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I 4 scopi della vita. Trova la tua direzione in un mondo che cambia
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La biologia delle emozioni. Dalle leggi di Hamer alla medicina bi...
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Nessuno parla dell'arbitro. Da Mirafiori alla Piazza Rossa
Quando si entra in campo, gli occhi dei tifosi sono puntati sui 22 uomini in calzoncini corti, pronti a giocarsi il risultato. Poi ci sono gli altri 3, vestiti di nero, con il fischietto e le bandierine. Difficilmente qualcuno è andato allo stadio per loro eppure, senza di loro, nulla potrebbe avere inizio. Può sembrare un triste destino quello dell'arbitro, spesso capro espiatorio dei risultati negativi dei propri beniamini, sempre nell'occhio del ciclone nonostante la sua apparente invisibilità. Uno dei più grandi arbitri italiani, Roberto Rosetti, conosce bene questo meccanismo e la sua ottima carriera sul campo ha vissuto un momento difficile e delicato quando, durante i mondiali sudafricani, un suo fischio mancato è diventato per un attimo il fischio più celebre del mondo. Argentina-Messico, ottavi di finale, gol dell'argentino Tevez, in fuorigioco ma convalidato: in un soffio cambiano le sorti di una partita e di migliaia di tifosi. Ma prima di arrivare a quell'istante della scelta c'è una vita, fatta di allenamenti, preparazione, lavoro e campetti di provincia, fino alle grandi partite, ai successi e all'ultima, nuova avventura come responsabile degli arbitri in Russia. In questo racconto, Roberto Rosetti ripercorre la sua storia. L'autore devolve i proventi di questo libro all'Airc di Candiolo. -
Mestiere di alunno e senso del lavoro scolastico
Pubblicato in Francia nel 1994, questo libro resta oggi di incredibile attualità. I nuclei tematici presenti sono diversi e tutti rilevanti: dalle strategie di fronte alla valutazione alle varie forme di comunicazione in classe, dal curriculum reale all'obbligatorietà dei saperi scolastici, dall'ossessione degli adulti di istruire i giovani per il loro bene alla necessità che il senso del lavoro scolastico si costruisca in situazione, con gli alunni e per gli alunni. La ricchezza di temi e l'originalità della ""chiave d'accesso"" utilizzata per esplorarli - l'alunno, inteso come soggetto attivo, costruttivo e strategico - fanno di questo libro un punto di riferimento imprescindibile per chi voglia accostarsi al mondo dell'alunno e, attraverso di esso, all'organizzazione e al funzionamento della Scuola. -
Autismo. Dalla conoscenza teorica alla pratica educativa
I grandi problemi dell'autismo visti in un'ottica teorica e analizzati in base alle possibili applicazioni psicoeducative, dal punto di vista di due dei massimi esperti dell'argomento. -
Il germoglio che non voleva crescere
È primavera e i semi nel terreno sono pronti a germogliare. Crescono tutti alti e dritti tranne uno, che ha bisogno di più tempo. Quando questa piantina è finalmente pronta, scopre che le altre piante crescendo hanno già oscurato con le loro foglie tutta la luce del sole. La piccola piantina però non si arrende e cerca un posto dove crescere e fiorire. Una storia delicata e poetica, scritta e illustrata da Britta Teckentrup, sulla crescita e sul coraggio di trovare la propria strada. Età di lettura: da 5 anni. -
Breve storia di un lungo cane. Vi presento Hank. Ediz. illustrata...
""Ciao, mi chiamo Hank. Sono in seconda. Ho una famiglia bizzarra, degli amici fantastici e un nonno eccezionale. In classe non cerco di far ridere i miei compagni, ma succede. Spesso. La materia che odio di più è l'ortografia. (Ora che ci penso, anche la matematica, per non parlare della lettura!) Mi impegno tantissimo, davvero. E allora, perché il mio cervello a volte funziona meno di un orologio arrugginito?"". Quello che Hank desidera di più è un cane tutto suo. I suoi genitori sono d'accordo, a condizione che lui dimostri tutto il suo impegno a scuola. E qui iniziano i guai. Ma è difficile resistere al dolcissimo sguardo di quel bassotto che rincorre la propria coda girando in tondo come una ciambellina... Età di lettura: da 9 anni. -
Piccolo uovo. In CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). Edi...
Vincitore del Premio Andersen 2012, miglior libro 0/6 annibPiccolo Uovo parte per un viaggio che lo porterà a conoscere i più diversi tipi di famiglie... Età di lettura: da 4 anni. -
Thornhill
Mary vive negli anni Ottanta a Thornhill, un orfanotrofio femminile vicino alla chiusura. Ella è una ragazza che nel 2017 si trasferisce col padre accanto al tetro edificio, ormai abbandonato da tempo. In un dichiarato omaggio a Brian Selznick e alle atmosfere di Il giardino segreto, le storie delle due ragazze, narrate l’una col testo del suo diario, l’altra con evocative illustrazioni in bianco e nero, si avvicinano fino a toccarsi nel coinvolgente finale. Età di lettura: da 10 anni. -
Come un'ombra
Una bambina, un cane nero, un incubo che non vuole svanire. La prosa ipnotica di Mal Peet indaga i meccanismi della paura e del coraggio in un racconto mozzafiato illustrato con talento da Emma Shoard. Sandie ha un incubo ricorrente: ogni notte un gigantesco cane nero sbuca dal buio e la terrorizza, costringendola a svegliarsi di soprassalto. Per risolvere il problema, su consiglio di una psichiatra, la madre della bambina le regala un piccolo meticcio. Per molti anni Connie, questo il nome dell'animale, protegge le notti di Sandie, e l'orrendo quadrupede nero sembra tornare in fondo al buio da cui era venuto. Ma quando Sandie, ormai adulta, viene a sapere che il suo vecchio cane è morto, si troverà nuovamente a rivivere l'incubo della sua infanzia. Questa volta, però, il cane nero sembra poter superare i confini del sogno e invadere la realtà... -
Culti svedesi. Le viscere dei miti. Nove squarci nell'universo di...
Quale terribile verità si nasconde nei boschi dell'oscura Borås, dove aleggia la figura del misterioso Capro Nero? Dove porterà mai il sanguinario viaggio della ""Nonna""? Chi si cela dietro le parole dell'Ambasciatrice della Donna Enfia? Cosa può succedere quando una gelida nevicata si abbatte su un esercito nel 1718? E perché mai le opere d'arte e le fotografie estreme della signorina Witt hanno suscitato l'interesse della misteriosa Annette Glasser e della ""Fondazione Carcosa""? ""Culti svedesi"" è la prima raccolta di racconti di Anders Fager che va a comporre la trilogia del ""Mondo dei Culti"". Le sue storie, ambientate per lo più nell'odierna Svezia, propongono una visione moderna dei Miti di Cthulhu, in un mondo in cui le entità del pantheon lovecraftiano, da Shub-Niggurath a Yog-Sothoth, da Ithaqua ad Hastur, si sono insinuate sulla Terra, nascoste agli occhi dei comuni mortali, a definire la follia, la violenza, la corruzione della società moderna. Anders Fager reinterpreta l'horror moderno con uno stile del tutto personale definito: ""cosa accadrebbe se James Ellroy incontrasse H.P. Lovecraft"". -
Facciamo che eravamo matematici
Continua la serie ""Facciamo che eravamo..."": dopo scienziati, inventori e archeologi è il turno dei matematici! Osservazioni, esperienze e piccoli giochi da provare a casa e a scuola. Un manuale pronto all'uso. Poche pagine di istruzioni e 17 stimolanti attività spiegate passo a passo per lavorare con i bambini dai 6 ai 10 anni -
338171 T.E (Lawrence d'Arabia)
Lawrence d'Arabia uomo e scrittore in un'analisi di rara sensibilità e profonda intuizionern«Si può ottenere dagli uominirnin nome dell’uomo quello che le religionirndomandano in nome degli dei?rnQuesto è il problema di T.E. Lawrence.» - Roger Cailloisrn«Ventuno piccoli capitoli di grande intensità, che fanno di 338171 T.E. (Lawrence d'Arabia) una lettura superba» – Gianluca Di Feo, Robinsonrn«Leggendo questo autentico gioiello dell’argentina Victoria Ocampo, 338171 T.E. (Lawrence d’Arabia),si ha l’impressione di ritrovarsi davanti a una dichiarazione d’amore per un desencuentro, un incontro mancato. Di fatto, non si incontrarono mai, ma fu tra i suoi libri, primo fra tutti I sette pilastri della saggezza, che nacque in lei l’ossessione per il leggendario colonnello» - la Letturarn«Un magico incontro tra due animernche affascina e fa riflettere». - Times Literary SupplementrnSono immersa in Lowrence. Lo amo. Respiro... Il mio sangue circola bene quando lo leggo. Lo ammiro e sono felice che sia esistito.Nel 1942 Victoria Ocampo annuncia al suo amico Pierre Drieu La Rochelle l'intenzione di porre fine a un'autobiografia del colonnello Lawrence: «In questo momento sono sposata con i ""Sette pilastri della saggezza"" e con le sue ""Lettere"", che sto facendo tradurre. Ho già scritto un centinaio di pagine su quest'uomo che mi affascina. Vorrei farlo conoscere ai miei compatrioti e ci riuscirò! T.E.L. mi interessa profondamente perché arriva a conclusioni simili alle mie con un temperamento e per dei percorsi opposti ai miei. Everithing that is, is holy, tutte le cose che esistono sono sacre, come pensava Blake». Pubblicato in patria in quello stesso anno e poi in Inghilterra e in Francia nel 1947, 338171 T.E appare ora per la prima volta in traduzione italiana e per quanto nel mezzo secolo abbondante che ci separa da quella prima uscita la bibliografia intorno a Lawrence sia cresciuta a dismisura, insieme con la revisione storica sulla sua figura e sulla «rivolta araba», l'analisi dell'Ocampo mantiene una freschezza, frutto di un intuito squisitamente femminile, e una profondità che ne fanno un piccolo classico. «Forse il suo torto fu di crogiolarsi nel rifiuto. Ma possiamo chiamare torto ciò che senza dubbio fu il suo dharma? Come quella di Arjuna sul campo di battaglia, la sua anima era sgomenta. Niente poteva dissipare l'ansia che la paralizzava. Come Arjuna, Lawrence non desiderava più né vittoria, né regalità, né voluttà. Era un abitante delle grandi pianure. Ed è in questa regione, popolata di assenze, che ha avuto luogo il nostro incontro». -
Servizio inutile
Smagliante apologia dell’individuo a petto dei totalitarismi che minacciano di inghiottirlo, ideologici, politici, sociali, Servizio inutile è, come osservò a suo tempo Ernst Jünger, il suo Trattato del Ribelle scritto con vent’anni d’anticipo, al tempo di quell’Europa fra le due guerre che fu terreno di coltura e laboratorio della distruttiva modernità novecentesca. La Spagna e la Francia, il Marocco e l’Algeria, la morte della borghesia e quella della nobiltà, il significato vero dello sport, il ruolo e il senso dello scrittore si susseguono in queste pagine dove è lo stile a farla da padrone, l’ironia temprata e insieme acuita dal disprezzo, l’emozione verso i più deboli, i più umili, gli animali. Su tutto, sempre e comunque, la propria dignità. -
La vita a modo mio
Wilfred Thesiger è stato l’ultimo dei grandi quanto eccentrici esploratori inglesi, una figura leggendaria per i suoi viaggi in alcuni dei luoghi più inaccessibili della terra. Bambino, vide l’ingresso vittorioso dell’esercito di Ras Tafari a Addis Abeba, dopo una guerra sanguinosa e all’arma bianca, con il nemico sconfitto e ferito in catene; a 22 anni fece la sua prima spedizione nel selvaggio territorio dei Dancali, lì dove lo status tribale dipendeva dal numero di uomini uccisi e castrati. I suoi libri più famosi, Arabian Sands e The Marsh Arabs, sono il racconto dei suoi soggiorni nell’Empty Quarter e nelle paludi dell’Iraq del sud. In questa autobiografia, dove lirismo e ironia si fondono in maniera ammirevole, Thesiger racconta le persone che più profondamente lo segnarono, come per esempio Henry de Monfreid, e gli eventi che lo spinsero a vivere seguendo il proprio istinto e offre al lettore le chiavi per entrare in una vita e un mondo di leggenda. Antimoderno, ma portatore di una civiltà della tecnica che avrebbe di fatto distrutto la vita tradizionale di quelle tribù da lui così amate, fedele suddito dell’impero britannico e però convinto difensore degli usi e dei costumi di quelle stesse tribù, La vita a modo mio racconta anche il tentativo di fuggire dalla proprie contraddizioni di uomo occidentale nel nome dell’«altrove» e del diverso. -
Il numero 31328. Il libro della schiavitù
Anatolia, ottobre 1922. Con il tragico incendio di Smirne e la ritirata dell'esercito greco dal fronte lungo il fiume Sangario, dopo il velleitario sogno di marciare su Ankara, la popolazione greca dell'Asia Minore è lasciata in balia dell'esercito kemalista e di feroci truppe di irregolari. Nella città di Aivalì, di fronte all'isola di Lesbo, il giovane Ilias Mellos è nascosto in casa dai suoi. I turchi rastrellano tutti i maschi dai 18 ai 45 anni. Presto anche Ilias sarà catturato e inviato attraverso marce forzate a piedi nudi verso gli Amelè Taburù, i battaglioni di lavoro all'interno dell'Anatolia. Una cronaca cruda, immediata, priva di giudizi morali o sbavature retoriche, dell'abisso della violenza, della progressiva catabasi di uomini e donne nella disumanità della schiavitù. Pubblicato nella sua prima versione nel 1931 divenne un caso letterario nella Grecia ancora scossa da una tragedia che aveva visto riversarsi sulle isole e sulla terraferma più di un milione di profughi e morire centinaia di migliaia di greci anatolici nel corso di sistematiche violenze e rappresaglie. Scompariva definitivamente la millenaria presenza ellenica in Asia Minore, mentre la vita nei battaglioni di lavoro preannunciava l'inferno concentrazionario della Seconda guerra mondiale. Una dolente e corale testimonianza, un denuncia serrata degli orrori della guerra e dell'odio «questa potenza talmente deificata, ma che si rivela così sterile», tradotta per la prima volta in italiano in occasione del centenario di quella «Catastrofe dell'Asia Minore» che ha segnato la storia e la cultura greca. -
La settimana santa
Pasqua 1815. Re Luigi XVIII è in fuga. L'usurpatore, l'imperatore, Napoleone insomma, ha lasciato l'isola d'Elba, è appena sbarcato in Francia, è in marcia verso Parigi. Molti generali, all'indomani della sua caduta, avevano prestato giuramento al potere legittimo dei Borboni, ma questo suo improvviso riapparire scombussola cuori e menti. Chi sono i traditori? Quelli che si raggruppano di nuovo intorno a chi donò loro la gloria o quelli che non vogliono abiurare il giuramento appena pronunciato? E gli ufficiali? E i soldati? E la corte, i salotti, gli intellettuali, le belle dame prima bonapartiste e dopo monarchiche? Con chi staranno? Con chi andranno? È la domanda che si pone anche il sotto-tenente Théodore Géricalut, un giovane che ancora ignora il suo destino di pittore, un giovane che ancora non sa che gli restano appena dieci anni di vita. Nell'attesa, cavalca con le truppe reali, in un paesaggio inzuppato di pioggia e reso scivoloso dal fango, ma non sa ancora fino a dove e fino a quando. Romanzo storico sui generis, in nome degli ""imprescrittibili diritti della fantasia"", ""La Settimana Santa"" coniuga il ""mentire-vero"" caro ad Aragon, che costruisce un Géricault felicemente di fantasia e però reale, con le date, i luoghi, gli avvenimenti, le uniformi dell'epoca perfettamente documentati e resi con uno stile vivace e febbrile, in cui risuonano gli zoccoli dei cavalli, l'atmosfera febbrile dei borghi dove inseguitore e inseguito si tallonano, i pensieri, le azioni, le chiacchiere e i pettegolezzi dei grandi personaggi storici: Fouché, Ney, Chateaubriand, Filippo d'Orléans, Madame Royale... Salutato all'epoca come ""il nuovo Aragon"", la sua ""resurrezione"", questo romanzo racconta il passato con un occhio sul futuro. Che cosa significava nel 1815 giurare fedeltà?. Che significato potrebbe significare oggi' A quali fedeltà un domani potremmo dire sì o no? ""È un'opera dove l'avvenire conta più del passato"", ha scritto con ragione François Nourrisier. Postfazione di Franco Cardini. -
Di notte, davanti alla parete con l'ombra degli alberi. Ediz. ill...
Nel tempo prolungato e sospeso che si confà alla durata e alle ore della sera, Peter Handke raccoglie frammenti di pensieri che brillano come pagliuzze d'oro e generano la luce magica più adatta ad animare gli arabeschi delle ombre. Scrive d'amore, ""in cui ci si può solo perdere"", scrive di quel sentimento che nasce dalla comunione di amore e di volontà, l'entusiasmo, ""che si può solo condividere"". Scrive anche delle ""nefandezze della fretta"", dell'impazienza e dell'altro tempo, il tempo della natura, quello che ha a che fare con il vorticare delle foglie, l'oscillare dell'erba, il tremolio della rugiada, soglie più precise dell'alternarsi delle stagioni... Scrive infine del ritmo dell'anima (""sta lì la durata"")... Sono note che hanno il carattere della confessione, della rivelazione e i tratti, le vibrazioni della preghiera propria di un asceta laico. Note che Handke accompagna, intervalla, incastona con disegni (qui riprodotti e che fanno del volume un piccolo libro d'arte), diorama che sono danze di luce e pittura su vetro. Diario di uno scrittore autentico, preso di sorpresa, di notte, nell'ombra, taccuino di un cronista della durata, di un uomo che abita nella durata, che ha stretto amicizia con il tempo e si dice: ""Smettila di immaginarti di essere giovane - Perché?"". Proprio la semplicità, la chiarezza, il nitore costituiscono la cifra stilistica di questi appunti che fanno sussultare il cuore ad ogni passo. -
Speranza contro speranza. Memorie I
Nadežda, in russo, vuol dire speranza, e mai come nelle Memorie di Nadežda Mandel’štam, sperare, nonostante tutto e contro tutto e tutti, è stato un imperativo e un insegnamento. Uscite per la prima volta clandestinamente dall’Urss negli anni Sessanta, e subito tradotte negli Stati Uniti, le Memorie della Mandel’štam, ora pubblicate in Italia per la prima volta in edizione integrale (in due volumi: il secondo uscirà nella primavera 2023), raccontano il dramma di una generazione intellettuale all’indomani della Rivoluzione: le illusioni prima, la paura poi, la menzogna come habitus mentale in?ne. Raccontano altresì gli anni Trenta dello stalinismo, quando un’intera generazione di narratori, critici, poeti, da Osip Mandel’štam a Anna Achmatova, due nomi per il tutto, viene ridotta al silenzio, alla deportazione, alla morte. In?ne, gettano uno sguardo sullo sconvolgimento che la morte di Stalin provocherà in un Paese talmente asservito dal terrore dall’essere incapace di capire che cosa quella scomparsa possa signi?care. Sincerità d’accenti, semplicità tragica, dignità, humour fanno di queste Memorie un capolavoro senza tempo. -
10 modi per imparare a essere poveri ma felici
Ci siamo abituati a essere ricchi. Non solo, ci siamo abituati - senza davvero rendercene conto - a essere felici solo quando possiamo spendere la nostra ricchezza, piccola o grande che sia. L'illusione è quindi di stare bene solo quando si compra qualcosa di nuovo, che sia un vestito o una gita fuori porta, un happy hour o un iPhone. E forse le cose stanno anche peggio di così. Ormai proviamo felicità solo quando scegliamo, e quando abbiamo comprato ormai non ci interessa più quello che stringiamo tra le mani. Oltre che falso e ingannevole questo modello di vita non può più esser sostenuto in un momento di crisi internazionale come quello in cui viviamo ormai da anni. È quindi arrivata l'ora, come spiega Andrea Pomella in questo libro, di riscoprire una cultura della povertà che non sia miseria, ritrovando il piacere di custodire i propri averi senza sperperarli in desideri superflui, spezzando il luogo comune ""ricco, allora felice"" e liberando la ricerca della felicità dalle logiche della mercificazione. Per riportarla a quella dei sentimenti. Per uscire da un vicolo cieco esistenziale che sta spegnendo la luce sul nostro futuro.