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Autoipnosi ericksoniana. Chiara e semplice
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Il buddismo dell'India. Un'introduzione completa alla tradizione ...
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Miss Alice e il suo drago. La riappropriazione di un talento nascosto
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Lo yoga del respiro
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Lo zen di Kodo Sawaki
Kodo Sawaki (1880-1965), detto anche Yadonashi, 'il senza dimora', pur riproponendo lo stile di vita sobrio dei primi patriarchi zen, appartiene interamente alla nostra epoca, che ha percorso talvolta tragicamente, ma che ha saputo anche guardare con acuto e ironico senso critico non privo di comprensione per quella ""strana creatura che brancola nel buio con occhi intelligenti"". Il rifiuto di appartenere stabilmente a un monastero, divenendo lui stesso monastero itinerante, in modo da poter portare il suo ""zazen che non serve a nulla"" nelle città e nei paesi, alla gente comune e agli intellettuali, ai carcerati e a tutti coloro che incontrava, che altro era se non il richiamo alla nostra condizione esistenziale, segnata dal pellegrinare attraverso i paesaggi di volta in volta luminosi e oscuri della vita, che egli invitava a percorrere con compassione verso quei ""funghi matti raramente illuminati"", spuntati improvvisamente dalla muffa della notte e nutriti di molte pericolose illusioni? Folgoranti e indimenticabili sono i suoi detti, le acute osservazioni, il severo insegnamento, che hanno contribuito a formare alcuni dei grandi maestri zen del secolo appena trascorso. Quando il lettore avrà chiuso questo libro, si scoprirà capace di guardare il mondo e la vita con occhi diversi, incantato dalla semplicità di un quotidiano colto quale luminosa manifestazione della Via. -
Conversazioni al confine del sogno
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Astavakra Samhita
Scritta in forma di dialogo tra il maestro Astavakra e il suo discepolò Janaka, l'Astavakra Samhita è un antico testo sanscrito che espone i fondamenti del non dualismo induista, o advaita vedanta. L'opera, che risale al quinto o quarto secolo a.C., si differenzia dalla più nota Bhagavad Gita per l'assoluta assenza dì riferimenti teistici. La stringente logica non dualista, non esiste altro che il Sé"", conduce alla comprensione della illusorietà di tutte le coppie di opposti e alla realizzazione del Sé. Realizzare il Sé, sottolinea Astavakra, non significa diventare ma essere il Sè, che è stato, è, e sarà sempre la nostra natura essenziale. -
La salute attraverso lo yoga. L'ayurveda, gli asana, la filosofia
Tutti sanno che lo yoga fa bene alla salute, ma pochi sanno perché. Questo volume è uno strumento per chi vuole conoscere o approfondire lo yoga Iyengar. L'autrice non si limita a presentare sequenze di posture (asana) e di esercizi respiratori (pranayama) secondo il metodo di B. K. S. Iyengar, allievo di Krishnamacharya e una delle massime autorità nel campo dello yoga, ma spiega al lettore il motivo per cui tali esercizi funzionano. Il libro è composto di tre parti: una descrizione dei principi fondamentali dell'ayurveda, funzionale alla comprensione della pratica yogica; un manuale pratico illustrato di sequenze di asana e pranayama; infine un'antologia di brani tratti da antichi testi classici che introducono la filosofia alla base dello yoga. -
Corpo, respiro e mente nella pratica zen
Si pratica lo zen per molte ragioni: per una migliore salute fisica ed emotiva o per una più profonda comprensione della propria religione o filosofica non buddista. Ma la pratica deve passare per il corpo oltre che attraverso la fede. Questo volume illustra come portare il corpo in armonia, come sedere nel modo giusto, come respirare in modo armonioso e naturale. Si scopre allora che anche la mente può stabilizzarsi nella sua attività dolce e naturale e si giunge a comprendere la vera natura della vita e della morte. Questa antologia di testi di alcuni importanti maestri zen contemporanei offre una gamma di insegnamenti concreti per affrontare la pratica zen, dalla meditazione alla pratica dello shikantaza, alla respirazione. -
Lo zen dei samurai. I koan dei guerrieri
Il libro presenta la traduzione integrale dello Shonan-kattò-roku, una raccolta di cento koan che risalgono al periodo Kamakura (1185-1333), l'epoca giapponese in cui i samurai si impadroniscono del potere e Yoritomo Minamoto, il primo shogun, stabilisce la sede del governo effettivo a Kamakura. L'ascesa al potere dello shogun coincide anche con la diffusione in Giappone della scuola buddhista ch'an (più nota con il nome giapponese di zen), che incontra rapidamente il favore della classe militare dominante. Molti maestri cinesi si trasferirono in Giappone e fondarono templi tuttora esistenti. Le antiche cronache custodite nei monasteri, e giunte fino all'epoca moderna costituiscono la più antica espressione del puro zen giapponese. -
Tattiche segrete. Lezioni dai grandi maestri di arti marziali
Nate in epoche in cui la sopravvivenza dipendeva dalla capacità di annientare un avversario, le arti marziali giapponesi non sono però solo tecniche di combattimento. Permeate dei principi dello zen, hanno sempre avuto una componente spirituale che ha contribuito a rendere i samurai, i ronin, i ninja, affascinanti, almeno per l'immaginario occidentale, come sacerdoti della morte. Essendo vie verso la conoscenza di sé e del mondo, verso l'illuminazione, contengono lezioni ancora oggi preziose. E questo è l'aspetto che vuol privilegiare qui l'autore, sottolineando come gli anni di sforzo e di allenamento non producano solo una grande capacità tecnica, ma una mente libera da presunzione, arroganza, paura, aperta ai segreti dell'universo. -
L' esperienza del respiro
Il ""respiro percepibile"" è una modalità respiratoria che l'autrice situa a metà strada tra il respiro involontario e il respiro volontario, tra l'automatismo e il controllo volontario della respirazione. Nel ""respiro percepibile"" si può essere testimoni della propria funzione respiratoria autonoma senza disturbarne il decorso. L'idea principale da cui prende le mosse l'opera è che l'ascolto e la conoscenza del respiro offrono un'esperienza di consapevolezza sensoriale del corpo, e quindi un'opportunità individuale di cogliere il proprio essere nella sua interezza. Il percorso proposto dall'autrice si articola in un'accurata analisi della relazione del respiro con gli spazi corporei, con gli spazi sonori, con il movimento. -
L' arte di rubare il fuoco. Urano nell'oroscopo
La figura mitologica che l'astrologia psicologica predilige per incarnare lo spirito uraniano è quella di Prometeo, Titano di natura semidivina e discendente del dio Urano. Prometeo crea l'uomo dall'argilla e per l'uomo ruba, contro la volontà di Giove, il fuoco divino. La punizione di Giove per il furto del fuoco è terribile: Prometeo incatenato alla montagna viene tenuto in costante agonia dall'aquila che gli divora il fegato. Trasposta sul piano psicologico, questa immagine mitica può dipingere a tinte forti il prezzo che l'uomo deve pagare per la conoscenza uraniana. La sofferenza prometeica è legata a una consapevolezza che è interiorizzazione delle proiezioni e contenimento di conflitti interiori apparentemente insolubili. -
Il taoismo. Una tradizione ininterrotta
Gli ultimi quarant'anni del ventesimo secolo hanno visto una fioritura senza precedenti per quantità e qualità, di studi specifici sugli aspetti più vari del taoismo, soprattutto perché alcuni centri di ricerca cinesi, francesi e anglofoni hanno iniziato una nuova esplorazione dell'immenso canone taoista, il repertorio delle fonti, un terreno quasi vergine la cui conoscenza era, fino ad allora, scarsissima e limitata a un numero estremamente esiguo di testi, dai quali era stata tradizionalmente ricavata la visione storico-filosofica dominante. Il graduale accumularsi di queste ricerche, tutte innovative, nell'insieme ha prodotto un cambiamento spettacolare nella visione del taoismo, un'autentica rivoluzione delle prospettive fondamentali tradizionali che imponeva un riesame globale dell'intera materia. Russell Kirkland, che ha ampiamente contribuito per più di vent'anni a questa nuova stagione di studi, si è assunto il compito di sottoporli a un esame sistematico allo scopo di ridisegnare un quadro ampio, una nuova mappa che ci rivela un immagine completamente diversa e sorprendente di quel multiforme movimento di pensiero e di pratica sociale che viene denominato taoismo. -
La dissociazione somatoforme. Elementi teorico-clinici e strument...
Tra le operazioni difensive che la mente umana può mettere in atto per contrastare il dolore, la dissociazione è certamente uno dei meccanismi più arcaici e immediatamente disponibili, cui l'essere umano può ricorrere sin dalle prime fasi dello sviluppo per preservarsi dalla minaccia di disgregazione psichica. In questo testo l'autore presenta un approccio scientifico rivoluzionario allo studio dei fenomeni dissociativi, che vengono presi in esame nelle loro componenti somatiche non meno che in quelle psicologiche. L'ipotesi dell'autore è che la dissociazione potrebbe essere letta come sistema di reazione difensiva animale alla minaccia predatoria: molti pazienti, infatti, presentano sintomi somatici cronici di natura dissociativa (come il congelamento e l'intorpidimento) che possono essere paragonati alle strategie universali di sopravvivenza delle specie animali. Negli esseri umani, pertanto, la dissociazione potrebbe essere il risultato di un'istintiva risposta di sopravvivenza. L'autore elabora dunque il suo 'modello degli stati difensivi' e lo mette in relazione con gli studi sull'isteria di Pierre Janet e con il modello degli stati comportamentali di Frank Putnam. -
Star bene in acque torbide. Una guida per trovare la pace nel cao...
Al centro di questo studio è l'aspirazione zen che induce ad aprirsi a qualsiasi cosa la vita presenti, per quanto possa essere caotica, irritante o complicata. L'educazione, la cultura in cui siamo immersi, lo stesso pensiero razionale che giudica e paragona incessantemente, ci spingono a vivere in un surrogato del mondo reale, proiettati nel passato o nel futuro e protetti dal confronto diretto col presente, con il ""qui e ora"" che non siamo in grado di gestire senza difese e reazioni condizionate. Tutte le strategie a cui ricorriamo per mantenere un senso di controllo sul mondo, per sentirci sicuri e accettati, ci tengono rinchiusi in una vita artificiale, in un surrogato della vita. Essere disposti ad aprirsi all'esperienza reale ci consente di scoprire la saggezza, la compassione e quella vita autentica che tutti desiderano. Ezra Bayda applica questo semplice insegnamento zen a un ampio ventaglio di tematiche, quali i rapporti affettivi, la fede, il perdono, la sessualità, il denaro, insegnando semplici tecniche per estendere la pratica spirituale a ogni aspetto della vita quotidiana. La pace e la realizzazione sono accessibili a tutti, proprio qui, proprio ora, in qualsiasi circostanza. -
La medicina suprema
Si conclude con questo ultimo volume la trilogia di discorsi di Nisargadatta curata e redatta con estrema dedizione da Robert Powell. Nella prima e nella seconda parte, ""Il nettare dell'immortalità e Inesperienza del nulla"", Maharaj ha quasi stordito il lettore in una sorta di addestramento della coscienza: ora la coscienza dell'io sono' è ""il compagno fedele che rimane con noi ventiquattro ore al giorno"", ora ""un ospite"" con cui non abbiamo niente a che fare, che ""non c'era prima e non ci sarà in futuro"". E tuttavia, parallelamente all'uso di paradossi che mirano a scardinare il condizionamento del pensiero, scorre sotto ogni parola di Nisargadatta il filo silenzioso della semplicità dell""'io sono': il punto in cui 'Quello' si separa dal pensiero e ogni dualità è trascesa. In questo terzo volume dei discorsi, le parole di Maharaj si scarnificano al massimo, lasciando trasparire la limpidezza della quintessenza del suo insegnamento. L'origine dell'io sono' viene riportata al 'soffio vitale', o 'forza vitale', il prana. Non esiste nessun dio al di fuori di noi, e chi crede di pregare Dio prega in realtà l'unico dio che è con noi in ogni momento dell'esistenza: la propria forza vitale. Persino le sacre scritture hanno origine nel prana. La medicina suprema è l""'io sono', e tutto ciò che può condurre alla conoscenza 'io sono' è antidoto all'ignoranza. Di Nisargadatta sono già apparsi in questa collana ""Io sono Quello"", ""II nettare dell'immortalità e Inesperienza del nulla"". -
Colloqui con i bambini. La tecnica dello scarabocchio nella prati...
D. W. Winnicott sviluppò tra il 1964 e il 1968 un tipo di intervento applicabile nel primo colloquio con bambini come strumento diagnostico-terapeutico, e lo chiamò squiggle game, ossia il 'gioco dello scarabocchio'. Egli lo presentava al bambino semplicemente così: ""Io chiudo gli occhi e faccio uno scarabocchio sul foglio; tu ci disegni sopra e lo fai diventare ciò che vuoi. Poi tu fai un tuo scarabocchio su un altro foglio e io lo faccio diventare ciò che voglio"". È essenziale comprendere che questa non è mai stata considerata da Winnicott una 'tecnica', ma solo un modo per entrare in rapporto col piccolo paziente, per creare un colloquio con lui. Per Winnicott la psicoterapia stessa è qualcosa che ha a che fare con due persone che giocano insieme, e il gioco dello scarabocchio serve, appunto, a creare uno spazio in cui possa esprimersi il potenziale ludico della mente infantile. Quando ciò avviene, il bambino si apre interamente e crea col terapeuta una relazione densa, piena e fiduciosa che è molto raro poter raggiungere con altri mezzi in un primo contatto. Dopo un'ampia rassegna del lavoro di ricerca che a partire da Winnicott è stato elaborato sul gioco dello scarabocchio, l'autore presenta in grande dettaglio quattordici casi di intervento con bambini e adolescenti, quasi tutti riportati integralmente, con i disegni annessi e i punti salienti del colloquio che si è instaurato tra terapeuta e paziente a proposito dei disegni stessi. -
Non rifiutare nulla. Il sentiero buddhista al di là di speranza e...
""Se aveste chiesto a Trungpa Rinpoche qual è l'essenza dell'insegnamento del Buddha, avrebbe risposto: 'È semplicissimo. È l'insegnamento dell'apertura, della completa apertura'"". Così Rigdzin Shikpo, discepolo di Chògyam Trungpa Rinpoche, introduce il suo approccio al Dharma, riprendendo l'esortazione di Trungpa ad 'accogliere sempre e non rifiutare mai'. L'apertura e il desiderio di scoprire la verità su se stessi e il mondo, anche se innati nell'uomo, vengono spesso sommersi dalle risposte consolidate e rassicuranti che offrono la società e la cultura. Essere totalmente aperti significa sperimentare ogni cosa in modo diretto, spogliandola dei rivestimenti e degli abbellimenti delle nostre proiezioni. Non è un percorso facile, e infatti l'autore lo chiama 'il sentiero dell'imbarazzo', perché è senza dubbio imbarazzante andare incontro alle situazioni più problematiche senza l'aiuto di tutti gli stratagemmi con cui siamo abituati a manipolare il nostro mondo. Eppure è il sentiero della saggezza, il sentiero del Buddha, l'unica via della sofferenza dell'essere: vedere la vera natura delle cose, velata dalle false proiezioni dalle distorsioni che intesse la mente. -
La voce del corpo. Il ruolo del corpo in psicoterapia
Gli scritti inediti qui presentati sono in parte conosciuti dai praticanti bioenergetici come le 'monografie di Lowen'. Si tratta di una raccolta emblematica, che copre l'arco di vent'anni di ricerca, dal 1962 al 1982, colmando una grossa lacuna nella letteratura bioenergetica. Vi vengono infatti discussi e sviscerati tutti i temi fondanti del pensiero loweniano: il rapporto tra stress e malattia, il piacere in relazione al corpo, il rapporto tra respiro e movimento e tra pensiero e sentire, il legame tra volontà di vivere e voglia di morire, l'aggressività e l'orrore. Nella vastità degli argomenti trattati, due temi spiccano per centralità e profondità di analisi: la relazione tra sesso e personalità e il valore ineludibile che ha l'autoespressione per la salute e la guarigione psicocorporea. Tutto ciò che inibisce o rende difficoltosa l'espressione di sé è, nell'ottica bioenergetica, fonte di stress e di possibile malattia: l'emozione che non può essere espressa si trasforma in tensione per i muscoli che dovrebbero essere coinvolti nella sua espressione. La grande intuizione che Lowen, partendo da Freud e passando per Reich, ha sviluppato in modo del tutto innovativo è proprio il rapporto diretto tra inibizione e tensione: tale rapporto è talmente stretto che è possibile valutare e riconoscere quali emozioni e impulsi siano stati inibiti in una persona soltanto studiando le sue tensioni muscolari.