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Il treno era in orario-Il pane dei verdi anni
È con Il treno era in orario (1949) che, da scrittore semisconosciuto, Heinrich Böll divenne improvvisamente un caso letterario. Reduce dalla guerra, non volle ""parlare d'altro"""", e con i suoi scritti costrinse i connazionali a rituffarsi nella grande tragedia che li aveva travolti. Senza togliere nulla alla plumbea realtà di quei giorni, Böll la fece tuttavia lievitare e le diede un senso attraverso una forte carica di poesia, tanto più impressionante quanto più aliena da ogni intento edificante. A questo primo scritto fa da ideale pendant Il pane dei verdi anni , del 1955, che presenta invece il vivido ritratto di una Germania speranzosa e attivista, già avviata verso il miracolo economico."" -
I segreti dei Gonzaga
La corte mantovana e il suo mondo sontuoso danno vita nei Segreti dei Gonzaga a uno dei racconti più amari e segretamente crudeli di Maria Bellonci: crudeltà della ragione dinastica; crudeltà, morbosa e sfrenata, del sesso e dell'amore; crudeltà del fasto e della ricchezza, impotenti contro le leggi della natura e della vita. La vocazione del narratore, alternandosi a quella dello storico, prende spesso il sopravvento in Maria Bellonci, privilegiando lo scandaglio psicologico, la ricerca di una verità privata, di cui il documento non è che la sollecitazione pratica che dà corso alle reazioni a catena di una «memoria» fantastica e fuori del tempo. -
Costituzione degli ateniesi
Nella Costituzione degli Ateniesi Aristotele analizza la storia dello Stato ateniese dal regno mitico di Teseo fino al 403 a.C.; e presenta le istituzioni e i fondamenti della Costituzione alla fine del V secolo – l'efebia, la bulé, l'arcontato, l'elezione e il funzionamento delle magistrature, l'organizzazione dei tribunali –, lasciando intravedere una rudimentale suddivisione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Troppo acuto per non comprendere che la grande parabola di Atene si era ormai conclusa, Aristotele riesce a mantenersi lontano dallo spirito di parte e dall'idealizzazione retorica. La sua disamina costituisce ancora oggi una fonte imprescindibile sulla storia della più gloriosa fra le città greche, quella che più di ogni altra ha influenzato la cultura dell'Occidente. -
Ravelstein
Abe Ravelstein è un geniale e stravagante professore di filosofia politica, forgiatore di menti, ma anche viveur instancabile e amante della buona cucina, dell'arte, del pettegolezzo. Malato di Aids, chiede a un amico scrittore di scrivere la sua biografia. Nel corso di un viaggio che insieme compiono a Parigi, in conversazioni che sono dialoghi di fenomenale e provocatoria intelligenza, i due ripercorrono la storia della loro amicizia e si scambiano riflessioni sulla politica, la storia, l'attualità, le donne, alternandole con memorie di antichi amori e mai sopite passioni. Ravelstein è un viaggio attraverso l'amore e la memoria, un'elegia all'amicizia e alla vita vissuta intensamente (nel bene e nel male), un libro audace, sfrontato e brillante. -
L' isola volante
Gli astronomi che aspettano la cometa, gli scacchisti che ogni sera sfidano l'eterno nemico, il paradiso di una libreria antiquaria e l'inferno della metropoli: sono questi i temi dei saggi qui raccolti. ""Appunti di viaggio"""", divagazioni e perlustrazioni nell'universo di grandi scrittori del Novecento."" -
Dell'arte poetica
Il più antico trattato di estetica letteraria pervenutoci, la Poetica di Aristotele, fu scritto probabilmente nell'ultima parte della vita del filosofo, quando insegnava ad Atene (335-323 a.C.). Lungamente meditato, era forse composto di due libri, dei quali solo il primo è giunto fino a noi. Vi si analizzano la tragedia e l'epica, contiene i temi chiave della riflessione poetica e definisce criteri in seguito recepiti da tutta la tradizione: dalla definizione dell'arte poetica come mímesis del reale che diventa una forma di conoscenza, alla classificazione dei generi secondo l'oggetto, il modo e i mezzi dell'imitazione; dalla riflessione sulla funzione insieme razionale ed emotiva, conoscitiva e edonistica dell'arte, fino a quei concetti chiave come páthos e catarsi che ancora oggi utilizziamo. -
Avere non avere
«Comunque vada, un uomo solo non ha uno straccio di possibilità.»Fra battute di pesca al largo della costa cubana e cacce nel Wyoming, fra il terzo matrimonio e la guerra di Spagna, nacquero i tre racconti di Avere e non avere, riuniti poi a formare un romanzo unitario. Harry Morgan è un ""onesto contrabbandiere"""" che naviga fra Key West e Cuba, al timone di un battello carico di cinesi clandestini e di alcol. Duro e coriaceo nell'affrontare una vita giocata sul filo del pericolo, a contatto con la peggior feccia umana e sotto il tiro continuo della legge, Morgan diventa l'emblema dei reietti, condannati a ricorrere a ogni espediente per sopravvivere, in una società spaccata fra coloro che """"hanno"""" e coloro che """"non hanno"""". In Avere e non avere (1937) Hemingway mette fortemente in risalto le istanze politiche e sociali dell'America rooseveltiana, raccogliendone i motivi e gli umori contestatari."" -
Nottetempo, casa per casa
Inseguito dalla luna, un uomo, un ""lupo mannaro"""", corre gridando i suoi tormenti per le contrade e le colline argentate di ulivi. Giunge a Palermo una piccola comunità di forestieri stravaganti, cultori di misteriosi riti esoterici, di nozze pagane con la natura, guidati da un moderno superuomo, Aleister Crowley, venuto a giocare in un paese mediterraneo forse l'ultima delle sue provocazioni teatrali... Vincenzo Consolo torna allo scenario familiare della Sicilia dei primi anni Venti, che segnano l'avvento del fascismo e la notte della ragione. Il risultato è un romanzo corale, l'evocazione lirica di tanti destini individuali e di un'intera civiltà, colta nel momento in cui sta per essere sopraffatta."" -
Morte nel pomeriggio
Saggio, romanzo, guida, diario e anche autobiografia, Morte nel pomeriggio ruota intorno all'affascinante mondo della corrida che ha da sempre stregato lo scrittore. «La corrida è una tragedia - ha sottolineato Fernanda Pivano -, non è uno sport. Il torero è l'uomo che vive in stretta intimità con la morte, e reca sul viso le tracce di questa intimità. A Hemingway interessa vedere l'uomo unito al toro in un solo corpo nell'istante che decide la morte di uno dei due rivali. Morte nel pomeriggio , con tutto il suo glossario, non è un Baedecker della corrida più di quanto Moby Dick sia un Baedecker della caccia alla balena». -
Angeli di desolazione
Nell'estate del 1956 Jack Kerouac passò nove settimane come avvistatore di incendi sulla cima della Desolation Peak, di fronte al Monte Hozomeen che per lui simboleggiava ""il Vuoto"""" buddhista. A quel tavolo scrisse gli haiku e il diario che inserirà in Angeli di desolazione . Si tratta forse del testo in cui Kerouac delinea con maggior chiarezza i ritratti dei protagonisti della Beat Generation, anticipando i temi di Sulla strada . Tuttavia Angeli di desolazione non è soltanto il documentario di un'epoca di estasi e di inquietudini: è anche una meditazione sull'altalena che tiene in bilico lo scrittore tra il """"Nulla"""" della dottrina buddhista e l'avventuroso incalzare della vita quotidiana."" -
Paolo il caldo
Paolo Castorini, il protagonista dell'ultimo, incompiuto romanzo di Vitaliano Brancati, è un giovane siciliano soggiogato da una sensualità incontrollabile. Tormentato da quella che sempre più si rivela come una diabolica malattia, diviene schiavo di una pulsione erotica tanto prepotente da sconfinare nel mostruoso e nel demoniaco, man mano che la corruzione si impadronisce di lui e la vecchiaia avanza. Paolo il caldo è il ritratto in negativo del ""maschio"""" meridionale, l'ultimo atto di un'epopea in cui, secondo Geno Pampaloni, «la sensualità si fa lussuria, fosca e murata prigione, bramosia dell'impossibile, addio all'innocenza e alla ragione»."" -
Sulla spiaggia e di là dal molo
«Ricordare una Viareggio scomparsa a coloro che oggi hanno il sorriso della gioventù»: questo si prefiggono i racconti di Sulla spiaggia e di là dal molo , i cui protagonisti sono una terra battuta dal sole e dal vento e un popolo fiero e infantile, anarchico e incline alla dissipazione, avvezzo alle tribolazioni della marineria e amante della gioia di vivere. Di questo popolo e di questa terra Tobino si fa cantore, ne raccoglie i segreti lungamente custoditi, li fonde con rievocazioni di luoghi e persone, ricordi personali, brevi richiami storici. Il tutto unito da un grande amore per la terra natale e da un'ispirazione così vitale e così incantata del proprio oggetto da tradurre in romanzo la storia di un luogo. -
I contemporanei del futuro
Che cosa possono insegnarci i classici del passato in un'epoca di incultura progressiva? Ben più di una risposta si trova in questo libro che racconta, nella prima parte, l'origine e la storia avventurosa della parola ""classico"""". La seconda parte è un viaggio attraverso i classici: dalla navigazione degli Argonauti a Cartesio, dagli amori di Ovidio ai pirati di Defoe, Pontiggia ci introduce alla lettura dei grandi autori, avvicinandoli a noi in modo vitale ed estroso e invitandoci a un forte atto di resilienza alla dilagante rimozione del passato. E ci esorta a non dimenticarlo in nome del futuro, perché proprio i classici ne sono la riserva, i contemporanei di ieri e di domani."" -
Il Dottor Sax
Dopo «Sulla strada» e «I sotterranei», «Il dottor Sax» (1959) è l'opera della maturità artistica di Kerouac, il suo romanzo più complesso e quello al quale era più affezionato. Un libro spiazzante e surreale in cui rivivono i sogni e gli incubi dell'infanzia dell'autore, sullo sfondo dei magnifici scenari del New England. La storia, dai tratti fortemente autobiografici, è infatti quella di un ragazzo franco-canadese che trascorre l'adolescenza tra i rigori dell'educazione cattolica e la lettura, maniacale fino alla morbosità, dei fumetti. Dalla sua fantasia a tratti distorta emerge un mondo esagitatamente fantastico evocato con un linguaggio denso e contratto, fitto di immagini rapaci e di parole grottescamente composite, illuminato da subitanee e potenti accensioni liriche. -
La grande sera
Un pomeriggio di giugno, in una grande città, un professionista sparisce senza lasciare tracce. Il romanzo non è solo la ricostruzione indiretta della vita dello scomparso, ma è soprattutto la storia degli ""altri"""", che reagiscono in modi imprevedibili a un evento inesplicabile. «La grande sera» segna per Pontiggia un ritorno alla sperimentazione: un'opera di largo respiro compositivo e dalla struttura innovativa, quasi una giostra nella quale si incontra una galleria di """"anime morte"""", diventa un affresco impietoso dell'Italia degli anni Ottanta, una satira lucida e amara di una società di pieni illusori e di vuoti reali."" -
Visioni di Gerard
In «Visioni di Gerard» Jack Kerouac fa rivivere le scene e le sensazioni dei primi quattro anni di vita di Ti Jean Duluoz (pseudonimo di Kerouac stesso), che coincidono con la fine della vita del fratello Gerard, morto a nove anni. Gerard è un piccolo apostolo della non violenza, ha visioni celestiali al limite del misticismo, ma soprattutto è l'emblema di quella felicità che può esistere solo nell'infanzia, cristallizzata per sempre dalla morte in un'immagine di intatta perfezione. Il suo destino sembra infatti ribadire la convinzione che, dopo i primi anni, la vita è solo dolore, concetto che, rafforzato dall'avvicinarsi alle filosofie orientali, sarà costante in tutta l'opera di Kerouac. -
L' ultimo vagabondo americano
L'ultimo vagabondo americano raccoglie una serie di racconti uniti da un tema comune: il viaggio. Attraverso gli USA da un oceano all'altro, tra Messico e Marocco, Parigi e Londra, Kerouac racconta tutta l'emozione e la bellezza di una vita ""on the road"""": in piedi su una locomotiva che sfreccia tra deserti coperti di cactus, ebbro d'oppio a un combattimento di tori, in meditazione sui tetti assolati di Tangeri. O semplicemente innamorato di Montmartre e della sua bianca basilica. In ogni situazione il profeta della Beat Generation scopre l'immensa varietà del mondo e della natura umana, e la canta in una prosa che è pura poesia."" -
La leggenda di Duluoz
"La mia opera è composta di un unico vasto libro"""" scrisse Jack Kerouac verso la fine della sua vita. Tutti i romanzi che avevano fatto di lui una figura mitica della Beat Generation erano ai suoi occhi altrettanti capitoli di un grande libro finale che si sarebbe intitolato """"La leggenda di Duluoz"""". Questo volume, progettato da Kerouac poco prima della morte, contiene l'essenza della sua opera narrativa e rivela il complesso disegno che sta dietro le singole opere. """"La leggenda di Duluoz"""" è la storia definitiva, dall'infanzia alla maturità, di quello straordinario personaggio, per metà reale e per metà letterario, che Kerouac mise in scena nella vita e nei libri durante i brevi, intensi decenni della sua esistenza." -
Retorica. Testo greco a fronte
Della retorica Aristotele affronta in questo trattato sia l'aspetto teorico sia quello pratico. Da un lato la esamina – come fa per le altre discipline oggetto dei suoi studi – con spirito scientifico, cercando di determinare e di spiegare logicamente le leggi che stanno dietro ai fenomeni; dall'altro fornisce all'oratore una serie di consigli tecnici. Di questa arte della persuasione vengono trattati quindi tutti gli aspetti: dalla logica all'uso delle metafore e dei motti di spirito, dallo stile del discorso ai modi per determinare negli ascoltatori gli atteggiamenti e gli stati d'animo più favorevoli.Introduzione di Franco Montanari. Testo critico, traduzione e note a cura di Marco Dorati. -
Dopo il pescecane
Un consigliere delegato, un primario ospedaliero, un aspirante mafioso, uno scippatore, un ufologo, persino la Lucia manzoniana... sono solo alcuni tra i protagonisti dei diciassette racconti che compongono questa raccolta, pubblicata nel 1979. Scritti tutti, tranne uno, in prima persona, essi narrano - come chiarisce l'autore - ""situazioni e storie e personaggi che spesso esulano dalla comune esperienza"""". Come di consueto, Malerba fa della scrittura un'arma per creare paradossi, per allarmare il lettore e ottenere un effetto comico: un comico dissacrante, esplosivo, talora orrorifico, che rende """"Dopo il pescecane"""" un libro """"strano"""", inquieto e inquietante, ma capace di accendere il pensiero con lampi di profonde intuizioni. E soprattutto con inestinguibili interrogativi sul mondo e sull'uomo.""