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Oltre il maggiordomo aziendale. Sperimentare la contrattazione territoriale sul welfare
"L'idea di solidarietà che negli anni settanta ha portato alla conquista di diritti - e di spazi - comuni è andata affievolendosi così come l'interesse per la politica e per il sindacato, che faticano a riconquistare quello spazio e quel protagonismo necessari per provare a risalire la china di un individualismo sempre più pervasivo. Per il sindacato, in particolare, che non ha mai smesso di occuparsi delle condizioni della vita delle persone, significa interrogarsi sugli strumenti e sul modo di entrare in relazione stretta con i bisogni, con la materialità delle esistenze. Per trovare parole nuove adatte a questi tempi difficili, un lessico capace di ridare una prospettiva, un'idea di futuro possibile, serve ascoltare, fermarsi per domandare, cercare di capire. [...] Lavoratori e lavoratrici ci hanno segnalato, rispondendo ad un questionario elaborato e promosso dai loro delegati aziendali, quali sono le «cose che servono davvero», quali sono le loro necessità in tema di welfare, dalla cura dei figli o dei genitori anziani alla salute, a orari di lavoro, flessibilità, servizi che mancano. Partendo dal bisogno individuale abbiamo costruito una mappa per una richiesta collettiva, di tante donne e uomini fuori dai confini del luogo di lavoro e del contratto di appartenenza. Un bisogno comune cui dare risposta attraverso un progetto pensato per quella specifica comunità di imprese, con l'ambizione di un'apertura a una comunità più ampia: il territorio."""" (dal saggio di Lorella Brusa) Premessa di Maurizio Laini." -
Il lavoro è dignità. Le parole di papa Francesco
Qualcuno lo chiama «il Papa sindacalista», qualcuno dice che è «il leader della sinistra globale», ma la vera ispirazione di Francesco è il Vangelo. È da questa prospettiva che Francesco guarda ai problemi sociali di oggi, alle vittime della cultura dello scarto e di un'economia che uccide, ai giovani abbandonati alla precarietà, agli anziani trattenuti troppo a lungo al lavoro per pagarsi una pensione spesso non dignitosa, ai migranti che rischiano la vita per trovare un luogo in cui costruire un avvenire per sé e le proprie famiglie e faticano a trovare accoglienza. Francesco ama la concretezza e non ha paura di misurarsi con il conflitto sociale, che ci invita ad assumere. Per questo, quando parla di impresa, investimenti e finanza, non usa giri di parole, anche quando deve andare contro il pensiero dominante. E nella concretezza delle iniziative di solidarietà e di auto-organizzazione di chi sta ai margini sa riconoscere i semi di un'alternativa che sta già germogliando. In questo libro padre Giacomo Costa e Paolo Foglizzo raccolgono e commentano gli interventi più significativi ""del Papa sul tema del lavoro: ci viene offerto un quadro di riferimento adeguato alla realtà contemporanea, in cui collocare la nostra riflessione sul lavoro e la nostra azione a favore delle donne e degli uomini che lavorano. Come Papa Francesco stesso ha detto, «il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare»."" -
Eguaglianza e divieti di discriminazione nell'era del diritto del lavoro derogabile
La riduzione delle tutele classiche e inderogabili del lavoro realizzata con le recenti riforme mediante l'ampliamento degli spazi di regolazione concessi ai poteri imprenditoriali e alla contrattazione collettiva, specie aziendale, aumenta i trattamenti differenziali e le diseguaglianze nel lavoro, e, al contempo, sposta l'attenzione sul rispetto dei divieti di discriminazione, sempre più invocati a tutela dei diritti dei lavoratori. Gli studi raccolti in questo volume affrontano il tema delle discriminazioni alla luce delle riforme più recenti, interrogandosi sul ruolo svolto dal diritto antidiscriminatorio nell'attuale sistema normativo, in una prospettiva che tiene conto sia dell'evoluzione del diritto nazionale, sia del contesto e della regolamentazione europea in cui esso si colloca. Alla prima parte, dedicata all'inquadramento generale del tema, seguono i saggi dedicati ai diversi ambiti di applicazione del diritto antidiscriminatorio: dai contratti di lavoro non standard ai licenziamenti, dai comportamenti molesti e ritorsivi alla tutela della salute nei luoghi di lavoro. Chiude il volume una parte dedicata ai profili processuali e ai rimedi giudiziali avverso le discriminazioni. L'opera si caratterizza per il dialogo che si instaura tra gli Autori: accademici, magistrati e avvocati impegnati quotidianamente nello studio e nell'applicazione concreta del diritto antidiscriminatorio. Presentazione di Laura Curcio, Donata Gottardi, Guariello Fausta. -
Pierre Bourdieu
A quindici anni dalla sua scomparsa, l'interesse per l'opera di Bourdieu è così vivo da far sì che lo studioso francese sia oggi annoverato tra i classici della sociologia contemporanea. il volume esplora, ripercorrendone la genesi e lo sviluppo, le categorie analitiche e i concetti di uno dei più controversi intellettuali del nostro tempo. Per rendere appieno la complessità della figura intellettuale di Bourdieu, analizza i rapporti tra teoria, concettualizzazione e ricerca empirica nell'opera del sociologo francese, individuando fecondità e limiti, luci e ombre, felicità e criticità relativamente al rapporto tra teoria e ricerca e tra concetti e loro traduzione operativa. Molteplici sono i riferimenti agli autori e alle principali scuole di pensiero che hanno esercitato un'influenza fondamentale su Bourdieu. -
Squilibrio. Il labirinto della crescita e dello sviluppo capitalistico
"Le ragioni dello squilibrio sono essenzialmente nell'incapacità delle imprese e delle famiglie di conoscere gli effetti macroeconomici delle loro azioni. Naturalmente, sono le decisioni di impresa che muovono l'economia, ma non è chiaro come tali decisioni siano prese, e quanto influenzino e siano influenzate dall'andamento dell'economia nel suo complesso. Cosi, se è indubbio che l'economia è trainata dalle decisioni imprenditoriali, tuttavia sono gli effetti non conosciuti di queste decisioni che alterano continuamente la struttura. Una delle ragioni dell'intervento pubblico sta proprio nell'ignoranza dei decisori. Molto rilievo, in questo libro, è dato al progresso tecnico, specialmente nella sua forma di nuove tecniche 'superiori' — ovvero quelle che costano di meno e producono di più rispetto a quelle esistenti, quali che siano i rapporti tra i prezzi dei fattori della produzione [...]. Un avanzamento introdotto nel libro è nella qualificazione del progresso tecnico come elemento della domanda effettiva, proprio per gli effetti macroeconomici dell'applicazione delle nuove tecniche. Nello squilibrio, tuttavia, gli imprenditori non sanno se le tecniche scelte siano effettivamente superiori per l'economia nel suo complesso, e così si possono facilmente presentare grandi fallimenti, distorsioni nei prezzi e nei costi, sprechi generalizzati, situazioni che giustificano l'intervento pubblico. Gli autori guardano al progresso tecnico anche per illustrare la poca fondatezza delle politiche europee, che apparentemente incoraggiano l'innovazione, ma chiudono nella prigione del 'consolidamento fiscale' l'unico soggetto, lo Stato, capace di mettere in moto l'innovazione."""" (dalla prefazione di Paolo Leon)" -
La rivista delle politiche sociali (2017). Vol. 3: Quale destino per i diritti sociali in Europa? (Luglio-Settembre).
Il modello sociale europeo è messo sotto tensione dalle asimmetrie crescenti interne all'Europa. I rigidi paletti dell'austerità permanente hanno fatto sì che gli obiettivi di ricalibratura o siano stati abbandonati, oppure sottoposti a strategie di contenimento dei costi che fanno emergere nuovi trade-off, tra espansione dei tassi di copertura dei servizi collegati al social investment e lavoro a bassi salari nei medesimi servizi, tra inserimento lavorativo e lavoro povero, tra spesa pubblica e spesa privata. In questo quadro si inserisce la sezione Tema del n. 3/17 di Rps. I contributi offrono uno spaccato del dibattito corrente sull'Europa sociale, con una particolare attenzione da un lato alle criticità interne e alle contraddizioni che hanno acuito i divari tra i paesi, dall'altro a riforme e innovazioni compatibili con un modello di sviluppo e di crescita diverso da quello consegnato dalla crisi. Di politiche fiscali e welfare si discute nella sezione Attualità dove si sottolinea la necessità di mettere a punto un sistema tributario che garantisca il finanziamento dello Stato sociale e, nel contempo, consenta di ridurre le forti disuguaglianze. Seguono la sezione Dibattito che prende le mosse dal volume di Mazzucato e Jacobs (2017), la rubrica Questione sociale e neo populismi con un approfondimento sulla cultura politica dei giovani e infine un articolo sull'importanza dello Stato rispetto all'innovazione sociale. -
La sinistra è un fiore di campo. Dalla fabbrica al Parlamento, cercando un'altra politica
Ferrara ripercorre tutte le tappe della sua vita, le umili origini contadine, le prime esperienze di lavoro, le lotte in fabbrica da sindacalista, l'impegno politico, l'esperienza da deputato. Parla di politica industriale, di quella passata e futura, delle più grandi aziende italiane e del Mezzogiorno, di come quel modello di fabbrica entri in crisi intomo agli anni Ottanta e Novanta per colpa di scelte politiche ben precise, di un'economia che cambia e di un Paese che non si adegua e non ha una visione strategica. Il libro racconta i luoghi vissuti dal protagonista, i campi di granturco, l'Alfasud di Pomigliano, i Regi Lagni, l'Alenia di Pomigliano, gli acquisti a Forcella, il rito contadino dell'uccisione del maiale. Racconta i prodotti della terra dove è nato, il San Marzano, il «piennolo», la pasta fatta in casa, le conserve. Il filo rosso che unisce tutto è la politica, il rapporto tra questa e la sinistra, tra il sindacato e i lavoratori, vista attraverso gli occhi di un uomo che non ha mai dimenticato le sue origini e ancora oggi si interroga su come si possano riannodare i fili tra la sinistra e quel popolo che sembra aver smarrito, e offre interessanti spunti di riflessione per il futuro. Prefazione di Gad Lerner. -
Una lunga storia sindacale. In difesa del lavoro, dei diritti, della democrazia
Le memorie di Mario Giovannetti abbracciano quasi mezzo secolo di storia. Vi sono riproposte parti importanti della sua storia personale, della storia dell'Umbria, dell'Italia e della sua vita democratica, dell'emancipazione del lavoro. Il volume delinea la storia di un operaio che in fabbrica aderisce alla FIOM-CGIL e successivamente al Partito Comunista Italiano, del suo impegno prima come delegato di reparto e poi come dirigente della FLM e, successivamente, della Camera del lavoro di Terni, per giungere infine alla direzione della CGIL dell'Umbria, incarico che assume in un momento particolarmente delicato e difficile. È la narrazione di una militanza vissuta in modo quasi totalizzante, la cronaca dei passaggi di una vita intensa dedicata interamente a una causa nella quale Mario ripone convinzioni profonde. Quelle per cui tanti uomini e donne del nostro Paese nel corso di interi decenni hanno deciso di dedicare le energie migliori della loro esistenza all'emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, dei ceti più deboli e indifesi, nel tentativo di promuovere, insieme ai diritti delle persone e alla giustizia sociale, il progresso generale del nostro Paese. -
Annali Fondazione Giuseppe Di Vittorio (2016)
L'Annale 2016, il primo vero anno della «nuova» Fondazione Giuseppe Di Vittorio, è dedicato all'attività che in Europa svolgono tante strutture che, in modo analogo alla nostra, per il sindacato si occupano di formazione e di ricerca storica e sociale. Abbiamo coinvolto istituti con i quali abitualmente cooperiamo, rappresentativi delle realtà del Sud, Norded Est Europa (ETUI, ISTUR CITUB, Fondazione Hans Böckler, INE-GSEE, Istituto Bento de Jesus Caraça IBJC, Fundación Cultural 1° de Mayo, SALTSA, ESRITU, DIEESE, SEWA Academy), ampliando - a livello internazionale - l'esame ad altri due importanti paesi come India e Brasile. La scelta di fondo nel lavoro degli istituti sindacali, riscontrabile nei saggi pubblicati, è rappresentata dalla necessità di rimettere al centro le persone e i lori diritti, le condizioni di vita e di lavoro, gli interessi e le domande che esprimono. Le attività si svolgono attraverso campagne di informazione, rapporti di ricerca, corsi di formazione sindacale, pubblicazioni e libri che aiutano a sviluppare reti di esperti sindacali, a formare i rappresentanti dei sindacati ed anche a sviluppare un rapporto con università ed altri centri di ricerca esterni al sindacato stesso. L'approfondimento, la conoscenza e i saperi, la loro divulgazione, costituiscono un obiettivo fondamentale di un sindacato moderno, favorendo la discussione e il dibattito sia interno che esterno, e rappresentano sempre più un caposaldo dell'attività del sindacato per il futuro. -
Il Piolín imbavagliato. Cronaca dell'autunno catalano
Lo scorso autunno provavo a spiegare alle amiche e amici italiani cosa stesse succedendo in Catalogna dicendo: ""Questa è una storia che finisce male, ma è una storia vera"""". Effettivamente """"la rivoluzione del sorriso"""" s'infrange sulle violenze della polizia spagnola il 1° ottobre, sulla proclamazione unilaterale di una Repubblica durata poche ore e la repressione dello Stato. Ma che la storia non si fosse conclusa allora lo dimostra il risultato delle elezioni del 21 dicembre, in cui il blocco di forze repubblicane riesce a confermare la maggioranza assoluta di seggi parlamentari. E oggi, con la Generalitat sotto il giogo dell'articolo 155 della Costituzione, i prigionieri politici e quelli in esilio accusati di reati che non hanno commesso, la questione catalana si ripropone nella sua interezza e il movimento non rifluisce. Perché sono oltre due milioni a volere una relazione diversa della Catalogna con il resto della Spagna. E questa è la storia vera». Così l'autrice introduce la narrazione dell'autunno catalano: eventi che mozzano il fiato per velocità e spessore ed uno sguardo sulla percezione soggettiva dei protagonisti di un movimento popolare, pacifico e di massa che afferma la sua sovranità nella celebrazione di un referendum. Ma il libro, nato per raccontare «la rivoluzione del sorriso», finisce col diventare anche altro, perché in Spagna succedono cose che suscitano allarme. Non è solo la maxi-causa contro l'indipendentismo con l'imputazione di reati per una violenza che non c'è mai stata, sono la restrizione della libertà d'espressione e l'uso abusivo della legislazione antiterrorista che rendono la Spagna distante dagli standard democratici europei del XXI secolo. Perché la democrazia è quanto oggi è in gioco nella vicenda catalana ed è perciò qualcosa che riguarda l'Europa."" -
Critica marxista (2018). Vol. 2
La storica rivista di cultura politica italiana, nata nel 1963, presenta indagini e commenti sull'attualità politica, sociale, economica, e riflessioni teoriche e storiografiche. -
La rappresentanza del lavoro marginale. Precariato, sindacati e organizzazione sociale a Milano e a Buenos Aires
Donne, immigrati e precari vivono condizioni di lavoro particolarmente difficili e la recente crisi economica ha ampliato il loro numero e ha reso la loro mancata tutela un problema sociale particolarmente avvertito. Gli stessi sindacati trovano difficoltà a rappresentarli sia per le instabili condizioni di lavoro sia per le complesse esigenze personali, e stanno sviluppando nuove strategie per ottenere il loro consenso. La maggior parte degli studi si è soffermata tuttavia sulle scelte strategiche delle grandi organizzazioni mentre in questa ricerca viene adottata una prospettiva rovesciata che si interroga sui modi in cui gli stessi soggetti contribuiscono al cambiamento della rappresentanza. Nel volume vengono confrontate le forme di difesa del lavoro marginale in due metropoli, Milano e Buenos Aires, molto diverse tra loro ma accomunate dagli stessi processi di precarizzazione tipici della condizione post-fordista. Per ciascuna delle due città sono stati scelti casi particolarmente significativi: a Buenos Aires sono stati studiati i raccoglitori di rifiuti urbani che hanno dato vita al sindacato dei ""cartoneros"""", le lavoratrici immigrate bo-liviane del comparto tessile che si sono liberate dal lavoro schiavo per fondare nuove cooperative, le colf che hanno dato vita a un sindacato di donne unico nel suo genere; di Milano vengono presentati i casi dell'Ortomercato - caratteristico per la presenza del lavoro clandestino -, delle donne delle pulizie negli ospedali e negli uffici pubblici, dei giovani ricercatori precari dell'Istituto nazionale dei tumori e dell'Istituto Carlo Besta. I casi considerati sfidano le forme tradizionali della rappresentanza e spingono i sindacati verso un rinnovamento culturale prima ancora che organizzativo. Prefazione di Bianca Beccalli e Enrico Pugliese."" -
Lavoro e innovazione per riformare il capitalismo
I saggi raccolti in questo volume riflettono su una problematica oggi assai dibattuta, a livello mediatico come accademico e istituzionale, ma poco indagata in modo approfondito: la relazione tra innovazione e occupazione. L'obiettivo della «piena e buona occupazione», questa la tesi di fondo del volume, va rilanciato proprio quando tanta incertezza grava sulle conseguenze della rivoluzione tecnologica in atto, mentre il capitalismo, lasciato a se stesso, si acconcerebbe alla jobless society, la «società senza lavoro». Si ripropone dunque la crucialità del tema degli investimenti e, insieme, del nuovo modello di sviluppo. La profondità della trasformazione è enorme e, di conseguenza, è decisiva la qualità delle istituzioni pubbliche che dovrebbero dirigerla. L'innovazione può e deve essere guidata, nei suoi indirizzi di fondo, dalla collettività, anche perché la diffusione delle nuove tecnologie coincide con un approfondimento delle diseguaglianze e una polarizzazione del potere senza precedenti. Si tratta anche di cogliere le straordinarie potenzialità che, tra tante difficoltà, la fase presenta. Le nuove tecnologie racchiudono forti istanze cooperative e aprono eccezionali «finestre di opportunità» che, anziché essere lasciate al solo capitalismo animato dalla volontà di consolidare i tradizionali rapporti di forza, possono essere attivate da una nuova politica industriale e, in generale, una nuova economia pubblica - così come pensata anche nel Piano del Lavoro - nonché utilizzate dal sindacato, intenzionato a rinnovare la rappresentanza sociale, la contrattazione, la partecipazione dei lavoratori, rilanciando un progetto di democrazia economica. Prefazione di Susanna Camusso. -
Ultime notizie dalla terra. La Terra dei fuochi: questioni per il paese intero
Un viaggio in Campania dopo la crisi della Terra dei fuochi, per capire come stanno veramente le cose. Nonostante l'emergenza abbia interessato un'area assai ristretta, la diffidenza dei consumatori ha finito per coinvolgere il territorio di un'intera regione. Ricerche approfondite hanno accertato che si tratta di un timore del tutto infondato, ma il danno, per una delle agricolture più importanti del paese, è stato enorme. Il libro è il racconto di ecosistemi e di paesaggi agrari della Campania del terzo millennio: da quelli universalmente noti, come la Penisola, i Campi Flegrei e il Vesuvio, a quelli meno conosciuti, come il Cilento interno e il Fortore. Un racconto di luoghi, ma soprattutto di persone: gli agricoltori che in questi paesaggi vivono e operano ogni giorno. Si tratta di cittadini assai particolari, invisibili ai più: nel sostanziale disinteresse della politica e dell'opinione pubblica, le loro imprese continuano a produrre qualità e innovazione, insieme al servizio pubblico forse più importante, cioè la cura e il presidio del paesaggio, la manutenzione dei suoli del paese, in quel novanta per cento del territorio campano e italiano che non è fatto di città, ma di coltivazioni, pascoli e boschi. Le esperienze narrate nel libro evidenziano come gli interrogativi e i problemi posti dalla Terra dei fuochi riguardino l'intero paese nel suo rapporto con l'agricoltura e lo spazio rurale. Continua infatti a mancare un progetto collettivo del territorio che regoli e risolva i rapporti tra un sistema urbano sempre più fuori controllo e il mosaico fragile degli ancora straordinari e bellissimi paesaggi rurali d'Italia. -
Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale (2018). Vol. 1
Rivista fondata da Aurelio Becca e da Ugo Natoli. -
Critica marxista (2018). Vol. 3-4
La storica rivista di cultura politica italiana, nata nel 1963, presenta indagini e commenti sull'attualità politica, sociale, economica, e riflessioni teoriche e storiografiche. -
Con parole loro. L'amore per il lavoro nella tempesta del postfordismo
Il lavoro negli anni della crisi è l'ingegnere neolaureato che ringrazia la sua buona stella per essere stato assunto come commesso in un supermercato e che fa il suo vero mestiere quando si rompe l'impianto di aria condizionata del punto vendita. È la ragazza trentenne, con laurea e master, che finisce per lavorare in una catena di abbigliamento come finta imprenditrice di se stessa. Poi ci sono gli operai, quelli come ce li immaginiamo, con la tuta da lavoro e i turni alle catene di montaggio. Più tecnologiche di una volta, ma con tempi di produzione sempre più stretti. Aziende in salute e aziende quasi decotte, fabbriche che viaggiano a pieno regime e fabbriche occupate per impedire il trasloco dei macchinari. Un mondo che è stato un piacere e un onore raccontare attraverso la lente di ingrandimento di chi non è solo lavoratore ma anche delegato sindacale, sempre in produzione. Nel segno di quella antica massima — l'unione fa la forza — che è alla base del movimento operaio fin dalla rivoluzione industriale. Presentazione di Sergio Cofferati. Prefazione di Curzio Maltese. -
Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale (2018). Vol. 2
Rivista fondata da Aurelio Becca e da Ugo Natoli. -
Conversando con Vincenzo Boccia. Industria motore di sviluppo
Il presidente di Confindustria racconta la sua storia, le sue convinzioni, i principi che guidano l'attività dell'imprenditore. E l'esperienza in Confindustria, fino al suo incarico di presidente. Vincenzo Boccia ripercorre i rapporti con i governi, da Berlusconi a Conte passando per Renzi. E quelli con i sindacati, dallo scontro sull'articolo 18 al Patto per la fabbrica. Ma affronta anche i problemi e le sfide che riguardano le imprese italiane, dal superamento del «piccolo è bello» all'innovazione dei processi produttivi e della governance aziendale. Sfide che mettono a dura prova le stesse associazioni di rappresentanza: l'uscita della Fiat da Confindustria, il ruolo delle aziende pubbliche, l'economia digitale sono alcuni dei delicati passaggi che l'organizzazione ha dovuto, deve e dovrà gestire. Reddito «di cittadinanza», «quota 100», il salario minimo orario per legge, la manovra di bilancio 2020 già ipotecata per 23 miliardi con le «clausole di salvaguardia» sull'IVA. Su tutti questi temi Confindustria dice la sua nella difficile interlocuzione col governo dopo gli anni della «disintermediazione». Boccia lancia la sfida del raglio del cuneo fiscale «tutto a favore dei lavoratori». La questione salariale comincia a diventare importante anche per gli imprenditori, ma non può essere disgiunta dalla produttività. Di qui la funzione della contrattazione, che, di nuovo, rimanda alle questioni della rappresentanza e del dumping salariale. Tutti temi che, secondo il presidente della Confindustria, vanno affrontati col metodo del confronto: col governo e con i sindacati. -
Conversando con Enrico Giovannini e Pierluigi Stefanini. Per un futuro sostenibile
L'attuale modello di sviluppo è insostenibile, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. Conflitti, cambiamenti climatici, disuguaglianze crescenti che determinano povertà e migrazioni di massa sono sfide che mettono in discussione la tenuta stessa del pianeta, non in un futuro ipotetico, ma da qui a poche decine di anni. Ecco allora che il concetto di «sostenibilità» diventa la chiave di volta per ripensare le direttrici dello sviluppo, tanto che l'Onu ha individuato in un documento («Agenda 2030») i 17 obiettivi da raggiungere entro i prossimi 12 anni per evitare il collasso. L'Italia, pur avendo fatto alcuni passi avanti nell'ultimo periodo, è ancora ben lontana dal raggiungimento degli standard previsti. Per questo quella attuale deve necessariamente essere «la legislatura dello sviluppo sostenibile». Questa è almeno la convinzione di Pierluigi Stefanini ed Enrico Giovannini, rispettivamente presidente e portavoce di ASviS, l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, nata proprio per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda 2030 e degli obiettivi in essa contenuti. Ma come stanno andando le cose? Il governo è sensibile a questo tipo di tematiche? Quella della «sostenibilità» può essere una battaglia intorno alla quale coalizzare una nuova esperienza politica anche a sinistra? Su questi grandi interrogativi, ma anche su molte altre tematiche (dal ruolo della cooperazione a quello dei corpi sociali, dal cambiamento del lavoro alla rivoluzione tecnologica), si confrontano Enrico Giovannini e Pierluigi Stefanini, dando vita a una conversazione schietta e vivace, capace di offrire spunti interessanti per la costruzione di una visione politica nuova.