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La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni
""La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni"", testo di una conferenza tenuta nel 1819 all'Ateneo di Parigi, è divenuto, sin dalla sua prima pubblicazione, una sorta di manifesto del pensiero liberale. In questo saggio trascinante, animato da una passione pari alla lucidità del pensiero, Constant - attraverso un parallelo di grande suggestione tra la sensibilità antica e quella moderna - mostra come una società non possa definirsi veramente libera se, oltre ai diritti politici, non garantisce all'individuo la piena potestà su se stesso e sul proprio modo di vivere. Nella Nota sulla sovranità del popolo e i suoi limiti, Constant affronta criticamente la nuova superstizione politica di matrice rousseauiana, denunciando la natura mistificatoria del riferimento alla volontà popolare che gli Stati democratici utilizzano per legittimare il loro potere illimitato e per realizzare quel che nessun tiranno oserebbe fare a nome proprio. La letteratura nei suoi rapporti con la libertà è, infine, la dimostrazione appassionata che la letteratura è sempre il riflesso della libertà dei tempi in cui nasce, e trova la sua autenticità solo attingendo ad essa. -
L' ultimo papa d'Occidente?
A distanza di quindici anni dall'elezione al soglio pontificio, Benedetto XVI appare come l'""ultimo papa"" di cui parlava Friedrich Nietzsche. Almeno d'Occidente. rnAveva previsto tutto. La cesura del Sessantotto, il collasso della sua Chiesa, il dominio del relativismo, l'addio dell'Europa al cattolicesimo senza lacrime né nostalgia, il fanatismo islamico, il neomarxismo della Chiesa del popolo, gli ecologismi apocalittici, il mondo nuovo delle Nazioni Unite, il paradosso di un Occidente che al massimo della propria potenza materiale raggiunge l'apice dell'insicurezza culturale, l'avvento di un'Europa post-europea. È Joseph Ratzinger. Prima di diventare Benedetto XVI, in mezzo secolo di saggi, conferenze e interviste, Ratzinger ha compiuto un lucido pellegrinaggio nella modernità e nel vecchio mondo segnato dalla mancanza di respiro, dal vuoto, dalla derisione. Da papa, la sua presenza era intollerabile, il suo genio una minaccia, le sue dimissioni sono state un sollievo per tanti. A distanza di quindici anni dall'elezione al soglio pontificio, Benedetto XVI appare come l'""ultimo papa"" di cui parlava Friedrich Nietzsche. Almeno d'Occidente. Introduzione di John Waters. -
Virus e Leviatano
"Durante la pandemia abbiamo vissuto una forma di dispotismo condiviso e terapeutico. Le funzioni di governo sono state esercitate attraverso decretazioni del Presidente del consiglio che il Paese tutto, insieme alla Chiesa, ha accettato passivamente. Gli editti statali hanno assunto valore quasi religioso. La Salute è stata assolutizzata. L'informazione ha spesso alimentato la paura invece di razionalizzarla e la libertà ne ha sofferto. Chi può assicurarci che ciò non si ripeterà e che lo stato d'emergenza, sostituito allo Stato di diritto, non possa essere istituzionalizzato?" -
Forme in gioco
""Che gran silenzio... C'è ancora qualcuno? Chi mi sa dire dov'era il raduno?"" Età di lettura: da 3 anni. -
Un mare di tristezza. Ediz. illustrata
Un giorno in fondo al mare un pesciolino si sentiva triste e sconsolato. Decise allora di fare una bella nuotata per tirarsi su il morale. Età di lettura: da 3 anni. -
Il cuoco galante (rist. anast. 1793)
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Ai lavoratori
""Può l'industria darsi dei fini? Si trovano questi soltanto nell'indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?"" Così si rivolgeva agli operai Adriano Olivetti il giorno dell'inaugurazione del nuovo stabilimento di Pozzuoli. Nei discorsi presentati in questo libro colpiscono i modi del comunicare e alcune affermazioni che si potrebbero definire datate, salvo poi scoprire che sono quanto mai attuali anche se ignorate dai contemporanei. Olivetti non vuol sembrare un imprenditore amico che parla agli amici operai dando a intendere che lui e loro sono nella stessa barca. Parla come un dirigente cosciente delle proprie responsabilità e determinato a farvi fronte. Una narrazione emotivamente coinvolgente ed eticamente esemplare da parte di uno dei più grandi innovatori del Novecento per restituire dignità e senso a parole come responsabilità, rispetto della persona, conoscenza. Presentazione di Luciano Gallino. -
P101. Quando l'Italia inventò il personal computer
Nel 1964 Pier Giorgio Perotto e i suoi collaboratori progettarono e realizzarono la Programma 101, il primo personal computer al mondo. Un calcolatore pensato per tutti, che prevedeva un rapporto diretto, personale, tra l'utente e la macchina, o, per dirla in termini più ideali, tra l'uomo e la tecnologia. Questo computer da scrivania prodotto a Ivrea fu usato dalla NASA per la missione Apollo 11, dimostrando nei fatti che progettare a misura d'uomo è ciò che permette all'umanità di giungere a mete prima ritenute inarrivabili. P101 è quindi il racconto di un successo italiano, la storia di un gruppo di uomini che inseguirono il futuro e, in qualche modo, un'idea di libertà. -
La prima radice
Il nostro tempo ha negato la tensione di ogni uomo verso qualcosa di più grande, e forse di irraggiungibile, sostituendola con una cultura degradata e ristretta dove i diritti universali sono privi di concretezza e la libertà è intesa come semplice cancellazione di qualsiasi dovere. Ancora più dei diritti, sono invece proprio i doveri, verso se stessi e verso gli altri, ad ancorare l'uomo alla realtà e alla società in cui vive, evitando il rischio di sentirsi sradicati e in balia degli eventi. Secondo Simone Weil, voce inascoltata e profetica del XX secolo, interessarsi davvero del destino dell'uomo significa, quindi, prima di tutto aggrapparsi saldamente e rimanere fedeli alle proprie radici. Potrebbe sembrare un banale richiamo alle tradizioni; invece non è così, perché le radici dell'uomo hanno origine oltre la sfera temporale, nell'eterno e umanissimo desiderio di verità e di bene. -
Obbedienza e resistenza. Le leggi vanno sempre rispettate?
Riflettere sulla dimensione politica collettiva e individuale di ogni cittadino è un'esigenza sempre viva in tutte le epoche, ma particolarmente urgente quando i nuovi problemi del presente mettono in discussione i fondamenti della democrazia, evidenziandone i punti critici. Il patto sociale su cui è costruita la nostra idea di Stato si basa infatti sull'obbedienza alle leggi, ma proprio dall'obbedienza acritica all'autorità statale sono nati gli orrori dei regimi totalitari. Per non ricadere negli errori del passato, e assicurare lunga vita alle democrazie moderne, è quindi necessario avere ben chiari i limiti e gli obiettivi che definiscono la libertà del singolo in uno Stato che si professa democratico. Passerin d'Entrèves, filosofo e storico del diritto, invita così a riflettere sul significato ultimo dell'adesione al sistema di valori della democrazia, un sistema certamente lontano dall'essere perfetto, ma che proprio nella sua imperfezione trova spazi vitali e progressivi di libertà. -
L' estate del mondo
Finalista Premio Pordenonelegge Poesia 2020 ""I poeti dei vent'anni"" -
Lo Zanzi, il Binda e altre storie su due ruote. Scritti sul cicli...
Attento osservatore dei vizi e delle virtù della società italiana, Piero Chiara ha mostrato una viva attenzione anche nei confronti del composito e complesso mondo dello sport. In particolare si è occupato di ciclismo, scrivendo occasionalmente su varie testate e vivendo la singolare esperienza di commentatore televisivo al Giro d'Italia del 1968. Per la prima volta sono qui raccolti i suoi testi più interessanti e curiosi, alcuni dei quali dedicati alla nascita del ciclismo e al fascino senza tempo del Giro d'Italia, la corsa nazionale capace di coinvolgere larghe masse di tifosi appassionati. In altre pagine compaiono i grandi campioni del passato, da Alfredo Binda a Felice Gimondi, e anche personaggi minori ma non meno affascinanti, come il ciclista varesino Augusto Zanzi. Tutti sono descritti e indagati con la solita inconfondibile cura artigianale di un maestro della prosa novecentesca quale è stato senz'altro Chiara. Un'occasione preziosa per leggere (o rileggere) testi poco noti, e insieme per celebrare in maniera originale lo scrittore luinese a cento anni dalla sua nascita. -
Milano in Egitto. Gli scavi di Achille Vogliano nel Fayum. Catalo...
La mostra ""Milano in Egitto. Gli scavi di Achille Vogliano nel Fayum"" presenta al pubblico i risultati e le opere frutto delle ricerche condotte negli anni Trenta del '900 da Achille Vogliano nei siti di Tebtynis e Medînet Mâdi. I rinvenimenti permettono di ripercorrere l'evoluzione della cultura egizia nel periodo greco-romano, evidenziandone il carattere multietnico e la riuscita integrazione di culture diverse. Oggetti di vita quotidiana e i papiri della collezione del Centro Papirologico dell'Università di Milano, ci restituiscono un'immagine della vita di un villaggio egizio di età greco-romana quale quello di Tebtynis, mentre per Medînet Mâdi stele, statue e rilievi testimoniano un importantissimo tempio di Medio Regno dedicato alla dea-cobra Renenutet e al dio-coccodrillo Sobek, ingrandito in epoca greco-romana come tempio dedicato ad Iside-Thermutis. La mostra, che si avvale anche della documentazione fotografica degli scavi conservata presso la Civica Biblioteca Archeologica e Numismatica, è frutto della collaborazione tra il Civico Museo Archeologico di Milano, il Centro Papirologico ""Achille Vogliano"" dell'Università degli Studi di Milano e dell'Università di Pisa. -
Una mamma e basta
A casa di Camilla sono in tre: lei, sua mamma e il cane Gimmy. Come per tutti, la sua è la famiglia più bella del mondo, eppure un giorno la supplente le assegna un compito veramente impossibile: Disegno il papà che vorrei avere... Terzo della serie Piccola storia di una famiglia, un libro che parla di bambini con un solo genitore, per sottolineare come ogni famiglia abbia la sua forma particolare, un intero da rispettare. Età di lettura: da 6 anni. -
La medicina popolare. Tradizione e rito tra magia e spiritualità
La medicina popolare rappresenta un modus operandi in cui razionale e irrazionale, pensiero terapeutico e pensiero magico convivono in una forma non sempre ascrivibile solo alla superstizione. Intorno alla sua complessa struttura si sono coagulati millenni di esperienze, tradizioni e credenze nate quando magia, religione e scienza erano così vicine da sembrare un'unica realtà. Quanto noi oggi definiamo medicina popolare è soprattutto uno strumento capace di ricomporre; simbolicamente l'equilibrio uomo-natura, nel rispetto delle regole di una 'biologia mitica', il cui sapere è stato parte del patrimonio culturale collettivo per molto tempo. Questo libro offre al lettore la possibilità di farsi un'idea delle peculiarità che caratterizzano la medicina popolare, tenendo conto delle sue implicazioni sul piano antropologico e ponendo in luce aspetti contesi tra osservazione della natura, rito e magia. -
Sull'agire. Heidegger e l'etica. Ediz. ampliata
""Heidegger è sempre stato un pensatore comunitarista o comunionale, nello stile ipernazionale e ipereroico che Lacoue-Labarthe ha definito ""archifascismo"" e nel quale l'individuo non conta nulla, a meno che non sia passato (consacrato? sacrificato?) alle Gesta e alla Leggenda di una fondazione e di un'inaugurazione comuni, all'altezza cioè del destino e della civiltà. Questo è vero, ma è anche vero che nessun'altra filosofia è penetrata così profondamente nell'enigma dell'essere-con e che, ieri come oggi, non c'è niente che abbia avuto meno seguito di questo enigma (che è un enigma proprio perché il pensiero lo tiene a distanza da molto tempo). Oggi, sia la decadenza della politica sia il risorgere di comunitarismi d'ogni genere, da vent'anni almeno, testimoniano sufficientemente di una mancanza di pensiero a questo proposito."" (Jean-Luc Nancy 2004). Postfazione di Clemens-Carl Härle. -
Renzo Arbore e la rivoluzione gentile
Chi è veramente Renzo Arbore? Un innovatore? Un anticipatore di tempi e mode? O un provocatore? Il percorso artistico dell'uomo che, attraverso la musica, la radio e la televisione, ha rallegrato la vita di più di cinque generazioni di italiani, è narrato nelle sue tappe principali - la radio di Bandiera gialla e Speciale per voi, la tv da L'altra domenica, Quelli della notte a Doc, la musica con l'Orchestra italiana e con gli Swing Maniacs - e corredato da schede tecniche, canzoni e storie del ""dietro le quinte"", restituite dalle interviste inedite a personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno seguito da vicino la carriera di Arbore: critici musicali, come Luzzatto Fegiz e De Pascale, colleghi e amici, come gli scomparsi Boncompagni e De Crescenzo, ma anche potenziali eredi e ""antagonisti"", come Linus e Fiorello e l'anti-Arbore per eccellenza, Pippo Baudo, per dare infine la parola allo stesso Arbore. Una varietà di materiali e documenti ricostruiscono la vicenda umana e artistica del responsabile di una rivoluzione copernicana ma ""gentile"" del mondo dello spettacolo italiano, che ha aperto la strada all'arte dell'improvvisazione in radio e in televisione servendosi della chiave della musica e degli strumenti del comico e dell'autoironia. Molto più di una biografia, il libro raccoglie tante storie, storie di programmi radiofonici e televisivi, storie di musica e di persone, capaci di raccontare l'Italia degli ultimi cinquant'anni meglio di tanti altri libri. -
A occhi chiusi
Parole, ricordi, piccoli e grandi accadimenti, personaggi del passato che, attraverso uno sguardo ""rinnovato"", si fanno espressione corale e universale. ""La malinconia è la gioia di essere tristi"" scriveva Victor Hugo. E questi sedici racconti le danno voce. -
La danza e l'agitprop. I teatri non-teatrali nella cultura tedesc...
Nei primi decenni del Novecento la cultura di area tedesca vive di fermenti rivoluzionari, di eresie, di impeti e ansie di novità necessarie. Questo volume accosta due campi di attenzione entrambi ai limiti del teatro: la nascita della ""nuova danza"" (la danza moderna ""espressionista""), che viene dall'ampio e variegato e complesso luogo espressivo della rivalutazione del corpo umano e delle sue potenzialità di espressione dinamica; e, ancora, i non lineari e non omogenei percorsi del teatro rivoluzionario operaio di agitazione e propaganda. Si parla - tra pedagogia e arte - di Émile Jaques-Dalcroze, fondatore della disciplina euritmica, di Rudolf von Laban padre della danza libera, di Mary Wigman, la più grande danzatrice di quella generazione. Si parla anche di Erwin Piscator, Béla Balázs, Friedrich Wolf, e altri intellettuali impegnati tra i numerosissimi dilettanti proletari. E in sostanza si parla di ""originarietà"". L'indagine e i quadri storici sono seguiti da un capitolo iconografico che ne ripropone suggestioni e conoscenze. Con una nuova postfazione dell'autrice. -
Il sogno di X
Questo volume presenta per la prima volta ai lettori italiani il romanzo breve Il sogno di X (1912), arricchito dalle storiche tavole di Stephen E. Fabian, noto illustratore di pulp magazine. A seguire, nella sezione Incubi ritrovati, sono raccolti sei racconti finora mai pubblicati in volume, accompagnati da un importante corredo di apparati critici. Completa il libro la silloge poetica Il richiamo del mare, anch'essa inedita in Italia, e una nutrita documentazione fotografica. Si tratta di scatti rari che restituiscono momenti della straordinaria vicenda biografica di William Hope Hodgson, uno dei titani della letteratura dell'Immaginario, che H.P. Lovecraft in persona ha definito «lo scrittore sulle cui spalle si è posato il manto di Poe».