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Dance per la mente. Estetica ed evoluzione culturale dell'intelligence dance music
Cos'è l'Intelligent Dance Music? Come ha fatto un genere di musica elettronica, partito da una nicchia ristretta di artisti nel Regno Unito, a soverchiare valutazioni storiche sulla musica da ballo? Lo sviluppo di quella che venne molto presto definita da critica e appassionati ""dance per la mente"""" è il racconto, che si colloca agli albori degli anni Novanta, della fine di un ciclo e l'inizio di una nuova era. La cosiddetta IDM, nel giro di pochi anni, porta all'interno della cultura da club un'idea completamente rivoluzionaria, ponendo i propri obiettivi sull'estro di una composizione che riesce a fare a meno dei canonici particolari della dance, pur essendone per caratteristiche direttamente associata. L'ascesa repentina della Warp Records di Sheffield - da cui gran parte del movimento """"brain dance"""" deriva - crea talenti in grado di rendere una musica così complessa e singolare un prodotto d'ascolto, adatto anche a chi non aveva mai varcato la soglia di un club prima d'allora. Artisti come Aphex Twin, Boards of Canada, Autechre e The Orb sembrano inconsciamente - eppure abilmente - apprendere tecnicismi e prerogative di composizioni dalla storia: da Beethoven ai Kraftwerk, passando per Luciano Berio e Brian Eno, il metodo viene convertito in una nuova rivoluzione stilistica. Le loro intuizioni finiranno presto per contaminare anche il modo di pensare e di evolversi di un pop che cambierà gli anni Novanta."" -
Cantattori. Dal set al microfono con «dignitoso» furore
Un approfondito ""viaggio a tappe"""" tra le stelle del cinema, della televisione e del teatro che si sono ritagliate, tra badilate di colleghi talvolta insulsi ma esaltati da astute e costose campagne commerciali, anche una credibile e sincera carriera parallela tra sala d'incisione e palcoscenico. Dai trionfi del Rat Pack alla dedizione pianistica di Hugh Laurie e alla carica selvaggia di Juliette Lewis; dai lodati tour di registi come Woody Allen, Emir Kusturica e John Carpenter fino a insospettabili virtuosi come il pluripremiato Steve Martin o il talentuoso della sei corde Billg Bob Thornton; da Judy Garland e Jayne Mansfield fino a Ilona Staller, Whoopy Goldberg o Scarlett Johansson. Solo per fare qualche nome. Niente operazioni da ascensore o da corridoio di centro commerciale (benché, per amor di completezza, vengano qui citate anche queste figure secondarie), ma soltanto artisti realmente dotati """"anche"""" nel ruolo di musicisti, autori e/o cantanti, protagonisti di incisioni di indubbio valore e motivati da autentica passione. Decine e decine di nomi, stranieri e italiani (a questi ultimi viene riservata un'apposita sezione: da Alberto Sordi, Renato Rascel e Totò passando attraverso il poliedrico Bud Spencer e il batterista professionista Massimo Boldi per arrivare fino al rocker Claudio """"Greg"""" Gregori, all'intimistica Violante Placido, al devoto Marco Giallini o al massiccio compositore Stefano Fresi, dei quali viene ripercorsa la carriera artistica dietro al microfono e sui palchi, aggiungendo anche elementi relativi alla discografia e alla storia personale. Vogliate gradire!"" -
Politics. La musica angloamericana nell’era di Trump e della Brexit
«Il libro analizza a fondo le dinamiche musicali - e politiche - degli ultimi decenni, soprattutto rispetto alle cosidette ""canzoni di protesta"""" contemporanee negli USA e nel Regno Unito.» - La Repubblicarn«Gli anni 60, Trump, la Brexit. Un percorso attraverso le mille descrizioni dei cambiamenti politici e sociali raccontati nelle canzoni. Dalle invettive di Bob Dylan e Sex Pistols fino alla rabbia del grime e alla denuncia colta di Kendrick Lamar» - Robinson, La RepubblicarnLa musica ha sempre avuto la capacità di descrivere i cambiamenti sociopolitici che attraversano determinati periodi storici. Gli ultimi anni non fanno eccezione: eventi che stanno segnando le dinamiche sociali come l’elezione di Donald Trump e il referendum sulla Brexit sono due estremi che intersecano problematiche legate alla questione razziale, al tema del gender e all’abuso di potere a sfondo misogino, all’era della post-verità e alle reazioni contro gli attacchi terroristici internazionali. Politics. La musica angloamericana nell’era di Trump e della Brexit prova ad analizzare la connessione tra gli accadimenti storici che stiamo vivendo da vicino e un’intensa e variegata produzione musicale che accomuna le due sponde dell’oceano Atlantico. Si tratta di una reazione estetica e concettuale figlia di un passato che va dalla controversa iconoclastia dei Sex Pistols alle ribellioni elettriche contro l’intervento in Vietnam di Jimi Hendrix, passando per le invettive politiche di Bob Dylan e le provocazioni anti-Thatcher degli Smiths. Gli eredi di questa tradizione si muovono attraverso un intricato presente incastrato tra accelerazionismo e realismo capitalista, rivestono la canzone di protesta di nuovi significati, alla luce di un futuro che è già passato e diventa retromania, e cercano punti fermi per una società liquida segnata dalla crisi finanziaria del 2008. I vincitori dei Grammy 2018 Lcd Soundsystem e National, PJ Harvey, Moby, Algiers, Kendrick Lamar, i rapper del grime e della trap, e tanti altri ancora, ci mostrano come quella che stiamo vivendo sia un’era di incertezze ma, allo stesso tempo, di opere dal forte significato umano e sociale."" -
The Who. A little million memories. Ricordi di una rock'n'roll band
La prima cosa cui solitamente si pensa quando si ascoltano gli Who è il movimento. Non inteso come generica variazione di moto, ma un movimento sempre e specificatamente incalzante, incessante, sostenuto. In gergo Mod si direbbe ""Action""""; perché sì, gli Who, pur non essendo Mod, dell'essere Mod avevano quell'attitudine a collocarsi sempre un poco più avanti rispetto a un tempo tanto musicale quanto storico e sociale. Sempre più urgenti nell'esecuzione, sempre più esigenti nello sviluppare e nel superare continuamente certi stilemi, gli Who declinano azione e movimento in una maniera completamente inedita. Erano, in questo senso, un'entità proteiforme, in cui i mulinelli di Pete Townshend, le pose drammatiche di Roger Daltrey, lo stoicismo inquieto di John Entwistle e il drumming incessante dí Keith Moon conquistavano prepotentemente l'attenzione del pubblico durante i concerti. C'è stato un periodo, nella carriera degli Who, in cui questo tratto naturale si afferma come non mai. Questo libro intende concentrarsi proprio su quel momento, sviluppandosi ìn due modi: approfondendo e analizzando criticamente il periodo di massima crescita degli Who, identificato tra il 1967 e il 1974, e avvalendosi di una vasta raccolta di testimonianze esclusive che riguarda tutta la carriera della band, dalla prima formazione come High Numbers nel 1964 fino alla morte di Keith Moon nel 1978. Materiale inedito fornito da amici del gruppo, promo-ter, fotografi o semplici spettatori: scatti rubati, racconti dai backstage, pagine di diari privati, polaroid e super8, racconti di giornate passate in compagnia dei quattro musicisti. """"Migliaia di piccoli ricordi"""" legati a quegli anni in cui gli Who sembravano mutare continuamente, più veloci di quel tempo stesso che li stava giocando."" -
Us and them. La distopia rock dei Pink Floyd
Quella dei Pink Floyd è una vicenda ancora oggi difficile da definire: ricca di lati oscuri, fratture emotive e cicatrici interiori mai rimarginate. Dietro la nozione di pinkfloydiano, ormai imprescindibile, si annidano suoni, parole, immagini e ossessioni, che hanno dato adito a molteplici letture in cui talvolta è annegato il tentativo di capire cosa ci fosse realmente dietro “il muro”. Questo è avvenuto a favore di una visione, spesso idolatrica, o limitata all’analisi di un solo singolo aspetto scaturito dalla multisensorialità di cui una simile esperienza è intrisa. Il procedere della storia emotiva della band ha senza dubbio raggiunto i suoi massimi storici nel decennio 1973-1983: gli anni del dominio del genio di Roger Waters e delle sue ossessioni. La paura costante di non essere all’altezza della lotta ideologica di cui si era fatto portavoce, insieme alla metamorfosi mostruosa di una band sempre più inglobata all’interno delle dinamiche della “macchina” dello show business, hanno portato alla costruzione di una vera e propria distopia rock in cui il gruppo e la sua vicenda interna sarebbero diventati metafora di problemi e questioni di più ampio respiro sociale, umanitario e politico. La verità nascosta in una parola sempre più rivelatrice, ma al contempo resa meno presente dall’imponente emergenza di immagini e suoni, è l’oggetto di studio di questa analisi. Utilizzando gli strumenti tipici della filologia si è tentato di scavare nell’io lirico e narrativo, tra le parole e le immagini sonore che hanno permesso di costruire questa magnifica distopia della contemporaneità. Si attua così una focalizzazione sulla profondità psicologica che sottende i testi e le armonie dei quattro principali concept album: THE DARK SIDE OF THE MOON, WISH YOU WERE HERE, ANIMALS e THE WALL, tentando di risalire alle cause prime e alle influenze culturali che li hanno generati. -
Io non sono Liberato
«Chi è Liberato? Io non sono Liberato non dà una risposta definitiva ma semina numerosi indizi con un'indagine accuratissima. La vera missione del giornalista Gianni Valentino però è ricostruire con analisi interdisciplinari e storiche il contesto artistico della Napoli di oggi che ha permesso a un progetto compiuto come quello di Liberato di diventare un caso» - Gianni Santoro, RobinsonrnLiberato - chiunque sia - fa canzoni romantiche in lingua napoletana e le può ballare chiunque: da Sud a Nord, da Napoli all'oceano. L'autore di questo libro lo ha conosciuto attraverso YouTube, come tutti. Poi al telefono, via e-mail, via Skype. «Però è successo», racconta il giornalista de «la Repubblica» Gianni Valentino, «che un pomeriggio, quando avevamo il nostro primo appuntamento, lui non si è più presentato. Un po' l'ho rincorso, un po' ho aspettato che tornasse da me. Cercando di immaginare le sue sembianze, la sua voce, la sua faccia. Sono andato in ospedale, per rintracciarlo. Fino a Barcellona, per capire quali intenzioni avesse. Ma è tutto così invisibile. Incappucciato com'è, tra i laser. Così ho scelto di raccontare tutto quello che so di lui e tutto quello che gli altri - lentamente, generosamente - mi hanno voluto sussurrare della sua storia. Backstage, conversazioni al cellulare, concerti, retroscena, festival, sospetti plagi e cambi di identità». Il libro è una giostra, dal golfo di Partenope al globo, tra i gommoni di via Caracciolo, i videoclip, le installazioni, i ritornelli-serenata, il mare splendente e le piazze notturne dei decumani coi fumogeni e i pitbull. Partecipano con micro-macro interviste Clementino, Raiz, Fabri Fibra, Nino D'Angelo, Populous, Ivan Granatino, Gemitaiz, Livio Cori, Bawrut, Planet Funk e, soprattutto, Enzo Chiummariello e il prof. Ugo Cesari. Perché questa è veramente una storia che accomuna tutti. Tanto quelli che amano quanto quelli che non sopportano più Liberato. -
Cantanti, musicisti e rock band. I 100 film più belli
Mettiamo da parte le colonne sonore diventate oggetto di culto. Tralasciamo i western di Sergio Leone, capolavori come ""Blade Runner"""" e """"Momenti di gloria"""" o le magiche atmosfere felliniane con l'inconfondibile tocco di Nino Rota. Più che un'analisi sugli intricati rapporti tra cinema e musica, questo volume propone una rassegna di film che mettono al centro della narrazione chi ha fatto della musica la propria ragione di vita. Al fianco dei biopic sui giganti della musica (Beethoven, Mozart, Cajkovskij, Schubert, Rossini, Mascagni, Mahler, Gershwin, Liszt) non potevano mancare quelli dedicati alle leggende del rock (Elvis Presley, Jerry Lee Lewis...), del jazz (Cole Porter, Benny Goodman, Charlie Parker, Bix...), del country (Johnny Cash, Woody Guthrie...), del folk (bave Van Ronk...), del blues (Billie Holliday...) e a icone della musica come Violeta Parra, Edith Piaf, Rocco Granata, Ritchie Valens e Ray Charles. Scorrono sullo schermo anche le vicende legate a mitiche rock band come i Doors, i Joy Division, i Sex Pistols, i Four Seasons e fanno capolino, in veste di attori, Frank Sinatra, Dean Martin, Marc Anthony, Jennifer Lopez, Prince, Diana Ross, i Beatles e i nostrani Celentano, Morandi, Little Tony, Bobby Solo, Al Bano, Romina Power, Tony Renis, Dino e Lucio Dalla. Ma al di là della cifra stilistica legata a ogni singolo film, il filo conduttore che lega i cento titoli schedati in questo volume sono le esibizioni di brani che non solo hanno segnato la storia della musica (leggera e non) e lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, ma hanno contributo a cambiare gusti e costumi di una società in continua evoluzione."" -
João Gilberto. Un impossibile ritratto d'artista
João Gilberto Prado Pereira de Oliveira è uno dei personaggi più geniali della musica del Novecento, in costante ricerca tra tradizione e innovazione, uno sciamano che trasforma in oro tutto quello che tocca. Il chitarrista brasiliano è uno degli inventori del celebre ritmo della Bossa Nova che ha dato origine, alla fine degli anni Cinquanta, a un genere inimitabile. João è un tutt'uno con la chitarra e, sin dagli esordi con i gruppi vocali, è ossessionato dalla ricerca di un nuovo modo di suonarla al punto da concentrarsi unicamente su di essa, anche a costo di isolarsi dal mondo. La sua caparbietà proverbiale gli ha permesso di creare un disco clamoroso, ""Chega de saudade"""", considerato da tutti l'album che ha gettato i semi della Bossa Nova, e di continuare la sua ricerca, imperniata sui brani tradizionali della musica popolare brasiliana. Miles Davis dichiarò che avrebbe potuto suonare bene anche leggendo un elenco telefonico, mentre per Caetano Veloso, João Gilberto è meglio del silenzio. Il libro è il risultato di una ricerca decennale basata su documenti d'archivio e propone un ritratto d'artista dettagliato e appassionato, che mette in primo piano la storia di João Gilberto e analizza, nel dettaglio, dischi ed esibizioni. Nell'ultimo capitolo, infine, si descrive il rapporto privilegiato che João ha con Malia, attraverso le recensioni dei concerti dei giornali italiani e i racconti di chi ha vissuto quei momenti speciali. Prefazione di Sergio Hovaghimian e presentazione di Francesco Raiola."" -
Istrioni e sirene. Vol. 2: Da Aretha Franklin a Willie Nelson
Con questo secondo volume prosegue il denso e animato percorso alla scoperta delle voci più significative e creative del panorama nordamericano del Novecento (e oltre), nell’articolato spazio canoro che prende il via dai grandi maestri emersi nei primi decenni del secolo scorso e in particolare dai ruggenti anni Venti, quelli di Louis Armstrong, Al Jolson, Bing Crosby, Ethel Waters, Bessie Smith, espressioni sorprendentemente affini di un formidabile melting pot etnico e culturale. Voci che attraverso la prosa immaginifica e il gusto per il dettaglio dell’autore vengono esplorate a fondo nei loro tratti stilistici e interpretativi, partendo da uno o più album particolarmente rappresentativi e andando a toccare l’intera opera discografica di ciascun artista. Sviluppato alfabeticamente dalla signora del soul, Aretha Franklin, al genio del country “fuorilegge”, Willie Nelson, il libro raggiunge tante altre figure di primissimo piano come i giganti del blues Albert e B.B. King, John Lee Hooker e Muddy Waters, la regina del jazz Billie Holiday, quella del R&B Etta James e quella del gospel Mahalia Jackson, gli innovatori del soul Curtis Mayfield e Donny Hathaway, i grandi baritoni Johnny Hartman e Al Hibbler, il poeta del country Merle Haggard (e il “Sinatra delle taverne honky tonk”, George Jones), l’assassino del rock’n’roll Jerry Lee Lewis, divi di varie epoche come Judy Garland, Lena Horne, Peggy Lee e i Manhattan Transfer. Ma va anche a esaminare carriera, stile e impatto emotivo di numerosissimi artisti “minori” legati per diversi motivi ai protagonisti principali di Istrioni e sirene: interpreti magari di modesta risonanza o vicini ad essere dimenticati ma in realtà memorabili per originalità e tensione espressiva e per la capacità di evocare i valori della loro epoca. -
Nascono da sole e sanno chi sei. Vasco e Ligabue nelle loro canzoni
"Nascono da sole e sanno chi sei"""" è un viaggio tra gli album e le parole di Vasco Rossi e Luciano Ligabue, un confronto dedicato ai due nomi più amati del rock italiano, un approfondimento originale e libero attraverso i testi delle canzoni. Dopo l'introduzione e i cenni biografici, viene presentata un'analisi degli album. La parte centrale, a metà tra la nuvola di parole e il dizionario di citazioni, seleziona elementi (condivisi e non) tra i due canzonieri, con richiami e curiosità. Una raccolta elaborata utilizzando anche strumenti dell'analisi testuale, con l'informatica a sostegno di anni di ascolto, nel rigore delle parole e con la passione per le canzoni, per le emozioni che sanno suscitare. La terza parte si sviluppa intorno a """"canzoni allo specchio"""", con confronti su temi che spaziano dall'amore all'universo femminile, dalla famiglia al soprannaturale, dalla rabbia al dolore e alla voglia di vivere. Il volume si conclude con """"contaminazioni"""", accostando frasi dei due a quelle di altri cantautori. Fin dal titolo il libro affianca citazioni per accompagnare il lettore nel viaggio dentro i brani dell'uno e dell'altro, dai pezzi più duri alle ballate romantiche. Tra la vita spericolata e i sogni di rock'n'roll, il Roxy Bar e il Bar Mario, Sally e la piccola stella senza cielo. Dai palchi di provincia agli stadi e ai record internazionali, da """"La nostra relazione"""" a """"Luci d'America"""". Un omaggio a due artisti di primissima grandezza nel nostro panorama musicale, alle parole che i due rocker emiliani hanno regalato a ciascuno di noi negli ultimi quattro decenni. Un modo nuovo per ascoltarli e per amarli, accarezzando le suggestioni e le emozioni che si colgono nelle loro canzoni. Circa 2000 citazioni da 324 canzoni di Vasco e Ligabue." -
Nudi di canzone. Navigando tra i generi attraverso musica e parole
Quanta musica c’è dentro a una canzone? Cos’è “canzone d’autore”? E il rock come si riconosce? Quand’è che una canzone è nuda? Come la si spoglia? Togliendo il superfluo? Cos’è superfluo? A queste e altre domande cerca di rispondere Nudi di canzone. Ragionando per sottrazione, l’essenziale di una canzone dipende dagli elementi (testo, melodia, interpretazione, strumentazioni, arrangiamenti, armonia, ecc.) di cui non si può fare a meno, ma che non sono sempre gli stessi: dipende dal genere. Il “corpo canzone”, perciò, varia da genere a genere. C’è un solo denominatore comune: la presenza di musica e parole. Questo è il motivo del titolo. Se la popular music contiene al suo interno tutto quello che non è “musica colta”, questo libro si occuperà di una parte di essa: cioè della canzone moderna, in particolar modo di quelle italiane che presentano parole e musica. Il volume raccoglie saggi sui principali generi di canzone, scritti da alcuni dei migliori critici musicali italiani per ogni ambito specifico. Il libro è alla sua seconda edizione. Rispetto alla prima, del 2010, i saggi sono stati rivisti e ampliati. La strada del volume è quella che conduce per gradi a giustificare la tesi secondo cui è imprescindibile tener conto dei generi per la corretta valutazione della canzone, partendo da ciò che caratterizza questa forma d’arte: l’unione di musica e parole. -
Percorsi postmoderni del rock
Il filosofo francese Lyotard definisce il postmoderno come un nuovo paradigma della conoscenza che accompagna l'avvento delle nuove tecnologie ma, prima ancora che il termine entrasse nel lessico filosofico e sociologico, i semi di una nuova era erano germogliati nel campo delle arti. Dalla letteratura all'architettura, e a partire dal fertile retroterra dell'America di fine anni Cinquanta del Novecento, l'estetica postmoderna ha sostituito la classicità fino a giungere a rappresentare il mainstream della cultura contemporanea. Non-linearità del racconto e dello sviluppo, accostamento e integrazione di stili apparentemente incompatibili, sperimentazione di nuovi modelli formali hanno preso il posto dei parametri tradizionali dell'arte occidentale, ereditati in ultima istanza dall'antica Grecia. A partire dagli anni Sessanta, il rock, straordinario fenomeno musicale intrecciato con storia e cultura, è uno dei frutti più autentici di questa rivoluzione. Moderno nei mezzi utilizzati, postmoderno nel modo in cui tali mezzi sono funzionali a un linguaggio che vede insieme la ciclicità infinita del blues e la ricerca melodica multiculturale, il rumore e lo stile cristallino, fino ad arrivare all'integrazione etnica e culturale. Il risultato è un variegato arcipelago di forme e stili che, pur nel sostanziale esaurimento delle spinte propulsive che si verifica da qualche anno a questa parte, permea la musica di oggi, facendosi colonna sonora di un'epoca tuttora in divenire verso ciò che verrà dopo. -
Blues pills e altre storie
"Blues pills e altre storie"""" è un’opera didattica pensata per coloro che desiderano conoscere il blues ma non sanno da dove iniziare. Zadro e Boschi dispensano piccole dosi di sapere sulla musica afroamericana con uno stile chiaro ma volutamente leggero ed essenziale, per non intimorire il lettore a digiuno della materia. La guida è suddivisa in due parti: i capitoli iniziali, in cui Zadro passa in rassegna le origini, gli stili, i musicisti di riferimento e la situazione del blues in Italia; la restante parte, uscita dalla penna di Boschi, va a ripercorrere alcuni aspetti al di fuori della musica ma che con la stessa hanno un legame fondamentale: “le altre storie”, appunto. La bibliografia, la filmografia e la guida all’ascolto che chiudono il volume saranno di grande aiuto a coloro che decideranno successivamente di approfondire l’argomento, ampliando le proprie conoscenze con letture più specifiche. Infine, le originali illustrazioni dell’artista Alexandra Balint conferiscono alla guida un ulteriore elemento di prestigio in quanto sono tutte realizzate con la tecnica dell’incisione e, nello specifico, con la tecnica della punta secca sul plexiglass. Questo metodo permette di avere un segno di grande carattere, deciso ed essenziale così come appare agli autori la musica blues." -
La voce dell'anima. 3 domande a 30 cantanti jazz sul proprio universo vocale
Il lavoro del musicista, oltre alla ricerca di carattere tecnico-musicale, non può prescindere dall'intraprendere anche un'indagine sulla propria interiorità artistica ed emotiva. Quali processi nascosti prendono vita quando si applica la voce cantata a un particolare genere come il jazz? Esistono rigidi confini stilistici entro cui stare o si fa appello a intenzioni più intime e personali, capaci di andare oltre il genere stesso? Ci si lascia influenzare e contaminare da altri stili oppure ci si pone l'obiettivo di preservare determinate prassi esecutive già codificate? E ancora, in un momento storico in cui la tecnologia è sempre più presente, è possibile includere nel linguaggio jazzistico forme di estensione del proprio strumento-voce attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie? Infine, quanto conta il contenuto letterario di un brano nel processo di selezione del repertorio? Queste e altre domande, fondamentali nel percorso artistico-musicale dell'autrice in relazione al proprio lavoro di cantante, giungono ora come una vera e sincera urgenza, tale da dar loro voce attraverso un libro-intervista. Questi interrogativi, capaci di aprire molteplici prospettive attorno all'universo della vocalità, tracceranno un sottile sentiero comune di confronto e condivisione. In un susseguirsi di pensieri e opinioni, talvolta anche molto differenti fra loro, saranno protagoniste le testimonianze di importanti cantanti appartenenti alla scena jazzistica italiana e internazionale. -
Il jazz e le arti. Il sound afroamericano nell'universo estetico contemporaneo
Il jazz intrattiene da sempre rapporti stabili e duraturi con ogni forma di espressione artistica e comunicativa, dagli ambiti strettamente musicali (il rock, il folk, la classica, la canzone) ai territori fascinosi delle arti figurative (pittura, fumetto, grafica, architettura, fotografia, persino urbanistica), dalla parola scritta (poesia, romanzo, noir, anche autobiografia) ai linguaggi audiovisivi (film, documentario, tv, dvd), fino a inventare nuovi seducenti esempi di performance interdisciplinari (action painting e jazz poetry, soundie e musicazione), interessando altresì il costume sociale (moda e modernariato) e ovviamente i precipui ambiti tecnologici (live e studio album, soundtrack). Il jazz influenza le arti visive e ne viene a sua volta positivamente sedotto in un turbinio di esperienze che questo libro racconta, trattando ben 20 arti diverse e raccontando le passioni di decine e decine di artisti che, pur senza fare musica, sono jazzmen a tutti gli effetti. -
Il jazz-film. Rapporti tra cinema e musica afroamericana. Nuova ediz.
Jazz e cinema, due fenomeni, due arti, due linguaggi che hanno attraversato burrascosamente il ventesimo secolo per proiettarsi, con immutata forza creatrice, nel secolo nuovo. Due forme espressive e artistiche coeve – nascono quasi simultaneamente – da intendersi quali grandissimi fenomeni del nostro tempo, perché in poco più di cent’anni hanno compiuto sul piano evolutivo un’accelerazione non paragonabile a quella delle altre discipline. Ma jazz e cinema non condividono soltanto questi aggiustamenti da studi teorici o da categorizzazioni archetipe: il rapporto più o meno diretto tra loro, con reciproche influenze, per quanto poco manifeste, e ancor meno evidenziate da ricerche, analisi o metodologie, risulta invece alquanto costruttivo e stimolante. Un terreno di studi, appunto, sostanzialmente inesplorato, se non in questo profondo e innovativo studio che torna in libreria in edizione ampliata e aggiornata. L’argomento di questo libro riguarda soprattutto il cinema che si impadronisce del jazz e non viceversa; e proprio perché il cinema si dedica al jazz in svariatissime maniere, il testo di Michelone ne scruta – a parte all’inizio l’esaustivo compendio storico – una in particolare, ossia i film che hanno per contenuto il jazz medesimo sotto forma di fiction e di documentario, con le storie vere, false, romanzate, fantasiose, realistiche di musicisti autentici, inesistenti, credibili o immaginari. -
Michael Jackson. La storia e l'eredità artistica
Tra gli artisti più amati della storia, il più grande showman di tutti i tempi, performer impareggiabile e songwriter capace di dar vita a canzoni indimenticabili che hanno appassionato il pubblico di ogni età e di ogni luogo, Michael Jackson è morto, diventando immortale, esattamente dieci anni fa. Nella musica, nel canto, della danza, nella coreografia e nella video-musica, Michael Jackson è stato pioniere e innovatore, icona-simbolo della cultura pop dagli anni Settanta in poi. In questo ampio volume, Luca Izzo e Michelangelo Iossa ripercorrono l’incredibile carriera di questo “artista dei record”, puntando a individuare l’eredità che Jackson ha lasciato nella cultura contemporanea, dalla musica alla danza, dallo spettacolo alla video-culture fino alla moda e allo stile. La sua arte è arrivata ovunque, riuscendo a ispirare milioni di persone e di artisti, come i valori della sua persona, improntati alla solidarietà e al sostegno al prossimo, che ispirano migliaia di associazioni benefiche ancora oggi attive. -
Mitiche canzoni. Nuove vie esoteriche per la critica musicale
Con un accurato lavoro filologico, ""Mitiche canzoni"""" dispiega le ali di otto grandi successi discografici italiani. Il celebre """"trottolino amoroso dududadada"""" non è solo un tormentone, è anche la forma di un Tao che tormenta il mondo con tenerezza creatrice e distruttrice, costringendo due subumani a prendere coscienza della natura. In """"Notti magiche"""", la mitica estate di Italia '90 diventa un momento fondativo dell'identità culturale di un Paese, grazie alla rievocazione di un rito primitivo di cielo e terra, ancora acceso nell'inconscio umano; così come ne """"La donna cannone"""", l'archetipo di amore e morte viene fatto brillare come un attentato terroristico, generando l'ascensione. Dall'angelo cocainomane di Mango, alla vena che si ingrossa di Pappalardo, nella specifica sembianza che rispecchia il tempo e l'ispirazione in cui una canzone è stata prodotta, questo breve saggio intende mostrare un sostrato più profondo: la """"pergamena"""" in cui è scritta esotericamente la formula dell'amore universale."" -
S.O.S. Soniche oblique strategie. 8 storie di musica ai confini del delirio
S.O.S. – Soniche Oblique Strategie è composto da 8 racconti firmati da altrettanti apprezzati autori del fantastico e del pulp italiani: Danilo Arona, Ernesto Assante (coautore di FantaRock, che qui debutta come narratore), Andrea Carlo Cappi, lo stesso curatore Mario Gazzola, Giovanni De Matteo, Lukha B. Kremo, Maurizio Marsico (guru del synth a sua volta al debutto come narratore), Claudia Salvatori. Ciascun autore sviluppa liberamente in un racconto completo uno degli incipit scritti da Brian Eno in forma di gioco di ruolo per i musicisti impegnati nelle session dell’album 1.outside di David Bowie. Concepiti originariamente per spingere musicisti e tecnici di studio verso la creazione di nuove forme musicali, i “ruoli” di Eno qui hanno generato un nuovo, ancor più obliquo sviluppo: sono diventati racconti letterari in cui la musica è al centro di una trama che si spinge senza remore verso i confini più estremi del fantastico, del thriller, dell’horror, del surreale, del mistico e del satanico. Come in un Decameron postmoderno, tutte le storie si dipartono come assoli impazziti dal tema del racconto di Gazzola, che funge da backbeat, da spina dorsale dell’onirica, folle trama. La lettura più psichedelica che potrete “sentire” quest’anno. -
Ribelli all'angolo. Una storia dei Clash a cinque
Nell'estate del 1983, al culmine della fama, i Clash licenziano MickJones, il loro musicista e autore principale, abbandonano la classica formazione a quattro e si ricompattano in una nuova, contestata formazione a cinque, con un giovane batterista, due chitarristi semisconosciuti e due soli membri originali: il bassista Paul Simonon e Joe Strummer, voce del gruppo e di una generazione. Come se i Rolling Stones cacciassero Keith Richards: per i fan di tutto il mondo è uno shock paragonabile, nella storia del rock, solo allo scioglimento dei Beatles. Questi nuovi Clash scompaiono nell'autunno del 1985, dopo aver pubblicato un disco, ""Cut the crap"""", universalmente giudicato orribile, uno dei peggiori mai prodotti da un gruppo rock di livello. Col tempo però si sono scoperte tante storie su questi Clash disprezzati: che si sono lasciati dietro un sacco di canzoni inedite, che i nuovi arrivati venivano bullizzati di continuo, che due anni di vita sono stati un inferno. E che """"Cut the crap"""", forse, non è poi tanto male. """"Ribelli all'angolo"""" racconta la storia di questo gruppo negletto e di questo disco ripudiato. Prima in diretta, attraverso gli occhi, le memorie e la ricerca di un fan, e poi mettendo in fila le tante scoperte, anche critiche, di questi trent'anni, con l'aiuto di molti dettagli inediti. Un libro sui Clash più sfortunati che diventa un omaggio a tutte le nicchie della musica rock, al tempo perduto, alla fanitudine.""