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Io sono qui. Il mistero di una vita sospesa
Può accadere che il silenzio parli più di tante parole. Che il vuoto diventi pienezza e la notte sia chiara come il giorno. È quello che è accaduto a Mariapia Bonanate quando il suo compagno di una vita, all'improvviso, è stato colpito dalla sindrome Locked-in. Una malattia che lascia la persona cosciente, ma totalmente immobile, senza la possibilità di comunicare con chi gli è accanto, se non con il battito delle ciglia, spesso neppure con quello. Un raro genere di coma di cui si conosce poco. Da quel momento niente è stato più come prima. La stanza sulla piazza, dove lui vive, è diventata il cuore pulsante della casa, un luogo dell'anima dove ogni giorno accadono fatti straordinari. Quella stanza è ora un crocevia di destini e d'incontri, di arrivi e di partenze che insegnano a guardare le cose con occhi diversi, a percepire sensazioni mai provate prima. A scoprire verità nuove o dimenticate, significati importanti, talvolta perduti, in un rapporto intimo con le persone e le situazioni. Ma è soprattutto la sorprendente e misteriosa empatia con Etty Hillesum, giovane donna scomparsa ad Auschwitz, che scrisse un indimenticabile Diario, a sostenere l'autrice nel suo viaggio interiore: le sue parole rivelano momenti di eternità, disegnano un filo luminoso verso la bellezza e l'armonia, aprono a un amore che tutto trasforma. La notte del dolore è illuminata dalla luce della vita, che è ""bella e ricca di significato, meravigliosa"""". E ogni istante diventa eterno."" -
Il XXI secolo appartiene alla Cina? Conversazione sul futuro del mondo
L'impetuosa, straordinaria crescita economica della Cina e gli evidenti segni di declino dell'Occidente, investito da una crisi - non solo finanziaria - che sembra irreversibile, sono senz'altro i due fatti più rilevanti dell'inizio del Terzo millennio. Ma questo significa, automaticamente, che sarà la Cina la potenza dominante del XXI secolo? E, in caso di risposta affermativa, a quali equilibri porterà il nuovo scenario internazionale? Quali conseguenze avrà sulle nostre vite? Su queste domande cruciali si sono confrontate e scontrate, in occasione del settimo Munk Debate tenutosi a Toronto il 17 giugno 2011, alcune delle menti più brillanti e competenti dell'odierno panorama culturale, dando vita a una vivace discussione in cui si sono delineati due schieramenti contrapposti. Da una parte, Henry Kissinger, Nobel per la pace e segretario di Stato americano sotto la presidenza Nixon, e Fareed Zakaria, opinionista e conduttore di un popolare e influente programma di politica internazionale sulla CNN, ritengono che la Cina sarà troppo impegnata a tenere a bada le tensioni interne e quelle con i Paesi limitrofi per poter diventare la potenza egemone a livello planetario. Un ruolo che la Cina non potrebbe ricoprire, secondo loro, anche perché priva dell'influenza culturale e del ""soft power"""" necessari a esercitare una convincente supremazia. Dall'altra, invece, Niall Ferguson e David Daokui Li, economista e docente in varie università cinesi e statunitensi."" -
I figli dei guardiani di elefanti
"Ho trovato una porta per uscire dalla prigione, una porta che si apre verso la libertà. Scrivo queste pagine per mostrartela."""" Comincia così il romanzo di Peter Hoeg. La prigione è ovviamente una metafora, è la vita che non viviamo ma da cui ci lasciamo vivere. A raccontare è Peter, un quattordicenne appassionato di calcio, che vive a Fino, piccola isola di fantasia nell'arcipelago danese, posta nel mezzo del Mare delle Possibilità. Peter è figlio del pastore dell'unica chiesa e la madre è organista, ma i suoi non sono due genitori normali, e ogni tanto, senza preavviso, spariscono nel nulla. Conoscendo la loro tendenza a truffare il prossimo, quando scompaiono per l'ennesima volta lasciandosi alle spalle poche tracce, Peter decide di battere sul tempo la polizia e parte alla ricerca dei genitori per impedire che si mettano definitivamente nei guai, condannando i figli all'orfanotrofio. Con lui ci sono anche il fratello maggiore Hans, che sembra """"nato con ottocento anni di ritardo"""" tanto il suo animo è cavalleresco, la sorella Tute, incantatrice dalla memoria prodigiosa, e il cane Basker III, tutto sommato il più normale della compagnia. Una vicenda e un romanzo sorprendenti, dal ritmo incalzante, dove i ruoli sono continuamente rovesciati: in una fuga rocambolesca i piccoli inseguitori diventano a loro volta inseguiti." -
Elogio del pomodoro
Pietro Citati ha nostalgia dei pomodori che mangiava da bambino, durante le lunghe estati al mare. Il pomodoro era il frutto supremo di quelle vacanze, con le sue forme diverse, complicate, con le sue spaccature e screziature ""e talvolta generosi aspetti barocchi, che piacevano ai pittori napoletani del diciassettesimo secolo"""". Il rimpianto per la propria felice infanzia ha fatto del Citati adulto un osservatore incomparabilmente acuto dei bambini tra i tre e i dieci anni. Insieme ai pomodori e ai bambini, Citati ama i lunghi secoli della civiltà europea. Dai tempi dell'Odissea e di Erodoto - dice in questo libro in cui si combinano miracolosamente frivolezza e profondità - il volto dell'Europa non è molto cambiato. I nostri caratteri sono immutati: la pazienza, la tolleranza, l'ironia, la straordinaria capacità di trasformarci, recitare, diventare diversi, rimanendo sempre identici a noi stessi. Citati non crede a tante interpretazioni moderne della società in cui viviamo. Ci parla della globalizzazione per dirci che in realtà in questi ultimi decenni è avvenuto il fenomeno opposto: il mondo è caduto preda della differenziazione, della frantumazione, della moltiplicazione. Percepisce il senso di decadimento e di vergogna oggi diffuso in Italia, ma subito osserva che il nostro è un paese pieno di eccezioni: al Nord, al Sud, al Centro c'è sempre una piccola oasi, un paese, una cittadina polverosa di secoli, di cui uno, appena li vede, ama le strade, le case, gli orti, e persino i cittadini."" -
Un uomo che forse si chiamava Schulz
"Da oggi la letteratura europea del Novecento conta tra i suoi maestri un nome in più"""". Così nel 1970 Italo Calvino salutava la traduzione in italiano dell'unico libro di Bruno Schulz, pittore e scrittore ebreo polacco ucciso nel 1942 dalla pallottola di un ufficiale nazista. Chi era Schulz? Seguendo le tracce della sua biografia e del suo unico romanzo, ma soprattutto lasciandosi ispirare dai vuoti di quel libro e di quella vicenda, Ugo Riccarelli dipinge in questa sua opera (pubblicata per la prima volta nel 1998) il ritratto di """"un uomo che forse si chiamava Schulz"""". La storia inizia in una cittadina polacca dove la famiglia di Bruno ha un negozio di tessuti al dettaglio. Qui Bruno impara a fuggire dalla realtà dipingendo, e soprattutto scrivendo. Ma non può fuggire sempre, in particolare quando la grande storia arriva anche nel suo angolo di mondo..." -
One big union
Robert Coates, di origine nordirlandese, non è realmente cattivo: legato alla famiglia, assiduo alle funzioni religiose, saggiamente conservatore, condivide molti dei pregiudizi che circolano, negli Stati Uniti, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. E così fin da giovanissimo diventa una Labor Spy, infiltrato nel movimento operaio americano ai suoi inizi. In questa veste, assiste e partecipa a scontri sociali di inusitata violenza. Scioperi che si prolungano mesi, stragi di lavoratori, duelli degni di un film western. Prende parte, soprattutto, all'epopea degli Industrial Workers of the World: il sindacato rivoluzionario che cerca di organizzare precari, vagabondi, immigrati, braccianti, disoccupati, manovali a giornata. Con lo scopo di dare vita alla One Big Union: il solo, grande sindacato che rechi in sé il modello della società a venire. Un'idea che sarà sconfitta, ma non senza un'accanita resistenza. Nel tentativo di sabotare dall'interno quel progetto, Coates incontrerà personaggi memorabili: Eugene Debs, Jack London, Dashiell Hammett e tanti altri. Senza riuscire tuttavia a riscattare la miseria progressiva della sua vita privata. Chiunque lo accosti troppo da vicino è infatti perduto. Perché una spia non può avere affetti. -
Le parole del mattino. 366 riflessioni per un anno
Per molti di noi le prime parole del mattino sono quelle dei giornali, importanti perché, come diceva Hegel, permettono all'uomo moderno di situarsi quotidianamente nel mondo. D'altra parte, dai mezzi d'informazione apprendiamo per lo più cattive notizie: guerre, delitti, crisi economica e politica sono i tratti che più sembrano caratterizzare la nostra società. Gianfranco Ravasi ci propone di distaccarci per un attimo da questa atmosfera malsana per respirare invece l'aria cristallina del mattino generata da quelle parole, antiche o recenti, che ci permettono di iniziare la giornata con anima purificata e limpidezza interiore. E, nello spirito del precedente ""Le parole e i giorni"""", seleziona 366 citazioni letterarie, poetiche, filosofiche, musicali da cui prende spunto per brevi commenti, uno per ogni giorno dell'anno, uno per ogni mattino. Goethe, Molière, Maria Montessori, Enzo Biagi, Oscar Wilde, Gianni Rodari, Pascal, Don Milani. Uomini e donne intelligenti ma soprattutto """"sapienti"""", ci spiega il cardinal Ravasi, a cui accostarsi con umiltà: """"Non saprò dare soluzioni o risposte decisive; non potrò incidere nell'esistenza di chi mi leggerà; non riuscirò ad asciugare lacrime e a riportare sorrisi. Potrò essere solo - per i pochi minuti di lettura di queste righe - un compagno di viaggio che condivide le stesse domande, che partecipa alle stesse esperienze di dolore e di gioia, che dubita, teme, spera e talora forse dispera""""."" -
Il grande manuale per genitori. Dalla nascita all'adolescenza
Quello che avete tra le mani non è il classico manuale per neogenitori da consultare ogni tanto, ma un vero e proprio ""compagno di viaggio"""", una guida da tenere sempre con voi per affrontare al meglio la difficile sfida di crescere un bambino, dai suoi primi istanti di vita fino alle soglie dell'età adulta. La prima parte percorre le principali tappe dello sviluppo psicofisico, mentre nella seconda sono affrontate questioni pedagogiche più articolate: a chi affidare il piccolo quando la mamma rientra al lavoro? Come superare le difficoltà scolastiche? Come parlare di sesso ai ragazzi? Quanto spazio lasciare alle nuove tecnologie? Nella terza parte, infine, gli autori, elencano i vari problemi di tipo medico che si possono incontrare, spiegano come prevenirli, individuarli, affrontarli, quando è il caso di rivolgersi al pediatra o all'ospedale."" -
Giallo panettone
Nove storie gialle. Nove storie che ruotano attorno a un alimento, un ingrediente, una ricetta segreta. Gli autori dei racconti raccolti in questo volume ci conducono attraverso tutte le emozioni legate al cibo, all'arte di prepararlo, alla gioia di condividerlo, e al tempo stesso affondano con maestria la lama della narrazione in quella piccola crepa, in quello slittamento sinistro che spesso si accompagna al piacere dei sensi. Dagli Appennini dove si macella il maiale in brumose giornate invernali fino al lontano Sudamerica dove le piantagioni di caffè nascondono un segreto, da una lucente cipolla di Tropea a un calice di vino fruttato, ogni momento di questo banchetto letterario riserva ai commensali una sorpresa inquietante. In tutti e nove questi racconti la tensione si con-densa in un momento dell'anno molto speciale: il Natale, che con il suo carico di attese, desideri, sentimenti forti finisce spesso per spingere anche le persone più insospettabili a uscire dai binari della normalità. Pagine deliziosamente feroci, che trovano il loro suggello nelle parole di Wodehouse citate da Luca Crovi nella sua introduzione: atten-zione, perché ""il Natale ci azzannerà presto alla gola"""". Racconti di: Angela Capobianchi, Alfredo Colitto, Valeria Corciolani, Alessandro Defilippi, Marcello Fois, Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli, Gianfranco Nerozzi, Marcello Simoni, Sandro Toni."" -
Il palazzo e la piazza
Dopo il successo riscosso negli ultimi anni con libri rivolti a un pubblico soprattutto femminile, quest'anno Bruno Vespa ha deciso di tornare ai temi che gli sono più familiari, quelli di carattere storico-politico. Partendo dall'epocale crisi del 1929 e dalla Grande Depressione, il libro ripercorre i momenti più difficili della storia economica italiana (e internazionale) e approda al drammatico novembre 2011, con le inaspettate dimissioni del premier Silvio Berlusconi, la nomina a sorpresa di Mario Monti a presidente del Consiglio e il varo del cosiddetto ""governo dei professori"""". Attraverso le voci e le testimonianze dei protagonisti, aggiornate come di consueto al momento dell'uscita del libro, Vespa racconta i retroscena di un anno drammatico, convulso e decisivo per la vita del nostro Paese."" -
Il miracolo della musica. La mia storia
Salvatore Accardo è uno dei più famosi violinisti al mondo, nonché direttore d'orchestra. Vero talento musicale (anche se non si considera tale), prende in mano il violino per la prima volta nel 1944, a tre anni, quando il padre, un miniaturista di Torre del Greco, gliene regala uno mignon, e d'istinto suona ""Lili Marleen"""". Dopo aver imparato a leggere la musica, grazie a un amico di famiglia che suonava la fisarmonica ai matrimoni, viene affidato agli insegnamenti privati di Luigi D'Ambrosio e nel 1952 finalmente ammesso, a soli undici anni, al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, dove si diploma suonando tutti e ventiquattro i """"Capricci"""" di Paganini. Inizia così la sua folgorante carriera, che lo porterà in giro per il mondo, offrendogli l'opportunità di incontrare i maggiori musicisti di ogni Paese. I suoi amici si chiamano Riccardo Muti, Claudio Abbado, Zubin Mehta, David Oistrakh e Astor Piazzolla. Ma anche Renzo Piano, Roberto Benigni, Gianpiero Boniperti, Dino Zoff, Alex Del Piero e Fabrizio De André. Il suo repertorio è davvero vastissimo, anche se Paganini ha segnato e, in qualche modo, persino condizionato la sua intera vita professionale. Accardo si racconta per la prima volta in queste pagine, svelando episodi inediti, per esempio che da giovane è stato un promettente portiere di calcio e che giocava di nascosto dal padre che lo voleva, appunto, violinista. O passioni segrete, come quella per i film di un altro napoletano d'eccezione: Totò."" -
No money, no cry. Risate contro la nuova casta
"Tempi duri. Causa la crisi internazionale, in un baleno siamo passati dal Monte dei Paschi al monte dei pegni e dalla pensione con vista mare alla minima. Il tutto mentre alla buvette romana di Monti-Citorio si serve ancora il caffè corrotto."""" Gli italiani oggi non hanno nemmeno gli occhi per piangere, ma conservano la bocca per ridere. Davide Rota gliene offre ampio materiale in questo libro in cui attacca la Casta e il Governo dei tecnici con la spietata arma dell'umorismo. Fra giochi di parole e battute, Rota ne ha per tutti: per la cancelliera purtroppo indelebile Angela Merkel, per il premier De-Cameron, per il popolo greco che ha trasformato la culla della civiltà europea da Magna Grecia in Magna 'sta Grecia, ma anche per Marchionne, che sta per lanciare un nuovo modello automobilistico P'andà-in-giro-poco." -
Alla mia sinistra. Lettera aperta a tutti quelli che vogliono sognare insieme a me
"Avevo il dovere di scrivere questo libro. Perché ho due figli ventenni che affrontano, come tutti i loro coetanei, il mercato del lavoro più difficile dai tempi della Grande Depressione. Perché devo rispondere delle mie responsabilità: appartengo a una certa generazione della sinistra occidentale che ha creduto di poter migliorare la società usando il mercato e la globalizzazione. Ho voluto sfogliare il mio album di famiglia, la storia che ho vissuto con un pezzo della sinistra italiana, per capire le ragioni delle nostre sconfitte, quindi aprire una pagina nuova. Plutocrazia, tecnocrazia, populismo, autoritarismo sono i mali che minacciano le nostre democrazie. L'Italia è un piccolo laboratorio mostruoso di queste patologie. Avendo vissuto un'esperienza pluridecennale da nomade della globalizzazione - in Europa, in America, in Asia - ho il dovere di dire ciò che è accaduto all'immagine del nostro paese nel mondo. Devo raccontare dal mio osservatorio attuale nell'Estremo Occidente"""" quali sono i costi dell'era Berlusconi, e anche le radici profonde del berlusconismo, che gli sopravvivranno, i vizi di un'Italia """"volgare e gaudente"""" con cui dovremo fare i conti anche dopo. Che cosa farà questa Italia """"da grande""""? C'è ancora speranza? Alla sinistra indico le possibili vie d'uscita attingendo alle mie esperienze nelle nazioni emergenti, dall'Asia al Brasile: perché non possiamo farci risucchiare in una sindrome del declino tutta interna all'Occidente.""""" -
Il bosco nel cuore. Lotte e amori delle brigantesse che difesero il Sud
Nella storia del brigantaggio e della durissima repressione scatenata dall'esercito sabaudo per il controllo del Sud, finora è stato dedicato poco spazio alle brigantesse, vittime senza diritto di replica della propaganda risorgimentale. Ridotte, nella memoria collettiva, alla stregua di sbandate immorali e sanguinarie, in realtà moltissime imbracciarono il fucile per passione, rifugiandosi nei boschi e condividendo la vita delle bande. Erano spinte, ci racconta Giordano Bruno Guerri, più che da una volontà politica, dalla forza di un istinto profondo, dettato da leggi ataviche e naturali: ""Una donna meridionale dell'Ottocento diventa una combattente pronta a tutto se le si impedisce di vivere, amare, accudire; se le si nega la possibilità di essere donna come erano state la madre e la nonna prima di lei, come le avevano insegnato; se le si toccano i figli, il proprio uomo"""". La storia di Maria Capitanio, figlia di un ricco proprietario terriero, che appena quindicenne si innamorò del brigante Antonio Luongo e si unì alla sua banda. Processata e assolta, preferì suicidarsi piuttosto che continuare a vivere senza il suo uomo. E quella di Filomena Pennacchio, la più celebre delle brigantesse. In seguito all'uccisione del brigante Schiavone, padre del figlio che portava nel grembo, decise di collaborare con il nemico. La sua straordinaria vicenda, dopo essere rimasta a lungo confinata nel mito, è finalmente ricostruita con rigore storico in queste pagine..."" -
Del denaro o della gloria. Libri, editori e vanità nella Venezia del Cinquecento
Venezia, primo Cinquecento. A pochi decenni dalla rivoluzione di Gutenberg, la città è una stamperia a cielo aperto. Mentre il numero di librai e tipografi è in euforico aumento - la concorrenza si fa feroce e i torchi macinano pagine senza tregua -, si affaccia con urgenza sulla scena il problema della qualità dei testi. Per garantire l'""onore"""" dei libri pubblicati, gli stampatori si circondano di un fitto pulviscolo di collaboratori: chierici e laici che correggono, limano, """"bulinano"""" scrupolosamente i testi da editare. Vengono detti, appunto, """"correttori"""": oggi si chiamano redattori, editor. Fra tutti spicca Giovan Francesco Valier, chierico veneziano amico di importanti letterati e artisti, dal Bembo a Raffaello, da Bernardo Tasso all'Ariosto che ne parla con gratitudine perfino nell'""""Orlando Furioso"""". Mondano e colto, brillante raccontatore di storie boccaccesche e conoscitore del migliore italiano letterario, il Valier verrà scelto dagli eredi di Aldo Manuzio per intervenire su un libro che diventerà un bestseller, il """"Cortigiano"""" di Baldassar Castiglione. Ma Monsignor Valier, uomo intraprendente e all'occorrenza assai spregiudicato, vanta parecchi contatti anche sul fronte della politica, veneziana e italica. In tal senso coltiva alcune ambizioni pericolose; talmente rischiose che, sullo sfondo di un intrigo internazionale, lo condurranno a una fine tragica e sconvolgente."" -
ParaNorman
Un cane, una paracadutista, un pompiere, un vecchio professore e un rospo sotto spirito... sono questi i migliori amici di Norman. E sono tutti dei fantasmi! Norman, infatti, ha un dono straordinario: può parlare con i morti. Solo Neil, l'unico amico vivo che ha, non è spaventato da questo potere. I suoi genitori, sua sorella e tutti gli abitanti del paese di Blithe Hollow, invece, pensano che Norman sia un ragazzino molto strano. Troppo strano. Fino al giorno in cui una terrificante minaccia si abbatte sulla città. La maledizione di una terribile strega, condannata al rogo trecento anni prima, risveglia tanti pericolosi zombie. Per sconfiggerli servirebbe qualcuno che sia capace di comunicare con loro, qualcuno in grado di capirli... qualcuno come Norman. Età di lettura: da 10 anni. -
Non si direbbe che sei napoletano
"Noi napoletani siamo vittime di pregiudizi: i napoletani fanno tardi, sono scansafatiche, non sono affidabili... Prendiamo un ragazzo napoletano che deve andare in ufficio a Milano alle nove e si sveglia alle sei: """"Nun se po' mai sape'..."""". Scende, trova traffico e arriva tardi. Il capufficio lo redarguisce: """"Ecco qua, il solito meridionale!"""". Dopo aver incassato il primo rimprovero, il ragazzo si mette a lavorare. Per una coincidenza, un collega che sta bevendo un caffè gli dice: """"Mi tieni un attimo la tazzina? Devo correre in bagno"""". Proprio in quel momento chi ripassa? 'O capufficio. Che vedendolo con la tazzina in mano gli dice: """"Ragazzo, siamo partiti col piede sbagliato..."""". E il ragazzo pensa: """"Altro che piede, qua si dovrebbe partire cu 'na capata!"""". La verità sapete qual è? Se uno lavora troppo, i colleghi lo definiscono lecchino. Se lavora poco, è """"il solito del Sud che non vuole fare niente"""". Ma allora: ch'avimma fa'?!"""" La vita di un meridionale al Nord è un continuo slalom fra luoghi comuni e pregiudizi. Lo sa bene Alessandro Siani, che su questo tema ha interpretato il film """"envenuti al Sud"""". In questo libro, il comico napoletano racconta le novità che un emigrante incontra quando decide di trasferirsi al Nord: un percorso fatto di continue scoperte e piacevoli sorprese, che Siani affronta con arguzia e comicità. Caratteristiche - e non è un luogo comune - che fanno del Sud Italia la parte più divertente del nostro Paese." -
Il primo marito
Annie Adams pensa di avere tutto ciò che si può desiderare. A trentadue anni, ha un bel lavoro come giornalista di viaggi, alcuni amici fidati e una vita serena, ma soprattutto è convinta che l'amatissimo fidanzato Nick, con cui convive da tempo, sia l'uomo giusto per lei. Fino al giorno in cui, all'improvviso, lui la lascia. Ma com'è possibile? Non era forse l'uomo della sua vita, quello destinato a diventare suo marito? Profondamente disorientata da questo abbandono così inatteso, Annie si trova costretta a vedere la sua vita con occhi diversi e quando, dopo poco, conosce del tutto casualmente Griffin, uno chef molto carino che lavora in un locale sulla spiaggia vicino a casa sua, senza pensarci troppo accetta di sposarlo, dopo soli tre mesi. Sarà davvero la persona giusta? Presto la loro vita in comune si rivela più complicata del previsto, e il sospetto di aver agito impulsivamente facendo la scelta sbagliata inizia a tormentarla. E Nick o Griffin l'uomo che Annie ama? Ma soprattutto, che cosa vuole davvero dalla sua vita? -
Lila e le 9 piante del desiderio
Mi chiamo Lila, abito a New York, ho trentadue anni e come molte di voi vorrei tanto che qualcosa cambiasse nella mia vita. In meglio, naturalmente. Ho divorziato da poco, lavoro in un'agenzia pubblicitaria senza grande soddisfazione e mi sono appena trasferita in un appartamento nuovo di zecca, che però è freddo e impersonale. Per vivacizzarlo un po', sapete cosa faccio? Decido d'impulso di acquistare una pianta tropicale. Be', diciamo la verità: non ho saputo resistere al fascino di David Exley, il fioraio di Union Square che me l'ha venduta... Sembrerebbe un gesto banale, ma da quel momento mi si aprono le porte di un universo sconosciuto e intrigante, di cui non immaginavo nemmeno l'esistenza. Le sorprese, infatti, non sono finite: per caso mi ritrovo davanti alla vetrina di una lavanderia automatica trasformata in un lussureggiante giardino esotico proprio nel cuore della città, e qui conosco Armand, il suo imprevedibile ed enigmatico proprietario. Sono lui e David, mossi da una passione ai limiti dell'ossessione, a iniziarmi al segreto delle nove piante leggendarie che hanno il potere di soddisfare ogni desiderio di chi le possiede. Di punto in bianco, abbandono casa e lavoro e parto per il Messico alla ricerca di queste rarissime piante. Quando nella giungla dello Yucatàn incontro Diego, bello e sexy. Ma chi sono veramente David, Armand e Diego, e che cosa vogliono da me? -
Italia. Una storia d'amore
"Sono passati quarant'anni. Un'era geologica e un battito di ciglia. Pensavo, allora, che un giorno potesse valere un secolo; e così è stato."""" Il giorno a cui allude Achille, un sessantenne elegante e malinconico, è quello di un viaggio in treno da Bologna a Rimini, in un fine luglio infuocato di quarant'anni prima, e dell'incontro con una giovane donna, bellissima e misteriosa. La loro storia si brucerà in un giorno e una notte appena, ma segnerà l'uomo per la vita. Achille e la sua compagna di viaggio non si rivedranno mai più, strappati l'uno all'altra da circostanze insuperabili. Lui, però, non cesserà di rimpiangerla, continuerà a cercarla in ogni altra donna, né si perdonerà mai di averla perduta. Seduto al tavolino di un caffè di fronte alla piazza del Nettuno, Achille racconta la vicenda a un vecchio amico. È l'aprile """"radioso"""" del 1915, vigilia dell'entrata in guerra dell'Italia, e nel centro di Bologna, affollato di studenti universitari, si susseguono le manifestazioni interventiste, sempre più esasperate. In questo clima carico di passione, entusiasmo e incoscienza, il racconto di Achille, il suo cocente rimpianto della donna e della giovinezza, suonano come un'elegia, o forse un epitaffio, dell'età romantica: la stagione dei grandi sentimenti individuali e collettivi. Piero Meldini ha creato una figura femminile viva e indimenticabile; ha resuscitato le prime stagioni balneari di Rimini, evocandone i luoghi e la gente, le mode e i rituali, i colori e le voci."