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Pinguini nel deserto. Strategie di resistenza allo stigma da Autismo e Trisomia 21
Il volume presenta i risultati di un'indagine qualitativa che ha messo a confronto i comportamenti di famiglie con figli con Trisomia 21 (Sindrome di Down) e Autismo con lieve bisogno di supporto. Il lavoro sul campo ha previsto la conduzione di interviste e un periodo di osservazione presso due nuclei familiari. Dall'analisi delle principali strategie di resistenza messe in atto - negazione normalizzante e medicalizzazione - emerge chiaramente la mancanza di un linguaggio specifico col quale definire e trattare la disabilità, al di là dei due paradigmi dominanti, ovvero quello biomedico e quello di matrice religiosa. Nonostante le differenze nella percezione sociale e nelle caratteristiche distintive delle due condizioni oggetto dello studio, gli effetti che la loro stigmatizzazione comporta sono molto simili: adolescenti e adulti con disabilità cognitiva non hanno ruoli sociali e riferimenti identitari positivi con i quali identificarsi, con l'unica eccezione della retorica della neurodiversità. -
Idealismo e filosofia
Questo libro nasce dal tentativo di ripensare criticamente in un numero ragionevole di pagine quel che l'autore aveva proposto, circa cinquant'anni fa, in un volume di assai più grande estensione. La filosofia di Croce e, attraverso alcune inserzioni, quella di Gentile, sono esaminate nei due saggi centrali, dedicati, il primo alle questioni della grazia, del libero arbitrio, dell'accadimento, e perciò della storia, il secondo ai temi della struttura della realtà e della dialettica. Nel Proemio sono toccati e discussi temi di varia natura, tutti convergenti, tuttavia, nell'idea che, a partire almeno dal 1915, il pensiero di Croce è percorso e segnato dalla consapevolezza sempre più viva e drammatica della finis Europae, e perciò della incapacità delle forme politiche fin lì sperimentate di far fronte alla crisi. Il saggio finale delinea alcuni temi di una riflessione che si pone ormai al di là dell'esperienza idealistica. -
L' uso di sé. Il concetto di «uso» in Kant e la questione del fondamento della filosofia trascendentale
«Kant ci ha dato i risultati. Le premesse mancano ancora» - è così, con febbrile trepidazione, che un giovane Schelling dettava lapidariamente a Hegel l'agenda della filosofia a venire: la ricerca del «fondamento» della filosofia trascendentale. Una questione che, a dispetto del suo nome ro - boante, riguarda gli aspetti più familiari della nostra vita conoscitiva: da dove provengono quelle strutture «pure e a priori» che rendono possibile la nostra esperienza? Da quale «fatto» ne risulta il «possesso»? Ratificato dallo stesso Kant - con la sua Deduzione - il 'miracolo' della legittimità dell'applicazione delle «categorie» alle «apparenze» sensibili, ecco affollarsi attorno al 'mistero glorioso' della loro scaturigine tutto uno stuolo di accorati 'amici' della filosofia kantiana, sui quali già Kant, citando un noto proverbio napoletano, ebbe a scrivere: «Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io». A esiti sorprendenti - e per nulla scontati - conduce allora rileggere l'intera opera di Kant attra - verso il caleidoscopio di quell'attività trasformativa sensibile di cui è intessuto ogni nostro gesto quotidiano: «uso» (Gebrauch). Un termine impiegato inaspettatamente in senso tecnico, che conta innumerevoli occorrenze nei testi del periodo delle Critiche, ma che non viene mai esplicitamente messo a tema da Kant, creando difficoltà e imbarazzi al traduttore come all'interprete. Posto a fondamento della conoscenza «pura e a priori», l'«uso» è abile di dissolverne il 'miracolo' svelandone la radice recondita, e di scioglierne il 'mistero glorioso' in una serie di processi di pro - duzione di canone, di strategie di omissione, di procedimenti disciplinari e di atti mancati certo terragni, ma dagli esiti inevitabilmente sovrasensibili. Frequentando il lato in ombra della «rivolu - zione copernicana» di Kant, la faccia irregolare e accidentata che mai si dà a vedere, se ne possono scorgere le 'macchie' anche nei suoi raggi più luminosi: i prodotti più genuini e raffinati della speculazione umana, quelli che meno sembrano sorgere dall'esperienza - rendendola talvolta addirittura possibile - scaturiscono di fatto da complicate tecniche di omissione, concentrazione e controllo; dagli esiti incerti e a volte fallimentari di determinate «tecniche di sé». -
I sudditi al governo. Società e politica a Cividale e Gemona nel Friuli del Rinascimento veneziano
La Patria del Friuli della prima età moderna è raccontata in sede storiografica come un'identità periferica degli stati italiani ed europei del Rinascimento sia dal punto di vista geopolitico, in quanto terra di confine, che istituzionale-amministrativo, in quanto area altamente feudale e «rurale». Tali caratteri, presunti originari, sono messi in discussione in questo volume, che intende invece illustrare la polifonia delle forme di potere e di società dell'area di studio. A questo scopo, lasciato sullo sfondo il caso, più noto e più «classico», di Udine, l'indagine si concentra su due centri dallo statuto incerto: Gemona e Cividale. Di questi ultimi, posti in comparazione e analizzati in parallelo, vengono di volta in volta ricostruiti gli assetti istituzionali interni, gli uffici di governo e i consigli comunitari; l'articolazione sociale, con speciale attenzione alle modalità di designazione della preminenza; i rapporti con il territorio circostante e la funzione che la comunità vi svolge; la giustizia comunitaria come «attrice primaria» della vita politica delle communitates. Ne emerge un panorama friulano inedito, la cui immagine è caratterizzata tanto dall'alto grado di complessità di uno spazio regionale fin qui rappresentato in modi troppo omogenei quanto dalle conseguenze di lungo periodo dell'affermazione del dominio veneziano sulla Patria del Friuli, e dell'integrazione di quest'ultima nello Stado da Terra della Repubblica. I casi di studio consentono inoltre di proporre una serie di ipotesi comparative con le coeve realtà italiane ed europee. -
Istituzione
Mai come oggi, nella crisi che ha colpito il mondo intero, le istituzioni nazionali e internazionali risultano necessarie a fronteggiare l'emergenza sanitaria, economica, sociale e politica. Eppure esse ci sono apparse più volte inadeguate, se non addirittura responsabili di quanto è accaduto. Perché? Una diffidenza che non nasce ora, ma è l'esito ultimo di un'interpretazione repressiva delle istituzioni, che ha trovato il suo culmine nella loro contrapposizione ai movimenti. Contro di essa una lettura nettamente diversa, originale e provocatoria, che valorizza il processo istituente come prassi innovativa, e che ci costringe a ripensare radicalmente la relazione costitutiva dell'istituzione con la politica e la vita. -
Battesimo, eucaristia, ministero. Genesi e destino di un documento ecumenico
Professare nel battesimo la stessa fede, condividere lo stesso calice, accettare reciprocamente i ministri. Le tre condizioni indispensabili perché le chiese potessero vivere in comunione le une con le altre e in continuità con gli insegnamenti della chiesa universale furono finalmente poste nel documento di convergenza Battesimo, Eucaristia, Ministero (BEM), approvato da Faith and Order il 12 gennaio 1982. Ci erano voluti quasi vent’anni di lavoro e di preparazione perché nella sala conferenze dell’Oasis de los Santos Apóstoles si compisse il “miracolo di Lima”, un vero e proprio kairos ecumenico: così si mostrò agli occhi dei presenti. La punta più avanzata di una generazione di professionisti nel campo del dialogo ecumenico offriva dunque a tutte le realtà ecclesiali del World Council of Churches la possibilità di dimostrare che il tempo della negoziazione era finito e che il consenso teologico era ormai maturo per differire sul piano ecclesiale il compito di realizzare l’unità. Che fosse convinzione o illusione, di fatto le resistenze, i grippaggi e i ripiegamenti identitari fecero del BEM in poco tempo il frutto maturo di un raccolto mancato. A quasi quarant’anni di distanza questo volume prova a spiegare come un successo così lungamente pianificato da Faith and Order sia potuto arrivare troppo presto, o troppo tardi, ma in ogni caso fuori fase, rispetto al ciclo delle stagioni ecumeniche delle chiese, finendo suo malgrado nella collezione di fossili del movimento ecumenico -
L' ultimo viaggio. Dalle leggi razziste alla Shoah. La storiografia, le memorie
La deportazione degli ebrei nei campi di sterminio rappresenta l'atto più drammatico della Seconda guerra mondiale. Un atto che fu messo in pratica dai nazisti con il solerte aiuto degli italiani, che si trattasse di militari della Repubblica Sociale o di comuni delatori. Il volume ripercorre le storie di alcuni deportati, concentrandosi sulle fasi iniziali della «soluzione finale»: l'arresto, poi il viaggio e l'arrivo sulla Judenrampe, la banchina di Auschwitz-Birkenau dove avveniva la prima selezione. È questa la prima tappa di una discesa all'inferno in cui i prigionieri cominciano a perdere lo status di esseri umani. Nei vagoni (usati solitamente per il trasporto di animali) viaggiano stretti, pressati uno all'altro, utilizzando un bidone per i bisogni corporali; i giorni e le notti si susseguono e si rischia di perdere la nozione del tempo; la fame e la sete si fanno sempre più crudeli, così come le urla dei comandi, pronunciati in una lingua incomprensibile ai più. Intrecciando le testimonianze di Liliana Segre, Primo Levi, le sorelle Tatiana e Andra Bucci, Shlomo Venezia, Pietro Terracina e Sami Modiano con quelle di altri sopravvissuti, il libro spalanca la porta su un orrore che non saremo mai in grado di comprendere fino in fondo, di cui è però necessario tramandare la memoria e mantenere salda la coscienza collettiva. Le impressioni, le sensazioni, le percezioni, che i salvati hanno restituito nelle loro memorie sono una preziosa fonte per ricostruire quell'indicibile tragedia, una ricchezza per gli studiosi, una grande pagina di letteratura civile. -
Lettere a Piero Calamandrei 1939-1956
L'epistolario inedito (1939-1956) tra Salvatore Satta e Piero Calamandrei documenta, nell'intenso rapporto di «comunanza di idee, di sentimenti, di disperate speranze» tra i due grandi giuristi-scrittori, le fasi dell'elaborazione dei romanzi di Satta, a partire dal «De Profundis», del quale un primo estratto fu pubblicato proprio su «Il Ponte». Le lettere documentano anche la temperie politica e culturale del primo decennio dell'Italia repubblicana, della quale Calamandrei fu autorevole, critico protagonista e Satta distaccato, ma fine osservatore, anche per quanto concerne le controverse questioni della morte della patria e della continuità - rottura tra Regime fascista e Italia repubblicana. Illuminano, inoltre, la genesi lontana del suo grande romanzo postumo, «Il giorno del giudizio» e il suo profondo legame con la Sardegna di cui è originale espressione il saggio «Spirito religioso dei Sardi», pubblicato nel numero unico che, nel 1951, «Il Ponte» dedicò alla Sardegna. L'epistolario è integrato da lettere inedite di interlocutori di Satta, giuristi, letterati e politici (Albanese, Capograssi, Tumiati, Moretti, Bacchelli, Cesarini Sforza, Cossiga, Monni, Segni) e da due suoi inediti: uno scritto giuridico del 1950 e un saggio su Oscar Wilde. Introducono e contestualizzano la ricca documentazione inedita due densi saggi di Angela Guiso e Carlo Felice Casula, curatori del libro, dal punto di vista critico- letterario e storico-politico-giuridico. -
La strategia delle riforme
Una strategia delle riforme può guidare la nostra società verso un'utopia ragionevole di giustizia e libertà. Per dare fondamento a questa tesi, i saggi qui raccolti prendono in considerazione i problemi posti dalla divisione del lavoro (come il lavoro costrittivo, il cui totale superamento proposto dal marxismo costituisce un'utopia fantasiosa), ricostruiscono il pensiero di Riccardo Lombardi soffermandosi sulla sua proposta di una strategia delle riforme di struttura, illustrano i temi della contestazione giovanile e della forma-partito. Infine, il saggio conclusivo si sofferma sugli errori dei socialisti, che hanno ridotto ai minimi termini un movimento con una lunga tradizione, potenzialmente ancora feconda se distaccata dal marxismo e coniugata con i valori della difesa della libertà e dell'ambiente e della lotta alle diseguaglianze. -
Il «nuovo». Codice dei contratti pubblici: frammenti di disciplina tra approccio europeo e logiche nazionali
Il volume approfondisce alcuni aspetti e istituti peculiari del codice dei contratti pubblici varato nel 2016, che doveva inverare una complessiva revisione e razionalizzazione del settore delle commesse pubbliche con il dichiarato intento di realizzare un sistema più snello, trasparente ed efficiente. Tale obiettivo richiedeva un netto cambio di paradigma del modello domestico improntato a una regolamentazione stringente nella logica di arginare i margini di scelta delle stazioni appaltanti, che, invece, l'ordinamento europeo ha inteso sempre salvaguardare. Secondo l'impostazione europea, non è sufficiente che le negoziazioni pubbliche siano rispondenti al modello legale, venendo considerate come semplici procedure amministrative, dovendo essere intese quale congegno a disposizione delle amministrazioni pubbliche per incentivare rapporti di mercato efficienti, soprattutto nell'ambito di settori tradizionalmente sottratti alle dinamiche economiche. I diversi contributi analizzano frammenti della disciplina di settore, le relative criticità e le loro ricadute, talune anche di ordine economico, del sistema degli appalti pubblici. In questa ottica gli scritti raccolti focalizzano la difficile stabilizzazione delle regole di affidamento dei contratti pubblici, la commistione fra norme pubblicistiche e regole negoziali, l'incidenza nel diritto nazionale dei principi di diritto europeo, gli atti di gara, i criteri di selezione del contraente privato, le offerte anormalmente basse, gli appalti nel campo dei beni culturali, il partenariato pubblico privato, il green public procurement, le regole di evidenza pubbliche delle federazioni sportive, l'impatto macroeconomico delle scelte pubbliche. -
Elogio della giustizia
In una stagione in cui i temi della giustizia sono al centro del dibattito politico e dell'attenzione dei mass media, questo libro - scritto da un giurista, ma destinato a chi non fa professione del diritto - si ripromette di rimuovere il luogo comune secondo il quale il diritto è mera espressione del potere costituito ed è quindi destinato ad incontrare un risultato di giustizia in via del tutto occasionale o fortuita. Il principio di ragionevolezza, che è ormai diventato parametro fondamentale di riferimento nei giudizi della Corte costituzionale, lascia intendere che la soluzione va sempre trovata in un indice di valore condiviso e che quindi ciascuno di noi, lo voglia o no, è artefice del diritto. -
Fare norme con principi. Principi generali e prevedibilità nel diritto internazionale penale
Da tempo il diritto internazionale conosce la categoria dei principi generali comuni agli ordinamenti degli Stati: una categoria di grande fascino teorico, che è tornata, oggi, al centro del dibattito scientifico. Detti principi generali sono sempre più largamente richiamati ed applicati nella giurisprudenza internazionale. Inoltre, nel 2018, essi sono stati inseriti tra i temi di lavoro della Commissione del diritto internazionale. Il volume esamina la loro applicazione attraverso il prisma del diritto internazionale penale. Lo sviluppo di tale settore è infatti influenzato in maniera decisiva dall'applicazione dei principi generali di origine nazionale. D'altro canto, l'ambito penale è anche quello in cui la loro applicazione pone maggiori problemi a causa dell'incidenza che in esso ha il principio di legalità, il quale tutela, sopra ogni altra cosa, l'esigenza di prevedibilità del diritto applicabile e delle conseguenze della condotta individuale. Questo volume esplora quindi i rapporti fra l'applicazione dei principi generali comuni agli ordinamenti degli Stati, da un lato, e l'esigenza della prevedibilità, dall'altro, al fine di identificare le condizioni per l'applicabilità dei principi generali domestici nel diritto internazionale penale. Dal lavoro, inoltre, emerge la possibilità di frammentare le regole che governano la portata generale del diritto internazionale non scritto. Sembra invero emergere che tali regole, proprio come il diritto internazionale non scritto che esse governano, possono vedere ridotta la loro portata allorché ciò sia necessario per tutelare esigenze che sono contemperabili, evidentemente, con la portata universale dei principi generali di diritto. -
Mundus Novus. Mayas Aztecas Incas
La scoperta rinascimentale della prospettiva si riverbera nell'impresa del navigante, che affronta l'Oceano tenebroso per veleggiare nelle estreme dimensioni dell'Occidente. Egli è l'antesignano del mercante, che si affida ai fastigi del condottiere, affiancato dal missionario evangelizzatore delle genti ancora sconosciute. L'interazione delle culture indigene (della cultura maya, della cultura azteca e della cultura incaica) genera la riflessione sulla guerra giusta, che le cronache dalle Indie e i commentari di riferimento ripropongono alla riflessione da quel fatidico 12 ottobre 1492, nel quale Cristoforo Colombo approda a Ispaniola. Le cronache spagnole del XVI secolo concordano nel rilevare le caratteristiche distintive delle culture precolombiane del Nuovo Mondo. Il dibattito, che s'instaura a Valladolid nel 1551, è volto ad affrontare l'aspetto più inquietante dell'amministrazione spagnola nei fertili territori dell'Estremo Occidente. La disamina ideologica si concentra sulla configurazione genetica degli indios e quindi sulle loro facoltà deliberative rispetto al diritto in vigore nell'area iberica. I trattatisti del diritto delle genti (Juan Luis Vives, Bartolomé de Las Casas, Juan Roa Dávila, Francisco Suárez, Luis de León, Juan Ginés de Sepúlveda, Martín de Azpilcueta) rispristinano la validità della tradizione giuridica europea nel multiculturalismo e nel plurilinguismo americani. Dalla Colonia alla «seconda emancipazione» dell'epoca romantica, la descrizione della vicenda politica e istituzionale dell'America Latina si confronta e talvolta si concilia con la dinamica dell'Europa continentale e degli Stati Uniti d'America. Le cosmovisioni indigene, impreziosite dall'algebra e dalla trigonometria, palesano sorprendenti affinità con il «Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo» di Galileo Galilei. La diversità di questi referenti organici dell'impianto conoscitivo delle due sponde dell'Atlantico è costituita dalla lingua e dalla scrittura, che la pone in essere nell'elegia della rappresentazione. -
Viaggio nelle character skills. Persone, relazioni, valori
Il volume affronta il tema della conoscenza e dell'apprendimento in ambito scolastico e lavorativo considerato come un processo che coinvolge capacità non solo cognitive, come ricordare, parlare, comprendere, fare nessi, dedurre, valutare, ma che implica anche qualità trasversali, disposizioni della personalità dette «character skills», quali l'apertura mentale, la capacità di collaborare, la sicurezza. Il titolo, «Viaggio nelle character skills. Persone, relazioni, valori», esprime l'approccio che si è inteso dare al lavoro: quello di un percorso esplorativo nel quale confluiscono le riflessioni sviluppate da un gruppo di studiosi di varia formazione e di competenze diverse. I contributi suggeriscono le molteplici prospettive con cui accostare le character skills per averne piena contezza, proprio come quando in viaggio possiamo guardare il paesaggio naturale e le opere dell'uomo da diversi punti di vista così da farcene un'idea più ampia di ciò che sono e significano. Si tratta di un viaggio che vorremmo compiere con il lettore intorno al futuro dell'educazione e della scuola. E non solo. -
Evidence-based Policy! Ovvero perché politiche pubbliche basate sull'evidenza empirica rendono migliore l'Italia
Migliorare le politiche pubbliche è essenziale per innalzare le condizioni socio-economiche del paese. Si tratta di un'aspirazione non irrealizzabile, a condizione che le politiche vengano fondate sulle evidenze empiriche. In questo volume si considerano 10 ambiti - Istruzione, Salute e sanità, Trasporti, Decisioni politiche e scelte elettorali, Mercato del lavoro, famiglie e welfare, Imprese, Divari territoriali, Differenze di genere, Immigrazione e Ambiente - e si mostrano esempi concreti in cui i risultati scientifici possono informare i decisori pubblici: per migliorare le competenze degli studenti, è meglio investire sulla qualità del corpo docente, oppure sul numero di classi e di professori? Quali infrastrutture di trasporto sono funzionali alla crescita economica? Come riformare il sistema sanitario per assicurare una migliore qualità delle prestazioni senza peggiorare quelle verso le categorie più deboli? I ticket sono una buona idea? E gli incentivi al personale medico? Cosa sappiamo degli effetti delle garanzie pubbliche per l'accesso al credito delle imprese? C'è modo per ripensare la politica a favore del Mezzogiorno, così da innalzarne l'efficacia e scongiurare gli effetti perniciosi? Quali misure sono efficaci per favorire la decarbonizzazione e quali invece la ostacolano? Il ricorso all'evidenza empirica non è più rimandabile. Le misure previste dall'Unione Europea (in particolare quelle relative al Next Generation EU) determineranno nei mesi a venire una disponibilità finanziaria senza precedenti per i decisori pubblici centrali e locali. Spendere bene queste somme potrebbe determinare una svolta decisiva per la traiettoria di crescita del nostro paese, in declino ormai da un quarto di secolo. Contributi di Guglielmo Barone, Mattia Borsati, Vincenzo Carrieri, Emanuele Ciani, Riccardo Crescenzi, Maria De Paola, Edoardo Di Porto, Tommaso Frattini, Mara Giua, Francesco Manaresi, Paolo Naticchioni, Alessandro Palma, Giacomo Pallante, Fabio Pammolli, Marco Percoco, Francesco Principe, Vincenzo Scoppa, Daniela Vuri. -
La conquista del futuro. Comunicazione politica e partiti socialisti in Italia e Germania tra Otto e Novecento (1890-1914)
I partiti socialisti sono stati i primi movimenti politici di massa dell'Europa contemporanea. Il volume analizza le forme, i modelli e i linguaggi della comunicazione politica socialista in Italia e Germania tra Otto e Novecento attraverso l'esame comparato di articoli, discorsi, immagini e pamphlet. La ricerca mette a fuoco la questione della temporalità nella comunicazione politica della Spd e del Psi e avanza la tesi di una propaganda socialista caratterizzata anche dall'elaborazione di un futuro aperto, in cui l'avvento del socialismo non costituiva una certezza naturale e ineluttabile. L'elemento caratteristico di questa risorsa comunicativa era la concezione del futuro socialista come progetto da conseguire, per nulla scontato, ma proprio per questo conquistabile dalle masse lavoratrici. -
L' aspra disarmonia. Lingua e scrittura in Edoardo Sanguineti
Poeta, romanziere, traduttore, drammaturgo, critico letterario, teatrale e musicale, critico dell'arte e del cinema, Edoardo Sanguineti (1930-2010) è stato uno dei maggiori intellettuali italiani del secondo Novecento. La sua vasta produzione, i molteplici campi di interesse, la presenza sulla scena culturale italiana ed europea ne fanno una figura particolarmente complessa e affascinante. Nei dieci saggi che compongono il volume, i principali ambiti della produzione di Sanguineti (poesia, romanzo, traduzione) vengono posti in dialogo e indagati con strumenti linguistici e letterari. Così, attraverso l'analisi puntuale dei testi e la verifica degli assunti teorici si entra nell'«aspra disarmonia» della scrittura sanguinetiana, nella sua ideologia e nel suo linguaggio. E dalle prospettive dei singoli saggi emerge, alla fine, il ritratto di un grande autore del nostro tempo. In Appendice al volume un importante scritto di Sanguineti sulla propria poesia. -
Pandemia, competenza e ricostruzione. Una svolta necessaria per l'Euro-Italia
Europa e Italia si erano progressivamente riprese dopo la doppia recessione del 2009 (innescata dalla crisi dei mutui sub-prime) e del 2011-13 (innescata dalla crisi dei debiti sovrani). Nel 2019, tuttavia, l'economia mondiale aveva già cominciato a mostrare segni di peggioramento a causa della Brexit, delle tensioni commerciali tra USA e Cina con effetti sull'Europa e della crisi dell'auto in Germania. Poi, nel 2020, lo scenario è addirittura precipitato in modo imprevisto e drammatico. Il Covid-19 si è abbattuto sui sistemi sanitari nazionali e sull'economia di tutto il pianeta col suo spaventoso bilancio di contagi e di morti, con il lockdown e la conseguente frenata della produzione di beni e servizi, tra cui in particolare trasporti e turismo. L'Europa ha reagito bene e prontamente al contagio del coronavirus, diversamente da quanto accaduto nel 2011, affiancando agli interventi di liquidità della Bce, misure e finanziamenti senza precedenti per il sostegno e il rilancio dell'economia e dell'occupazione. Sure, Mes e Next Generation EU costituiscono un'opportunità non solo per riportare in positivo il ciclo economico ma soprattutto per una ricostruzione dell'Europa guidata da competenza e innovazione lungo le direttrici degli investimenti in reti, digitalizzazione e tecnoscienze, scuola e formazione, green economy ed efficienza energetica. L'Italia, in particolare, deve cogliere la straordinaria opportunità offerta dal sostegno europeo per ammodernare definitivamente il suo sistema-Paese e la sua pubblica amministrazione, appuntamenti troppo a lungo rinviati in passato. Il treno del Recovery Fund non passerà una seconda volta e quindi non può essere perduto. -
La bellezza abbandonata
Siamo a Parigi all'inizio del Novecento, la pittura si è liberata di molte delle vecchie regole: figure edificanti, consonanze, equilibrio dei colori. Ora tocca alla bellezza essere messa fuori gioco. Tutto ciò che era tradizionalmente associato al nudo - grazia e compiacente sensualità - è stato spazzato via. Le demoiselles di Picasso ci guardano minacciose, come per affermare il crollo di ogni convenzione; il carattere teatrale della scena accresce la carica provocatoria del dipinto. L'armonia delle forme svanisce del tutto nel bordello delle Demoiselles d'Avignon. Un'icona che segna un cambiamento irreversibile nella storia dell'arte. -
Il potere o la vita
Un inciampo per lo sguardo, un pozzo di tenebra, a ricordarci la debolezza e la caducità della vita umana.Un doppio ritratto, un affascinante enigma: i due ambasciatori, protagonisti di questo quadro, ci fissano con sguardo pensoso, diretto e al tempo stesso interiore. Ci affascina l'inquietante e indefinibile aria di mistero dei loro occhi seri, gravi, assorti in qualche segreto pensiero. Questo dipinto di Hans Holbein il Giovane mette in scena un'ossessione particolarmente forte nella corte scintillante di Enrico VIII, quella del potere e del comando, rivelandone il lato più oscuro. Cos'è quell'oggetto-macchia, lì in basso, che ingombra la scena? Un inciampo per lo sguardo, un pozzo di tenebra, a ricordarci la debolezza e la caducità della vita umana.