su e gestire, da laico e in completa autonomia, un centro d'accoglienza Caritas fino a renderlo, in pochi anni, la struttura per i senzatetto più efficiente del territorio. Fare del bene al prossimo diventerà la missione di Giovanni, il suo riscatto. La sua seconda possibilità sarà dare una seconda possibilità. Ringraziando quel Dio che sa scrivere dritto anche sulle righe storte. -
Tryte
Rovereto, anno 2020. Andrea Mainelli, scrittore romano di successo, creatore di una saga poliziesca ambientata negli anni Quaranta a New York, viene torturato e orrendamente trucidato da una squadra di sicari inviata dal Sindaco della Capitale, Spirati, personaggio potente e profondamente corrotto. La scomparsa dell'autore non ferma però la macchina che egli stesso ha messo in moto. La sua editor e segretamente amante Elena Regis, ha celato a tutti, casa editrice e marito compresi, i documenti che inchioderebbero Spirati e tutta la sua organizzazione, ponendo fine a un'epoca contrassegnata da agghiaccianti delitti. Lentamente, un vaso di Pandora dalla violenza impensabile si scoperchia; perduti gli affetti fondamentali e perseguitata da minacciose presenze, Elena troverà chiarimento e conforto nell'incontro con il Programmatore, uomo dal passato turbolento e oscuro, l'unico, forse, in grado di dare risposta alle tante, inquietanti domande rimaste aperte. -
Il rappresentante di felicità
"Il 13 ottobre nacque Vincenzo, Vincenzo Marino: non ci fu alcun dubbio che a lui spettasse il nome di papà. L'erede c'era: era il 1993. L'istante in cui me lo portarono a far vedere, ancora nell'incubatrice, rimarrà uno dei momenti più importanti di tutta la mia vita. Era felicità, felicità assoluta, ben immortalata dalla foto che mi scattò proprio in quell'istante il mio amico Cono. Caterina ebbe poi una seconda gravidanza, che purtroppo terminò con un aborto spontaneo. Fu un brutto colpo, ma non volevo vedere mia moglie così avvilita. Allora presi Vincenzo, che allora aveva un anno e mezzo, e lo buttai sul letto dell'ospedale vicino a lei. «Tieni, prendi Vincenzo! Su, alzati dal letto e andiamocene tutti insieme a casa». Ho sempre pensato che la sofferenza si combatte esclusivamente con la felicità, la morte con la vita. È un po' la mia religione personale""""." -
Racconti di calcio
Il calcio. Un gioco? Una passione? Un'ossessione? Una malattia? Forse un po' di tutto questo, ma diciamo pure che, in fondo, si tratta di un gigantesco sogno. Un sogno che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo. Un rettangolo verde, un pallone e due reti. Il resto è magia. E chi sono gli stregoni che fanno queste magie? Undici giocatori per squadra, alcuni dei quali sono destinati a lasciare un segno indelebile nella leggenda. Perché quando uno sport raggiunge certe dimensioni, non si parla più soltanto di uno sport, ma di un fenomeno di costume, di una filosofia e di un concetto più vicino alla storia che alle semplici classifiche. Il calcio condiziona la vita di tante persone, a volte in modo profondo. Federico Lo Cicero ci presenta i numerosi giocatori che sono stati determinanti per la storia dello sport più amato del mondo. Uno dopo l'altro, conosceremo le prodezze e i retroscena degli indimenticabili campioni che hanno saputo suscitare in noi emozioni travolgenti. -
Il cuore sul tavolo
"Anche rispetto agli uomini della mia vita, ho sempre lavorato per non cadere mai in una situazione di bisogno, né emotivo né economico: se ne hai bisogno non sei libera, e se non sei libera non puoi nemmeno chiamarlo amore. Non è amore vero se non è un amore femminista.""""" -
La forza dell'amore. Nella memoria di mia madre e della sua lotta per la vita
Ogni esistenza lascia un'impronta del suo passaggio: un sorriso, un pensiero, uno sguardo d'intesa. Tuttavia, ci sono persone che riescono con il loro amore e la loro empatia a fare breccia in modo particolare nel cuore di chi ha avuto la fortuna di incontrarle. Piera, donna semplice e umile, ha avuto il dono di entrare in contatto profondo con tutte le anime che hanno attraversato la sua esistenza per molti versi dolorosa. Dalle difficoltà dell'infanzia fino alla malattia che l'ha consumata pian piano. E tutte queste persone hanno voluto lasciare un ricordo, un pensiero per lei. Una piccola grande testimonianza. Prima, sua figlia Cinzia che, con un atto d'amore, ha voluto assecondare il desiderio di sua madre: lasciare una traccia scritta e indelebile della sua vita, piena di sofferenze e sorrisi. Ma non solo. Ripercorrere la vita di sua madre ha permesso alla stessa Cinzia di elaborare meglio il dolore per la perdita e rinsaldare il legame con le sue radici: ""... il mio modo di testimoniare l'amore per la vita e nel contempo di conoscere meglio me stessa entrando in contatto con la mia parte più profonda""""."" -
Il custode del monumento ai caduti-The keeper of the monument to the fallen
Il mare, un molo, un tramonto e un uomo. Come quattro amici che si ritrovano a godere in silenzio della reciproca compagnia. Il bibliotecario di Sumatra analizza il presente raccontando del suo passato, in un volteggio leggero come un frullio d'ali, delicato come il suono di un carillon. Nei libri custoditi nella struttura di cui è guardiano, è raccontata la storia dell'umanità, a cui invece spetta il compito di scrivere il futuro. Un testo tanto spirituale quanto pratico, che tratta della religione e del Cristo sotto una luce nuova, mettendo a nudo al contempo la necessità umana di avere una vedetta che ci indichi la strada. -
Io che da 1 a 12 anni
"Io che sono nata nel tempo e nel luogo, secondo me, più belli del mondo per nascere e insieme al latte di mia madre, con tutti i suoi problemi, ho succhiato la gioia di vivere per la felicità della ricostruzione della città, del paese, delle coscienze forse, nella speranza del miglioramento delle condizioni di vita per tutti"""". Fabrizia Fabbroni ama parlare di sé, narrando di quel periodo pieno di esperienze e di emozioni che va dall'anno di vita fino ai dodici anni. Non è però, come potrebbe sembrare di primo acchito, un testo meramente autoreferenziale. C'è di certo una notevole componente autobiografica, testimoniata anche dalle foto che ritraggono l'autrice in vari momenti, dalle passeggiate ai giardini alle vacanze al mare, dalle feste di compleanno alle gite fuori porta. Eppure, tramite un racconto centrato sull'""""Io che"""" emerge anche uno spaccato dell'Italia del Dopoguerra, un'Italia che per la prima volta ha garantito ai suoi figli un tempo di pace, e soprattutto la possibilità di costruirsi da sé un avvenire migliore." -
Elena
Nonostante i suoi sforzi e sacrifici, Elena non è riuscita ad inserirsi nei canoni imposti dai suoi familiari e dal suo ambiente. Decide di affrontare in silenzio la sua condanna di morte. Il Romanzo ricorda un passato ancora presente. -
I miei giorni felici
Ognuno di noi ha un cassetto pieno di ricordi che a volte non apre per mancanza di tempo, per mancanza di voglia, per paura, perché è ""il presente che conta"""". Ma quando decidi di aprire quel cassetto, allora capita che non si finisce più. Allora capita che i ricordi escano fuori come un fiume in piena, una nuvola di farfalle colorate a riempire il cielo di voli, che si resta incantati a guardare. Anche le emozioni legate a quei ricordi prendono il volo, raggiungono chiunque, chi di quei ricordi fa parte di già e anche chi non c'era. Questo il perché di scrivere un libro di ricordi. Per lasciarli andare, belli e meno belli."" -
Musica & figura (2017). Vol. 4
«Musica & Figura» propone studi di storia dell'arte e di storia della musica, frutto dell'attività di ricerca prodotta anzitutto nell'ambito del Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università di Padova, in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia. La rivista, pur accogliendo contributi specifici dell'uno e dell'altro campo, intende, ove possibile, valorizzare le relazioni e i nessi che intercorrono tra le due discipline, che emergono dallo studio dei comuni modelli storiografici, dalla ricognizione di ambiti di committenza e condizioni sociali favorevoli, dall'analisi dei rispettivi linguaggi, il cui confronto ha prodotto nel tempo importanti modelli di riflessione metodica. -
La fragilità dell'anziano. Studi e prospettive in geriatria
La complessità biologica, clinica ma soprattutto psico-sociale dell'anziano è argomento di grande attualità nel mondo geriatrico, che ha orientato le proprie ricerche a definire gli aspetti che comportano la comparsa e l'evoluzione della fragilità. L'invecchiamento, accompagnato dall'aumento dell'aspettativa di vita, implica la riduzione delle riserve funzionali di organi e apparati ed espone l'individuo a un maggiore rischio di malattia. Il termine ""fragilità"""" identifica proprio questa condizione di vulnerabilità, a volte difficile da riconoscere visto che le determinanti di tale processo sono molto diverse. I saggi di questo volume presentano i risultati di diversi studi della letteratura e in particolare dell'Alvise Cornaro Center Study, e si soffermano su alcuni indicatori riconosciuti come segnali della fragilità, a partire dai disturbi visivi e uditivi. Identificare e comprendere il ruolo della fragilità come condizione che interferisce con la durata della vita dell'anziano costituisce il punto di partenza per pianificare interventi mirati a prevenirla e a combatterne le conseguenze, quali il decadimento funzionale e cognitivo."" -
Giorgio Macchi. Progetti
Questo libro è la storia di un ingegnere italiano, una pagina prestigiosa dell'ingegneria del nostro paese. Una narrazione diretta e personale come un diario di lavoro, stesa da un suo protagonista: Giorgio Macchi. Il racconto di una vicenda singolare per ricchezza e acutezza, che rende vicina la pratica dell'ingegneria, comprensibili i suoi strumenti e i suoi fini, descrivibile il campo delle sue azioni, grandi i suoi obiettivi. Giorgio Macchi, nato nel 1930 a Milano, si laurea in Ingegneria civile al Politecnico di Torino, dove diviene assistente di Franco Levi, con cui poi approda a Venezia. È collaboratore di Silvano Zorzi in alcuni capolavori dell'ingegneria italiana, come i ponti sull'Autostrada del Sole, sul Po a Mortizza (1958) e sull'Arno a Incisa e a Levane (1964). Protagonista dell'insegnamento, dapprima a Venezia presso lo IUAV e poi all'Università di Pavia, dove dirige l'Istituto di Scienza e tecnica delle costruzioni e poi diviene preside della Facoltà di Ingegneria. È membro dei principali organismi internazionali di ricerca sul cemento armato ed è insignito di prestigiosi riconoscimenti internazionali. -
TAV. Perché si
Un'analisi seria e argomentata di una grande opera al centro del dibattitto pubblico degli ultimi anni, ma anche un invito a una visione dell'Italia aperta all'Europa e al mondo. rn“Nessuna nazione può immaginare il proprio futuro chiudendosi nei suoi confini. Men che meno lo può fare l’Italia.” Piero Fassinorn“La vicenda della TAV è anche la metafora concreta di qualcosa di più grosso e di più profondo che attraversa le nostre società. Si può denominare in tanti modi ma in fondo anche questa vicenda ha a che vedere con quella paura, quella crisi di fiducia nel futuro che è la malattia che corrode le nostre società.” Sergio ChiamparinornLa TAV – la linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione, e l’Italia alle grandi vie di comunicazione europee – è da 25 anni al centro di uno scontro aspro tra chi è favorevole e chi contrario alla sua realizzazione. Un confronto in cui slogan e accuse hanno spesso soffocato il reale dibattito.rnPiero Fassino e Sergio Chiamparino hanno affrontato entrambi in prima persona, come membri del governo e amministratori locali, la nascita e l’evoluzione della TAV, ne hanno da sempre difeso gli obiettivi, pur avanzando proposte e non risparmiando critiche per migliorare un progetto di grande complessità.rnIn questo libro presentano, con chiarezza e passione, le ragioni del sì a un’opera strategica per il nostro Paese, e al tempo stesso ne fanno la chiave per difendere l’idea di un’Italia aperta al mondo, rispettosa della partecipazione e del confronto, finalmente capace di prendere decisioni coraggiose. -
Le bugie uccidono
Quel maledetto martedì 29 maggio 2012, Victoria Neri, fotografa spagnola, proprietaria, insieme al suo amico Mirco Galanti, del fotostudio Galanti&Neri, non potrà mai dimenticarlo. E il giorno del terremoto a Milano e lei, incinta di appena tre mesi, sta per andare a pranzo con Bibiana Clos, la sua migliore amica dai tempi dell'infanzia. Al pranzo però non .ci arriverà mai perché poco prima dell'incontro, il commissario Giovanni Carrara arriva nel suo studio e chiede di vederla. La notizia che deve darle è sconvolgente e le cambierà la vita per sempre. Bibiana, modella spagnola, è stata trovata morta nel suo appartamento dopo avere ingerito una massiccia dose di barbiturici. Almeno così pare. La sua amica non c'è più. Per Victoria è uno shock che la lascia stordita e incredula. Avrebbero dovuto pranzare insieme, si erano sentite proprio la sera prima e c'era qualcosa che angustiava Bibiana e di cui voleva parlarle proprio quel giorno. Il commissario è dispiaciuto, ma non ha dubbi: si è trattato di suicidio. Victoria invece si rifiuta di crederlo. Mai e poi mai la sua amica, così vivace ed esuberante, si sarebbe tolta la vita. Ma chi poteva odiarla a tal punto da volerla morta? Le indagini della fotografa per le autrici diventano il pretesto per scavare nel passato delle due amiche, per ripercorrerne l'esistenza, le scelte fatte, i rapporti famigliari mai del tutto pacificati. Attraverso un linguaggio attento, emozionale, che alterna il tempo presente a quello passato, da quando, ancora ragazzine, vivevano entrambe a Barcellona, riportano sapientemente alla luce i ricordi e le sensazioni della loro giovinezza, fino a far emergere la verità.