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Collezione di sabbia
«Da Parigi, Italo Calvino manda ogni tanto al quotidiano a cui collabora un articolo su un'esposizione insolita, che gli permette di raccontare una storia attraverso una sfilata d'oggetti: antichi mappamondi, manichini di cera, tavolette d'argilla con scritture cuneiformi, stampe popolari, vestigia di culture tribali, e così via. Alcuni tratti della fisionomia dello scrittore vengono fuori in queste pagine ""d'occasione"""": onnivora curiosità enciclopedica e discreta presa di distanza da ogni specialismo; rispetto del giornalismo come informazione impersonale e piacere d'affidare le proprie opinioni a osservazioni marginali o di nasconderle tra le righe; meticolosità ossessiva e contemplazione spassionata della verità del mondo. Insieme a dieci di queste cronache di passeggiate per le sale di gallerie parigine, Collezione di sabbia raccoglie altre pagine di """"cose viste"""" o che, anche se nate da letture di libri, hanno come oggetto il visibile o l'atto stesso di vedere (compreso il vedere dell'immaginazione). Completano il volume tre gruppi di riflessioni in margine a viaggi in altre civiltà – Iran, Messico, Giappone – dove dalle """"cose viste"""" s'aprono spiragli d'altre dimensioni della mente.»"" -
I nostri antenati: Il visconte dimezzato-Il barone rampante-Il cavaliere inesistente
«Raccolgo in questo volume tre storie che ho scritto nel decennio '50-60 e che hanno in comune il fatto di essere inverosimili e di svolgersi in epoche lontane e in paesi immaginari. Ho voluto farne una trilogia d'esperienze sul come realizzarsi esseri umani: nel Cavaliere inesistente la conquista dell'essere, nel Visconte dimezzato l'aspirazione a una completezza al di là delle mutilazioni imposte dalla società, nel Barone rampante una via verso una completezza non individualistica da raggiungere attraverso la fedeltà a un'autodeterminazione individuale: tre gradi d'approccio alla libertà. E nello stesso tempo ho voluto che fossero tre storie, come si dice, ""aperte"""", che innanzi tutto stiano in piedi come storie, per la logica del succedersi delle loro immagini, ma che comincino la loro vera vita nell'imprevedibile gioco d'interrogazioni e risposte suscitate nel lettore. Vorrei che potessero essere guardate come un albero genealogico degli antenati dell'uomo contemporaneo, in cui ogni volto cela qualche tratto delle persone che ci sono intorno, di voi, di me stesso.»"" -
Il castello dei destini incrociati
«Il significato d'ogni singola carta dipende dal posto che essa ha nella successione di carte che la precedono e la seguono; partendo da questa idea, mi sono mosso in maniera autonoma, secondo le esigenze interne al mio testo. Mi sono applicato soprattutto a guardare i tarocchi con attenzione, con l'occhio di chi non sa cosa siano, e a trarne suggestioni e associazioni, a interpretarli secondo un'iconologia immaginaria. Ho cominciato con i tarocchi di Marsiglia, cercando di disporli in modo che si presentassero come scene successive d'un racconto pittografico. Quando le carte affiancate a caso mi davano una storia in cui riconoscevo un senso, mi mettevo a scriverla.» -
La speculazione edilizia
«Di solito mi piace raccontare storie di gente che riesce in quel che vuol fare (e di solito i miei eroi vogliono cose paradossali, scommesse con se stessi, eroismi segreti) non storie di fallimenti o di smarrimenti. Se nella Speculazione edilizia ho raccontato la storia d'un fallimento (un intellettuale che si costringe a fare l'affarista, contro tutte le sue più spontanee inclinazioni) l'ho raccontata (legandola molto a un'epoca ben precisa, all'Italia degli ultimi anni) per rendere il senso di un'epoca di bassa marea morale. La speculazione edilizia tra le storie che ho scritto è quella in cui sento d'aver detto più cose, ed è anche quella che più si avvicina ad un romanzo, anche se è breve. E, dovendo assegnare gli ""Oscar"""" ai migliori miei personaggi, sceglierei pure tra quelli della Speculazione edilizia: all'impresario darei l'Oscar per il miglior personaggio oggettivo, """"a tutto tondo"""", e a Quinto per il miglior personaggio soggettivo, semiautobiografico.»"" -
La mia vita nella tua
Nisha vive nel lusso grazie al matrimonio con un ricco uomo d'affari fino al giorno in cui, di punto in bianco, lui le chiede il divorzio e la estromette dalla sua vita, privandola di tutto ciò che fino a quel momento possedeva. Benché Nisha sia determinata a tenersi stretti i suoi privilegi, ciò che le rimane è solo una borsa da palestra di un'altra donna con dei vestiti a buon mercato che non le appartengono. Sola e abbandonata, comincia a capire cosa significhi non avere più nulla, il peggiore dei suoi incubi, e dover ripartire da zero. Sam, invece, sta vivendo una profonda crisi. Suo marito è disoccupato e depresso, sua figlia sembra non accorgersi neanche di lei e non ha nessuna soddisfazione sul lavoro. Sam è una donna dall'animo gentile, che si è dimenticata di se stessa per soddisfare solo i bisogni degli altri. Quando si accorge di aver preso per sbaglio la borsa di un'estranea in palestra e si trova costretta a indossare delle provocanti scarpe rosse di coccodrillo di Christian Louboutin per partecipare a una serie di riunioni di lavoro, inizia a rendersi conto che qualcosa deve cambiare: incredibilmente quei tacchi vertiginosi la portano a una svolta. Jojo Moyes ha un talento speciale nel parlare dritto al cuore delle donne, descrivendo con sensibilità le loro fragilità e la loro grande forza. -
L'altra faccia della spirale
Dopo millenni di fulgore e secoli di decadenza, l'Impero Galattico si è ormai dissolto, così come aveva previsto Hari Seldon; la Fondazione da lui istituita per preservare la civiltà e ridurre l'inevitabile periodo di anarchia e barbarie ha dovuto affrontare qualcosa che neppure Seldon aveva potuto immaginare: un essere mutante dai poteri sovrumani, capace di plasmare le menti e condizionare le emozioni. Lo chiamano il Mule e, ora che la Fondazione è caduta, nulla sembra potersi opporre al suo dominio. A meno che non siano vere le voci che parlano di una Seconda Fondazione segreta, posta «al termine opposto della galassia, a Finistelle». Tutti la cercano disperatamente, sia il Mule che vuole distruggerla sia i sopravvissuti della Prima Fondazione che vogliono portare a compimento la visione di futuro lasciata loro in eredità da Seldon. Il destino della Seconda Fondazione, e di ciò che resta dell'Impero Galattico, giace però nelle mani di un'adolescente, Arcadia Darell, che nasconde un potente segreto. Pubblicato anche con il titolo Seconda Fondazione, L'altra faccia della spirale chiude la Trilogia della Fondazione, uno dei più grandiosi affreschi di vita futura narrati dalla letteratura. Un racconto che fa rivivere l'eterno scontro tra la luce e le tenebre. -
La locanda dell'ultima solitudine
Nel 2007 Libero ha prenotato un tavolo alla Locanda dell'ultima solitudine per dieci anni dopo. Ed è certo che lì, in quella locanda tutta di legno arroccata sul mare, la sua vita cambierà. L'importante è sapere aspettare. Anche Viola, nel minuscolo paese di Bisogno, sogna nuovi orizzonti e aspetta... Senza conoscersi Libero e Viola si sfiorano, come due isole lontane che per l'istante di un'onda si trovano dentro lo stesso azzurro. E che sia il mare o il cielo non importa. La Locanda dell'ultima solitudine sorge proprio dove il cielo bacia il mare e il destino scrive le sue storie. -
Come fare un matrimonio felice che dura tutta la vita
Dopo aver insegnato alle donne come diventare ""belle, ricche e s..."""", è giunto il momento dei fiori d'arancio. Continua su questo tema l'opera divulgativa di Giulio Cesare Giacobbe. Nonostante gli evidenti segnali di crisi dell'istituzione matrimonio, non v'è dubbio che creare una famiglia resti uno degli obiettivi principali delle trentenni di oggi. Ma se l'obiettivo è facilmente raggiungibile, il vero problema è come trasformarlo in un'esperienza felice e duratura. Fedele al detto """"Chi ben comincia è a metà dell'opera"""", Giacobbe parte dai preliminari guidando l'aspirante sposa nella scelta del partner, col suo tono leggero e competente. La compatibilità fra caratteri, storie personali ed educazione è una delle condizioni di base per partire col piede giusto. Poi, questo divertente manuale elenca quali sono gli errori più comuni nel matrimonio e spiega come fare per evitarli."" -
Sei un universo
Oggi stiamo assistendo a una nuova conquista dello spazio, che non è solo quello che ci sveleranno le prossime missioni spaziali. Oggi le ragazze si preparano alla conquista dello spazio che tradizionalmente è stato appannaggio unicamente maschile, quale la tecnologia, la politica, la comunicazione. Per affermarsi in questi settori serviranno S tima di sé, P reparazione, A mbizione, capacità di C ollaborare, tre E lementi essenziali e un vivo S pirito d'iniziativa. Ma più di tutto, nonostante spesso si senta dire che ""non è cosa per le ragazze"""", servirà ricordare a voi stesse che siete capaci e che, se determinate, potete ottenere tutto ciò che volete.rnEtà di lettura: da 10 anni."" -
L'appello
Greenville, Mississippi, 1967. Una bomba devasta gli uffici di un avvocato impegnato nella difesa dei diritti civili, uccidendo i suoi due figli. Nessuno sembra dubitare della colpevolezza di Sam Cayhall, noto membro del locale Ku Klux Klan. Vent'anni dopo, a Chicago, Sam Cayhall è ancora chiuso nel braccio della morte e ha esaurito le possibilità di appello. Adam Hall, giovane avvocato di un grande studio legale, chiede di essere assegnato a quel caso per ottenere la sospensione della pena. Che cosa lo spinge a difendere un uomo la cui colpevolezza nessuno ha mai messo in discussione? -
Le mogli hanno sempre ragione
Il maresciallo Gino Clemente ama la canottiera bianca, il karaoke, il suo labrador e soprattutto la moglie Felicetta, e coltiva un unico desiderio: andare presto in pensione. Dopo anni passati lontano da casa, viene finalmente trasferito nel suo paese d'origine, Polignano a Mare, a ridosso della festa patronale di San Vito che dà inizio all'estate. Per l'occasione, la famiglia allargata degli Scagliusi decide di celebrare il compleanno della piccola Gaia con una ""festa nella festa"""". Oltre a Ninella, don Mimì e a tutti i protagonisti di """"Io che amo solo te"""" è stato invitato anche il maresciallo Clemente che però declina, ma sarà chiamato con urgenza sul posto: Adoración, la tata tuttofare della famiglia, è stata trovata senza vita. È subito chiaro che non si tratta di una morte accidentale. Chi può essere il colpevole? Nel pieno della notte di San Vito, il maresciallo si troverà ad affrontare un po' controvoglia la sua prima vera indagine. Ad aiutarlo nell'impresa ci penseranno la brigadiera Agata De Razza, salentina dai capelli ricci e dalla polemica facile, e l'appuntato Perrucci, il carabiniere più sexy del barese, oltre naturalmente al suo fiuto, a quello del suo cane Brinkley e ai consigli disinteressati della moglie. Per tutti gli abitanti della zona sarà il giallo dell'estate."" -
Tu non conosci la vergogna
Tu non conosci la vergogna racconta i luoghi, gli incontri, i sentimenti della vita di Drusilla Foer. Appunti di memoria sparpagliati e disordinati. Ci troverete un'insospettabile nonna spregiudicata, le notti di fuoco a New York, un amante affettatore di prosciutti, una prozia sonnambula e libertina, una tigre per amica, il teatro, la musica e l'amore. Una vita randagia, emozionata e combattuta. Una vita non male. -
Complici e colpevoli. Come il Nord ha aperto le porte alla 'ndrangheta
Oggi la criminalità organizzata non ha più bisogno di sparare, ha acquisito la capacità di muoversi sottotraccia, senza suscitare clamore o allarme, dilagando, apparentemente senza freni. In tutto il Nord Italia, le mafie raramente sono giunte con le armi in pugno. Si sono piuttosto presentate con il volto rassicurante di figure professionali in grado di offrire servizi e soluzioni a basso costo, a partire dallo smaltimento dei rifiuti fino a una sorta di welfare di prossimità, più efficace rispetto a quello spesso carente dello Stato. -
La pelle di Milano. Una città quindici voci quindici racconti
La città ""accade"""" e in questo accadere trascina con sé chi alla metropoli è condannato, chi ci passa attraverso, chi ne è rigettato e chi ne è preso in prestito. Vale a dire chi oggi di solito non ha la voce abbastanza forte per farsi ascoltare, ma forse possiede occhi capaci di vedere il divenire contraddittorio e talvolta feroce della città. Sono occhi che possono mettere a fuoco, insieme al teatro delle loro esistenze, un destino che spesso è legato a doppio nodo con quel teatro. È questa la premessa dell'antologia e della sfida lanciata dal Laboratorio Formentini per l'editoria e dalla casa editrice Mondadori attraverso il concorso di racconti ScriviMi, al quale hanno risposto più di trecento partecipanti fra i diciotto e i trentacinque anni, che a Milano abitano o hanno abitato per ragioni di studio, di lavoro, di amore, oppure perché ci sono nati, ci sono arrivati e sono partiti. I quindici racconti non sono stati scelti dalla giuria (composta da Giacomo Papi e Alberto Rollo, e da Malika Ayane, Daria Bignardi, Giorgio Fontana, Vittorio Graziani, Fabio Guarnaccia, Helena Janeczek, Gaia Manzini, Michele Serra e Cristina Taglietti) per creare uno specchio in cui ammirare l'immagine della città, ma per comporre una fotografia di quello che è ora."" -
Il letto è una rosa. Nuova ediz.
Cose di cui Monica parla: gli spaesamenti che fanno apparire strani e paurosi anche i luoghi familiari; gli incontri e le fantasmagorie che proliferano nella zona sfrangiata tra realtà e sogno; l'insorgere improvviso della fame o di altre forme di avidità; i momenti di sconforto e derelizione; la libertà; la solitudine. Cose di cui Monica non parla: una rassicurante monotonia; le abitudini accettate; il grigiore. ""Il letto è una rosa"""" è un libro surrealista e animista; come la luce ravviva i colori, la fantasia di Monica Vitti ravviva tutto quello su cui si posa: il dubbio può trasformarsi in un giovane amante bruno e magro, la sicurezza in un signore di mezz'età in bilico sul naso, o un montgomery rosso sfilacciarsi sino a diventare un vecchio spettatore stanco e ipercritico... """"Siamo in fila, in aria, e passiamo in un raggio di luce come granelli di polvere"""": chi ha scritto questa frase degna di un grande scrittore? Monica Vitti. La Vitti racconta di aver cercato le parole giuste affondando i denti nella polpa profumata delle mele annurche. Così fanno le vere scrittrici! Anche i pensieri di Monica danzano sulla pagina come il pulviscolo in un raggio di luce, salendo, scendendo, muovendosi in questa o in quella direzione, con piccoli vortici."" -
La crepa e la luce
Questo libro è il racconto di un cammino, quello che Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi, ha percorso dal giorno dell'omicidio del marito, nel 1972. Una strada tortuosa che, partendo dall'umano desiderio di vendetta di una ragazza di venticinque anni con due bambini piccoli e un terzo in arrivo, l'ha condotta, non senza fatica, al crescere i suoi figli lontani da ogni tentazione di rancore e rabbia e all'abbracciare, nel tempo e con sempre più determinazione, l'idea del perdono. Un racconto che comincia dalla vita di una giovane coppia che viene sconvolta dalla strage di Piazza Fontana e attraversa mezzo secolo, ricucendo i momenti intimi e privati con le vicende pubbliche della società italiana. -
Un medico di campagna
Un medico chiamato al capezzale di un paziente in una notte di tempesta. Un artigiano che trova la sua città invasa da una feroce tribù di nomadi. Un messaggero imperiale che non giungerà mai a destinazione. Sono alcuni dei protagonisti dei quattordici racconti di Un medico di campagna , opera pubblicata da Kafka nel 1919: folgoranti, visionarie narrazioni ispirate sia dal resoconto di un'esplorazione asiatica sia da una lettura apocalittica del Romanzo di Alessandro . Nell'accostare accuratamente i testi, Kafka compone il ritratto di una modernità nella quale la realtà è in balia del caos e la verità una pura incognita. Liberate le forze disgregatrici, nell'avviarsi alla fine l'universo si fa sempre più incoerente e inafferrabile; il tempo perde significato, solo il ricordo permane; gli esseri umani si illudono di poter cogliere un senso inventando storie, ma sono soltanto fantasmi in attesa che il mondo ricominci come sempre è stato, non redento ma solamente restituito alla propria origine. -
Grande albero e il sogno del mondo
Due semini, Merwin e Louise, vivono all'interno di un frutto di sicomoro, nell'abbraccio della chioma di mamma albero. Da lei hanno ricevuto due doni preziosi: radici per trovare stabilità e ali per volare incontro a un luminoso destino e diventare grandi alberi dalle fronde possenti. Un giorno, però, un'orda di Giganti si abbatte sulla foresta e tutto a un tratto i semini si ritrovano a fluttuare nel pieno della vita spaventosa, soli e tremanti di paura. Inizia così il loro viaggio alla ricerca di un posto sicuro dove mettere radici, che li porta per terre e per mari, tra dinosauri e conchiglie, farfalle, vulcani e foglie fantasma, a destreggiarsi tra mille pericoli e imprevisti. Ma è proprio quando ogni possibilità sembra perduta che germoglia una nuova speranza: l'essenziale è prestare attenzione e mettersi in ascolto di quella voce misteriosa che ci accompagna e ci parla, che ci insegna che ciò che è piccolo è destinato a crescere, e che ognuno può fare la differenza. Quella voce ha qualcosa di molto importante da dirci. Qualcosa che riguarda tutti noi.rn Età di lettura: da 10 anni. -
Rosso di rabbia. Ediz. a colori
«Io vedo ROSSO ROSSO ROSSO!» grida il bambino di questa storia, quando la rabbia lo travolge e lui vorrebbe tanto un biscotto. Per fortuna la mamma ha la soluzione: basta provare a contare fino a 10 e piano piano il piccolino ritroverà la calma e l'allegria. Età di lettura: da 3 anni. -
Le libere donne di Magliano
A pochi chilometri da Lucca, dalla pianura s'alza il Colle di Santa Maria delle Grazie. In cima c'è il manicomio. Il paese più vicino si chiama Magliano. Così «venire da Magliano», per la gente del luogo, significa portare il segno della pazzia, di una vita attraversata dal vento sublime e dannato della sofferenza mentale. In un reparto psichiatrico femminile, negli anni precedenti l'età degli psicofarmaci e ben prima della contestata riforma Basaglia, un medico vive con le «libere donne di Magliano»: donne aggressive, tristi, erotiche, disperate, orrende, miti, malate o semplicemente fuggite dal mondo. Capolavoro di Mario Tobino, Le libere donne di Magliano è «il libro sulla sua vita» oltre che il poema della profondissima e unica atmosfera che pervade le stanze della follia: perché «il manicomio è pieno di fiori, ma non si riesce a vederli». E perché «anche i matti sono creature degne d'amore», come lo stesso autore volle scrivere sulla fascetta della prima edizione del romanzo (Vallecchi 1953). Arricchiscono il volume due inserti iconografici che mostrano com'era e com'è oggi l'Ospedale Psichiatrico di Maggiano, nel quale lo scrittore psichiatra Mario Tobino abitò due camerette della Casa Medici dal 1943 al 1990 e in cui operò come responsabile del settore femminile fino al 1980.