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Al giardino delle peonie e altri racconti
Nagai Kafu è uno dei grandi nomi della letteratura giapponese moderna. Sensibile al fascino della cultura occidentale è vicino al naturalismo francese anche se della lezione di Zola gli resteranno soprattutto la precisione per il dettaglio e un amore per la descrizione che diventa raffinata letteratura. In risposta alla frenesia del tempo, la sua scrittura trova rifugio nelle emozioni e nelle atmosfere dei quartieri di piacere, un microcosmo pieno di raffinato edonismo e di nostalgia, ultimo riverbero della cultura tradizionale riproposta come modello di una nuova creatività. -
Amato ragazzo. Lettere a Hendrik C. Andersen (1899-1915)
Henry James (1843-1916), il maturo scrittore che trasforma l'arte del romanzo alle soglie del Novecento; Hendrik Christian Andersen (1872-1940), un giovane scultore che vuole segnare il ""nuovo"" del secolo con la sua opera. Un uomo sulla sessantina, mondano e solitario, e un ragazzo bello e vigoroso, si incontrano e la loro corrispondenza è testimonianza di un appassionato intreccio tra arte e vita, tra America ed Europa, tra maturità e giovinezza, tra attraziione fisica e comunanza intellettuale. Questo epistolario si compone di settantesette lettere, molte delle quali pubblicate per la prima volta. -
Drammi romanzeschi. Pericle principe di Tiro, Cimbelino, Il racco...
I drammi romanzeschi rappresentano l'ultima fase della produzione drammaturgica di Shakespeare, una fase che riecheggia temi e motivi sia delle commedie che delle tragedie precedenti, ma si ispira a storie più fantastiche e leggendarie, a soggetti simbolici e archetipici in cui si intrecciano avventure e prove, viaggi e fughe, tempeste e morti presunte, travestimenti e infine miracolose agnizioni, sempre coronate dal matrimonio dei rappresentanti delle giovani generazioni. L'andamento favolistico tuttavia non esclude indagini sulle passioni più sconvolgenti e si coniuga con una sofisticata riflessione metateatrale rivolta a produrre e insieme svelare i meccanismi della finzione scenica. -
Storia del cinema giapponese
Oltre cento anni di cinema giapponese percorsi attraverso gli snodi epocali, le scelte produttive, le grandi opere di molti singoli pionieri. Non solo nomi conosciuti in occidente ma anche registi meno noti e proposte da scoprire in una delle cinematografie più complesse e importanti del mondo. Corredato da estratti di documenti originali, il volume è uno strumento di consultazione per seguire la genesi dei capolavori dei grandi maestri come Ozu, Mizoguchi e Kurosawa, ma anche per avvicinarsi alle recenti tendenze e proposte che sempre più di frequente giungono dal Giappone. Prefazione di Oshima Nagisa. -
Il paese ritrovato. Ritorno ai Ronchi
Un uomo che è stato ""lontano nel mondo"" per anni torna al paese d'origine, al luogo che credeva eterno. Profondamente turbato, si accorge che intanto il legame con i tempi ""di prima"" è spezzato per sempre. Il protagonista che ripercorre lo Stradone dei Ronchi trova uomini e cose profondamente mutati. Le immagini familiari, le ""sue"" immagini, quelle che hanno formato la sua identità, gli appaiono come lampi, come miraggi: svaniscono nel momento in cui cerca di catturarle e fissarle. Non appena si avvicina a un luogo con l'attesa del riconoscimento, questo sparisce, sostituito da un altro. Il paese è cambiato, di ciò che era un tempo si intuiscono solo le forme e al protagonista rimane l'angoscia di un paese perduto. -
La pittura italiana del Rinascimento
Jacob Burckhardt durante la sua carriera aveva progettato anche un monumentale lavoro, rimasto incompiuto, sull'arte italiana del Rinascimento che avrebbe dovuto comprendere i suoi decennali studi sull'architettura, sulla pittura e sulla scultura. In questo volume, dedicato alla pittura, sono raccolti gli scritti di maggiore approfondimento di cui il primo, ""I generi"", steso poco prima della morte, fu rinvenuto tra le sue carte in forma di manoscritto, ma nelle intenzioni dell'autore avrebbe dovuto essere la prima parte del più ampio e ambizioso progetto del quale fanno parte i tre saggi dedicati a ""La pala d'altare"", ""Il ritratto"", ""I collezionisti"". -
Storia del cinema italiano. Vol. 11: 1965-1969.
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Luc Tuymans. La pelle. Catalogo della mostra (Venezia, 24 marzo 2...
Il fiammingo Luc Tuymans (Mortsel, 1958) è considerato uno dei più influenti pittori contemporanei e il punto di partenza del revival della pittura negli anni novanta. Tranquillo, sobrio, ma talvolta inquietante, il suo lavoro oscilla tra la storia e la sua rappresentazione e soggetti tratti dalla vita di tutti i giorni, raccontati sotto una luce diversa. Ripresi da iconografie esistenti, sembrano spesso sfuocati o poco colorati, come astrazioni in 3D della realtà. Mentre i primi lavori si basavano su fotografie di riviste, disegni, filmati televisivi e Polaroid, i più recenti includono materiale scaricato on-line, e immagini scattate con l'iPhone, stampate e talvolta rifotografate molte volte. Il catalogo di questa mostra (Venezia, Palazzo Grassi, 24 marzo 2019 - 6 gennaio 2020), la più grande monografica su Tuymans mai organizzata in Italia, con oltre 80 opere illustrate, è stato concepito in stretta collaborazione con l'artista e si intitola ""La Pelle"" - dal titolo del libro di Curzio Malaparte pubblicato nel 1943, che dà il nome anche a una delle tele dell'artista. -
Fiabe. Testo francese a fronte
""La bella addormentata nel bosco"", ""Cappuccetto rosso"", ""Barbablù"", ""Il gatto con gli stivali"", ""Cenerentola"", ""Pollicino""... Le favole che continuano a far sognare i bambini europei da più di tre secoli si sono installate nella coscienza culturale occidentale come un bene di tutti e di nessuno: una vera e propria proprietà collettiva, di cui ognuno può riappropriarsi raccontandole a sua volta. Proprio questo secolare riuso sembra averne offuscato l'origine. Le scrisse a fine Seicento un raffinatissimo cortigiano di Luigi XIV, architetto e uomo di lettere, accanito difensore del primato dei Moderni sugli Antichi, che vi trasfuse l'ironia, l'esprit de finesse, l'acutezza morale e psicologica di cui il suo secolo miracolosamente disponeva. La sua prosa trasparente, cartesiana, elegante contribuì in maniera decisiva al successo di un'opera che continua a fare le delizie del lettore colto come di quello ignaro, del professore e del bambino. Questa edizione si ripropone dunque di risalire alla lettera dei racconti, presentando sia un testo francese filologicamente affidabile, sia una nuova traduzione che cerca di rispettarne lealmente lo stile. Grazie anche a introduzione e note, sarà così possibile una lettura nuova, storicamente attendibile, di un testo che irresistibilmente si tende a collocare nel tempo mitico dell'infanzia. Introduzione di Daria Galateria. Età di lettura: da 6 anni. -
Elettra. Variazioni sul mito
Esistono figure o temi che periodicamente tornano a riaffiorare nelle pagine dei capolavori letterari arricchendosi ogni volta di nuovi significati. Elettra, la figlia che si erge a vendicatrice del padre Agamennone ucciso dalla moglie Clitennestra e dal suo amante, e spinge il fratello Oreste a uccidere entrambi, è uno di quei miti. Elettra protagonista e unico motore della storia in Sofocle, creatura reietta dalla famiglia e dalla società in Euripide, morbosamente legata da un rapporto perverso con Hofmannsthal, che smaschera tutti i personaggi nella Yorurcenar con il colpo di scena da lei creato. Quattro drammi e una sola Elettra: la figlia che fa uccidere la madre; quattro Elettre e un solo dramma: la madre uccisa dai figli. -
Paziente 64. I casi della sezione Q. Vol. 4
Una piccola isola remota dove un tempo venivano relegate donne scomode, o semplicemente sfortunate, umiliate e maltrattate in nome del mantenimento di un ordine folle. Nete Hermansen era riuscita a scappare – o almeno è quello che credeva. Il giorno in cui il passato la riagguanta, la sua sete di vendetta si fa incontenibile, e la Sezione Q guidata da Carl Mørck si trova ad affrontare uno dei casi più difficili che abbia mai avuto tra le mani. Cosa successe, veramente, su quell'isola cinquant'anni prima? Con una vita privata a dir poco ingarbugliata e un caso di omicidio che lo coinvolge in prima persona, Carl Mørck non è nello stato d'animo adatto per affrontare una nuova indagine. Ma il macabro scenario che emerge dopo la riapertura di un cold case sull'inspiegabile scomparsa di una prostituta, piccola tessera di un mosaico molto più grande, non gli dà alternativa. -
La cameriera brillante
Andata in scena al Teatro San Luca nella stagione 1753-54, ""La cameriera brillante"" riprende la linea delle commedie di villeggiatura in cui agisce una ""gastalda"" ma ampliando molto i limiti del gioco. Anche in questo caso Argentina, la cameriera brillante, è una ""serva padrona"", che giungerà al calar della tela alla conquista della mano del vecchio Pantalone. Essa assume però anche il ruolo di ""meneur de jeu"" nella male assortita compagnia che si trova nella ""terra di Mestre"". -
Il ciclope. Testo greco a fronte
L'argomento del ""Ciclope"" è la più drammatica delle storie narrate da Omero nell'Odissea, la più crudele e dolorosa fra le avventure affrontate da Odisseo. La storia dell'incontro con il gigante Polifemo, la morte dei compagni dell'eroe divorati dal mostro con una progressiva, disumana ""selezione"", l'audace e astuta impresa dell'accecamento rivivono sulla scena euripidea in quella sorta di ""opera buffa"" che è il dramma satiresco, un tipo di composizione unico nel suo genere e di cui il Ciclope è la sola, preziosa testimonianza pervenuta a noi per intero. -
Storia del cinema italiano. Vol. 7: 1945-1948.
Cent'anni di storia ricostruiti nell'intreccio di fantasia, arte, divismo, ideologia, politica, società, interdipendenze culturali, inconscio collettivo, progresso tecnologico, modelli di comportamento. Ogni volume è curato da uno o più storici del cinema si avvale di numerosi contributi illustrati con criteri rigorosamente filologici, redatti dai maggiori esperti che operano nel sistema universitario e da giovani studiosi cui sono state affidate apposite ricerche. ASono raccolti anche documenti, testi legislativi, statistiche cinematografiche, brani giornalistici, prese di posizione associative e cronache del periodo. Ogni volume è inoltre completato dalle filmografie per autori e per anni, dalla bibliografia, dagli indici dei nomi e dei film. -
Trattato della paura
I percorsi contemporanei di ""razionalizzazione"" delle più sofisticate tecniche del dominio strumentale moltiplicano fughe sostitutive - crescentemente vane della Paura: paura della propria ""fine"", della morte come somma e simbolo di tutti i limiti costitutivi e deformati della persona e della società; dunque paura di morbi, catastrofi, fame, guerre, schiavitù come maschere della radicale Paura: dell'Assoluto, del Bene, della Vita, dell'Amore, dell'Eterno. Nessuna forma di cultura può sottrarsi all'alternativa fra il crescere sulle proprie oggettive radici metafisiche e il morire defraudandosi di ogni significato e autenticità di vita e immortalità e perciò riducendosi ai propri fantasmi e incubi. -
La nuova Scala. Il cantiere, il restauro e l'architettura. Ediz. ...
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La dalmatina
Un'avvenente donna illirica fatta schiava dai corsari e contesa da più amanti, un pirotecnico dispiegarsi di scene belliche e drammi interiori, una cornice esotica che combina costumi barbareschi e splendore coreografico delle milizie dalmate: tutto questo è ""La dalmatina"", che nel 1758 infiammò le platee veneziane e rimase per qualche decennio tra i testi goldoniani più conosciuti, per sprofondare poi in un solido e significativo oblio. -
Pasolini e la morte. Un giallo puramente intellettuale
Pier Paolo Pasolini aveva iniziato fin dal 1958 a concepire la totalità della sua opera come una ""messa in scena"" degli atti significativi della sua presenza nel mondo. Atti che, alla fine, sarebbero stati incrementati di senso da una Morte (la sua) dotata di una ""funzione analoga a quella esercitata dal montaggio cinematografico"". L'uccisione di Pasolini dunque - organizzata ritualmente da lui stesso, ""regista martire per autodecisione"" - è la ""ripetizione"" di quel ""Mito di Morte-Rinascita"" che è in realtà il ""Rito Culturale"" che egli pone a testimonianza finale del suo Manifesto per un Nuovo Teatro del 1968. -
Il teatro di Mozart
Il teatro musicale di Mozart rappresenta, nei suo insieme, uno dei capitoli più eccitanti della storia della cultura europea: esempio massimo di creatività musicale, di tensione e consapevolezza drammaturgica, di senso scenico e inventiva teatrale; insuperata incarnazione dello ""spirito del tempo""; sintesi e padroneggiamento di una civiltà e di un'epoca. Il libro di Stefan Kunze traccia una mappa che si può ben dire definitiva di questo ""luogo sacro"" della sensibilità e della passione musicale. In esso sono compresi e integrati tre diversi livelli e prospettive di lettura. In primo luogo, il volume fornisce una piana introduzione e un'aggiornata informazione su tutte ie opere teatrali del maestro di Salisburgo, ciascuna delle quali viene trattata con eguale dignità, evitando la perigliosa distinzione tra opere ""maggiori"" e ""minori"". Vengono, inoltre, evidenziari, sul filo di un esame sistematico dei testi, tutti gli elementi descrittivi, formali e drammaturgici necessari a una conoscenza approfondita e analitica di ogni libretto e di ogni partitura, cercando di sintetizzare i caratteri desumibili dall'analisi musicale, nonché dalla evidenziazione della ""teatralità"" o dalla interpretazione della genesi storica e dell'occasione che originò ciascun lavoro. Il terzo livello di lettura del libro è infine quello che consente di allineare un insieme di ipotesi critiche e interpretazioni innovative circa il contesto culturale cui le opere rinviano. -
Lo Stradivario perduto. Testo inglese a fronte
John Meade Falkner (1858-1932), uomo di grande cultura e dotato di competenze diverse e notevoli capacità pratiche e imprenditoriali, affianca ruoli e attività molteplici nella sua vita lunga e ricca di interessi. Scrittore per hobby più che per professione, si è tuttavia conquistato una posizione stabile e riconosciuta nella storia letteraria inglese grazie a tre soli romanzi, assai diversi tra loro per genere: il fantastico ""Lo Stradivario perduto"", ""Il diamante di Barba Nera"" (romanzo d'avventura e di formazione) e il thriller ""Lo stemma nebuloso"". In essi trasfonde le impressioni e i ricordi degli anni giovanili, l'amore per la natura, e l'interesse mai spento per l'arte, la cultura e l'immaginazione del medioevo.