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Le botteghe color cannella. Tutti i racconti, i saggi e i disegni
Insieme a Gombrowicz e Witkiewicz, Bruno Schulz completa la grande triade della letteratura polacca del Novecento. I suoi racconti costituiscono un unico ciclo di ricordi d'infanzia, un album di abbaglianti quadretti a colori dove la fanciullezza riappare rimescolata e incongrua come nei sogni. Tutto ruota attorno ad un padre mattoide, venditore di stoffe in un quartiere dove proliferano odorose botteghe di merci rare. Lo stile pirotecnico, prodigo di aggettivi e incline all'ornamento metaforico, lascia trasparire, dietro l'esuberanza irrefrenabile delle immagini grottesche e il furore analogico, la miseria e il decadimento dell'impero asburgico. Tra oggetti che si animano e personaggi che si deformano in fantocci, Schulz fa della gioventù l'archivio di ogni scoperta. -
Degli ebrei e delle loro menzogne
Martin Lutero scrisse questo aspro e violento documento antisemita negli ultimi anni della sua vita. Si tratta di un saggio così duro da richiedere un commento che ne tenti una contestualizzazione, addentrandosi nell'intrico di violenza che ispirò quest'opera. Risulta allora fondamentale la ricostruzione che Adriano Prosperi fa dei rapporti del fondatore della Riforma con gli ebrei e più in generale dei rapporti fra il mondo cristiano e il mondo ebraico. Prosperi analizza poi l'enorme eco che il saggio ha suscitato nel mondo protestante dove l'antisemitismo si è rivelato ancora più tenace e devastante che nel mondo cattolico. -
Anfitrione
L'""Anfitrione"" di Plauto è la commedia degli equivoci e degli scambi di identità per eccellenza. Quando Molière la riscrive riesce a combinare la perfezione della macchina teatrale plautina alleggerendone il peso e spostando il baricentro dal tema dell'identità rubata a quello dell'adulterio. In quest'operazione sono fondamentali l'eleganza dei versi e l'ironia della lingua, che Molière porta a un livello vicino alla perfezione. Questa traduzione, che Patrizia Cavalli ha scritto nel 1980 per la messa in scena fatta da Carlo Cecchi con il suo Granteatro, rende pienamente questi due elementi. -
Eneide. Testo latino a fronte
Questa nuova traduzione dell'Eneide, corredata da un ricco apparato di note, si configura come particolarmente tecnica e come intimamente poetica: due connotazioni complementari del lavoro di un traduttore che è affermato studioso di letteratura latina e poeta in proprio. Tecnica per la scelta metrica di un esametro barbaro molto duttile, ma anche molto preciso, con i suoi sei accenti e con giochi di pause, e di alternanze fra misure dattiliche e spondaiche, che realizzano una analogia assai stretta rispetto all'archetipo latino. Tecnica per la scelta di mantenere le ripetizioni virgiliane in tutte le tessere formulari: locuzioni fisse dove Virgilio usa locuzioni fisse. La rielaborazione poetica parte da premesse di questo tipo, ma si snoda in un paziente rispetto delle singole parole, fino a una spiccata attenzione alle trame foniche, e specialmente alle allitterazioni, omaggio al poeta più musicale e fonosimbolico del mondo antico. Si snoda poi nella ricerca di imprimere, come già fece Virgilio, un passo sublime a una lingua d'arte non troppo lontana da quella usuale. E ancora nella capacità di calibrare un tono malinconico anche nelle pagine più epiche. Il più affascinante esito della letteratura latina trova una nuova voce, fedele e attualissima, per i lettori di oggi e di domani. -
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Parliamo di un bicchiere di gin che si rovescia in una stanza dove discutono due coppie stanche. Parliamo di vecchi amici che forse per noia, forse per altro, commettono senza rendersene conto un delitto terribile. Parliamo di pasticceri a cui non hanno ritirato torte di compleanno. Parliamo di gesti che sembrano insignificanti, e invece sono in grado di restituire a ogni vita tutta la grazia nascosta dietro la banalità della cattiveria e della paura. I diciassette racconti che hanno reso Raymond Carver un autore di culto: l'espressione più limpida di una scrittura che con miracolosa semplicità arriva sempre al cuore delle cose. Prefazione di Diego De Silva. -
La nostra storia cominicia
Trent'anni, tanto separa i primi racconti di questa raccolta, risalenti all'inizio degli anni Ottanta, dagli ultimi: una cartografia letteraria di lungo sguardo e grande varietà, eppure sorprendentemente unitaria. ""I protagonisti delle mie storie - dichiarava Wolff - abitano tutti quanti un mondo comune. E evidente che sono assillati dalle stesse preoccupazioni etiche e spirituali, e tali preoccupazioni sono il soggetto tematico dei racconti"". Il furto, l'adulterio, la morte, l'ambizione, la paura: queste le preoccupazioni che mettono alla prova l'impianto morale dei personaggi, ma nel dar conto dell'esito, pur esposto con spassionata lucidità, Wolff rifugge ogni deriva censoria. A proteggerlo è il potente antidoto dell'investimento personale. Il complesso dei racconti forma infatti una specie di autobiografia obliqua i cui elementi rimbalzano, rifratti, tra la finzione e la memoria e ritorno. Il milieu accademico, la cui ipocrisia così implacabilmente Wolff sferza nella raccolta, è il medesimo a cui lui stesso, docente di scrittura creativa presso l'università di Stanford, appartiene. I protagonisti di ben sei dei diciannove racconti sono o sono stati soldati, e si muovono in un ambiente che l'autore, membro delle Special Forces dell'esercito americano durante la guerra del Vietnam, ben conosce. E certo dall'autobiografia origina il vero filo rosso che cuce, apparentandoli, tutti i racconti: impostura e illusione, menzogna e vagheggiamento, inganno e autoinganno. -
Doppiare il capo. Saggi e interviste
""Doppiare il capo"", come ogni espressione nella scrittura di J. M. Coetzee, possiede molteplici significad. Di certo ha a che fare con l'idea di un passaggio, una svolta nella continuità: la possibilità, volgendo lo sguardo al cammino compiuto, di riflettere su se stessi. I saggi raccolti in ""Doppiare il capo"" affrontano argomenti molto diversi: letterari (Rousseau, Tolstoj e Dostoevskij, Beckett...) e non solo (da Capitan America al rugby, dalla pubblicità alla censura), restituendo la varietà degli interessi intellettuali e politici del premio Nobel sudafricano. Ma tutti, a ben vedere, sono tentativi di affrontare il medesimo tormentato problema: come dire la verità (anche su se stessi) quando quella verità potrebbe non essere nel nostro interesse. Ammesso poi che tale verità esista: ""Tutto ciò che scrivi, incluso critica e narrativa, ti scrive mentre lo scrivi. La domanda allora è: questa massiccia impresa autobiografica che riempie una vita, questa imponente opera di costruzione di sé, produce solo finzioni? Oppure tra le varie finzioni, ce ne sono alcune più vere di altre? Come faccio a sapere che dico la verità su me stesso?"". -
Il blues
Nel libro vengono passati al setaccio critico gli aspetti costitutivi della poetica e dell'estetica blues, con particolare attenzione all'origine e alla nascita della ""musica del diavolo"", allo sviluppo della sua tipica forma in dodici battute, alle conseguenze, sulla sua natura, della riproducibilità fonografica. Chiudono il volume, l'analisi comparata di tre blues, e un agile apparato di schede su cinquanta tra i più importanti esponenti del blues. A corredo, infine, un'ampia bibliografia, che permetterà al lettore di costruire percorsi di indagine individuali e personali. Un volume dal linguaggio piano e comprensibile che attinge a una vastissima bibliografia e alle più recenti acquisizioni degli studi di settore; un'analisi che sfrutta strumenti e attrezzi d'indagine di varie discipline, all'incrocio di una fitta rete di saperi e conoscenze, per restituire una lettura del fenomeno blues ricca e circostanziata, depurata dalle distorsioni e dalle conseguenze di certi approcci ormai superati, ma difficili da sradicare. -
Sequenze di memoria
Dopo molti anni Ricotta torna al suo paese d'origine: Gianni, un suo amico d'infanzia, si è suicidato. Nessuno sembra capire le ragioni del gesto e neanche il biglietto lasciato svela il mistero. Ricotta però vuole vederci chiaro. L'indagine, sempre più pericolosa, porta a investigare su un'industria chimica della zona. Ma non è solo il presente a celare complicità e crimini: dal passato riaffiora una ragnatela di passioni segrete che si estende indietro nel tempo e intrappola gli abitanti del paese, figure smarrite in un quadro in cui nulla è ciò che sembra. -
Alcione
Il fascino di ""Alcione"" (riproposto qui nell'edizione originale del 1904) aumenta paradossalmente man mano che se ne scoprono le fonti culturali e i risvolti formali: sistemando il quadro dei fitti echi letterari emerge un florilegio di riferimenti ai classici greci e latini e ai moderni scrittori europei. Con abilità da alchimista D'Annunzio sa ricavare dalla materia verbale delle fonti combinazioni originali e personalissime, come nella ""Sera fiesolana"" e nella ""Pioggia nel pineto"". Ma ""Alcione"" è anche un poema organico che, mentre descrive un'estate marina, racconta ben altro: il viaggio del poeta in una patria dell'anima, dove la Versilia si trasforma in un'Eliade popolata di fauni e di ninfe, un Eden perduto di cui resta solo la struggente nostalgia. Come viene analiticamente evidenziato nel saggio introduttivo di Pietro Gibellini, ""Alcione"" è il libro con cui ha fatto i conti tutta la poesia italiana del Novecento: dalle imitazioni alle parodie, dalle citazioni esplicite ai riferimenti sotterranei, è una specie di totem intorno al quale tutti hanno trovato quello che cercavano, per liberarsi dalla tradizione o per colloquiare con essa. Spesso si parla, perlopiù a sproposito, di libri ""imprescindibili"": ""Alcione"" lo è stato quant'altri mai, e forse lo è ancora. -
Eugenetica senza tabù. Usi e abusi di un concetto
Nel dibattito pubblico italiano l'apparato simbolico del discorso ostile alla genetica e alla biomedicina contemporanee si fonda sull'impiego polemico di accezioni fortemente negative della parola ""eugenetica"". Si tratti di diagnosi prenatale, fecondazione assistita o terapia genica, è sempre questa parola-tabù a comparire. E ad accompagnarla è, il più delle volte, il riferimento a uno specifico contesto storico: il nazismo. In tale discorso stigmatizzante l'eugenetica viene presentata come una forma di ""pseudoscienza reazionaria, razzista e antisemita"", fonte di violenza e discriminazioni. Ma spesso una reale definizione è del tutto assente. In forte contrasto con tale banalizzazione, negli ultimi trent'anni la storiografia ha definito un quadro sempre più complesso dell'eugenetica nel Novecento. Alla luce di questi sviluppi il libro ragiona sull'uso pubblico del concetto di ""eugenetica"", per decostruire le ambiguità semantiche, spesso strumentali, legate all'adozione del termine nel dibattito politico-culturale italiano. -
Storia dell'architettura moderna. Vol. 2: Da Frank Lloyd Wright a...
Nel primo volume della ""Storia dell'architettura moderna"" sono documentate le origini del movimento moderno, la prima età pionieristica con le Arts and Crafts di Morris, e l'Art Nouveau di Horta, van der Velde, Olbrich, Gaudí e Loos, il periodo razionalista segnato da Le Corbusier, Gropius e il Bauhaus, Mies van der Rohe, e dall'espressionismo di Mendelsohn, finalmente la stagione organica di cui è protagonista Aalto. In questo volume la vicenda si amplia con l'itinerario organico americano, entro cui splende il genio di Frank Lloyd Wright, e con i complessi apporti linguistici degli ultimi 45 anni, fermentati da Scharoun, Pietilä, Utzon, Gehry. L'architettura moderna diventa sempre più differenziata, senza perdere la sua identità. Questo volume comprende tavole cronologiche relative agli anni 1725-1995, il maggiore apparato bibliografico esistente e l'indice generale dei nomi, dei luoghi e delle correnti figurali, dal cubismo al decostruttivismo. Per la vastità del materiale illustrativo, i due libri potrebbero intitolarsi ""enciclopedia dell'architettura moderna"", e sarebbe, tra le enciclopedie, la più comprensiva e attuale, anche perché include l'intera operosità urbanistica, dai grandiosi lavori ottocenteschi di Parigi, Vienna, Madrid alle ""New Towns"" britanniche e scandinave e ai progetti della città del 2000. -
Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945
Questa ampia scelta di testimonianze coeve è frutto di un accurato lavoro su documenti poco esplorati: ci propone la cronaca della persecuzione cosi come fu registrata giorno dopo giorno dagli stessi ebrei, cioè coloro che subirono le leggi razziali, gli arresti, le deportazioni e spesso pagarono con la vita. I brani sono stati suddivisi tematicamente e cronologicamente per consentire di ripercorrere l'intera storia della persecuzione antiebraica in Italia tra il 1938 e il 1945, dalla campagna di propaganda antisemita all'emanazione delle leggi razziali, dall'internamento sotto il fascismo alle razzie e agli arresti sotto la Repubblica sociale italiana, dalla fuga in clandestinità al concentramento nei campi italiani, dalla deportazione nei campi di sterminio al ritorno dei sopravvissuti. Un affresco storico che assume un significato particolare anche perché costituito di parole scritte dalle vittime di una persecuzione e di un crimine che il nazifascismo voleva mettere a tacere ed annientare, e che invece sono arrivate fino a noi, lasciandoci traccia tangibile, prova storica inconfutabile e memoria indelebile di ciò che è stato. Prefazione di Michele Sarfatti. -
Il salto con le aste
Dalle aste con cui una volta i bambini riempivano i quaderni delle elementari è possibile passare facilmente all'ortografia, ai primi temi, e poi, attraverso passaggi sempre più ardui, arrivare a scrivere un vero romanzo, diventare anche un grande scrittore, come Italo Calvino ad esempio. È quel che sogna Michele Astarita, in una Napoli chiassosa e verace, che urla in dialetto e ostenta il disordine, tra padri autoritari e compagnie violente, fino a quando questa sua ossessiva ambizione non lo porta a confrontarsi con quel passato di scelte, piccoli equivoci, ingenue zone di silenzio che hanno condizionato irrimediabilmente tutta una vita. Un romanzo ironico e compassionevole che mette in scena, con disincanto le speranze e le delusioni di un'intera generazione. Con una premessa dell'autore. -
Lionel Asbo. Lo stato dell'Inghilterra
Ecco Lionel Asbo. Visto da certe angolazioni potrebbe ricordarvi l'attaccante Wayne Rooney, il fenomeno della nazionale inglese e del Manchester United: lo stesso sorriso a denti larghi, la stessa corporatura non molto alta, non molto grassa, ma molto ben piazzata. Di diverso ha una propensione alla violenza in tutte le sue forme e dolorose varietà e un dottorato guadagnato sulla strada in Volgarità e Diritto penale (e se di questa scienza è diventato esperto entrando e uscendo di prigione, per le più creative sconcezze ha proprio un talento naturale). E poi c'è Desmond, l'amato nipotino di ""zio Li"", un quindicenne che solo perché in grado di scrivere - ma senza pretendere correttezza grammaticale (il più grande mistero: il punto e virgola) - viene considerato dal resto della famiglia un estenuato poeta decadente e a cui Lionel ama dispensare consigli ricchi di saggezza e matura responsabilità per riportarlo sulla retta via: ""Perché non te ne vai in giro a sfasciare qualche vetrina? Oppure vattene a casa e guardati un porno come si deve"". Des forse verrebbe visto in un'altra luce se sapessero che ha una relazione sessuale con sua nonna, una vecchia di... 39 anni. Insomma: questa è solo la situazione iniziale, il contesto in cui si innesca - complice anche una lotteria - una storia di incredibile, grottesco umorismo che farà del rozzo, violento, omicida Lionel Asbo l'uomo più ricco, paparazzato, chiacchierato, inseguito, desiderato della nazione. -
La musica del Novecento
Il Novecento è stato per la musica un secolo di vertiginosa creatività nel quale si sono succeduti molteplici stili, tendenze e sensibilità. Molti sono i compositori che ne hanno più volte ridisegnato i confini sonori: da Debussy e Stravinskij a Schònberg e Webern, da Cage e Stockhausen a Nono e Boulez, da Bartók a Xenakis e Ligeti, da Sostakovic a Pàrt, da Ives a Glass; per giungere fino alle prospettive aperte dai compositori nostri contemporanei, che sempre più dialogano non solo con la tradizione ma anche con le diversissime musiche del presente. Leggere queste pagine ci permette di ascoltare il suono infinito che attraversa il secolo guidati da uno dei pochi critici musicali contemporanei in grado di dare un senso complessivo a questa gigantesca e variegata partitura di esperienze musicali, nella quale forma, melodie, timbri, ritmi e silenzi si sono costantemente trasformati tra analogie e differenze. L'ultima parte del volume individua e analizza un canone di cento opere rappresentative, utile per avvicinare una musica che troppo spesso viene considerata difficile e che invece non di rado colpisce per la sua immediatezza e potenza creativa. -
Tirante il Bianco
""Novela total"" lo ha definito Mario Vargas Uosa in un suo famoso saggio degli anni Sessanta: ""Tirante il Bianco"" come romanzo totale. E ha paragonato Martorell a Flaubert e Faulkner, collocandolo tra i più grandi narratori della letteratura di tutti i tempi. A quasi cinquantanni dal giudizio entusiastico di Vargas Llosa, si può forse leggere più pacatamente questo romanzo cavalleresco scritto in catalano nel XV secolo, ma resta la convinzione che si tratta di un'opera affascinante e fortemente innovativa: ha aperto le strade della narrazione moderna con personaggi che ""maturano"" attraverso le vicende raccontate nel libro e che dimostrano un'interiorità e una dimensione psicologica effettivamente in anticipo sui tempi, oltre le schematizzazioni tipologiche medievali. Un punto di forza del libro, oltre le parti epiche e guerresche, riguarda l'amore e la sessualità, trattati molto esplicitamente, con arditezza di situazioni e di linguaggio che ancora oggi possono colpire. La storia principale è quella di Tirante il Bianco, gentiluomo bretone, campione di tornei cavallereschi, che riesce con il coraggio e con l'ingegno a liberare l'isola di Rodi dall'assedio del sultano di Babilonia, dopodiché viene cooptato dall'imperatore di Costantinopoli per condurre la guerra contro i Turchi. Tirante si innamora della figlia dell'Imperatore, Carmesina, e Carmesina di lui, ma una serie di equivoci e di vicende allontana i due innamorati. -
Del narrare
L’attività saggistica di Del Giudice ha prodotto molte più pagine rispetto alla sua narrativa. Sono prefazioni, articoli su rivista, conferenze e interventi a convegni, scritti spesso inediti o poco conosciuti. Per tutta la sua vita di scrittore e di saggista, Del Giudice ha riflettuto su cosa significhi raccontare un sentimento, su come rappresentare il tempo, su come la percezione degli oggetti cambi il modo di pensare e di vivere e dunque di scrivere. Lo ha fatto guardando l’invisibile, sia quando esplora il nucleo primo della materia fisica, sia quando ricorda il suo viaggio nelle terre antartiche, sia quando legge gli autori che più ha amato. Anche parlando di sé e del proprio lavoro di scrittore, Del Giudice illumina «l’emergenza», cioè quel che affiora in superficie nella «zona» del narrare, riflettendo su come si entra e come si esce dalla trama di un racconto, sempre lavorando con precisione sul linguaggio, il nostro «ethos naturale». Questo volume, curato da Enzo Rammairone sulla base dei materiali conservati nell’archivio dello scrittore dopo la sua morte, appronta una scelta di testi, la prima parte dedicata ad alcuni autori prediletti come Conrad, Primo Levi, Calvino, Svevo, Bernhard e Stevenson, la seconda all’atto del narrare. -
Riposa, coniglio
Vincitore premio Pulitzer per la narrativa 1991L'ultimo, malinconico capitolo della monumentale tetralogia che ha ritratto quattro decenni di vita americana.rn""Con l'esattezza della sua prosa e uno sguardo freddo ma attentissimo, John Updike è un maestro, come Flaubert, nell'incantarci con le parole mentre il suo bisturi espone le vanità dell'esistenza"" - Joyce Carol OatesrnrnrnNella fase conclusiva dell'era reaganiana, in un'America terrorizzata dall'Aids in cui tutto pare cadere a pezzi, Harry Angstrom si è trasferito in Florida. Ha cinquantasei anni, venti chili di troppo e deve sottoporsi a un intervento al cuore. Ha la nettissima, inquietante sensazione che la fine si stia avvicinando come un aereo in atterraggio. Eppure riesce ancora a lambiccarsi sull'incomprensibile comportamento di suo figlio Nelson, un cocainomane, e di Janice, sua moglie, che si è messa in testa di ricominciare a lavorare, alla sua età. Ma a perseguitarlo come fantasmi sono soprattutto i rimorsi di una vita. -
Il progetto Kraus
""La vera rabbia, la rabbia come stile di vita, mi rimase estranea fino a un pomeriggio di aprile del 1982"". Jonathan Franzen aveva ventidue anni, si trovava in Germania con una borsa di studio ed era diretto a Berlino, dove avrebbe seguito un corso su Karl Kraus. Leggere i saggi dello scrittore viennese, per il giovane Franzen, fu come scoprire un'altra lingua straniera celata all'interno del tedesco. Tra il 1899 e il 1936, attraverso la rivista ""Die Fackel"", Karl Kraus si era imposto nel mondo culturale germanofono come il Grande Odiatore, censore della banalità e della manipolazione, fustigatore del giornalismo dozzinale. Ammirato da Benjamin e Kafka, oscuro e criptico, Kraus era nondimeno un profeta lungimirante, e in questo libro Franzen mette in evidenza tutta l'attualità del suo pensiero. Il principale obiettivo polemico di Kraus era la macchina infernale dei giornali, ""il disonesto abbinamento degli ideali illuministi con l'incessante e ingegnosa ricerca di profitto e potere"". In modo simile, nota Franzen, nel consumismo tecnologico di oggi, in internet e nei social media, trionfa una retorica umanistica fatta di ""creatività"", ""libertà"", ""connessione"", ""democrazia"" che crea dipendenza e asseconda i peggiori istinti delle persone (molto di più di quanto non abbiano mai fatto i giornali). Rivisitando la propria passione giovanile, Franzen ne prende in una certa misura le distanze....