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Il naufragio di Ulisse. Un viaggio nella nostra crisi
Il canto di Ulisse, nell'Inferno dantesco, è probabilmente il testo piú celebre di tutta la letteratura italiana. E non solo, perché è proprio in questi versi che nasce l'immagine di Ulisse viaggiatore ed eroe della conoscenza. Impossibile, insomma, sottovalutare l'importanza e l'influenza di questa figura, nel corso dei secoli e ancora oggi. Eppure, tanto rimane da dire su quello che questi versi hanno da raccontarci, apparentemente cosí lontani e in realtà cosí vicini. Il viaggio e il naufragio di Ulisse sono una metafora potentissima per pensare la nostra condizione in questi tempi di crisi e incertezza. In fondo, tutto gira intorno a una tensione ineliminabile tra la conoscenza e la politica, come avrebbe visto Friedrich Nietzsche, un altro amante dei viaggi, reali e immaginari. Dove sono il bene e il male? Siamo convinti che la conoscenza salvi, aiutandoci a fare ordine nel nostro mondo. È davvero cosí? -
Aragoste, champagne, picnic e altre cose sopravvalutate
«In fondo, esclusi i bisogni primari, ogni cosa è sopravvalutata» (Arnaldo Greco). Un'antologia divertente e un po' stravagante che raccoglie le risposte – paradossali, rivelatrici, fulminanti – di scrittrici e scrittori contemporanei alla domanda: che cosa è sopravvalutato? Champagne, aragoste, sesso anale e picnic: si dice che fossero queste, per Christopher Hitchens, le cose più sopravvalutate al mondo. Incuriosito dal ragionamento che può aver portato il grande giornalista a definire un simile quartetto, Arnaldo Greco ha avviato un'indagine sull'argomento. Tra gli intellettuali interpellati, qualcuno ha scelto di dire la sua con un racconto, qualcun altro ha preferito cimentarsi in un breve saggio, altri ancora hanno tirato fuori le loro idiosincrasie. Il risultato è un libro quanto mai variegato, dove si spazia dai viaggi ai regali, dalla montagna alla cucina italiana, passando per il primo amore, la prima volta, il perdere qualcosa o qualcuno. Un catalogo di riflessioni inaspettate che ci regalano nuovi punti di vista e ci coinvolgono in un gioco replicabile all'infinito. Testi di Viola Ardone, Alessandro Baricco, Arianna Giorgia Bonazzi, Teresa Ciabatti, Valentina Della Seta, Claudio Giunta, Alessandro Gori, Jennifer Guerra, Cristiano de Majo, Gaia Manzini, Francesco Pacifico, Giacomo Papi, Francesco Piccolo, Veronica Raimo, Guia Soncini, Nadia Terranova. -
L'umanità è un tirocinio
Una parola misteriosa («vanesia») scagliata dal padre geloso contro la madre a scombinare una notte napoletana. Un bambino atterrito che però è attratto da quel suono elegante, che sicuramente viene dai libri. Nasce cosí una fascinazione per le parole, e per la scrittura, che dura tutta la vita. Schegge di memoria, riflessioni sapienti sulla letteratura, annotazioni sui romanzi che hanno folgorato Domenico Starnone ragazzo, su quelli commentati a scuola come insegnante per tanti anni, su quelli riletti e studiati con l'acribia di uno scrittore che è stato prima di tutto un lettore, appassionato, curioso, e attratto sempre da quell'urto originario tra oralità e scrittura. Una sorta di autobiografia attraverso la lettura delle pagine dei grandi autori della letteratura: da Luigi Meneghello a Ugo Foscolo, da Raffaele La Capria a Natalia Ginzburg, da Raymond Carver a Edmondo De Amicis, da Leonardo Sciascia a Joseph Conrad, da Mark Twain a Cesare Pavese. Il libro è innanzitutto un invito quanto mai trascinante a leggere o rileggere i romanzi di cui racconta. Ma è anche un originale «ritratto di lettore sventato mentre scrive in margine avventatamente», una porta di ingresso privilegiata all'officina di uno scrittore che leggendo insegue le sue ossessioni. -
Il velo di Einstein. Il nuovo mondo della fisica quantistica
Nel 1997 due gruppi di ricerca - uno diretto da Anton Zeilinger a Vienna, l'altro da Francesco De Martini a Roma - riuscirono a teletrasportare un singolo fotone, cioè a trasferire lo stato fisico da una particella a un'altra particella lontana dalla prima. Un'impresa che fino ad allora sembrava un'idea strampalata, concepibile solo in un film di fantascienza. Per ora nessuno sa se il teletrasporto si potrà realizzare anche per atomi e molecole, o addirittura per oggetti macroscopici; ma questo primo passo dischiude orizzonti inimmaginabili fino a pochi decenni fa. In questo libro, l'autore fa il punto sulla fisica quantistica, indicando i rivoluzionari effetti che contraddicono radicalmente la nostra esperienza sensoriale. -
Manhattan Project
Come già Lehman Trilogy, anche Manhattan Project è una ballata fluviale che racconta una storia americana con radici in Europa e conseguenze globali. Strutturata in quattro parti fitte di echi biblici (Libro dei Patriarchi, Libro dei Re, Libro dei Profeti e Libro dei Sacerdoti), anche Manhattan Project ci porta fra gli ebrei espatriati oltreoceano, con i loro riti e costumi che affondano nella cultura yiddish, con le loro idee, le ossessioni, i tic linguistici, lo humour. Il testo inizia in un seminterrato in cui il cosiddetto «Clan degli Ungheresi» intuì potenzialità e rischi di un uso militare della reazione a catena. Passando per l’apporto del potente finanziere Alexander Sachs, l’ebreo lituano che da Wall Street seppe tessere la rete di un’imponente raccolta fondi a nove zeri, prende vita l’affresco di un’umanità impaurita e confusa, chiamata a celebrare il connubio fra la scienza e la prima vera arma di distruzione di massa, mentre dall’Europa riecheggiano le grida dei ghetti in fiamme. A poco a poco il personaggio di spicco diventa Robert Oppenheimer, scienziato dal profilo inquieto e sempre combattuto, votato fin da bambino alla ricerca di una logica a oltranza in grado di proteggerlo dai suoi mostri interiori. Proprio a lui toccherà il compito di pronunciare il definitivo via libera alla costruzione della bomba atomica, in un crescendo di tensione che va di pari passo alla travolgente ascesa della macchina bellica di Berlino e dell’Impero giapponese. -
La mia Russia. Storie da un Paese perduto
La più importante giornalista d’inchiesta russa apre uno squarcio su un mondo al limite dell’inimmaginabile. Dall’ascesa di Putin alla guerra in Ucraina, un ritratto agghiacciante e umanissimo del Paese vero e della sua gente, vicino e lontano da Mosca e dal Cremlino. Il 28 marzo 2022, sei mesi dopo che era stato assegnato il Nobel per la pace al suo direttore Dmitrij Muratov, «Novaja Gazeta» fu costretta a sospendere le pubblicazioni. Due pezzi in particolare avevano irritato le autorità russe: lunghi reportage dalle città assediate di Mykolaïv e Cherson, scritti dalla trentaquattrenne Elena Kostjucenko. Già da tempo nel mirino dei servizi russi e arrestata varie volte, Kostjucenko racconta da anni il degrado e la desolazione morale del proprio Paese. ""La mia Russia"""" è un libro incendiario e straziante in cui ai reportage scritti tra il 2008 e il 2022, si alternano riflessioni che scavano nel torbido di quanto sta accadendo oggi. Tredici storie che compongono un eccezionale ritratto della Russia negli ultimi dieci anni. «Per tutta la carriera ho raccontato come la Russia ha sistematicamente tradito i propri cittadini. Eppure la Russia è il Paese che amo. Vorrei che questo libro uscisse il prima possibile, anche se so che probabilmente non mi sarà consentito pubblicare altro per lungo tempo, forse per sempre»."" -
Ternitti
Una storia di redenzione e d'amore, intima e civile, dove la denuncia e lo stupore si reggono insieme. Mimí Orlando ha quindici anni quando è costretta ad abbandonare la sua casa e la sua terra. L'anno è il 1975 e la famiglia di Mimí parte dal Salento verso la Svizzera, inseguendo un sogno di prosperità che si trasformerà però in incubo. In Svizzera ci sono le fabbriche, dove si lavora un materiale adatto a mille utilizzi, le cui minuscole fibre si infilano nei polmoni e col tempo li distruggono. In Svizzera Mimí scopre il freddo, che gela le dita e l'anima, ma anche l'amore, tra i capannoni dove i tanti emigrati trovano rifugio. Vent'anni piú tardi torna in Puglia, ormai madre sola, determinata e orgogliosa, ingorda di quella gioventú che la vita le ha negato, a lottare contro i fantasmi del passato, assistita dalle voci degli antenati e dal coraggio di continuare a immaginare un futuro migliore. Con una lingua impastata di terra anche quando alza gli occhi al cielo, Desiati dà vita a un romanzo in cui le cose semplici brillano di un'intensità che brucia e riscalda. «Desiati sviluppa un racconto di folgorazione visionaria intorno ai grandi temi della vita. La protagonista, Domenica Orlando, detta Mimí, entra nel novero dei personaggi femminili piú significativi della nostra recente narrativa» (Alberto Asor Rosa). -
Vita precaria e amore eterno
Una storia di precarietà materiale ed esistenziale, di radici tossiche da cui emanciparsi gettandosi nel nulla che offre il presente. Martino Bux è cresciuto vicino alla base aerea di Sigonella, dove nel secolo scorso si facevano le grandi manovre per un'altra guerra invisibile. Nel paesino siciliano di Castiglioni ha avuto la sua distorta educazione sentimentale, fatta di cattiveria e violenza, che lo ha trasformato nel giovane uomo qualunquista e meschino che è. I genitori speravano in lui affinché li riscattasse e si costruisse un futuro; lui però fatica persino ad avere un presente, figuriamoci un futuro. Vive nell'inferno tutt'altro che metaforico di Roma, in una scatola di macerie ricostruite a immagine del passato e del turismo domestico chiamata San Lorenzo. Molla l'università e si ritrova a lavorare in un call center dentro uno scantinato, insieme a decine di altri giovani pagati sei euro lordi: tutti senza futuro, senza presente, senza niente. Poi però arriva Antonia, «Toni», che gli salva la vita, e lo toglie dal cornicione su cui sta a fissare il vuoto pronto a cedere alla vertigine che gli sale da sotto i piedi. Toni gli dona una percezione approssimativa ma piuttosto reale di quello che può essere il paradiso all'inferno. Purtroppo però i paradisi in terra quasi mai sono destinati a durare... «Lo sguardo di Desiati è tenero, sentimentale e al tempo stesso allucinato di una liricità onirica» (Giuseppe Antonelli). -
La stella polare della Costituzione. Il discorso al Senato
Nel centenario della marcia su Roma che dette inizio alla dittatura fascista tocca a Liliana Segre – che nel 1938 fu espulsa da scuola a causa delle leggi razziste e nel 1944 fu deportata ad Auschwitz – presiedere la prima seduta del Senato della XIX legislatura. Ne nasce un discorso memorabile, di rilevanza storica e civile, una dichiarazione d'amore per la Costituzione repubblicana, «non un pezzo di carta, ma il testamento di centomila morti caduti nella lunga lotta per la libertà». Se il fascismo è stato «il filo nero che dalle leggi razziali ha portato alla Shoah», l'articolo 3 della nostra Costituzione è la «stella polare» che, afferma la senatrice Segre, «bandisce le discriminazioni e impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono ai cittadini il pieno sviluppo dei loro diritti, delle loro libertà, della dignità». Completano il volume una accorta introduzione di Alessia Rastelli, un breve nuovo testo di Liliana Segre e il saggio conclusivo di Daniela Padoan, che situa il discorso al Senato nella parabola di una tra le piú alte testimoni della Shoah. Introduzione di Alessia Rastelli. -
Sinistra! Un manifesto
La crisi in cui si dibatte la sinistra – non solo italiana – rivela un drammatico vuoto di pensiero e di idee. Per prima cosa, bisogna ricostruire il quadro culturale di una nuova identità. La straordinaria trasformazione delle società occidentali in seguito alla rivoluzione tecnologica e alla fine di quella che si può definire l'età del lavoro e della grande industria ha mutato radicalmente la scena economica e sociale in cui ci muoviamo. La tesi del libro è che questo cambiamento ha reciso per sempre le radici di classe della sinistra, che si è trovata quasi all'improvviso senza basi su cui poggiare la propria esistenza. Ma c'è tutto lo spazio per costruire una sinistra che sappia vivere – come non ha mai fatto – al di fuori dello scontro di classe. Il libro individua così due grandi campi intorno ai quali ricostruire un pensiero e una strategia progressista: una nuova idea di eguaglianza – svincolata dalla catastrofe del socialismo – e l'impegno per un mondo globale orientato non solo sui mercati e sulla loro cultura, ma su un modello inclusivo di cittadinanza oltre la cornice degli Stati. -
Spostare la luna dall’orbita. Una notte al Museo dell’Acropoli
Una notte al Museo dell’Acropoli, completamente sola. O meglio: in compagnia dei marmi del Partenone, e dei propri pensieri. È in questa atmosfera irripetibile che Andrea Marcolongo compie un’autentica alchimia. Intrecciando il racconto di Atene, dell’Acropoli e dei tanti furti che ha subito, con la memoria intima più dolorosa, Marcolongo ci ricorda che dalla Grecia abbiamo sempre preso senza mai restituire. E che siamo tutti in debito con qualcuno a cui dovremmo solo dire grazie – prima che sia troppo tardi.rn«Perché la questione non è tanto proteggere il passato – è come salvare dal futuro il momento presente».rnL’ultima settimana di maggio, in un negozio di Parigi specializzato in articoli da montagna, Andrea Marcolongo ha comprato un letto da campo, un sacco a pelo e una torcia. La sera successiva ha aperto il letto da campo e steso il sacco a pelo non in cima alla vetta di una montagna, ma nella sala deserta di uno dei più importanti musei del mondo. La luce della torcia si è allora mescolata a quella della luna correndo sui marmi della sala, scolpiti da Fidia nel secolo glorioso di Pericle, sulle presenze e soprattutto sulle assenze. Siamo ad Atene, al Museo dell’Acropoli, dove Marcolongo ha l’occasione di trascorrere una notte in completa solitudine. Ma è difficile essere davvero soli quando si è circondati dai marmi del Partenone e dai propri pensieri. La notte è il tempo dei fantasmi e di bilanci. Due sono le ombre che vengono a visitare i pensieri di Marcolongo. Quella di Lord Elgin: l’ambasciatore inglese che perpetrò il furto dei marmi del Partenone all’inizio dell’Ottocento deportandoli a Londra chiusi dentro casse di legno. E quella di un uomo scomparso da poco, nato in un umile paese della provincia veneta che si dichiara il centro del mondo: il padre di Andrea. La storia di Elgin è imprevedibile e tragica come un romanzo d’avventure. Elgin, che all’inizio nemmeno sospettava cosa rappresentassero il Partenone e l’Acropoli, vedrà la sua vita distrutta per le conseguenze di quel gesto arrogante e folle, per sempre colpito dalla «maledizione di Minerva»: «Chissà se le rovine che contemplava in silenzio erano quelle di Atene o della sua vita. Chissà se pensò almeno una volta che ne era valsa comunque la pena». Ma i vuoti delle sale del museo, gli spazi bianchi di gesso lasciati dai marmi trafugati due secoli fa, risuonano con i vuoti di cui siamo composti: con il rimpianto e la vergogna, quella di capire solo ora il filo che ci legava a un genitore che sentivamo distante e da cui volevamo emanciparci; con la fragilità e l’inadeguatezza, quella di non sentirsi mai all’altezza di ciò che si è ottenuto, di sentirsi sempre un impostore, un ladro; con furti materiali e appropriazioni culturali, quelle che facciamo ai danni del mondo classico: «L’eternità non è fatta di marmo come l’opera di Fidia, rifletto, bensì è contenuta in ciascuno degli istanti che passano: è sufficiente distrarsi un momento, smettere di custodirla, e per sempre sarà perduta». In questo... -
Content. L’industria culturale nell’era digitale
Fin dal mattino, quando ci alziamo dal letto e controlliamo se durante la notte ci sono state reazioni ai nostri post, like e visualizzazioni, tutti noi non facciamo che produrre e consumare contenuti. Ma cosa intendono l'industria culturale contemporanea e il mondo dei media con il termine «contenuto»? Quando e perché questo concetto è diventato onnipresente e così determinante? E a quale costo? In questo volume, Kate Eichhorn offre una concisa introduzione alle caratteristiche e alle dinamiche dell'universo mediatico, culturale e artistico contemporaneo, esaminando gli effetti su vasta scala che tutto ciò genera su società, politica e lavoro nell'era digitale, dall'avvento di internet all'attuale mediaverso social. Per l'autrice, l'esempio più rappresentativo di contenuto dell'era digitale è il celebre «uovo di Instagram», un'immagine che deteneva fino a poco tempo fa il record di like, pur non trasmettendo informazioni o conoscenze e circolando per il semplice fatto di circolare. Eichhorn esplora ciò che differenzia i contenuti generati dagli utenti da quelli prodotti da lavoratori retribuiti (sebbene spesso sottopagati); esamina come arte e letteratura, giornalismo e politica abbiano reagito all'ascesa dell'industria dei contenuti; e riafferma la crescente importanza che acquisisce il «capitale di contenuti» nell'attività di artisti e scrittori in un ambiente che tende ad annullare qualsiasi differenza. -
Putin storico in capo
Il 24 febbraio 2022 l’opinione mondiale ascolta con stupore il discorso di Vladimir Putin che giustifica l’invasione dell’Ucraina, con il pretesto di far cessare un “genocidio” compiuto da un regime che bisogna “denazificare”. Questa straordinaria falsificazione della storia si inscrive nell’orientamento della grande narrazione nazionale costruita nel corso degli ultimi vent’anni da Putin e di cui la Ong Memorial ha fatto le spese nel 2021. Questa narrazione, esaltando la grandeur di una “Russia eterna” di fronte a un Occidente aggressivo e decadente, non ammette nessuna contestazione per servire gli interessi geopolitici di un regime dittatoriale e risponde alle aspettative di una società disorientata in seguito al crollo del sistema sovietico. Nicolas Werth, storico prestigioso e presidente di Memorial France, chiarisce le origini di tale distorsione dei fatti storici e il modo in cui è stata messa in opera per legittimare la prima guerra del XXI secolo sul continente europeo. Nel 2022 Memorial ha vinto il Premio Nobel per la pace. La prefazione del professore Andrea Gullotta, presidente di Memorial Italia, permette di aggiungere il punto di vista italiano di questa associazione creata a Mosca negli anni Ottanta. -
Campo dei Fiori. Storia di un monumento maledetto
Campo dei Fiori è una biografia: la biografia della statua dedicata a Giordano Bruno sul finire dell'Ottocento nella celebre piazza romana. Un monumento da subito considerato il simbolo supremo della libertà o della peggiore delle maledizioni, del riscatto o della vergogna. Ma Campo dei Fiori è anche un libro sull'Italia, sulle tante debolezze del fronte laico e sulla ostinata chiusura a ogni idea di modernità presente nella Chiesa cattolica di allora. È l’avvincente ricostruzione di una lotta politica che ebbe numerosi protagonisti: il movimento studentesco romano, Francesco Crispi e la massoneria, Ettore Ferrari e Giovanni Bovio, papa Leone XIII e i gesuiti della «Civiltà Cattolica», Francesco De Sanctis, Antonio Labriola, Giuseppe Garibaldi. E anche un certo Armand Lévy, di professione rivoluzionario, ex comunardo, esule, ebreo e socialista, sconosciuto ai piú, ma che svolse un ruolo decisivo nella fase preparatoria del monumento. Si trattò di una vera e propria battaglia laica e anticlericale: una delle poche combattute nel nostro Paese e che è giusto non dimenticare. Non tanto per celebrarla quanto per conoscerla, anzi forse è meglio dire per decifrarla: attraverso la comprensione di uno scontro che fu violentissimo e dei tentativi compiuti per disinnescarlo, come delle alleanze e degli opportunismi che di volta in volta furono messi in campo per vincere la partita o per rinviarla per sempre. -
Peter Pan: Peter Pan nei giardini di Kensington-Peter e Wendy. Ediz. integrale
Peter Pan è il fanciullo che, fuggito dalla sua casa, vive nel mondo notturno dei Kensington Gardens, abitato da fate e folletti. Incontrerà Wendy, John e Michael, i fratellini che lo aiuteranno dopo varie avventure contro pirati, sirene, pellirosse a sgominare il terribile Capitan Uncino. Uno dei piú grandi e duraturi successi del Novecento viene qui presentato in un’edizione integrale arricchita da un raro testo dell’autore, ""Capitano Hook a Eton"""", notevole profilo di Capitan Uncino."" -
Amore di confine
Storie di guerra e pace, di uomini e animali, di boschi e piante. La voce di Mario Rigoni Stern è di quelle che non ci si stanca mai di ascoltare. Il lettore di queste pagine avrà l’impressione di ritrovarsi con lui, di sentirgli raccontare le sue storie. I capitoli in cui è diviso il libro sembrano scandire i momenti di un’autobiografia: la prigionia in Germania, il ritorno a casa, la vita quotidiana al paese con i suoi indimenticabili personaggi, don Titta, Bepi dei Püne, Toni Zurlo, la bambina che era amica di Ezra Pound... Il libro è animato anche da storie memorabili di animali: il bastardello che vive libero e felice nel paese; il capriolo rimasto ferito in un rastrellamento che diventa una vedetta partigiana; l’asina Giorgia; le cince domestiche. Passato e presente dialogano in una compresenza che avvicina le avventure, le fatiche e la saggezza di uomini, animali, piante, nel trapasso struggente di età e stagioni. Cronologia della vita e delle opere a cura di Giuseppe Mendicino. -
Guardare un quadro. Nuova edizione
"Guardare un quadro"""" costituisce una guida accessibile allo studio e alla comprensione della pittura a partire dall'analisi di singole opere esemplari. L'autrice accompagna il lettore lungo un tragitto che gli permette di sviluppare le proprie capacità visuali, analitiche e storiche, invitandolo a scoprire il sistema di funzionamento di ogni immagine artistica, i suoi caratteri costitutivi e il loro rapporto armonico all'interno dell'opera. Ogni capitolo del volume è dedicato agli elementi di base a disposizione dell'artista nel momento in cui realizza l'opera (Composizione, Spazio, Forma, Tono, Colore). Al contempo viene sottolineata l'importanza del tema, il ruolo della tecnica impiegata e il particolare contesto storico d'appartenenza (destinatario, messaggio, intenzione artistica...) Il volume è illustrato da oltre 100 immagini a colori e in bianco e nero appartenenti alla tradizione europea e americana, da Piero della Francesca a Paolo Uccello, da Caravaggio a Rembrandt, da Van Gogh a Botticelli, da Picasso a Matisse, da Rothko a Kiefer. Introduzione di Riccardo Falcinelli." -
L'anno dell'Indiano
Nell’estate del 1924 – l’anno del delitto Matteotti – le cronache danno ampio risalto a un personaggio straordinario: Chief White Elk, il capo pellerossa sbarcato in Europa per difendere davanti alla Società delle Nazioni i diritti degli Irochesi. Fisico atletico, battuta pronta, sorriso disarmante, Cervo Bianco è un incantatore nato. Le sue piú accese sostenitrici sono due nobildonne austriache di antico lignaggio, madre e figlia, che lo ospitano nella loro villa e se ne contendono i favori. Ma a innamorarsi di lui è l’Italia intera. Con il suo abbigliamento esotico, il capo indiano fa sognare i lettori di Emilio Salgari, e non solo. La sua generosità sembra inesauribile: dispensa mance favolose a centinaia di poveri, orfani, reduci, e si proclama fervente sostenitore del fascismo attraverso cospicue donazioni. A ogni tappa della sua tournée lo attendono folle di nobili e popolani, «maschiette» e generali, alti prelati e camicie nere, giornalisti e autorità... Ma chi è veramente quest’uomo? Un filantropo, un mitomane, un imbroglione? Severino, il giovane segretario del «principe» indiano e testimone privilegiato di questi mesi turbinosi, prova a darsi una risposta sulla scorta di lettere, diari, ritagli di giornale e dei suoi stessi taccuini. Ernesto Ferrero ha trasformato un fatto di cronaca in un romanzo affollato di personaggi memorabili, tra cui compaiono anche il poeta milanese Delio Tessa e il musicologo Massimo Mila. Tra esaltazioni collettive e intrighi amorosi, castelli e idrovolanti, viaggi frenetici e balli spettacolari, l’intreccio di questa vicenda pirandelliana fa emergere il volto segreto di un’intera società. La «resistibile ascesa» di Cervo Bianco diventa lo specchio di un’epoca, delle sue fragilità, della sua fame di maschere e finzioni. Pubblicato per la prima volta nel 1980 con il titolo ""Cervo Bianco"""", poi in una nuova stesura nel 2001, è un romanzo che conserva intatte le sue seduzioni. La Nota finale ricostruisce le peripezie del «principe» pellerossa prima e dopo la mirabolante avventura italiana."" -
Teoria e pratica della non-violenza
«Le future generazioni a stento potranno credere che un uomo di siffatta statura morale sia passato in carne ed ossa sulla terra» (Albert Einstein). «La verità e la non-violenza sono antiche come le colline». Da una delle più alte espressioni della coscienza morale del nostro secolo, un messaggio di intatta attualità. Questa antologia – che comprende una scelta degli scritti politici 1919-1948, dall’Autobiografia e da La forza della verità – vuole mettere in luce i momenti essenziali in cui si articola la non-violenza gandhiana, intesa come unità di pensiero e azione. Nella prima parte sono raccolti e ordinati gli scritti che trattano i principî fondamentali della non-violenza: la concezione etica di Mohandas Karamchand Gandhi, la distinzione fra nonviolenza del forte e non-violenza del debole, il rapporto fini-mezzi, l’atteggiamento nei confronti della violenza e della guerra. Nella seconda, le pagine più importanti per la comprensione della prassi della non-violenza: i requisiti e la preparazione dei non-violenti, le varie tecniche di lotta. -
Paz. Scritti, disegni, fumetti
«Non c’era mai poeticume nelle sue opere; era sempre duro, ma duro come lo può essere un bambino. Vedeva tutte le cose come le si vedono per la prima volta. Il suo tratto nel disegno era stravagante, un caos rigorosissimo. I suoi testi provenivano dal parlato; era un grande poeta, un linguista vero perché i suoi testi erano frutto di un genio letterario innato» (Roberto Benigni). L’«antologia personale» che Pazienza non ebbe tempo di raccogliere in vita, messa insieme da Vincenzo Mollica come omaggio all’amico scomparso. «Andrea Pazienza è riuscito a rappresentare, in vita, e ora anche in morte, il destino, le astrazioni, la follia, la genialità, la miseria, la disperazione di una generazione che solo sbrigativamente, solo sommariamente, chiameremo quella del ’77 bolognese» (Pier Vittorio Tondelli). Dal Pazienza fumettaro (presente con tre delle storie lunghe più belle, compresa La prima delle tre del ciclo Zanardi) a quello delle fulminanti storie di una pagina, degli indimenticabili ritratti. Con una scelta organica di scritti (celebre, e introvabile, quello sul fumetto), poesie e racconti inediti compresi. Per capire come mai si è tanto prolungata nel tempo l’eco di quella generazione che nelle storie di Zanardi si rispecchiava, e «che non ha mai realmente creduto in niente, se non nella propria dannazione». Con un racconto di Stefano Benni.