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Il partigiano Edmond
Uno degli ultimi grandi testimoni della Shoah scrive il romanzo della resistenza ebraica.«Sin da ""Il mio nome è Katerina"""", Appelfeld scrive per ricordare la Shoah ma anche l'umanità che gli è sopravvissuta e che avanza alternando il rifiuto all'omaggio del passato. [...] Il partigiano Edmond: intenso, epico, racconta la resistenza ebraica chiedendo al lettore d'identificarsi perché siamo tutti anti-eroi fino alla prova della Storia.» - Francesca Pace, La Stampa«Ha creato un microcosmo in cui le contraddizioni di quell'epoca tenebrosa si osservano di sbieco, attraverso la storia di un centinaio di partigiani ebrei evasi dai ghetti e dai campi di lavoro. [...] Questo piccolo quadro, che mescola pennellate di stile realistico e onirico, riesce a offrirci un grande affresco della sorte degli ebrei che abitavano quelle terre da secoli. Attraverso il punto di vista di questi combattenti, lo scrittore rovescia l'immagine tradizionale della vittima ebrea come docile pecora trascinata al macello.» - Nicolas Weill, Internazionale«La trama di questo romanzo di Appelfeld riecheggia la trama dell'unico romanzo di Primo Levi, """"Se non ora, quando?"""" E anche qui il registro narrativo risulta improntato, più che a uno scrupolo di mimesi storica, a una vertigine di trasposizione epica. Ma quanto in Levi poteva suonare apertamente letterario, in Appelfeld suona così asciuttamente necessario da riuscire altrimenti profondo, e quasi quai metafisico..» - Sergio Luzzatto, Il sole 24 ore«La lezione che ci danno queste vite dimenticate è che il senso dell’umanità non viene mai meno, nemmeno quando si impugnano le armi. La grandezza di questo libro, come nel caso di Se non ora, quando di Primo Levi, sta nel tributo offerto a quelle esistenze.» - Le Mondernrn«Un libro epico…» - rnLe Figarornrn«Leggere Aharon Appelfeld è come entrare in un sogno. Lo stile è limpido, ma gli eventi hanno una profondità insondabile… Non ci sono eroi astratti, ma uomini che si chiedono che senso abbia sopravvivere. E la risposta sta nella magica solidarietà che si è creata fra loro.» - EllernrnrnNel corso della Seconda guerra mondiale, il giovanissimo Edmond riesce a fuggire da un campo di sterminio e a raggiungere alcuni partigiani ebrei che tentano di resistere all'esercito tedesco nascondendosi nella foresta ucraina. Sotto il comando del loro leader, Kamil, questo gruppo di uomini, donne e bambini lotta contro il freddo e l'estrema miseria, organizzando agguati ai danni dell'esercito tedesco e deragliamenti di treni. Perché il loro scopo non è solo quello di sopravvivere, ma è anche, e soprattutto, quello di salvare il proprio popolo e raggiungere """"la vetta"""", il luogo tanto geografico quanto spirituale della loro realizzazione."" -
Il dovere di uccidere
Il nuovo romanzo di un maestro del giallo nordico«Si chiama Håkan Nesser ed è, potremmo dire, il Camilleri della Svezia.» - Corriere della SeraIl commissario Van Veeteren, ispettore capo della polizia di Maardam, è finalmente a riposo e non ha intenzione di tornare a fare il detective: il nuovo lavoro alla libreria antiquaria Krantze e la relazione con Ulrike sono la sua occupazione a tempo pieno. Non può però sottrarsi alla richiesta di aiuto del sovrintendente Münster, che per anni è stato il suo fido braccio destro. Lui e i suoi colleghi sono impantanati in un caso che li sta mettendo in seria difficoltà: Waldemar Leverkuhn, pensionato dalla vita all’apparenza irreprensibile, una notte viene trovato accoltellato nel suo letto. Quella sera aveva festeggiato al ristorante insieme a tre amici una modesta vincita alla lotteria. E uno di loro, proprio da quella sera, sembra svanito nel nulla... Scavando a fondo nel passato famigliare della vittima, e guidato dalle intuizioni che anche da lontano Van Veeteren riesce a fargli avere, Münster a poco a poco si avvicina a una cupa verità e alla soluzione del caso, che metterà in pericolo la sua stessa vita. -
La solitudine del cielo
Un omaggio dolente e appassionato al fascino di un’epoca e di un mondo particolarmente cari a James Salter, ma anche una folgorante celebrazione della vita in tutta la sua fragilità.«È raro che un grande scrittore sia anche un esperto di volo e che lo sappia raccontare. Saint-Exupéry ne è un esempio, e così James Salter.» - The New York Times Book Review«James Salter è il meglio.» - Time OutGermania, anni Cinquanta. In una base militare americana un gruppo di piloti di aerei da caccia insegue il proprio sogno di gloria, fra atterraggi di fortuna, scommesse azzardate e audaci prove di coraggio. Accumulare ore di volo, totalizzare il miglior punteggio nelle esercitazioni di tiro, guadagnarsi il rispetto e l’ammirazione dei compagni o una promozione attesa da tempo, sfidare gli elementi: per la squadriglia del maggiore Dunning, un burbero uomo del Sud con uno spiccato debole per le gerarchie, non sembra esserci altro scopo, e le giornate scorrono in una sorta di ascetica segregazione dal mondo, che neanche le trasferte in Nordafrica o qualche scorribanda serale riescono a scalfire.rnC’è chi ha carisma e uno sfacciato talento naturale, chi fatica a emergere, chi è sorretto, nonostante tutto, da una fiducia incrollabile nelle proprie capacità, e chi ha addosso «il marchio della morte». Perché il destino è implacabile, indifferente ai meriti dei singoli, spesso, anzi, crudele propriorncon i migliori… -
Non buttiamoci giù
La notte di Capodanno, in cima a un palazzo di Londra, quattro sconosciuti si incontrano per caso: non hanno nulla in comune, tranne l'intenzione di buttarsi giù, ognuno per i suoi buoni motivi. Martin per la sua reputazione distrutta; Maureen per una vita impossibile passata accanto a un figlio disabile; Jess - la sboccatissima Jess - per una delusione amorosa; JJ per il suo fallimento professionale e personale. Ma l'incontro in quell'ultimo istante è destinato a cambiare la loro vita: dopo una discussione accesa e stralunata, i quattro aspiranti suicidi scendono dal tetto, ma per le scale, uniti da una complicità nuova e imprevedibile. Nick Hornby ci consegna un romanzo paradossale eppure straordinariamente credibile, divertente anche quando commuove, dove spiccano personaggi che brillano di quella magia del vero tanto presente nella sua narrativa. -
Poesie d'amore e di vita. Testo spagnolo a fronte
Un'antologia che raccoglie il meglio della produzione di Pablo Neruda, dalle composizioni giovanili ai grandi libri della maturità. In questa scelta si trovano riuniti i temi classici della poesia del grande cantore cileno, l'amore, la lotta, gli ideali, la natura, la memoria, temi che la parola intensa e vibrante del poeta fa emergere con forza dalle pagine accompagnando il lettore lungo un percorso che lo avvicinerà progressivamente al suo mondo interiore. Un Neruda che sa dar voce alle eterne, radicali esigenze del cuore umano, un dono raro che ha contribuito a farne uno dei poeti più amati e popolari del Novecento. -
Le favole di Luis Sepúlveda da colorare
Le favole di Luis Sepúlveda diventano un libro da colorare. Le illustrazioni di Simona Mulazzani sono accompagnate da una frase tratta dalle favole.rnrnHanno divertito, emozionato e commosso tre milioni di lettori di tutte le età: adesso le favole di Luis Sepúlveda diventano un libro da colorare. -
I racconti
Una fuga d'amore giovanile, progettata nella penombra di una chiesa e poi cancellata dalla luce, vietata dalla visione della realtà; una festa borghese in famiglia, dominata dal ricordo di uno scomparso, un funzionario imperial-regio; una vacanza sul Baltico in cui, più che il paesaggio, si disegna un clima interiore; uno sguardo, ironico e patetico insieme, agli uffici dove è ancora all'opera, per poco, l'antica burocrazia asburgica; un pranzo scintillante e beffardo nel castello boemo che un nobile decaduto ha ceduto a un giovane, ambizioso affarista; la storia, tra il grottesco e il mistico, del nano Bohusch, in una Praga abitata da artisti, ma anche percorsa da fremiti irredentistici... Motivi ricorrenti, nei racconti di Rilke, sono l'attrazione anzitutto estetica verso il passato, un'intensa sensibilità religiosa, un'inquietudine psicologica che trova espressione in un finissimo impressionismo, in forme che già rivelano, fin nei testi più giovanili, una severa religione dell'arte. -
Lettere a Theo
Scelto da IBS per la Libreria ideale perché queste lettere ci aprono una finestra sul mondo del pittore più celebre dell'Ottocento e sull'arte di quel periodo.rnrn""Caro Theo"""": per molto tempo, dall'agosto 1872 fino al 27 luglio 1890, due giorni prima di morire dopo essersi sparato un colpo di rivoltella, Vincent Van Gogh scrisse al fratello Theo con una costanza che trova il solo termine di paragone nell'amore che egli nutriva per lui. Per molto tempo Theo fu il suo unico interlocutore; sempre fu quello privilegiato, il solo cui confidò le pene della mente e del cuore. Del resto, le lettere a Theo (qui presentate in una scelta che riprende, con qualche variante, la versione integrale apparsa in Italia nel 1959) costituiscono la gran parte dell'epistolario vangoghiano. Dalla giovinezza alla piena maturità, esse ci permettono di seguire, quasi quotidianamente, la vicenda artistica e umana del grande pittore."" -
Io e lei
Da scienziato e pensatore profondamente libero e onesto qual è, Boncinelli ne indaga tutti gli aspetti e le possibili interpretazioni della morte con una serenità di animo e una acutezza di analisi che restituiscono a questo evento la sua naturalità, privandolo delle sovrastrutture negative. rnrnOccuparci della nostra nascita per noi è impossibile, il prima ci è sconosciuto. Ma di certo, da vivi, possiamo riflettere sulla nostra morte, anche se il poi ci è ignoto. Edoardo Boncinelli racconta di avere avuto consapevolezza della morte a cinque anni, mentre a Bologna nell’immediato dopoguerra, ospite di un centro profughi allestito alla meglio in una caserma, parlava con la mamma di persone che non c’erano più. Di colpo si rese conto che anche i nonni erano destinati ad andarsene, e pianse. Da allora la morte per lui è diventata un concetto acquisito, ma non angosciante. E proprio questo gli ha facilitato l’intensa meditazione che ci regala in questo libro. Da scienziato e pensatore profondamente libero e onesto qual è, Boncinelli ne indaga tutti gli aspetti e le possibili interpretazioni con una serenità di animo e una acutezza di analisi che restituiscono a questo evento la sua naturalità, privandolo delle sovrastrutture negative. Discute con argomentazioni lucide e stringenti le consolazioni della religione, dai miti delle origini al paradiso cristiano, alle credenze più diffuse. Esamina con passione e generosità divulgativa le risorse della scienza, fino a metterci a parte delle ultime ricerche della genetica e della biologia. Infine affronta l’autentico mistero dell’universo, la coscienza, nostra assoluta unicità, sintetizzando così il suo sentimento: «Verrà la morte e non chiuderò i miei occhi». -
Cose che si possono e non si possono dire
Nell'inverno del 2014, l'attore americano John Cusack, da sempre impegnato sul fronte dei diritti civili, ha un'idea. Far incontrare i due più celebri whistleblower americani, due fedeli servitori del governo statunitense che in epoche diverse hanno avuto il coraggio di renderne pubblici gli abusi: Daniel Ellsberg, il funzionario del Pentagono che nel 1971 rivelò i piani della guerra in Vietnam, e Edward Snowden, l'informatico ed ex tecnico della CIA che nel 2013 denunciò le intercettazioni a tappeto condotte dalla National Security Agency. All'incontro sarà invitata anche Arundhati Roy, una delle voci più chiare e implacabili che si sono levate negli ultimi anni contro la politica imperialista di molti stati, in linea con la posizione di Julian Assange, fondatore di Wiki-Leaks. Da questo ""contro-summit"""" nasce un libro potente e provocatorio, che interroga tutti noi: che significato hanno davvero le bandiere, il patriottismo, le grandi organizzazioni internazionali? Quale ruolo ricoprono il dissenso e la ricerca della verità in una realtà in cui il denaro può liberamente varcare limiti e confini sociali, culturali, geografici, mentre le persone e le parole non possono farlo?"" -
Febbre a 90°
La passione per il football e l'amore per la squadra del cuore possono, si sa, essere così intensi da trasformare radicalmente la vita di un uomo, e così è stato per Nick Hornby, tifoso dell'Arsenal fin da bambino. In ""Febbre a 90'"""" racconta in prima persona, con tono ironico e affettuoso, appassionato e divertito, gli entusiasmi e le depressioni, le impagabili emozioni e le cocenti delusioni vissute da un «ossessionato» del pallone. Una vera e propria «educazione sentimentale» del tifoso, un atto d'amore che può contagiarci per sempre, una vita vissuta ed esplorata attraverso il calcio quando il calcio era la vita."" -
Ogni spazio felice
Ada e Amedeo sono sposati da oltre vent’anni, hanno avuto una vita piena e due figli, Sonia e Alex. Ma il meccanismo di questa famiglia si è inceppato e Ada non è riuscita ad assorbire l’impatto di un colpo che l’ha distrutta. rnrn«Questo bellissimo romanzo possiede il dono della pietas. rnRacconta delle vite minori senza giudicarle e senza facili consolazioni: rnl'amore e la resistenza che le animano sono consegnati, rnintatti e luminosi, ai lettori.» - rnGiorgio Fontana rnrn«Schiavone ha la grazia di un nuovo Testori, per come rivela il cuore in affanno,rne perché mette a nudo una Milano dimenticata che ha ancora un senso di possibilità.rnSenza sentimentalismi e senza noia, mai e poi mai.» -rnMarco Missirolirn rn«Entrare in questo romanzo è come entrare nella nostra vita quando è più fragile, rnquando perdiamo terreno e vorremmo essere altrove, rnma anche quando afferriamo la felicità per i capelli e non ce la lasciamo sfuggire. rnI personaggi di Alberto Schiavone brillano di un’irresistibile, solare tenerezza rne sono i complici che abbiamo sempre desiderato avere accanto.» - rnFederica Manzonrnrn«Finalmente un libro che indaga rnla malinconia dell’amore senza paura, nell’unionerndi due anime che si dibattono dentro la solitudine dei nostri tempi.» - rnMarco MissirolirnrnrnrnAda e Amedeo sono sposati da oltre vent’anni, hanno avuto una vita piena e due figli, Sonia e Alex. Ma il meccanismo di questa famiglia si è inceppato e Ada non è riuscita ad assorbire l’impatto di un colpo che l’ha distrutta. rnEra una professoressa stimata, una moglie attenta, una madre premurosa, ora, invece, si rifugia nell’alcol. Amedeo la ama ancora, ma non riesce a infrangere la barriera di dolore che si è alzata tra loro. Hanno chiuso fuori il mondo, gli amici, la vita. Solo Sonia riesce a regalare ai genitori ancora qualche momento di normalità. rnQuesto fragile equilibrio è però destinato a subire un nuovo assalto dalla sorte: Sonia è incinta, ed è stata abbandonata dal padre del bambino. A questo punto il corpo già debole di Ada cede. Ma proprio quando tutto sembra perduto si affaccia un’occasione di riscatto. Ada trova la forza di reagire, forse come non le succedeva da tempo, e questa volta vuole combattere per salvare la sua famiglia. -
Dolcissima abitudine
La storia di Rosa, minuscola eppure incredibile, ispirata a figure e ambienti reali, si mischia con la storia del Novecento fino ad arrivare ai giorni nostri, insieme alla necessità spietata di trovare una difficile pace.«Indagando profondità e minuzie con asciuttezza sabauda, scandita da dialoghi credibili ed efficaci, Schiavone fa della sua protagonista Rosa, la figura al centro di uno specchio del secondo Novecento italiano» - Leonetta Bentivoglio, Robinsonrn«Dolcissima abitudine ha la forza della storia vera, dell’ambientazione realistica in un’Italia che dagli anni Cinquanta alla metà dei Duemila attraversa la storia del Novecento» - Cristina TagliettirnTorino, 2006. Piera, sessantaquattro anni, sta partecipando al funerale del suo ultimo cliente. Per gran parte della sua vita Piera Cavallero è stata Rosa, una prostituta. Ha avuto molto. Ha avuto niente. Ha avuto soldi, tanti, un piccolo impero economico insieme a una sua emancipazione personale. E ha avuto un figlio, che però non la conosce. Ma Rosa negli anni non ha mai perso di vista questo figlio. Gli è stata accanto passo dopo passo senza farglielo sapere. Ora, giunta a fine carriera, sente che è arrivato il momento di chiudere i conti con il passato. Un passato che ripercorriamo dai primi anni Cinquanta, quando nella Torino in espansione del dopoguerra Rosa inizia il mestiere in casa con la madre, che le ha trasmesso la professione appena adolescente. Seguiamo le sue vicende e la sua caparbia evoluzione. Gli uomini incontrati, le cadute, la solitudine rotta dai pochi amici e dai clienti che l’hanno accompagnata. La storia di Rosa, minuscola eppure incredibile, ispirata a figure e ambienti reali, si mischia con la storia del Novecento fino ad arrivare ai giorni nostri, insieme alla necessità spietata di trovare una difficile pace. -
Il poeta innamorato. Su Dante, Petrarca e la poesia amorosa medievale
Un libro che spiega la poesia amorosa medievale riscoprendone la sensualità, la fisicità, l'immediatezzaLa poesia amorosa del Medioevo viene spesso considerata una lirica fortemente codificata, basata sulla ripetizione e la variazione di situazioni e dichiarazioni sentimentali fisse, convenzionali. Marco Santagata si propone invece di mostrare come sia non solo possibile ma doveroso forare lo schermo del formalismo e della stereotipia medievali e affermare con forza che quella poesia amorosa prima ancora che con la letteratura dialoga con la vita, guidato dalla convinzione che recuperare i dati di realtà consenta di apprezzare meglio la poesia di quell’epoca e perfino di scoprirne la modernità.rnQuesto libro intende dunque valorizzare i segnali che rimandano al sostrato autobiografico dei poeti e a quello biografico delle donne da loro celebrate. Segnali che mostrano come molto spesso, al di là della sincerità e realtà dei sentimenti cantati, le donne delle poesie siano donne in carne e ossa, con una loro storia personale e una loro presenza fisica. Segnali che, contemporaneamente, mostrano come il vissuto dei letterati si insinui nel dettato poetico molto più spesso di quanto comunemente si creda. -
Arabia deserta. Nuova ediz.
Da autentico esploratore, l’autore di questo classico della letteratura di viaggio riesce a scoprire l’anima del deserto, e a rivelarcela in un resoconto che si legge come un grande romanzo d’avventura.«Una bibbia nel suo genere...Possiamo anche scrivere libri su questa o quella zona del deserto o su qualche aspetto particolare della sua storia, ma mai potrà esservi un altro quadro d'insieme, perché in questo libro viene detto tutto, e da un grande maestro.» - T. E. LawrenceNel 1876 un giovane medico e poeta inglese innamorato dei popoli e della cultura del Medio Oriente decide di visitare un sito archeologico nascosto nel cuore dell’Arabia. Per raggiungerlo, non esita a travestirsi da pellegrino e a unirsi alla grande carovana di devoti che da Damasco si reca alle città sante dell’Islam.rnComincia così l’odissea nel deserto di Charles M. Doughty, turista clandestino che nessuna autorità può proteggere nella sua esplorazione di un mondo arcaico, violento e misterioso, in cui le regole di comportamento a lui note non valgono nulla.rnMille incontri indimenticabili si svolgono negli scenari magici e solenni delle immense distese di sabbia, tra la fatica delle lunghe cavalcate a dorso di cammello, le soste in villaggi e accampamenti che sembrano usciti da un lontano passato, la fame e la sete, i tradimenti e gli agguati delle guide cui l’ignaro viaggiatore si affida, e i momenti di comunione con gli eroici abitanti del deserto, uomini e donne osservati da Doughty con l’appassionata attenzione dello straniero che, per sopravvivere, ha bisogno di distinguere a colpo sicuro gli amici dai nemici. -
Amori perduti di gioventù. Il club dei filosofi dilettanti
Alexander McCall Smith è una ventata di aria fresca nella detective story: supera le convenzioni, snobba i cliché e sovverte i pregiudizi. - The Sunday TelegraphrnrnrnLa routine quotidiana di Isabel Dalhousie, filosofa e direttrice della «Rivista di Etica Applicata», viene improvvisamente interrotta: Jane Cooper, una filosofa australiana che si trova a Edimburgo per rintracciare i suoi veri genitori, le chiede di darle una mano. Isabel non si tira certo indietro, il suo spirito investigativo e la sua curiosità si uniscono al piacere di aiutare una nuova amica. Oltre a questa, ci sono altre piccole, grandi questioni con cui la nostra filosofa-investigatrice deve fare i conti: il figlio Charlie che cresce e diventa sempre più impegnativo, la sua governante e amica Grace che si dà a rischiose speculazioni finanziarie, la nuova fiamma della nipote Cat... e, infine, quella più urgente di tutte: quando e come lei e il giovane fidanzato Jamie riusciranno finalmente a sposarsi? Una nuova avventura dell'amatissima Isabel Dalhousie, che mescola filosofia e quotidiano, e coglie anche l'occasione per riflettere sul tema quanto mai attuale di cosa significhi davvero la parola «famiglia». -
Una storia quasi perfetta
Un amore così perfetto. O è solo la storia eterna della vittima e del seduttore? rnrnLui è il proprietario e l’anima di un’azienda di design per collezioni di moda, carte e oggetti. Lei, Bianca, insegnante di discipline pittoriche in un liceo delle arti, gli propone una serie di disegni ispirati ai fiori. Disegni bellissimi, luminosi, unici. Lui se ne innamora e, come fa sempre, decide di prendere non soltanto l’opera ma anche l’artista, singolare e incantevole come quei disegni. Comincia il corteggiamento, ma presto si accorge di essere lui ad avere bisogno di lei. Bianca vuole credere a quell’amore, si abbandona. Ma lui ha già ottenuto ciò che voleva e, a poco a poco, come fa sempre, inizia ad allontanarsi. Il mondo intorno osserva immobile. È la provincia elegante e crudele della chiacchiera, che spiuma la verità e la sparge dalle finestre dei palazzi. Tutti a vedere. Tutti pronti a dire come va a finire quando si entra nel gioco di un seduttore. Ma non sempre le storie sono già scritte dall’inizio. -
Un matrimonio da dilettanti
Baltimora, dicembre 1941, il giorno dell'attacco a Pearl Harbor. La città è in preda all'agitazione, la gente scende in piazza, i giovani corrono ad arruolarsi e una graziosa ragazza, avvolta in un cappotto rosso, entra per caso nella bottega del giovane Michael Anton, nel quartiere polacco della città. Passano pochi mesi e i due decidono di sposarsi. Sono giovani, belli e molto diversi: lui razionale, concreto, introverso; lei allegra, generosa, sognatrice. Non sembrano fatti per stare insieme. Ma gli anni passano in fretta, e nella loro corsa impazzita lasciano poco spazio a simili riflessioni: bisogna crescere i figli, occuparsi dei genitori anziani, lasciarsi alle spalle liti e piccoli rancori. Eppure restano i dilettanti di sempre, un uomo e una donna carichi di umanità che si sono gettati avventatamente nel matrimonio. Finché una sera, nell'intimità della camera da letto, affiorano quasi per caso i problemi irrisolti della loro lunga unione... -
Tutti i racconti
Come dice Cortàzar, «nel combattimento che si scatena fra un testo appassionante e il lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knockout». Ed è forse nel racconto, scrive Bruno Arpaia nell'introduzione, «che Sepùlveda dà il meglio di sé, grazie al suo gusto per le immagini pennellate con estrema cura, alla sua capacità affabulatoria ed evocativa che gli permette di stilizzare con semplicità e leggerezza calviniane i personaggi e gli eventi più complessi. Avere sotto mano, in un unico volume, tutte le sue narrazioni brevi consente dunque al lettore di apprezzare ancora meglio queste sue virtù, viaggiando con maggiore comodità nei suoi microuniversi... negli scenari più remoti e diversi, dalla Patagonia al Nicaragua, da Amburgo al Cile, da Parigi a El Idilio, l'immaginario villaggio del Vecchio che leggeva romanzi d'amore. Percorrendo d'un fiato questi paesaggi, ci si renderà anche conto dell'evoluzione dell'autore cileno, fino ai racconti più recenti, in cui la voce di Luis Sepùlveda diviene inconfondibile e imperiosa come un marchio di fabbrica.» -
Sulla violenza
«Chiunque abbia avuto occasione di riflettere sulla storia e sulla politica» osserva Hannah Arendt «non può non essere consapevole dell'enorme ruolo che la violenza ha sempre svolto negli affari umani.» In questo breve, densissimo saggio la Arendt dà ragione della sua affermazione ripercorrendo i fatti storici degli anni Sessanta sullo sfondo di tutto il Ventesimo secolo. In una lucida, penetrante (e ancora attualissima) radiografia del fenomeno, cui tuttavia non mancano il tono e la vibrazione dell'autentica passione politica, l'autrice tocca temi quali il rapporto fra violenza, potere, forza e autorità, la «razionalità» della violenza, le sue cause, le sue origini, le differenze tra violenza collettiva e violenza individuale.