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La Pampa. Un orizzonte indeciso e fuggitivo
La Pampa è un'immensa distesa di sabbia e di verde nel cuore dell'Argentina, dominata dal gaucho, che Jorge Luis Borges assimilò all'Ulisse dantesco. Le sue scorribande con il lazo sono ginniche configurazioni della sua destrezza appoderativa. Il territorio pampeano, nel quale il gaucho è colto dalla curiosità iberica e mediterranea, nell'epoca moderna, appare come un labirinto scomposto dal vento, che rende visibile una sorta di frontiera ideale ai viaggiatori stranieri, invisi all'indio nativo, un esegeta degli spazi aperti, irredimibile alla propensione modernizzante. La solitudine del paesaggio si coniuga con l'uniformità di color ocra, interrotta, a tratti, dal verde delle lagune popolate dai giunchi. La natura apparirebbe inanimata se non si scorgessero planare, a periodi ricorrenti, le cicogne e gli struzzi. Alla linea dell'orizzonte fa da contrafforte emotivo per i primi popolatori della Pampa il boliche, un ridotto urbano, nel quale si dimidia l'attrattiva per l'inedito della creazione. A corroborare l'aspettativa salvifica dei migranti si evocano malinconicamente gli emisferi del mondo dispersi nella memoria. Il tango, che Ernesto Sabato, l'autore di «Sobre héroes y tumbas», declama elegiacamente come «il pensiero triste che si balla», riconcilia le tensioni sensuali con le aspettative salvifiche. A corredare un album di ricordi, sovrastati dal nuovo corso degli eventi, sopperiscono le fantasticherie estetiche di Florencio Molina Campos. -
William Shakespeare artigiano e artista. In margine a un'edizione di tutte le opere
Questo volume rappresenta il capitolo conclusivo dell'attività di traduzione, analisi e interpretazione che un gruppo di studiosi italiani ha dedicato a una recente edizione di Tutte le opere di William Shakespeare (Bompiani-Giunti, 2014-19). Esso ha per oggetto la questione di come un drammaturgo fra i tanti di quel periodo sia divenuto un sommo artista della parola muovendo da una formazione sostanzialmente artigianale. Un dramma shakespeariano è infatti innanzitutto un testo costruito secondo schemi tradizionali, in collaborazione con altri autori e mestieranti esperti di tecniche dello spettacolo, a contatto con un pubblico molto variegato, partecipe ed esigente, in una stagione particolarmente fertile del teatro inglese. Insomma, un manufatto prodotto su commissione, dal quale emerge però, nel caso di Shakespeare, l'opera d'arte modernamente intesa, frutto di un lavoro creativo via via sempre più personale e geniale, senza mai rinunciare, anzi brillantemente coltivando, uno stretto, vitale contatto con le corporazioni artigianali - di attori, autori, impresari ecc. - che popolavano Londra all'inizio del Seicento. Il libro vuole anche essere testimonianza delle diverse, numerose metodologie di ricerca e angolature critiche chiamate in causa da un campo d'indagine pur così limitato, ma che interessa un estesissimo spettro di competenze, dalla storia del teatro alla linguistica, dall'estetica all'antropologia, dalla teologia alla sociologia e alla storia politica, da quella del commercio librario alla critica delle fonti. -
Contratti, mercati e regolazioni tra economia, diritto e tecnologie emergenti
Il rapido e costante avanzamento della tecnologia e della connettività ha imposto nuovi modi di fare impresa con conseguenti e significativi cambiamenti nella fisionomia dei mercati e delle contrattazioni, evidenziando spesso l'inadeguatezza di strumenti giuridici tradizionali e rendendo necessario un continuo rinnovamento della regolazione per garantire il corretto funzionamento dei mercati e l'effettiva tutela dei suoi attori, sia consumatori-utenti che operatori economici. L'utilizzo sempre più diffuso e pervasivo di big data, algoritmi, intelligenza artificiale investe ormai la vita sociale e l'economia nel suo complesso, con indubbi vantaggi e opportunità, in termini di innovazione, ottimizzazione di processi e riduzione di costi, ma anche problematicità e rischi su molteplici piani. Per affrontare efficacemente tali sfide la ""neo-regolazione"""" si propone di orientare il mercato attraverso sempre maggiori poteri attribuiti ad autorità amministrative indipendenti in materia di contrattazione. Le molteplici, complesse, rilevanti e non ancora sufficientemente indagate questioni di ordine teorico e applicativo sono affrontate evidenziandone i profili economici e giuridici. L'auspicio è di essere riusciti ad offrire un contributo al dibattito scientifico e un supporto ai processi decisionali di policy makers."" -
Le fondazioni dalle origini al futuro. Le ragioni della Legge n. 218 del 1990, i suoi esiti e le sue prospettive nel trentennale dell'approvazione
Con l'approvazione nel 1990 della cosiddetta Legge Amato prese il via una profonda trasformazione del sistema bancario italiano, con la separazione dell'attività creditizia delle Banche del Monte e delle Casse di Risparmio da quella filantropica, favorendo da una parte la concentrazione degli istituti bancari e dall'altra la nascita di un nuovo ente non profit: le Fondazioni. Il successo esemplare della Legge Amato però non è bastato a tenerla al riparo da critiche e contese, soprattutto rispetto alla natura - pubblica o privata - degli «enti conferenti». A distanza di trent'anni, chi l'ha ideata e ne ha seguito l'evoluzione fino alle più recenti acquisizioni in ambito giuridico (come il Protocollo ACRI-MEF) si interroga in queste pagine sui suoi effetti e sulle sue ricadute, confrontandosi con chi è chiamato oggi ad applicarla, ai massimi livelli istituzionali, nel pubblico e nel privato. -
Biopolitica, pandemia e democrazia. Rule of law nella società digitale. Vol. 2: Etica, comunicazione e diritti.
La crisi sanitaria ha trasformato le relazioni tra Stato e cittadini, conducendo a limitazioni temporanee dei diritti fondamentali e facendo emergere conflitti tra le due dimensioni della salute, come diritto della persona e come diritto della comunità, e tra il diritto alla salute e le esigenze del sistema economico. Per far fronte all'emergenza, si è modificato il tradizionale equilibrio tra i poteri dello Stato, in una prospettiva in cui il tempo dell'emergenza sembra proiettarsi ancora a lungo sul futuro. La pandemia ha inoltre potenziato la centralità del digitale, dall'utilizzo di software di intelligenza artificiale per il tracciamento del contagio alla nuova connettività del lavoro remoto, passando per la telemedicina. Le nuove tecnologie svolgono un ruolo di prevenzione e controllo, ma pongono anche delicate questioni costituzionali: come tutelare la privacy individuale di fronte al Panopticon digitale? Come inquadrare lo statuto delle piattaforme digitali, veri e propri poteri tecnologici privati, all'interno dei nostri ordinamenti? La ricerca presentata in questo volume e nei due volumi collegati propone le riflessioni su questi temi di studiosi afferenti a una moltitudine di aree disciplinari: medici, giuristi, ingegneri, esperti di robotica e di IA analizzano gli effetti dell'emergenza sanitaria sulla tenuta del modello democratico occidentale, con l'obiettivo di aprire una riflessione sulle linee guida per la ricostruzione del Paese, oltre la pandemia. In particolare, questo terzo volume affronta gli aspetti legati all'impatto della tecnologia digitale e dell'IA sui processi, sulla scuola e sulla medicina, con una riflessione su temi quali l'organizzazione della giustizia, le responsabilità, le carenze organizzative degli enti. -
Né crociata né gihad. Quando papi e sultani avevano lo stesso linguaggio di guerra
Tutte le confessioni religiose implicano un dentro e fuori culturale che non di rado diventa «o dentro o fuori». La pubblicazione delle lettere emanate dalle cancellerie di sultani e di papi del tempo di crociate e ?ih?d, mostra ampiamente e in modo «scandaloso» che i capi religiosi promuovono e incitano alla guerra con le stesse parole. Nel mentre del furore bellico, «eretici» e obiettori di coscienza, come peacemakers, si distanziano dalle politiche guerriere dei capi religiosi e prendono la strada dell'inclusione e del servizio umanitario, in palese alternativa all'inestinguibile pratica dell'inimicizia e della guerra. A Roma ancora oggi è visibile un mosaico (ca. 1210), opera unica in tutta la storia dell'arte, che mostra Cristo pantocratore che libera prigionieri cristiani e musulmani vittime di «guerre sante». Nel 2021, mentre ancora in modo blasfemo pretesti religiosi cercano appigli per alimentare esclusione e razzismo, Papa Francesco insieme al Grande Imam sunnita di al-Azhar, Ahmad al-Tayyib e al Grande Ayatollah sciita Sayyid 'Al? al-Husayn? al-S?st?n?, offrono motivi di speranza impegnandosi «On Human fraternity for world peace and living together». Il volume offre spazi per una riflessione odierna, collocandosi con una propria originalità nel campo del dialogo della vita: collaborazione e gesti concreti di tolleranza, giustizia e pace. -
Il controllo dei conti pubblici. Storia della Ragioneria Generale dello Stato
La Ragioneria Generale dello Stato è stata istituita nel 1869 per assicurare la regolarità e l'economicità dei conti pubblici. Nel corso degli anni il suo ruolo si è via via potenziato, soprattutto per effetto delle nuove funzioni attribuite sotto la spinta dell'Unione europea. I controlli svolti, progressivamente più ampi e più incisivi, hanno fatto sì che la Ragioneria Generale dello Stato sia diventata la vera protagonista dell'attività di governo e svolga, oggi, un'azione di guida dell'amministrazione pubblica. Nel volume si traccia la storia di questa evoluzione. -
La gestione del rischio nei fondi sanitari integrativi
Il volume affronta il tema della sanità integrativa, con particolare attenzione agli aspetti legati al processo di gestione del rischio. A differenza di quanto accade per altri investitori di welfare, la normativa di settore non ha fino a oggi previsto processi precisi e regolati per implementare e garantire il corretto svolgimento delle attività finalizzate all'erogazione delle prestazioni nei confronti degli iscritti. In queste pagine sono raccolte riflessioni in materia di best practice, che il settore ha maturato nel corso degli anni, e viene individuata una proposta per il processo di gestione delle risorse basata su una fase progettuale, una di realizzazione e di implementazione della strategia e una di controllo. Il lavoro è finalizzato a identificare le attività che caratterizzano ciascuno dei suddetti momenti soffermandosi sulle opportune distinzioni tra modello assicurato e autoassicurato. -
Tra storia antica e moderna. Saggi di storia della storiografia
La presentazione in un volume unitario di questi saggi, tuttora attuali, contribuirà ad approfondire il pensiero e il metodo di Ettore Lepore, a gettare nuova luce sulla storiografia del Novecento e a formare le nuove generazioni di studiosi.Tra storia antica e moderna nasce da un appunto di Ettore Lepore del 1989, che contiene l'indice per un libro, da comporre con alcuni suoi studi di carattere storiografico, alcuni celebri, altri poco noti e non facilmente reperibili. Alfredina Storchi Marino, che ha curato il volume, individua un progetto, dietro la scelta e la successione, più volte ripensata, dei saggi, che verte su un ambito di studi che ebbe nel tempo sempre maggiore spazio nel lavoro di Ettore Lepore, quasi fosse il campo di riflessione più consono alla sua indole di studioso: la storia della storiografia. La raccolta è stata pensata in un intreccio significativo: quello dei contributi su singoli o più autori fra Otto e Novecento e quello rilevante anche sotto l'aspetto teorico degli studi storici internazionali, a partire dal secondo dopoguerra. -
La nuova alleanza tra scuola e famiglia nella società ipermediata
Il libro colloca e descrive le relazioni tra scuola e famiglia in una nuova cornice di senso della modernità: l'ipermediazione della realtà sociale. La forza di questo dispositivo sta nella capacità di rappresentare un mondo e di organizzarlo rendendo le interfacce della mediazione sempre più fluide, invisibili. Le nuove tecnologie consentono al parlante differenti modalità per prendere parola in un consesso pubblico, modificando le «ideologie linguistiche». L'ideologia linguistica è una serie di idee sul linguaggio radicate in un gruppo sociale, essa corrisponde a ciò che un soggetto pensa sia corretto dire nel contesto in cui opera. Prese di parola come lo hate speech o il cyberbullismo sono esempi di come l'utilizzo dei social può trasformare la percezione e il giudizio del parlante in merito all'uso della propria lingua e al valore che attribuisce al proprio modo di esprimere opinioni. Nello stesso modo, e-mail e chat comunemente utilizzati nelle relazioni tra scuola e famiglia hanno generato un'ideologia linguistica che ha forti ripercussioni sulla percezione che gli studenti e i genitori hanno del loro ruolo e di quello dei docenti, trasformando gli spazi della distanza educativa che prevalevano nella dimensione offline. In questo scenario di incertezza innovativa, la ricerca ha cercato di mettere a fuoco possibili linguaggi utili a favorire un senso condiviso fra le due istituzioni e una loro nuova alleanza per affrontare forme di disagio di vario tipo e gravità. -
Capitalismo. Il futuro di un'illusione
«Fino a quando avremo classi dirigenti ed élite economiche convinte di essere prive di margini d'azione e di riforma, perché certe che il capitalismo sia un sistema immutabile e dunque non riformabile, ci troveremo di fronte al rischio di una riedizione delle tragedie degli anni Trenta, con un panorama popolato da pericolose figure autoritarie in grado di prendere il potere e di paventare la minaccia di un'altra guerra mondiale» Il capitalismo è di sinistra e non è un sistema immutabile ma una creazione umana. Sono queste le tesi a tratti provocatorie del libro di Block che, rimettendo in gioco sia la versione di sinistra sia quella di destra del determinismo economico, ci mostra che le possibilità di costruire un'economia che risponda meglio ai bisogni umani sono in realtà molto meno limitate di quanto normalmente immaginiamo. Con un intervento lucido e vivace, da sinistra, Block risponde a coloro che si limitano a preconizzare l'imminente fine del capitalismo, inteso come proprietà privata, libertà d'impresa e lavoro salariato, e cerca soluzioni che salvino gli aspetti positivi di questo modo di produzione e tuttavia tengano sotto controllo i molti aspetti negativi degli accordi economici che governano il mondo. -
Eroi dell'amore. Storie di coppie, seduzioni e follie
«L'amore si modella su storie raccontate e su figure invidiate o desiderate: su fantasmi, spettri, ossessioni e immagini cristallizate nella memoria individuale e collettiva.»Legata tradizionalmente alla sfera pubblica, la figura dell'eroe incarna i valori in cui si identifica una comunità. Chi sono dunque gli eroi dell'amore, l'esperienza privata per eccellenza? Che cos'è l'amore eroico nell'immaginario di tutte le epoche? È l'amore della coppia chiusa e fedele di Romeo e Giulietta (ma anche di Diabolik ed Eva Kant!), un microcosmo che vince lo spazio e il tempo e ha come unico ostacolo la morte. È l'amore non corrisposto di Fedra e di Madama Butterfly, una malattia indicibile, fisica e mentale, che sfocia spesso nella follia autodistruttiva. O, all'opposto, è l'amore libero e sovversivo di Don Giovanni e di Carmen, che si dà come seduzione, bellezza inebriante e sensualità. Il libro racconta la passione amorosa attraverso le storie di eroi ed eroine della letteratura, del melodramma e del cinema, ma guardando anche agli amori reali, che si alimentano di mediazioni e triangolazioni. -
Parola di Dante
Da qualche anno, nei dibattiti televisivi o in presenza, si sente l'oratore di turno che non si risolve a terminare il suo intervento e dice «Un'ultima cosa e poi mi taccio». Si tratta di una lepida formula anticheggiante restata inconsapevolmente nell'orecchio dal canto di Farinata, uno dei più famosi: «qui dentro è 'l secondo Federico / e 'l Cardinale; e degli altri mi taccio». La memorabilità di questa clausola ha probabilmente generato questo uso imperversante, senza nessuna consapevolezza da parte di chi usa questa formula. La Commedia di Dante non è soltanto un esempio insuperato di creazione poetica, ma anche un serbatoio linguistico che nel tempo ha riccamente alimentato il vocabolario dell'italiano. L'eredità dantesca è fatta di parole ed espressioni dalla storia diversa. Alcune resistono nella nostra lingua fino a oggi, a volte cambiando in tutto o in parte il significato. Altre è stato Dante stesso a coniarle, o a usarle per primo in italiano. Ma in un'opera letteraria come la sua le parole non possono essere staccate dalla poesia, e così il libro si sofferma su alcuni casi esemplari, ne tratteggia il profilo in riferimento al contesto in cui occorrono e alle implicazioni di senso di cui sono portatrici. Serianni guida il lettore ad accostarsi al genio linguistico del nostro poeta nazionale. -
Intellettuali
Per richiamare gli intellettuali a reinventarsi senza tradirsi.«In un centinaio di pagine che lasciano il segno, Sabino Cassese affronta un tema reso attuale dal declino dei partiti ""liquefatti"""", dall'affermarsi del cortocircuito logico per cui """"uno vale uno""""» - Stefano Folli, RobinsonChi sono gli intellettuali oggi? Com'è cambiato il loro ruolo al tempo di internet? Se tutti possono dialogare con tutti, se i media tradizionali di cui di solito gli intellettuali si valgono sono in crisi, chi potrà ancora ascoltarli? L'atteggiamento populista alimenta il rifiuto degli intellettuali, e le forze politiche che lo coltivano sono fondate su un falso egualitarismo che dichiara di poter fare a meno di loro; dobbiamo allora rassegnarci al trionfo di chi non sa? Contro l'epidemia dell'ignoranza e i suoi effetti negativi sulla società e sulla democrazia, un'analisi lucida e senza sconti a difesa del ruolo dell'intellettuale come critico essenziale nel «mercato delle idee»."" -
Archimede, l'arte della misura
Misurare lo spazio è cruciale per il nostro processo di conoscenza. Archimede è un pioniere della geometria, nella sua accezione più letterale di «misura della terra». Primo nel misurare enti curvi nello spazio e nel calcolare la superficie e il volume della sfera, fu geniale nel metodo, che affascinò tutti i grandi protagonisti della scienza moderna: da Galileo che ne riprenderà le dimostrazioni con una sensibilità nuova, a Gauss che ne estende i calcoli con conseguenze mirabolanti, fino a Einstein che con la sua Equazione di campo scopre una delle formule più famose della storia del pensiero scientifico, un'espressione che può essere pensata come la versione contemporanea della formula di Archimede. -
Il secondo principio
L'entropia dell'universo o di un qualsiasi sistema isolato è destinata ad aumentare nel tempo. Questo dice in sostanza il secondo principio della termodinamica, una delle poche formule veramente figlia del pensiero collettivo, che ha attraversato quasi due secoli lungo i quali ha rivelato gradualmente la sua natura. Questo principio è stato visto da molti come la dimostrazione che tutto è destinato a finire, ma va letto invece come una sfida per il presente: è difficile fabbricare strutture efficienti, ma questa difficoltà ci spinge a costruirle in modo intelligente e a migliorarle in continuazione. -
Castelli medievali
Il romanticismo ci ha lasciato in eredità un Medioevo pieno di castelli popolati di dame e cavalieri. Ma in effetti i castelli, insieme alle chiese, sono di fatto quanto è possibile ancora oggi osservare di quei secoli remoti. Opera del maggiore specialista della storia delle fortificazioni e della guerra medievale, questa mirabile sintesi racconta come a partire dal terzo secolo, quando l'impero diventa teatro di scorrerie dei barbari, prenda piede la necessità di difendere fortificandoli i confini e poi le città e le comunità minori, prima con terrapieni e palizzate e via via con strutture murate. Dal X secolo, sviluppo economico e insicurezza esterna e interna generano un vasto fenomeno di incastellamento. Il castello, struttura difensiva, sarà quindi per secoli l'organizzatore del territorio e il perno del modo di combattere, fino a che nel Quattrocento l'evoluzione della guerra con le nuove armi da sparo ne decreterà la trasformazione e il declino. -
L' ignoto davanti a noi. Sognare terre lontane
Spingersi al di là dei limiti geografici, solcare acque ignote, studiando venti e correnti, superando deserti e montagne: che ne è di quel sogno della scoperta che da sempre gli uomini hanno condiviso? Oggi che quasi tutto è stato esplorato, cartografato, mappato, cosa rimane per alimentare la nostra fantasia? Dai monaci buddhisti a Marco Polo, dal musulmano Ibn Battuta sino a Cristoforo Colombo, Hudson o James Cook: per quanto la mappa sembri infine conclusa, vi sono ancora infiniti elementi di stupore in serbo per noi, e nuovi spunti da cui ripartire per ricominciare a sognare. -
La dinamica del capitalismo
«Se sembra analizzare soprattutto il mondo di ieri, lo fa in realtà ponendo domande che scaturiscono da problemi collettivi di oggi e fornendo risposte che investono tanto il nostro presente quanto il nostro avvenire» Alberto Tenenti Questo breve e mirabile testo, costituito da tre lezioni tenute in America nel 1977, presenta in forma succinta la personale visione della storia mondiale che Braudel avrebbe esposto di lì a poco nella grande e impegnativa opera «Civiltà materiale, economia e capitalismo». Centrandosi sui quattro secoli dell'età moderna, Braudel mostra come l'economia evolva andando oltre gli scambi locali con lo sviluppo del mercantilismo e la conseguente circolazione delle merci a livello internazionale, soprattutto con l'allargarsi dei mercati oltre i confini del Vecchio Mondo. Nasce un'élite che da questa trasformazione del commercio trae un ingente accumulo di denaro e di potere e dà vita a un capitalismo opaco, nemico della libera concorrenza, che subordina alle sue logiche le gerarchie sociali e sancisce le ineguaglianze fra centro e periferie del mondo. -
I lunghi fucili. Ricordi della guerra di Russia
«""I lunghi fucili"""" ci rivelano uno scrittore conciso e limpido, tutto visivo, che sembra partecipare con tutto se stesso alle cose che narra. Certi suoi episodi delineati con mano sobria... raggiungono, attraverso la scrupolosa esattezza del resoconto, un respiro di tragica epopea» Italo Calvino Questa memoria della campagna di Russia, scritta da colui che fu il comandante di Rigoni Stern, è certamente una delle più impressionanti, polemiche e dure testimonianze sull'esperienza della guerra italiana al fronte russo. Con l'eloquenza secca dei fatti, Moscioni vi racconta l'odissea degli alpini in linea sul Don e poi nella tragica rotta del gennaio 1943: la storia di un esercito mal condotto e peggio equipaggiato, di una guerra senz'odio eppure sanguinosa e spietata al fianco di un alleato tedesco ben diversamente fornito, guidato e motivato; una guerra che pare trovare il suo senso soltanto nella dimensione ravvicinata, nella comunione del tenente con i «suoi» alpini, nel dovere umano e militare della solidarietà, del farcela insieme entro l'insensatezza di un'organizzazione inefficiente e stupida, contro la quale l'autore scrive la sua denuncia indignata.""