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Terra rossa e pioggia scrosciante
Il giovane Abhay un giorno ferisce una scimmia, cioè una creatura sacra. I genitori del ragazzo si prendono perciò cura dell'animale e la scimmietta si rivela ben presto prodigiosamente capace di scrivere a macchina. Si scoprirà che, sotto le sembianze della bestiola, si cela Parasher, spirito minacciato da Yama, Signore della Morte, di essere trascinato nell'aldilà. Unica possibilità di salvezza per lui è riuscire a intrattenere il prossimo narrando delle storie. È così che le imprese del guerriero Sikander e del fratello poeta Sanjay si intrecciano - in un racconto che è una vera cavalcata tra i secoli - alle gesta di Alessandro Magno e alle immagini di un Occidente contemporaneo non meno esotico e misterioso dell'India del passato. Dinanzi a un pubblico che si fa ogni giorno più numeroso, si snoda così un ininterrotto flusso di storie degno dei grandi cicli narrativi del 'Mahabharata' e delle 'Mille e una notte' che dà vita a un romanzo intenso e sorprendente. -
Darken Rahl. La spada della verità
Un classico dello ""sword and sorcery"""". contiene i romanzi: """"La prima regola del mago"""" e """"La pietra delle lacrime""""."" -
La mistica cristiana. Vol. 2
Inizia con questo secondo Meridiano l'esplorazione del pensiero e della scrittura mistica cristiana di epoca tardomedievale e moderna. Nelle tre sezioni che compongono il volume viene offerta al lettore una cospicua scelta di testi di area renana, fiamminga e tedesca, di area francese e di area italiana, disposti a comporre un arco cronologico che copre oltre otto secoli: dal Cantico dei cantici di Sankt Trudperter a Meister Eckhart, ai testi del poeta Rainer Maria Rilke e di Edith Stein; da Marguerite Porete alle splendide e tormentate scritture di Marie de la Trinité passando per il catechismo spirituale dei gesuiti del XVII secolo; da Marsilio Ficino e Giordano Bruno a Padre Pio da Pietrelcina. L'introduzione storico-interpretativa delle diverse sezioni, il profilo degli autori e il commento puntuale ai singoli testi sono stati affidati a una équipe internazionale di studiosi coordinata da Francesco Zambon e composta da Michela Catto, Victoria Cirlot, Guido Mongini, Benedetta Papasogli e Amador Vega. -
La mistica cristiana. Vol. 1
Primo di tre volumi dedicati a uno dei campi di maggiore interesse dell'esperienza spirituale e religiosa, questo Meridiano raccoglie i testi più importanti della mistica tardo-greca e bizantina, di quella orientale siriaco-armena e della tradizione latina e italiana medievale, commentati e annotati dai più illustri studiosi di ciascuna area. L'introduzione generale al volume è di Francesco Zambon, direttore dell'intero progetto editoriale, nonché curatore egli stesso della terza e più cospicua sezione. Un'occasione per il lettore di compiere un viaggio in grado di condurlo direttamente alla radici della cultura cristiana antica e premoderna, con l'ausilio di strumenti critici e interpretativi d'eccellenza. -
Cantieri dell'Umanesimo
Al di là delle celebrazioni, un po' stereotipe, del genio universale, Leon Battista Alberti è uno degli intellettuali più originali e più difficilmente classificabili della cultura italiana. Questo Meridiano permette per la prima volta di accedere alla varietà delle sue scritture e di scoprirne il temperamento volitivo, talora sprezzante nei giudizi, pragmatico e erudito, come testimoniano in prima istanza le opere di più ampio respiro contenute nel volume, le Intercenali e L'architettura. Oltre a inquadrare storicamente la figura dell'Alberti, nella sua Introduzione Giulio Busi tratteggia un vero e proprio affresco di quella fervida epoca in cui egli visse e operò; allo stesso modo, la scelta e la disposizione dei testi riflette i campi di interesse in cui fu attivo l'autore: opere comico-umoristiche, opere di carattere morale e trattatistica d'arte. Completa il Meridiano un'ulteriore sezione, intitolata Amore e vita, che raduna le Rime e l'Autobiografia, a dimostrazione della versatilità di questo autore e della profondità multiprospettica della sua opera. Sia per gli scritti in latino sia per quelli in volgare, vengono riproposte le traduzioni e le edizioni più autorevoli, affiancate da un commento originale e rivolto a un vasto pubblico, sempre a cura di Busi. -
Etica e letteratura. Testimonianze, diario, racconti
Per la prima volta vengono riuniti in un solo volume i grandi capolavori di Gustaw Herling, commentati da Krystyna Jaworska e introdotti da un saggio di Wlodzimierz Bolecki.rnLa Cronologia è a cura di Marta Herling, figlia dell'autore. Apre il volume uno scritto di Goffrefo Fofi dedicato alla figura di Herling in Italia. I testi sono raggruppati in tre sezioni che rappresentano i momenti fondamentali della sua scrittura: Un mondo a parte, libro che lo consacrò grazie all'appoggio di scrittori come Bertrand Russell, Albert Camus e Ignazio Silone; il Diario scritto di notte, monumentale Zibaldone di scritti di vario genere arricchito per l'occasione da un'ampia celta di brani fino a oggi inediti in italiano; infine, i racconti non inclusi nel Diario, editi o inediti, disposti in ordine cronologico. -
Poesie e prose
Un autore straordinario, il cui valore nella tradizione letteraria del secolo scorso (primo tra tutti Montale), e fino ai nostri giorni, viene esaminato nel prezioso saggio introduttivo di Enrico Testa.Poeta dell’apparente semplicità venata da un esistenzialismo profondo, traduttore di autori classici e moderni, soprattutto dal greco e dal francese, Sbarbaro ci ha consegnato un corpus di testi sui quali ha continuato a intervenire e a lavorare per tutta la vita. Questa nuova edizione di tutte le sue opere riaccende l’attenzione su uno straordinario esercizio stilistico e linguistico che quasi non ha pari nel Novecento, di cui si fa testimone con attenzione e scrupolo filologico la curatela di Giampiero Costa. -
Il volto di un impero
Per Jonathan Richardson, pittore e teorico delle arti visive del XVIII secolo, il principale requisito del ritratto è quello di raccontare la storia del soggetto rappresentato sulla tela – il suo vero io, l'essenza nascosta dietro la maschera del potere e della fama – al fine di tramandarne il ricordo. Perché il ritratto, se da un lato cristallizza un istante del presente, dall'altro si proietta nel futuro, a beneficio dello sguardo di coloro che verranno dopo, continuando a vivere nel giudizio del pubblico. Nell'era della fretta e dei selfie, lo storico Simon Schama, docente alla Columbia University, osserva dunque con attenzione dipinti e fotografie dei secoli passati. Vi legge personalità ed emozioni: risolutezza, risolutezza, amore, ambizione, coraggio, dolore. E, unendo storia e arte, attraverso una serie sorprendente di immagini conservate alla National Portrait Gallery di Londra, ripercorre la storia dell'Inghilterra, dai Tudor ai giorni nostri. Immagini che hanno permesso ai britannici di ricordare «chi erano», contribuendo così alla costruzione di un'identità culturale collettiva, di una tradizione e di una memoria condivisa. Quei volti di re e regine, di politici e letterati, di filosofi e cortigiane, di suffragette e popstar, rivivono così in queste pagine, in un fluire appassionato e incessante di personaggi, aneddoti, vicende, interpretazioni, ricordi. Da Winston Churchill, nel tormentato dipinto di Graham Sutherland, a John Lennon, fotografato da Annie Leibovitz solo cinque ore prima di essere assassinato; da Enrico VIII, raffigurato nella sua aura di invincibilità da Holbein il Giovane, alle cartes de visite della regina Vittoria in lutto; dalle esilaranti stampe satiriche di James Gillray, che nel Settecento trasformarono la politica in intrattenimento, agli strazianti autoritratti di Gwen John, Schama invita il lettore a trovare il proprio legame personale con questi volti e la loro storia, a stabilire con essi un contatto visivo, che è «l'inizio dell'etica, la condizione indispensabile dell'empatia, la capacità di sperimentare il mondo attraverso qualcosa di più della nostra persona isolata». -
Anche l'usignolo. Vita di città, di bosco e di campagna
L'inatteso ritorno a trent'anni su un luogo originario nella vita, rivelato una prima volta d'inverno, lungo rive d'edera e pervinca, dalla voce pausata del nonno. Le scoperte solitarie del bambino e gli agresti, sfrenati soggiorni del ragazzo, di fronte al continuum di vita e di morte che sempre ci porge la natura. L'andirivieni in bicicletta fra Milano e il Bosco di Riazzolo, quasi alle soglie della valle del Ticino. La prima formazione alla Capanna, le scelte e gli urti della vita, fino all'avvio della Cascina Forestina. Un saggio narrativo en plein air , che descrive dal vivo i metodi dell'agricoltura biologica e il recupero di un bosco millenario, inserendoli nelle politiche dell'Unione Europea, volte a promuovere la biodiversità e la tutela dell'ambiente. Il racconto accompagna il lettore di stagione in stagione, aderendo alla terra e alle colture, irrigate grazie a limpide acque sorgive, scaturite dai fontanili che raggiungono il fondo. Orti, prati, arnie, campi a riposo, rotazioni di cereali e leguminose, per un manto ogni anno variopinto e fecondo. Ma anche siepi e filari o sentieri che si perdono spesso nel folto, a piedi nudi, fra i carpini e i noccioli, dietro tracce di ricci e faine, mentre il ghigno di un picchio attraversa le fronde. Spiccano, fin dal principio, l'accoglienza donata e ricevuta in cammino, le persone incontrate fra le opere e i giorni: il campionario del gran teatro di campagna. L'autore attinge a fresche fonti letterarie, classiche e moderne, dialogando a tratti con esse riguardo a esperienze comuni e perfino allo stesso paesaggio. -
Le otto lezioni magistrali
Fin dall'epoca classica la filosofia occidentale ci ha abituati a credere nella superiorità degli esseri umani. Troppo a lungo abbiamo considerato noi stessi come creature eccezionali al centro di un universo a nostra disposizione, abbiamo assunto comportamenti folli nei confronti della natura e ci siamo allontanati dalla sua meraviglia. Oggi, invece, la ricerca scientifica dimostra sempre più la profonda connessione fra tutti gli esseri viventi sulla Terra, e ci ricorda che la natura è una preziosa maestra di vita. Affrontando temi estremamente attuali quali la biodiversità, l'efficienza energetica e l'interdipendenza tra gli ecosistemi, il naturalista Gary Ferguson ci invita dunque a osservare l'armonia, l'equilibrio e il ritmo della natura e a trarne insegnamento per le nostre vite: gli alberi dialogano e si aiutano a vicenda tramite le reti sotterranee di funghi; le foreste sopravvivono agli incendi prosperando più forti e variegate di prima grazie alla capacità di superare i traumi; orche, elefanti e scimpanzé manifestano il lutto per la morte di un membro del gruppo; e molte comunità di animali – leoni, lupi e delfini – fanno affidamento sulla leadership femminile, improntata alla collaborazione, e si rimettono alla saggezza degli anziani. Con una scrittura ricca e coinvolgente e spaziando dall'arte alla scienza, dalla filosofia alla storia, Ferguson ci esorta a riscoprire con speranza l'innegabile relazione fra esseri umani e natura, perché prestarvi attenzione aiuta a condurre esistenze più appaganti, realizzare società più giuste e garantire un destino migliore a noi stessi e all'intero pianeta. -
Tracce. Alla ricerca dei fossili di domani
È difficile resistere al fascino e alla curiosità suscitati dalla scoperta di nuovi reperti archeologici: utensili, vestigia di antiche costruzioni, scheletri e orme fossili di ominidi o animali vissuti migliaia di anni fa ci rivelano straordinarie informazioni sul modo in cui l'uomo ha via via interagito con il proprio pianeta. Noi quali tracce lasceremo agli archeologi del futuro? Quali impronte lascerà l'epoca geologica attuale alle generazioni che nasceranno tra centinaia di secoli? Le pagine di David Farrier svelano uno scenario desolante. Mai come dal XVIII secolo l'attività umana ha avuto un impatto così massiccio sul «sistema Terra». L'intera atmosfera reca già i segni del nostro passaggio, come un'enorme traccia fossile geochimica dei viaggi che abbiamo intrapreso e dell'energia che abbiamo consumato. Il nostro carbonio potrebbe influenzare il clima per il prossimo mezzo milione di anni. I circa 500 miliardi di tonnellate di calcestruzzo impiegati a oggi –metà dei quali prodotti negli ultimi vent'anni – basterebbero a ricoprire con uno strato da un chilo ogni metro quadrato della superficie terrestre. Dalla metà del XX secolo abbiamo prodotto una quantità di alluminio, circa 500 milioni di tonnellate, sufficiente per avvolgere tutti gli Stati Uniti nella carta stagnola. Eppure, sostiene Farrier, quanto più la crisi climatica ed ecologica ferisce l'umanità intera, tanto più dovrebbe spronarla a reagire: i nostri fossili futuri, gli oggetti di cui ci circondiamo ogni giorno, sono infatti la nostra eredità. Saranno loro a raccontare come abbiamo vissuto nel XXI secolo e sono loro, oggi, a fornirci l'opportunità di scegliere come saremo ricordati. Siamo abituati a leggere «il presente alla luce del passato, la sfida è cominciare invece a esaminare il nostro presente, e noi stessi, alla sinistra luce gettata dal futuro che avanza». Più impareremo a vedere il nuovo mondo promesso dalla nostra inazione, più saremo in grado di immaginare un'alternativa, per noi stessi e per chi verrà dopo di noi. -
La seconda guerra mondiale. Come è stato combattuto e vinto il primo conflitto globale
Forse sessanta milioni di morti avrebbero potuto essere evitati se in molti non avessero distolto lo sguardo di fronte alla minaccia nazifascista. Un dubbio che il nostro tempo ci impone di sciogliere.rn«Il motivo per cui il mondo occidentale scelse di autodistruggersi sta nella decisione, attentamente ponderata, di ignorare, accontentare o sostenere la Germania nazista, presa da nazioni che avevano le risorse e le conoscenze, ma non ancora la volontà, di fare altrimenti»rnLa seconda guerra mondiale ha causato circa sessanta milioni di morti. Dall'invasione della Polonia fino alla resa ufficiale del Giappone, passando per l'assedio di Leningrado, i bombardamenti sulle città tedesche, gli orrori della Shoah e l'apocalisse di Hiroshima e Nagasaki, ogni giorno in media hanno perso la vita ventisettemila persone. Ma com'è stato possibile che paesi non troppo diversi per cultura, tradizione militare e sviluppo economico si siano trovati nella condizione di sacrificare milioni di vite, mobilitando risorse e tecnologie per produrre micidiali strumenti di morte e distruzione? Come mai un conflitto iniziato in Europa ha avuto una escalation letale, che l'ha portato ad assumere una dimensione globale? A oltre settant'anni di distanza, sembra ancora difficile rispondere in maniera soddisfacente a queste domande. In questo libro Hanson cerca di dare il proprio contributo a un dibattito che non è soltanto storiografico, ma anche e soprattutto morale. Muovendo la propria indagine dalle cause del conflitto – che, come rammenta, ricadono esclusivamente sulle spalle del nazifascismo – Hanson ne ripercorre le tappe cruciali, concentrandosi sulle battaglie decisive, sugli armamenti sempre più letali, sull'efficacia dei metodi di combattimento, sugli errori e i successi strategici dei comandi supremi, sul ruolo della popolazione civile e dei lavoratori coatti. Ma anche sulla forza economica e la capacità produttiva delle potenze coinvolte, sul peso alla fine risolutivo dell'industria e della ricerca tecnologica. E soprattutto sugli uomini – dai leader ai soldati schierati in prima linea –, su quanti volevano asservire il mondo alle ideologie assassine e alla logica dei campi di sterminio e su quelli che invece vi si opposero. Alla fine, però, un dubbio rimane: forse quei sessanta milioni di morti avrebbero potuto essere evitati se in molti non avessero distolto lo sguardo di fronte alla minaccia nazifascista. Un dubbio che il nostro tempo ci impone di sciogliere. -
La storia della Cina. Ritratto di una civiltà millenaria
«La Cina è un argomento vastissimo e incredibilmente ricco, anzi inesauribile.» Nei suoi quattro millenni di storia ha conosciuto mutamenti di così vasta portata da non avere paragoni, e tuttavia nel popolo cinese sono sempre rimasti saldi gli sforzi per costruire società stabili rette da ordine e giustizia, per generare arte e bellezza, e per la salvaguardia degli ideali di ciò che Confucio chiamava «questa nostra cultura». Ma da dove nasce questo senso di appartenenza, capace di resistere ai più drammatici periodi di crisi? Cosa ha contribuito a mantenere unito un paese tanto esteso, oggi superpotenza e seconda economia al mondo? E in che misura quei principi continueranno a plasmare il futuro della Cina nei prossimi decenni? Attingendo a inedite testimonianze e alle più recenti scoperte archeologiche, nonché alla personale esperienza vissuta in quarant'anni di viaggi nel paese, Michael Wood offre uno sguardo completo sul passato della Cina, indispensabile per comprendere il suo presente. Alla narrazione storico-politica di vasto respiro l'autore affianca il punto di vista della gente comune, attraverso documenti familiari, diari e corrispondenze ufficiali e private, come lo scambio di lettere tra monaci buddisti in Cina e in India, o tra una madre e una figlia coinvolte negli orrori della conquista Manciù, o ancora, gli scritti di imperatori, poeti e mercanti della Via della Seta. Il risultato è un affresco che spazia dalle desolate steppe mongole alla Grande Muraglia, dalla Città Proibita al mondo ultramoderno di Pechino, Shanghai e Hong Kong; dalla nascita delle prime dinastie all'incontro con l'Occidente, dall'unificazione alla rivolta dei Taiping, dalle rivoluzionarie femministe di fine impero Qiu Jin e He Zhen all'invasione giapponese, alla Grande Carestia, alla Rivoluzione culturale, fino alle svolte nella storia più recente, inclusa la crisi di piazza Tienanmen del 1989 e il nuovo ordine del presidente Xi Jinping. -
L'albero madre. Alla scoperta del respiro e dell'intelligenza della foresta
Docente alla British Columbia ed ecologista di fama mondiale, Suzanne Simard è una pioniera nel campo della comunicazione e dell'intelligenza delle piante. Quando nel 1997 «Nature» pubblicò un suo articolo nel quale dimostrava come gli alberi comunicassero tra loro attraverso un'immensa rete di funghi sottoterra, nessuno poteva immaginare che questa scoperta avrebbe riscritto uno dei paradigmi della teoria evoluzionistica, quello secondo cui è la competizione tra le piante a modellare le foreste. Simard suggeriva infatti che fossero la vicinanza e la collaborazione, la diversità e l'inclusione a garantire la vita, l'ecologia e il benessere dei grandi boschi. Un'intuizione che le indagini condotte nei vent'anni successivi hanno ampiamente confermato. Ora, in queste pagine, commoventi e profondamente personali, l'autrice condivide il suo mondo. Svela i segreti che accompagnano la vita degli alberi come creature sociali, mostrando da vicino come questi modellino il loro comportamento ai bisogni della comunità cui appartengono, come si prendono cura gli uni degli altri. Perché la foresta è un ecosistema dove tutto è connesso, dove le specie si adattano, si sviluppano, crescono, completano il loro ciclo vitale mettendo in comune risorse e informazioni, diffondendo energia, saggezza, protezione. Come un'orchestra impegnata nell'esecuzione di una sinfonia, o come una famiglia che cresce attraverso il dialogo, l'aiuto reciproco, la condivisione di saperi e ricordi. Ma soprattutto Simard racconta come questo intreccio apparentemente miracoloso ruoti attorno a entità potenti e meravigliose, gli Alberi Madre, esemplari più anziani che non solo provvedono al nutrimento degli alberi più giovani, ma come dei veri genitori forniscono loro le «ricette migliori» per mantenersi in salute, contribuendo così, generazione dopo generazione, alla salvaguardia dell'ecosistema. L'Albero Madre ci accompagna nel complesso ciclo della vita nella foresta, ricordandoci che la scienza non è un regno separato dalla vita ordinaria, ma profondamente connesso con la nostra umanità. -
La storia degli ebrei. L'appartenenza. Dal 1492 al 1900
Volume II: L'appartenenza. Una galleria di personaggi straordinari, un'affabulazione prodigiosa, un abbagliante affresco di quattro secoli di storia ebraica per esplorare il cuore di tenebra della modernità.rnrn«Schama è un narratore di talento che guarda ai suoi personaggi con l'occhio del drammaturgo» – The TimesrnrnDal 1492 al 1900 La mattina del 5 gennaio 1895, nella piazza d'armi dell'École Militaire, il capitano Alfred Dreyfus venne degradato perché ritenuto colpevole di tradimento. La spada spezzata sul ginocchio e le spalline strappate dalla divisa cancellarono di colpo non solo una carriera militare, ma anche un sogno: quello di poter servire lealmente un paese al quale sentiva di appartenere senza riserve. Il sogno, cioè, dell'assimilazione. Lo stesso che molti ebrei d'Europa avevano coltivato fin dall'alba dell'età moderna. Perché in Russia come in Spagna, a Praga come a Berlino, assimilazione voleva dire emancipazione e integrazione, pace e sicurezza, dopo infinite persecuzioni. E pazienza se significava anche rinunciare alla propria identità: gli ebrei lo sapevano, da sempre ai privilegi accordati avevano fatto seguito i decreti di espulsione, alle patenti di tolleranza le calunnie del sangue, all'allentamento dei divieti i pogrom. Nulla li avrebbe messi al riparo dal capriccio dei potenti o dall'odio della marmaglia, ci sarebbero stati ancora i ghetti, le caricature oscene, i pamphlet antisemiti. E poco importava che ad attaccarli fossero l'apostolo della tolleranza Voltaire, Karl Marx o Richard Wagner, o che entro la fine dell'Ottocento, molto prima del Mein Kampf , la parola annientamento facesse la sua comparsa nel vocabolario dell'antisemitismo. Era sempre successo e sarebbe successo di nuovo. A meno che non si fosse trovato un posto dove stare, l'Ha-Makom, il Luogo dove sentirsi al sicuro, la patria cui appartenere. Che fosse Odessa, la città cosmopolita, o il West americano, la frontiera delle infinite opportunità, o Poh-Lin, la terra degli shtetl , della miseria e degli schnorrer . O piuttosto la Palestina, dove Theodor Herzl sognava di edificare lo Stato ebraico, l'unica vera salvezza per gli ebrei, il solo modo per sottrarsi al «suicidio di massa» e alle promesse, illusorie, dell'assimilazione. In questo secondo volume della sua monumentale Storia degli ebrei , Simon Schama ci accompagna ancora una volta in un mondo di avventurieri visionari e falsi Messia, di marrani e conversos , di donne coraggiose, mercanti e straccivendoli, di celebri compositori, pugili e banchieri cosmopoliti. Una galleria di personaggi straordinari, un'affabulazione prodigiosa, un abbagliante affresco di quattro secoli di storia ebraica per esplorare il cuore di tenebra della modernità. -
Il misterioso signor Quin
Questo volume raccoglie i dodici racconti preferiti da Agatha Christie all'interno della sua vasta produzione. Dodici miniature di altrettanti drammi umani ai quali assistono due insoliti spettatori: l'anziano signor Satterthwaite, pigro ma osservatore attento e curioso della vita che gli si svolge attorno, e il suo misterioso amico Harley Quin. Quest'ultimo, imprevedibile presenza a metà fra il personaggio in carne e ossa e l'apparizione spettrale, si materializza sempre al momento opportuno, dando l'impressione di sapere tutto, provocando l'azione ma ritirandosi e lasciando agire gli altri non appena gli ingranaggi si sono innescati. Grazie all'intervento quasi soprannaturale di Quin, e al suo potere di far capire alle persone la vera essenza delle cose che hanno visto e sentito, Satterthwaite riesce a venire a capo di molti casi apparentemente insolubili. -
Carlo Magno. Il ritratto del re e dell'imperatore
Il meraviglioso libro di Janet L. Nelson raccoglie tutto ciò che sappiamo su Carlo Magno e riesce in modo incomparabile a creare un senso di affinità e vicinanza con un personaggio storico le cui gesta non saranno mai dimenticate.rn«Un signore della guerra, ma anche un saggio amministratore della giustizia. Janet Nelson offre un ritratto poliedrico dell'imperatore franco, i cui successi furono favoriti anche da un lungo periodo di clima relativamente mite» - la LetturaCarlo I, noto con l'appellativo di «Magno», è stato senz'altro una delle figure più straordinarie che abbiano mai governato un vasto impero europeo. Proclamatosi consapevolmente non solo «re dei Franchi», ma nuovo «imperatore» del Sacro Romano Impero, fu un uomo capace di imprese eccezionali. Per i successori e posteri non è stato facile raccoglierne l'eredità, nel corso dei secoli più volte reinterpretata, copiata, sovvertita. La sua figura è stata celebrata anche in tempi moderni da sovrani e ideologi, come il Kaiser Guglielmo II e Adolf Hitler, e dopo la seconda guerra mondiale è stata reinventata come icona dell'attuale Europa. Ma dietro al mito c'è una vita e un uomo, che oggi Janet L. Nelson, nota studiosa dell'età medievale, dopo un attento lavoro sulle fonti riporta alla luce come mai prima d'ora. Accostandosi a questo personaggio da angolature inconsuete e seguendone l'intero percorso di vita fin dalla prima infanzia, l'autrice lascia che a parlare siano i documenti coevi – testimonianze di contemporanei che ci consentono di avanzare ipotesi sulle sue opinioni e motivazioni – e gli stessi diplomi reali, fonti insospettabili di simboli e metafore che possono essere decifrati. L'accuratezza delle ricerche, che non tralascia la vasta produzione storiografica esistente, svela il ritratto di un governante spinto da un'energia fisica fuori dal comune e da una formidabile curiosità intellettuale, una personalità complessa, «un signore della guerra, un uomo di pace e un giudice» che promise «per ciascuno la legge e la giustizia», un difensore della Chiesa romana, ma soprattutto un uomo in carne e ossa, che ebbe numerose mogli e concubine, e generò almeno diciannove figli, uno dei quali complottò persino per ucciderlo. -
Lettere a un astrofisico. Riflessioni sulla vita, sulla scienza e sul cosmo
Lettere a un astrofisico è una fotografia dell'insieme di conoscenze che Tyson ha cercato «di insegnare, di chiarire e in sostanza di mettere in comune con le menti curiose» nel corso della sua lunga carriera. È il mondo visto attraverso la lente di un astrofisico-insegnante. Un mondo che ora condivide con tutti noi.rn «Scrivere lettere è diventato una specie di arte perduta.» Eppure, «quando il mondo eccita la vostra curiosità, quando non sapere qualcosa vi rende inquieti, quando la vostra angoscia esistenziale trabocca, a volte non vi resta che scrivere una lettera vera e propria a qualcuno». Neil deGrasse Tyson, uno dei più importanti e acclamati astrofisici a livello internazionale, ogni anno ne riceve migliaia. Il più delle volte da perfetti sconosciuti che si rivolgono a lui – che ha dedicato la sua vita all'esplorazione e alla spiegazione dei misteri dell'universo – in cerca di un consiglio, di conforto o ispirazione. Alcuni scrivono per discutere idee e convinzioni, altri per condividere emozioni, curiosità e ansie. In questo libro, intimo e personale, l'autore raccoglie una breve ma rappresentativa parte di quella corrispondenza, e ci accompagna dietro le quinte del suo mondo. Tyson risponde, con grande sincerità, sui temi più disparati: dalla scienza alla fede, dalla filosofia alla politica, dalla morte all'etica. Per farlo, attinge alla propria esperienza di scienziato e soprattutto di uomo, svelando a sua volta le proprie insicurezze e le proprie paure, ma anche le speranze e le certezze maturate negli anni. Perché dietro ognuna di quelle lettere ed email si cela in fondo un'unica «aspirazione, che tutti abbiamo provato prima o poi: la ricerca di senso nella nostra vita; un bisogno inesausto di comprendere quale sia il nostro posto in questo mondo e in questo universo». Lettere a un astrofisico è una fotografia dell'insieme di conoscenze che Tyson ha cercato «di insegnare, di chiarire e in sostanza di mettere in comune con le menti curiose» nel corso della sua lunga carriera. È il mondo visto attraverso la lente di un astrofisico-insegnante. Un mondo che ora condivide con tutti noi. -
L' uomo di latta
Più che un romanzo, L'uomo di latta è una fiaba incantata e struggente, fatta di ricordi. Una sorta di lunga emozionante lettera d'amore che ci parla dell'amicizia, della bellezza e del dolore: che ci parla, insomma, della vita.rnrn«Una fiaba piena di dolore e bellezza sull'amore e l'amicizia» – Publishers WeeklyrnrnComincia tutto con un dipinto vinto a una riffa: quindici girasoli, appesi a una parete da una donna che crede nel fatto che gli uomini e i ragazzi siano capaci di cose bellissime. E poi ci sono due dodicenni, Ellis e Michael, che diventano amici inseparabili. Per un bel pezzo sono solo loro due. Gironzolano in bicicletta per le strade di Oxford, imparano a nuotare, scoprono poesie e schivano i ceffoni di padri tirannici. E poi i ragazzi diventano uomini e intanto questa amicizia diventa qualcosa di più. Quando nelle loro vite fa il suo ingresso Annie, cambia tutto e non cambia nulla. Sarah Winman, l'autrice di un bestseller internazionale come «Quando Dio era un coniglio», ci regala un libro intenso e indimenticabile che celebra quegli attimi quasi impercettibili che danno un senso e una direzione alla vita di ciascuno di noi. -
La bufera e altro. Ediz. commentata
«Guarda ancorain alto, Clizia, è la tua sorte, tuche il non mutato amore mutata serbi,fino a che il cieco sole che in te portisi abbacini nell'Antro e si distruggain Lui, per tutti»rn«Un libro straordinariamente ricco per architettura compositiva, varietà tematica, riferimenti storici ed esistenziali, registri espressivi ma anche soprattutto per la presenza di sensi simbolici e allegorici» – Il VenerdìrnrnrnNel 1956, diciassette anni dopo ""Le occasioni"""", Eugenio Montale pubblica il terzo grande capitolo della sua opera in versi, """"La bufera e altro"""", che ne conferma la piena, esemplare centralità nel panorama della poesia del Novecento. La """"bufera"""" del titolo è da riferirsi alla guerra, e dunque all'attraversamento di una tragedia storica, ma, come lo stesso autore chiarì, «è anche guerra cosmica, di sempre e di tutti». E dunque il libro si caratterizza per una aperta tematica vertiginosa, che oltrepassa l'epoca stessa della sua composizione. In questo quadro straordinariamente complesso trovano spazio le figure femminili di interlocutrici privilegiate come Clizia e Volpe, ma anche l'ardua meditazione a ridosso delle ombre degli scomparsi, spinta fino a quella che Gianfranco Contini definì «l'abolizione della barriera fra vita e morte». Montale si muove in un ampio territorio, insieme reale e allegorico, quotidiano e apocalittico, variando i toni, passando dagli accenti più alti a soluzioni epigrammatiche in una lingua di più prosastica e meno lirica eleganza. La bufera e altro si impose subito come un nuovo capolavoro, che oggi possiamo finalmente leggere con l'ausilio di un innovativo, attesissimo commento e di importanti contributi saggistici, tra cui quello di Franco Fortini, che di questi testi ebbe a scrivere: «Rattrappite e indistruttibili, le poesie di Montale sono state per me il paragone stesso della poesia intesa come veglia d'armi e arte regia. Non le rileggo: ma in certe ore si aprono nella memoria, rompendo grumi e cartilagini dell'età sanguinosa che con noi hanno attraversata».""