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Storie, storiacce e incubi da dopo sbronza
Racconti come schegge impazzite venute fuori dal nulla, o da piccoli frammenti della vita quotidiana; ironia, rabbia, skazzo, vigliaccherie, disillusione ma anche voglia di prendere le cose con un po' di leggerezza, di ricominciare ogni santissimo giorno a scornarsi per qualcosa. Scritti in tempi diversi e in modi diversi, sono il frutto di una libertà quasi assoluta e possono risultare forti o addirittura volgari, dissacranti, spietatamente cinici o grotteschi, ma sempre aderenti al vero, a un profondo sentire la vita, con le sue piccole gioie, epifanie di un momento che ti spalancano gli occhi su chi sei o chi dovresti essere, con le sue troppe frustrazioni e i lunghi abbandoni alla noia e all'oblio. Personaggi e situazioni raccontati in schizzi brevi, delineati in poche battute, depositati sulle rive di una spiaggia deserta mentre nel mare della fantasia si agitano ricordi ed emozioni. Sopravvivono in pochi, e sono i più forti. Quelli che hanno la pelle più dura. Quelli che nella tempesta hanno imparato a ballare. -
E sempre corsi e mai non giunsi il fine...
Perché raccontare la propria storia in un libro? Perché contiene dei messaggi che meritano di essere trasmessi e diffusi. C'è un sottotitolo: ""Una vita (quasi) qualunque"""". Fermatevi un istante a riflettere su cosa significhi quel """"quasi"""" e poi valutate se la vostra è una vita qualunque o se anche voi avete un """"quasi"""", nascosto da qualche parte dei vostri sogni. Se guardate bene, lo troverete sicuramente. La differenza è tutta lì. Può darsi che, in effetti, nessuno possa davvero definire """"qualunque"""" una vita, ma per rendersene conto bisogna fare un percorso. Mario Manfio lo ha fatto. Nascere nel 1938 significa aver vissuto buona parte di uno dei secoli più determinanti della storia dell'umanità. Ecco perché diventa importante raccontare la propria storia. Se a tutto questo si aggiunge anche un'ironia sferzante ed una leggerezza avvolgente, l'importanza della testimonianza diventa piacevole e coinvolgente come un romanzo."" -
Poesie emozionali
Una silloge breve, ma proprio per questo capace di concentrare e comprimere pensieri, riflessioni e sentimenti, con tutta l'intenzione di comunicare a qualcuno - questa è appunto la forza della poesia - il proprio essere, le proprie sensazioni. La poesia è un seme che si getta nel mondo e che, per germogliare ed essere colto, ha bisogno di un interlocutore. Tutto deve sbocciare, per sentirne il profumo e ammirarne la bellezza: un fiore, una poesia, l'amore, una persona. -
Poesie
«In questa coincisa ma intensa raccolta, Francesco Nucera utilizza la forma poetica per dar voce ai suoi ricordi e ai suoi pensieri più belli, dedicati principalmente alla sua famiglia. Proprio la sua famiglia - compresi figli e nipoti - sono il fulcro intorno cui ruota il suo mondo di pensieri e sentimenti, fatto di momenti di sincero affetto loro dedicati con la voglia di creare un legame ancora più intenso e indissolubile.» (dalla Prefazione) -
Love was not in my plans
Se state tergiversando, incerti se portarvi a casa questo libro oppure no, se state cercando di capirne qualcosa leggendo la quarta di copertina, se vi serve un incentivo... sappiate solo che innamorarsi sarà inevitabile. Potreste innamorarvi perdutamente di Nastia, oppure di sua sorella Cleo, potreste innamorarvi di Brian e quindi capire il motivo per cui Tess non riesce a lasciarlo andare, potreste innamorarvi della sensazione che si prova quando ci si trova in equilibrio perfetto sulla trave, mentre si prepara l'esercizio che può portare ai campionati mondiali di ginnastica, ecco... ci si può innamorare di una di queste cose, oppure di tutte insieme, molto più probabile. Per questo abbiamo ritenuto utile avvisarvi, nel caso in cui foste incerti sul significato del titolo, anche per darvi un'indicazione importante: se l'amore non è nei vostri piani, allora questo romanzo potrebbe essere inadatto a voi. Sempre ammesso che esista un momento sbagliato per innamorarsi... -
L' automobile. Fine e mezzo dell'attività turistica
Se sentite pronunciare la parola ""viaggio""""... a cosa pensate? E se la parola fosse """"turismo""""? Quanti di voi hanno visualizzato un'automobile? Il discorso è complesso, ma tremendamente affascinante. Perché? Perché l'automobile ha fornito una risposta ad esigenze molto specifiche, che nessun altro mezzo di trasporto poteva soddisfare. Certo, magari New York è più raggiungibile con altri mezzi, ma il punto è sempre lo stesso: l'indipendenza. Quando sali a bordo della tua auto, sei tu a decidere dove, come, quando, quanto, perché. In che modo questa rivoluzionaria invenzione ha modificato il turismo nella storia del nostro Paese? Quali possibilità ha concesso che prima non c'erano? E quali ostacoli non può ancora superare? In che ottica possiamo osservare i suoi limiti per trasformarli in punti di forza? Una cosa è certa: per rispondere a queste domande bisogna conoscere bene l'argomento. Leggere queste pagine potrebbe essere un ottimo inizio..."" -
La mia vita inizia da te
Due piccole linee rosa lo confermano: Maia è incinta, e quando si hanno quattordici anni, non può che essere un ""incidente"""". Tuttavia, nel suo cuore non c'è nessuna incertezza: nascerà. Inizialmente, anche il suo ragazzo Diego, poco più grande di lei, sembra deciso ad assumersi le sue responsabilità. Così comincia l'avventura di una gravidanza incastrata in un'età che chiunque definirebbe inappropriata, segnata da grandi difficoltà emotive. Diego nasconde altre frequentazioni, mentre Perla, sua madre, è falsa e meschina. Intorno, tutti si sentono in diritto e in potere di giudicare la situazione, senza risparmiare pesanti offese. Il problema più grande è che Maia, data la sua età, è destinata ad incontrare anche grossi ostacoli burocratici, primo fra tutti, l'impossibilità di riconoscere la piccola Sara come figlia, con conseguenze disastrose. Riuscire a difendersi da tutte queste ingiustizie sarà una battaglia senza esclusione di colpi, verso un epilogo che saprà mescolare sapientemente il sapore dolce e quello amaro."" -
Schegge di memoria dell'anima
"Schegge di memoria dell'anima"""", la prima silloge edita di Ivan Filigheddu è una raccolta che conduce direttamente in fondo all'animo dell'autore, che grazie all'amore di tutte le persone che lo circondano, ha trovato la forza e il coraggio di esprimere attraverso la poesia i suoi sentimenti più profondi. Scorrendo i versi si ha talvolta la sensazione di essere travolti dall'intensa semplicità delle parole, che sgorgano libere attraverso una lirica leggera, parole che traggono origine diretta dall'animo nudo dell'autore e grazie alla loro immediatezza riescono a scardinare le difese della razionalità." -
Ti amo come non si ama null'altro al mondo
Ti amo come non si ama null'altro al mondo. Chi non vorrebbe, almeno una volta nella vita, sentirsi rivolgere una frase come questa, con tale forza, con tale assoluta determinazione? Ebbene, la stessa forza, la stessa assoluta, dolcissima determinazione, è quella con la quale Rocco Francesco Marchianò verga sulle pagine i propri sentimenti in questo suo secondo libro di poesie. Il lettore troverà la stessa incorrotta passione, lo stesso desiderio di porre l'amore al centro dell'esistenza, la stessa limpidezza di un versificare che scorre lieve ed accompagna la lettura fino all'ultima pagina. -
Le mie parole sono...
Capita che le parole riescano ad essere allo stesso tempo pesanti ma leggere, dure ma delicate, colorate eppure sbiadite, allegre ma dalla lacrima facile. A volte sono troppe, ma troppo spesso sono poche. Quando le parole smettono di essere soltanto combinazioni di lettere e diventano immaginazione, fiaba, poesia, è in quel momento che riescono a superare le pagine su cui sono impresse per arrivare dritte al cuore. Sarà facile, quindi, lasciarsi incantare ed emozionare dai personaggi creati dalla mano di Julien Bertolin: giganti e bambini, vecchi artisti di strada che portano la propria arte di città in città, un clown triste i cui palloncini non volano più, dame e cavalieri erranti, un pittore di sogni con la schiena ricurva e lunghe dita fra le quali stringe i suoi pennelli, animali che danzano al chiaro di luna... e sullo sfondo l'alternarsi delle stagioni, l'inverno piovoso e freddo in cui la neve la fa da padrona, la primavera rigogliosa con il suo cielo stellato e i suoi profumi, le nuvole a custodire ricordi preziosi. -
Elogio alla normalità
Le poesie di Benedetta Germolè potrebbero essere paragonate alla forza di una radice che, senza alcun rumore, lontano dagli occhi e dalle attenzioni degli uomini, riesce a sollevare terreni, radicarsi nelle profondità della terra e dare la vita alle piante da lei sorrette e sostentate. Questa raccolta, piccola, breve, sussurrata, ha la forza di un fiume in piena perché, dietro a una scelta lessicale e tematica prevalentemente dedita ai piccoli sommovimenti del cuore, si cela la forza impetuosa delle passioni. -
Il colore del bene e del male
Patricia è una bellissima ladra, affascinante e sensuale. William, un avventuriero gentiluomo, con il pallino della scrittura. Irlios, un esule miracolosamente salvato dalla sensibilità di William. I tre si incontrano per caso, se di caso si può parlare in un contesto dove il soprannaturale è protagonista indiscusso. Molto presto, verrà in superficie la vera natura dei tre viaggiatori: eroi, guerrieri che il destino ha riunito per portare a termine una missione estrema. Armati di coraggio, senso di giustizia e di onore, con un grande dolore segreto che ciascuno dei tre si porta dentro, questi giovani uniscono le loro strade verso la meta comune, in un'alleanza inespugnabile. Amicizia, lealtà, incantesimi, esseri malvagi e creature purissime, avventure, battaglie e grandi sentimenti, tutto perfettamente dosato nel più squisito genere fantasy. -
Pensieri in poesia
In ""Pensieri in poesia"""" si parla principalmente d'amore, di legami umani, di incontri del passato che si sono rivelati fecondi nel presente. Di donne, di negazione dei loro diritti, di giovinezza e ricordi dell'infanzia. La """"leggerezza"""" con cui l'autore riesce a far riaffiorare questi ricordi, il loro srotolarsi sulle pagine con ironia e levità danno un imprinting ben preciso a questo libro che usa la poesia per raccontare il quotidiano."" -
La naja che non volevo
La naja, un tempo esperienza obbligatoria per tutti i giovani italiani, segnava il definitivo passaggio all'età adulta. In quei mesi si era lontani da casa - per alcuni era la prima volta in assoluto -, e si entrava in contatto con giovani provenienti da tutta Italia, e come in ogni caserma si instauravano rapporti di amicizia o di conflittualità. Ma la naja era soprattutto orari rigidi, disciplina severa, turni di guardia massacranti, punizioni e nonnismo. Eppure in questo racconto a trecentosessanta gradi della vita militare, Renato Romano coglie tutte le sfaccettature, anche le più insolite, restituendo un quadro di un mondo che per molti aspetti aveva un ruolo positivo nella formazione delle nuove generazioni. -
Il manoscritto di Scipione. Carthago delenda est
Il romanzo di Ivan Filigheddu è un accostamento improbabile, eppure perfettamente equilibrato tra la storia di Roma e i suoi eroi, l'antica Grecia e i suoi miti leggendari, storie di uomini e storie di Dei e, perché no, un pizzico di sapore fantasy. Vicende millenarie realmente accadute, riportate con l'accuratezza di chi sa di cosa sta parlando, si contrappongono ad elementi di pura fantasia che, rincorrendosi e amalgamandosi, creano un intreccio vivace e accattivante. Il ritrovamento di una grotta che nasconde inimmaginabili segreti, trappole e insidie, un antico manoscritto, profezie, grandi amori, gloriose gesta sono solo alcuni degli elementi che l'autore ha usato per imbastire la sua trama, sapientemente orchestrata tra passato e presente. -
Erea
Al di fuori di qualunque genere e di qualunque definizione, il libro di Khrystyna Gryshko non può essere rinchiuso in nessuna categoria. Fantasy, fiaba, romanzo d'amore, d'avventura e d'amicizia, adatto ai bambini, perfetto per gli adulti, ricco di sentimenti, velato di soprannaturale e di spiritualità. Una miriade di personaggi, umani e non, popolano questa lunga narrazione che si srotola lungo il proprio tempo per generazioni, lasciando cadere qua e là vaghi riferimenti a testi sacri del passato. Un romanzo che ci trasporta in un mondo magico e incantato dove troviamo, tra gli altri, la bella Elisabeth con i suoi disegni molto speciali, Dodo e le sue lacrime magiche, Wolfy il lupo e Susy la volpe con un rapporto tutto loro... e ancora re e regine, l'acqua della vita e lo spirito creatore... elementi grandiosi che non permetteranno di staccarsi dalle pagine e di abbandonare il fantastico regno di Erea. -
Sappilo dire
Condensa nei suoi versi Iuliana Madalina Stan tutta la forza e l'urgenza della sua scrittura, una scrittura densa, essenziale, che va diritta al punto, come quando denuncia la violenza sulle donne. Nell'uso della parola, nelle ritmiche serrate, nell'abbondante e attentamente celato uso degli strumenti retorici, la presente è una poesia estremamente complessa, che ha però la grazia di apparire semplice. Sarà per le scelte semantiche che attingono dal quotidiano, sarà per le costruzioni lineari, la sua poesia sembra posarsi sulla pagina come un gesto istintivo. Ma è evidente dalla lettura approfondita dei testi, che questa semplicità è merito di un labor limae che non lascia spazio al dilettantismo della parola. Prefazione di Flavia Weisghizzi. -
Fiori d'arancio (quasi un sogno)
"Grazie amore mio, per avermi dato prova ancora una volta di quanto sia grande il tuo cuore e di quanto io sia fortunato ad abitarci dentro, ma... vieni, anch'io avrei qualche cosa da mostrarti o meglio da farti ascoltare e avere così una tua opinione. Dalla cabina del mio camion prendo la fida e vecchia chitarra che ho portato con me per l'occasione, dopo aver sfiorato le labbra di Regina con un timido e tenero bacio, guardandola negli occhi le mie mani cominciano ad arpeggiare sul primo accordo...""""" -
Dumià
In ebraico ci sono due parole per dire ""silenzio"""": """"sheket"""" è l'assenza di rumore, """"dumià"""" è il silenzio interiore. Dumià, a Neve Shalom, è diventato il nome per chiamare la casa di preghiera dove i fedeli di tutte le religioni possono meditare e pregare Dio. Un luogo che va oltre i pregiudizi e le guerre, un luogo dove le persone si uniscono. Dumià è anche il senso che l'autrice ha voluto dare alla sua vita. Origini antiche, un padre assente ma molto ingombrante, la ricerca continua di se stessi e della propria religiosità, girando il mondo ma vivendo in un Paese pieno di contraddizioni, la lotta per i diritti umani, la profonda fiducia nel genere umano e la speranza nel suo tikkun, il miglioramento. Se credete che le persone """"normali"""" abbiano una vita necessariamente """"normale"""" vi sbagliate di grosso. Ecco la storia di una donna che ha vissuto ogni minuto della propria vita nella sua pienezza, tra scelte difficili, drammi, guerre, amori, avventure, delusioni e scoperte, sempre vivendo in maniera completa alla ricerca di se stessa, per trovare la vera felicità."" -
Giornalisti all'inferno
Carlo è un giornalista cinquantenne, con una vita sofferta, un'ex moglie cui è ancora molto legato e un dissidio interiore, affrontato lungamente in analisi, che emerge di frequente nei suoi rapporti conflittuali con la professione e il potere. Si ritrova all'improvviso accusato di un omicidio avvenuto diversi anni prima, probabilmente legato a un oscuro evento del suo passato tormentato. Nella sua vita tutto assume sfumature incerte e inquietanti, intorno a un'umanità disperata e irredimibile, segnandolo ancora di più come un antieroe inconsolabile, imploso in una cosmica solitudine e in un'abissale irresolutezza.