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Ali il Magnifico
Sid Ali ha poco meno di vent'anni. Proviene da una famiglia proletaria algerina, dai casermoni di una delle tante periferie di Parigi. È bello, intelligente, raffinato lettore. Ha ucciso quattro donne ed è in un carcere di Lisbona, in attesa dell'estradizione. Scrive quindi la sua storia, ""senza montaggio"""", in un torrenziale monologo in cui rivivono schegge di vita di periferia: il bullismo, la desolazione, i vagabondaggi a passo di hip-hop nei templi commerciali delle Halles. Straccione e orgoglioso, Sid Ali cura il suo corpo, si aggira come un dandy bello di rabbia. Inveisce dentro di sé contro la volgarità della società dello spettacolo e, al tempo stesso, vorrebbe esserne l'unica star."" -
Il paese dei mezaràt. I miei primi sette anni (e qualcuno in più)
Nel libro Dario Fo racconta i luoghi, gli eventi e i personaggi leggendari che hanno segnato la sua educazione artistica e civile. L'autore prende le mosse dai luoghi natii per avventurarsi nel turbine della memoria restituendoci le imprese del padre ferroviere, le visite in Lomellina al nonno Bristìn. Fo indugia su episodi di volta in volta teneri e drammatici fino al suo apprendistato all'Accademia di Brera di Milano, gli stratagemmi per campare, la guerra, il reclutamento forzato e, per finire, con un salto temporale in avanti, i funerali di ""Pà Fo"""", figura centrale di questo """"romanzo di formazione""""."" -
Fuga a Sorrento. Tre storie
Tre storie. Tre peregrinazioni. Tre immersioni in un passato illustre, reinventato dalla fantasia dello scrittore. Nella prima il poeta-mercante trecentesco Lapo Pegolotti lascia Firenze con le sue carovane di mercanzia; trasformando i suoi viaggi in occasioni letterarie, riesce a farsi ricevere da Dante a Ravenna, prende quasi abusivamente parte alla scalata del Mont Ventoux con Petrarca, ritrova Boccaccio a Firenze dopo la peste e salva il Decamerone. Un'altra racconta la peregrinazione di un filosofo illustre: il professor Hegel di Berlino, che al culmine della sua carriera fa una lunga escursione sulle Alpi bernesi. Peregrinazione ancor più lunga quella del poeta italiano di un altro racconto il cui nome sarà rivelato solo alla fine della storia. -
Fiasco
Dato alle stampe alle soglie dei grandi mutamenti del 1989, ""Fiasco"""" è imbevuto di uno dei più grandi timori dell'uomo dell'est europeo: il fallimento della libertà, che si presenta, dall'altra parte del muro, come il fallimento della ricerca della felicità. Un fallimento, un fiasco, in cui si riconosce anche lo scrittore. Imre Kertész, nato a Budapest nel 1929, deportato ad Auschwitz e liberato a Buchenwald nel 1945, ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 2002. Kertész impiegò circa dieci anni a scriere """"Essere senza destino"""" (pubblicato in Ungheria nel 1975 e ignorato fino alla fine degli anni Ottanta), il primo capitolo dell'ideale trilogia che prosegue con """"Fiasco"""" (1988) e """"Kaddish per un bambino non nato"""" (1989)."" -
Tutti contenti
Nino Motta, tipografo, abbandona Milano e la famiglia (una famiglia disperata e ostile) e torna a Messina, sotto le mentite spoglie del giornalista, per ""indagare"""" sulla sua infanzia in collegio che, da sempre, è rimasta intrappolata da una memoria """"a macchie"""", incerta, segnata da un misterioso trauma. Una volta in loco non ha difficoltà a far parlare quelli che tanto tempo prima sono stati i suoi compagni, anzi il suo invito a parlare li trasforma in generosi narratori orali. E così le molte testimonianze si incrociano affollandosi intorno a due immagini che hanno accompagnato la vita di Nino Motta: il cappello del padre appeso in corridoio e la figurina della madre Marietta che sale verso il collegio nel suo cappottino striminzito..."" -
Il giardino del luppolo
Adolf Kolmar è un giovane sensibile, emotivamente e psichicamente instabile. La sua storia comincia nel 1910 a Mühlbach nell'Hallertau in mezzo alle colline coperte di luppolo. Adolf non è un ragazzo facile: soffre di crisi di soffocamento, è gracile e finisce con il coltivare un mondo interiore e un isolamento che fanno a pugni con la franca irruenza del fratello Franz e con il solerte entusiasmo dell'amico Max. Le cose si fanno ancora più complicate quando comincia a soffrire di allucinazioni: è il Male (fantasmi, voci, apparizioni) che lo tiene all'erta, ed è un Male che, con l'avvento del nazismo, viene sempre più a coincidere con il lucido presagio di una tragedia di proporzioni immani. -
Dava fine alla tremenda notte
Hans Memling, pittore di ricchi, pittore rassicurante e gentile, lascia la sua casa e la famiglia a Bruges per intraprendere un viaggio immaginario in cui si imbatte in figure di dolore. Dalla Sicilia riarsa alla Spagna cupa di un altrettanto cupo Rinascimento, fino a una Germania ostile e gretta e, poi, più a nord verso le banchine di ghiaccio del Mare Artico, Memling e il suo assistente coesistono con personaggi vivi e morti che finiscono per costituire, attraverso un vertiginoso collasso temporale, la Compagnia d'Europa, una banda di derelitti in cerca di una fine, di un buio che sia l'ultimo, estremo buio. -
Pancetta
Che cosa fa di un uomo un poeta? E che cos'è un poeta? E un bambino? Un provocatore? Un folle? Un profeta? Un cretino? Siamo a Pietroburgo nel 1912: percorriamo la prospettiva Nevskij con Sasa e Pasa e sentiamo che tutto si muove, sta cambiando. Non solo: si mangia pane e poesia e la parola d'ordine è Avanguardia, gettare il passato dal vapore Modernità. Sasa e Pasa arrivano dalla provincia e vogliono studiare matematica, ma non c'è tempo: bisogna pubblicare il libro che rivoluzionerà la sorte della poesia russa. Le sbornie e gli incontri all'osteria della Capra vanno di pari passo alle sbornie e agli incontri dello spirito. Corrono parallele alle comiche vicissitudini di Sasa e Pasa quelle drammatiche di Velimir Chlebnikov, il poeta per eccellenza. -
Le nonne
Tre racconti, pervasi dall'imprevisto, dal senso sconcertante delle umane possibilità, dalla sensazione da parte dei protagonisti di precipitare nella vita e di esserne, allo stesso tempo, ai margini. Due amiche, alla scomparsa dei mariti, iniziano una relazione ciascuna con il figlio adolescente dell'altra. Una ragazzina di colore, orfana e povera, ha una breve relazione con un ragazzo ricco, bianco, di famiglia liberale. All'insaputa del giovane, ha una figlia e quando la bambina ha sei anni, non potendo più mantenerla, si mette in contatto con la famiglia del ragazzo. Un soldato vive nel ricordo di una donna incontrata durante la seconda guerra mondiale, nella convinzione di aver concepito un figlio e di aver condotto un'esistenza sbagliata. -
Mentre ero via
Filippo e la famiglia si stanno preparando a un viaggio in Brasile. È un manager di successo, un capofamiglia consapevole, un figlio che prodiga attenzioni al padre sospeso sull'abisso di una morte che non arriva. È tutto questo, ma è anche un dirigente piegato alla logica del profitto, un cristiano mediocre, un marito sleale, un padre e patrigno distratto e superficiale. Così lo sentiamo raccontato dalle voci dei figli e nelle vicende che precedono il viaggio e che rivelano una realtà affettiva sfilacciata e compromessa. A Novas Minas, 1000 km a nord di San Paolo, padre José combatte il degrado e la povertà creati dalle multinazionali. Il desiderio di cambiamento costringe Filippo a guardare nel vuoto che l'ha guidato fin lì e a cercare di colmarlo. -
Arrivederci piccole donne
Sono cugine ma si sentono sorelle, sono clonate dalle eroine di ""Piccole donne"""": Nieves, Ada, Luz e Lola. I loro genitori hanno dilapidato la fortuna ereditata dall'antenato José Joaquín Martínez. Quando erano bambine si riunivano con Oliviero, il fratellastro di Luz, nella proprietà familiare gestita dalla zia che manteneva l'oziosa parentela. Poi, il colpo di stato dell'11 settembre 1973, l'arresto di Oliviero e l'esilio di Ada a Londra, innamorata di Oliviero e rivale di Lola. Quando inizia il romanzo, nel 2002, la famiglia è sparsa per il mondo e le cugine sono in attesa di rincontrarsi. Una saga ricca di sottigliezze psicologiche femminili e accenti epocali: il Cile degli anni Settanta, Londra, Parigi, l'attentato alle Torri Gemelle."" -
Mappe per amanti smarriti
Siamo in un'innominata città inglese, ai cui margini vive una comunità pachistana. Kaukab vive da quarant'anni in Inghilterra, non parla la lingua e cerca di non avere contatti con i bianchi. Donna semplice e ignorante, di stretta fede musulmana, lacerata tra le regole morali delle proprie origini e la realtà che la circonda, Kaukab rispecchia i conflitti che agitano l'intera comunità. Shamas, suo marito, è invece una sorta di libero pensatore, convinto che le due culture debbano e possano integrarsi. Suo malgrado s'innamora di Soraya, una giovane appena giunta dal Pakistan: un amore tragico, che lo renderà per sempre infelice. Un tentativo di descrivere il conflitto che nasce dalla precarietà dei sentimenti e dall'urto delle culture. -
Labilità
Uno scrittore maturo sta avviando la stesura del suo nuovo romanzo. È incerto, insicuro dei propri mezzi. Lo diventa ancora di più quando incontra Gamurra, un ambizioso giovanotto che gli affida la sua opera prima sperando di essere aiutato. Il piccolo mondo della letteratura ronza, spettegola: è un rumore di fondo che mal si concilia con il lavoro. Eppure è dentro quel mondo che Gamurra riappare ormai coronato dal successo, ed è in quel mondo che il protagonista corteggia, ricambiato, una ""collega"""" colta e affascinante, tanto da minare il suo rapporto con la moglie. Da bambini si gioca con l'imperfetto (io ero, tu eri) e si evocano mondi immaginari. Da adulti un artista continua il gioco. Ma quanto è pericoloso abitare una realtà parallela?"" -
Atomico dandy
2002. Sposato, ricco, ossessivamente dandy, il professor Nuvolani è un quarantenne di sinistra, intelligente e senza scrupoli. Capo di un gruppo di ricerca finanziato dall'industria informatica, è alle soglie di una grande scoperta: un computer ultraveloce che funziona non con i microchip, ma grazie alle molecole. Cadenzata da una progressiva ricapitolazione del passato e da una rapida progressione verso il futuro, l'avventura di Nuvolani disegna una parabola narrativa che parte dagli anni ottanta di Chernobyl e dalla grottesca formazione scientifica sessuale, politica e sentimentale del giovane studente, e arriva al 2009 passando attraverso l'esercizio di un inimitabile stile di vita, un'esibita promiscuità sessuale, e la messa a punto del Chemputer. -
Circolo chiuso
Alle soglie del capodanno del 2000 Claire Newman, reduce da un matrimonio fallito e da un lungo soggiorno in Italia, decide di tornare in Inghilterra, nella sua vecchia città di Birmingham. Pensa sia venuto il momento, dopo più di vent'anni, di scoprire definitivamente cosa sia successo a sua sorella Miriam, scomparsa misteriosamente nel 1978. Il libro, al tempo stesso seguito de ""La banda dei brocchi"""" e romanzo in sé compiuto, conclude un'ideale trilogia costituita da """"La banda dei brocchi"""" (dedicato agli anni Settanta) e da """"La famiglia Winshaw"""" (dedicato agli anni Ottanta)."" -
Budapest
Di ritorno da Istanbul dove ha assistito al Congresso degli Scrittori Anonimi, José Costa è costretto a fermarsi a Budapest. Nella sua stanza d'albergo passa la notte a guardare la televisione, cercando di decifrare quelle parole, meravigliato dalla lingua magiara che ""è la sola che il diavolo rispetti"""". L'indomani, assorbito nel tentativo di ordinare la prima colazione in ungherese, quasi perde il volo che lo deve riportare a Rio. Questa sua ossessione per la lingua trasporta i lettori in una vorticosa girandola di situazioni paradossali, amori, libri, idiomi, paesaggi, da Budapest a Rio. Poeta-cantautore, tra i fondatori della Bossa Nova, Buarque crea una commedia romantica che immerge il lettore nelle bellezze e nei misteri del linguaggio."" -
Liquidazione
Autore di genio, scrittore e traduttore, B. si uccide improvvisamente. Keserü, il suo editore e amico, si sente obbligato a compiere una ricerca volta da un lato a scoprire i motivi del suicidio e dall'altro a trovare l'ultimo romanzo di B., all'interno del quale è convinto di trovare spiegazione non solo del gesto dell'amico ma, più radicalmente, dell'esistenza e del senso del dolore. Giocato su diversi registri narrativi (lettere, testi teatrali, racconti), metafora di una realtà instabile e sempre in movimento, il romanzo del premio Nobel ungherese racconta la frammentazione e la perdita dei punti di riferimento, lo smantellamento di un mondo, la ""liquidazione"""" di una casa editrice, del regime comunista, della vita di un uomo."" -
Una questione di cuore
Un infarto. Il cuore cede. La vita cambia. Per Alberto è così. Soprattutto quando Franco, il carrozziere con cui ha condiviso la degenza, gli mette in mano - come un dono, come un impegno - il futuro della sua famiglia, sapendo che tra i due cuori quello più debole - e quello più generoso - è il suo. Un romanzo sulla tentazione dell'irresponsabilità, sull'intelligenza delle emozioni, ascoltando (anzi auscultando) la voce oscura e limpida del cuore. -
Ente nazionale della cinematografia popolare
Vagabondando per il mondo, per un improbabile Ente nazionale della cinematografia popolare, il nostro eroe cerca di trarre buona materia di documentari nel profondo Sud americano, fra i mercati di Marrakech, sulla Transiberiana e in Carelia. Gli rispondono buffi e tragici personaggi, tutti molto compresi nell'esercizio universale dell'arte di arrangiarsi e del campare. Paolo Nori, nato nel 1963, vive a Bologna. Ha pubblicato ""Le cose non sono le cose"""" (Fernandel 1999), """"Bassotuba non c'è"""" (DeriveApprodi 1999, poi Einaudi 2000), """"Spinoza"""" (2000), """"Diavoli"""" (2001), """"Grandi ustionati"""" (2001) e """"Si chiama Francesca, questo romanzo"""" (2002), tutti negli Einaudi Stile libero."" -
In viaggio con Erodoto
Il giornalista polacco ripercorre le proprie vicende, raccontando retroscena finora ignorati delle sue storie: dall'infanzia povera a quando, fresco laureato, venne mandato allo sbaraglio prima in India e poi in Cina, senza conoscere niente di quei paesi. Ci rivela le difficoltà incontrate e, di fronte a queste difficoltà, il suo punto di riferimento, il testo da leggere e rileggere è sempre stato Erodoto. Per Kapuscinski Erodoto è stato non tanto uno storico, quanto il primo vero reporter della storia: il suo bisogno di viaggiare, di toccare con mano, di raccogliere dati, paragonarli ed esporli, con tutte le necessarie riserve che è giusto nutrire riguardo alle storie riferite da altri, fa di Erodoto un giornalista a pieno titolo.