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Lavorare in psichiatria. Manuale per gli operatori della salute m...
Questo manuale si propone come testo base per tutti coloro che operano in campo psichiatrico. Di concezione innovativa e di taglio decisamente pratico, non è ordinato sistematicamente per patologie ma, in una visione trasversale, ripercorre in modo esaustivo un panorama estremamente variegato di strategie di intervento, attività, esperienze quotidiane e problemi, presentando gli scenari, gli strumenti utilizzati, le diverse professionalità con cui oggi la psichiatria affronta i bisogni, i disagi, le patologie e le situazioni conflittuali nelle diverse età della vita e nei diversi contesti sociali e familiari. -
La signorina che faceva hara-kiri e altri scritti
Per tutti i grandi terapeuti, in cui la clinica e la teoria si alimentano a vicenda, esiste un caso paradigmatico che costituisce l'avvio del cammino successivo. Per Franco Borgogno si tratta della paziente indicata con M e nota da tempo nella letteratura specialistica internazionale come ""la signorina che faceva hara-kiri"": espressione che deriva dal sogno inaugurale dell'analisi, dove avviene una cruenta scena suicidaria. Con lei, a lungo silente e inerte, allagata da un senso di non-vita, Borgogno tesse la densissima trama di emozioni, affetti, pensieri, immagini che consente alla cura di prendere lentamente forma e di contrastare un destino di morte psichica. Attorno al caso di M si costruisce la formula del libro, originale e di sicura presa: psicoanalisti di diverso orientamento discutono di ogni aspetto teorico-clinico di quell'analisi e del pensiero di Borgogno che si viene elaborando attraverso il viaggio analitico. Una coinvolgente polifonia, che testimonia di un percorso d'eccezione. -
I mondi comunque possibili. Logica per la filosofia e il ragionam...
La logica, in un significato tradizionale ma ancora plausibile dell'espressione, è l'arte del ragionamento, ossia del processo per cui deriviamo conclusioni da premesse. Non sempre ce ne rendiamo conto, ma i ragionamenti (buoni o cattivi) guidano tutti gli istanti della nostra vita. Non è necessaria la logica per ragionare, ma a volte qualcosa non funziona, e un ragionamento che sembra ottimo in realtà nasconde un'insidia. In questo senso la logica, l'arte di distinguere i buoni ragionamenti, diventa di primaria importanza, specie in democrazia, in cui le parole, i discorsi, gli argomenti, decidono le scelte pubbliche, vincolanti per tutti. Facendo sempre riferimento al linguaggio naturale, e ricorrendo a una fitta esemplificazione tratta dall'esperienza comune (scientifica, politica, esistenziale, morale) Franca D'Agostini offre un'immagine della logica tecnicamente accurata, ma inedita: non come una rigida disciplina che ci vieta di pensare liberamente, ma come un variegato repertorio di regole classiche e non classiche, che ci orientano nell'esplorazione delle possibilità. Ragionare infatti, sottolinea D'Agostini, significa sempre valutare situazioni e mondi possibili: considerare ciò che esiste, e come potrebbe essere diversamente da come è. Ragionare bene significa allora aprire, rendere duttile e consapevole, la nostra considerazione del mondo. È questo il primo passo per diventare «filosofi», in un senso socratico del termine: ossia cittadini intellettualmente liberi, capaci di scelte critiche e innovative. -
Sé, identità e stili di personalità
Esiste un ambito in cui due saperi in apparenza lontani quali la fenomenologia e le neuroscienze si incontrano e cooperano proficuamente a definire la traiettoria dell'esperienza personale, lungo una linea di continuità tra stati normali e psicopatologia nevrotica. È quello della costruzione del sé, inteso da Giampiero Arciero e Guido Bondolfi non come soggetto che signoreggia nella propria chiusa sfera mentale ma come identità narrativa, la cui permanenza nel tempo si riflette nel linguaggio, configurando in una trama provvista di significatività le differenti inclinazioni emozionali. La narrazione ricompone e integra gli accadimenti, l'agire e il patire, così da fornire a chi li esperisce un senso di stabilità dinamica, polarizzata secondo due tendenze emotive fondamentali di cui la risonanza magnetica funzionale produce riscontri: la centratura sul corpo e l'orientamento all'alterità. A questa polarità Arciera e Bondolfi riconducono gli stili di personalità, distinti in base ai disturbi dominanti: alimentari, ossessivo-compulsivi, ipocondriaco-isterici, fobici, depressivi. Una prospettiva epistemica che ha suscitato grande consenso, perché riesce finalmente a connettere le invarianti esperienziali con la storia singolare della persona nella sua unicità. -
Lavorare con le emozioni nell'approccio costruttivista
Nella storia della psicoterapia cognitiva le emozioni hanno assunto un ruolo che da marginale è diventato sempre più cruciale, fino a occupare attualmente la scena della ricerca. Il primo cognitivismo, focalizzato sui processi di pensiero e sulla costruzione di modelli di funzionamento mentale, sacrificava le emozioni per il loro forte legame con la dimensione corporea e la loro difficile modellizzazione; anche l'approccio razionalista finiva per subordinarle al pensiero. I nuovi orientamenti invece - espressi nei diversi capitoli, affidati a specialisti della materia - non separano affatto gli stati emotivi dalle cognizioni funzionali, anche alla luce del dibattito epistemologico e delle acquisizioni ultime delle neuroscienze e della psicologia evolutiva. Alle emozioni viene restituita la giusta valenza, ricostruendo il significato che assumono all'interno del funzionamento personale. Un libro utile sia sotto il profilo teorico sia per le indicazioni su come sia possibile lavorare con le emozioni in contesti differenti: counselling, pratiche formative, clinica in generale. -
Il terapeuta relazionale. Tecnica dell'atto terapeutico
L'atto terapeutico avviene nello spazio-tempo vissuto insieme da terapeuta e paziente. Questi costituiscono una diade, e nessun intervento clinico, a qualsiasi orientamento epistemologico aderisca, può prescindere dalle dinamiche duali che si instaurano tra loro. Bruno G. Bara le osserva, le scompone e – in controtendenza rispetto alla maggior parte degli studiosi – ne fa l'oggetto di una tecnica relazionale insegnabile, indirizzata ai curanti di ogni scuola. Richiamandosi alle ricerche neuroevolutive più avanzate sul cervello sociale e alla propria pluridecennale esperienza di psicoterapeuta, sposta il focus dal tradizionale piano intrasoggettivo centrato sul paziente all'assetto intersoggettivo cooperativo della coppia. Il principale fattore curativo è infatti la consapevole condivisione, nella modalità sincronica del qui-e-ora, di stati cognitivi, emotivi e viscerali con la figura co-empatica del terapeuta, responsabile dell'interazione clinica e attore non protagonista nella messa in atto di schemi patologici. In una disposizione accettante e non giudicante, il terapeuta aiuta il paziente a diventare consapevole degli schemi disfunzionali che agisce, e ad aumentare così i suoi gradi di libertà dalla coazione patologica dei giochi di sofferenza. Alla consapevolezza condivisa si arriva attraverso un'attenzione costante anche agli aspetti comunicativi extra- e paralinguistici, ed errori sono sempre possibili – omissioni, disallineamenti, autodisvelamenti inappropriati, illusioni di onnipotenza – ma Bara mette in evidenza come spesso i momenti critici risultino quelli terapeuticamente più significativi. -
L' inconscio prima di Freud. Una storia dell'evoluzione della cos...
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Yoga, metodo di reintegrazione
La caratteristica essenziale della filosofia yoga è il disprezzo dell'intelletto. La concezione dualista cristiana dell'essere umano diviso in corpo e anima tende a lasciare l'uomo in balia della schiavitù della mente, di assurde speculazioni teologiche e di discipline morali arbitrarie, che sono i mezzi più efficaci per mantenerlo schiavo e impedirgli di avvicinarsi alla realtà trascendente. Per comprendere lo yoga e le sue tecniche, è essenziale ricordarsi che l'incessante movimento del pensiero cerebrale costituisce la cortina di nebbia che ci nasconde il divino. I piaceri del gusto, dell'olfatto, del tatto, della vista, dell'udito, del sesso, possono invece portare a una percezione dell'armonia divina tramite gli esseri e le cose. Ed è in questo nostro corpo, alle radici stesse del godimento e non del pensiero, che possiamo raggiungere il principio creatore del mondo. Sono tecniche corporali che ci permettono di esplorare nel più profondo di noi stessi quell'assoluto di cui noi non siamo che manifestazioni frammentarie. I metodi dello yoga possono sembrare sorprendenti e perfino urtanti all'occidentale, prigioniero della sua concezione della superiorità dell'intelletto, e che ha difficoltà a comprendere che il godimento se non è proprio la realizzazione del divino ne è una prima immagine, e che basta andare al di là del piacere per trovare la beatitudine. -
Il buddismo del Tibet-La chiave per la via di mezzo
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La pratica dello zen. Metodi e filosofia
Un manuale per imparare da soli lo zen? Sembra un'assurdità! Eppure questo libro riesce perfettamente nell'intento, ridimensionando l'aspetto religioso senza sminuirlo, spiegando pratiche finora ritenute esoteriche in termini limpidi e semplici e offrendo una guida concreta per lo zazen, la meditazione da seduti. Le spiegazioni chiare e scientifiche su postura, respirazione, funzione dei muscoli addominali, tono muscolare e meccanismi di veglia e attenzione fanno ben capire cosa avviene realmente quando si fa zazen. Un capitolo sui koan chiarisce quello che per molti è uno degli aspetti più frustranti dello zen, insegnando inoltre quale sia il vero modo di intenderli e come fungano da catalizzatori dell'illuminazione. La pratica dello zen si distacca dalla massa della letteratura occidentale sullo zen per il suo riesame critico dell'esperienza di illuminazione, detta kensho, che secondo l'autore è stata spesso accentuata a spese di altri importanti aspetti dell'addestramento zen. Lo scopo dello zazen non è il raggiungimento di esperienze come il satori o il kensho, ma il conseguimento del samadhi assoluto, quella condizione di totale immobilità in cui il pensiero è tagliato fuori, la mente è vuota, eppure si è in uno stato di estrema veglia e consapevolezza. -
Il gioco della logica
È una delle opere più estrose e stimolanti mai scritte sull'argomento. In questo libro Carroll mostra come la logica aristotelica possa essere trasformata in un gioco semplice e affascinante che si fa con due diagrammi e nove gettoni (forniti assieme al volume). Oltre alla spiegazione delle regole del gioco, il libro propone la soluzione di centinaia di sottili e sillogismi. -
Libertà dal conosciuto
Questo libro offre una sintesi del pensiero di Krishnamurti sulla condizione umana e sugli eterni problemi della vita. Le sue parole sono tratte da più di cento discorsi, che risalgono all'anno più produttivo della sua vita. Fu lo stesso Krishnamurti a chiedere a Mary Lutyens, sua grande amica e autrice dell'unica sua biografia completa (La vita e la morte di Krishnamurti, Ubaldini, Roma 1990), di compilare per lui questo libro suggerendone il titolo. Le parole sono sue, inalterate; la disposizione, intesa per facilitare la comprensione del lettore, è di Mary Lutyens. Secondo Krishnamurti è possibile cambiare noi stessi radicalmente a qualunque età, non in un lungo periodo di tempo ma istantaneamente, e, cambiando noi stessi, è possibile cambiare tutta la struttura della società e dei nostri rapporti. Il bisogno vitale del cambiamento e la sua necessità sono l'essenza di ciò che Krishnamurti vuol comunicare. Non si può parlare di insegnamento di Krishnamurti perché egli stesso non si pone come un maestro; non si può parlare di una sua filosofia perché egli non vuole essere detto filosofo. Krishnamurti stesso dice che le sue parole sono soltanto uno specchio in cui rimirarci. Chi sa guardare intrepidamente se stesso nello specchio delle sue parole non sarà mai più lo stesso, ma se lo specchio è appannato dal caldo alito della discordia non si potrà vedere assolutamente nulla. -
L'insegnamento di Gurdjieff
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Verità e realtà
Quest'ultimo libro di Krishnamurti è composto da una serie di discorsi e dialoghi. Si apre con tre discussioni con David Bohm. In questa sezione Krishnamurti riprende il tema della verità così come è percepita dai sensi e della realtà così come appare alla coscienza. La relazione tra la verità e la sua realizzazione, e la realtà, che è altamente condizionata dai processi di pensiero e dalle tradizioni, è un altro tema che percorre tutto il libro. La prima discussione del primo capitolo serve da introduzione e indirizza verso una considerazione dei termini: si sviluppa in seguito ponendo stimolanti domande circa la possibilità di comprendere la verità. Poi, nella parte principale del libro, Krishnamurti osserva che la coscienza dell'uomo è composta di ogni sorta di concezioni errate sul 'me' o centro egoico. Il suo approccio è sempre sostanzialmente pratico: può l'uomo essere libero dalla paura, dalla sofferenza, può conoscere se stesso, qual è la sua relazione con la verità, quale il senso della sua vita condizionata dalla morte? Il libro si conclude con alcune domande e risposte che aiutano a far luce su certi argomenti che fanno parte del problema della vita quotidiana. Per esempio: il giusto modo di vivere; la sede della volontà e dell'emozione; il problema della sofferenza; e un passo rivelatore sul 'fattore unificante' nella meditazione e nella vita. -
Famiglie psicosomatiche. L'anoressia mentale nel contesto familiare
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Che cosa vi farà cambiare. Discorsi a Saanen 1978-1979
Questo libro raccoglie due serie di discorsi tenuti da Krishnamurti nel 1978 e 1979 a Saanen, in Svizzera. Una scuola aperta a tutti coloro che siano interessati alla condizione psicologica umana. Krishnamurti ancora una volta ci indica la via d’uscita, la via che conduce alla libertà, offrendoci la possibilità di trovare armonia e amore anche in questa società corrotta, violenta e confusa. La libertà, come ci insegna Krishnamurti, è nella capacità di essere soli con se stessi e, nello stesso tempo, di vivere in armonia con tutto ciò che ci circonda, con profondo rispetto per tutto ciò che esiste. Essere liberi da paura, angoscia e confusione non dipende che da noi stessi, e non da qualche agente esterno, dal quale poi si diventerebbe dipendenti. Dobbiamo trovare il coraggio di azzerare la scala di valori fittizi a cui finora abbiamo dato un’importanza viscerale: questo coraggio, questa forza ci possono giungere solo dall’amore e dalla compassione profonda. Abbandonare l’illusione e, attraverso la percezione, giungere alla libertà, non è certo una via facile da percorrere, poiché l’uomo da millenni si è inconsciamente calato in un’ignoranza drammatica, accettando il proprio destino di sofferenza; ma Krishnamurti ci guida lungo la via della liberazione con pazienza e delicatezza, permettendoci di comprendere fino in fondo la necessità di questo cambiamento. -
Yin e Yang. L'armonia taoista degli opposti
Il taoismo è la filosofia dell'arte di vivere, del ritmo della vita e della semplicità di spirito. Il profondo interesse che il taoismo ha sempre riservato alla Natura in quanto espressione dell'inesprimibile Uno trova riscontro nell'elaborata teoria dei due principi yin e yang, in quanto poli di attrazione e di manifestazione del cosmo nel suo insieme. Yin è il principio femminile, l'intuizione, la profondità, l'ombra, l'immobilità, mentre yang è il principio maschile, la ragione, l'altezza, la luce, la mobilità. L'intero sistema delle cose è contrassegnato dal dualismo e il medesimo dualismo è alla base della Natura e della condizione umana. J. C. Cooper fornisce un'attenta e interessante analisi della metafisica taoista muovendo proprio dall'esame del simbolismo e del significato concettuale della coppia di opposti yin e yang. -
La chiave della teosofia
La Chiave della Teosofia è proprio quello che il suo titolo dice: una 'chiave' per accedere alla Théos-Sophia o 'Sapienza di Dio'. Tale scoperta, però, ha un carattere del tutto individuale e richiede una volontà di ricerca e di indagine che coinvolgono l'intelligenza e l'intuizione: lo 'Spirito' è universale e ogni uomo, pertanto, non ha uno Spirito, ma è spirito. Così lo studioso (non il ricercatore di erudizione, naturalmente, ma quello che lo è come lo erano i neoplatonici) vedrà che la sua ricerca lo conduce alla conquista della religione individuale (non all'individualismo), cioè alla conquista di sé, in quanto (e questa è la 'chiave' di tutto) è soltanto dal di dentro, dall'uomo interiore - il 'Theos' - che possono essere date le risposte vitali. La teosofia della Chiave insegna a sostituire l'idea del Dio antropomorfico (una proiezione dell'uomo) con quella della Causa Incausata che non si contrappone a nulla. Questo 'Dio' non nasce né muore; tutte le cose vanno e vengono, tra le due sponde del tempo e dell'eternità. Noi, tutte le creature, siamo questa realtà Unica, a tutti i piani o livelli del divenire; e dentro l'uomo sono sopite infinite energie che è possibile suscitare: ma per farlo, occorre imparare e conoscere chi siamo e che rapporti abbiamo con l'Universo in cui viviamo e con gli altri. -
La tecnica dell'autoipnosi
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La pratica della concentrazione
Questa nuova opera del Maestro zen Taisen Deshimaru tratta dei rapporti fra lo zen e la vita quotidiana, vale a dire del comportamento umano, alla luce dei dati che solo una pratica assidua dello zazen può fornire. Questi dati sono trasmessi tradizionalmente da maestro a discepolo nel susseguirsi delle generazioni, sono confermati dall'osservazione e perfezionati nel tempo. I problemi di volta in volta affrontati nell'opera riguardano: l'atteggiamento dello spirito durante lo zazen; l'analisi degli atteggiamenti durante la vita di ogni giorno; l'analisi delle esperienze sensoriali, dei metodi di osservazione e guarigione dalle diverse forme di illusioni psichiche e di malattie fisiche; infine, lo studio dettagliato della nozione di karma introduce a una visione approfondita della cultura e della società, conducendo inoltre a profonde domande sul destino umano. Nel suo insieme l'opera costituisce un commento all'idea del Maestro Dogen secondo il quale aver assunto una forma umana costituisce per noi un'occasione unica, e dunque è importantissimo che tale opportunità non vada sprecata. La Via è davanti a noi, sotto i nostri piedi; sta a noi realizzarla! Questa saggezza millenaria ci offre un'autentica morale per i nostri tempi, e sarà il lettore stesso a intenderne l'enorme importanza e le conseguenze per la propria esistenza.