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I limiti del mercato. Da che parte oscilla il pendolo dell'economia?
La storia economica degli ultimi duecento anni è fatta di movimenti ciclici. Movimenti che hanno accresciuto l’influenza dei mercati a spese dei governi e che poi hanno riportato il predominio dei governi a spese dei mercati. Il futuro che cosa ci riserva?rnrnrnDa che parte oscilla il pendolo dell’economia?rnSe quel che conta è la prosperità delle persone, il mercato e lo stato, eterni poli fra cui oscilla l’economia, non sono altro che strumenti per raggiungere quell’obiettivo e a nulla valgono le prese di posizione ideologiche. La contrapposizione stato vs mercato è superata: sarà sempre necessario prevedere un mix dei due. In questa dialettica che difficilmente trova un equilibrio, spesso eventi dirompenti vengono a favorire pericolose estremizzazioni. Avendo acquisito un potere maggiore, a causa della globalizzazione, il mercato finirà per scontrarsi con i suoi limiti? Dobbiamo prepararci al rovesciamento del sistema capitalistico e alla supremazia dello stato? Ciò porterà prosperità? Il mercato deve preoccuparsi di creare welfare o è responsabilità dello stato assicurarlo ai cittadini? Discutere di tali interrogativi significa affrontare alcuni dei temi cruciali del nostro tempo, dal cambiamento climatico alla disuguaglianza crescente. -
La vita delle piante. Metafisica della mescolanza
Abbiamo molto da imparare, dalla vita vegetale.rnrnrnAbbiamo adorato dèi antropomorfi e fatto per millenni degli animali l’oggetto del nostro culto. Eppure la forza cosmogonica più importante sul nostro pianeta sono le piante: sono loro le nostre ultime divinità. Sono loro ad aver prodotto il mondo così come lo conosciamo e lo abitiamo. Sono loro a mantenerlo in vita. Attraverso la fotosintesi, hanno permesso di cambiare lo statuto della materia che ricopre la crosta terrestre, trasformandola in centro di accumulazione dell’energia solare. E soprattutto hanno trasformato irreversibilmente la nostra atmosfera. Non illudiamoci: lungi dall’essere un elemento qualunque del paesaggio terrestre, le piante cesellano e scolpiscono incessantemente il volto del nostro mondo. -
Giustizia e mito. Con Edipo, Antigone e Creonte
Con Edipo, Antigone e Creonte per indagare i dilemmi del diritto continuamente riaffioranti nelle nostre società.rnrnLegge, morale, religione: il mito e noi rnAntigone, ovvero il conflitto tra coscienza individuale e ragion di stato, tra legge morale e legge positiva. Edipo, ovvero la tensione tra verità storica e oggettiva e verità soggettiva, tra domanda di giustizia e intransigenza nell’amministrarla, tra colpa, errore e responsabilità. Creonte, ovvero il contrasto tra la legge e la sua opposizione. Altrettanti dilemmi del diritto che riaffiorano continuamente nelle nostre società. Per quanto emancipata dal suo primitivo nucleo vendicativo, e oggi amministrata con molte garanzie, sancite soprattutto dalle costituzioni contemporanee, la giustizia infatti non risana mai del tutto i conti, né per le vittime né per i carnefici. -
Inverno. Il racconto dell'attesa
Il gelo e la neve: una bianca, gentile, morte che porta in sé nascosta la promessa della vita. Raccontare l’inverno obbliga a fare i conti con le nostre paure e i nostri limiti, e con una parte profonda della storia umana: le grandi glaciazioni, la lotta per la sopravvivenza, ma anche un’attesa di rinascita che si riflette nei miti e nelle feste più antiche. Stagione della sospensione, tanto dei lavori agricoli quanto della guerra, e al contempo uno dei momenti cardine dell’anno, per i suoi riti religiosi e la speranza di rinnovamento che essi portavano. Inseguirla nei secoli significa narrare di cacciatori, malattie, estenuanti ritirate militari, ma anche di esseri fatati nascosti nel cuore della terra, di feste e magie a lume di candela, di veglie davanti al fuoco. Dipinti, musiche, storie, dove il freddo e il mistero si fanno protagonisti. E così per secoli, sino a un presente globalizzato in cui l’inverno appare arretrare di fronte ai mutamenti globali; e quel senso di sospensione, festivo e mortale al tempo stesso, oscilla tra richiami sempre più commerciali e un bisogno profondo, intimo, al quale ci accorgiamo di dovere ancora attingere. -
55 giorni. L'Italia senza Moro
Volti, immagini, storie da un paese in bilicornrn«Questo non è un libro sul calvario di Moro, ma su ciò che si muoveva sullo sfondo, mentre quei fatti accadevano; perché non esiste storia senza ciò che vi sta dietro»rnrnChe Italia è quella che assiste alla prigionia di Aldo Moro? Che volti ha? Che cosa pensa? Se la tragedia incombe, insieme con altri fatti drammatici – un gravissimo incidente ferroviario, due diciottenni uccisi a Milano, l’assassinio di Peppino Impastato – la vita quotidiana scorre. Lo scudetto infiamma i tifosi, e così il mondiale di Formula 1, si guarda Portobello, si avvistano extraterrestri, si chiudono i manicomi, ci si strugge per Pinocchio, si fa l’amore da Trieste in giù, mentre dilaga la febbre del sabato sera. Un corto circuito culturale e antropologico scuote il paese, e queste pagine ce ne portano l’eco: alla voce dei telegiornali con le loro schegge di tragedia, fra comunicati e ultimatum, si sovrappongono le «emozioni da poco» e i «pensieri stupendi». Eterni «figli delle stelle», gli italiani dovranno ora affrontare un passaggio cui è impossibile sottrarsi. Come su un palcoscenico, nomi, storie, vicende in un racconto incalzante e vertiginoso, a comporre il ritratto di un paese che avrebbe preferito rimanere ancora una volta ignaro, nella sua atavica sospensione fra vitalismo e abulia. -
Il vicolo cieco. Le elezioni del 4 marzo 2018
Esistono due tipi di elezioni: quelle «ordinarie», che registrano il presente, e quelle «straordinarie», che segnano una frattura tra il mondo di ieri e il mondo di domani. Il voto del 4 marzo si inserisce pienamente nella seconda categoria. Per cogliere la portata «radicale» del cambiamento innescato da questo voto non giovano però interpretazioni affrettate né reazioni «a caldo». Mettendo a frutto una pluridecennale esperienza maturata nel campo degli studi politico-elettorali, l’Istituto Carlo Cattaneo offre con questo volume un’analisi del voto ancora una volta rigorosa e articolata. Sono così approfonditi temi quali l’offerta politica, le risposte degli elettori e il ruolo del sistema elettorale. Ad arricchire la disamina, sono proposte alcune riflessioni che si interrogano sulle cause che hanno condotto la politica italiana nel «vicolo cieco» in cui è precipitata e sulle possibili vie d’uscita. -
Una cultura della crescita. Le origini dell'economia moderna
Sappiamo bene ormai come la Rivoluzione industriale abbia innescato l’economia moderna; ma l’interrogativo avvincente su cui gli storici continuano a dibattere è sempre lo stesso: perché è accaduta proprio qui, in Europa, e non altrove? Grazie a una estesa e approfondita analisi, l’autore mostra come sia stata la cultura a fare la differenza. Fra Cinque e Settecento in Europa crebbe infatti una cultura volta al miglioramento della vita, all’acquisizione e alla circolazione di conoscenze nuove e alla loro messa in pratica: un «mercato delle idee» competitivo, favorito dalla stessa frammentazione politica del continente. La Rivoluzione industriale poté avviarsi in Europa perché solo qui due secoli di mentalità aperta al cambiamento e alla crescita, di scoperte scientifiche, di invenzioni, l’avevano preparata. -
A mio non modesto parere. Le recensioni sul Sole 24 Ore
Sono qui raccolte le recensioni che lo storico delle idee Paolo Rossi, figura di prestigio internazionale e tra le più importanti della cultura italiana, pubblicò per molti anni sulle pagine culturali del «Sole 24 Ore». Nel breve spazio di una pagina, con la lucidità e la chiarezza che gli erano consuete, Rossi analizza criticamente libri importanti, pubblicati in Italia e all'estero, di filosofia, di scienza, di storia, di antropologia, di religione, di politica; discute le tesi centrali e i presupposti non sempre espliciti dai quali muovono; sottolinea i punti di forza, ma anche, con garbo e fermezza, i punti deboli. Il volume offre un quadro della cultura europea vista da uno studioso dagli interessi molteplici, dalla curiosità insaziabile e dalla scrittura sempre avvincente. -
Il mito. Discorso autorevole o racconto screditato?
La categoria «mito» è divenuta fondamentale nella nostra cultura, così come lo è divenuta nel discorso usuale o televisivo e persino nei linguaggi giovanili, dove le espressioni «mito» e «mitico», generalmente in forma esclamativa, ricorrono con straordinaria frequenza. Una cosa è chiara, sembra proprio che del «mito» non si possa più fare a meno. -
Interessi democratici e ragioni partigiane. Una concezione politica della democrazia
Una democrazia che voglia trovare il giusto equilibrio tra rispettorndell’autonomia e promozione del bene comune è un sistema in cuirnognuno è libero di sostenere le proprie istanze senza che questernvengano giudicate, come avviene all’interno del mercato? O è invece unrnforum in cui i cittadini devono giustificare pubblicamente le propriernproposte e valutarle con attenzione per identificare quelle che sonornnell’interesse della società? Secondo l’autore, sebbene la dicotomiarnmercato/forum permetta di analizzare i più importanti modelli dirndemocrazia (aggregativa, partecipativa e deliberativa) e le concezionirndi agency politica che questi veicolano, tale contrapposizionernsemplifica il processo democratico e dovrebbe essere superata al finerndi definire una concezione politica della democrazia. In base a questornmodello un sistema democratico deve considerare a pieno gli interessirne i valori particolari dei cittadini, richiedendo a questi ultimi di basare lernproprie proposte su concezioni anche parziali del bene comune. Unarnsimile prospettiva veicolerà una forma di agency partigiana, cherngarantirà ai cittadini di essere parziali ma richiederà loro di fornirerngiustificazioni politiche a sostegno delle proprie proposte, erngiustificherà delle eque procedure negoziali attraverso cui individuirnconsapevoli della parzialità delle proprie istanze potranno identificarernuna mediazione per tutti soddisfacente. -
La disuguaglianza e il suo futuro nei paesi ricchi
Da oltre un ventennio assistiamo alla vasta ripresa del dibattito sulla disuguaglianza. La novità è che non ci si limita a considerare il classico divario della condizione umana, ma si è aggiunta una specifica attenzione, acuita dalla crisi, alla situazione dell'Occidente benestante. Le differenze nazionali sono ovviamente marcate se guardiamo al Nord Europa, ai paesi mediterranei e agli Stati Uniti. La disuguaglianza non è sempre socialmente negativa, lo diventa quando la ricchezza si concentra vistosamente e convive con quote cospicue di povertà. Occorre tuttavia distinguere la forte disuguaglianza economica dei redditi e dei patrimoni da quella più tenue che concerne gli stili di vita, la salute, l'istruzione, i consumi e il tempo libero. È ragionevole la sfida a contrastare questo stato di cose? Gli ostacoli sono molteplici, basta pensare all'instabilità internazionale, al divario tra tecnologia e occupazione, ai differenti livelli di produttività. Inoltre le politiche redistributive di contrasto alla povertà si scontrano con l'insidia del debito pubblico. Non si può quindi prescindere dalla crescita economica, che va aiutata da scelte pubbliche e non solo affidata ad automatismi di mercato. Questa è la priorità che sembra meglio corrispondere alle aspettative dei gruppi sociali intermedi e di quelli svantaggiati. Essa non sarà in grado di ridurre la disuguaglianza economica, ma offrirà risorse preziose per sostenere il percorso verso una più ampia equità. -
Sociologia delle migrazioni femminili. L'esperienza delle donne post-sovietiche
Metà dei migranti del pianeta sono donne. A lungo trascurata, la presenza femminile nei flussi migratori è oggi al centro di molti dibattiti, non sempre ben definiti. Ma si tratta davvero di un fenomeno nuovo? In cosa si differenzia la mobilità delle donne da quella degli uomini? E quali sono le sue conseguenze per le donne migranti, per le loro famiglie, per i contesti d'origine e di insediamento? Il volume risponde a queste domande ricostruendo sistematicamente la nascita e l'evoluzione di uno dei più grandi sistemi migratori femminili, quello che unisce i territori dell'ex Unione Sovietica con l'Italia e con molti altri paesi del bacino del Mediterraneo. In meno di un quarto di secolo, l'arrivo delle donne post-sovietiche ha infatti cambiato l'immigrazione in Italia, aprendo dinamiche d'insediamento del tutto inedite. -
L' Inquisizione a Firenze nell'età di Dante. Politica, società, economia e cultura
Il volume ripercorre le origini e l’evoluzione storica del tribunale antiereticale a Firenze a partire dagli anni Trenta del Duecento fino al pontificato di Giovanni XXII. rnrnLa città di Dante rappresenta un esemplare case study dei profondi intrecci che legarono il negotium fidei medievale alla vita politica e alle trasformazioni della società comunale, non secondariamente in ragione dell’accentuato dinamismo economico che caratterizzò il passaggio tra Due e Trecento. In questo fervido contesto gli aspetti di carattere più schiettamente religioso sembrano rimanere di fatto in secondo piano, ancorché presenti anche nei dibattiti culturali che animarono il convento francescano di Santa Croce, sede dell’Inquisizione fiorentina. Il rilievo sociale dei lignaggi a vario titolo coinvolti nella repressione evidenzia come l’attività finanziaria e l’«indotto» generato dal tribunale ponessero il negotium fidei al centro di forti interessi, che coinvolsero sia il ceto politico che quello imprenditoriale. Le irregolarità di gestione emerse in seguito ad un’inchiesta papale degli anni 1333-1334 fotografano in maniera nitida fino a che punto l’attività antiereticale si fosse progressivamente (e precocemente) trasformata da questione religiosa ad affaire principalmente d’ordine finanziario. -
Arduino fra storia e mito
Arduino, marchese di Ivrea e poi re d’Italia intorno all’anno 1000,rnè una figura presente nella cultura diffusa (scolastica e non solo)rnsul medioevo. Eppure le conoscenze su questo personaggiornerano basate su studi ormai superati, condizionati da enfasirne distorsioni ideologiche. Negli ultimi vent’anni c’è statarnun’inversione di tendenza e le ricerche storiche hannornapprofondito la personalità di Arduino e le dinamiche socialirne politiche del territorio in cui egli era maggiormente radicato.rnI saggi contenuti in questo volume danno conto di tali progressirne si propongono come tappe verso una riconsiderazionerncomplessiva. Alle linee essenziali della sua vicenda –rnla carriera, l’attività prima di funzionario e poi di re, il contrastatornesercizio di potere, il declino – seguono pagine che nernaffrontano decisivi risvolti problematici: dalla costruzione di unrnapparato di consenso in Ivrea e nel Canavese, attraverso legamirncon famiglie locali che, nel tempo, presero le distanze da un rernsconfitto e condannato dalla chiesa, oppure inventarono rapportirnparentali con un personaggio entrato nel mito; al rapporto colrnmondo ecclesiastico, che si rivela molto più complesso e menornscontato rispetto all’immagine negativa che per anni è statarntramandata; per giungere ai chiaroscuri del mito, ora eluso orarnesaltato dall’erudizione di antico regime e coltivato dallarnstoriografia ottocentesca, con il protagonismo dei Savoia,rnarricchito di ascendenze con potenzialità legittimanti ma ancherndepurato da zone d’ombra, alla ricerca di «preparazioni»rndell’unità italiana. -
L' università nei primi quarant'anni della Repubblica italiana 1946-1986
Come ogni altra istituzione sociale del nostro paese a partire dal secondo dopoguerra, l'università italiana ha visto modificarsi radicalmente la propria composizione e soprattutto il proprio ruolo nella società. In che misura sono avvenuti questi cambiamenti, quali erano le idee di formazione superiore e che ruolo ha avuto la classe dirigente - politica, economica, intellettuale e accademica - del paese in relazione alle radicali trasformazioni della società italiana in atto in quegli anni? Quale connessione si realizzò fra le politiche formative e quelle economiche e occupazionali? Ripercorrendo quarant'anni di dibattito politico e accademico sull'istruzione superiore, basandosi sulle cifre ufficiali dello sviluppo universitario e confrontando quanto elaborato dalla storiografia e dalle scienze sociali, questo volume ricostruisce la storia e le conseguenze di una riforma mancata - o realizzata solo parzialmente - al pari di quanto avvenuto in altri settori cruciali dello Stato, analizzando criticamente concetti troppo spesso dati per scontati, come la definizione di «università di massa» e la funzione di formazione della classe dirigente da sempre conferita all'istruzione superiore. -
Strutture industriali e innovazione sistemica. Strategie e sostenibilità
Il volume trae origine da due convegni promossi in collaborazione tra la Fondazione Edison e l'Accademia Nazionale dei Lincei, che hanno riunito economisti, tecnologi, imprenditori. Nel primo incontro si è trattato di sviluppo economico, tecnologia e industria e nel secondo di strutture produttive, tecnologia ed economia. Il libro ha un'impronta prettamente economica, centrata sulla «nuova rivoluzione industriale» considerata non tanto come trasformazione di un settore produttivo affiancato ad altri, ma come trasformazione della fucina strutturale dell'innovazione, che determina ricadute in tutti i settori dell'economia. I sistemi nazionali di produzione che ne discendono possono essere più o meno potenti, a seconda delle strutture a disposizione e delle strategie perseguite. L'indagine coinvolge principalmente l'Europa e l'Italia, nella consapevolezza che questi due sistemi produttivi vivono nello spazio aperto dell'innovazione continua. Sia l'Europa che l'Italia ospitano dei campioni dell'innovazione e della competitività e di questi il volume tratta, senza tuttavia dimenticare i problemi strutturali e strategici che si agitano sullo sfondo. Occorre infatti che il soggetto di maggiori dimensioni, l'Europa, progetti e realizzi delle meta-strutture che diano l'impulso a meta-strategie per i sistemi nazionali di innovazione. Ciò significa, da un altro ma complementare punto di vista, affrontare anche il problema delle meta-infrastrutture europee dove incardinare i sistemi nazionali di innovazione. -
I ciechi dai ghetti ai diritti. L'Istituto David Chiossone dal 1868 al 2018
Fondato nel 1868, pochi anni dopo l’Unità d’Italia, l’Istituto Chiossone di Genova per i ciechi e gli ipovedenti celebra il suo centocinquantenario. Basato su una puntuale ricerca documentaria, questo volume ne ricostruisce il percorso, nel suo evolversi insieme con la storia sociale, urbanistica e amministrativa della città. In un continuo confronto tra storia locale e storia nazionale, gli autori seguono le metamorfosi di un’istituzione ispirata alla scienza e alla solidarietà, secondo i principi di David Chiossone, fondatore dell’Istituto e protagonista della vita letteraria, scientifica e politica del Risorgimento. Da collegio per giovani non vedenti ad asilo-ricovero per i «poveri ciechi» di fine Ottocento, da istituto inserito nel sistema assistenziale nel ventennio fascista alla crisi degli anni della contestazione, fino alla rinascita come centro polifunzionale, scientifico e assistenziale, della riabilitazione, le vicende del Chiossone esemplificano le trasformazioni delle istituzioni assistenziali dalla filantropia alla beneficenza, dall’assistenza statale alla stagione dei diritti. -
La toga, uguale per tutti. Potere giudiziario e professioni forensi in Sicilia nella transizione tra antico regime e restaurazione (1812-1848)
Dando voce a inediti materiali conservati presso gli Archivi di Stato di Napoli e Palermo, questo volume indaga le professioni forensi nella Sicilia della prima metà del secolo XIX, un crinale gravido di tensioni e contraddizioni. Le storie dei corpi togati – patrocinatori, avvocati e magistrati – si intrecciano tra loro e, insieme, offrono un nuovo punto di osservazione per guardare alla transizione dall’ordine giudiziario di Antico Regime al potere giudiziario della Restaurazione. Dotati formalmente di un nuovo status, gli «uomini di legge» furono protagonisti di una costante e rapida ascesa sociale, fino al raggiungimento nel Quarantotto di una posizione di assoluto prestigio, di mediatore tra cittadini e istituzioni. Nel quotidiano esercizio delle rispettive funzioni, essi seppero ergersi a garanti dei singoli e della collettività, non meno che di una fiera tradizione antagonista dell’archetipo napoletano. -
Cittadini dimezzati. I profughi trentini in Austria-Ungheria e in Italia (1914-1919)
Furono 105.000 i civili evacuati con la forza dal Trentino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Di questi, 76.000 vennero sfollati dall'esercito asburgico e inviati nelle regioni interne dell'Impero. Altri 29.000 vennero allontanati dall'esercito italiano, che aveva occupato la porzione meridionale del Trentino, e ripartiti in tutte le province del Regno d'Italia. L'esperienza degli sfollati in Austria apre il velo sugli articolati meccanismi di fedeltà che caratterizzano le popolazioni di confine dell'Impero. Questa complessità, ignorata dalle autorità militari, portò a trattamenti discriminatori nei confronti dei profughi. Lo Stato, dopo aver chiesto ai propri cittadini in guerra sacrifici estremi, si dimostrava diffidente e incapace di tutelarli. Le autorità asburgiche perdevano così, agli occhi dei profughi, la propria legittimità. L'esercito italiano e i prefetti si trovavano ad amministrare nel frattempo i «fratelli redenti», che nella vulgata patriottica venivano descritti come anelanti al ricongiungimento con la madrepatria. Tuttavia, nel gestire i civili trentini, optarono per lo spostamento forzato di popolazione e misero l'accento sul controllo, anziché concentrarsi sull'assistenza. Si delineava così un primo incontro traumatico tra lo Stato italiano e quelli che sarebbero diventati i nuovi cittadini del Regno. In entrambi i casi, si narra la vicenda di «cittadini dimezzati». I trentini, troppo austriaci agli occhi dell'esercito italiano, non vengono accolti come fratelli da salvare, ma come compatrioti sub iudice. Al contempo, in Austria perdono alcune libertà civili, in quanto percepiti come troppo italiani. In entrambi i casi le autorità militari decisero di allontanare con la forza i civili, inaugurando un modus operandi che diventerà ricorrente nel Novecento europeo. -
Il diritto e il rovescio. Giambattista Giovio (1748-1814) un europeo di provincia nel secolo dei Lumi
Ultimo discendente illustre della famiglia aristocratica comasca dei Giovio, cui sono legati i nomi di Paolo e Benedetto, Giambattista Giovio (1748-1814), visse in prima persona le trasformazioni profonde avvenute tra Sette e Ottocento. Fu partecipe dei mutamenti, dei contrasti e delle contraddizioni della sua epoca di transizione dall'età dei Lumi a quella napoleonica. Inserito nelle istituzioni cittadine, dedicò per tutta la vita alla politica un impegno costante: competente funzionario austriaco, divenne negli anni il più autorevole rappresentante del patriziato cittadino di cui seppe difendere gli interessi economici in momenti difficili dell'opificio comasco. Instancabile lettore, fu uno sperimentatore letterario e tramite di universi culturali europei raggiungendo fra i contemporanei una notorietà di cui oggi si è persa traccia; stupisce, e merita di essere sottolineata, la fitta rete di relazioni con i più importanti protagonisti del suo tempo: politici, storici, filosofi, letterati, editori, artisti, laici ed ecclesiastici, italiani e stranieri, incontrati di persona o con cui definì una conversazione a distanza in momenti diversi della sua vita. Subì molteplici suggestioni culturali nel corso della propria formazione, iniziata con lo studio dei classici e continuata con quello dei philosophes. Progressista per quanto atteneva alle scoperte scientifiche, alla fiducia nella scienza tesa a migliorare le condizioni degli uomini e nella gestione tutta 'borghese' degli affetti familiari, dopo le intemperanze giovanili fu un difensore della Chiesa di Roma e della tradizione culturale italiana che sentiva, come tanti suoi contemporanei, corrosa dalla forza dell'argomentazione dei 'liberi pensatori'. Il volume, frutto di un'ampia ricerca di fonti e materiali, per la gran parte inediti, sparsi in Italia e all'estero, in archivi privati e pubblici, costituisce la biografia di un personaggio al contempo tipico della sua epoca e singolare nella sua originalità.