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Alla fine di un'infanzia felice
Quella che sta cominciando non sarà per Guido una giornata come le altre. Arrivato in ufficio, nella casa editrice dove lavora come editor, lo attende una busta. Ma non è il solito aspirante scrittore in cerca di attenzione. Il tempo di leggere il mittente e il cuore di Guido ha un sussulto. Sergio Casagrande. Un nome che porta con sé le ferite di un passato sepolto. Il grande amico di infanzia, perso per sempre dopo un dramma terribile e mai dimenticato. Bastano le prime parole del libro per capire che le sorprese non sono finite: ""Mercoledì mattina ho visto Guido"""" scrive Sergio. Sarà vero? Che Sergio l'abbia seguito? E da quanto tempo? Per scoprirlo non resta che immergersi nella lettura. E rendersi conto che, davvero, il romanzo parla di lui, di loro, dall'infanzia fino al presente. Per Guido comincia un viaggio nella memoria, in un tempo lontano, l'estate in cui nacque la sua amicizia con Sergio, nelle campagne del Friuli abitate dalle loro famiglie. I giri in motorino, la caccia alle rane, fino all'incidente che ha cambiato ogni cosa. D'improvviso però la narrazione dei ricordi si interrompe e il romanzo-nel-romanzo comincia a parlare di un dramma coniugale, una storia di infedeltà che apparentemente non ha legami con quanto raccontato fino a quel momento. E poi, con un altro salto, ci troviamo nel presente, intere settimane in cui Sergio pedina Guido, ne segue ogni mossa, scava negli angoli più in ombra della sua vita..."" -
Il tessitore di vite
Napoli, un'estate di luce accecante. Massimo è un antropologo, da poco separato dalla moglie, che predica a se stesso una cupa misoginia ma non disdegna le grazie delle sue studentesse. Caterina insegna sociologia all'università e si divide tra una figlia che le somiglia al punto da ripetere i suoi stessi errori, una vecchia madre da assistere e il desiderio di sentirsi finalmente affrancata da un'esistenza che non le ha risparmiato alcuna asprezza. Lia, personalità travolgente ed energia contagiosa, continua a tentare di fare la giornalista in prima linea, ma deve lottare per tener viva la passione per il suo lavoro in una realtà che più grigia non potrebbe essere. Miranda è alle prese con la gravidanza inattesa della giovanissima figlia e con un segreto che la scava nell'anima come una maledizione. E Pietro, che invece vive al Nord, sotto l'aspetto di manager impeccabile, padre affettuoso e marito devoto, nasconde una doppia vita inconfessabile. Nulla unisce, all'apparenza, queste cinque persone ormai nella loro piena maturità. Eppure c'è un uomo, Riccardo, che con la pazienza di un tessitore silenzioso cerca di costruire tra loro un sotterraneo tessuto connettivo che gli consenta di rivelare a tutti un segreto. Con quali parole potrà svelare loro la verità di cui è venuto suo malgrado a conoscenza? Come reagiranno? Ha diritto di sconvolgere vite ormai consolidate e compiute? -
Un colpo all'altezza del cuore
A Torino, quella mattina, fa un freddo cane e c'è aria di neve. Mentre sta andando a scuola, senza quasi aver tempo di capire cosa accade, la prof Camilla Baudino si ritrova testimone di un brutale regolamento di conti: all'incrocio tra due centralissime vie della città una moto si affianca a un'auto e con un colpo di pistola il centauro uccide il conducente della macchina, per poi sparire nel traffico. Pochi minuti dopo, ad accorrere sulla scena del delitto per dirigere le indagini arriva l'unico poliziotto da cui Camilla avrebbe desiderato tenersi alla larga: il commissario Gaetano Berardi. Sono trascorsi quasi tre anni da quando Gaetano e Camilla si sono incontrati l'ultima volta, ma il tempo - che a lui ha regalato qualche affascinante ruga in più, mentre a lei la pungente inquietudine per un matrimonio un po' appannato e le scaramucce con una figlia nella piena adolescenza - sembra non aver sopito del tutto un'attrazione pericolosamente vicina a trasformarsi in amore. Poche ore più tardi, anche la giornata della giovane dottoressa Francesca Gariglio è destinata a prendere una piega inusuale. La polizia rinviene il cadavere di un pensionato, massacrato con una spranga: è un suo ex paziente, uno dei tanti di cui Francesca si prende cura lavorando nelle corsie dell'ospedale di Chivasso, cittadina che fino a quel momento aveva ritenuto sin troppo tranquilla... -
La morte si muove nel buio
Agosto 1527. Roma è caduta sotto l'assalto delle truppe imperiali di Carlo V, composte da soldati spagnoli e italiani e da mercenari tedeschi, i terribili lanzichenecchi. Da tre mesi il papa, Clemente VII, è prigioniero nelle sue stanze di Castel Sant'Angelo. Al suo fianco - prigionieri anch'essi cardinali, funzionari di palazzo, dignitari e un giovane artista toscano: Benvenuto Cellini, ""bombardiere a castello, musico alla corte del papa e orafo con il sogno di diventare scultore"""". Cervello fino e testa calda, Benvenuto è bloccato a Roma a coniare monete per il papa, che non lo lascia partire per l'amata Firenze dove, nel frattempo, nuovi tumulti minacciano la sua famiglia. Finché una notte il cardinal Rangoni, vescovo di Modena, viene trovato morto nelle sue stanze di Castel Sant'Angelo. E non si tratta di morte naturale. Il suo assassino si è mosso nel buio, invisibile e letale. Probabilmente ha ucciso anche Barbaro, il segretario del cardinale, e, nella fuga, ha trucidato due soldati spagnoli di ronda, gli unici possibili testimoni. Le indagini vengono affidate a Sebastian Schertlin, ufficiale tedesco con fama di invincibile e spietato guerriero. Ma il papa non si fida e obbliga Benvenuto a intraprendere un'inchiesta parallela. Non corre buon sangue tra Schertlin e Cellini, divisi proprio da quello che hanno in comune: il temperamento fiero e attaccabrighe, l'intelligenza viva, l'abilità nella lotta e con le armi e, soprattutto, l'amore per Lozana, meravigliosa cortigiana andalusa."" -
Le povere signore Gallardo
Quale mistero avvolge la morte dell'aviatore Geo Chàvez, precipitato dopo un volo sulle Alpi piemontesi nel settembre del 1910? E che rapporto ha con il brutale assassinio di Caterina e di Ines Gallardo, madre e figlia, quasi sessant'anni più tardi? E che c'entrano le lotte partigiane e l'amore che unisce Ines al giovane Lodovico Dossi Bastimenti, scomparso all'improvviso nel 1950 all'indomani del loro matrimonio? E in che modo il libraio Andrea Serravalle inciampa in tutti questi enigmi in una torrida giornata di agosto del 2011? L'unico che può rispondere a tante domande è Ferruccio Falsopepe, commissario pugliese trapiantato a Genova. Davanti a lui un'indagine che affonda le sue radici in tutto il Novecento, tra eroi, nazisti, partigiani, traditori, nobili, cospiratori, alto clero, banchieri e società segrete. Fino alla scomparsa di Giorgina, ventenne, ultima donna della dinastia Gallardo. Così, mentre le tessere del puzzle cominciano a ricomporsi, chi legge fa la conoscenza di una galleria di personaggi indimenticabili. Caterina Gallardo, giovane aviatrice e partigiana, meravigliosa e straordinariamente seduttiva. L'ambiguo e sfuggente conte Lionello Dossi Bastimenti. Il libraio Andrea Serravalle, titolare della libreria Maigret, archivio vivente di delitti insoluti. Il pm Silvia Conti, bella, coraggiosa, altera ed elegante. E soprattutto il commissario Falsopepe, burbero capo della Omicidi di Genova, che dietro la scorza rude nasconde un cervello finissimo e un grande cuore. -
A capotavola. Storie di cuochi, gastronomi e buongustai
"La buona cucina è un agente morale. Per buona cucina intendo la preparazione coscienziosa del semplice cibo quotidiano, non la più o meno talentuosa elaborazione di oziosi banchetti e piatti eccentrici. Il proposito di un libro di cucina è uno e inequivocabile. Il suo unico obiettivo concepibile non può essere che accrescere la felicità degli esseri umani."""" È sorprendente scoprire che l'autore di queste righe è Joseph Conrad, nella prefazione al libro di ricette pubblicato nel 1923 da sua moglie Jessie. """"A capotavola"""" è intessuto di sorprese simili a questa: perché scruta attraverso la lente della passione gastronomica le vite di una galleria di personaggi straordinari - dalla A del copista arabo Muhammad Al-Baghdadi alla Y dello scrittore cinese Yuan Mei, passando per Pellegrino Artusi, André Michelin, Agatha Christie, Georges Simenon, fino ad Ave Ninchi, Elena di Sparta e Margherita di Savoia. Entrare a far parte del firmamento dell'alta cucina è oggi il sogno di tanti aspiranti """"master chef"""". Ma le storie golose raccolte da Laura Grandi e Stefano Tettamanti ci rivelano come spesso a battezzare ricette, metodi di preparazione e """"filosofie"""" gastronomiche siano stati personaggi che dietro ai fornelli non ci sono mai stati. """"A capotavola"""" è una piccola enciclopedia illustrata - del tutto personale e cosparsa di quei buchi che rendono ottima una buona fetta di groviera - della storia della cucina e, insieme, del mutamento del gusto e del costume, non solo alimentare, attraverso il tempo." -
Come foglie al vento
Riccardo Calimani, uno dei massimi studiosi ed esperti di Venezia e della storia degli ebrei italiani, fonde in questo libro la dimensione privata con quella storica, e dà vita così a una affascinante memoria famigliare e nello stesso tempo a una ricostruzione rigorosa e densa degli anni più terribili del Ventesimo secolo.Lo struggente racconto di un nonno ai nipotini è l'occasione per ripercorrere i giorni drammatici delle persecuzioni contro gli ebrei veneziani, in una testimonianza in cui il ricordo personale si alterna ai documenti e agli avvenimenti pubblici dell'epoca, e che restituisce non solo la storia di quegli anni, ma anche il senso di straniamento e incredulità delle vittime della Shoah. Proprio come le foglie al vento, anche le donne e gli uomini evocati nel racconto sono travolti da una forza superiore, violenta, incomprensibile, e da un orrore inimmaginabile. Molte cose, infatti, fino alla fine della Seconda guerra mondiale, non si sono sapute, e anche quello che si sapeva era troppo terribile per essere creduto, e chi ha vissuto in quegli anni ha preso coscienza di quella tragica realtà a poco a poco, tra incertezze e contraddizioni. Riccardo Calimani, uno dei massimi studiosi ed esperti di Venezia e della storia degli ebrei italiani, fonde in questo libro la dimensione privata con quella storica, e dà vita così a una affascinante memoria famigliare e nello stesso tempo a una ricostruzione rigorosa e densa degli anni più terribili del Ventesimo secolo. -
L' inverno della Repubblica. La congiura di Catilina
La congiura di Catilina, la rivolta che nell'autunno del 63 a.C. avrebbe dovuto decapitare i vertici della Repubblica romana, si è imposta nei secoli come ""la madre di tutte le congiure"""". Ricostruendo l'intera vicenda, Massimo Bocchiola e Marco Sartori propongono come chiave di lettura la crisi delle istituzioni repubblicane, che si consumerà definitivamente di lì a poco con il primo triumvirato e poi con la dittatura di Cesare. Intorno a Catilina s'intrecciano, infatti, i destini dei principali personaggi del tempo: Cicerone, console nell'anno della congiura, l'antagonista di Catilina, il """"difensore della Repubblica"""", non estraneo però a compromessi e ambiguità; Pompeo, il """"convitato di pietra"""" con cui tutti sanno di dover presto fare i conti, impegnato nelle trionfali campagne in Oriente; Crasso, tenace tessitore di trame grazie alle sue ricchezze; Cesare, già in odore di vittoria, abile nel defilarsi da iniziative acerbe o velleitarie; Catone, risoluto e intransigente contro i rivoltosi, ostile a ogni atto di clemenza. Ma al centro della scena resta comunque lui, Catilina, uomo degli eccessi e delle contraddizioni, nel fisico come nella personalità. Ossessionato dal potere, oscilla """"fra una realtà sovversiva e un sogno istituzionale"""", intraprendendo la rivolta armata solo dopo il fallimento del progetto di farsi eleggere console."" -
L' infinito istante
Nel trittico pubblicato dallo Specchio - ""L'orlo delle cose"""", """"La parte in ombra"""", e oggi """"L'infinito istante"""" - è esemplare la crescente trasparenza di quel """"limpido decantarsi"""" che Carlo Bo aveva colto fin dagli anni delle sue postfazioni a due antecedenti sillogi mondadoriane di Sergio Zavoli. L'umanista, e grande critico, aveva già messo in luce il lavoro di scavo che Zavoli portava avanti nei suoi versi, via via raccogliendoli in testi da cui traspariva una coscienza poetica alla quale restava estranea ogni abilità esteriore e in cui si precisavano le sottrazioni verbali care a Montale, che anche oggi fanno dire a Zavoli: """"la poesia sta appena nei dintorni di un istante"""". Con una metafora riferita alle librerie di casa, nello spirito di una esplicita condivisione, Bo consigliava ai lettori di """"non disporre la poesia di Sergio Zavoli nelle collocazioni orizzontali dei libri, il suo fra i tanti altri: quei versi esigono una disposizione verticale, se così possiamo dire, perché sono di materiale puro, derivato per un processo segreto e misterioso dalla parte più nobile del suo spirito"""". Più avanti aggiungerà: """"Le sue poesie non rientrano nel quadro delle esercitazioni letterarie più o meno suggestive, come assicurano il tono teso della voce, l'orecchio sordo alle mode, il rifiuto di alchimie adescanti, l'assenza di ogni lenocinio (...)""""."" -
Calendario astrologico 2013. Guida giornaliera segno per segno
Il 2013 non è un anno come un altro. Per alcuni non esisterà nemmeno un 2013, per altri invece segna l'inizio di una nuova era. E Branko ci corre in aiuto con un'edizione speciale, ancora più ricca e approfondita, del suo Calendario Astrologico. Giorno per giorno ci aiuta ad affrontare al meglio quella che potrebbe essere l'alba di una svolta epocale. -
Il primo amore non si scorda mai, anche volendo
"I ricordi prendono forma, ed è la forma del contenitore che li accoglie"""" scrive Roberto Alajmo, dando voce a quello che tutti noi sperimentiamo: i ricordi d'infanzia, i più lontani, sono inestricabilmente legati a oggetti, luoghi, persone. Nella vita adulta diventiamo capaci di isolare le emozioni, mentre la memoria prima, la più vivida, resta il serbatoio immaginario a cui attingere per tutta la vita. È così che in queste pagine il racconto di una formazione umana e sentimentale - quella dell'autore - ci tocca incredibilmente da vicino, in quanto a suo modo universale. Anche perché il racconto è accompagnato da piccoli elenchi: """"repertori"""" dei giocattoli, dei cibi, dei fumetti, dei calciatori che hanno segnato, negli anni Sessanta e Settanta, la vita di tutti. Da Braccobaldo a """"LampoSport"""", dal caffè Paulista al """"Corriere dei Piccoli"""", attraverso i lampi della memoria si compone un viaggio che parte dal primo ricordo (l'estrazione delle tonsille!) fino all'esplosione ormonale dei primi amori. Dai momenti dilatati della fanciullezza si passa per le strettoie dell'adolescenza: per giungere all'età in cui voltarsi indietro è un modo per capire chi siamo, e sorriderne un po'." -
La donna che mi insegnò il respiro
Hayat Shah è un ragazzino musulmano nato e cresciuto nella provincia americana. La sua vita procede spedita tra la scuola, il baseball e le corse in bicicletta. Delle origini pakistane resta solo qualche debole traccia nei battibecchi tra i genitori. Finché un giorno arriva Mina, un'amica della madre venuta a vivere negli Stati Uniti dopo un doloroso divorzio nel suo paese, e da quel momento tutto cambia. Dolce e bellissima, Mina porta con sé un fascino discreto e magnetico che in poco tempo conquista tutti, perfino lo scettico padre di Hayat. La sua religiosità profonda e non fanatica fa entrare discretamente la fede musulmana nella vita familiare e colpisce l'animo adolescente di Hayat, che viene attratto dalla spiritualità della preghiera e, senza averne immediata coscienza, dalla sensualità della donna. I guai iniziano quando Mina si innamora di un ebreo, Nathan, e quando questi per amore si converte all'Islam. Non sarà tanto la dura reazione della comunità musulmana a impedire il loro matrimonio, quanto il segreto intervento di Hayat, che trova nel fondamentalismo religioso uno sfogo alle sue tormentate pulsioni adolescenziali. Le conseguenze del suo comportamento gli si sveleranno molti anni dopo, incontrando casualmente Nathan e venendo a conoscenza del tragico destino di Mina. Solo in quell'istante, nel semplice atto di scusarsi per il male compiuto, Hayat diventerà finalmente adulto. -
Tanto poi esce il sole. Come il dolore mi ha resa più forte
"Chi si metterà a leggere queste pagine, forse sarà un po' spiazzato, almeno all'inizio. Forse non ritroverà subito la Barbara d'Urso che è abituato a conoscere dalla televisione e dai giornali. Imparerà invece a conoscere Carmelita, la bambina che ero, l'adolescente che sono stata, e poi la giovane donna che ha imparato a mordere la vita, a cadere, a rialzarsi, a fallire, a vincere. Quando ho cominciato a scrivere questo libro, non avevo idea di quello che mi aspettava. Un libro su di me. Che non fosse, però, la mia autobiografia. Che ci vuole, mi sono detta? Ci vuole molto, moltissimo dolore. Per me tutto questo è stato importante, ma difficilissimo. Talmente difficile da dover chiedere un aiuto, un grande aiuto, all'unica persona che poteva darmelo: mia madre, la mia adorata mamma, che mi ha lasciata quando avevo solo undici anni, dopo una malattia devastante durata più di tre anni. Ho chiesto aiuto a lei, cui mi rivolgo in una lunga lettera appassionata e dolorosa, a tratti, divertita e allegra, in altri."""" Barbara d'Urso non si era mai messa così tanto in gioco. Questo libro commovente e intenso porta alla luce le sue ferite più intime, i suoi dolori più segreti. Ma mai la sofferenza è fine a se stessa: in ogni pagina, anche la più tragica, passa una vena di forza, la spinta a reagire, a tirare su la testa, a guardarsi intorno e poi dentro di sé, e a sorridere. A tenere sempre viva la speranza che qualunque cosa accada, alla fine poi esce sempre il sole." -
Neanche con un morso all'orecchio
La morte del padre è l'evento che cambia il corso di un'esistenza. Quello che fa diventare grandi, fa decifrare il senso di una vita intera. Un percorso faticoso, raccontato senza sconti da Flavio Insinna, in un libro intimo e introspettivo. Rivolgendosi al padre in un corpo a corpo serrato, un mattatore della TV popolare illuminata dai grandi ascolti esplora il mondo in ombra dei sentimenti e del dolore, dei conflitti e dell'amore. E il padre di Flavio diviene padre nostro. Suo e di tutti, nel corpo vivo delle parole. ""Neanche con un morso all'orecchio"""" è un memoir sulla lunga adolescenza di un eterno Peter Pan (che a 45 anni vive ancora in casa con mamma e papà) costretto a diventare di botto responsabile. Sul conflitto tra il desiderio di entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel che costi. Un po' come un giovane Holden, Flavio Insinna è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o di poter sbagliare nelle sue scelte di vita, di lavoro e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale, ereditato dalla figura paterna, e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e di costruito. Un sentimento del tutto originale per chi ha fatto della fiction il proprio mestiere. Sul filo della comicità, da attore consumato, Insinna non si nega nessuna gag nella nostalgica rievocazione di ricordi autobiografici."" -
Antologica. Poesie 1958-2010
Apollo e Dioniso. Da una parte la ragione che ordina, lo sguardo dell'artista che individua, separa, riunisce. Dall'altra la potenza della musica, l'irruenza della vita, l'esplosione caotica del reale, il multiforme eterno divenire. Distacco da un lato,; passione dall'altro. Utopia e sovvertimento. Sono; questi i numi tutelari della poesia, pur laicissima e materialista, di Nanni Balestrini: un'esperienza creativa e umana nella quale convivono felicemente impegno artistico e civile. Romanziere, artista visivo, autore teatrale, organizzatore culturale, Balestrini ripercorre, in questa originale autoantologia, la propria parabola lirica, dandole nuova linfa e nuova vita, rileggendo il significato di un'esistenza dedicata alla poesia e non solo, disegnando il proprio autoritratto di artista e di uomo. Si riscoprono così le tappe di un percorso che ha coniugato l'epica e l'elettronica, sempre all'insegna della sperimentazione, di una distruzione e riconfigurazione dei linguaggi che è affermazione assoluta di libertà. -
The hungry city
Futuro remoto. In seguito a un olocausto nucleare che ha causato terribili sconvolgimenti geologici, le città sono diventate enormi ingranaggi a caccia di altre città di cui cibarsi per sopravvivere. Tom, giovane Apprendista Storico di Terza Classe, lavora nel museo di Londra, una delle città più potenti. Un caso fortuito porta il ragazzo a sventare il piano omicida di Hester, una giovane orribilmente sfigurata che attenta alla vita del capo della Corporazione degli Storici, l'archeologo Valentine. Prima che la misteriosa ragazza precipiti nel nulla del selvaggio Territorio Esterno, Tom riesce a farsi rivelare la sua identità. Ma, da quel momento, da eroe si trasforma in preda. -
Il ragazzo dei mondi infiniti
Esistono miliardi di universi possibili! Sei pronto ad attraversarli tutti?Alcuni pensano che Joey sia strano. Altri che viva in un mondo parallelo. E non hanno torto. Un giorno infatti Joey finisce in una realtà in cui uomini che fanno surf su dischi volanti lo inseguono, e un misterioso eroe lo salva conducendolo in un'altra dimensione. Sarà luì a rivelargli questa nuova, invisibile verità: ogni volta che si profila un bivio, l'universo si scinde in una serie infinita di mondi possibili, che solo i Camminatori come Joey possono attraversare. Mondi in cui si possono avere le ali, la pelliccia di un lupo, lamine metalliche al posto della pelle o semplicemente essere la propria versione maschile o femminile. Ma agli estremi opposti di questo insieme di mondi imperano due universi in guerra tra loro: Esa, pervaso di magia, e il mondo binario, governato dalla tecnologia. Riuscirà l'InterMondo, l'esercito creato dai Camminatori, a proteggere l'equilibrio dei mondi sopravvivendo alle feroci creature che ne sorvegliano i confini? -
Dalle tenebre alla gioia. Tutto quello che ho imparato ad Auschwitz e da quattro piccoli pezzi di pane
Nel 1944, a sedici anni, Magda Hollander-Lafon, ebrea ungherese, fu deportata ad Auschwitz-Birkenau con la madre e la sorella, decedute in quel lager nei primi giorni di reclusione. Magda sarà l'unica della sua famiglia a sopravvivere alla Soluzione finale: il padre, scoprirà poi, all'epoca della sua deportazione era già morto nel ghetto di Nyiregyháza, in Ungheria. ""Dalle tenebre alla gioia"""" è una profonda testimonianza sulla Shoah ma anche e soprattutto una meditazione sulla vita. Strappate a quell'esperienza di morte, le parole di Magda sono il frutto di una lunga traversata, costellata di rinascite: i quattro pezzetti di pane ricevuti da una donna in fin di vita nel campo, perché possa sopravvivere e raccontare l'inferno, le gocce d'acqua offerte dalle compagne quando è ormai allo stremo, il movimento delle nuvole nel cielo di Auschwitz, che le fiamme del crematorio hanno smesso per un momento di oscurare, o ancora il sorriso di una donna sconosciuta che la accoglie all'uscita dall'universo concentrazionario. E poi l'aiuto del """"buon custode"""", un guardiano che, a rischio della sua stessa vita, le riscalda i piedi congelati donandole un paio di zoccoli: """"Quando se n'è andato sono riuscita di nuovo a piangere e a sperare nella bontà degli uomini"""". Nel suo ricordo, qua e là emergono anche le figure peggiori, come la kapò del Block 8: """"Ho impiegato trent'anni per riuscire a ricordare il volto di Edwige. La primavera è tornata nel mio cuore, perché posso parlare di lei..."""""" -
A caccia dell'Orso. Ediz. illustrata
Una famiglia parte alla ricerca dell'orso ma, dopo aver attraversato un campo di erba frusciante (svish svush!), un fiume freddo e fondo (splash splosh!), una pozza di fango limaccioso (squelch squalch!), un bosco buio e fitto (scric scroc!) e una tempesta di neve che fischia (fìuuuu huuuuuu!), alla fine... sarà l'orso a trovare loro. Considerato un classico, ""A caccia dell'Orso"""" è un piccolo capolavoro della letteratura per l'infanzia, dove immagini, testo e lettura ad alta voce danno vita a una grande avventura, per imparare ad affrontare insieme ogni paura. Età di lettura: da 3 anni."" -
Chi c'è tra i miei capelli? Ediz. illustrata
I capelli di Martina sono ricci e ribelli: non vanno d'accordo con le spazzole e sono bersaglio di mille scherzi. Ma da quando sono diventati il nido perfetto per un uccellino coraggioso, tutti vorrebbero avere ricci morbidi e ospitali come quelli di Martina! Età di lettura: da 3 anni.