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I traumi d'Europa. Natura e politica al tempo delle guerre mondiali
«Mentre per secoli e millenni la natura era stata la principale artefice di traumi, la politica, a partire dal secolo scorso, le tolse il primato. Dove prima le siccità avevano causato le carestie, i microbi le epidemie, la geologia i terremoti, generando morti, infermi, migrazioni forzate, adesso imperavano le catastrofiche decisioni della politica: guerre, mondiali e civili; genocidi; deportazioni; carestie frutto di imposizioni vendicative. Si compiva così una tragica staffetta tra i Cavalieri dell'Apocalisse».All'inizio del Novecento l'Europa comandava il mondo. Il suo impero coloniale era vastissimo, in Asia, Africa, Oceania. La popolazione cresceva a ritmo sostenuto e la guerra aveva cessato da tempo di decimare le giovani generazioni.Scoperte e innovazioni producevano il miglioramento delle condizioni di vita anche delle masse rimaste in povertà. La natura, che nei secoli aveva disseminato epidemie e carestie, sembrava sotto controllo. Ma nel volgere di trent'anni si succedono due catastrofi immani. La forza distruttrice delle decisioni e delle azioni determinate dalla politica sovrasta la potenza rovinosa degli eventi naturali. I due conflitti mondiali con decine di milioni di morti, le guerre civili, le carestie, le migrazioni forzate, la pulizia etnica e il genocidio sono il frutto avvelenato di azioni politiche e mietono vittime assai più numerose di quelle provocate dai microbi, dal clima o da altri eventi naturali. -
Le competenze psicoterapeutiche
La ricerca sui fattori comuni ha avuto il merito di dare un nome ai molteplici fattori aspecifici che entrano in gioco nel processo terapeutico. Ha infatti messo in evidenza come oltre alla dimensione tecnica ci siano altri elementi, intrapersonali, interpersonali e sociali che contraddistinguono una terapia efficace da una fallimentare. Essi riguardano i valori implicati nell'incontro fra terapeuta e clienti, le forme relazionali e interattive che l'incontro genera, la consapevolezza da parte del terapeuta del proprio posizionamento nel processo e il contesto socio-istituzionale. A partire da un'impostazione sistemico costruzionista, le autrici danno spessore teorico e applicativo ai dati di ricerca offerti dalla letteratura sui fattori comuni e evidenziano una serie di competenze, alcune trasversali ai modelli, altre specifiche dell'approccio sistemico, che possono aiutare il clinico nella gestione del processo terapeutico. -
L' orientamento e la progettazione professionale. Modelli, strumenti e buone pratiche
Questo volume, frutto dell'esperienza non solo teorica, ma anche pratica degli autori, fornisce una panoramica storica, di pensiero, metodologica e applicativa dell'orientamento e della progettazione professionale (dal vocational guidance al Life Design). Dopo una prima analisi italiana e internazionale dell'orientamento professionale e dei diversi modelli e approcci teorici, gli autori propongono una lettura inclusiva dell'orientamento, a partire dalla persona da un lato e dal contesto economico e sociale dall'altro, individuandone criticità e opportunità. Infine, presentano sia gli strumenti da utilizzare in questo campo, sia progetti e procedure di intervento derivanti dalla ricerca internazionale e declinati nel contesto italiano, molti dei quali sviluppati e verificati nel Laboratorio di Ricerca e Intervento per l'Orientamento alle Scelte (La.R.I.O.S.) dell'Università di Padova da loro fondato e diretto. -
Neuropsicologia delle demenze
Nella popolazione mondiale le demenze hanno visto e vedono un aumento allarmante, tanto da essere definite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità una priorità di salute pubblica. Anche in Italia, l'aumento costante della popolazione anziana fa emergere un quadro sempre più esteso di casi di demenza, con conseguenze ad ampio spettro: dalla clinica all'assistenza. In questo volume, per la prima volta vengono raccolti e presentati in modo esaustivo gli aspetti neuropsicologici di tutte le demenze, incluse quelle che conseguono a patologie psichiatriche. Per ogni tipo di demenza ne vengono descritte epidemiologia, caratteristiche e possibili indagini. Vengono inoltre presentate le tecniche di valutazione e di intervento di stimolazione cognitiva e analizzati i principali profili di neuroimmagine. Nell'ultima parte del volume vengono descritti interventi cognitivi e aspetti giuridico legali. -
Forme della critica. Saggi di filosofia politica
Un testo fortemente filosofico, in cui Carlo Galli, autore fra i più originali e alieno dalle mode del momento, sostiene le ragioni di un realismo critico radicale, storicamente argomentato. La prima parte, teorica, approfondisce concetti fondamentali della riflessione politica: critica, crisi, teologia politica. Nelle pagine successive, di taglio analitico, si intesse un serrato confronto con grandi pensatori del passato, fra tutti Nietzsche e Schmitt. La terza parte, infine, è organizzata per affreschi tematici, sulla paura, la guerra, il nemico, il Nulla. La cifra metodologica comune è la critica che interroga la storia del pensiero politico per far emergere questioni teoretiche decisive: il rapporto fra mediazione e immediatezza, guerra e ordine, declinato in forme sempre diverse. Ovvero, una genealogia teologico-politica, che porta alla luce il non detto del pensiero, la sua interna e originaria zona d'ombra. -
La monarchia della paura. Considerazioni sulla crisi politica attuale
«Ma quali sono le ""scuole della speranza"""" per contrastare la paura? Almeno cinque: il pensiero critico, i gruppi di volontariato, i gruppi religiosi, la famiglia e gli amici, la poesia e le arti.»La paura, un'emozione primordiale, può essere opportunamente indotta e sfruttata dal potere. È ciò che Martha Nussbaum osserva descrivendo metaforicamente come «monarchia della paura» la tendenza di taluni assetti politici ad allarmare proditoriamente i propri «sudditi», fiaccando la loro capacità di giudizio. Il convulso susseguirsi di accadimenti inquietanti (non solo l'elezione di Trump e il distacco di Brexit ma soprattutto il ritorno di atti xenofobi e razzisti) l'ha indotta a riflettere sullo scadimento della vita politica occidentale e sul malessere degli individui, che vede sprofondati nel risentimento, nella rabbia e nella faziosità. La paura è un veleno per la democrazia, perché toglie alle persone l'orgoglio di essere libere e indipendenti nel loro pensiero. Per sottrarsi alla pressione di un conformismo emotivo tarato sull'angoscia e aprirsi alla speranza, giova ricorrere ancora una volta all'insegnamento degli antichi, l'antidoto a ogni chiusura mentale."" -
La tirannia delle emozioni
Una piena di sentimenti ed emozioni percorre la società d'oggi e investe anche l'arte e la riflessione sull'arte: installazioni e mostre menano vanto di essere immersive, quasi fosse un merito indurre lo spettatore a smarrire la distinzione tra ciò che vede e ciò che vive. Il monopolio della dimensione emozionale sull'esperienza estetica domina in larga parte della filosofia contemporanea. Come rimediare? Chiedendosi quale idea dell'arte stia dietro tali posizioni e distinguendo fra un'emozione e l'altra (la paura, la rabbia, la commozione, la gelosia, l'imbarazzo, la nostalgia), e tra forme diverse di espressione artistica, come il cinema, il teatro, la pittura o la musica. È un lavoro necessario, perché non riconoscere la differenza tra le emozioni ordinarie e quelle mediate dall'arte vuol dire vedere incrinarsi non solo il nostro rapporto con quest'ultima, ma anche il nostro modo di vivere. -
Intrecci schmittiani
Däubler, Weiss, Musil, Ball, Frank, d'Ors, Mohler, Kojève sono soltanto alcune delle figure con le quali è entrato in contatto Carl Schmitt. Ricostruendo i fili che legano a questi e altri uomini il celebre e controverso giurista tedesco, l'autore ne mette in luce il multiforme e mobile pensiero nei suoi tratti fondamentali; e nel contempo apre la vista sull'ambiente in cui esso è venuto a formarsi ed esprimersi e anche, di rimando, sulla cultura di area germanica ottocentesca, così importante per le menti delle generazioni successive, che continueranno a discuterne, lasciandosi non di rado catturare dalle dottrine che questa aveva lasciato in eredità. Come dimostra il caso di Bachofen, artefice di indagini eterodosse, cui guarderanno con favore personalità di opposte inclinazioni ideologiche, quali Benjamin e Schmitt, finissimo investigatore pure dell'opera del maestro di Bachofen: ovvero di quel Savigny che riuscirà a consolidarlo nel nuovo convincimento dell'esistenza di una scienza giuridica europea a fondamento romanistico, da salvaguardare e anzi sviluppare al meglio. -
Migranti e lavoro
Muovendo da una considerazione unitaria dei fenomeni collegati alle migrazioni, il volume offre una sintesi delle varie prospettive di studio in tema di lavoro dei migranti e, allo stesso tempo, apre nuovi campi d'indagine. Sulla base di questa scelta metodologica, esso prende in esame la condizione dei migranti e l'accesso al lavoro nella dimensione storica e nella regolazione nazionale, europea e internazionale; le tutele connesse al rapporto di lavoro sul piano del diritto antidiscriminatorio, della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, della previdenza e dell'assistenza sociale, degli strumenti di integrazione e di inclusione anche di matrice collettiva; infine, il contrasto ai fenomeni elusivi e di sfruttamento della manodopera migrante, anche in relazione ad alcuni status speciali quali il lavoro stagionale, il lavoro carcerario e il lavoro in distacco. L'intento è quello di sollecitare una riflessione che contribuisca a una diversa narrazione delle questioni inerenti ai fenomeni migratori e che superi l'angusta visuale delle esigenze di «securizzazione» alla base dei recenti interventi regolativi dei flussi migratori (e non solo), ripartendo proprio dal diritto al lavoro e dalla garanzia di condizioni di lavoro paritarie, eque e dignitose. -
Da Versailles (1919) a Berlino (1989). La lunga storia dell'Europa nel secolo breve
La pace di Versailles ha segnato, per giudizio ormai unanime della storiografia, la fine della centralità dell’Europa nella storia mondiale. L’Europa che ne uscì, pur indebolita, continuò a interpretarsi come un «concerto delle potenze». E nell’estremo tentativo di stabilire quali di queste potenze dovessero assumere l’egemonia si giunse al loro collasso: per quanto non fosse allora evidente, si sarebbe trattato di un fenomeno che avrebbe coinvolto tanto i vinti quanto i vincitori della Grande guerra. Il tentativo di non accettare questo dato di fatto costò una nuova guerra mondiale, che lo sanzionò fuor di ogni dubbio. Nacque però una nuova e parzialmente diversa storia d’Europa, non più incentrata sul ripristino impossibile della sua centralità come «potenza» nel senso classico del termine, ma ancora percorsa dall’orgoglio di ricostruirsi almeno come «potenza civile». Questo volume offre una serie di riflessioni sulla complessità della vicenda che si è snodata fra due date simboliche: la conferenza di Versailles e la caduta del muro di Berlino. A cent’anni dal primo e a trent’anni dal secondo, in queste pagine si ragiona su una storia che ha visto mutare la geografia, i sistemi politici e sociali, la cultura, le relazioni internazionali, fino a giungere alle radici della crisi che attualmente coinvolge il nostro continente. -
Popolo. democrazia, libertà. L'impegno sociale e politico di Luigi Sturzo
Questo volume ripercorre la vicenda politica di Luigi Sturzo (Caltagirone 1871 - Roma 1959). E si offre quale contributo per recuperare il senso del popolarismo sturziano, che torna a essere invocato da alcuni osservatori come l'antidoto più efficace contro i populismi di varia matrice che oggi fanno capolino un po' in tutti i luoghi del confronto politico, dalle piazze ai salotti televisivi, dai social network ai media che plasmano l'opinione pubblica nel mondo ormai globalizzato. Il titolo pone in sequenza alcuni termini che si ritrovano disseminati nel discorso sui «Problemi della vita nazionale dei cattolici italiani» pronunciato nel 1905 da Sturzo quand'era pro-sindaco della sua città di nascita: «popolo, democrazia, libertà». Sono le parole chiave di quello che potremmo considerare un vero e proprio lessico sturziano. -
Gli insegnamenti matematici nelle Scuole militari in Italia. Da Eugenio di Savoia a Napoleone
La storia degli insegnamenti matematici non può prescindere dalle scuole militari create nel corso del XVIII secolo, nel contesto dei grandi conflitti europei. Il presente volume, partendo da quelli impartiti nei collegi di educazione dei secoli XVI-XVII, si propone di fornire uno sguardo d'insieme sull'articolazione dei programmi di tali studi nelle principali scuole militari italiane istituite a Torino, Napoli e Verona nel corso del Settecento, rimodulate in età napoleonica sulla base dei modelli francesi. Per quest'ultimo periodo l'attenzione si sposta agli istituti di Alessandria, Modena e Pavia e alla Scuola politecnica e militare di Napoli. L'analisi dei programmi di studio, dei manoscritti dei corsi, dei manuali a stampa e dell'attività didattica impartita dai docenti che insegnarono in quelle scuole (Lagrange, Papacino d'Antoni, Lorgna, Niccolò Di Martino, solo per citarne alcuni) fa emergere un capitolo importante della storia di questa disciplina in Italia, anticipando un modello didattico che sarà applicato negli istituti di istruzione tecnica dell'Ottocento. -
La scrittura delle Costituzioni. Il secondo dopoguerra in un quadro mondiale
«Questa Carta merita di essere favorevolmente apprezzata ed ha un buon posto, forse il primo, fra le Costituzioni dell'attuale dopoguerra»: così Meuccio Ruini, in Assemblea costituente, nel discorso che presenta la Costituzione della Repubblica per il voto finale, riferendo «voci di grandi competenti dall'estero». In questo volume per la prima volta si disegna organicamente, tra la cinquantina di costituzioni elaborate nell'immediato secondo dopoguerra, un percorso sui «tipi» più significativi, organizzati, nella prima parte, nei due quadri europei che la cortina di ferro divide e, nella seconda, in quello mondiale. Ma non solo, perché si disegna un'ulteriore dimensione costituzionale, rappresentata dai progetti di costituzione europea e dallo sviluppo delle istituzioni internazionali, sui quali le due parti del volume rispettivamente si concludono. E, ulteriormente, sottolineano caratteri, importanza e prospettive di una produzione costituente, che gli autori dei diversi saggi affrontano in un'ottica storica, politica, giuridica e istituzionale. -
Nella fine è l'inizio. In che mondo vivremo
La nostra società non è una macchina da riparare, ma un organismo che ha bisogno di rigenerarsi. Per lasciare alle spalle la pandemia occorre costruire un ponte che ci permetta di arrivare su un'altra riva. Ora, forse, abbiamo la ragionevole speranza che sia possibile realizzarlo.La crisi pandemica è una lente per leggere il nostro tempo, un telescopio per guardare più lontano. Non solo una sventura che interrompe una corsa da rimettere il prima possibile sui binari, ma una frattura che è anche una rivelazione, di limiti e insieme di possibilità. L'occasione per un avvenire inedito anziché per un divenire inerziale. La sfida è ora trasformare le tensioni che definivano il mondo pre-Covid in leve di cambiamento, a partire da cinque nodi cruciali che aprono altrettante vie verso equilibri più equi. Per rendere il nostro vivere insieme migliore di prima, e perché la fine di un mondo diventi un nuovo principio. -
Io e il mio DNA. Abbiamo davvero un destino genetico?
Un viaggio affascinante dentro al proprio genoma per giungere a scoprire che un destino genetico individuale forse non esiste.Per quel carico di promesse insito in ogni scoperta scientifica, anche la molecola del Dna ha finito per diventare un'icona del futuro, una sperata chiave d'accesso al benessere, alle cure e alla conoscenza di se stessi: il Dna è «unico» e ci rende unici. Federico Neresini ha avuto l'opportunità di sottoporsi in prima persona alla mappatura del proprio genoma e a tutte le esperienze che ne conseguono. Partendo dalle pagine del suo diario in presa diretta, conduce una serie di riflessioni sul Dna come fenomeno sociale, dalla sua forza mediatica alla magica fede in un gene per qualsiasi cosa, dal fantasma dell'eugenetica al business della genomica on line. -
Il coraggio delle donne
«Ci chiedevamo a che punto eravamo, che giudizio dare dei vecchi e dei nuovi movimenti femminili, quante delle nostre speranze si erano realizzate e quanto restava ancora da fare. In quelle discussioni su un punto ci trovavamo pienamente d'accordo, l'ammirazione per lo straordinario coraggio di donne di ogni tempo per l'affermazione di sé stesse e per i sacrifici compiuti nel cammino di emancipazione e liberazione del genere femminile» (Chiara Valentini a Dacia Maraini). Dopo secoli e anzi millenni di società patriarcali in cui sono rimaste in stato di minorità, subalterne agli uomini, senza diritti, senza identità sociale propria, nell'ultimo secolo le donne sono venute compiendo la loro rivoluzione. Ma stereotipi e ostilità continuano a essere d'ostacolo e anzi oggi sono molti i segnali che indicano come nessuna conquista possa essere data per acquisita. Due intellettuali, due amiche con alle spalle una vita di impegno e militanza sulla questione femminile riflettono insieme sul lungo cammino percorso e con una vivida serie di ritratti di donne esemplari onorano le tante che con il loro coraggio ne hanno segnato il procedere. -
Autunno. Il tempo del ritorno
Un viaggio struggente nella stagione malinconica.Questa volta la storia comincia in un bosco, dove la luce dorata e bassa gioca tra i cespugli colorati, e l'aria ormai fresca porta con sé quell'odore inconfondibile di funghi e di terra. In queste pagine incontreremo gli autunni antichi dei pastori e degli dei; quelli medievali di mercanti e contadini, di cavalieri, monaci e pastori; quelli moderni di uomini e donne, ognuno con il suo carico di ricordi, desideri, avventure, conoscenza. Perché l'autunno è un po' come il tornare a casa quando il viaggio si è compiuto, l'entusiasmo euforico della primavera è ormai lontano, e la serena pienezza dell'estate già alle spalle. Davanti a noi adesso solo lunghi giorni di pioggia e nebbia, animati dai riti della vendemmia, dal vino, e dai frutti tardivi che colorano le mense. Sere di feste e di paure, perché in autunno i morti e i «mostri» sono sempre lì per ritornare. Ma l'autunno più bello è quello intimo e segreto dei ricordi della nostra infanzia, trascorso in qualche bosco ormai lontano, incendiato di foglie rosse e gialle.Le stagioni di Alessandro Vanoli. L'orologio della terra da sempre scandisce il nostro operare e il nostri sentire. Quattro libri per raccontare la storia di un rapporto antico e sempre rinnovato tra uomo, natura e tempo. Arte, letteratura, tradizioni religiose, musica: le stagioni sono parte di noi, abitano i nostri sentimenti, ricordi e sogni. -
Praga. Capitale segreta d'Europa
Pronunci la parola Praga e ti vengono in mente l'oro e il nero, i riflessi dei cristalli e dei granati, la musica, la raffinatezza dei caffè e la pittura onirica dell'Arcimboldo. La capitale magica della vecchia Europa è un viaggio straordinario attraverso il tempo e lo spazio: è la città delle tenebrose meraviglie dell'imperatore-alchimista Rodolfo II, dei carillon, del cimitero ebraico, del Golem, dei fantasmi e delle mostruose mutazioni kafkiane. È la città del buio fiammeggiante dell'occupazione nazista, dell'oscurità plumbea degli anni comunisti, del Sessantotto e dell'incredibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera. Praga, luogo che Mozart ha più amato al mondo. Una passeggiata lunga un libro, dove l'ultima meta è il Ponte Carlo dal quale guardare la Moldava e capire d'un tratto che cos'è l'Europa. -
1+1 non fa (sempre) 2. Una lezione di matematica
1+1=2, che cosa c'è di più semplice? Si tratta della prima formula che tutti incontriamo a scuola, ma anche del primo paradosso della mente: quanto fa una pera più una mela? A che cosa è uguale? In una carrellata fantastica, tra gli antichi sistemi numerici e la logica della computer science, Barrow ci accompagna in una lezione di matematica, tra molti interrogativi e tante risposte, fino a riportarci all'apparente, irragionevole efficacia di questa «formula». Scoperta o invenzione? Rimane l'evidenza per cui modelli così semplici, come l'aritmetica, sono tanto ricchi e potenti da svelare la struttura dell'universo. Una struttura che, in un'ultima analisi, si fonda su 1+1 = 2. -
Vivere nell'insicurezza
Ritrovare unanuova razionalità politica per guadagnare un futuro più sicuro.Con la pandemia si modifica la percezione collettiva della sicurezza, vanno in crisi i rapporti internazionali e la geopolitica tradizionale. Vacilla l'unità dell'Occidente e la sua contrapposizione agli avversari.La tensione tra le grandi potenze, i dissensi sul piano militare, e in particolare i contrasti tra l'Europa e l'America di Trump, tracciano i confini tra sicurezza e insicurezza fino al febbraio 2020. Ma nei mesi seguenti si diffonde inarrestabile in tutto il pianeta la pandemia. La gravità della situazione travalica la dimensione sanitaria per trasformarsi in emergenza economica, sociale e politica. Superando ogni confine la crisi modifica la percezione della sicurezza nel sentire collettivo, ma soprattutto sembra cambiare le relazioni che definivano le condizioni stesse della sicurezza nazionale e internazionale. In gioco è stata ed è la tenuta stessa dell'Europa. La razionalità è l'unica risorsa che abbiamo per contrastare il mondo di insicurezze in cui dovremo vivere.