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Post-hip-hop
A oltre trent'anni dalla sua nascita nelle strade del Bronx di New York, l'hip-hop rimane una manifestazione culturale complessa e multiforme, ma quanto di autentico è rimasto nella sua odierna trasposizione mediatica? ""Post-Hip-Hop"""" offre un'accurata analisi dei valori di un'eredità culturale che trascende la musica e l'intrattenimento, e invita a una totale presa di coscienza nei confronti del potere che lo ha corrotto. Attraverso il racconto di aneddoti personali, incontri e conversazioni, M.K. Asante Jr. traccia una ricostruzione di come le grandi multinazionali e gli organi di potere abbiano preso possesso di questa forma di espressione, disinnescandone il potenziale di ribellione. È così che l'hip-hop diventa un trampolino da cui lanciare una più ampia discussione sui valori e sull'identità sociale dell'ultima generazione di giovani africani-americani. Musica, storia, scienze sociali e cultura popolare si fondono in onto brillante e aspro, arricchito dall'impeto lirico della poesia e del rap, e votato ad uno scopo che è """"più grande dell'hip-hop"""": un futuro di pace collettiva, che secondo M.K. Asante, Jr. è oggi più necessario e possibile che mai."" -
Dario Fo. Il nostro piangere fa male al re
"Il nostro piangere fa male al re perché l'Italia è spaccata in due. Il nostro piangere fa male al re perché la gente muore cascando dalle finestre per sbaglio. Il nostro piangere fa male al re perché la crisi non esiste e in Svizzera c'è lavoro. Il nostro piangere fa male al re perché Cristo è partito in treno e ha dovuto emigrare. Il nostro piangere fa male al re perché il confine tra invenzione e dato reale è sempre molto sottile. Il nostro piangere fa male al re perché i censori impauriti e asserviti si nascondono sempre. Il nostro piangere fa male al re perché questa è la rappresentazione, questi i protagonisti, questo il palcoscenico. Il nostro piangere fa male al re perché (per l'ennesima volta) la verità dei creativi restituisce la dignità agli oppressi. Il nostro piangere fa male al re perché il re è nudo e un giorno piangerà anche lui.""""" -
Visioni di suoni. Le arti visive incontrano il pop
Nell'epoca moderna il connubio tra arte e musica si giocava unicamente sul piano delle avanguardie: alla pittura astratta e all'arte concettuale corrispondeva la ricerca sonora colta ed elitaria. Da quando il pop è entrato nelle nostre vite, tutto è cambiato. Nel 1967 l'arte e la musica si incontrano definitivamente per non lasciarsi più. In Inghilterra il pittore Peter Blake illustra Sgt Pepper's dei Beatles, a New York Andy Warhol inventa e produce i Velvet Underground, a Roma Mario Schifano, artista a 360 gradi, fonda la sua strampalata band di prog-pop-jazz. Una rivoluzione. ""Visioni di suoni"""" racconta il romanzo di un'irresistibile e reciproca attrazione tra musicisti e artisti, partendo dalle collaborazioni di questi ultimi sulle copertine dei dischi, vero e proprio museo portatile, un concerto da ascoltare con gli occhi. Protagonisti di questa storia sono Yoko Ono e John Lennon, Björk e Matthew Barney, i Sonic Youth, Bob Dylan, Joni Mitchell, il capitano Beefheart, Jamie Reid e i Sex Pistols, Patti Smith e Robert Mapplethorpe, il fotografo delle rockstar Anton Corbjin, i Blur e Damien Hirst, fino a Daniel Johnston e Devendra Banhart, eccellenti disegnatori."" -
Marlene Kuntz. Un rampicante del cuore in dirittura finale
Da quasi vent'anni i Marlene Kuntz sono un gruppo di culto nell'underground musicale italiano; molte persone ricordano i ritornelli di alcune loro canzoni, altri conoscono la discografia a memoria. Solo scavando tra i testi, però, si comprende quanto gli otto album pubblicati dalla band di Cuneo racchiudono in termini di esperienza umana e coscienza letteraria. Con l'aiuto dell'autore delle liriche dei Marlene Kuntz, Cristiano Godano, il libro passa a setaccio i versi e le immagini di Sonica, 3 di 3, Lamento dello sbronzo, E poi il buio, Notte, A chi succhia, Canzone ecologica, Orizzonti e tutte le altre, scoprendo un percorso immaginifico tra i più significativi del rock italiano. Il volume, inoltre, presenta una visione completa e inedita delle collaborazioni che hanno arricchito la carriera del gruppo piemontese, raccogliendo testimonianze relative alle partecipazioni a progetti discografici, concertistici e cinematografici di artisti quali Gianni Maroccolo, La Crus, Perturbazione, Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli, Howie B e Davide Ferrano. -
On some faraway beach. La vita e i tempi di Brian Eno
Per molti è la pietra di paragone delle innovazioni dell'arte e della musica pop negli ultimi quarant'anni. Per altri un pretenzioso dilettante, autore di ""scarabocchi musicali"""" o """"jazz che nessuno voleva"""": quel che è certo è che Brian Eno, musicista, produttore, scrittore e prolifico artista solista o, come lui stesso si definisce, """"paesaggista sonoro"""", continua a dividere l'opinione pubblica anche ora che ha superato i sessant'anni. Difficilmente in una collezione di dischi contemporanei mancherà l'impronta estetica di Eno: dalla teatralità del glam ai paesaggi sonori ambient e gli ibridi world music, dai campionamenti vocali cut'n'paste all'atmosfera amniotica delle sale chill-out, siamo circondati dalla sua musica. Figlio delle libertarie scuole d'arte inglesi e dei movimenti avanguardistici degli anni Sessanta, Eno è ancora oggi un iconoclasta. I suoi approcci innovativi hanno infuso nuova linfa in una miriade di iniziative, dal Turner Prize alla campagna Stop the War, e nel suo curriculum figurano allegramente la creazione di profumi afrodisiaci e conferenze sulla decorazione delle torte. """"On Some Faraway Beach"""", scritto con la partecipazione dell'artista e della moglie e manager Anthea, è il primo studio critico della vita di Brian Eno, e del lungo e variopinto viaggio che lo ha reso un """"uomo del Rinascimento""""."" -
Raga Mala. La mia vita, la mia musica
Massimo suonatore di sitar e ambasciatore della cultura indiana nel mondo, Ravi Shankar ha trascorso gli anni dell adolescenza come danzatore nella Parigi e nella New York glamour degli anni Trenta. Dopo aver studiato con il maestro di musica indostana Allauddin Khan, la prima parte della sua carriera è culminata nel tour del 1954 nella Russiva sovietica. Nel 1956, la decisiva incursione in Occidente lo ha reso il primo artista indiano a colmare il gap tra le due culture e a incoraggiare l'apprezzamento e la conoscenza della musica indiana in Europa e in America. Da affermato artista intemazionale, Shankar ha poi continuato a vivere in India spostandosi frequentemente all'estero per incisioni, concerti e festival. L'incontro con George Harrison nel 1966 ha dato il via a una lunga amicizia e a una collaborazione dalla quale è nata l'idea di questo libro autobiografico. ""Raga Mala"""" presenta preziosi contributi di una grande varietà di amici, tra cui Yehudi Menuhin, Zubin Menta e Philip Glass. I folli tempi dello stardom degli anni Sessanta -di Monterey, di Woodstock, del Concerto per il Bangladesh - sono narrati al contempo con gusto e distacco. In questo appassionato e schietto resoconto personale, Ravi Shankar mette in scena le stesse qualità che distinguono la sua natura di uomo e di musicista: una miscela di fascino e candore, decoro e umiltà, profonda spiritualità e spontanea irriverenza. Introduzione di George Harrison. Postfazione di Yehudi Menuhin."" -
In circolo. Perturbazione
Nell'estate del 2003, MTV Italia comincia a trasmettere un video poetico e originale, un corto dell'animatore francese Sylvain Vincendeau che accompagna una canzone altrettanto dolceamara: Agosto, delicato folk-pop fra Belle and Sebastian e Sergio Endrigo che parla di gelo e solitudine estivi. Piace il video, piace la canzone, e i Perturbazione, fino ad allora noti solo a un pubblico attentissimo alla nicchia, diventano (quasi) famosi. E “In circolo”, il secondo album - il primo in italiano, da loro stessi considerato un nuovo esordio - uscito un anno prima, diventa quello che si sarebbe meritato di essere già da molti mesi prima: un successo ai confini del mainstream, un classico che senza far rumore ridefinisce la direzione del pop italiano. A quindici anni dalla pubblicazione di “In circolo"", questo libro racconta la sua storia e la sua poetica, e come una piccola raccolta di canzoni """"sulla fine dei vent'anni"""", spinta solo dalla bellezza della musica, dalla tenacia e da un pizzico di fortuna, è diventata un punto di riferimento per l'indie (e non solo) """"da cantare quando si fa buio""""."" -
Roberto Vecchioni. Un cantautore in cattedra
In questo saggio, il Vecchioni cantautore è per una volta messo in secondo piano, e il focus è centrato sul Vecchioni insegnante: attraverso i ricordi dello stesso artista, di ex studenti ed ex colleghi, viene ripercorso il mondo intellettuale del ""prof"""", dagli esordi fino all'insegnamento universitario. È da una prima istanza di """"fare sistema"""" del sapere acquisito che nasce il professore, che però convivrà sempre con l'artista e il suo """"disordine creativo"""": è un connubio proficuo, di cui si alimenta l'insegnante, che non è mai normale, ma guarda il mondo da una prospettiva altra. Egli racconta sogni agli studenti, proponendo la bellezza del mondo attraverso uno spaziare trans-mediale tra cultura alta e pop, ben sapendo che cultura significa anche fumetto, cinema, televisione e canzone. Scopriamo così un modo di fare didattica in anticipo sui tempi e forse ancora oggi innovativo. Leggiamo inoltre degli scontri con i presidi, delle amicizie con i colleghi, delle maldicenze di alcuni e della stima di molti ragazzi, cui Vecchioni ha letteralmente cambiato la vita. Uno sguardo viene inoltre riservato alla storia della scuola e dei giovani italiani, all'inizio combattivi e idealisti, poi sempre più chiusi e distaccati. Anche Vecchioni intanto cambia: dall'adrenalina dei primi giorni alla stanchezza del prepensionamento, fino all'entusiasmo dell'ultima avventura universitaria."" -
The last bandit. A rock'n'roll life. Ediz. inglese
Fine febbraio 2006: Nikki Sudden ha appena terminato di lavorare al suo nuovo disco e alla sua autobiografia, ""L'ultimo bandito"""". Il libro è una dichiarazione d'amore verso la musica e la vita, che trasmette """"In presa diretta"""" l'iniziazione al rock'n'roll di un ragazzino nato in una buona famiglia inglese nei primi anni Settanta. Da lì Nikki prosegue il suo racconto disegnando un grande affresco dove si alternano la folgorazione per il punk, la prima band (gli Swell Maps) e i primi successi nella scena inglese, seguiti dalla fama internazionale, i tour, l'alcol, le droghe. Negli anni successivi arrivano lo scioglimento del gruppo e i primi dischi da solista, l'insuccesso, i contratti-capestro con l'industria discografica, l'avventura con i Jacobites, le collaborazioni importanti - tra gli artisti che hanno incrociato la strada di questo rocker ricordiamo Johnny Thunders, R.E.M., Primal Scream, Sonic Youth, Rolling Stones e Wilco - e lo status di musicista di culto, nonché di wonderful loser che lo avrebbe accompagnato fino alla fine dei suoi giorni. E la fine arriva una sera di fine marzo 2OO6, a New York, dopo un esaltante giro di concerti coronato insieme a Evan Dando (chitarra) e Alan Merrill (basso, già con gli Arrows, ma soprattutto autore dell'hit mondiale """"I Love Rock'N'Roll"""")."" -
Berlino
Da anni capitale della controcultura, Berlino continua a ispirare e a creare mode, confermandosi un must per ogni viaggiatore. Animata da un sotterraneo soffio vitale che la pone al centro delle tendenze, continua a stupire con i suoi mille volti: ruvida, alternativa, elettrizzante, mai noiosa. Poche città hanno lasciato il segno nella musica come Berlino, musa ispiratrice che ha contribuito alla creazione di pietre miliari del rock. Stravolta dai cambiamenti, conserva le tracce del suo passato musicale dietro ai graffiti delle case occupate o nelle strade dei quartieri di Schöneberg e Kreuzberg, quelle stesse strade percorse da Iggy Pop e David Bowie. In questa guida di viaggio, si va alla ricerca dei luoghi che hanno fatto la storia del rock all'ombra del Muro e alla scoperta di quanto la città, un tempo simbolo di decadenza e divisione e oggi capitale del divertimento proiettata al futuro, può offrire in ogni settore. Dove è vissuto David Bowie durante il suo periodo berlinese? Dov'è che il punk ha dato l'assalto al regime aprendo una falla nel totalitarismo? E nella Berlino di oggi, quali sono i negozi dello shopping alternativo e quali i locali dove si può trascorrere una notte da leone a ritmo di rock? -
Pop story. Vol. 1: 1900-1909. L'alba della musica pop
Chi erano Amina Vargas, Antonietta Rispoli, Manetta Tedeschi? Come è iniziata la splendida avventura dei Beatles? Quanto c'è di vero sulle leggende che accompagnavano i Led Zeppelin? È più rock il punk o il progressive? La stagione dei cantautori italiani è finita? La risposta a queste e altre domande è in ""Pop story"""", una serie di volumi che racconta dagli albori, agli inizi del Novecento, fino ai giorni nostri, la musica pop, qui intesa quale macrogenere che abbraccia tutti i generi musicali di larga diffusione presso il pubblico. Da tempo immemore la musica accompagna l'uomo ma è solo durante il secolo passato, grazie all'avvento dei nuovi supporti tecnologici e dei mezzi di comunicazione, che diventa un fenomeno alla portata di tutti. Dario Salvatori ripercorre, con una chiave di interpretazione personale ma con il rigore storico cui ci ha abituati, le tappe di un viaggio che non è soltanto musicale ma si intreccia necessariamente con i cambiamenti storici, sociali e culturali di ogni decennio."" -
Olràit! Mao sogna Celentano e gliele canta
Diciamo che tra colleghi ci si parla, nella realtà e nel sogno. Non puoi aspettarti una biografia: è nato lì, ha fatto questo... Come puoi afferrare il senso di un artista se ti attieni unicamente alla fredda cronaca? Dove non arrivano i fatti, arrivano la fantasia, l'immaginazione, perfino la letteratura. E così, questo è un libro che racconta gli incontri dell'autore con il grande Adriano. Scene oniriche, suggestioni, vere e proprie ossessioni che transitano attraverso la figura del Molleggiato, in uno zibaldone di situazioni che se fosse un film passerebbe da ""Provaci ancora Sam"""" a """"La dolce vita"""". Un po' romanzo autobiografico, un po' viaggio cialtronesco, """"Olràit!"""" è l'autentico resoconto di una passione che dura da una vita."" -
Vasco dalla A alla Zocca. Manifesti lividi e frammenti. Ediz. illustrata
È un alfabeto molto particolare, il linguaggio di Vasco Rossi, perché esprime un modo di vedere e di vivere le cose che non è omologabile. Quindi, serve un vocabolario speciale. Eccolo qui: questo è un vocabolario emotivo, e non certo biografico. Si compone di immagini storiche, accompagnate da frammenti di pensieri di tre suoi amici e fan che hanno scritto sulla scia del pensiero veicolato da Vasco attraverso i testi delle canzoni. Ma, ultimamente, anche per mezzo delle interviste o degli ormai famosi ""clippini"""". Tutto rilegato in modo abbastanza anarchico da poter sembrare perfino caotico, ma solo per chi ancora non ha capito che Vasco non è soltanto un cantante, ma un fenomeno: ha sempre impersonato un modo non ordinario di stare al mondo, un modo di essere più sincero, più sano e più umano di quello che risulta conveniente adottare in un mondo come il nostro, dominato dal mercato. Un vocabolario fuori dalle regole, dunque, un salto fuori dagli schemi... per provare a vedere cosa succede (e come va a finire) mettendosi a pensare sopra le righe per davvero!"" -
New York
Eclettica e frenetica, multiforme e pulsante di vita e opportunità, New York è per antonomasia la città dove tutto può accadere e dove ogni sogno può divenire realtà. Da centro portuale e di contrabbando a capitale oltreoceano del rock'n'roll, ha vissuto mille vite. È stata città di gangster e lotte operaie, covo di rivoltosi e rivoluzionari, teatro di scontri fra gang, approdo di immigrati e palcoscenico di lusso per alcune fra le più grandi rock band del pianeta. La colonna sonora di New York è fatta di mille identità musicali, dal folk di Bob Dylan al glam dei New York Dolls, dai raffinati Velvet Underground a Blondie, dai tenebrosi Type O Negative all'hardcore dal Queens e da Brooklyn suonato da Sick Of It All, Misfits, Biohazard e Agnostic Front, fino ad arrivare al thrash metal degli Anthrax e alle contaminazioni dei Beastie Boys. Tra chiese neogotiche, grattacieli, ricordi del proibizionismo, richiami cinematografici e nuovi quartieri di tendenza come Williamsburg, scopriamo dove poter ascoltare musica alle 5 del mattino, dove Sid e Nancy si dissero addio per sempre nel sangue e dove, tra Hells Angels e decadenza, è nato il punk e con esso il mito dei Ramones. -
Piero Ciampi. Maledetto poeta. Il cantautore livornese raccontato dai suoi amici
La carriera discografica di Piero Ciampi iniziò nel 1963, ma la notorietà non fu raggiunta e i dischi rimasero invenduti. A parte pochi addetti ai lavori e qualche intellettuale, l'opera del cantautore livornese non suscitò interesse. Dopo la morte, avvenuta nel 1980, le sue canzoni hanno iniziato una nuova vita, alcune riproposte da Paolo Conte, Gino Paoli e Nada; la casa discografica ha ristampato in Cd tutti i suoi dischi: Enrico De Angelis ha curato un libro per Arcana, oggi esaurito; a Livorno è stato istituito il Premio Ciampi. La maledetta poetica di Ciampi affascina e cattura le nuove generazioni. Tra i giovani compenetrati dall'opera di Ciampi, l'autrice di questo libro. Gisela Scerman, ha avviato un percorso di ricerca appassionata sulle tracce del Poeta andando a raccogliere le testimonianze degli amici, dei collaboratori e dei colleghi di ieri e di oggi. ""Maledetto poeta"""" ripercorre così l'avventura di Piero Ciampi raccontando la quotidianità di un artista ribelle, anticonformista per vocazione, insofferente nei confronti di ogni compromesso, capace di slanci lirici di ineguagliabile bellezza e di una collera leggendaria: a un'intervista/prefazione di Fernanda Pivano seguono contributi di musicologi, conversazioni con amici di Livorno e di Roma, interviste ai più stretti collaboratori e riflessioni di cantautori influenzati dalla sua lingua particolarissima."" -
Lettere a Kurt
Il destinatario di queste lettere è Kurt Cobain, il leader dei Nirvana morto suicida nel 1994 e assurto col tempo a icona transgenerazionale di una gioventù disillusa, apatica, disperatamente introversa e incapace di trovare il proprio posto nel mondo. Eric Erlandson, uno dei musicisti chiave della scena grunge di Seattle, ha conosciuto da vicino Cobain, è stato testimone diretto del suo tormentato rapporto con Courtney Love e ha sofferto della sua violenta dipartita elaborando il lutto attraverso la catarsi della scrittura. ""Lettere a Kurt"""" è una dolente, rabbiosa e delicata meditazione sulle azioni e le emozioni più estreme del rock'n'roll: sesso, droga, suicidio, fama, collera. È parte Dream Songs di John Berryman, parte Bukowski, Ferlinghetti e Ginsberg, e parte Clash. Invettive, riflessioni e colpi d'arma da fuoco riempiono le pagine di questi 52 poemi in prosa. Sono scritti crudi, intensi, tristi e inquisitori, e tutto ciò li rende belli per chiunque ami i Nirvana e gli Hole e i tempi e i luoghi in cui la loro musica ha prodotto un cambiamento. In definitiva, queste lettere sono un'elegia a Kurt e agli """"idoli suicidi"""" che non sono riusciti a trovare la salvezza nelle loro meravigliose canzoni."" -
Champions of the world. Le canzoni che hanno fatto la storia dei Queen
Com'è nata Bohemian Rhapsody? A chi è venuta l'idea del video di I Want To Break Free e come mai venne censurato negli USA? Qual è l'origine di successi mondiali come Another One Bites The Dust e Innuendo? Chi sono gli artefici del sound inconfondibile dei Queen, oltre a loro stessi? A questi e altri interrogativi risponde ""Champions of the world"""", un compendio di fatti e analisi critica delle più belle canzoni dei Queen, immortali come l'icona di Freddie Mercury, scomparso ormai vent'anni fa, ma più che mai vivo nel cuore dei fan della Regina e degli appassionati di tutto il mondo."" -
Antonello Venditti. Ciao uomo. Quarant'anni oltre il sipario
Il ventiquattrenne con i Ray-Ban e il montgomery compie quarant'anni di musica: tanti ne sono trascorsi dall'uscita del primo album a suo nome, L'orso bruno. Quarant'anni nei quali Antonello Venditti, per dirla con le sue parole, è rinato in ogni disco, senza mai perdere le caratteristiche che hanno fatto di lui uno dei cantautori più artisticamente longevi del panorama italiano: una voce unica, canzoni orecchiabili, testi mai banali e però sempre accessibili (sia pure con qualche eccezione che peraltro ha fatto epoca, come il brano-fiume Lo stambecco ferito, contraltare della molto più diretta, ma altrettanto controversa Lilly, nell'omonimo album del 1975). Quarant'anni di musica celebrati da Venditti con un triplo album uscito in realtà nel 2012 che ha ripercorso una carriera dai moltissimi alti e dai pochi bassi: alti e bassi come del resto capita di incontrare nelle ""cose della vita"""" che Venditti ha cantato e sempre continuerà a cantare. Da Ciao uomo, prima traccia di Theorius Campus, a L'amore insegna agli uomini, l'ultima di Tutto Venditti, questo libro analizza, o forse meglio racconta, la carriera di Antonio in arte Antonello, l'evoluzione dei suoi testi, del suo linguaggio e delle sue tematiche attraverso una chiave di lettura trasversale, l'unica davvero in grado di tracciare un quadro complessivo della sua """"letterarietà"""": da Roma (e """"la"""" Roma) all'impegno civile, dal disimpegno alla critica sociale, dall'adolescenza all'età adulta."" -
Autostrade per l'inferno. Le canzoni che hanno fatto la storia degli AC/DC
Gli AC/DC sono la materia fondamentale di qualsiasi school of rock che si rispetti. Nei riff propedeuticamente chitarrosi delle loro canzoni c'è tutta l'essenza di mezzo secolo di musica. Il piacere liberatorio di pezzi come ""Thunderstruck"""", """"Highway To Hell"""" e """"Back In Black"""" è il centro vitale di questo """"Autostrade per l'inferno"""", un viaggio a folle velocità che parte dall'Australia e tocca ogni angolo di mondo lasciando sul terreno """"sangue, sudore e lacrime"""", gli ingredienti base del rock'n'roll."" -
Vdb23/storie di un suonatore indipendente
Gianni Maroccolo è il musicista e produttore artistico più sgargiante e versatile della new wave italiana. Nato a Manciano nel 1960, studia Fonologia e Musica elettronica al Conservatorio di Firenze. Esordisce ventenne fondando i Litfiba con Aiazzi, Pelù e Renzulli, e condivide la carriera della band fino al 1989, lasciando il suo marchio di autore e di arrangiatore su dischi importanti tra cui 17 RE. Da quel momento l'attività di Gianni Maroccolo si espande e si estende, collaborando e spesso essendo lui stesso l'artefice e il promotore di tutte le iniziative più caratterizzanti della new wave italiana e della musica indipendente. Musicista e fondatore, con Canali, Magnelli, Ferretti, Zamboni, dei CSI e dei PGR, produttore artistico in alcuni dischi dei CCCP Fedeli alla linea, Marlene Kuntz, Timoria, Diaframma, Statuto, Yo Yo Mundi, Bandabardò, Ivana Gatti. Attivissimo sul fronte della produzione, è fondatore del Consorzio Produttori Indipendenti, Sonicafactory, al-kemi-lab, Beautiful, Beau Geste. Si occupa anche di musica per il teatro, sonorizzazioni, e di colonne sonore per il cinema. Con Vittorio Cosma, Max Casacci e Riccardo Sinigallia, crea il progetto DeProducers. Ha collaborato con artisti quali: Franco Battiato, Claudio Rocchi, Cristina Donà, Carmen Consoli, Lorenzo Cherubini, Samuele Bersani, Federico Fiumani, Emidio Clementi, Manuel Agnelli, Robert Wyatt, Tuxedomoon, Raiss, Bertrand Cantat, Hector Zazou.