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La luce nei tuoi occhi. Ediz. illustrata
Questo ""album"""" di ricordi dell'estate 2022 è intitolato La luce nei tuoi occhi perchè è proprio quello che ho visto intorno a me in ognuna delle spiagge dove abbiamo portato Jova Beach Party. Ogni volta è stato così, una esperienza tutta da rivivere sfogliando queste pagine. - Lorenzo"" -
Il duca e io. Serie Bridgerton. Ediz. speciale. Vol. 1
La cosa importante erano i momenti in cui si trovavano quasi soli, in un certo senso lasciati liberi di fare ciò che volevano: una conversazione in un angolo, un valzer attorno alla sala. Daphne poteva guardare nei chiari occhi di Simon e dimenticare di essere circondata da cinquecento curiosi, smodatamente interessati a controllare gli sviluppi del corteggiamento. -
Strano che tu me lo chieda
Mentre tutti i suoi vecchi compagni di corso si stanno facendo strada nel mondo letterario, Chani Horowitz, giovane ventiseienne che sogna di diventare scrittrice, è ancora ferma al suo piccolo blog e a qualche pezzo su riviste online da quattro soldi. Tutto cambia quando, un giorno, le viene affidata un'intervista a Gabe Parker, stella emergente di Hollywood e prossimo volto di James Bond. Si dà il caso che Gabe sia anche la cotta più grande di Chani e il protagonista dello schermo del suo cellulare. Nonostante questo, Chani è determinata a resistere al fascino dell'uomo e a portare a casa l'intervista con professionalità. Ma, quando si siede di fronte a Gabe e comincia a parlare con lui, la chimica che si crea tra loro è innegabile. L'intervista si trasforma in un invito ad accompagnare l'attore a una première, che si trasforma in una festa nella sua villa, finché i due non si ritrovano a passare insieme un weekend destinato a rimanere a lungo sulla bocca di tutti. A distanza di dieci anni dall'articolo che le ha stravolto la vita, Chani torna a Los Angeles dopo un brutto divorzio e una sana dose di psicoterapia. È finalmente una scrittrice di successo e ha la carriera che ha sempre sognato. Ma la domanda che tutti le fanno è sempre la stessa: cos'è accaduto durante quel famoso weekend con Gabe Parker? È vero che ci è andata a letto? Per quanto Chani voglia lasciarsi tutto alle spalle, non può cancellare quel ricordo. E così, quando le viene proposta una seconda intervista con Gabe, accetta. -
Il maestro del lume di candela e altre poesie
Autore di punta, con il coetaneo e amico Seamus Heaney, della grande generazione della nuova poesia irlandese, Michael Longley, in questa ricca antologia che ne ripercorre il cammino, ci appare nella sorprendente e generosa varietà di tematiche e forme di un'opera d'ampio respiro. Tra realtà vissuta, spunti meditativi, ""paesaggi dell'anima"""" e costante attenzione viva al mondo e alla natura circostante nelle sue molteplici presenze, Longley ha scritto versi che anche nel nostro Paese hanno ottenuto importanti riconoscimenti: già nel 2005 il Premio Librex Montale e il recente Premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei, in occasione del quale il poeta ha pronunciato il discorso La poesia «in tempi come questi» , che qui completa l'antologia. L'ampio percorso intellettuale e poetico di Longley parte da un rapporto intenso e d'amore con la poesia del mondo classico, aspetto che ne fa un autore, come scrive Piero Boitani nel corposo saggio introduttivo, nel quale «traduzione e creazione si fondono in una ri-scrittura veramente moderna di Omero, che pone tutte le domande fondamentali». Ma Longley è, nel suo intero, mobile percorso, un grande poeta dell'amore, attento alla realtà del suo tempo e della terra irlandese, con le dure vicende storiche che l'hanno segnata. Un classico d'oggi, attualissimo, dotato di una sensibilità sempre viva che gli consente di spaziare dalle riprese degli antichi – oltre a Omero ritroviamo Orazio o Catullo, ma non solo – a escursioni nei luoghi dell'arte e nella cultura anche del nostro Paese, come rivela il richiamo a Giacomo Leopardi. La selezione di poesie qui proposte – tradotte dallo stesso Boitani, da Paolo Febbraro e da Marco Sonzogni – ci permette di sperimentare il fascino di un protagonista della poesia contemporanea, capace di cogliere minime sfumature concrete in tutto ciò che è umano, nel presente e nella storia, ma anche nella viva molteplicità del reale in cui è immerso."" -
Il cavaliere inesistente
«Stavolta Calvino si è spinto più a ritroso nei secoli e il suo romanzo si svolge tra i paladini di Carlomagno, in quel Medioevo fuori d'ogni verosimiglianza storica e geografica che è proprio dei poemi cavallereschi. Ma il sapore delle invenzioni calviniane è più che mai moderno. Quando sarebbe stato possibile dar vita ad Agilulfo, il cavaliere inesistente, se non oggi, nel cuore della più astratta civiltà di massa, in cui la persona umana tanto spesso appare cancellata dietro lo schermo delle funzioni, delle attribuzioni e dei comportamenti prestabiliti? … Ma quel che più conta è che Il cavaliere inesistente si legge prescindendo da tutti i possibili significati, divertendosi alle avventure di Agilulfo e di Gurdulù, della fiera amazzone Bradamante e del giovane Rambaldo, del cupo Torrismondo, della maliziosa Priscilla e della placida Sofronia. In mezzo al succedersi di trovate buffonesche, di battaglie e duelli e naufragi, non si tarda a scoprire l'accento solito di Calvino, la sua morale attiva e il suo ironico e malinconico riserbo, la sua aspirazione a una pienezza di vita, a un'umanità totale.» -
Il visconte dimezzato
«Nella guerra tra Austria e Turchia del 1716, il visconte Medardo di Terralba viene colpito da una cannonata turca in pieno petto e torna a casa dimezzato. Questo truculento inizio dà l'avvio a una fiaba cadenzata come un balletto, nella quale attorno al mezzo-visconte si muovono e s'affannano sudditi più dimezzati di lui: il dottor Trelawney la cui scienza trascura gli esseri umani, il carpentiere Pietrocchiodo che costruisce mirabili ordigni cercando di non pensare che sono forche, l'astratto moralismo dei profughi ugonotti, il decadente edonismo del lazzaretto dei lebbrosi. È una fantasia paga del fuoco di fila delle sue trovate, questa di Calvino, o una pensosa allegoria della condizione dell'uomo contemporaneo sempre ""alienato"""", mutilato, impossibilitato a raggiungere l'integrità, la completezza?»"" -
La giornata d'uno scrutatore
«I temi che tocco con La giornata d'uno scrutatore, quello della infelicità di natura, del dolore, la responsabilità della procreazione, non avevo mai osato sfiorarli prima d'ora. Non dico ora d'aver fatto più che sfiorarli; ma già l'ammettere la loro esistenza, il sapere che si deve tenerne conto, cambia molte cose… È un racconto non molto lungo, e in cui non succedono molte cose; è tenuto su più che altro dalle riflessioni del protagonista: un cittadino cui durante le elezioni (siamo nel 1953) è toccato il compito di fare lo ""scrutatore"""" in una sezione elettorale che si trova all'interno del """"Cottolengo"""" di Torino… No, per poco che cominci a spiegare e a commentare quello che ho scritto, dico delle banalità… Insomma, tutto quel che mi sentivo di dire è nel racconto, ogni parola in più già comincia a tradirlo. Dirò soltanto che lo scrutatore arriva alla fine della sua giornata in qualche modo diverso da com'era al mattino; e anch'io, per riuscire a scrivere questo racconto, ho dovuto in qualche modo cambiare.»"" -
La nuvola di smog-La formica argentina
“La nuvola di smog” è un racconto continuamente tentato di diventare qualcos'altro: saggio sociologico o diario intimo; ma a queste tentazioni Italo Calvino riesce sempre a opporre la sua tattica difensiva, a base di gags comiche e di scrollate di spalle, che gli permette di restare sospeso in quel clima che gli è proprio, tra trasfigurazione simbolica, attualità colta dal vero, sfogo d'umore e poema in prosa. Immagine e ideogramma del mondo cui ci troviamo a far fronte è lo smog, la nebbia fumosa e carica di detriti chimici delle città industriali. Ognuno dei personaggi ha un suo modo di contrapporvisi… Questo volume comprende anche un racconto di qualche anno pima e molto diverso, “La formica argentina”, che l'autore ha voluto affiancare a “La nuvola di smog” per un'affinità strutturale e morale. Qui il ""male di vivere"""" viene dalla natura: le formiche che infestano la Riviera, ma simile è l'atteggiamento di modesto stoicismo del personaggio centrale, il quale non accetta nessuno dei modelli di comportamento che gli vengono proposti per far fronte alle formiche; e simile è la provvisoria catarsi attraverso le immagini sulla quale il racconto si chiude."" -
Marcovaldo
«In mezzo alla città di cemento e asfalto, Marcovaldo va in cerca della Natura. Ma esiste ancora, la Natura? Quella che egli trova è una Natura dispettosa, contraffatta, compromessa con la vita artificiale. Personaggio buffo e melanconico, Marcovaldo è il protagonista d'una serie di favole moderne, dove Italo Calvino va segnando, come in un suo blocknotes segreto, avvenimenti impercettibili nella vita di una grande città industriale, quali possono essere il passaggio d'una nuvola carica di pioggia o l'arrivo mattutino d'uno sbuffo di vento. Quando le avventure di Marcovaldo hanno raggiunto un bel numero, seguendo come un colorato calendario l'alternarsi delle stagioni, Calvino le ha disposte in un libro. Partite come divagazioni comico-poetiche sul tema – ""neorealistico"""" per eccellenza – della più elementare lotta per la vita, le venti favole di Marcovaldo arrivano alla rappresentazione della più complicata realtà d'oggi, alla satira del """"miracolo economico"""" e della """"civiltà del consumo""""; ma sempre restano fedeli a una classica struttura narrativa: quella delle storielle a vignette dei giornalini per l'infanzia. Marcovaldo non è altro che un Fortunello contemporaneo, un Bonaventura all'incontrario, un Pampurio dei caseggiati popolari.»"" -
Sotto il sole giaguaro
«Un libro che sto scrivendo parla dei cinque sensi, per dimostrare che l'uomo contemporaneo ne ha perso l'uso. Il mio problema scrivendo questo libro è che il mio olfatto non è molto sviluppato, manco d'attenzione auditiva, non sono un buongustaio, la mia sensibilità tattile è approssimativa, e sono miope. Per ognuno dei cinque sensi devo fare uno sforzo che mi permetta di padroneggiare una gamma di sensazioni e sfumature. Non so se ci riuscirò, ma in questo caso come negli altri il mio scopo non è tanto quello di fare un libro quanto quello di cambiare me stesso, scopo che penso dovrebbe essere quello d'ogni impresa umana. Voi potete obiettare che preferite i libri che convogliano una vera esperienza, posseduta fino in fondo. Ebbene, anch'io. Ma nella mia esperienza la spinta a scrivere è sempre legata alla mancanza di qualcosa che si vorrebbe conoscere e possedere, qualcosa che ci sfugge.» -
Ti con zero
«Ti con zero, oppure Ti zero, è una formula che s'incontra spesso nei libri di cosmogonia o di teoria della relatività: un t seguito da uno zero piccolo in basso, per indicare il tempo in un momento chiamato zero, distinguendolo dai momenti che seguono, chiamati ti con uno, ti con due, eccetera. Questa formula dà il titolo a un mio racconto, se racconto si può chiamare una storia completamente ferma, tutta contenuta in un attimo di mortale attesa. …Impiegare un'immaginazione e un linguaggio siderali, col distacco dell'astronomia, per raccontare situazioni tipicamente umane, situazioni drammatiche e angosciose, e risolverle con procedimenti di astrazione come se si trattasse di problemi matematici: ecco cosa dovevo fare. Gli ultimi racconti di Ti con zero sono scritti con questo programma stilistico. E forse non soltanto stilistico.» -
Ultimo viene il corvo
«Col titolo Ultimo viene il corvo le edizioni Einaudi pubblicarono nel 1949 la mia prima raccolta di racconti brevi; essa era composta di trenta pezzi scritti tra il 1945 e il 1948 e in massima parte già usciti su giornali. Invitato a ripubblicare il volume dopo vent'anni, non posso che confermare i criteri che già mi guidarono nel 1958 a scegliere i pezzi migliori per la più ampia raccolta I racconti… Nella 1ª edizione i racconti erano ordinati secondo criteri d'affinità, ma senza divisioni in gruppi; la raccolta generale del 1958 era costruita secondo una più elaborata architettura. Qui preferisco dividere la materia in tre parti, per mettere in evidenza tre linee tematiche del mio lavoro di quegli anni. La prima è il racconto ""della Resistenza"""" (o comunque di guerra o violenza) visto come avventura di suspense o di terrore, un tipo di narrativa che eravamo in parecchi a fare a quell'epoca. La seconda linea è pure comune a molta narrativa di quegli anni, ed è il racconto picaresco del dopoguerra, storie colorate di personaggi e appetiti elementari. Nella terza domina il paesaggio della Riviera, con ragazzi o adolescenti e animali, come personale sviluppo d'una """"letteratura della memoria"""". È superfluo osservare che spesso le tre linee si congiungono.»"" -
Eremita a Parigi
«Comincerò dicendo che sono nato nel segno della Bilancia: perciò nel mio carattere equilibrio e squilibrio correggono a vicenda i loro eccessi. Sono nato mentre i miei genitori stavano per tornare in patria dopo anni passati nei Caraibi: da ciò l'instabilità geografica che mi fa continuamente desiderare un altrove. Il sapere dei miei genitori convergeva sul regno vegetale, le sue meraviglie e virtù. Io, attratto da un'altra vegetazione, quella delle frasi scritte, voltai le spalle a quanto essi m'avrebbero potuto insegnare; ma la sapienza dell'umano mi restò ugualmente estranea. Il luogo ideale per me è quello in cui è più naturale vivere da straniero: perciò è Parigi la città in cui ho preso moglie, ho messo casa, ho allevato una figlia. Anche mia moglie è una straniera: in tre parliamo tre lingue differenti. Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno.» -
L'entrata in guerra
«Questo libro tratta insieme d'un trapasso d'adolescenza in gioventù e d'un trapasso di pace in guerra: come già per moltissimi, per il protagonista del libro ""entrata nella vita"""" e """"entrata in guerra"""" coincidono. Qui la guerra è una cosa di cui ancora poco si sa: sono i primi tempi dell'intervento italiano in quello che si dirà il secondo conflitto mondiale; e il protagonista è un ragazzo sotto vari riguardi privilegiato, sottratto al dramma dei problemi urgenti, e che – forse proprio per questo – poco sa ancora di se stesso. Ma i fatti narrati già contengono prefigurata e implicita in sé molta parte del futuro; e già in essi opera, col suo ritmo discontinuo, l'eterna interferenza tra le spinte della storia collettiva e il maturarsi delle singole coscienze. È appunto il lavoro della coscienza, i suoi non facili acquisti morali che qui si sono voluti rappresentare dell'adolescenza; e questo forse non senza una sottintesa polemica con l'immagine dell'adolescenza più consueta alle lettere moderne.»"" -
Sulla fiaba
«Se in un'epoca della mia attività letteraria sono stato attratto dai folktales, dai fairytales, non è stato per fedeltà a una tradizione etnica (dato che le mie radici sono in un'Italia del tutto moderna e cosmopolita) né per nostalgia delle letture infantili (nella mia famiglia un bambino doveva leggere solo libri istruttivi e con qualche fondamento scientifico) ma per interesse stilistico e strutturale, per l'economia, il ritmo, la logica essenziale con cui sono raccontate. Nel mio lavoro di trascrizione delle fiabe italiane dalle registrazioni degli studiosi di folklore del secolo scorso, provavo un particolare piacere quando il testo originale era molto laconico e dovevo cercare di raccontarlo rispettandone la concisione e cercando di trarre da essa il massimo d'efficacia narrativa e di suggestione poetica. La prima caratteristica del folktale è l'economia espressiva; le peripezie più straordinarie sono raccontate tenendo conto solo dell'essenziale; c'è sempre una battaglia contro il tempo, contro gli ostacoli che impediscono o ritardano il compimento d'un desiderio o il ristabilimento d'un bene perduto.» -
Italo Calvino racconta l'«Orlando furioso» di Ludovico Ariosto
«Il Furioso è un libro unico nel suo genere e può - quasi direi deve - esser letto senza far riferimento a nessun altro libro precedente o seguente; è un universo a sé in cui si può viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, perdercisi. ... Ariosto sembra un poeta limpido, ilare e senza problemi, eppure resta misterioso: nella sua ostinata maestria a costruire ottave su ottave sembra occupato soprattutto a nascondere se stesso. Egli è certo lontano dalla tragica profondità che avrà Cervantes, quando un secolo dopo, nel Don Chisciotte, compirà la dissoluzione della letteratura cavalleresca. Ma tra i pochi libri che si salvano, quando il curato e il barbiere dànno alle fiamme la biblioteca che ha condotto alla follia l'hidalgo della Mancia c'è il Furioso...» (Italo Calvino) -
La memoria del mondo
«Mi era stata chiesta una scelta dei racconti contenuti nei miei due volumi Le Cosmicomiche e Ti con zero. Organizzai i racconti prescelti più un certo numero di racconti inediti in un libro costruito in maniera diversa dai volumi originali: con un ciclo di storie sulla Luna, uno sulla Terra, uno su Sole Stelle Galassie, uno sull'Evoluzione, uno sullo Spazio e sul Tempo. Mi accorsi che il libro che avevo messo insieme, e che s'intitolò La memoria del mondo, più che una rielaborazione di cose già pubblicate per avvicinare un pubblico di lettori nuovi, era il vero libro che avevo voluto scrivere fin da principio, o almeno era ciò che più vi si avvicinava. L'idea che avevo cercato di realizzare con Le Cosmicomiche e che ancora cercavo di raggiungere continuando a lavorare su quella via, era appunto un libro organico sul tipo di quello.» (Italo Calvino) -
Tutte le cosmicomiche
«Cosmologia (lo studio di possibili ""modelli"""" di universo) e cosmogonia (quella branca della cosmologia che studia l'universo in divenire, la sua origine ed evoluzione, la sua storia) sono scienze assolutamente moderne, che hanno mosso i loro primi passi nel nostro secolo, soprattutto da Einstein in poi. Prima di loro, troviamo solamente le mitologie primitive o classiche, le grandi religioni, le illuminazioni dei mistici e dei visionari sparsi in ogni epoca e civiltà, che hanno proposto le loro cosmologie e cosmogonie, i loro """"modelli d'universo"""". La cosmologia moderna, in confronto alla immaginazione degli antichi, è molto più astratta: concetti come """"lo spazio quadrimensionale"""", lo """"spazio-tempo"""", la """"curvatura dello spazio"""" sfuggono a ogni visualizzazione, possono essere concepiti solo attraverso il calcolo matematico e la teoria. La scommessa di Italo Calvino è stata quella di far scaturire da questo universo invisibile e quasi impensabile delle storie capaci di evocare suggestioni elementari come i miti cosmogonici dei popoli dell'antichità. Gli antichi partivano dai miti per avvicinare e comprendere i fenomeni della terra e del cielo; lo scrittore contemporaneo prende spunto dalla scienza attuale per ritrovare il piacere di raccontare, e di pensare raccontando.»"" -
Gli amori difficili
«Gli amori difficili è il titolo con cui l'autore ha raggruppato (per la prima volta nel 1958 nel suo volume I racconti) questa serie di novelle. Definizione ironica, certo, perché dove d'amore – o di amori – si tratta, le difficoltà restano molto relative. O almeno, ciò che sta alla base di molte di queste storie è una difficoltà di comunicazione, una zona di silenzio al fondo dei rapporti umani. Se queste sono, per la più parte, storie di come una coppia non s'incontra, nel loro non incontrarsi l'autore sembra far consistere non solo una ragione di disperazione ma pure un elemento fondamentale – se non addirittura l'essenza stessa – del rapporto amoroso. Forse il titolo che meglio potrebbe definire ciò che questi racconti hanno in comune sarebbe Amore e assenza.» -
Una pietra sopra
«Ho messo insieme scritti che contengono dichiarazioni di poetica, tracciati di rotta da seguire, bilanci critici, sistemazioni complessive del passato e presente e futuro, quali sono andato successivamente elaborando e mettendo da parte durante gli ultimi venticinque anni. È ponendosi come esperienza conclusa che la successione di queste pagine comincia a prendere una forma, a diventare una storia che ha il suo senso nel disegno complessivo. Stando così le cose, posso ora raccogliere questi saggi in volume, cioè accettare di rileggerli e farli rileggere. Per fermarli al loro posto nel tempo e nello spazio. Per allontanarli di quel tanto che permette d'osservarli nella giusta luce e prospettiva. Per rintracciarvi il filo delle trasformazioni soggettive e oggettive, e delle continuità. Per capire il punto in cui mi trovo. Per metterci una pietra sopra.» (Italo Calvino)